Una potenziale relazione fra il Clima i Terremoti e la ciclicità solare a nord ovest degli Appennini – 1° parte –

Presentato alla conferenza di Kanyakumari  EDPD 2011

21-25 Settembre 2011

Valentino STRASER

94, Località Casarola – 43040 Terenzo PR, Italy

[email protected]

 

Abstract

 

L’associazione fra i fenomeni meteorologici e i terremoti, la ciclicità solare e la sismicità sulla Terra è tramandata oralmente in molte culture del mondo. La provincia di Parma (Appennino Nord occidentale – Italia) offre molti elementi di coincidenza fra i tre fenomeni fisici, geofisici e astronomici. In questo studio sono state considerate anche frane storiche presenti nell’area di indagine, perché se si ammette che il Sole e altri corpi celesti possano influenzare l’equilibrio nel sottosuolo, a maggior ragione si può ritenere che la loro influenza eserciti perturbazioni anche nei fenomeni gravitativi subaerei. L’analisi dei dati ha mostrato che i movimenti gravitativi non si riattivano in modo casuale ma che, invece, sembrano essere sincroni con l’attività solare. L’analisi dei dati oltre a condurre una indagine sul passato ha permesso di avanzare anche previsioni per l’anno corrente. I recenti e tragici eventi dell’ottobre e novembre 2011, hanno confermato che la ricorrenza degli eventi alluvionali in Italia del Nord si manifesta, con maggiore frequenza, in prossimità del massimo solare. Analogamente, anche i maggiori terremoti e gli sciami sismici, considerati nell’area di indagine, hanno evidenziato di essere dipendenti dalla ciclicità solare.

 

Parole chiave: Cicli solari, terremoti, variazioni climatiche, frane storiche, momento angolare di Giove

 

Introduzione

 

Uno degli obiettivi che si prefiggono le scienze naturali è la previsione dei fenomeni naturali a breve, medio e lungo termine. Il contributo scientifico a supporto delle attività antropiche e per la sicurezza dell’uomo è perciò prioritario, come, ad esempio per quanto riguarda i fenomeni atmosferici particolarmente intensi, il dissesto idrogeologico e i terremoti. In questo studio viene presentata una possibile relazione fra la ciclicità solare, il tempo atmosferico e i terremoti, la variazione dell’energia solare nel tempo e le influenze esercitate dal cambiamento del centro di massa (CM) del Sistema Solare, e dalle variazioni del Momento Angolare orbitale (AM) del sole, in dipendenza della distribuzione nello spazio delle masse dei pianeti maggiori: Giove, Saturno, Urano e Nettuno. L’area di indagine è situata nell’Appennino Nord Occidentale, nella provincia di Parma, che si estende a cavallo di 45° di latitudine nell’Emisfero boreale. (FIGURA n°1).

 

Figura 1. Indice mappa. L’area in esame si trova in provincia di Parma (Italia) sugli Appennini

Per l’analisi di questo studio sono stati presi in esame diversi fattori: il primo, riguarda l’accadimento dei terremoti di intensità superiore a 6 e di magnitudo superiore a 4, nel periodo compreso fra il 1831 e il 2008. Sia l’intensità che la magnitudo dei sismi considerati, sono poco rilevanti su una scala assoluta, ma importanti a livello locale (Petrucci et al, 1996) perché avvengono secondo intervalli di tempo ricorrenti, in un ambiente dove i sismi si manifestano una decina di volte l’anno, e normalmente non superano Magnitudo uguale a 3. Per questa ragione i terremoti considerati in questo studio rappresentano, in ambito locale, eventi importanti dal punto di vista sismico.

Un secondo elemento di analisi è rappresentato dal confronto dei deflussi di un corso d’acqua, il Torrente Baganza, che si può ritenere “mediano” rispetto all’area di indagine. Il valore del deflusso medio annuo, pur risentendo dei contributi degli affluenti e da opere di mitigazione idrogeologica, è da ritenersi funzione delle precipitazioni per un determinato periodo di tempo. (Tabella n°1).

 

Tabella 1. Principali terremoti in provincia di Parma dal 1831 al 2008.

Un ulteriore elemento considerato in questo studio è la franosità, perché essa dipende dalle precipitazioni e, quindi, in ultima analisi dall’acqua. Inoltre, se si ammette che l’azione del sole e di particolari configurazioni planetarie possano influenzare l’equilibrio delle rocce nel sottosuolo, a maggior ragione, si ritiene che questi stress possano manifestarsi anche in superficie, soprattutto per quanto riguarda importanti dissesti idrogeologici. La provincia di Parma, con le sue oltre 7000 frane, di cui almeno 5 fra le più estese del Continente europeo, è particolarmente adatta per questo tipo di indagine. Due esempi: il territorio di Bardi, dal perimetro di circa 100 Km conta 1656 dissesti, quello di Neviano, di poco più di 60 Km, sono presenti 1055 frane.

www.regione.emilia-romagna.it/

DISCUSSIONI

SISMICITÀ

Partiamo, innanzitutto, da un andamento generale. Nel grafico (FIGURA n°2)., dove sono confrontati i terremoti globali e le macchie solari, seppur con qualche sfasamento temporale, si può notare una corrispondenza fra la ciclicità solare e il numero dei terremoti avvenuti fra il 1973 e il 2010, e si rivela che ai minimi e ai massimi solari corrisponde un aumento della sismicità totale della Terra. (Straser, 2011). Altre relazioni fra la sismicità globale e l’attività solare sono state proposte da Zangh (1988) e da Gousheva et al. (2003).  Se, invece, consideriamo l’andamento delle macchie solari con i terremoti di Magnitudo superiore a 6.5 si nota che, pur rispettando l’andamento precedente, in corrispondenza dei massimi solari la sismicità tende ad aumentare improvvisamente, come indicano le cuspidi nel grafico dei terremoti. (Choi e Maslov, 2010; Straser, 2011). Se si passa dal globale al locale, cioè nell’area di indagine, si nota che fra i “forti” terremoti del parmense avvenuti fra il 1831 e il 2008, 10 terremoti si sono manifestati in corrispondenza del minimo solare, 5 terremoti in corrispondenza del massimo, e 9 nella fase decrescente dell’attività solare, cioè nei sette anni che intercorrono fra il massimo solare e il minimo successivo. I dati, se rapportati a questo contesto, riflettono l’andamento globale descritto da Choi and Maslov (2010).

Figura 2. Numero delle macchie solari rispetto al numero complessivo di terremoti 1973-2009.

PRECIPITAZIONI

In merito alle precipitazioni è stato considerato, anche in questo caso, prima l’andamento generale in Italia e poi è stato confrontato con quello locale. Il grafico mostra una notevole regolarità del massimi pluviometrici. Se si eccettua il periodo fra il 1931 e il 1950, i valori massimi delle precipitazioni medie in Italia nell’ultimo secolo si sono ripetuti con una cadenza decennale (FIGURA n°3a – 3b). Un intervallo medio di tempo, questo, che ricalca, anche se non fedelmente, l’andamento delle macchie solari.

Figura 3a. Precipitazione media in Italia dal 1861 al 2001.

 

 Figura 3b. Numero delle macchie solari vs precipitazioni in Italia dal 1861 al 2001.

Se si confrontano i deflussi annui del Torrente Baganza (Alifraco, 2008), si può notare che i massimi valori, a eccezione del 1991, coincidono con i massimi valori dell’attività solare. E questo andamento segue, in generale, quello medio dell’Italia. (FIGURA n°4).

 

 Figura 4. Flusso del torrente Baganza Vs Sunspot dal 1973 al 2010.

 A livello generale, invece, un legame fra le precipitazioni e il numero di macchie solari, era già stato proposto da Stager et al. (2005, 2007), riguardo i livelli del Lago Vittoria in Africa orientale. Nel caso studiato da Stager, la correlazione fra la ciclicità solare e i livelli del Lago Vittoria, si è rivelata attendibile. Un ulteriore studio, questa volta inerente all’area di indagine è stata proposta da Tomasino e Dalla Valle (2000) riguardo la relazione fra il regime del Fiume Po e la variazione del centro di massa del Sistema Solare (FIGURA n° 5), mentre Landscheidt (1990) ha proposto una relazione fra l’intensità delle precipitazioni nell’emisfero boreale con le forze variazioni del Momento Angolare del Sole.

 

Figura 5. Correlazione tra gli scarichi del fiume Po e un ciclo di movimento del Sole attorno al centro di massa del sistema solare formato dal valore assoluto di tasso di variazione momento angolare orbitale del sole.

Fine prima parte

Michele


11 pensieri su “Una potenziale relazione fra il Clima i Terremoti e la ciclicità solare a nord ovest degli Appennini – 1° parte –

  1. O.T. ma non troppo dalla rubrica Vulcani & Terremoti.

    John Carter :

    Questa notte ben 2 X flares, classe 5.4 e 1.3! Impennata dei protoni, solar flux e sunspot in deciso aumento, Big CH 1429 che viaggia verso il meridiano centrale…la situazione mi sembra simile se non peggiore di quella che l’anno scorso precedette il sisma nipponico. A livello planetario l’anno scorso non mi sembra ci fossero particolari allineamenti con potenziamento aggiuntivo derivante dall’orbita lunare, quest’anno invece la situazione è estremamente delicata:
    1) luna piena 8 marzo;
    2) perigeo lunare 10 marzo;
    3) congiunzione luna venere e luna giove 11 marzo
    4) congiunzione venere-giove il 14
    5) risultante planetaria potenziata dalla posizione lunare tra la sera del 9 marzo e le prime ore del 11 marzo.
    Direi che la situazione dei prossimi giorni è un vero e proprio banco di prova per le teorie dell’origine esterna dei terremoti, sia che dipenda dagli allineamenti planetari, sia che dipenda dal polso dell’astro maggiore o meglio ancora… da entrambe.

    In effetti sono preoccupato … Fukushima fa paura. Questa volta sappiamo che può accadere un fenomeno simile .. forse é solo una coincidenza, un caso ma forse no. Non facciamoci trovare totalmente impreparati … anche se quello che possiamo fare é davvero poco
    http://www.protezionecivile.gov.it/cms/attach/vademecum.pdf

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  2. Ripreso da fb.
    Un ragazzo del gruppo E.S.I. – Emergenza Sismica Italia – Emergency Earthquake Italy ha postato questa carta. Molto interessante in riferimento a l’articolo di valentino.

    Mappa degli eventi profondi >25km nell’appennino settentrionale dal gennaio 2011 ad oggi.

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  3. OT amministrativo

    Vista la delicata configurazione planetaria e l’assetto geomagnetico del pianeta che verrà sottoposto ad un duro stress nelle prossime 48h./72h.
    Possibili cambi di scaletta nella pubblicazione degli articoli,in relazione alle dinamiche geologiche e solari da valutare nel momento.

    grazie

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  4. RADIATION STORM ALERT:
    A Strong S3 Radiation Storm (10MeV Integral Flux > 1000pfu) is now in progress.
    This is the result if high energy protons incoming from a large solar flare.

    RADIAZIONI STORM ALERT:
    Una forte tempesta di radiazioni S3 (10MeV Integral Flux> 1000pfu) è ora in corso.
    Questo è il risultato se i protoni di alta energia in arrivo da un brillamento solare di grandi dimensioni.
    E se aggiungiamo la luna piena …. avremo un menu di conseguenze: dalle alluvioni ai terremoti ed eruzioni vulcaniche.

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  5. Uno dei principali momenti di pericolo è quando la Luna è attraversando l’equatore durante il ciclo di declinazione mensile. Questo è il tempo, mentre la Luna si muove velocemente tra le
    gli emisferi. Quando la Luna è al massimo 28 °declinazione, attraverserà l’equatore due volte al mese a circa sette gradi in un giorno che dà una notevole spinta sul pianeta.

    http://www.friendsofsabbath.org/Further_Research/e-books/PredictWeather.pdf

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  6. Zambo :

    Ciao Michele,
    non ho capito che cosa esprime (tra ottobre e Marzo) la scala dell’asse Y nella figura 5.
    Puoi spiegarmelo ?

    Il grafico che ha riportato valentino nella sua ricerca è ripreso da questo lavoro di Theodor Landscheidt (vedi pagina 492)

    Landscheidt, T. 2000. River Po Discharges And Cycles Of Solar Activity – Discussion. Hydrological Sciences Journal-Journal Des Sciences Hydrologiques 45 (3): 491-493.
    http://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.1080/02626660009492345

    Grafico ripreso a sua volta dal lavoro di Tomasino, M. & Dalla Valle, F. (2000)
    Natural climatic changes and solar cycles: an analysis of hydrological time series.
    Hydrol. Sci. J. 45(3), 477-490.
    Tomasino, M. & Dalla Valle, F. (2000) Natural climatic changes and solar cycles: an analysis of hydrological time series. Hydrol. Sci. J. 45(3), 477-490.
    http://itia.ntua.gr/hsj/45/hysj_45_03_0477.pdf

    Leggi da pagina 481 a 483

    Portata Q [m3/sec.] fiume Po nella fase di scarica.

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