Archivio mensile:Novembre 2016

Le battaglie del Sole

Un team di ricerca del New Jersey Institute of Technology ha individuato una nuova relazione tra macchie solari ed eruzioni, i fenomeni che agitano la superficie della nostra stella. I risultati su Nature Communications

La superficie del Sole non è affatto un ambiente tranquillo. E cambia in continuazione: in alcune fasi del ciclo solare, la nostra stella appare agli astronomi interamente ricoperta da puntini più scuri. Si tratta delle macchie solari, o sunspot, la cui rotazione sulla superficie del Sole è da tempo ritenuta responsabile di episodi molto violenti chiamati eruzioni solari: improvvise esplosioni (dette anche brillamenti) che causano forti radiazioni elettromagnetiche con una conseguente espulsione di particelle cariche nello spazio. In base a questa teoria, il moto delle macchie solari provoca l’energia necessaria per ‘esplodere’ sotto forma di eruzioni solari. Ma un gruppo di ricerca del New Jersey Institute of Technology (NJIT) ha individuato per la prima volta un meccanismo in un certo senso inverso: secondo gli scienziati, le eruzioni solari hanno a loro volta un importante impatto sui sunspot. In che modo ?

Aumentandone la velocità di rotazione: i ricercatori affermano che i brillamenti inducono le macchie solari a ruotare molto più velocemente di quanto normalmente si osserva prima delle eruzioni. Questi risultati, pubblicati su Nature Communications, sono stati ottenuti sulla base delle immagini ad alta risoluzione catturate da New Solar, il telescopio di 1.6 metri del NJIT.

“Pensiamo che la rotazione delle macchie solari generi l’energia magnetica rilasciata sotto forma di eruzioni – spiega Chang Liu, prima firma dell’articolo – ma allo stesso tempo abbiamo osservato che le eruzioni possono indurre le macchie a ruotare circa 10 volte più velocemente. Questo ci mostra la natura potente e magnetica dei bagliori solari”.

Questi nuovi dati aiutano anche a definire la dimensione spazio-temporale delle macchie solari, descrivendo in modo preciso la loro rotazione progressiva e non uniforme. Informazioni essenziali per l’evoluzione della fisica del Sole, quella disciplina che studia le affascinanti e movimentate ‘battaglie’ sulla superficie della nostra stella.

Fonte : http://www.asi.it/it/news/le-battaglie-del-sole

Guarda che luna …..

Ormai lo avrete letto o sentito da qualche parte: il 14 Novembre arriva la Superluna !!!
Moltissime testate giornalistiche stanno dando grande risalto a questa notizia, sottolineando come un evento del genere non si verificasse da ben 68 anni e che ricapiterà solo nel 2034. In realtà però molti non aggiungono che la “Superluna” è un fenomeno che si verifica abbastanza frequentemente (ogni 13 mesi e 18 giorni circa) e che questa volta sarà solo leggermente più accentuato…

La luna ruota attorno alla Terra in circa 27 giorni percorrendo un’orbita che non è perfettamente circolare ma più simile ad un elisse, perciò ad ogni “giro” ci sarà un momento in cui si troverà alla massima distanza dalla Terra (punto che è detto “apogeo”) e un altro durante il quale sarà alla minima distanza da noi (“perigeo”).
Si può parlare di Superluna quando è sia al perigeo (minor distanza dalla Terra) e allo stesso tempo è anche luna piena.  Qundi ora dovrebbe essere chiarissimo come non sempre i due eventi (luna piena e perigeo) coincidono.

14925272_1100083370087010_4159191902838843754_nQuesta volta come ho già detto il fenomeno sarà più accentuato perchè si troverà veramente quasi alla minima distanza possibile, l’apice verrà raggiunto il 14 Novembre alle 10.24 (ore italiane) quando la nostra Luna sarà distante soli (si fa per dire) 356.512 km. Perciò, rispetto ad una luna piena in Apogeo (distante circa 406mila km), la luna questa volta ci sembrerà il 14% più grande e addirittura il 30% più luminosa. Oltre però alla spettacolarità del fenomeno, molti si chiedono se questa “superluna” possa causare forti terremoti e far segnalare un generale aumento dell’attività sismica su scala globale…

Ma è veramente possibile ?

Beh in occasione delle 25 superlune avvenute dal 2011 al 2015 si sono verificati 10 terremoti abbastanza forti (con una magnitudo tra 6.0 e 6.6) ma è altrettanto vero che il campione di dati è troppo piccolo per poter affermare che durante una superluna si verifichi almeno un terremoto di media-forte intensità. D’altro canto analizzando i 4 terremoti più forti mai registrati dall’uomo possiamo constatare come la luna si trovasse quasi in Apogeo (massima distanza) e non completamente “piena”:

1) Cile 9.5 – 22/05/1960; Distanza: 396mila km; Luna piena: 7,4%

2) Indonesia 9.3 – 26/12/2004; Distanza: 405mila km; Luna piena: 99,8%

3) Alaska 9.2 – 28/03/1964; Distanza: 395mila km; Luna piena: 99,4%

4) Giappone 9.0 – 11/03/2011; Distanza: 392mila km; Luna piena: 37,5%

La scienza però recentemente ha affermato che la Luna può avere un ruolo determinante nei terremoti causati da “faglie dirette” (ovvero dove uno dei due blocchi di roccia scivola verso il basso rispetto all’altro).
L’attrazione gravitazionale della Luna provocherebbe una marea anche sulla crosta terrestre (e non solo sui mari) facendo sollevare il suolo anche di 30-40 cm. Se questo sollevamento si verifica in un’area dove si è accumulata tanta pressione, allora l’effetto mareale può rappresentare la goccia che fa traboccare il vaso, scatenando il terremoto.

Quindi in ambienti estensionali, li dove vi sono faglie dirette, la gravità è la principale fonte di energia a causa del collasso del suolo. L’energia potenziale gravitazionale è decisamente maggiore dell’energia elastica del terremoto.
Perciò è evidente come l’energia sismica liberata dipenda non solo dal volume di roccia coinvolto ma ovviamente anche dall’inclinazione della faglia (insomma più è “ripida” e più è grande il volume coinvolto tanto maggiore sarà l’energia liberata). I meccanismi non sono del tutto chiari perciò è troppo presto per pensare di sfruttare l’effetto mareale per prevedere i terremoti, ma sicuramente un studio più approfondito di questi “gravimoti” potrà rendere il tutto molto più chiaro.

Per chi volesse approfondire la questione vi segnalo il seguente studio (al quale ha preso parte anche il Prof. Carlo Doglioni presidente dell’Ingv): http://www.nature.com/articles/srep12110

P.S: godiamoci lo spettacolo e speriamo che questa volta la luna faccia la brava non causando alcun forte terremoto. Se vi è piaciuto mettete un mi piace o condividete .

Fonte : https://www.facebook.com/Mapsism/photos/a.1027027990725882.1073741828.909861549109194/1100083370087010/?type=3&theater

I dati, i dubbi e gli eccessi sul cambiamento climatico

È ragionevole che, sia pure a titolo precauzionale, vengano prese misure
anche drastiche contro il global warming. È invece irrazionale dar retta a chi lo ritiene un campo delle certezze assolute

Un nuovo uragano di irragionevolezza rischia di abbattersi sul mondo in coincidenza con l’apertura — oggi a Marrakech — della Conferenza sui cambiamenti climatici. Intendiamoci: è del tutto ragionevole che, sia pure a titolo precauzionale, vengano prese misure anche drastiche per combattere il global warming. È invece irrazionale dar retta ai sostenitori della tesi che questo sia un campo delle certezze assolute (tra loro molti attori cinematografici, spiccano per spirito militante Leonardo DiCaprio e Arnold Schwarzenegger) . Ed è ignobile accodarsi al linciaggio di chi muove legittime obiezioni all’assunto che riconduce interamente all’uomo il surriscaldamento del pianeta.

In ogni caso, in riferimento a quelli che non hanno dubbi sull’origine antropica del riscaldamento, sono degni di considerazione i dati su cui invita a riflettere Thomas Piketty. Il basso livello di emissioni dell’Europa si spiega in parte con il fatto che noi subappaltiamo massicciamente all’estero, in particolare in Cina, la produzione dei beni industriali ed elettronici inquinanti destinati al nostro consumo. Sarebbe molto più sensato, sostiene lo studioso, ripartire le emissioni in funzione del Paese di consumo finale piuttosto che di quello di produzione. Constateremmo in questo modo che le emissioni europee schizzano in su del 40% (quelle nordamericane del 13%) mentre quelle cinesi scendono del 25 per cento.

Tenuto conto che i cinesi sono 1,4 miliardi poco meno del triplo dell’Europa (500 milioni quando ancora era inclusa la Gran Bretagna) e oltre quattro volte più del Nord America (350 milioni) dovremmo riflettere sul fatto che i cinesi emettono attualmente, per persona, l’equivalente di 6 tonnellate di anidride carbonica l’anno (più o meno in linea con la media mondiale) contro le 13 tonnellate europee e le oltre 22 nordamericane.

I Paesi ricchi continuano a rappresentare la stragrande maggioranza del fronte degli inquinatori e non possono chiedere alla Cina (accantonato ogni discorso sull’inquinamento che qui cadrebbe a sproposito) di farsi carico di una responsabilità superiore a quella che le spetta. La metà del pianeta che inquina meno — 3,5 miliardi di esseri umani dislocati principalmente in Africa, Asia meridionale e Sudest asiatico — emette meno di 2 tonnellate per persona ed è responsabili di appena il 15 per cento delle emissioni complessive. All’altra estremità della scala, l’1 per cento che inquina di più, settanta milioni di individui (il 73 per cento dei quali risiede tra gli Stati Uniti, il Canada e il nostro continente) è responsabile di circa il 15 per cento delle emissioni complessive. Settanta milioni di individui inquinano quanto 3,5 miliardi di persone. Osservazioni interessanti, che meritano di essere discusse.

Non si capisce però perché tale discussione debba essere imbarbarita da una certa dose di fanatismo. Perché il leader dei laburisti inglesi, Jeremy Corbyn, deve quasi scusarsi di avere un fratello maggiore, Piers, fisico e meteorologo, il quale, sulla base di evidenze scientifiche (anch’esse meritevoli d’essere prese in esame), sostiene che il riscaldamento globale non sia dovuto ai guasti provocati dal genere umano o dalla industrializzazione sregolata e trovi piuttosto spiegazione nel sole? Perché è passato quasi sotto silenzio il licenziamento su due piedi di Philippe Verdier, per un ventennio «Monsieur Météo» di France 2 , reo d’aver dato alle stampe «Climat Investigation»un libro in cui si relativizzavano le conseguenze del global warming? È normale che lo abbiano buttato fuori dall’emittente televisiva solo per aver messo in evidenza «alcune connessioni opache tra scienziati, politici, lobbisti e ong ambientaliste»? «Siamo ostaggi di uno scandalo planetario … una macchina da guerra che fa soldi mantenendoci in uno stato di ansia», sosteneva Verdier. Può darsi che esagerasse, che avesse torto. Ma è il licenziamento il modo giusto di cimentarsi con le sue tesi?

Perché poi (quasi) nessuno ha fiatato quando la presidente della Società italiana di fisica, Luisa Cifarelli, fu aggredita per aver tolto il logo della società da lei presieduta dal documento di dodici associazioni italiane che, in vista della Conferenza sul clima di Parigi, affermavano essere «inequivocabile» l’influenza umana sul sistema climatico? Avrebbe voluto, la Cifarelli, che il termine «inequivocabile» fosse sostituito con «verosimile» o «probabile» . La nostra, diceva, è un’associazione di fisici abituati a considerare leggi della scienza «regolate da equazioni». Le verità scientifiche, sosteneva, «non possono basarsi sul consenso generalizzato mescolando scienza e politica, come sta avvenendo in questo caso … Avrei solo voluto qualche cautela in più». Sensato. E invece la Cifarelli fu lapidata.

Il clima poi ha una sua storia molto particolare. Tra il 21 e il 50 d.C. si ebbero temperature superiori a quelle di oggi, tanto che fu possibile importare in Inghilterra la coltivazione della vite. Intorno all’anno mille il riscaldamento continentale consentì ai vichinghi di colonizzare la Groenlandia (che fu così chiamata proprio perché era diventata «gruene», verde) e l’America del Nord. Dopo l’anno mille, come ha ben raccontato Emmanuel Le Roy Ladurie, si sono alternate epoche di riscaldamento e di glaciazione senza che l’uomo avesse alcun potere di influenzare questi cambiamenti. Nel ventesimo secolo la temperatura è salita tra il 1910 e il 1940, è scesa poi fino alla metà degli anni Settanta (a causa della Seconda guerra mondiale?), ha ripreso a crescere a partire dal 1975 ma si è fermata una seconda volta alle soglie del nuovo millennio (per effetto delle politiche ecologiste?). Tutti temi da studiare, da approfondire. Se ne può discutere?

Se la risposta è sì non si può cedere in presenza di chi si sente detentore di una qualche verità. Come l’ ex vicepresidente Usa nonché premio Nobel, Al Gore. Un suo documentario, «An Inconvenient Truth», (premiato con l’ Oscar) si è imposto come la Bibbia della lotta al surriscaldamento . Il governo inglese ne ha addirittura imposto la proiezione in tremilacinquecento istituti secondari. Ma una Corte di giustizia britannica ha stabilito che si tratta di un film «politico» e «allarmista», talché la proiezione dovrebbe avvenire in presenza di esperti in grado di evidenziare le affermazioni prive di riscontri scientifici. Di queste affermazioni senza riscontro ne sono state individuate nove tra cui quella degli «orsi polari annegati in conseguenza dello scioglimento dei ghiacci». La Corte l’ha smontata, sulla base di una documentazione (questa sì inconfutabile) da cui si evinceva che gli orsi affogati erano non più di quattro, tutti a seguito di una tempesta. I sostenitori dell’origine antropica del global warming a quel punto hanno obiettato che anche la tempesta poteva essere stata originata dal riscaldamento . Il giudice Michael Burton ( pur essendo tutt’altro che un negazionista in materia di effetto serra) ha reagito con un sorriso. Prendiamo esempio da lui.

Fonte : http://www.corriere.it/cultura/16_novembre_07/i-dati-dubbi-eccessi-d4eb9f16-a457-11e6-9261-ffaafc24ed7d.shtml

Dal giapponese ALOS 2 nuovi dettagli sugli effetti del terremoto

Le elaborazioni effettuate dal Cnr-Irea sulle immagini radar acquisite dal sensore giapponese ALOS 2 (operante in banda L), relativamente al terremoto del 30 ottobre 2016, confermano i risultati ottenuti dalle precedenti analisi basate sui dati dei sensori Sentinel-1 e COSMO-SkyMed, aggiungendo nuovi dettagli.

In particolare, la mappa di deformazione co-sismica (fig. 1), calcolata utilizzando le immagini ALOS 2 pre e post-evento (acquisite rispettivamente il 24 agosto e il 2 novembre 2016), evidenzia due lobi principali di deformazione. Il primo, che interessa l’area di Norcia, mostra uno spostamento verso ovest e un sollevamento che, nella linea di vista del radar, corrispondono a circa 35 cm di deformazione. Il secondo mette in luce un significativo abbassamento del suolo nell’area di Castelluccio (più di 60 cm in linea di vista del sensore) e uno spostamento verso est dell’area di Montegallo.

Figura 1 Mappa di deformazione co-sismica (nella linea di vista del radar), ottenuta con la tecnica dell’interferometria radar differenziale, a partire dai dati radar ALOS 2 acquisiti il 24/08/2016 ed il 02/11/2016, da orbite ascendenti

Immagine ad alta definizione scaricabile al seguente link

https://drive.google.com/open?id=0B3raIQaN1eb-a29GZF9sS2lmN2c

è disponibile inoltre una animazione che evidenzia l’evoluzione temporale delle deformazioni superficiali rilevate dal satellite giapponese ALOS 2 a seguito degli eventi sismici del 24 agosto 2016 e del 26/30 ottobre 2016, ed è scaricabile al seguente link

https://drive.google.com/open?id=0B3raIQaN1eb-eUFBSXZubzBoQjg

L’interferogramma ALOS 2 elaborato da Ingv (fig. 2) mostra ancora una volta la complessità della deformazione a scala locale. I due profili (fig. 3) tracciati attraverso le zone di massima deformazione nelle aree interessate dai due terremoti di Visso M 5.9 e Norcia M 6.5, mostrano il movimento della superficie terrestre causato dallo scorrimento in profondità dei due lati del piano di faglia, avvenuto durante i due eventi sismici. Grazie alla loro minore sensibilità alla copertura vegetale rispetto ai dati di altri satelliti, i dati ALOS 2 forniscono informazioni molto importanti per ricostruire geometria e posizione delle sorgenti sismiche.

I dati ottenuti dal satellite ALOS 2 sono frutto degli accordi esistenti tra l’Agenzia Spaziale Italiana e quella giapponese (Jaxa), ulteriore dimostrazione della cooperazione internazionale che è alla base dell’attività spaziale, come già evidenziato con i satelliti Cosmo SkyMed e Sentinel in molteplici occasioni.

Roma, 4 novembre 2016

 

Fonte : https://www.cnr.it/it/comunicato-stampa/7128/dal-giapponese-alos-2-nuovi-dettagli-sugli-effetti-del-terremoto

Freddo e neve nella prossima settimana. Le cause

Il gelido vortice polare verrà probabilmente sloggiato, per la prima volta e addirittura con largo anticipo stagionale, dal circolo polare verso l’Europa continentale. Neve anche sulle pianure europee? E per l’Italia?

Per coloro che non sono interessati alla disquisizione tecnica, consiglio di leggere solo le conclusioni finali a piè di pagina.

Il forte precoce innevamento avvenuto in ottobre sulla Siberia centro-orientale (Fig.1 e 2), ha generato in loco un robusto anticiclone  freddo (“l’anticiclone russo”)  il quale ancora più si intensificherà in settimana fino a valori elevati di 1045 hPa (Fig.3), estendendosi nel contempo verso est fino alla penisola della Kamchatka.

L’anticiclone russo è di natura termica, ovvero generato dall’aria più fredda –  e quindi più pesante – che si genera negli strati prossimi al suolo (fino a 3-4 km di quota), dopo un prolungato contatto per più  settimane  con un suolo molto freddo perché innevato.

Ma l’anticiclone russo, come tutti gli anticicloni termici, a quote superiori ai 3-4 km e fino a tutta la stratosfera (20-50 km), si trasforma in un ciclone caldo (fate un …atto di fede anche se la cosa vi sembri assurda! – fig.4 )

A sua volta Il ciclone caldo stratosferico rallenta, indebolisce e distrugge in loco il sottostante ciclone freddo del vortice polare  al livello stratosferico (VPS) e poi via via lo rallenta e lo distrugge anche  ai…piani  inferiori fino al suolo e nello stesso tempo lo spinge al di là del circolo polare verso il Canada  (“splitting” del vortice polare ( Fig. 5 – confrontare la posizione con il giorno 2 in fig.4).

Il vortice polare, al di fuori  della sua naturale sede, ovvero al di fuori del circolo polare è in balia delle …onde ed ora, come un isolato mulinello d’acqua in seno alle  corrente di un fiume, viene trasportato da ovest verso est dalle forti correnti occidentali presenti per tutto l’anno mediamente tra 30 e 60 gradi di latitudine.

Per cui dal Canada il defenestrato Vortice Polare, viaggerà verso est fino a raggiungere intorno al 7 di novembre l’Europa continentale con il suo  bagaglio di aria gelida (fig. 6).

L’arrivo del vortice polare sull’Europa continentale intorno al 7-8 novembre è confermato anche dalla fig.7, la quale riporta, per il nocciolo duro del vortice ciclonico polare a livello stratosferico, la vorticità ciclonica. In pratica la vorticità ciclonica stratosferica consente di individuare con precisione la posizione del VPS.

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Conclusioni

Quali saranno gli effetti sull’Europa e sull’Italia dell’arrivo del vortice polare intorno al 7-9 novembre?

Eccoli:

  • Europa

Freddo su tutta l’Europa (fig.8) con nevicate tra il 7 e il 10 novembre anche in pianura su(fig.9), oltre che in Russia e Scandinavia anche su Scozia, Nordest Europa, Sud Germania, Sud Francia, Nord Spagna, Balcani (fig.9)

Avevamo dato un anticipo della notizia già il 26 ottobre con questo articolo ( vedi  qui );

  • Italia

Tra il 7 e il 10 novembre freddo anche in Italia con cali termici di 4-6 gradi già il 7 novembre in sole 24 ore. Ulteriori cali sono attesi tra l’8 e il 10 novembre. Nevicate sulle Alpi e deboli nevicate anche sull’Appennino abruzzese (ancora fig.9).

Fonte : http://www.meteogiuliacci.it/meteo/articoli/editoriali/freddo-e-neve-nella-prossima-settimana-le-cause