Un’analisi condotta dall’università di Reading mette per la prima volta in correlazione il riscaldamento globale e l’aumento delle turbolenze ad aria chiara, cioè quelle che si verificano anche in assenza di nubi. Ma si tratta di previsioni a lungo termine
ALLACCIATE le cinture! E rimanete seduti ai vostri posti. In un futuro, anche se in realtà non proprio immediato, sarà meglio essere pronti ad ascoltare questa litania sempre più spesso durante i voli. Perché le turbolenze in aereo si potrebbero verificare in maniera doppia, se non persino tripla, rispetto a quanto accade oggi. Un aumento da associare al cambiamento climatico, sostengono gli scienziati in un nuovo studio che per la prima volta mette in correlazione il riscaldamento della Terra al fastidioso fenomeno che affligge i passeggeri dei viaggi ad alta quota. Un’analisi condotta dall’università di Reading, nel Regno Unito, e pubblicata su Advances in Atmospheric Sciences, un bimestrale che ospita articoli scientifici revisionati.
“Al momento è la fotografia più dettagliata che abbiamo su come le turbolenze aeree risponderanno al cambiamento climatico”, spiega Paul Williams, autore della ricerca. Lo studio ha preso in esame le turbolenze ad aria chiara, così chiamate perché si verificano anche in assenza di nubi, e consistono in una brusca modifica della direzione di provenienza e dell’intensità del vento. Un fenomeno che determina una discontinuità del flusso d’aria che sostiene l’aeroplano, provocando quegli improvvisi e forti sobbalzi che sbatacchiano passeggeri e personale di cabina.
I ricercatori hanno poi utilizzato un modello di simulazione del clima per calcolare in che modo la loro frequenza cambierà a un’altitudine di circa 12 chilometri quando il livello dell’anidride carbonica nell’atmosfera raggiungerà un livello doppio rispetto a quello odierno. Un cambiamento che secondo la letteratura scientifica dovrebbe verificarsi per la fine del secolo, se nulla dovesse mutare: quindi non proprio domani. A queste condizioni, i risultati mostrano che le turbolenze cosiddette leggere aumenteranno del 59%, quelle da leggere a moderate del 75%, quelle moderate del 94%, da moderate a gravi del 127% e gravi del 149%.
“Non è strano che il riscaldamento dell’atmosfera possa determinare un aumento delle turbolenze, dato che c’è maggiore convezione: l’aria calda si sposta dal basso verso l’alto”, commenta Vito Vitale ricercatore dell’Isac (Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima) del Cnr, che però rimane cauto sui risultati presentati nella ricerca: “Le percentuali vanno lette alla luce della realisticità dello scenario considerato e un raddoppiamento dell’anidride carbonica è molto di là da venire”.
Guido Guidi, tenente colonnello dell’Aeronautica Militare, assegnato al servizio meteorologico, trova lo studio “interessante” dato che le turbolenze, quando sono forti, rappresentano un problema per la sicurezza in volo. Ma sono necessarie alcune precisazioni: “È la prima volta che questo fenomeno viene studiato in relazione al cambiamento delle condizioni climatiche – specifica Guidi – quindi, per validarne i risultati, sono necessarie delle nuove ricerche. Inoltre il periodo a cui fa riferimento è lunghissimo, si parla infatti di decadi. E un conto sono l’osservazione e la previsione a breve e medio termine, un altro queste tendenze a lungo termine da verificare”.
Eeeeh, Vito Vitale….. Ma la convezione, la turbolenza, si forma in presenza non di calore in valore assoluto, ma in differenza di temperatura.
sbergonz(Quote) (Reply)
sbergonz,
Concordo con sbergonz.
Giovanni Iacopetti(Quote) (Reply)
Oltre che concordare con quanto detto nel commento precedente, aggiungo che si commentano i risultati di un modello che simula condizioni tra 100 anni.
Oltre al fatto che nessuno se non pochissimi degli abitanti attualmente viventi sulla terra potrà verificarlo, è il risultato di un modello, mica la realtà.
È peggio di commentare le previsioni del tempo guardando i modelli a 300 ore, infatti si parla di fantameteo, in questo caso forse è fantafisica.
Matteo(Quote) (Reply)