Rubrica meteo-climatica Ottobre

Introduzione

La prima parte della Rubrica riporta le previsioni e le tendenze meteo-climatiche per i giorni e le settimane successivi alla pubblicazione della Rubrica. La seconda parte riassume e commenta i principali indici climatici e contiene anche qualche considerazione circa la stagione corrente e quella successiva.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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L’Autunno 2014 – i precedenti storici

L’autunno ormai a metà abbondante del cammino è finora stato caratterizzato da un netto predominio anticiclonico, sull’Europa centro-occidentale e sull’Italia, alternato a rari intermezzi perturbati, spesso caratterizzati da eventi violenti, localmente alluvionali e con esiti talvolta purtroppo tragici.

Condizioni simili a quelle sopra descritte si sono già verificate ad esempio nel 2012, nel 2005 e nel 1986, tutti anni con QBO negativa in autunno. Nel primo caso, la stagione sfociò in un inverno mediocre (complice forse l’attività solare sostenuta?), mentre negli altri due casi l’autunno lasciò spazio ad un inverno degno di nota, anche sulla nostra Penisola.

Le (probabili) ragioni di un tale predominio anticiclonico sono già state spiegate nella precedente Rubrica: la debolezza e la scarsa compattezza del Vortice Polare, non in grado di entrare con decisione sull’Europa e sul Mediterraneo, inviandovi le proprie perturbazioni atlantiche. A questa ragione di fondo si potrebbe aggiungere, come nel 2012, l’azione del Nino declinante, che potrebbe aver contribuito ad assicurare all’anticiclone una radice subtropicale.

E’ la situazione opposta a quella dell’autunno 2013, quando il Vortice Polare, potente e compatto, è progressivamente entrato con sempre maggiore decisione sul Mediterraneo all’avanzare della stagione, “schiacciando” sempre più le alte pressioni verso le basse latitudini. Già settembre non fu così marcatamente anticiclonico e meno ancora lo furono ottobre e novembre.

 

I prossimi giorni

Dopo un breve e debole intermezzo instabile di origine nord-atlantica, a metà della settimana, l’anticiclone riprenderà il sopravvento. Le correnti nord atlantiche causeranno qualche sporadico rovescio lungo l’Adriatico, un temporaneo rinforzo dei venti settentrionali e soprattutto un netto calo delle temperature minime.

Di seguito è riportata la previsione GFS per le ore centrali di giovedì 23 Ottobre, relativa alla pressione al suolo ed in quota:

 

SLP

 

Nell’immagine si nota l’anticiclone delle Azzorre, con una “radice” calda africana, sul vicino Atlantico e sulle coste occidentali dell’Europa. Alla sua destra la “ferita” nord atlantica, diretta essenzialmente sui Balcani e che sfiorerà soltanto il nostro Paese. Più a nord il Vortice Polare, con le sue sortite ad est (Russia) e ad ovest (Atlantico); quest’ultima ha favorito e favorirà ancora la persistenza dell’anticiclone sull’Europa e sull’Italia.

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Possibile evoluzione successiva (Novembre)

Attualmente, tutti i principali modelli (GFS, ECMWF e GEM) propendono per un prolungamento del periodo di stabilità anticiclonica, per un intervallo di tempo ad oggi indeterminato ma che, dati i precedenti storici, potrebbe persino prolungarsi fino a metà novembre. Come già accaduto a settembre e nella prima metà di ottobre, qualche locale infiltrazione di aria atlantica, più fredda e umida, potrà dare luogo eventualmente a locali fenomeni di instabilità ed eventualmente rovesci e temporali, anche di forte intensità poiché la temperatura della superficie marina è tuttora elevata per la stagione.

Eventuali irruzioni fredde sono al momento relegate nelle “code” dei modelli di previsione, dove appaiono e scompaiono ad ogni aggiornamento, ed hanno pertanto una probabilità piuttosto bassa di verificarsi, di gran lunga inferiore al 50%.

Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la sezione Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

 

 

Gli indici meteo-climatici: i valori del mese precedente

Di seguito si riportano i più recenti valori disponibili. Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente.

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (+0,858) +0,500
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (+0,67) +1,08
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,356) +0,331
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (-21,65) -23,24
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (-0,15) -1,03
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): al momento di intensità debole/moderata in zona 1.

 

Commento indici

1. L’ENSO dopo un anno e mezzo (autunno 2012-primavera 2014) di sostanziale neutralità, è tornato ad essere positivo la scorsa primavera. Tuttavia, il Nino, previsto inizialmente moderato/forte, non è finora decollato ed è rimasto piuttosto debole, con recente tendenza ad indebolirsi ulteriormente. Le previsioni NOAA per i prossimi mesi confermano la persistenza del Nino, sia pure debole, soprattutto nel comparto oceanico centrale (zone 3 e 3.4). Tuttavia permane ancora una relativa incertezza circa il comportamento dell’indice PDO nei prossimi mesi, specie in quelli invernali. Se tornerà in territorio negativo entro qualche mese, indebolirà ulteriormente il Nino.

Per verificare l’attendibilità delle previsioni, è possibile esaminare le anomalie sottosuperficiali di temperatura. Esse possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

 

ST Subsurface

 

Durante la scorsa primavera, le consistenti anomalie positive presenti sotto la superficie oceanica sono gradualmente emerse, avviando l’attuale evento di Nino. Tuttavia, tra maggio e luglio si sono nettamente indebolite, fino ad un sostanziale equilibrio tra deboli anomalie di segno opposto. Attualmente vi è una nuova prevalenza di deboli/moderate anomalie positive in gran parte dell’Oceano Pacifico equatoriale. Tali anomalie però, se non si rafforzeranno nettamente, non saranno in grado di produrre un Nino apprezzabile. Pertanto, le condizioni attuali depongono a favore di una condizione “sospesa” tra un Nino debole ed una sostanziale neutralità. In tal senso si rileva una similitudine con quanto già osservato tra l’autunno 2012 e la primavera di quest’anno. Pertanto, la rilevazione ora conferma le previsioni NOAA citate in precedenza, pur potendosene in futuro discostare lievemente, soprattutto verso la neutralità. La situazione è comunque in evoluzione, dunque occorrono conferme.

Anche le anomalie superficiali ENSO mostrano attualmente una situazione sospesa tra neutralità e Nino debole. Nell’Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, si mostra una prevalenza di anomalie positive.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/

SST

 

L’Oceano Pacifico equatoriale è interessato da deboli anomalie positive, specie nel comparto orientale (Nino “east based”). A nord prevalgono le anomalie positive, specie nel comparto oceanico nord orientale (PDO positiva), sebbene in fase di progressiva attenuazione rispetto ai mesi precedenti. Invece a sud dell’Equatore perdurano vaste anomalie negative.

Nell’Oceano Atlantico, l’anomalia negativa tra il Nordamerica e l’Europa Occidentale, proprio su una parte del percorso della Corrente del Golfo alle nostre latitudini, rispetto alla precedente rilevazione si è ulteriormente estesa. Il Mediterraneo si riscalda e si raffredda, in concomitanza rispettivamente delle ondate di calore di stampo africano e delle incursioni fresche atlantiche, al momento è sede di deboli anomalie in prevalenza di segno positivo.

2. La PDO mostra dall’inizio dell’anno un’escursione in territorio positivo, presumibilmente temporanea in quanto inserita in un ciclo pluriennale negativo; sta confermando più che mai il suo ruolo “regolatore” dell’ENSO: lo si è osservato nel caso del Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dell’autunno 2012 e lo si osserva con il Nino attuale, già in difficoltà anche a causa del declino della PDO. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3. L’AMO è tornata positiva da qualche tempo dopo un’escursione in territorio negativo, la prima degli ultimi due anni. Al link seguente è riportato il suo grafico storico http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. L’AMO risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nell’arco di decenni, dopo un cambio di segno.

4. La QBO30 è ormai fortemente negativa e prosegue nel suo calo verso il prossimo valore minimo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio negativo compresa tra gli 11 ed i 19 mesi, dunque un ritorno in territorio positivo non prima della primavera 2015 e non dopo la fine del 2015. Quindi, la QBO30 sarà certamente negativa durante il prossimo inverno.

5. La QBO50 è divenuta negativa ad agosto 2014. Storicamente, gli intervalli di valori negativi hanno una durata compresa tra 7 e 17 mesi. Pertanto, la QBO50 assumerà nuovamente valori positivi nel periodo compreso tra la primavera 2015 e l’inverno 2015-2016; in media si può ritenere ragionevole che cambi nuovamente segno nel corso dell’estate 2015. Quindi, la QBO50 sarà negativa durante il prossimo inverno.

Pertanto, se il ciclo solare (già debole) confermerà i segni di declino verso il prossimo minimo già manifestatisi di recente, l’accoppiata con la QBO negativa renderà il prossimo inverno potenzialmente favorevole ad irruzioni fredde sul nostro continente, a differenza dell’inverno 2013-2014.

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Considerazioni finali di natura meteo-climatica

I precedenti storici autunnali descritti in precedenza ci suggeriscono di verificare l’andamento prevalente del tempo nel corso di settembre, ottobre e della prima metà di novembre: una anomala persistenza anticiclonica in Europa e sul Mediterraneo, con scarsi o assenti passaggi di vere perturbazioni atlantiche, costituirebbe un altro segnale a favore di un inverno promettente. In sostanza, si manifesterebbe così la debolezza del Vortice Polare, non in grado di imporsi sulle alte pressioni subtropicali, come invece ha fatto nell’autunno 2013 e anche nel successivo inverno.

In effetti, la seconda metà di settembre e le prime due decadi di ottobre stanno confermando il quadro suddetto.

Non è una garanzia di un inverno freddo e nevoso, certo, che dipende anche dalla reale debolezza dell’attività solare nel semestre freddo che inizierà tra poco, oltre che dal segno della QBO (si veda in proposito il paragrafo relativo agli indici), ma una buona premessa sì. A tale proposito, si osserva un buon raffreddamento del comparto siberiano, oltre che di quello artico.

Tutto ciò è compatibile con almeno tre scenari invernali per l’Europa, nelle condizioni di QBO negativa e ciclo solare relativamente debole, sostanzialmente in ordine decrescente di probabilità: 1) inverno freddo nell’Europa orientale e nella Russia europea; 2) inverno freddo su tutta l’Europa a nord delle Alpi, con eventuale interessamento anche della Penisola iberica; 3) inverno freddo europeo generalizzato, anche per la Penisola italiana.

Cominceremo a capire non prima di novembre inoltrato quale dei tre scenari verosimilmente si verificherà.

Beninteso, la prevalenza del regime anticiclonico in autunno non è necessariamente sinonimo di tempo asciutto o addirittura siccitoso: l’anticiclone in realtà ha protetto e protegge più l’Europa continentale che l’Italia ed il Mediterraneo, così come già accaduto durante diversi precedenti storici. Questa condizione favorisce l’ingresso di pericolose “gocce fredde”, piccole depressioni in grado di produrre piogge molto intense, anche a carattere alluvionale, in breve tempo su aree ristrette, come purtroppo recenti e tragiche cronache ci hanno ricordato. E’ da tenere in considerazione anche la possibilità di situazioni di “blocco”: depressione ad ovest dell’Italia, alta pressione ad est, con la nostra Penisola in mezzo bersagliata nelle sue regioni occidentali da piogge prefrontali molto intense; oppure depressione intrappolata nei nostri mari e circondata, ad ovest e ad est, dall’alta pressione, e quindi costretta ad esaurirsi sulle nostre regioni, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare. Anche queste eventualità si sono già verificate durante questa anomala stagione autunnale.

 

FabioDue

17 pensieri su “Rubrica meteo-climatica Ottobre

  1. Ieri sera non ho fatto in tempo ad aggiornare le immagini e nemmeno a ritoccare il commento sulle previsioni a breve.
    In realtá pare che l’intermezzo artico di domani e giovedì non sará poi così debole, a differenza di quanto appariva domenica sera: sono previsti rovesci di una certa consistenza, venti sostenuti e neve sull’Appennino centro-meridionale dai 1200-1500 metri in su e localmente forse fin dai 1000 metri.

    Di conseguenza le temperature caleranno parecchio e I mari esposti a nordest (Adriatico, Tirreno e Ionio al largo) saranno anche molto mossi, temporaneamente persino agitati.

    Per il resto, il medio-lungo termine, tutto confermato.

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  2. FabioDue,

    PDO e AMO a mio avviso sappiamo di che segno sono, a mio parere sono entrambi negativi capisco che la mappa dei colori sia ambigua, ma ci sono dei numeri. nel nord del pacifico c’è un -6,75.

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  3. alessandro1,

    È giá stato pubblicato un articolo sul tema, dove si spiega che le mappe Unisys non sono attendibili. Meglio le mappe NOAA, dove peraltro si nota da qualche settimana un progressivo indebolimento del PDO, cioè delle anomalie positive nel Pacifico nord orientale.

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  4. FabioDue,

    non tutti sono d’accordo sul fatto che non siano attendibili, su solar actvity ” facebook” dicono il contrario. onestamente mi fido anche io poco del NOAA, comunque è piuttosto evidente il riassorbimento delle anomalie sul nord del pacifico. per quanto riguarda HP fino a novembre, ne dubito fortemente. gia per inzio novembre ci sono dubbi sul fatto NAO positiva o negativa. http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/precip/CWlink/pna/nao.sprd2.gif ieri sera proponevano irruzione artica entrambi i modelli, questa mattina è stata cancellata. scommetto che in serata si riprorrà

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  5. alessandro1,

    Ne dubitavo anche io prima di guardarmi I precedenti storici e prima di arrivare fino ad oggi: la meteorologia non è una scienza esatta ma il rischio di avere alta pressione ad oltranza esiste ed è concreto. Ed anche gli “strappi” alla trama anticiclonica facilmente vengono ricuciti in breve tempo.
    Però sono importanti, dopo ogni strappo la stagione avanza e non torna più al punto di prima.
    Ma per una duratura svolta in senso invernale mi aspetto dobbiamo attendere novembre inoltrato, se non dicembre. E ci sta, perchè mai l’inverno dovrebbe cominciare in netto anticipo?

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  6. FabioDue,

    concordo, a me va bene un dicembre freddo, mi accontenterei 🙂 più che altro mi sembra che l’innevamento della russia stia correndo voloce, guardando anche i run gfs parte del freddo andrà verso sud sul kazakistan. presto avremo una copertura nevosa quasi da novembre inoltrato

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  7. alessandro1:
    FabioDue,

    concordo, a me va bene un dicembre freddo, mi accontenterei più che altro mi sembra che l’innevamento della russia stia correndo voloce, guardando anche i run gfs parte del freddo andrà verso sud sul kazakistan. presto avremo una copertura nevosa quasi da novembre inoltrato

    È proprio questo il punto: come dicevo in Rubrica, le premesse per un inverno freddo anche in Europa ci sono, ma per chi? Non siamo ancora in grado di rispondere, in base alle conoscenze ad oggi disponibili lo scenario invernale per l’Europa è ancora indeterminato.

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  8. Solar_Region_Summary: 2014 Oct 20
    # Region Location Sunspot Characteristics
    # Helio Spot Spot Mag.
    # Num Lat.,CMD Long. Area Extent class count class
    2186 S20W98 19 100 1 HSX 1 A
    2187 S08W41 321 160 4 HSX 1 A
    2191 S11W24 304 10 4 BXO 2 B
    2192 S13E30 249 2180 20 FKC 43 BGD
    2193 N04W04 284 80 6 DAO 7 B

    Con un’area di 2180 (milionesimi dell’area solare totale), forse maggiore al prossimo rilevamento, la 2192 potrebbe essere la macchia più grande del ciclo 24, non lontana dalla più grande del ciclo 23, la ar 9393 che aveva un’area di 2400.

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  9. ScienzaObsoleta,

    ar9393 del ciclo 23 superata in estensione: oggi la AR2192 segna 2410 milionesimi di parti dell’emisfero solare!
    …e forse nei prossimi giorni la sua area potrebbe essere ritoccata ancora verso l’alto.
    La macchia di questi giorni si colloca al 20° posto per estensione nei rilevamenti degli ultimi 60 anni e al 5° posto negli ultimi 25 anni.
    Un ciclo così modesto capace di produrre simili mostri? questo dovrebbe insegnare che una tempesta stile “halloween 2003” è sempre dietro l’angolo a prescindere dall’ampiezza del ciclo!

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  10. Anche stamattina tutti I principali modelli meteo prospettano la persistenza dell’anticiclone, a tempo indeterminato.
    Tuttavia
    – non sono affatto escluse infiltrazioni di aria atlantica, umida ed instabile, in quanto l’alta pressione non proteggerá completamente l’Italia;
    – si tratterá di un anticiclone europeo, senza caratteristiche africane; pertanto le temperature non si discosteranno granchè dalle medie del periodo.

    Quando arriverá la svolta che metterá definitivamente in crisi questo anticiclone? A meno di grosse sorprese c’è tempo, qualche settimana direi ad occhio.

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  11. john Carter:
    ScienzaObsoleta,
    Un ciclo così modesto capace di produrre simili mostri?

    Si… i mostri con le loro possenti fiamme si presentano nei decenni di bassa attività solare. Vedi a cavallo del 1900.
    Bisogna ricorda che un minimo solare, non vuol dire assoluta è continua assenza di macchie, ma più precisamente debole attività che si alterna a veloci e impulsive riprese. Non a caso Charvatovà definisce l’attuale periodo come un periodo di attività irregolare.

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  12. Michele,

    siamo arrivati a 2700 milionesimi di parti dell’emisfero solare! per trovare una macchia più estesa dell’attuale dobbiamo andare indietro di 24 anni nel 1990 con la AR 6368 che raggiunse l’area di 3080. la Ar2192 scala la classifica e si colloca per ora al 10° posto tra le macchie piu estese degli ultimi 60 anni.

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  13. john Carter:
    Michele,

    siamo arrivati a 2700 milionesimi di parti dell’emisfero solare! per trovare una macchia più estesa dell’attuale dobbiamo andare indietro di 24 anni nel 1990 con la AR 6368 che raggiunse l’area di 3080. la Ar2192 scala la classifica e si colloca per ora al 10° posto tra le macchie piu estese degli ultimi 60 anni.

    Una rondina non fa primavera.
    Per questo sono fatti i grafici e gli studi statistici, sulle scale temporali più grandi possibili.

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  14. Michele,

    NAO tornerà positiva nella prossima settimana, e il vp tornerà compatto. il fatto che si formerà un anticiclone dinamico sulla russia, comprometterà l’innevamento?

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  15. alessandro1:
    Michele,

    NAO tornerà positiva nella prossima settimana, e il vp tornerà compatto. il fatto che si formerà un anticiclone dinamico sulla russia, comprometterà l’innevamento?

    Ho notato anche io che il gelo sará ricacciato verso est, almeno temporaneamente, forse fino alla prima settimana di novembre.
    Ma poi, immagino, il gelo tornerá sulla Siberia occidentale e anche sulla Russia europea.
    Sono dinamiche fisiologiche nelle settimane precedenti la formazione dell’Anticiclone termico russo-siberiano. Sarebbero preoccupanti a dicembre-gennaio (tipicamente le osserviamo negli anni di QBO positiva), non ora.
    Però l’attivitá solare continua ad essere sostenuta, non vorrei ci mettesse lo zampino, non tanto ora che conta poco quanto da dicembre in poi.
    Vedremo……

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  16. Insomma, per concludere, ci sono elementi che promettono bene in vista dell’inverno: la QBO negativa, l’indice OPI che è sempre più negativo, l’ottima copertura nevosa.

    Ma ci sono anche incognite per l’inverno dell’Europa occidentale, Italia compresa: il comportamento del Nino e soprattutto l’attivitá solare.

    Per questo a mio avviso il carattere del nostro inverno è ancora in buona misura indeterminato.
    Avrei avuto meno dubbi con un ciclo solare al minimo, come ad esempio nel 1986-1987 e nel 2005-2006, e magari anche con un Nino “west based” (ma forse ci stiamo arrivando) o una Nina debole.
    Sono condizioni che più facilmente si verificheranno nei prossimi anni, a cavallo del minimo tra ciclo 24 e 25.

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