Un progetto denominato “Swarm for earthquake study (SAFE)” per studiare, sulla base dei dati rilevati da satellite e da terra, cosa avviene durante la fase che precede i grandi eventi sismici e individuare eventuali segnali elettromagnetici dallo spazio. Coordinato dall’INGV, SAFE è stato finanziato dall’Agenzia spaziale europea
Cosa avviene durante la fase che precede i grandi terremoti? È quanto vuole scoprire l’Ingv che, in collaborazione di Planetek Italia, lavorerà al progetto Swarm for earthquake study (SAFE), che studierà i dati rilevati da satellite e da terra. Il progetto partirà il prossimo 2 maggio e avrà una durata di 16 mesi, sarà coordinato dalla stessa INGV e finanziato dall’Esa, l’agenzia Spaziale Europea.
“I terremoti – spiega l’INGV – sono tra i fenomeni naturali più potenti e devastanti che avvengono sulla terra sia in termini di perdite di vite umane sia di danni materiali. Nel mondo, solo nell’ultimo secolo, sono state oltre tre milioni le vittime in seguito a eventi sismici. Nonostante i numerosi studi e l’imponente mole di dati collezionati nel corso di diversi decenni abbiano permesso di migliorare la conoscenza dei fenomeni fisici che avvengono prima, durante e dopo un terremoto, e la prevenzione rimanga l’unica azione in grado di mitigare gli effetti dei terremoti, molto si potrebbe ancora fare per comprendere meglio la fase preparatoria di un terremoto.
Studiare cosa avviene durante la fase che precede i grandi eventi sismici e individuare eventuali segnali elettromagnetici dallo spazio, sono i principali obiettivi del progetto Swarm for earthquake study (Safe) coordinato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e coadiuvato dalla Planetek Italia.
“Il progetto intende studiare la fase preparatoria di grandi eventi sismici attraverso l’analisi di dati elettromagnetici provenienti dai sensori a bordo dei tre satelliti della costellazione Swarm dell’Esa, al fine di comprendere meglio i meccanismi fisici coinvolti”, spiega Angelo De Santis, dirigente di ricerca dell’Ingv e coordinatore dello studio – In particolare, il progetto Safe si propone lo studio dell’accoppiamento tra la parte più esterna della Terra solida, la litosfera, dove avvengono i terremoti, e la parte fluida sovrastante, l’atmosfera, con l’obiettivo di catturare le informazioni scambiate tra i due strati attraverso l’integrazione dei dati acquisiti dai satelliti Swarm con quelli raccolti da altri satelliti e da stazioni di misura poste a terra”.
“Per fare ciò – sottolinea Cristoforo Abbattista, responsabile della Business Unit Space Systems di Planetek Italia – è necessario organizzare e fondere i dati satellitari con quelli da terra per estrarre in tal modo le informazioni necessarie alla suddetta analisi”.
La combinazione dei dati potrebbe fornire un ampio quadro geofisico in grado di migliorare le attuali conoscenze della fisica dei terremoti e dei loro processi di preparazione rilevabili dallo spazio.
“Per raggiungere i risultati attesi e garantirne la massima diffusione”, conclude Lucilla Alfonsi, ricercatrice dell’Ingv, “concorrono alla ricerca esperti in sismologia, fisica dell’alta atmosfera, geomagnetismo ed elaborazione dati satellitari”.
Fonte : http://www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it/index.html?pg=1&idart=15469