Archivio mensile:Luglio 2015

Caldo anomalo e anossia: moria di pesci nella laguna di Orbetello

Come si legge sui quotidiani, si sta verificando un’eccezionale e drammatica moria di pesci nelle acque della laguna di Orbetello, in provincia di Grosseto.

Le temperature molto alte raggiunte dalle acque della laguna nei giorni scorsi hanno provocato una drastica riduzione dell’ossigeno disciolto, un parametro fondamentale per garantire la vita dei pesci.  La prima moria si è verificata lo scorso 25 luglio e al 28 luglio si registrava che nella parte di levante della laguna stanno morendo 200 tonnellate di orate, spigole e sogliole decimate proprio per anossia.  Si stima un danno di 10-15 milioni di euro.
Il Comune di Orbetello ha incaricato ARPAT di effettuare dei monitoraggi straordinari delle acque lagunari.

L’ aumento anomalo delle temperature dell’acqua è ben visibile  dai dati rilevati dalla boa ondametrica di Giannutri (GR), del Centro Funzionale della Regione Toscana, che mostrano un aumento della temperatura superficiale dell’acqua molto importante e anomalo. Osservando il confronto tra i dati del 2014 e del 2015 è abbastanza evidente come dai primi giorni di luglio la temperatura sia andata aumentando in modo considerevole sino a sfiorare il valore di 30 °C in alcuni giorni di luglio.
La mappa del modello ROMS in uso al LaMMA mostra i valori di temperatura del mare stimati dal modello per il giorno 27 luglio. Tutta l’area interessata mostra valori piuttosto elevati, dal colore rosso intenso.

Un caldo molto sopra la media 

Dal punto di vista delle temperature questo luglio è stato decisamente eccezionale.  I dati della stazione di Grosseto (stazione meteorologica AM di Grosseto aeroporto) ci mostrano quanto il caldo sia stato anomalo. Pur non proveniendo da una stazione vicina alla laguna, questi dati possono essere presi a riferimento per dimostrare quanto questo luglio 2015 sia stato il più caldo, almeno dal 1955. La media delle temperature  minime è la più alta degli ultimi 60 anni, si può vedere dal grafico a seguito come si arrivi a circa 1 grado in più rispetto al 2013, 2003, 2010, 2016.
Guardando le temperature massime, il 2015 si attesta poco dopo il 2006, per pochi decimi di grado (34,4 °C per il 2006 contro i 34,2 °C per il 2015). Nel 2006 però le minime inferiori garantirono una maggiore escursione termica giornaliera e soprattutto il caldo fu un po’ meno continuo a luglio e interrotto da qualche breve episodio di “fresco”. Il grafico della temperatura media decreta il luglio 2015 come il più caldo degli ultimi 60 anni.
Riprova dell’eccezionalità del mese di luglio 2015, anche rispetto al caldo 2006, si ha analizzando il numero di giorni consecutivi con temperature decisamente sopra alla media. Luglio 2015 batte tutti i record degli ultimo 60 anni contando 25 giorni consecutivi con temperature nettamente sopra media.
Questa morsa di caldo costante può essere stata certamente una concausa importante di quanto accaduto nella laguna di Orbetello.

Grafici sull’andamento delle temperature ( 1-28 luglio) degli ultimi 61 anni 1955-2015

Media Temp. minime di luglio – Grosseto 1955-2015

Media Temp. massime Luglio Grosseto 1955-2015

Media Temp. medie luglio – Grosseto 1955-2015

Numero gg consecutivi di calore luglio – Grosseto

Fonte : http://www.lamma.rete.toscana.it/news/caldo-anomalo-e-anossia-moria-di-pesci-nella-laguna-di-orbetello

Ancora balene & terremoti

Era il lontano 2011, ed avevo realizzato quest’articolo a titolo : Non c’è miglior sensore che quello all’interno di un corpo vivente. Articolo suddiviso in due parti :

http://daltonsminima.altervista.org/2011/02/24/non-c%E2%80%99e-miglior-sensore-che-quello-all%E2%80%99interno-di-un-corpo-vivente-%E2%80%93-prima-parte/

http://daltonsminima.altervista.org/2011/02/28/non-c’e-miglior-sensore-che-quello-all’interno-di-un-corpo-vivente-–-seconda-parte/

Un forte terremoto di magnitudo M6.3, registrato nella passata notte italiana in Alaska e una recente e traumatica notizia che ha investito il regno animale (notizia comunicatami da un nostro lettore nella giornata di ieri), hanno decisamente e violentemente riattivato in me il ricordo di quella stretta e sincronica comunicazione che intercorre tra ( in termini di occorrenza nel luogo e tempistica), il disorientamento e/o morte di alcune specie animali (come le balene o i delfini o altre) e le violente manifestazioni geologiche.

La cronaca di questi giorni, uscita è ripresa da molte testate giornalistiche sul web. Domenica 27 luglio 2015 :

http://mainenewsonline.com/content/15075401-researchers-failed-find-answer-mass-whale-die-alaska

 ….I ricercatori che lavorano sulle delle carcasse di balene in Alaska, hanno dichiarato che non potranno mai trovare la motivazione della recente morte di 18 balene in via di estinzione trovate galleggiare nei pressi dell’isola di Kodiak dell’Alaska. Il team, che lavora al caso, riferisce che la raccolta dei campioni dalle carcasse delle balene è molto problematica. In un primo momento c’erano 18 balene di due specie, 10 balenottere comuni e 8 megattere. Riferiscono inoltre, che le megattere, sono ridotte così male (decomposte) che il prelievo di qualsiasi campione utilizzabile per le loro analisi non era possibile. Kate Wynne, specialista di mammiferi marini presso l’università di Sea Grant dell’Alaska, ha detto in una dichiarazione che la scoperta di queste balene in una condizione così pessima è un evento insolito e misterioso. Wynne riferisce inoltre che i ricercatori vedono raramente una carcassa di una balena, una circa ogni paio d’anni….

Adesso, il terremoto registrato in Alaska, non molto lontano da l’isola di Kodiak :

M 6.3 – SOUTHERN ALASKA – 2015-07-29 02:35:57 UTC

http://www.emsc-csem.org/Earthquake/earthquake.php?id=452663

 

Michele

Estensione del ghiaccio marino artico : chiarimenti sui vari servizi di fornitura dati

Ghiacci artici : Perchè l’istituto meteorologico danese DMI riporta dei dati differenti rispetto a NSDIC & ROOS ? E poi c’è anche Cryosphere Today ….

 

Incuriosito dalla possibile entrata nel settore che ho ribattezzato “noise zone” (vedi l’immagine posta in evidenza) , dove la traccia dell’estensione del ghiaccio marino artico risulta essere, nel vero e proprio senso della parola, nervosa (probabile segnale dei primi movimenti di riconfigurazione delle masse d’aria nell’artico), mi sono accorto che :

L’istituto meteorologico danese (DMI) riporta un valore giornaliero di estensione del ghiaccio marino artico [espresso in milioni (km2)], nettamente maggiore in confronto al valore giornaliero dei servizi :

Perchè ?

Allora, se prendiamo come giorno di riferimento il 23 luglio 2015, (giorno 204), abbiamo per NERSC :

2015.559 204 0 5324049.3   7722299.7   2398250.4  0.689

Mentre per NSIDC abbiamo :

National Snow and Ice Data Center 23 JulDue valori molto prossimi.

Viceversa, per DMI, attraverso il servizio OSISAF (dove le aree con concentrazioni di ghiaccio superiori al 30% sono classificati come ghiaccio), abbiamo per il giorno 23 Luglio una concentrazione del ghiaccio marino artico nettamente superiore al dato fornito da NERSC o NSIDC. Per DMI, la concentrazione del ghiaccio marino artico riferita al 23 Luglio supera i 9 milioni di km2 (vedi l’immagine sotto riportata).

Danish Meteorological Institute

NOTA in calce del servizio DMI : La traccia riportata sopra, sostituisce una precedente trama che si basava su dei dati senza le zone costiere. Questa maschera costiera, implicava quindi che le stime dell’estensione del ghiaccio marino erano sottovalutate. Il nuovo grafico (quello sopra) mostra la stima dell’estensione del ghiaccio marino assoluto. La vecchia trama è reperibile al seguente link (immagine riportata di seguito):

http://ocean.dmi.dk/arctic/old_icecover.uk.php

Quindi, se prendiamo come riferimento la vecchia trama (quella sopra riportata), abbiamo che quest’ultima traccia (anche se riferita al 26 Luglio e non al 23 Luglio), rileva una concentrazione sotto i 6 mil. Km2.

Prima di passare alle conclusioni, riporto anche data formita dal servizio Cryosphere Today : http://arctic.atmos.uiuc.edu/cryosphere/ per il giorno 204 :

http://arctic.atmos.uiuc.edu/cryosphere/arctic.sea.ice.interactive.html

Cryosphere Today

Riepilogo estensione ghiaccio marino del 23 Luglio 2015 :

  • NERSC : 7,722 mil. km²
  • NSIDC : 7,770 mil. km²
  • DMI (new version) : ≈  9,5 mil. km² (*)
  • DMI (old version) : ≈  5,5 mil. km² (*)
  • Cryosphere Today : 5,028 mil. km²

(*) = Valore rilevato da traccia grafica

………………………………………………………………………….

Conclusioni ? Poche. Brevemente, oggi (in particolare) nutro diverse perplessità sulle tracce fornite dal servizio danese (DMI), in riferimento al criterio di elaborazione dei dati e l’algoritmo di calcolo, sicuramente diverso da quello utilizzato da NERSC o NSIDC.

Quindi, DMI è in errore ?

Non lo sò, anche perchè occorrerebbe una lettura approfondita delle varie procedure adottate dai tre servizi, prima di riportare delle preliminari conclusioni. Ho cercato eventuali risposte, consultando la banca dati OSISAF, ma non ho trovato alcuna risposta convincente. Spero quindi, che da parte di qualche lettore di Nia, possano arrivare quegli input tecnici necessari, per risolvere l’interrogativo presentato in questo post.

Michele

2015/2 = Una nuova pausa solare è in corso … la situazione si fà decisamente interessante !

Nuovamente, la nostra stella, in questi giorni, ci sta mostrando la sua faccia più pulita. Ad eccezione del vento solare, tutti i parametri sono su dei valori decisamente inferiori ad un massimo solare o preliminare fase di discesa del ciclo. Nessuna macchia solare dalla coalescenza magnetica significativa e in posizione fronte Terra, con raggi X e flusso solare (l’ultimo valore corretto del flusso solare registrato alle ore 23:00 UTC del 22 luglio è di 92) posizionati su valori decisamente bassi.  Il logico interrogativo che ne consegue, non può che essere il seguente :

“Siamo in procinto di una decisa flessione dell’attività solare, oppure il tira e molla registrato in quest’ultimi tre anni continuerà ?”

Nei passati nowcasting solari avevamo accennato ad una probabile fase iniziale di discesa del ciclo solare. Allora, spinto anche da una forte curiosità di individuare il prossimo trend dell’attività solare, ho deciso di realizzare un vero e proprio zoom (ultimi tre anni), su quella importante e conosciuta variabile solare : il flusso solare (SF).

SFData : ftp://ftp.swpc.noaa.gov/pub/indices/old_indices/

Quella che ho riportato sopra, è la traccia del SF che ho realizzato in questo caldo pomeriggio di mezza estate. Agosto 2013, Luglio 2014 sembrerebbero essere stati dei veri e propri mesi di passaggio o punti di limite. Infatti, al comune occhio, non può sfuggire che quando viene raggiunto il limite inferiore (quando il SF si posiziona intorno ad un valore pari a 90), il SF cambia regime e nei mesi successivi assume un deciso trend al rialzo.

Questa mia preliminare osservazione è quindi una semplice coincidenza, frutto del caso, oppure sotto questa trama ci può essere qualcosa d’interessante da scovare ?

I possibili interrogativi …. 

  • Luglio 2015, è il mese dove una nuovo punto (limite) inferiore del SF è stato raggiunto ?
  • Ci attende una nuova serie multipla di rampe di salita, verso un nuovo limite superiore del SF ?
  • E’ iniziato il deciso declino del corrente ciclo solare ?
  • Le rampe proseguiranno, ma il trend (nel suo prossimo punto di minima del SF ) sarà al ribasso ?
  • E’ possibile ipotizzare un nuovo massimo solare (il terzo), in riferimento alla attuale configurazione planetaria. Riporto di seguito, un messaggio rilascio da un nostro utente sul profilo Fb di NIA :

https://www.facebook.com/groups/179076168813365/permalink/866174076770234/?comment_id=867940033260305&offset=0&total_comments=6&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R%22%7D

“….stiamo per entrare in una delle configurazioni più efficaci per le accelerazioni solari, almeno volendo dar credito alle ipotesi planetarie. Venere Terra in congiunzione con il Sole il 15 agosto e poi il 22 entrambi i pianeti con Giove a formare una “marea” ancora più forte. Quanto potrà influire lo vedremo, sono tra i fautori del terzo picco o “ripresina” su valori evidentemente più bassi rispetto ad aprile 2014. Attenzione perchè parliamo di media mobile e quindi l’inversione di tendenza, se ci sarà, richiederà almeno due o tre mesi su valori medio alti. Potrebbe iniziare da agosto 2015 oppure da settembre 2015, dipende dai tempi di reazione del Sole agli stimoli planetari….”

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Conclusioni ?

Oggi sono poche le conclusioni e le possibili previsioni nelle quali ci possiamo lanciare. L’unica certezza è che questo ciclo solare è lento, molto lento e decisamente lungo. Credo comunque che nel giro di qualche mese avremo importanti risposte e dati in nostro possesso, per poter finalmente affermare che :

La nuova era glaciale è in arrivo ! 😆

Michele

Release n°2, perchè troviamo esagoni su Saturno, nell’occhio di un Uragano e …… nei crateri ?

Introduzione

Circa tre anni fà, avevo introdotto in quest’articolo dal titolo :

Perché troviamo esagoni su Saturno e nell’occhio di un Uragano ? http://daltonsminima.altervista.org/2012/04/28/perche-troviamo-esagoni-su-saturno-e-nell%E2%80%99occhio-di-un-uragano/  Articolo, nel quale discutevo la possibile relazione esistente fra il grande rilascio “energetico” presente in molte manifestazioni naturali terrestri e non e la “forma poligonale/esagonale” incisa all’interno di quest’utime.

clicca qui sotto —->

Esagoni

Adesso scopro, che dette manifestazioni sembrerebbero coinvolgere non solo gli uragani terrestri e di pianeti quali Saturno e Nettuno ma ….

Formazione di crateri poligonali da scariche elettriche

di Wayne BURN
Riassunto
Crateri poligonali di forma regolare esagonale, sono stati osservati su superfici planetarie, quali ad esempio Marte, Venere e Mercurio, e anche sulla Luna e sulla Terra e di altri satelliti di pianeti. Questi, sono considerati il ​​risultato di impatti meteoritici da parte di organismi esterni ad essi (meteoriti o asteroidi). Altri grandi crateri sulla Terra, solitamente descritti come ‘approssimativamente circolari’ o a “forma di rombo’ sono considerati come il risultato di tali impatti. Questo documento dimostra che molti di questi crateri sono infatti poligonali sotto forma di ottagoni e che assemblando un modello concettuale di un fulmine, si dimostrerà che si formano con processi sottostanti le dinamiche di un fulmine e le sue relazioni dinamiche interne sono direttamente riflesse nella morfologia risultante di questi due tipi specifici e distinti crateri poligonali; dimostrando in tal modo che essi sono il risultato diretto di colpi singoli di fulmini. Diatremes e kimberlite si considerano formati da processi vulcanici, ma, applicando il modello del fulmine al Kimberley Big Hole, il modello fornisce una spiegazione più completa e soddisfacente per la diatreme e la kimberlite formazione, rispetto alle teorie e modelli attuali. Il modello è anche usato per dimostrare che i fulmini sono responsabili non solo della formazione di tutti meteoriti, indipendentemente dalla loro origine, ma anche per gli alti livelli di iridio trovati nei meteoriti e nel confine KT; confutando così la teoria dell’impatto e l’ipotesi di Alvarez in particolare.
Cratere Yamal Siberia
Cratere siberiano di Yamel
Conclusioni 
Sulla base di tutte le prove presentate nella Sezione 3, riporto le seguenti conclusioni :
Il modello di fulmine qui presentato è il modello più completo e accurato del processo presentato fino ad oggi e può rivelarsi utile per promuovere la comprensione, la formazione dei fulmini tra le nuvole e terra e soprattutto quei fenomeni quali ad esempio: sprites, elves and blue jets. Poiché questi fenomeni nelle nuvole superiori sembrano avvenire nello stesso momento in cui si origina un fulmine tra nuvole e terra, suggerisco che tutti siano parte di un unico sistema normativo che il mondo naturale utilizza per affrontare gli squilibri localizzate di potenziale elettrico, attraverso il trasferimento di cariche elettriche, attraverso il processo di un fulmine. Se una nuvola a terra trasferimenti lampo le cariche negative in fondo una nube temporalesca a terra, allora suggerisco che gli sprites, eleves e altri getti, possono essere coinvolti nel trasferimento di cariche positive nella parte superiore della nube attraverso la ionosfera.
Tutti gli esempi dei due crateri poligonali discussi in questo documento sono il risultato di fulmini; le loro morfologie principali, cioè il contorno poligonale, strutture poligonali concentriche, elementi centrali e coni di scarico sono gli indicatori definitivi di un cratere formato da un fulmine.Tutti i meteoriti, sono formati da grandi fulmini, la loro composizione e l’aspetto sono una diretta conseguenza delle loro rispettive posizioni all’interno della zona dove ha colpito il fulmine, come delineato dal modello di formazione presentato in questo studio. Il processo di formazione del fulmine ha dimostrato essere infinitamente scalabile e quindi la possibilità di fulmini colossali è stata affermata. Una possibile origine di tali enormi scariche elettriche potrebbe essere dovuto all’incontro ravvicinato, in qualche momento della storia della Terra, con grandi corpi planetari il cui potenziale elettrico era molto superiore a quella terrestre, con conseguente trasferimento di grandi quantità di carica elettrica attraverso fulmini colossali. L’unica differenza tra questo e il fulmine che si orgina tra le nuvole e la nube a terra è che un corpo planetario è stato sostituito dalla nube temporalesca; il principio e il processo sono uguali. Come le teorie e i modelli della formazione del sistema solare e il comportamento dei corpi planetari all’interno dei sistemi solari dovrebbero essere riesaminate e nel contesto di un modello di Universo Elettrico, in quanto, questo è l’unico modello che prevede incontri ravvicinati tra pianeti e conseguenti scariche elettriche colossali.
Esagoni Marte
Esagoni su marte
Gli alti livelli di iridio che si trovano nel limite KT hanno costituito la base di molte teorie riguardanti eventi di estinzione di massa legati a meteorite / impatti di asteroidi, in particolare l’ipotesi Alvarez. Come il cratere di Chicxulub e altri crateri da impatto discussi qui hanno dimostrato essere causati da fulmini, e che il fulmine è responsabile della presenza di alti livelli di iridio, quindi tutti gli eventi di estinzione di massa legate ad alti livelli di iridio e impatti meteoritici, dovrebbe anche essere riconsiderati e riesaminati nel contesto di un modello di Universo Elettrico per gli stessi motivi riportati sopra.
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Appendice by MC
 
I passi che ho sottilenato in grassetto credo che si possano ricollegare molto bene a quest’articolo scritto un pò di tempo fà : http://daltonsminima.altervista.org/2012/01/04/luce-su-levento-di-tunguska-del-30-giugno-1908-2%C2%B0parte/
A questo punto dell’indagine, dove si troverebbero allora gli esagoni in Siberia (luogo dove si trova uno dei due poli geomagnetico dell’emisfero nord, non a caso… vedi immagine sotto ) ?
wmm main field total intensity epoch 2015-0
 Mi sà che l’elettromagnetismo classico in particolari condizioni non funziona così bene ….
😉
P.S.
Update del 12-07-205
Andiamo su Plutone, ed osserviamo quella strana formazione geologica alla sinistra.