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..…E SE GLI OCEANI……

Qualche giorno fa mi è passata per la testa una cosa che mai prima d’ora avevo pensato e che mai avevo sentito o letto in internet.

Stavo pensando a quali valori di anomalia di temperatura sarebbero usciti a metà mese per il mese di Giugno da parte della Nasa o del Noaa e subito ho pensato all’utilizzo che loro fanno delle SST ( Sea Surface Temperature ) utilizzandole sotto forma di anomalia di temperature per calcolare le anomalie globali. Il Noaa non le cita, ma la Nasa ci indica nella pagina in cui rilascia i valori di temperatura che il valore delle SST è utilizzato in maniera diretta nel calcolo delle anomalie globali.

Ecco la pagina delle GISS:

http://data.giss.nasa.gov/gistemp/tabledata/GLB.Ts+dSST.txt

Ora non voglio star qui a discutere del modo in cui vengono calcolate o se vengono considerate quanto dovuto nell’emissione del dato finale, considerato che rappresentano il 70% della superficie terrestre. In questo documento PDF che riporto viene spiegato abbastanza bene l’importanza delle SST e di come vengono calcolate:

http://www.dta.cnr.it/dmdocuments/pubblicazioni/volume_clima_07/AT_05/5-01_melani.pdf

Il dubbio allora mi viene ripensando alle norme OMM che vengono utilizzate per delineare al meglio le condizioni e la metodologia con cui andrebbero fatte le rilevazioni. In questo sito ho trovato le varie regole che andrebbero rispettate, ho preferito riportare un sito piuttosto che scriverle nell’articolo per evitare di allungarlo e anche perché molti di voi già le conoscono queste norme.

http://www.sardegna-clima.it/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=79&Itemid=163

Queste norme sono molto chiare ed il loro obbiettivo è quello di rendere il più vero possibile la misurazione della temperatura dell’aria di un determinato posto, però, un attimo, stiamo parlando di aria…… ……ma allora perché usiamo le SST? Mi spiego meglio, il 30% del pianeta è formato dalle terre emerse, io direi che circa un terzo di questa porzione è coperta dalle stazioni di rilevamento e la restante parte è coperta per interpolazione dei dati, so che tali metodi non danno misure attendibili, ma di questo ce ne siamo occupati in altre occasioni.

Si viene a creare quindi un paradosso, in questo 30% del pianeta utilizziamo giustamente le temperature dell’aria e allora perché per il restante 70% usiamo le temperature superficiali dei mari?

Dovremmo utilizzare le norme OMM anche sopra gli oceani e dovremmo usare i valori di temperatura rilevati a 2m sopra il livello dell’acqua e non la sua temperatura superficiale. È come se per quel 30% di terre emerse utilizzassimo i valori della temperatura dei primi centimetri di terreno invece che quelli dell’aria. Tutto questo mi porta a pensare che se davvero volessimo scoprire le anomalie delle temperature atmosferiche dovremmo smettere di usare le SST che con la temperatura dell’aria non c’entrano niente. Io da sempre sono strenuo difensore del fatto che le SST dai centri mondiali vengono spesso valutate meno del peso effettivo che hanno, ma questo ora viene completamente rovesciato.

Ora voi direte sicuramente che nell’oceano la temperatura dell’aria è molto simile a quella della superficie dell’acqua e che diversamente dalle terre emerse varia molto poco spostandosi anche di molti chilometri, questo anche perché ovviamente il mare ha lo stesso livello ovunque, però non si considererebbe il fatto che l’acqua ha una capacità termica superiore dell’aria, anche se stiamo parlando di pochi mm di acqua. In mare aperto la temperatura dell’aria può variare in base al vento, alla presenza di nuvole o si sistemi perturbati e nel caso di zone fino a qualche chilometro al largo delle coste la temperatura dell’aria risente anche delle temperature presenti in costa. Il mare invece in presenza di cielo nuvoloso non perde la stessa quantità di calore, mentre se è presente un vento molto forte rimescolandosi si raffredda più velocemente.

Io chiudo l’articolo qui, lascio a voi i commenti sulle possibili conseguenze.

FABIO

Correlazione tra minimo solare e anomalie oceaniche

Si è sempre detto che i frutti di questo minimo solare si dovessero vedere prima sugli oceani e successivamente sulle terre emerse, ecco finalmente le prime risposte!

Il primo grafico si riferisce alle anomalie oceaniche globali, si vede chiaramente come dal 2005 ad oggi si siano persi circa 0.2 gradi centigradi; è vero che il massimo solare si è verificato nel 2001 ma bisogna considerare il tempo di latenza impiegato dagli oceani ad immagazzinare e disperdere l’energia proveniente dalla nostra stella.

Stesso discorso per l’emisfero nord, dove la perdita di calore arriva quasi a sfiorare il mezzo grado.

Andando più nello specifico, la cosa che mi stupisce è proprio vedere come le curve siano pressochè sovrapponibili sia per il nord Atlantico che per il Pacifico, entrambi in progressivo raffreddamento, ciò mi fa pensare che l’artefice di tutto ciò non possa essere che un solo, la cui influenza si fa sentire non al livello locale ma globale, esso non può essere nient’altro che la nostra stella!

Ecco i due grafici:

Trend un pò diverso, ma non troppo e sempre in diminuzione, per l’artico, il quale dopo l’impennata termica della nefasta estate 2007 si sta riprendendo alla grande.

Uno sguardo anche all’ emisfero sud il quale non si fa certo pregare a seguire il suo collega settentrionale, qui abbiamo una casistica di oltre 150 anni, notate anche come i picchi relativi al 1875 e 1900 siano stati ben superiori al decennio 90/2000…alla faccia del global worming.

Qui troviamo l’andamento dei singoli oceani, Atlantico meridionale in rosso, pacifico meridionale in blu e indiano in verde. Tutti in sostanziale diminuzione.

Dulcis in fundo, l’antartide, qui ogni commento è superfluo.

Domanda: Alla luce di questi fatti, siamo davvero sicuri che l’attività umana sia alla base dei cambiamenti climatici? Forse questa è una domanda che dovrebbe esser posta all’opinione pubblica e agli scienziati dell’IPCC. La risposta che tutti noi sappiamo, sicuramente condivisa dalla maggior parte degli scienziati è una sola:
Non esistono cambiamenti climatici se non su scala millenaria, ma solo una ciclicità del clima che si modifica in base all’energia che giunge alla terra.

Fonte grafici: http://bobtisdale.blogspot.com/

Scritto da Frozen