Archivio mensile:Aprile 2014

EGU 2014 : La partenza per Vienna si avvicina

DSC_8780Ci siamo cari utenti di Nia, il viaggio in terra austriaca sta per iniziare.

Domani, mercoledì 30 Aprile 2014, ore 13:50 minuto più, minuto meno,  salvo ritardi, direttamente dall’aeroporto di Firenze Peretola, terminal non ancora conosciuto, è prevista la mia partenza, con destinazione aeroporto internazionale di Vienna.

Quindi, signori miei, come promesso nella passata conclusione dell’articolo di presentazione,

Vienna 2014: I miei prossimi lavori all’assemblea europea delle geoscienze,

http://daltonsminima.altervista.org/2014/02/12/vienna-2014-i-miei-prossimi-lavori-allassemblea-europea-delle-geoscienze/

nella giornata di domani mattina, in contemporanea alla presentazione del mio studio alla manifestazione, qui su Nia, sarà pubblicato per esteso il mio primo lavoro scientifico a titolo :

“Relazione statisticamente significativa, fra le grandi eruzioni vulcaniche e il conteggio delle macchie solari, dal 1610 ad oggi.”

A seguire, probabilmente, settimana successiva (5 maggio – 11 maggio), rientrato in Italia, riporterò, il secondo studio scientifico, a titolo :

“Relazione preliminare, fra gli sciami sismici, i continui cicli di inflazione/deflazione in alcune caldere vulcaniche del mondo e gli anni di minimo e/o massimo solare.”

Ed inoltre, in merito alla curiosità, di cui vi avevo accennato, a termine del passato articolo di introduzione, vi presenterò il mio prossimo e personale sito web.

Un semplice, ma diretto e sintetico portale personale di archiviazione, non un blog o forum, ma una piattaforma, strettamente scientifica, in inglese, nella quale, dove oltre ad aver già depositato, le mie attuali ricerche, riporterò tutti quei prossimi ed eventuali studi, che salute ed impegni familiari permettendo, realizzerò, da ora in avanti.

Una specifica piattaforma sullo studio e ricerche, che collegano la genesi degli eventi sismici e/o vulcanici terrestri, alle dinamiche mareali elettromagnetiche e gravitazionali interne al nostro sistema solare. Una veloce print-screen, della home page e relativo menù in fase di realizzazione.

Web

Naturalmente, le ricerche realizzate in questo 2014, saranno pubblicate anche sul nostro blog, in lingua italiana, viceversa, saranno pubblicate il lingua madre inglese, su tutte quelle altre piattaforme estere, che vorranno fare da ospite ai miei studi.

Per il momento non ho altro da aggiungere, salvo ricordare ai nostri senior-editor più affezionati, di portare avanti l’amministrazione della piattaforma durante la mia assenza. La programmazione degli articoli settimali è già stato stabilito, il rientro, è previsto per la giornata di Sabato sera.

Naturalmente, la vera e propria tabella di marcia o rubrica viennese è già stata stilata, ed è piena di impegni, infatti, oltre a rispondere, ad eventuali chiarimenti su i miei lavori, ho intenzione di seguire, specifiche sezioni orali e non, a carattere geologico e non, vedi ad esempio, gli ultimi studi/ricerche sulla fisica solare, proiezioni e altro. Che cosa ci stanno dicendo i nuovi studi, in riferimento a questo minimo solare ?

Credo comunque, che la sera, rientrato in albergo, sarà possibile per la mia persona trovare del tempo libero, per accendere il Pc e controllare e rispondere ad eventuali domande e/o osservazioni sul mio primo lavoro.

Adesso, non mi resta che salutarvi, l’avventura inizia !

Michele

La piccola era glaciale è stata il periodo più freddo degli ultimi 10000 anni

Jørgen Peder Steffensen è un professore, associato presso l’Università di Copenaghen ed è  uno dei maggiori esperti mondiali di carote di ghiaccio. Utilizzando le carote di ghiaccio riprese da vari siti in Groenlandia, è stato in grado di ricostruire le temperature lì, per gli ultimi 10 mila anni. Quindi quali sono le sue conclusioni ?

  • Le temperature in Groenlandia, 1000 anni fa, erano circa 1,5 °C più elevate rispetto ad adesso.
  • Probabilmente erano 2,5 °C più calde, 4000 anni fa.
  • Il periodo intorno al 1875, nel punto più basso della Piccola era Glaciale, ha segnato il punto più freddo negli ultimi 10.000 anni.

Il suo commento finale è particolarmente significativo e dice :

Sono totalmente d’accordo, abbiamo avuto un aumento della temperatura globale nell’ultimo ventesimo secolo, ma un aumento dovuto a cosa? .. Probabilmente un incremento dal punto più basso negli ultimi 10.000 anni.

Abbiamo iniziato a osservare la meteorologia nel punto più freddo negli ultimi 10.000 anni.

E la gente è preoccupata, per quel poco di riscaldato che abbiamo dato !

Il video :


Fonte : http://notalotofpeopleknowthat.wordpress.com/2014/04/04/the-little-ice-age-was-the-coldest-period-for-10000-years/

Michele

Rubrica Meteo-climatica Aprile

Introduzione

La prima parte della Rubrica riporta le previsioni e le tendenze meteo-climatiche per i giorni e le settimane successivi alla pubblicazione della Rubrica. La seconda parte riassume e commenta i principali indici climatici e contiene anche qualche considerazione circa le prossime stagioni primaverile ed estiva.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

aaaaaaaaaaaaa

La Primavera 2014 – riepilogo

Dopo un inverno mite e assai piovoso (e nevoso in montagna), la primavera si è finora rivelata anch’essa piuttosto mite, sia pure a fasi alterne: la prima metà di marzo è stata davvero calda in rapporto al periodo; la seconda invece è stata più fresca e perturbata, specie al Nord. Aprile sta finora proponendo un’alternanza di periodo anticiclonici asciutti e relativamente caldi a periodi piovosi e più freschi, specie al Nord, ma comunque in un quadro complessivamente sopramedia.

aaaaaaaaaa

La primavera 2014 – La seconda parte della stagione

I prossimi giorni

Dopo alcuni giorni di stabilità, il tempo si è nuovamente guastato, specie al Nord: piogge, neve in montagna ed un consistente calo termico hanno temporaneamente interrotto il sopramedia che dura ormai da mesi. Le previsioni dei prossimi giorni promettono un prolungamento di condizioni di instabilità, sia pure a fasi alterne, almeno fino a fine mese e forse oltre.

Di seguito è riportata la previsione GFS per le ore centrali di giovedì 24 Aprile, relativa alla pressione al suolo ed in quota:

SLP

Nell’immagine si nota bene l’Alta Pressione posta sulla Scandinavia, in una posizione che non depone a favore di tempo stabile sull’Italia. L’Alta Pressione delle Azzorre è prevista confinata sul vicino Atlantico, presso le coste occidentali europee. Sulla Russia invece è prevista una consueta discesa fredda artica primaverile.

Nel lungo termine (6-7 giorni ed oltre), sembra confermarsi l’alternanza tra temporanei miglioramenti e nuove “ricadute” perturbate atlantiche, comunque in un contesto termico mite.

Il Vortice Polare Stratosferico (la controparte alle quote più alte delle depressioni atlantiche in bassa atmosfera), ancora nei prossimi 7 giorni, continua a resistere dai 10Hpa in giù, pur sottoposto a reiterati attacchi anticiclonici. Invece, alle quote superiori (da 1 a 5Hpa, è già stato soppiantato da un’alta pressione). Una sua pur debole ansa coinvolgerà anche l’Italia, che quindi difficilmente vedrà tempo bello e stabile, anche nel lungo termine.

 

Possibile evoluzione successiva (Fine Aprile-inizio Maggio)

GFS ed il suo ensemble (GENS) prospettano un possibile prolungamento delle condizioni di instabilità anche nei primi giorni di Maggio. Ance ECMWF vede un’evoluzione del tutto simile. Successivamente potrebbe affermarsi un campo anticiclonico, con i primi caldi simil-estivi, specie al Sud. Sarebbe un’evoluzione pienamente fisiologica per la stagione. Ma è davvero presto per le certezze.

Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la pagina Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

aaaaaaaaa

Gli indici meteo-climatici: i valori del mese precedente

Di seguito si riportano i valori del mese di Marzo, quelli più recenti disponibili. Tra parentesi sono riportati i valori di Febbraio.

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (-0,269) -0,017
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (+0,38) +0,97
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (-0,020) -0,058
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+12,7) +11,7
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+10) +9,2
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): risulta debole in zona 6, pertanto di difficile interpretazione.

 

Commento indici

1. l’ENSO ormai da un anno e mezzo (autunno 2012) si mostra sostanzialmente neutro. Da allora si sono alternati episodi di debole Nina e debole Nino, ma solo in alcuni comparti del Pacifico equatoriale, a periodi di quasi perfetta neutralità (assenza di anomalie di temperatura). Già ora è in corso un progressivo passaggio a condizioni di Nino debole, specie nel comparto oceanico centrale (zona 3.4). Le previsioni NOAA per i prossimi mesi confermano e anzi rafforzano tale scenario. Tuttavia permangono due incognite: dispersione dei membri previsionali resta elevata e rende la previsione ancora incerta; inoltre, occorre verificare il comportamento dell’indice PDO nei prossimi mesi. Se tornerà in territorio negativo, come ci si attende, ostacolerà la progressione dell’evento di Nino. Per verificare l’attendibilità delle previsioni, è possibile esaminare le anomalie sottosuperficiali di temperatura. Esse possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

ST Subsurface

Dopo una costante alternanza di anomalie positive e negative, per quasi un anno e mezzo, le anomalie positive stanno decisamente prendendo il sopravvento.

In sostanza, la rilevazione conferma le previsioni NOAA circa la progressione dell’episodio di Nino ormai agli esordi.

Anche le anomalie superficiali ENSO mostrano da lungo tempo un’alternanza di deboli anomalie di segno opposto, ma ormai il quadro sta cambiando, come si è accennato, . Anche nell’Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, si mostra un’analoga alternanza, sebbene disposta a fasce lungo i paralleli.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/

 

SST

 

L’Oceano Pacifico equatoriale è diviso tra moderate anomalie negative (a sud) e deboli anomalie positive (a nord). La persistente anomalia negativa tra il Nordamerica e l’Europa Occidentale, proprio su una parte del percorso della Corrente del Golfo alle nostre latitudini, si è un po’ attenuata rispetto ai mesi precedenti. Il Mediterraneo comincia a scaldarsi, anche in conseguenza delle persistenti anomalie positive verificatesi a marzo e ad aprile.

2. La PDO mostra da alcuni mesi un’escursione in territorio positivo, presumibilmente temporanea in quanto inserita in un ciclo pluriennale negativo; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno e si ritiene sia tuttora responsabile della perdurante neutralità. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3. L’AMO mostra un’escursione in territorio negativo, la prima degli ultimi due anni. Al link seguente è riportato il suo grafico storico http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. L’AMO risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nell’arco di decenni, dopo un cambio di segno.

4. La QBO30 negli ultimi mesi ha mostrato qualche saliscendi; ora accenna a diminuire, segno probabilmente che è già giunta ai valori massimi e che a breve è destinata a scendere rapidamente verso la neutralità. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo entro Luglio 2014. Pertanto si ritiene che la fase di diminuzione sia ormai avviata.

5. La QBO50 da qualche mese mostra una permanenza tra 9 e 10, segno che probabilmente è prossima al proprio massimo. Storicamente, gli intervalli di valori positivi hanno una durata compresa tra 12 e 20 mesi. Pertanto, si può ritenere che la QBO assumerà nuovamente valori negativi non prima dell’estate 2014 e non più tardi dell’inverno 2014-2015, comunque qualche mese dopo la QBO30.

 

 

Considerazioni finali di natura climatica

La prolungata fase neutra dell’ENSO, sebbene ormai conclusa, ha ben pochi precedenti negli ultimi 60 anni.

Volendo anticipare le prospettive per la stagione primaverile in corso e la prossima stagione estiva, pur sapendo che l’ENSO è solo uno dei fattori in gioco, si possono citare analogie con il 2005, anche se nella primavera vi fu un brevissimo episodio di Nino debole, incastonato in un lungo periodo di sostanziale neutralità:

  • la primavera iniziò piuttosto fredda, con ripetute irruzioni di aria gelida continentale nella prima metà di marzo; proseguì molto più mite nella seconda metà del mese; ad aprile non vi furono particolari contrasti e il mese fu lievemente fresco; maggio fu invece più estivo al Sud, più fresco al Nord ma con diversi contrasti caldo-fresco;
  • la stagione estiva fu abbastanza calda ma senza troppi eccessi di natura africana.

Volendo andare ancora più a ritroso nel tempo, si può citare l’ormai lontano 1986, più simile alla stagione attuale in termini teleconnettivi (lunga ed ininterrotta neutralità ENSO, QBO positiva in inverno):

  • la primavera iniziò senza particolari contrasti, con un marzo normale, un po’ più mite nella prima metà, più fresco nella seconda; aprile fu piuttosto fresco al Nord, ben più mite, a tratti estivo, al Sud; maggio fu termicamente nella norma nella prima metà, più estivo, specie al Sud, nella seconda metà;
  • l’estate fu piuttosto calda al Sud ma sempre meno risalendo la nostra Penisola, fino ad un’estate normale al Nord.

L’andamento del mese di Marzo, quello di Aprile (almeno finora) e le previsioni per i prossimi giorni, pur tenendo conto del perdurante sopramedia, suggeriscono al momento un comportamento più simile a quello del 1986.

FabioDue

Rubrica Sole Marzo 2014

Introduzione e riepilogo

Durante la sua progressione verso il massimo solare, il ciclo 24 ha da subito manifestato un’intensità notevolmente inferiore a quella che gli esperti avevano pronosticato al termine del ciclo 23: http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2006/21dec_cycle24/ . Fino alla fine del mese di Settembre 2013, vista l’evoluzione degli ultimi due anni, dopo il picco dell’autunno 2011, sembrava in verità molto improbabile che questo ciclo potesse prendere un diverso andamento rispetto a quello fatto vedere fino a quel momento. In definitiva il Sole era in una fase di “stallo”. Pur con naturali oscillazioni in alto ed in basso dei vari indici di attività, nel periodo in questione il solar flux (il miglior indicatore dell’attività solare finora noto) non aveva mostrato in media alcun trend particolare, né crescente né decrescente. Lo si nota chiaramente dalla prima immagine successiva.

L’attuale fase di forte spinta ha poi condotto il ciclo al suo secondo massimo che in realtà si è rivelato essere anche il nuovo massimo assoluto di questo ciclo 24, superiore a quello dell’autunno 2011. Le influenze planetarie hanno avuto un peso non indifferente nelle dinamiche di questa ripresa dell’attività solare, come a suo tempo debitamente descritto in un articolo del nostro Michele. Resta però da capire quanto tale fase durerà e quando e come inizierà la fase di declino post-massimo.

In sintesi, il mese di Marzo appena trascorso, è stato caratterizzato da un leggero calo dei valori degl’indici di riferimento come il solar flux, ed il Sunspot Number, tornato sotto la soglia di 100. Ribadiamo che si tratta comunque di valori bassi se paragonati ad uno qualsiasi dei massimi solari dei cicli compresi tra il 19 ed il 23, anche perché le macchie non sono state né particolarmente numerose, né molto estese ed attive: a Marzo si è verificato un solo flare di classe X (3 in totale in tutto il 1°trimestre 2014).

Questa fiammata dell’attività può essere messa in relazione al secondo picco di attività pronosticato anche dalla NASA http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2013/01mar_twinpeaks/.

Abbiamo ampiamente superato il traguardo dei 5 anni (63 mesi) dal minimo del dicembre 2008 e dobbiamo comunque constatare che, fatti salvi brevi periodi di più intensa attività,

  • il solar flux ha raggiunto solo di recente e per pochi giorni quota 200, come valore di picco giornaliero ma non come media mensile; tale soglia fu ampiamente superata più volte dai cinque cicli precedenti, come valore giornaliero ma spesso anche in termini di media mensile;
  • anche il sunspot number risulta decisamente inferiore e analogo a quello dei cicli di fine Ottocento-inizio Novecento; ricordiamo però che i calcoli attuali sono molto rigorosi e tengono conto anche della macchia più piccola. Pertanto i valori del passato sono molto probabilmente sottostimati: perlomeno del 5% per i cicli di fine Ottocento/inizio Novecento, fino al 20% ed oltre in precedenza (ad esempio durante il Minimo di Dalton).

Il grafico seguente evidenzia come il ciclo sia stato sostanzialmente “piatto”, senza trend, fino a settembre 2013, per poi mostrare una netta accelerazione, fino al picco appena verificatosi. Risulta evidente anche il temporaneo superamento del “muro” dei 200:

 Solen Info

 Il sunspot number

Il nuovo massimo assoluto del ciclo 24 è 73,07 (settembre 2013) ed ha ampiamente superato il primo massimo registrato a Febbraio 2012 e pari a 66,9. Tra i due massimi la progressione del SSN (Smoothed Sunspot Number, media mobile su 13 mesi; fonte SIDC) si è interrotta ed invertita. Il comportamento del ciclo 24, con due massimi di cui il secondo assoluto, finora assomiglia a qualcuno dei cicli tra fine ‘800 ed inizio ‘900, nonché al ciclo 5 del Minimo di Dalton.

Anche per il NIA’s settembre 2013 ha fatto segnare il nuovo massimo provvisorio di questo ciclo (39,56) riallineandosi ai dati ufficiali del sunspot number SIDC. Restano da verificare ancora alcuni dati che al momento sono solo provvisori e pertanto vi potrebbe essere qualche variazione nel conteggio, stimabile in qualche decimo di punto. La curva della media “smoothed”di questo indice, con le dovute proporzioni, ricalca l’andamento di quello che per la Scienza ufficiale è e rimane l’unico conteggio valido, ovvero quello del SIDC.

Vediamo in dettaglio cosa ci ha riservato questo Marzo 2014: Smoothed sunspot area

Questo grafico, basato sulle medie mensili delle aree del disco solare coperte da sunspot (in rosso la smoothed) è abbastanza eloquente: l’attuale ciclo 24 per ora riesce a stento a tenere il passo dei deboli cicli di fine ‘800 – primi ‘900.

In dettaglio, Marzo ha confermato il discreto livello di attività che ha caratterizzato l’ultimo semestre, pur facendo segnare una lieve flessione rispetto al mese precedente. Il sunspot number è infatti tornato sotto quota 100: 92,2 rispetto ai 102,8. Come evidenziato dal grafico sottostante, l’attuale decisa seconda impennata di attività certifica che ci troviamo nel massimo del ciclo, con tutta probabilità, in una fase anche abbastanza avanzata. SN Nia e Sidc

  Il valore del NIA’s di ottobre (49,4), novembre (42,8) 2013 e dell’ultimo mese di marzo 2014 (46,1) sono provvisori/stimati ed al momento in attesa di validazione mentre sono già definitivi il dato di dicembre 2013 (58,4), di Gennaio 2014 (51,6) e di Febbraio 2014 che con 67,3 ha stabilito il massimo relativo (provvisorio?) di questo indice.

Nel grafico è ben evidente il raggiungimento del primo e provvisorio massimo a primavera 2012, l’iniziale declino delle curve del SSN ed il seguente sostanziale stallo nonchè l’ultima nuova e più decisa tendenza al rialzo dell’indice in oggetto che stabilisce nuovi massimi assoluti.

 

Solar flux

Dunque il Solar Flux a Marzo ha fatto registrare un lieve calo rispetto a quello di Febbraio, che attualmente detiene il record relativo del ciclo. Nel corso del mese il solar flux non è mai sceso al di sotto di 134, mentre nei mesi immediatamente precedenti si era spinto fino a 110, e comunque si è mantenuto piuttosto costantemente su valori oscillanti tra 140 e 160, senza picchi particolari quindi.

Per quanto appena detto il solar flux mensile aggiustato ha fatto segnare un valore pari a 148,97.

Il solar flux testimonia in modo eloquente le difficoltà che il ciclo 24 ha incontrato nella sua progressione. Dal grafico seguente risulta ancor più evidente la netta suddivisione dell’attività solare in due distinte fasi, spinta e riposo, la prima con valori relativamente elevati, la seconda con detti indici più vicini a valori da minimo che da massimo. 

Confronto Solar FluxIn termini generali, il grafico conferma la peculiarità del ciclo 24, rispetto a quelli immediatamente precedenti: il ciclo 24 ha proceduto “a scatti”, tra loro ben intervallati. Le pause si sono manifestate dall’inizio del 2009 all’inizio del 2011, poi ancora dall’autunno del 2011 fino all’autunno del 2013 (quando si è osservato addirittura un certo declino). Come già rimarcato, rimane da valutare la consistenza e la durata dell’attuale nuovo massimo.

Più in dettaglio, nell’ultimo mese il valore medio del flusso “aggiustato” (ore 20) è stato pari a 148,97 (contro 166,01di Febbraio) mentre la “forbice” tra il valore minimo e quello massimo è rimasta compresa tra 134,2 (ore 20 del 16/03) e 167,1 (ore 23 del 12/03) mentre la media dell’ultima decade, dal 21 al 31 compresi è risultata praticamente in linea con la media mensile: 150,55 (valori ore 20).

 

Altri diagrammi: butterfly e inversione magnetica

Il cosiddetto “butterfly diagram”, per quanto ancora incompleto nella rappresentazione del ciclo 24, è eloquente: http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/bfly.gif Butterfly

Il ciclo 24 risulta paragonabile ai cicli più deboli, perlomeno dal 1880 in poi, in termini di numerosità delle macchie, in rapporto alla loro estensione (in sostanza la colorazione del grafico “a farfalla”). Risulta addirittura inferiore a tutti i cicli rappresentati, in termini di estensione delle macchie (grafico in basso).

 Per quanto concerne lo stato di avanzamento dell’inversione dei poli solari, nel corso delle precedenti uscite della rubrica avevamo messo in guardia dal considerare ormai conclusa l’inversione dei poli magnetici: l’ultimo dato disponibile (23 Marzo) su http://wso.stanford.edu/Polar.html,  ha confermato le evidenti difficoltà di questo ciclo a livello magnetico e mette in risalto un valore “filtrato” per l’Emisfero Nord pari a -1. Quindi questo emisfero sembra aver fatto marcia indietro rispetto all’inversione avvenuta a giugno 2012! Non ci sono precedenti storici documentati di inversione di un polo meno di due anni dopo l’inversione precedente. L’Emisfero Sud, dopo il cambio di polarità avvenuto tra luglio ed agosto 2013 ed una prima decisa progressione, fa segnare un valore di -15, ovvero in graduale progressione dopo il cambio di polarità, anche se in modo meno marcato rispetto a quanto documentato in precedenza. Il comportamento dei due emisferi si ripercuote su quello della media filtrata, la cui crescita segna una battuta di arresto, dopo un anno di continua crescita.

Risulta al momento difficile dare un’interpretazione compiuta di quanto stia accadendo ai poli solari ed è ancora più difficile prevederne le conseguenze, sia per quanto concerne il ciclo in corso, sia in relazione al prossimo ciclo 25. Si attende conferma definitiva circa l’avvenuta inversione del Polo Nord; inoltre è importante verificare se questo nuovo assetto monopolare durerà, oppure se si verificherà a breve una ulteriore inversione.

Può essere utile anche visionare il seguente grafico relativo all’andamento dall’inizio del ciclo 24 fino ad ora: Aggiornamento WSO

In dettaglio, l’andamento degli ultimi 27 mesi dove è più evidente lo stallo e la tendenza al calo dei valori dell’emisfero nord: Dettaglio aggiornamento WSO

Per una più immediata comprensione dello stato di avanzamento del fenomeno, si vedano inoltre i seguenti grafici, tratti dal sito di Leif Svalgaard: http://www.leif.org/research/WSO-Polar-Fields-since-2003.pngWSO polar fields

 andamento dei due emisferi dal 2003 e http://www.leif.org/research/Solar-Polar-Fields-1966-now.pngN - S polar fields

 andamento complessivo dal 1966. Per ulteriori informazioni in merito, si veda anche l’articolo http://solar-b.nao.ac.jp/news/120419PressRelease/index_e.shtml.

Le ultime immagini “Stereo Behind” al momento mostrano un “treno” pressoché ininterrotto di regioni attive, in entrambi gli emisferi, anche se le macchie attualmente visibili non sono vaste ed attive come nei mesi precedenti. Si notano comunque diverse macchie mediamente coalescenti e di una certa dimensione, se paragonate a quelle che le hanno precedute negli anni scorsi. Un po’ a sorpresa, di recente l’Emisfero Nord sta fornendo un maggiore contributo all’attività solare, mentre quello Sud appare meno attivo. Quanto rilevato finora lascia pensare, come atteso, che il ciclo possa durare più dei “canonici” 11 anni: ad esempio David Archibald sostiene, in base ad uno studio delle emissioni coronali, che il ciclo 24 possa durare addirittura il 40% in più dei soliti 11 anni, cioè ben 17 anni, insomma fino al 2025!

Per i dettagli, si veda l’articolo al link seguente http://wattsupwiththat.com/2013/03/05/how-long-to-the-2425-solar-minimum/

Intanto, la previsione NASA http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/ssn_predict_l.gif ci dice che il massimo starebbe per terminare. Dunque, se corretta, i primi chiari segnali di declino dovrebbero verificarsi nel corso del 2014.

  

Sunspot number per emisfero e conclusioni

Questo ciclo 24 è sicuramente una grande occasione per il mondo scientifico in quanto ci offre la possibilità di studiare “in diretta” situazioni che fino ad ora avevamo potuto solamente immaginare o “ricostruire” attraverso simulazioni, dati proxy e modelli matematici: molto probabilmente, e non siamo solo noi a dirlo, ci troveremo ad affrontare un periodo (forse anche relativamente “lungo”) di attività solare molto più bassa rispetto a quella a cui, in qualche modo, eravamo abituati.

Che questo ciclo fosse lontano da quella presupposta “normalità” di cui abbiamo più volte parlato ne avevamo sentore già da prima che il profondo ultimo minimo solare terminasse. La progressione dell’autunno 2011 aveva dato una parvenza di “normalità”. Gennaio 2012 ed in particolare Febbraio hanno fatto segnare un crollo che ha confermato la debolezza del ciclo. Il più recenti picchi isolati di Luglio 2012 e di Gennaio e Aprile/Maggio 2013, pur inaspettati, non hanno modificato il quadro complessivo. Da Agosto a Novembre abbiamo assistito a mesi senza “acuti” e con il netto calo del SSN. Infine, l’intensa attività degli ultimi 6 mesi ha restituito una temporanea vitalità ad un ciclo che sembrava destinato ad un lungo inesorabile declino. L’emisfero Nord, dopo la (prima!) inversione di polarità , sta mostrando come previsto un fisiologico calo (il massimo fu raggiunto a settembre 2011, con un SSN emisferico di 41,29). Invece l’emisfero Sud, dopo un periodo di sostanziale stabilità ha ripreso la sua rampa di ascesa verso un nuovo massimo relativo, “sorpassando”, per effetto degli ultimi mesi di maggiore attività, il livello di attività dell’emisfero nord: attualmente abbiamo un nuovo massimo provvisorio con un valore pari a 49,07, tendente ad aumentare ancora. Anche in questo caso però, stante l’inversione di polarità già avvenuta, ci si attende presto un declino di attività. SC24 progres

 Che cosa ci riserverà il ciclo nei prossimi mesi? Dopo il secondo massimo, è ragionevole attendersi i primi chiari segnali di declino.

Vi lasciamo con un grafico che evidenzia l’andamento dell’attività solare in base al SSN: in blu la curva relativa al sole nel suo complesso, in rosso ed in verde lo stesso indice preso in considerazione rispettivamente per emisfero Nord e Sud. Si nota chiaramente il declino dell’emisfero Nord e la sostanziale prepotente crescita di quello Sud dopo la lunga stasi seguita all’ascesa iniziale. SSN tot +N+S

 Restate sintonizzati per i prossimi aggiornamenti!

 

Apuano 70 e FabioDue