Se quest’anno la produzione toscana di olio ha subito un crollo spaventoso la colpa è anche del meteo. La diverse organizzazioni parlano di un calo di produzione del 70%, ma con punte anche del 90%, della produzione dell’olio extravergine d’oliva toscano Igp e non.
Un clima fuori dalla norma, un autunno eccezionalmente mite, un inverno mite senza gelate e un’estate molto umida e decisamente fresca ha favorito l’infestazione della mosca olearia, Bactrocera Oleae. Quest’insetto, che depone le proprie uova nelle olive, quest’anno ha trovato condizioni tali da favorire diversi sfarfallamenti consecutivi degli insetti, con il risultato che moltissime olive sono state distrutte dall’insetto. Un seminario organizzato dalla Scuola dell’Olio di San Casciano Val di Pesa mercoledì 21 gennaio farà chiarezza su quanto è successo nell’anno passato, offrendo indicazioni utili su come affrontare la lotta preventiva e curativa.
La mosca olearia trascorre l’inverno nel suolo, sotto forma di pupa, poi in primavera gli esemplari adulti sfarfallano e depongono le uova prevalentemente sulle olive residue rimaste sulla pianta anche dopo la raccolta. In condizioni normali viene deposto non più di un uovo per oliva; la larva, sviluppatasi dall’uovo, cresce all’interno dell’oliva cibandosi dell’oliva stessa, che risulta totalmente prosciugata della sua polpa fino a cadere a terra.
L’autunno e l’inverno molo miti hanno fatto sì che i primi sfarfallamenti fossero già segnalati nel mese di febbraio (temperature miti accellerano le fasi di sviluppo della mosca) e poiché l’annata precedente era stata particolarmente produttiva non mancavano le olive residue su cui deporre le uova. Sia l’autunno che l’inverno sono risultati fra i più caldi degli ultimi 60 anni (l’autunno il più caldo, l’inverno il secondo della serie); da segnalare come in inverno, in particolare a gennaio e febbraio, siano venute a mancare le gelate che tipicamente possono ridurre la sopravvivenza delle pupe nel terreno. Anche l’estate è stata favorevole alla mosca: il clima relativamente fresco ha permesso alla mosca di rimanere attiva anche nei mesi tipicamente più caldi, luglio e agosto, quando normalmente viene inibita dal “troppo caldo”, mentre l’elevata piovosità ha talvolta diminuito l’efficacia dei trattamenti (dilavamento) ed impedito il tempestivo intervento nei campi a causa della loro inagibilità. Tutto questo ha permesso alla mosca di poter compiere un numero di generazioni superiore al solito, localmente fino a 3-4 generazioni.
Secondo quanto affermano i tecnici del servizio fitosanitario regionale, in Toscana all’inzio del mese di luglio l’infestazione era tale da giustificare interventi di difesa.. Non sempre però tali interventi sono stati intrapresi in quanto, specialmente in certe zone, gli agricoltori non sono abituati ad intervenire in questo periodo dell’anno contro questo insetto (in molte zone interne gli attacchi sono generalmente poco rilevanti). Sarà fondamentale per la prossima stagione iniziare precocemente i monitoraggi, già a fine giugno inizio luglio, in modo che agricoltori possano decidere come intervenire.