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Split del vortice polare: l’inverno entra in scena anche in europa

Salve amici, è dall’inizio della stagione fredda che andiamo dicendo che questo inverno non è come i precedenti. Ce ne stiamo accorgendo anche noi, infatti pur non essendo interessati direttamente da alcuna irruzione fredda, gli ultimi giorni, specie al nord, stanno passando contraddistinti da cospicue inversioni termiche che portano a svegliarsi sulle pianure del centro nord già con valori prossimi o inferiori agli 0°C, cosa che non avvevinva con tale frequenza da almeno tre anni. Tutto ciò è dovuto ad una forte e ormai lunga anomalia negativa in zona russa che determina un influsso indiretto anche sulla nostra penisola. Siamo dunque già in inverno pieno dal punto di vista termico, mancano però ancora le configurazioni classiche della stagione invernale, con la prima franca irruzione di aria fredda, che visti i presupposti, è attesa ormai da qualche settimana. Forse oggi possiamo iniziare, con una certa sicurezza a sciogliere la prognosi. Infatti, le previsioni appena sfornate dal NOAA sull’andamento delle dinamiche stratosferiche oggi evidenzia addirittura una condizione di split del VP a 100 Hpa con l’isolamento di un lobo russo ed uno canadese e la sua dunque propbabile destabilizzazione. Ma andiamo con ordine. Partiamo dall’analisi delle temperature a 10 Hpa previste per i prossimi giorni, che ci raccontano un po’ del futuro del VP nel mese di dicembre.

Come si può facilmente notare dalla sequenza il VP sta in queste ore subendo una destabilizzazione dovuta alla presenza di un cospicuo riscaldamento in zona siberiana, frutto di quel TST event di cui parlavamo giorni fa. Come vedremo nelle prossime carte questo riscaldamento porterà probabilmente alla destrutturazione del VP in due lobi distinti con importanti conseguenze a livello emisferico. Il futuro, però del VP, va detto, non sarà di una totale disgregazione, infatti è visibile nelle ultime sequenze un riassorbimento dell’anomalia con conseguente raffreddamento dello stesso che dovrebbe favorirne un ricompattamento entro Natale, dunque, potremmo pensare ad un periodo festivo con correnti atlantiche in riattivazione, ma ne riparleremo, va anche detto che lo stratcooling qui visibile non dovrebbe durare molto per cui il VP potrebbe rimanere ancora instabile anche durante le feste, perchè in troposfera, nel frattempo, le intrusioni calde continueranno. Veniamo invece all’immediato futuro che promette gelo per buona parte dell’Europa, vediamo perchè:

Eccolo lo split, in grande evidenza, con due importanti risultati: isolamento in piena siberia di un nucleo gelidop con formezione del’HP russo e isolamento sugli States di un nocciolo altrettanto gelido che potrebbe, come è visibile dalla carta, generare un blocco atlantico con retrogressione gelida sull’ Europa, tutto questo intorno al 15-16 dicembre. Siamo dunque in procinto di vedre una importante irruzione fredda per il continente europeo? Probabilmente si. Attenzione, la traiettoria e gli effetti dell’irruzione sull’Italia sono ancora tutti da vedere, per esempio, se dovessimo interpretare le squenze qui pubblicate, sarebbe chiaro che il target dell’irruzione sarebbe la Spagna con richiamo caldo umido per il mezzogiorno e freddo e nevicate per il nord. Ma i dettagli li vedremo insieme: una cosa appare certa: l’inverno è in partenza anche sull’Europa.

 

Fonte : https://progettoscienze.org/2016/12/09/split-del-vortice-polare-linverno-entra-in-scena-anche-in-europa/

Il ‘Grande smog’di Londra: svelato il mistero della nebbia killer del ’52

Una forte nebbia coprì per cinque giorni il cielo di Londra nel 1952, causando migliaia di morti. Dopo circa 60 anni, uno studio su Pnas tenta di spiegare le cause di questo misterioso fenomeno

SONO ormai pochi quelli che se la posso ricordare: quella fitta e densa nebbia che nel 1952 oscurò per cinque lunghi giorni il cielo di Londra, causando gravi problemi respiratori e uccidendo migliaia di persone. Per più di sessant’anni nessuno scienziato era riuscito a spiegare la natura e l’origine di questo incredibile fenomeno che gli esperti hanno definito il ”Grande smog”, ma oggi il mistero sembra essere stato finalmente risolto.

Dopo decenni di ricerche, un team internazionale di scienziati è riuscito a scoprire una specifica reazione chimica che potrebbe aver causato il peggior evento di inquinamento atmosferico nella storia europea, evidenziando come caratteristiche simili siano presenti oggi in Cina e in altri luoghi. Il loro studio è stato pubblicato di recente sui Proceedings of the National Academy of Sciences.

Ma torniamo un attimo indietro nel tempo. Esattamente al 5 dicembre del 1952, quando una fitta coltre di nebbia calava sulla città di Londra nell’iniziale indifferenza dei londinesi, abituati a nebbioni e muri di smog che potevano durare anche per settimane. Nei giorni successivi, però, le condizioni peggiorarono rapidamente: la visibilità si ridusse a pochi metri in molte parti della città costringendo le autorità a chiudere scuole, teatri e cinema, e spingendo la cittadinanza a rinchiudersi in casa. E quando la nebbia finalmente si alzò, alle sue spalle lasciava almeno 4mila morti, tra cui molti bambini e anziani, e più di 150mila ricoverati in ospedale.

Secondo studi recenti, però, il conteggio iniziale dei decessi oggi va rivisto al rialzo, con più di 12mila morti di tutte le età, a cui vanno aggiunti oltre 100mila malati. E sebbene sia ormai noto che le cause di molte di queste morti siano da ricercarsi nei livelli altissimi di inquinamento raggiunti nei giorni precedenti al Grande smog, i processi chimici esatti che hanno portato a questo mix micidiale di nebbia e inquinamento non erano mai stati pienamente compresi fino ad adesso.

Tornando ad oggi, grazie a esperimenti di laboratorio e misurazioni atmosferiche in Cina, il team di esperti è riuscito a dimostrare che il solfato, il principale agente chimico delle piogge acide, è probabilmente il fattore che ha contributo alla formazione del Grande smog del ’52. La produzione del mix letale sarebbe dovuta alla presenza di altre due sostanze chimiche nelle giuste proporzioni: acido solforico e anidride solforosa, un gas inquinante derivante dalla combustione del carbone. Interagendo in particolari condizioni queste possono contribuire a formare il solfato, che a sua volta costituisce un importante componente del cosiddetto particolato, l’insieme delle sostanze inquinanti organiche e inorganiche sospese nell’aria, in grado di penetrare i tessuti polmonari, causando quindi gravi danni alle vie respiratorie.

Sul piano strettamente tecnico, lo studio ha indagato alcuni processi chimici che possono aver prodotto la grande quantità di particolato presente nel Grande smog del ’52, scoprendo che il tassello mancante, fino ad oggi, era un’ulteriore sostanza: il biossido d’azoto, un co-prodotto della combustione molto presente all’epoca nell’atmosfera di Londra, che avrebbe facilitato la reazione chimica che ha prodotto il solfato.

Un altro aspetto fondamentale nel Grande smog sarebbe stata la presenza di nebbia naturale, che avrebbe fornito l’ambiente perfetto per le reazioni chimiche che hanno prodotto l’acido solforico, e una volta evaporata, avrebbe poi lasciato nanometriche particelle acide che hanno ricoperto la città.

”Il fenomeno catastrofico del ’52 è stato causato principalmente dalla presenza di aria ristagnante e un’elevatissima concentrazione di particolato, dovuto alle emissioni di combustibili fossili”, spiega Nicola Pirrone, Direttore dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico (Iia). ”Parliamo di livelli elevatissimi, molto lontani, per fortuna, da quelli che si registrano ad esempio in Italia, nonostante anche da noi la qualità dell’aria è comunque fuori norma, a causa per esempio del riscaldamento domestico e delle automobili. Anche oggi comunque, in paesi come la Cina si verificano eventi di inquinamento atmosferico simili al Grande smog. Per esempio a Pechino, dove si raggiunge in alcuni periodi dell’anno punti critici in cui la densità delle polveri sottili aumenta drasticamente, raggiungendo livelli di particolato che si aggirano intorno ai 300/400 microgrammi per metro cubo”.

Anche lo studio appena pubblicato su Pnas evidenzia, infatti, che una composizione chimica simile a quella del Grande Smog si può trovare anche in Cina, dove, non a caso, si trovano ben 16 delle 20 città più inquinate del mondo. Lo studio dimostra infatti che nel paese asiatico sono in atto fenomeni chimici simili, ma non identici, a quelli che hanno prodotto il Grande smog, che meritano quindi maggiori studi per verificarne la reale pericolosità.

”Una migliore comprensione della chimica dell’aria è la chiave per lo sviluppo di interventi normativi efficaci in questo Paese”, spiega Zhang. ”Risolvendo il mistero della nebbia killer di Londra, crediamo che anche per la Cina abbiamo dato alcune idee di come migliorare la qualità dell’aria. La riduzione delle emissioni di ossidi di azoto e ammoniaca è probabilmente molto efficace nel distruggere il processo letale di formazione del solfato”.

Fonte : http://www.repubblica.it/ambiente/2016/11/24/news/il_grande_smog_di_londra_svelate_le_cause_della_nebbia_killer_del_52-152718087/?ref=fbpa

Gelidi spunti invernali …. forniti dal Consorzio Lamma

BREVE FASE FREDDA a fine mese e RICAMBIO D’ARIA.

Dopo il caldo di questi giorni i modelli deterministici e probabilistici confermano la possibilità di un calo termico intorno al 29 di questo mese con temperature che, probabilmente, si porteranno fino a valori sotto la media. Affluirà aria artica continentale più fredda e soprattutto più secca rispetto a quella preesistente.
Il cambiamento sarà rapido, ma l’afflusso di aria artica sarà altrettanto veloce nell’esaurirsi con la fase più fredda che sulla nostra regione sembra destinata a durare circa 24-36 ore.  Ad oggi, in Toscana, la giornata più fredda potrebbe essere il 29 novembre per quanto riguarda le temperature massime (attesi valori intorno a 10 °C in pianura). Per quanto riguarda le minime queste scenderanno in pianura successivamente, non appena calerà il vento di Grecale.  Nei giorni successivi probabile rialzo termico con temperature che rimarranno comunque intorno ai valori medi.

freddo

Un inverno più normale?

Se gli ultimi tre inverni sono risultati molto miti e piovosi, senza importanti irruzioni di aria fredda dal nord Europa e dall’Asia, l’inverno 2016-2017, almeno nella fase iniziale, potrebbe essere invece nella norma. Secondo l’ultimo aggiornamento delle previsioni stagionali del LaMMA, a dicembre e gennaio i blocchi sull’Atlantico dovrebbero risultare più frequenti; ciò potrebbe favorire l’ingresso di aria fredda ed instabile anche sul Mediterraneo, in linea con quanto normalmente dovrebbe accadere in questa stagione.
Sull’Italia centro-settentrionale si attendono quindi temperature e precipitazioni nella norma (localmente inferiori al Nord).

Ma cosa si intende per un bimestre dicembre-gennaio “normale”? 

Facendo il confronto con gli ultimi anni, un bimestre normale significa temperature medie di circa 1-1.5°C inferiori rispetto ai bimestri degli ultimi 3 inverni in Toscana. Per quanto riguarda le precipitazioni, le differenze con le ultime tre stagioni sembrano essere meno accentuate con giorni piovosi comunque nella norma. Negli ultimi 3 inverni le precipitazioni sono state a tratti eccezionali, con forti anomalie positive. Per il mese di febbraio gli elementi attualmente disponibili non sono sufficienti ad elaborare una previsione; rimandiamo quindi all’ultimo rilascio del modello climatico sperimentale del Consorzio LaMMA secondo il quale sono previste anomalie positive sia per quanto riguarda le temperature che i giorni piovosi.
Vi invitiamo quindi a seguire gli aggiornamenti dei prossimi mesi.

 

Fonti : 

https://www.facebook.com/consorzio.lamma/photos/a.160755907323651.41735.154773804588528/1248569108542320/?type=3&theater

https://t.co/J8u4QxPiod

http://www.lamma.rete.toscana.it/news/un-inverno-pi%C3%B9-normale

Anomalie Temperature e Precipitazione Italia – Dati CNR Ottobre 2016

Questi sono i Dati del CNR, sono quindi le anomalie ufficiali Italiane e sono calcolate basandosi sulla rete AM/Enav integrando anche gli osservatori più antichi sparsi per la penisola, la media di riferimento è la 71-00 utilizzata ufficialmente anche dell’Aeronautica e che dal 2011 è divenuta quella ufficiale anche per l’Organizzazione Meteorologica Mondiale ( OMM ).

Anomalia Temperature Ottobre 2016 :

Il mese chiude con un’anomalia positiva pari a  +0.60°C, ed è il 41° mese di Ottobre più caldo dal 1800. Il record spetta all’ottobre 2001, con una temperatura superiore alla media di riferimento pari a +2.94°C.

Anomalie Precipitazioni Ottobre 2016 :

Il mese chiude pressochè in media, con un leggero deficit pari al -21%. Il record di minor precipitazioni, spetta all’ottobre del 1995 con un deficit del -81%.

Fonte : http://www.isac.cnr.it/climstor/climate_news.html

Freddo e neve nella prossima settimana. Le cause

Il gelido vortice polare verrà probabilmente sloggiato, per la prima volta e addirittura con largo anticipo stagionale, dal circolo polare verso l’Europa continentale. Neve anche sulle pianure europee? E per l’Italia?

Per coloro che non sono interessati alla disquisizione tecnica, consiglio di leggere solo le conclusioni finali a piè di pagina.

Il forte precoce innevamento avvenuto in ottobre sulla Siberia centro-orientale (Fig.1 e 2), ha generato in loco un robusto anticiclone  freddo (“l’anticiclone russo”)  il quale ancora più si intensificherà in settimana fino a valori elevati di 1045 hPa (Fig.3), estendendosi nel contempo verso est fino alla penisola della Kamchatka.

L’anticiclone russo è di natura termica, ovvero generato dall’aria più fredda –  e quindi più pesante – che si genera negli strati prossimi al suolo (fino a 3-4 km di quota), dopo un prolungato contatto per più  settimane  con un suolo molto freddo perché innevato.

Ma l’anticiclone russo, come tutti gli anticicloni termici, a quote superiori ai 3-4 km e fino a tutta la stratosfera (20-50 km), si trasforma in un ciclone caldo (fate un …atto di fede anche se la cosa vi sembri assurda! – fig.4 )

A sua volta Il ciclone caldo stratosferico rallenta, indebolisce e distrugge in loco il sottostante ciclone freddo del vortice polare  al livello stratosferico (VPS) e poi via via lo rallenta e lo distrugge anche  ai…piani  inferiori fino al suolo e nello stesso tempo lo spinge al di là del circolo polare verso il Canada  (“splitting” del vortice polare ( Fig. 5 – confrontare la posizione con il giorno 2 in fig.4).

Il vortice polare, al di fuori  della sua naturale sede, ovvero al di fuori del circolo polare è in balia delle …onde ed ora, come un isolato mulinello d’acqua in seno alle  corrente di un fiume, viene trasportato da ovest verso est dalle forti correnti occidentali presenti per tutto l’anno mediamente tra 30 e 60 gradi di latitudine.

Per cui dal Canada il defenestrato Vortice Polare, viaggerà verso est fino a raggiungere intorno al 7 di novembre l’Europa continentale con il suo  bagaglio di aria gelida (fig. 6).

L’arrivo del vortice polare sull’Europa continentale intorno al 7-8 novembre è confermato anche dalla fig.7, la quale riporta, per il nocciolo duro del vortice ciclonico polare a livello stratosferico, la vorticità ciclonica. In pratica la vorticità ciclonica stratosferica consente di individuare con precisione la posizione del VPS.

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Conclusioni

Quali saranno gli effetti sull’Europa e sull’Italia dell’arrivo del vortice polare intorno al 7-9 novembre?

Eccoli:

  • Europa

Freddo su tutta l’Europa (fig.8) con nevicate tra il 7 e il 10 novembre anche in pianura su(fig.9), oltre che in Russia e Scandinavia anche su Scozia, Nordest Europa, Sud Germania, Sud Francia, Nord Spagna, Balcani (fig.9)

Avevamo dato un anticipo della notizia già il 26 ottobre con questo articolo ( vedi  qui );

  • Italia

Tra il 7 e il 10 novembre freddo anche in Italia con cali termici di 4-6 gradi già il 7 novembre in sole 24 ore. Ulteriori cali sono attesi tra l’8 e il 10 novembre. Nevicate sulle Alpi e deboli nevicate anche sull’Appennino abruzzese (ancora fig.9).

Fonte : http://www.meteogiuliacci.it/meteo/articoli/editoriali/freddo-e-neve-nella-prossima-settimana-le-cause