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Ancora approfondimenti di base sul sole

Dopo aver introdotto l´argomento di base del sole con informazioni generali:

http://daltonsminima.wordpress.com/2009/11/24/alcune-informazioni-generali-sulla-stella-sole/

cerchiamo di approfondire un poco il discorso su alcune caratteristiche importanti e di cui avete letto in alcuni bellissimi articoli di ALE.
Vorrei quindi parlare in questo primo approfondimento di: Dinamo solare, tachocline, CME (espulsioni di masse coronali), CH (buchi coronali).

DINAMO SOLARE
Per dinamo solare si intende il processo fisico che genera il campo magnetico solare. Il Sole è circondato da un campo magnetico dipolare, (come qualsiasi batteria per intenderci con un polo positico e un polo negativo) così come molti altri corpi celesti, fra i quali la Terra. Il campo dipolare è prodotto da una corrente elettrica circolare che fluisce in profondità seguendo la legge di Ampère. Questa corrente è prodotta da uno sforzo di taglio (uno “stiramento di materia”) fra parti differenti del Sole che ruotano a velocità diverse, (come abbiamo visto nell´articolo precedente il sole ruota piú lentamente ai poli e piú velocemente all´equatore, tanto per rendere l´idea immaginiamo un fiume che scorre, la sua corrente sará piú rapida al centro e piú lenta vicino le rive e cosí come nel fiume ogni tanto si formano per questa differente velocitá dei mulinelli di acqua o dei piccoli gorghi anche nel sole si formano questi mulinelli) e per il fatto che il Sole stesso sia un ottimo conduttore elettrico (e dunque governato dalle leggi della magnetoidrodinamica).

Rappresentazione degli sforzi tangenziali agenti su un fluido.

I fluidi con caratteristiche di conduttori elettrici possono formare una dinamo semplicemente tagliando il fluido stesso come conseguenza della Legge di Lenz dell’induzione: muovendo un fluido attraverso un campo magnetico preesistente si induce la corrente elettrica nel fluido che distorce il precedente campo magnetico. La direzione della distorsione è quella in cui le linee di campo tendono ad essere trascinate via col fluido. Se il flusso possiede una componente di sforzo di taglio, ogni linea di campo è tirata dalla corrente amplificando così il campo magnetico esistente. Questi sistemi sono chiamati dinamo MHD. A seconda della struttura del flusso, la dinamo può essere autoeccitata e stabile, autoeccitata e caotica o decadente.

La dinamo solare è autoeccitante e caotica: la direzione del campo si inverte ogni 11 anni circa , causando il ciclo delle macchie solari. Il meccanismo dettagliato della dinamo solare non è noto ed è oggetto di ricerche.

Tachocline

Il termine tachocline designa la zona di transizione, all’interno del Sole, tra la zona radiativa e la zona convettiva (di cui parleremo in un prossimo articolo) . Situata nel terzo più esterno della stella, la tachocline segna il passaggio tra la parte più interna della stella, la cui rotazione è paragonabile a quella di un corpo solido, e la porzione esterna, che ruota in maniera differenziale comportandosi come un fluido. Recenti studi condotti tramite l’indagine eliosismologica (studio di come le onde di pressione si propagano sul Sole) indicano che la tachocline abbia un raggio circa 0,70 volte quello del Sole. Gli astrofisici ritengono che tali dimensioni siano una delle cause dei campi magnetici che caratterizzano la stella: infatti le simmetrie e l’estensione della tachocline sembrano rivestire un ruolo di primo piano nella formazione della cosiddetta dinamo solare, poiché rinforzano i deboli campi poloidali creando un più intenso campo di forma toroidale.
Alla tachocline la rotazione del sole si modifica bruscamente

Rielaborazione computerizzata dei dati eliosismologici che mette in evidenza la disposizione e la struttura della zona radiativa, della tachocline e della zona convettiva.

In geometria toro rappresenta una forma geometrica a forma di ciambella, un vero e proprio salvagente.

Può essere ottenuta come superficie di rivoluzione, facendo ruotare una circonferenza, la generatrice, intorno ad un asse di rotazione appartenente allo stesso piano della generatrice, ma disgiunto da questa.

Espulsione di massa coronale

Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è una espulsione di materiale dalla corona solare, osservata con un coronografo in luce bianca.

Il materiale espulso, sotto forma di plasma è costituito principalmente da elettroni e protoni (oltre a piccole quantità di elementi più pesanti come elio, ossigeno e ferro), viene trascinato dal campo magnetico della corona. Quando questa nube raggiunge la Terra (in questo caso viene chiamata ICME – Interplanetary CME) può disturbare la sua magnetosfera comprimendola nella regione illuminata dal Sole ed espandendola nella regione non illuminata. Quando avviene la riconnessione della magnetosfera nella zona notturna, si generano migliaia di miliardi di watt di potenza diretti verso l’atmosfera terrestre superiore, che provocano aurore particolarmente intense (dette anche Luci del Nord nell’emisfero boreale e Luci del Sud nell’emisfero australe). Le espulsioni di massa della corona assieme ai flare possono disturbare le trasmissioni radio, creare interruzioni di energia (blackout), danneggiare i satelliti e le linee di trasmissione elettriche. La più grande perturbazione geomagnetica venne misurata da Kew Gardens e coincise con la prima osservazione visuale di un flare nel 1859 di Richard Christopher Carrington.

Buco coronale (CH Coronal Hole)

Un buco coronale ripreso dalla sonda STEREO.

I buchi coronali sono aree dove la corona del Sole è più scura, più fredda delle arre circostanti; anche il plasma possiede qui una densità inferiore. I buchi coronali sono stati scoperti quando i telescopi a raggi X della missione Skylab furono lanciati oltre l’atmosfera terrestre per rilevare la struttura della corona. Questi buchi sono in relazione con delle concentrazioni unipolari di linee di campo magnetico aperte; durante il minimo solare, i buchi coronali si trovano principalmente nelle regioni polari del Sole,mentre durante il massimo solare sono dislocate in tutta la superficie solare.

There are no large coronal holes on the Earth-facing side of the sun. Non ci sono CH in questa data.

I componenti ad alta velocità del vento solare si sa che transitino lungo le linee magnetiche che passano attraverso i buchi coronali.
I buchi coronali fanno aumentare il vento solare o solar flux. Anche in mancanza di macchie solari il solar flux puó aumentare se sono presenti dei CH.

Spero che questa prima fase, sia stata chiara, ma il sole lo stanno ancora studiando tanti scienziati ed ancora ci sono tante cose da scoprire, e certamente non é un oggetto che si fa studiare da vicino e tanto meno ama essere prevedibile!
Comunque alla prossima parleremo del campo magnetico, della corrente eliosferica, e delle macchie solari.

SAND-RIO

Pressione del vento solare in calo costante…che fine hanno fatto i buchi coronali?

1Fonte: www.wattsupwiththat.com

Questo grafico proviene dall’archivio del Dr. Archibald e considera il valore della pressione solare dal 1970 ad oggi.

Credo che ogni commento sia quasi inutile.

A proposito di vento solare, non so se avete notato che negli ultimi 20-30 gioni circa, esso è costantemente a valori bassissimi, intorno ai 300 km/s.

Questo è dovuto al fatto che, oltre alla bassa attività solare, sono venuti meno anche i buchi coronali che fino ad un mese fa facevano la loro comparsa innalzando la velocità del solar wind.

Rimando la spiegazione del motivo per cui i buchi coronali si siano interrotti all’improvviso al nostro esperto Alessandro.

Stay tuned, Simon

Corona Holes e struttura monopolare del Sole durante il Minimo di Maunder (SPIEGAZIONI IN FONDO)

Nel post passato ( http://daltonsminima.wordpress.com/2009/04/14/buchi-coronali-e-ciclo-solare-ce-qualcosa-di-molto-strano-proprio-come-durante-il-minimo-di-maunder) abbiamo affrontato l’argomento corona holes subequatoriali (CHs), abbiamo visto come queste manifestazioni del campo magnetico globale della nostra stella (GMF) possano ben correlarsi con il ciclo solare, in questa seconda parte analizzeremo la situazione del GMF, e quindi delle CHs, solare esistente durante il Maunder’s Minimum e le confronteremo con la situazione attuale trovando analogie e differenze.
Durante il minimo solare il campo magnetico globale (GMF) della stella vive in una condizione di bipolo magnetico in cui i poli magnetici coincidono topologicamente con i poli geografici; questa situazione di profonda quiete presenta il cosiddetto “omega-effect” del campo magnetico (Fig. 1, Parte alta): in questa situazione il campo magnetico dell’astro si estende da polo a polo disegnando una figura che ricorda la lettera greca “omega” appunto. In questa situazione il dominio della cosiddetta eliosfera, ossia la zona in cui si è immersi nel campo magnetico del Sole è massimo ma per contro molto debole. Durante il masimo invece le linee di campo magnetico “twistano” dando luogo al cosiddetto “alfa-effect”, sempre perchè ricordano la lettera greca “alfa” (Fig.1, Parte bassa) focalizzando dando luogo a campi magnetici molto intensi localizzati in una piccola superficie (si fa per dire visto le notevoli dimensioni comunque in gioco) generando il fenomeno delle sunspot.

FIG.1

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Questa è la dinamo solare e il filmato “http://sohowww.nascom.nasa.gov/gallery/Movies/dynamo/dynamo.mov
lo fa capire molto bene.

Un’altra doverosa premessa sta nella lunghezza di un ciclo solare, il ciclo di Schwabe di 11 anni rappresenta in realtà un semiciclo, il “vero” ciclo solare è in verità composto da coppie di cicli e si definisce come il tempo che occorre affinchè un polo magnetico assuma polarità invertita (Sun Polar Flip) per poi ritornare alla medesima polarità. Un ciclo completo di GMF è dunque composto da due cicli di Schwabe. Generalmente il “Sun’s polars Flip” (Ref: “http://science.nasa.gov/headlines/y2001/ast15feb_1.htm“) avviene in coincidenza del massimo del ciclo solare undecennale (di Schwabe), è uno dei punti più delicati del ciclo stesso in quanto il GMF nell’approcciarlo passa da una situazione di dipolo (minimo) a quadrupolo (a poco più di un anno dal massimo) e poi octapolo, il GMF quindi si disgrega definitivamente, uno dei due poli magnetici inverte il segno. Siamo ora nel momento più delicato, la stella ha i due poli geografici con il medesimo segno, entro alcuni mesi l’astro deve necessariamente invertire la polarità dell’altro polo altrimenti il GMF assume una struttura profondamente sbilanciata:

FIG.2

getactacmentIn questa situazione sia l’omega-effect, responsabile dell’interazione elettromagnetica interplanetaria e quindi dell’estensione e della forza dell’eliosfera, sia l’alfa-effect dal quale dipendono le sunspot come durata, grandezza e magnitudo, risultano assai indeboliti: “great minimum arrive”; affermano gli autori.
Fu proprio una situazione come questa, nella quale la stella presenta i poli geografici con il medesimo segno magnetico, che caratterizzò l’intero Maunder’s Minimum; è infatti una situazione del GMF che una volta instaurata risulta essere molto stabile e diventa la caratteristica di molti cicli a venire.
Il motivo fisico alla base di questo fenomeno è che il campo elettromagnetico della stella è una grandezza costante (almeno entro certi limiti temporali), splittando il campo elettromagnetico in più subunità si ottengono interazioni elettromagnetiche più deboli di quelle ottenibili se ci fossero solo 2 zone distinte a polarità opposta.
Nel POST precedente abbiamo parlato delle due grandi CHs transequatoriali a polarità opposta, in particolare la CH366 (Polarità Nord) in data 7-8 Aprile è scesa molto di latitudine fino ad arrivare molto vicino alla CHs del Polo Sud, questo significa che due sistemi a polarità opposta si sono molto avvicinati, le linee del campo magnetico che si dipartono da questa CH si congiungono con il vicino polo Sud del Sole “lanciando” le particelle del vento solare alla ragguardevole velocità di 560 Km/s, la struttura quadrupolare della Stella sembra consolidata;

FIG.3

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Il passo successivo potrebbe essere un’ulteriore split delle CHs che dia origine ad un ottapolo seguito poi dall’inversione di segno di uno dei due poli geografici del Sole che è previsto per il 2012.
Ricapitolando brevemente il GMF della stella che nella situazione di minimo è ben piantato sui poli ed è alla base del cosiddetto “omega effect”, tende da prima a splittarsi per generare un quadrupolo (situazione attuale), l’ulteriore split genera un octapolo e via così.
La rotazione dell’astro tende a “spalmare” le zone magneticamente omogenee in fotosfera generando un sistema del tipo descritto in Fig-2.
A questo punto occorre fare un inciso, gli autori del lavoro che stiamo commentando affermano che al fine di avere una inversione di polarità senza intoppi occorre che il numero di Wolf relativo alle sunspot per ogni emisfero sia almeno di 20 in corrispondenza del “Sun-Polar-Flip”, maggiore di 40 in totale. Per meglio intenderci pensiamo di dividere il Sole in due distinti emisferi e calcolare l’SSN per ogni emisfero ottenedo un valore N(nord) per l’emisfero nord e N(sud) per l’emisfero sud, in corrispondenza del PolarFlip occorre che N(nord) > 20 e N(Sud) > 20 con condizione NECESSARIA N(tot) = N(Nord)+N(Sud) > 40, se così non fosse il polo con numero di SSN più basso non invertirà la polarità e la stella verrebbe a trovarsi in un “Deep Minimum” paragonabile in tutto e per tutto al Minimo di Maunder.
Volendo valutare l’attuale situazione della nostra stella alla luce di queste nuove conoscenze possiamo affermare che l’attuale minimo solare presenta aspetti molto interessanti scientificamente parlando:

di tutte le spot ciclo 24 formatesi fino ad oggi hanno visto l’emisfero Nord fare la parte del leone, mentre l’emisfero Sud ha generato ben poche SunSpot ciclo 24.
L’Ap index e il Kp index, indici che sono correlati con il GMF dell’astro, sono da molto tempo fissi su valori molto bassi classificati QUIET.
Le sunspot restano molto poche e fanno molta fatica oltre che a emergere (focalizzare) a perdurare nel tempo.
Questo ciclo solare ha fin dalla sua nascita presentato alcune “strane peculiarità” per quello che concerne l’assetto e la polarità delle manifestazioni elettromagnetiche:
fonte : “http://www.spaceweather.com/archive.php?view=1&day=11&month=01&year=2008
Occorrerà monitorare con attenzione i prossimi mesi per avere conferme o smentite sulla ormai reale possibilità di vedere il Sole in un Deep Solar Minimum assimilabile al Minimo di Maunder.

Fonte:”Monopolar structure of the Sun in between polar reversals
and in Maunder Minimum” D.K. Callebaut et al.; Advances in Space Research, 40, (2007), 1917–1920.
Per chi volesse saperne di più sulla fisica solare può visitare:
http://solarscience.msfc.nasa.gov/index.html

ALESSANDRO

Il punto di simon: cerchiamo di capire un pò di più:

Allora ragazzi, l’articolo è tosto, ma ora cercherò di fare un riassunto concettuale.

Innanzitutto cos’è il polar flip? Bene, esso è il momento che avviene durante il picco del massimo di ogni ciclo solare in cui i poli magnetici del sole (nord e sud) si spostano verso l’altro polo.Nel caso attuale, il magnetismo del polo nord si sta spostando verso il polo sud, e ciò lo capiamo infatti dai buchi coronali transequatoriali che dall’emisfero nord del sole si stanno spostando appunto verso quello sud! Ciò di solito, come scritto anche nel precedente articolo di alessandro dei buchi coronali, è normale quando siamo nel polar-flip, cioè nel picco del massimo di attività solare! Non di certo ora che in teoria siamo nel bel mezzo di questo minimo eccezionale!

Che succede allora? stiamo forse già attraversando il picco massimod el ciclo 24 e le macchie di polarità invertita che noi attribuiamo al ciclo 23 sono in realtà già le prime macchie del prossimo ciclo, ovvero del 25?

Il campo magnetico solare attuale quindi, non è più in una condizione di dipolo mgnetico come durante un normale minimo, ma di quadrupolo (vicino al massimo), la successiva tappa è la formazione di un octapolo ed infine il cambio di polarità.

Ma tale situazione è la più delicata, il campo magnetico deve invertire ora la rotta cioè cambiare di poalrità, altrimenti si andrebbe incontro inevitabilemnte in un superminimo! Per intenderci questa è la stessa situazione che molto probabilmete si ebbe nel minimo di maunder, in cui il campo magnetico solare si trovò per lunghissimo tempo in una situazione di campo magnetico bloccato, in cui quindi il sole nn riusciva ad invertire la polarità del campo magnetico, nn risucendo quindi a generare le macchie!

Affinchè avvenga un cambio di polarità senza intoppi, occorre che durante il polar-flip le macchie solari del ciclo 24 abbiano per ciasun polo solare un SSN di almeno 20 per polo (nord e sud), alttrimenti la situazione è destinata a virare inesorabilmente verso un superminimo stile maunder o sporer!

Secondo voi questo sta accadendo?

Direi proprio di no, visto e considerato l’esigua presenza delle macchie del ciclo 24 ed anzi la maggiore presenza di quelle del ciclo 23!

Questo è il succo dell’articolo, spero di avervelo facilitato!

Simon

PS. ALE FAMMI SAPERE SE HO SCRITTO PANZANATE, E MI RACCOMANDO CERCA DI RISPONDERE ALLE DOMANDE DEI LETTORI!