Introduzione
Circa tre anni fà, avevo introdotto in quest’articolo dal titolo :
Perché troviamo esagoni su Saturno e nell’occhio di un Uragano ? http://daltonsminima.altervista.org/2012/04/28/perche-troviamo-esagoni-su-saturno-e-nell%E2%80%99occhio-di-un-uragano/ Articolo, nel quale discutevo la possibile relazione esistente fra il grande rilascio “energetico” presente in molte manifestazioni naturali terrestri e non e la “forma poligonale/esagonale” incisa all’interno di quest’utime.
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Adesso scopro, che dette manifestazioni sembrerebbero coinvolgere non solo gli uragani terrestri e di pianeti quali Saturno e Nettuno ma ….
Formazione di crateri poligonali da scariche elettriche
di Wayne BURN
Riassunto
Crateri poligonali di forma regolare esagonale, sono stati osservati su superfici planetarie, quali ad esempio Marte, Venere e Mercurio, e anche sulla Luna e sulla Terra e di altri satelliti di pianeti. Questi, sono considerati il risultato di impatti meteoritici da parte di organismi esterni ad essi (meteoriti o asteroidi). Altri grandi crateri sulla Terra, solitamente descritti come ‘approssimativamente circolari’ o a “forma di rombo’ sono considerati come il risultato di tali impatti. Questo documento dimostra che molti di questi crateri sono infatti poligonali sotto forma di ottagoni e che assemblando un modello concettuale di un fulmine, si dimostrerà che si formano con processi sottostanti le dinamiche di un fulmine e le sue relazioni dinamiche interne sono direttamente riflesse nella morfologia risultante di questi due tipi specifici e distinti crateri poligonali; dimostrando in tal modo che essi sono il risultato diretto di colpi singoli di fulmini. Diatremes e kimberlite si considerano formati da processi vulcanici, ma, applicando il modello del fulmine al Kimberley Big Hole, il modello fornisce una spiegazione più completa e soddisfacente per la diatreme e la kimberlite formazione, rispetto alle teorie e modelli attuali. Il modello è anche usato per dimostrare che i fulmini sono responsabili non solo della formazione di tutti meteoriti, indipendentemente dalla loro origine, ma anche per gli alti livelli di iridio trovati nei meteoriti e nel confine KT; confutando così la teoria dell’impatto e l’ipotesi di Alvarez in particolare.
Cratere siberiano di Yamel
Conclusioni
Sulla base di tutte le prove presentate nella Sezione 3, riporto le seguenti conclusioni :
Il modello di fulmine qui presentato è il modello più completo e accurato del processo presentato fino ad oggi e può rivelarsi utile per promuovere la comprensione, la formazione dei fulmini tra le nuvole e terra e soprattutto quei fenomeni quali ad esempio: sprites, elves and blue jets. Poiché questi fenomeni nelle nuvole superiori sembrano avvenire nello stesso momento in cui si origina un fulmine tra nuvole e terra, suggerisco che tutti siano parte di un unico sistema normativo che il mondo naturale utilizza per affrontare gli squilibri localizzate di potenziale elettrico, attraverso il trasferimento di cariche elettriche, attraverso il processo di un fulmine. Se una nuvola a terra trasferimenti lampo le cariche negative in fondo una nube temporalesca a terra, allora suggerisco che gli sprites, eleves e altri getti, possono essere coinvolti nel trasferimento di cariche positive nella parte superiore della nube attraverso la ionosfera.
Tutti gli esempi dei due crateri poligonali discussi in questo documento sono il risultato di fulmini; le loro morfologie principali, cioè il contorno poligonale, strutture poligonali concentriche, elementi centrali e coni di scarico sono gli indicatori definitivi di un cratere formato da un fulmine.Tutti i meteoriti, sono formati da grandi fulmini, la loro composizione e l’aspetto sono una diretta conseguenza delle loro rispettive posizioni all’interno della zona dove ha colpito il fulmine, come delineato dal modello di formazione presentato in questo studio. Il processo di formazione del fulmine ha dimostrato essere infinitamente scalabile e quindi la possibilità di fulmini colossali è stata affermata. Una possibile origine di tali enormi scariche elettriche potrebbe essere dovuto all’incontro ravvicinato, in qualche momento della storia della Terra, con grandi corpi planetari il cui potenziale elettrico era molto superiore a quella terrestre, con conseguente trasferimento di grandi quantità di carica elettrica attraverso fulmini colossali. L’unica differenza tra questo e il fulmine che si orgina tra le nuvole e la nube a terra è che un corpo planetario è stato sostituito dalla nube temporalesca; il principio e il processo sono uguali. Come le teorie e i modelli della formazione del sistema solare e il comportamento dei corpi planetari all’interno dei sistemi solari dovrebbero essere riesaminate e nel contesto di un modello di Universo Elettrico, in quanto, questo è l’unico modello che prevede incontri ravvicinati tra pianeti e conseguenti scariche elettriche colossali.
Esagoni su marte
Gli alti livelli di iridio che si trovano nel limite KT hanno costituito la base di molte teorie riguardanti eventi di estinzione di massa legati a meteorite / impatti di asteroidi, in particolare l’ipotesi Alvarez. Come il cratere di Chicxulub e altri crateri da impatto discussi qui hanno dimostrato essere causati da fulmini, e che il fulmine è responsabile della presenza di alti livelli di iridio, quindi tutti gli eventi di estinzione di massa legate ad alti livelli di iridio e impatti meteoritici, dovrebbe anche essere riconsiderati e riesaminati nel contesto di un modello di Universo Elettrico per gli stessi motivi riportati sopra.
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Appendice by MC
A questo punto dell’indagine, dove si troverebbero allora gli esagoni in Siberia (luogo dove si trova uno dei due poli geomagnetico dell’emisfero nord, non a caso… vedi immagine sotto ) ?
Mi sà che l’elettromagnetismo classico in particolari condizioni non funziona così bene ….
😉
P.S.
Update del 12-07-205
Andiamo su Plutone, ed osserviamo quella strana formazione geologica alla sinistra.