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Dubbi sull’efficacia di mitigazione climatica (Approfondimento a Prima parte)

Prendo lo spunto da un recente articolo di R. Reitano su CA http://www.climalteranti.it/2010/10/31/il-primo-scettico-del-riscaldamento-globale/

Che cito:

“l’equilibrio convettivo è mantenuto nella parte bassa della troposfera fino a circa 10 km, mentre più in alto si mantiene l’equilibrio radiativo. L’importante conseguenza è che i dettagli dell’assorbimento nella bassa troposfera non hanno importanza poiché il calore “viene diffuso e trasferito verso l’alto dalla convezione”. In altre parole, chi governa il bilancio energetico della terra è il bilancio radiativo nell’alta troposfera e lì la concentrazione di CO2 ha un peso.”

Trovo queste affermazioni incomprensibili, perché nel caso in cui tutte le radiazioni di infrarosso nelle bande di assorbimento del CO2, fossero captate in bassa troposfera dal CO2 o dal vapore acqueo, mai giungerebbero in alta troposfera se ci fosse una trasmissione per convezione. Inoltre nel caso in cui l’energia arrivi in alta troposfera, per convezione, ed una molecola di CO2 fosse colpita, al superamento del proprio punto di equilibrio questa potrebbe emettere radiazioni infrarosse, molte delle quali sarebbero rivolte verso la terra. Ma se ci fosse saturazione in bassa troposfera queste radiazioni sarebbero captate anche in discesa e mai giungerebbero in superficie.

Lindzen invece dice che il sistema è misto e quindi una parte di energia assorbita in bassa troposfera è trasmessa sempre con radiazione, in questo caso potrebbe giungere fino alla alta troposfera, ma anche tornare verso la terra. C’è da chiedersi allora quanta della CO2 emessa ha effettivamente un effetto di riscaldamento sicuramente non il 100%

Sempre il Reitano dice:

La regione in cui avviene l’assorbimento si allarga progressivamente, indicando un aumento dell’assorbimento anche oltre la saturazione nella parte centrale. Per una riga non troppo assorbita l’effetto di queste code è minimo, ma per una molecola fortemente saturata come quella del CO2 si ha un assorbimento significativo anche per le parti più esterne della riga, e in queste zone l’assorbimento dipende dalla concentrazione”

Questa capacità di assorbire di più conta però solo in alta troposfera perché nella bassa, comunque poi l’energia si dovrebbe trasmettere prevalentemente per moto convettivo, e poi ci sarebbe il vapore a captare quello che sfugge al CO2.

Il Reitano conclude segnalando un articolo del prof Bardi che cito: 

Vi spiego una volta per tutte come funziona l’ “effetto serra” e perché sarebbe meglio chiamarlo “effetto coperta”.

L’effetto coperta: perché i gas serra scaldano la terra Di Ugo Bardi”

“In particolare, dobbiamo considerare la CO2 che è il gas più importante nell’effetto di riscaldamento globale causato dall’attività umana. E’ vero che la bassa atmosfera è “satura” di CO2 in termini di assorbimento ottico nella sua finestra. Quello che cambia è negli strati dell’alta atmosfera, la zona “non satura”, dove la CO2 può irradiare verso lo spazio esterno. Aumentando la concentrazione di CO2, la zona non satura si sposta verso l’alto. Ovvero, aumentando la concentrazione della CO2 è come aggiungere delle coperte alla terra. E’ sempre l’ultimo strato, come l’ultima coperta, che fa il possibile per equilibrarsi con la bassa temperatura dell’universo. Ma dal punto di vista della superficie terrestre, l’effetto è un maggior riscaldamento per via del maggior spessore di “coperte”.

La coperta come la serra blocca i moti convettivi, invece l’atmosfera è un sistema aperto dove la convezione in presenza di vapore acqueo è solo rallentata ( le temperature notturne nei deserti calano rapidamente proprio per la mancanza di vapore acqueo) Ma anche in presenza di vapore acqueo in atmosfera  avviene uno scambio di energia con l’esterno in quanto il calore viene portato in alto.

Io lo chiamerei effetto atmosfera.

A questo proposito sarebbe interessante analizzare l’andamento delle temperature notturne e diurne degli ultimi 40 anni in ambienti con scarsa umidità come i deserti in particolare il Gobi che è a latitudini alte. Il rateo di riscaldamento delle temperature notturne nel Gobi dovrebbe indicare l’effetto dei gas climalteranti in particolare il CO2 senza il feedback del vapore acqueo. Ma non le trovo.

La relazione fra la concentrazione di CO2 e l’effetto riscaldante non è lineare, è logaritmica. Ma, sulla Terra, siamo ancora ben lontani dalla saturazione dell’effetto della CO2; ovvero una condizione in cui aggiungere altra CO2 non cambia le cose. Se ci fossimo arrivati, saremmo nella condizione di Venere, con qualche centinaio di gradi di temperatura alla superficie del pianeta.”

Però potrebbe essere che il raffreddamento della superficie di  Venere sia molto rallentato da un’atmosfera costituita prevalentemente da CO2 che è un molecola più grossa e più pesante dell’ossigeno e dell’azoto che costituiscono l’atmosfera terrestre. Il rallentamento del raffreddamento determina un accumulo dell’energia solare  ( che viene continuamente ricevuta da venere) e quindi un riscaldamento della superficie. Se l’atmosfera terrestre avesse la concentrazione di CO2 di Venere e il fenomeno anziché essere convettivo fosse radiativo come sostiene il Bardi la terra in base ai valori di forzante indicati da Hansen sarebbe una palla di fuoco.

Dopo queste riflessioni mi chiedo che efficacia possa avere la riduzione delle emissioni sulla mitigazione climatica.

Skeptical science ci dice:

La quantità di CO2 che la natura emette (da oceani e vegetazione) è bilanciata dal naturale assorbimento (ancora da oceani e vegetazione). Lo sconvolgimento delle emissioni da parte dell’Uomo ha dato luogo a concentrazioni di CO2 mai viste negli ultimi 800000 anni. L’azione dell’Uomo genera emissioni nell’atmosfera per 26 Gt (miliardi di tonnellate) di CO2 all’anno e l’aumento di concentrazione della CO2 in atmosfera equivale a 15 Gt per anno, ciò significa che buona parte delle emissioni sono assorbite dai pozzi sopra citati.

Solo 15 Gt CO2 su 26 di perturbazione aggiuntiva annua rimangono in atmosfera che è circa il 57% quindi abbassando del 20% le 26 Gt di CO2 emesse cioè emettendo 21 Gt anziché 26 a riduzione in atmosfera non sarebbe di 5 Gt di CO2 ma solo del suo 57% cioè di 2,8 Gt.

Non solo come già ci ha spiegato Scafetta anche se qualcuno non lo ha capito, il 20 % di aumento delle concentrazione di CO2 osservato nell’ultimo secolo ci sarebbe stato comunque perché è naturale ed è legato al riscaldamento. Quindi anche riducendo a zero le emissioni antropiche ci sarebbe comunque la CO2 ( e il metano di origine naturale).

Quindi abbiamo ridotto di 5 Gt CO2 annuo le emissioni antropiche, ma l’effetto in atmosfera è solo di 2,8 Gt CO2 senza contare il tempo di equilibrio secolare, però ci spiegano che tutto il CO2 in bassa atmosfera conta poco, o meglio ha un’azione solo per quella % di CO2 che una volta assorbiti gli ir trasmette energia per radiazione.

Nessuno mi sa dire quant’è questa % mettiamo sia il 25% che quindi vanno stornati alle tonnellate di emissioni risparmiate cioè 2,8 Gt CO2 quindi l’azione di riduzione delle emissioni sul clima sarebbe 2,1 Gt CO2 meno della metà delle emissioni ridotte, dubito che serva a qualcosa. Mettiamo invece sia il 75% la riduzione sarebbe solo su 0.7 Gt CO2 praticamente inconsistente.

Claudio Costa

CLIMATISMO: La credenza nel riscaldamento globale di origine antropica é ormai (quasi) una religione.

Climatism  (in inglese) è la credenza nel riscaldamento globale antropico (AGW) e dei suoi effetti apocalittici da giorno del Giudizio,  senza ricorrere al pensiero razionale o a un esame completo delle prove scientifiche. Questo fa parte di una recente tendenza  eco-religiosa nella società occidentale, dove viene ignorata la scienza ma vengono utilizzate parole scientifiche come copertura  del sistema di credenze.

Nel Regno Unito: in una sentenza storica, il giudice Michael Burton ha detto che” la fede nei cambiamenti climatici artificiali… è in grado, se realmente dichiarato,  di essere una convinzione filosofica ai fini di una regolamentazione della credenza nella religione”

[http://www.telegraph.co.uk/earth/earthnews/6494213/Climate-change-belief-given-same-legal-status-as-religion.html]

Ambientalismo come religione

Questo è il titolo di un articolo in The New Atlantis – A journal of Technology and Society [http://www.thenewatlantis.com/publications/environmentalism-as-religion] “per alcuni individui e la società, il ruolo della religione sembra sempre più  riempito da ambientalismo. … Per comprendere meglio il futuro della politica climatica, dobbiamo capire da dove è venuta la  “ecoteologia” e dove è probabile che arrivi. ”

Dall’articolo:

  • ” L´ambientalismo progressivamente sta prendendo forma sociale di una religione per soddisfare alcuni bisogni individuali associati con la religione, con grandi politici e implicazioni politiche. … Siamo tutti peccatori di energia, condannati a morire, a meno che noi cerchiamo la salvezza, che ora è chiamata  sostenibilità. La sostenibilità è la salvezza nella Chiesa dell’ambiente. Proprio come il cibo biologico è l´ostia consacrata della sua comunione. La vendita di indulgenze è fuori  moda in questi tempi. Ma ora si può attenuare il senso di colpa acquistando crediti di carbonio. … L´uso di un nuovo linguaggio  di riformulazione delle tendenze culturali e sociali,  suggerisce l’ascesa di quello che  Allenby chiama un pericoloso nuovo “fondamentalismo del carbonio “.
  • ” La fede, nella formulazione originale di Kierkegaard: é l’atto di credere in qualcosa senza o a dispetto di prove empiriche. … L´ambientalismo é sempre più  basato sulla fede, James Lovelock dice:  “sono d’accordo con voi incondizionatamente. L’uomo ha probabilmente un desiderio di una ideologia evolutiva per giustificare le sue azioni. Il pensiero verde è come una religione, cristiana o musulmana che sia, è solo un’altra ideologia. “
  • ” Una  preoccupazione piú profonda  è l’ espansione di irrazionalità nella realizzazione delle politiche pubbliche. … I processi basati sui dati sperimentali della scienza sono soffocati dall´inserimento di sistemi di credenze che si basano sulla forza archetipica ed emotiva…. L’autorità della scienza è invocata non per l´illuminazione dei fatti,  ma come fondamento ideologico di una politica autoritaria. “
  • ” l’approccio empirico  rimasto solo in una piccola parte di scienziati (i cosidetti scettici) serve per ridurre i pericoli di zelo e per mantenere il minimo di sopravvivenza scientifica. Una rigorosa attenzione sui fatti e sulla ragione quando possibile puó evitare un eccesso di errori  nella politica.

Freeman Dyson, (pensionato professore di fisica presso l’Institute for Advanced Study, Università di Princeton) ha scritto una recensione di un paio di libri sul riscaldamento globale (“la questione del riscaldamento globale”, New York Review of Books [http://www.nybooks.com/articles/archives/2008/jun/12/the-question-of-global-warming/?page=1]) in cui egli ha dichiarato:

  • L´ambientalismo ha sostituito il socialismo come religione laica . E l’etica dell’ambientalismo è fondamentalmente sana. Scienziati ed economisti possono concordare con i monaci buddisti e attivisti cristiani che la spietata distruzione degli habitat naturali è un male e invece una attenta  conservazione degli uccelli e farfalle è una cosa buona. La comunità mondiale degli ambientalisti — la maggior parte dei quali non sono scienziati — tiene alto il loro morale  pensando di guidare la  società umana verso un futuro di speranza. Ambientalismo, come una religione di speranza e di rispetto per la natura, esiste per rimanere. Questa è una religione che tutti possiamo condividere, anche se non crediamo che il riscaldamento globale è nocivo. “
  • Purtroppo, alcuni membri del movimento ambientalista hanno adottato anche come articolo di fede la convinzione che il riscaldamento globale è la più grande minaccia per l’ecologia del pianeta . Questa è la ragione per cui gli argomenti sul riscaldamento globale sono diventati amari e appassionati. Gran parte dell’opinione pubblica è giunta a credere che chi è scettico sui pericoli del riscaldamento globale è un nemico dell’ambiente. Gli scettici hanno ora il difficile compito di convincere l’opinione pubblica che è vero il contrario. Molti sono gli scettici  appassionati di ambientalismo ma sono inorriditi nel vedere come l’ossessione del riscaldamento globale  distrae l’attenzione pubblica da ciò che vedono come pericoli più gravi e più immediati per il pianeta, inclusi i problemi degli armamenti nucleari, il degrado ambientale e l´ ingiustizia sociale. “

(Per ulteriori informazioni su Freeman Dyson, vedere: http://www.appinsys.com/GlobalWarming/TheExperts.htm)

Pentitevi dei vostri peccati ambientali.

Un articolo nel Canada Free Press [http://canadafreepress.com/index.php/article/28434]:

  • “come tante altre fedi politiche, l´ambientalismo é anche un sistema di credenze accuratamente ipocrita, la predicazione di una fede che la propria élite non pratica. Se il peccato è il consumo  i suoi sostenitori  sono i peggiori peccatori. Ogni volta che Al Gore o altri leader ambientalisti girano in  jet intorno al mondo per promuovere i i pericoli del “carbonio” (visto come il Diavolo) , il resto del mondo li vede e li ricorda come  un clero ipocrito e marcio. “
  • “L´ambientalismo è diventata una teologia, fondendosi perfettamente con la guerra di classe e l´abbandono del progressismo tecnologico, per un gioco moraleggiante. Ma la sua unica vera religione è quella del potere. Dietro il rullare dei tamburi  della sua invettiva, si può facilmente individuare il metodo per controllare e  per arricchirsi vendendo  “Prodotti verdi” e “Occupazione verde” e per i programmi educativi che indottrinano questo credo nella mente e nell’anima di ogni bambino. “

Poi non ci dobbiamo stupire più di tanto di tali slogan:

Come visualizzato a treehugger:

http://www.treehugger.com/galleries/2009/06/coolest_environmental_advertis.php?page=1]

10: 10 Crea Video totalitari

[http://blogs.forbes.com/warrenmeyer/2010/10/07/why-blowing-up-kids-seemed-like-a-good-idea/]

[http://www.coyoteblog.com/coyote_blog/2010/10/al-gore-meets-movie-gore-climate-alarmism-jumps-the-bandersnatch.html]

Greenpeace come la gioventú Hitleriana spinge verso una visione totalitaria.

http://www.youtube.com/watch?v=Nf53N1CR_XU

Il cambiamento climatico rappresenta una questione morale? Che cosa direbbe Dio?

Questo è il titolo di un articolo in USA Today [http://content.usatoday.com/communities/greenhouse/post/2010/04/is-climate-change-a-moral-issue-what-would-god-say/1] “Dio cosa farebbe? Un crescente coro di voci è inquadrato negli sforzi per combattere il cambiamento climatico in termini morali e religiosi–detto dal Papa a un leader climatologo. ”

Il climatologo”leader” è James Hansen, il grande manipolatore di dati: “”la questione morale predominante del XXI secolo, quasi sicuramente, sarà il cambiamento climatico, paragonabile al nazismo, affrontato da Churchill nel XX secolo e la schiavitù affrontata da Lincoln nel XIX secolo “scrive James Hansen” (che ha vinto un premio di 100.000 $ per il suo allarmismo). (Vedi anche: http://www.appinsys.com/globalwarming/Hansen_GlobalTemp.htm)

“Papa Benedetto XVI conosciuto da molti come il”Papa verde”, si è sempre più pronunciato sulla tutela dell’ambiente, che egli considera come creazione di Dio. …, il Papa che ha guidato il Vaticano verso l’installazione di pannelli solari ed è entrato a far parte di un progetto di riforestazione per compensare le proprie  emissioni di carbonio, il Papa che ha  denunciato il fallimento dei leader del mondo per raggiungere un nuovo trattato per i cambiamenti climatici. ”

La questione in questo modo  crea un dilemma per i crociati del clima, dal momento che la paura è  aumentata negli anni ‘ 90 in cui non  c’è stato alcun ulteriore riscaldamento – o Dio non crede nel antropica del riscaldamento globale (o ha già fatto qualcosa al riguardo), o egli non esiste (o esiste ma non può cambiare le cose).

La prova  dell´ AGW come una religione

Un articolo presso il sito di notizie degli affari UE EurActiv dal titolo “EU R&D Gli sforzi ostacolati dalla ‘ eco-religione ‘”

Gli Stati europei non sono favorevoli ad  un’innovazione perché la loro visione del ruolo della scienza è cambiato” da  forza  buona per proteggerci dai mali della natura, improvvisamente é diventata una macchina  tecnologica  che ha portato le  grandi imprese a  distruggere e a inquinare la natura”. I rituali ecologici   per riciclare e ridurre la propria impronta ecologica sono tutti “simboli religiosi molto forti che aggiungono significato alla nostra vita,” Il cambiamento climatico rappresenta l´Armageddon e “Il bene e il male dipende se viviamo la nostra vita in modo sostenibile o no”, ha detto Zaruk. Ha inoltre rilevato che la religione  degli ambientalisti tende a vedere la scienza come una minaccia nello stesso modo come aveva fatto la Chiesa Cattolica nel Medioevo ” [http://www.euractiv.com/en/science/eu-rd-efforts-hampered-eco-religion/article-184484]

Dell’Istituto per la scienza, innovazione sociale dell’Università di Oxford  un libro intitolato “Come ottenere che la politica sul clima torni nel suo corso”. Si afferma:

 ” La politica climatica  è venuta per servire molte altre funzioni politiche e sociali oltre il suo formale obiettivo dichiarato. Perché la politica climatica esegue tanti altri tipi di lavoro politico, religioso e psicologico, ed ha grande slancio ” [http://www.lse.ac.uk/collections/mackinderProgramme/pdf/ClimatePolBackonCoursePRODUCTIONFINAL060709.pdf]

Il Centro Tyndall nel Regno Unito è un grande promotore della paura dell´AGW. In uno dei loro documenti dichiarano:

” La percezione nel pubblico degli eventi meteorologici e climatici di origine antropica e  del loro effetto sullo sviluppo delle credenze,   permette di comprendere  perché il termine ufficiale è stato cambiato da “riscaldamento globale” a “cambiamento climatico”. Dalla carta degli Stati europei: ” Per appoggiare la politica di cambiamento devono «credere» che il riscaldamento globale diventerà una realtà in poco tempo nel futuro. Solo l’esperienza delle anomalie di temperatura positiva sarà registrata come indicazione di un cambiamento se la questione è incorniciata come riscaldamento globale. Verranno registrate esperienze  sia di anomalie di temperature positive che negative  come indicazione del cambiamento se la questione è incorniciata come  “cambiamento climatico” . Proponiamo che in quei paesi dove il cambiamento climatico è diventato il termine popolare predominante,  i fenomeni di temperature stranamente fredde, ad esempio, dovranno essere  interpretate come il riflesso del riscaldamento globale/cambiamento climatico . ”

[http://www.tyndall.ac.uk/sites/default/files/wp58.pdf]

I crediti di carbonio servono come indulgenze: “i  crediti di carbonio nella religione devono trattare i sensi di colpa, la paura e la redenzione. Infatti è la religione che ha stabilito il modello per i crediti di carbonio. L’idea in entrambi i casi è di vendere il perdono per i peccatori. ” [http://www.canada.com/saskatoonstarphoenix/columnists/story.html?id=31989503-ead6-4a40-90c0-28117e4dbc91]

Fondatori del movimento AGW

Durante la sessione plenaria dell´UNCED,  Maurice Strong Segretario generale di Earth Summit  ha ricevuto  l’attenzione del mondo per la  dichiarazione sulla Sacra Terra Gathering, che faceva parte delle cerimonie pre-Summit. “La responsabilità di ogni essere umano odierno è di scegliere tra la forza delle tenebre e la forza della luce. Dobbiamo quindi trasformare i nostri atteggiamenti e valori e adottare un rinnovato rispetto per la legge della natura divina superiore . ” Nel programma della cerimonia ha detto che i batteristi avrebbero mantenuto un ritmo continuo come ‘ il battito cardiaco’ della Sacra Terra come parte di un rituale rivolto alla guarigione della Terra e per essere sentiti da coloro che decidono il destino del pianeta”. [http://www.un.org/geninfo/bp/enviro.html].

La carta della Terra è stata costituita nel 1996 sotto la leadership di  Gorbaciov con vari membri religiosi. La Commissione ha nominato Steven Rockefeller (professore di religione ed etica) a presiedere il comitato di redazione. Nel 1999 si sono tenute consultazioni sulla carta della terra presso il Parliament delle religioni del mondo a Città del Capo, Sudafrica e nel 2000 è stata rilasciata la versione finale dopo una riunione presso la sede dell’UNESCO a Parigi. ” La tutela della vitalità della terra, la diversità e la bellezza è una Fede Sacra . … Lo spirito di solidarietà umana e la parentela con ogni forma di vita è rafforzato quando viviamo con reverenza per il mistero dell’essere. ” [http://www.earthcharterinaction.org/content/pages/Read-the-Charter.html]

“L’Arca della Speranza” nasce nel 2001 come un ” luogo di rifugio per la carta della terra …documento scritto a mano su carta di papiro “, così come un rifugio per i”libri di Temenos”, piene di pagine di  preghiere visive e affermazioni per la  guarigione globale, la pace e la gratitudine “. L’Arca assomiglia in dimensioni alla biblica Arca dell’Alleanza, completa di poli che ” sono corna dell`Unicorno per rendere inefficace il Male ” e con i lati e dipinti che rappresentano elementi della Terra (cioè “scientifici” elementi come la terra, aria, fuoco, acqua e dello spirito). ” Simboli della fede dalle religioni tradizionali e delle società indigene circondano il pannello superiore dello “Spirito” “. Al Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile a Johannesburg, Sud Africa, 2002 l’Arca della speranza è stato solennemente offerta al mondo. [http://www.arkofhope.org/].

Co-fondatore di Greenpeace, Patrick Moore

Patrick Moore, co-fondatore di Greenpeace, è Presidente e Chief Scientist di Strategies Greenspirit.

” Il movimento ambientalista ha perso la sua strada, favorendo la correttezza politica oltre all’ accuratezza dei fatti, abbassandosi  alla tattica  di spaventare per raccogliere il sostegno. Molte campagne adesso condotte in nome dell´ambientalismo si tradurrebbero in un maggiore danno per l’ambiente e il benessere umano se dovessero riuscire. Ad inizio della metà degli anni ottanta, Greenpeace e gran parte del movimento ambientalista, ha  fatto una forte svolta politica  a sinistra e cominciò ad adottare atteggiamenti estremi con l´ abbandono della scienza e la logica in favore di emozione e sensazionalismo. L´ambientalismo  ha trasformato i No-Global in anti-industrializzazione. Gli attivisti hanno abbandonato la scienza a favore del sensazionalismo.  [http://www.greenspirit.com/logbook.cfm?msid=83]

Scienza post-Normal

Mike Hulme, Direttore e fondatore del Tyndall Centre e Professore di cambiamenti climatici e  scenari climatici  presso l’Università dell’East Anglia (UEA), ha preparato i rapporti e le relazioni per il Regno Unito, ONU, WWF e l’IPCC. Egli è stato il cordinatore principale e autore  per il capitolo sul «Clima scenario di sviluppo» per il terzo rapporto di valutazione dell’IPCC, come pure un autore che ha contribuito per numerosi altri capitoli. Hulme è stato un personaggio di primo spicco e un esponente della scienza post-normal per alcuni anni e questo è ciò che ha detto sulla scienza post-normal:

” È stata etichettata scienza “post-normal”. Il cambiamento climatico   sembra rientrare in questa categoriaL’IPCC è un classico esempio di un’attività scientifica post-normal. Il cambiamento climatico insegna anche a ripensare a ciò che davvero vogliamo per noi… mitici modi di pensare sul cambiamento del clima  riflettono  la verità sulle condizioni dell´uomo … l’idea del cambiamento climatico è malleabile, può essere distribuita in molti dei nostri progetti umani e può servire a molti dei nostri bisogni psicologici, etici e spirituali. L‘idea del cambiamento climatico può provocare un nuovo pensiero etico e teologico sul nostro rapporto con il futuro….Noi continueremo a creare e raccontare nuove storie sui cambiamenti climatici e mobilitare queste storie a sostegno dei nostri progetti. [http://buythetruth.wordpress.com/2009/10/31/climate-change-and-the-death-of-science/]

Globo e Mail di investimenti

Il riscaldamento globale è diventato un test religioso  vicino alle virtù civiche… E ora, anche se ci  possiamo fidare dei dati del cambiamento climatico, la Conferenza di Copenaghen ancora prosegue e i promotori compresi Al Gore sono fuori a fare accattonaggio  pubblico per dare agli scienziati il beneficio del dubbio. Ma è lo stesso Al  Gore che ha enormi  profitti da investimenti ambientali basati sul credito di imposta.

Oh, sì, i crediti d’imposta  anche conosciuti come defiscalizzazione o aiuti alle imprese che non pagano tasse per svilupparsi alle spalle di altre.  Se c’è un settore da guardare con attenzione, è un’industria virtuosa che necessita di crediti di imposta per la sua sostenibilitá. Negli anni sessanta, il Club di Roma ha concluso (basata su alcuni altri loschi dati) che il mondo stava  esaurendo le sue risorse. Così, il governo canadese ha dato crediti di imposta per le società minerarie. Il risultato fu la sovrapproduzione, fallimenti e prezzi bassi per anni. C’è stato un simile panico sul petrolio negli anni ‘ 70, così enormi agevolazioni  fiscali sono stati offerti per la foratura dei ghiacci e calotte polari. ”

[http://www.theglobeandmail.com/globe-investor/investment-ideas/features/the-buy-side/dont-let-climategate-melt-down-your-portfolio/article1389653/]

Credenza nei modelli

La rivista NATURE ha  ammesso intrinsecamente che non ci sono dati empirici reali a sostegno della teoria che la CO2 di origine antropica è stata la causa principale del riscaldamento del XX secolo. “I negazionisti  spesso sostengono che questi cambiamenti siano solo un sintomo della variabilità del clima naturale. 

E quando  i modellisti climatici inseriscono questa asserzione eseguendo le simulazioni di test con gas serra come l’anidride carbonica tenendola  fissa, i risultati  assomigliano poco al riscaldamento osservato. L´implicazione è che il forte aumento delle emissioni di gas a effetto serra  hanno svolto un ruolo importante nel recente riscaldamento, il che significa che frenare il vorace appetito del mondo per il carbonio è essenziale “. Questo è tutto – un’implicazione basata su modelli.

(Per ulteriori informazioni sull’articolo su Nature, vedere: http://www.appinsys.com/GlobalWarming/NatureRag.htm)

La scienza si basa sull´evidenza empirica per confermare o confutare una teoria. Una forte convinzione in qualcosa che ha solo modelli e una mancanza di dati empirici non è scienza, è una religione!

Climatism è anche il nome di un nuovo libro di Steve Goreham

(Vedi il libro  qui) : http://www.appinsys.com/globalwarming/EcoReligion.htm

SAND-RIO

AUMENTO DEI GAS SERRA E AEROSOL ANTROPICI: b) IL METANO ATMOSFERICO

Il metano é un gas serra molto “efficiente” con una concentrazione atmosferica media attuale tra 1,7 e 1,8 ppm (Lelieveld, 2006). Dovuto al suo incremento sin dai tempi pre-industriali, quando la concentrazione atmosferica era di soli 0,7 ppm, si crede che il forzamento radiativo prodotto é molto importante, circa 0,7 W/m2 (quello della CO2 é di 1,7 W/m2). Le fonti di emissione sono molto varie ma la distruzione del gas per i radicali OH dell´aria é rapida, cosí che la vita media del metano atmosferico é di circa 12 anni. La evoluzione della concentrazione atmosferica dipende per questo non solo dalle fonti, ma anche dalla maggiore o minore presenza di questi radicali idrossili nell´aria.

Fig. Concentrazione di metano atmosferico nel 2005 ppm. (parte per milioni)

Sciamachy, Michael Buchwitz , http://www.iup.uni-bremen.de/sciamachy/NIR_NADIR_WFM_DOAS/wfmd_CH4v1_figs_2005.html

Evoluzione
Oggi alcuni investigatori credono che l´aumento del metano nell´atmosfera rimonta all´inizio dell´agricoltura ed in particolare alla coltivazione del riso 5000 anni fa.
Secondo Ruddiman l´incremento termico causato dall´agricoltura, apportando 40 ppm di CO2 per la deforestazione e 0,25 ppm di metanoper l´irrigazione sarebbe stato nei tempi antichi dello stessa intensitá o superiore a quello causato dall´industria (Ruddiman, 2003; Kerr, 2004). Questo ricercatore pensa che l´agricoltura evitó in questa maniera una nuova era glaciale circa 3000 anni fa.

Fig. Evoluzione della concentrazione di metano nell´atmosfera negli ultimi 20.000 anni fino all´inizio dell´era industriale (1750 +/-) stimata dai sondaggi di ghiaccio in Groenlandia e Antartide.
Osservando la concordanza negli ultimi 300.000 anni tra l´evoluzione dellla insolazione nelle latitudini tropicali, che determina la forza dei monsoni e la maggiore o minore esistenza di umiditá, e l´evoluzione del metano atmosferico, calcolata a partire dei carotaggi nei ghiacci antartici, Ruddiman conclude che naturale sarebbe stato che la concentrazione di metano diminuisse continuamente dagli ultimi 10.000 anni fino ad oggi. Ma il metano cominció ad aumentare circa 5000 anni fa, e questo lo attribuisce alla influenza antropica e specialmente ai batteri metanogenici che infestavano i campi allagati dalla nuova coltivazione di riso.
D´altra parte, le analisi sulla concentrazione isotopica del carbonio-13 contenuto nel metano intrappolato nei ghiacci antartici, indicano che nel primo millennio della nostra era ci sono state emissioni relativamente alte di metano pirogenico, proveniente dalla combustione della biomassa, probabilmente per la bruciatura dei pascoli e dei boschi della Cina e in Europa (Ferretti, 2005).

Diminuzione del ritmo di aumento
Anche se nel secolo scorso, l´aumento del metano atmosferico é stato molto considerevole, il ritmo di aumento nelle ultime decadi é andato diminuendo, anche se nel 2007 é aumentato di nuovo.

Fig. Concentrazione globale di metano da gennaio 1978 a dicembre 2007

http://www.esrl.noaa.gov/gmd/aggi/
Le ragioni sono sconosciute. Alcuni collegano questo rallentamento ai cambi nella chimica atmosferica che accelererebbero la distruzione del metano, altri pensano che ci sia stata una diminuzione nelle emissioni. Si é anche pensato che l´aumento dello zolfo contenuto nelle zone umide prodotto dalle piogge acide, ha potuto pregiudicare i batteri metanogenici che li proliferavano. (Gauci, 2005).
Quale che sia la causa, l´incremento annuali nel secolo XXI é piccolo, e addirittura l´anno 2000 sperimentó una piccola diminuzione assoluta. (Dlugokencky, 1998; Simpson, 2002; Bousquet, 2006).
Bisogna tenere in conto che la vita media nell´atmosfera del CH4 é molto corta, circa 12 anni, e che pertanto i disequilibri che si producono tra produzione e distruzione sono rapidamente apprezzabili.

Fonti di emissioni
L´agricoltura e l´allevamento sono una delle principali attivitá umane produttrici di metano. Ogni anno 400 milioni di tonnellate di metano sono prodotti da microbi che vivono in condizioni anaerobiche degradando la materia organica. I metodi dove attuano questi microbi sono i piú vari: lo stomaco del ruminante, l´interno di un letamaio, un campo inondato per la coltivazione del riso o il fondo di una palude. La coltivazione di riso su enormi estensioni allagate, favorisce la metanogenesi nei fanghi delle terre inondate.
Anche il mondo degli animali ruminanti, in cui nei loro stomaci per fermentazione enterica, si produce questo gas, hanno contribuito a questo aumento: tra il 5 e 10% della massa di alimento di una vacca si trasforma in metano. In Nuova Zelanda il metano prodotto dalle vacche e ovini é il principale componente della emissione di gas serra: circa 40% . E in Irlanda il metano di provenienza degli allevamenti é circa il 15% delle emissioni totali dei gas serra. (Dennis, 2004).
Altro fattore di emissione di metano é l´incendio della vegetazione, specialmente erbacce nelle savane tropicali che si attua nella pratica agricola per fertilizzare il suolo con la cenere. Nei fuochi della savana quasi tutto il carbonio della biomassa (85%) si volatilizza in CO2 ma tra lo 0,1 e il 0,25% lo fa in forma di metano CH4 (Delmas, 1991). Negli incendi forestali che seguirono il forte Niño del 1997-1998 si lanciarono quantitá importanti di metano in atmosfera. (Van der Werf, 2003).
A volte il metano arriva in atmosfera direttamente dal suolo bruciato quando negli incendi boreali si scongela il permafrost.
Recentemente si é scoperto che anche le foglie vive degli alberi e delle piante emettono metano. La percentuale con rispetto alle emissioni totali di metano puó essere importante: tra un 10% a un 30% delle fonti globali, che é di circa 600 milioni di tonnellate. Sono le regioni boscose tropicali quelle che piú contribuiscono, tra i 40 e 160 milioni di tonnellate. (Keppler, 2006). Altri calcoli ribassano molto queste cifre e le stimano tra i 10 e i 60 milioni di tonnellate. Il dibattito é ancora aperto e si complica per il fatto che alcune piante sembrano emettere metano 4000 volte piú di altre.(Schiermeier, 2006).
Una fonte di emissione umana molto importante sono le discariche, dove gran parte della materia organica li immagazzinata, si degrada in condizioni anerobiche e si converte in metano. Il miglioramento delle pratiche di stoccaggio della spazzatura con la corretta tenuta delle istallazioni e il recupero del metano creato, che puó essere utilizzato come combustibile, possono ridurre le emissioni come giá fatto nei paesi avanzati.
Altre fonti antropiche di metano nel XX secolo sono stati le fughe di gas dalle miniere di carbone, il famoso e pericoloso grisou, nelle istallazioni difettose delle estrazioni di gas naturale (il 90% dei quali é metano) e nei centomila chilometri di gasdotti costruiti per il suo trasporto.
Si é calcolato che in Russia, che é il maggior produttore al mondo di gas metano, si perde nell´atmosfera tra l´1 e il 2,5% (Lelieveld, 2005). Questo ricercatore scrive anche che le fughe di gas naturale superano il 5,6% della produzione, l´effeto riscaldante prodotto per le centrali termiche che utilizzano questo gas naturale sarebbe maggiore di quelle che utilizzano il carbone. Per aumentare la utilizzazione energetica di questo gas, sará necessario scavare pozzi piú profondi e costruire piú gasdotti, ma sará necessario migliorare le tecniche per diminuire le perdite e le fughe di gas nell´atmosfera.
In definitiva comunque non si conosce con precisione quale é la concentrazione globale di metano nell´atmosfera, che sembra essere molto maggiore sopra le foreste e le grandi cittá. Secondo il ricercatore Peter Bergamaschi, le emissioni di metano in Inghilterra sono male calcolate e sono il doppio di quelle che i britannici emettevano quando ratificarono il protocollo di Kioto. I francesi da parte loro, avrebbero omesso un terzo delle loro emissioni. (Pearce, 2006).

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I CICLI DEL CARBONIO 3) ASPETTI MARINI

Il mare contiene in soluzione 50 volte piú carbonio che la CO2 dell´aria: 40.000 PgC e 750 PgC, rispettivamente (1PgC = 1 Petagrammo Carbonio = 1.000.000 di tonnellate di Carbonio). Tra la superficie del mare e l´aria esiste, in entrambi i sensi, un continuo scambio di CO2. In alcune epoche il mare si comporta come una fonte di CO2 atmosferico e in altre come serbatoio.
L´abbondanza di carbonio nel serbatoio oceanico si spiega, in parte, per l´alta solubilitá della CO2 e per la sua facilitá di reagire  chimicamente con l´acqua. Infatti il diossido di carbonio disciolto si combina con l´acqua di mare formando acido carbonico (H2CO3), che immediatamente si dissocia in ioni di bicarbonato (HCO3) e di carbonato (CO32-). Quasi tutto il carbonio disciolto é nella forma di questi due ioni: circa l´85% in forma di bicarbonato e circa 15% in forma di carbonato, e solo lo 0,5% di tutto il carbonio inorganico disciolto é nella forma di CO2 gassoso, e la concentrazione di acido carbonico H2CO3 é ancora minore.
L´unione di tutto il carbonio dei soluti (CO2 ,HCO3 e CO32-) si suole rappresentare con l´acronimo DIC (dissolved inorganic carbon), per distinguerlo dal carbonio organico DOC contenuto nella biomassa marina (dissolved organic carbon). Reazioni nel doppio senso stabiliscono e mantengono un equilibrio tra loro e che dipendono dalla temperatura, salinitá e alcalinitá dell`acqua.
L´interscambio di CO2 tra mare e atmosfera dipende direttamente della piccola frazione di carbonio presente sulla superficie del mare in forma di CO2. La sua pressione nella superficie dell´acqua (pCO2) si mantiene in equilibrio con la sua pressione parziale nella atmosfera, esistendo un continuo flusso molecolare aria-mare/mare-aria, che regola e fa variare le concentrazioni di carbonio in entrambi i serbatoi. Se per qualche motivo, diminuisce la pressione pCO2 dell´acqua, si produce un passaggio netto di molecole di CO2 dell´aria verso il mare. Cosí l´oceano assorbe CO2 dell´aria e aumenta la pCO2 dell´acqua di nuovo e viceversa.
La pressione della CO2 nell´acqua (pCO2) dipende direttamente della sua concentrazione e inversamente della sua solubilitá. Per esempio, quando l´acqua si raffredda, la solublitá della CO2 aumenta, perché i gas sono piú solubili in acqua fredda che calda, con questo diminuisce la pCO2 nell´acqua. Si produce uno squilibrio tra le pressioni pCO2 della superficie dell´acqua e l´aria a contatto con questa, e allora l´acqua assorbe piú CO2 aumentando la sua concentrazione. Come conseguenza, diminuisce la concentrazione di CO2 nell´aria. Il processo inverso succede quando l´acqua si riscalda. Pertanto, in principio, nelle epoche di raffreddamento delle acque, l´oceano assorbe CO2 dall´aria e fa diminuire la sua concentrazione nell´atmosfera, e al contrario, nelle epoche in cui le acque si riscaldano, l´oceano rilascia CO2 e aumenta la concentrazione di CO2 nell´atmosfera.
Nei processi di interscambio tra mare e aria é importante tenere conto delle correnti termoaline, che fanno sí che in alcune regioni le correnti marine, che portano con sè CO2 disciolto, affondano e in altre zone affiorano. Attualmente in alcune regioni ad alte latitudini, mari nordici e del Labrador e mari costieri antartici, l´acqua fredda superficiale, ricca di CO2, affonda portando con sé il carbonio che con le correnti profonde oceaniche, si sparge in tutti gli oceani. In altre zone l´acqua marina profonda affiora in superficie e riscaldandosi  si sovrasatura ,  rilasciando la CO2 nell´aria. Le zone  piú importanti di ventilazione si trovano nelle zone tropicali del Pacifico e nei mari del Sud . Si produce anche affioramento di CO2 nelle zone litorali del margine orientale degli anticicloni subtropicali, nelle aree di correnti fredde, come quelle delle correnti della California e Canarie al Nord e di Humboldt e Benguela, nell´emisfero Sud.
Pertanto l´affondamento (downwelling) e l´affioramento (upwelling) dell´acqua provocato da queste correnti termoaline, cui i flussi globali di carbonio sono molto importanti e differenti, da circa 25 e 28 PgC/anno rispettivamente, contribuiscono al riciclaggio della CO2 tra i mari e l´aria. La sua alterazione modifica i flussi di interscambio e altera la concentrazione di CO2 nell´atmosfera. Se l´intensitá della ventilazione rallenta, le acque oceaniche profonde non rilasciano la CO2 di cui sono caricate nel pompaggio biologico e, di conseguenza, la concentrazione di CO2 diminuisce nell´atmosfera. Al contrario, se il circuito termoalino si intensifica, la ventilazione oceanica aumenta e la concentrazione di CO2 nell´atmosfera aumenta anch´essa.
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I CICLI DEL CARBONIO 2) ASPETTI BIOLOGICI

Fotosíntesi

La vegetazione terrestre e i terreni contengono 3 volte piú carbonio che l´aria. Ogni anno, con il processo fotosintetico, piú di 100 PgC che esistono nell´atmosfera in forma di CO2 sono catturati dalla biovita terrestre e piú di 40 PgC dalla biovita marina. In questo modo in pochi anni tutta la CO2 atmosferica puó essere riciclata dalla attivitá vegetativa.
In maniera semplice la fotosintesi o reazione clorofilliana, puó scriversi nella seguente forma: CO2 + H2O = CH2O + O2  dove CH2O rappresenta la combinazione molecolare base dello zucchero (per esempio la formula del glucosio é C6H12O6 ).
Ogni molecola di CO2 dell´aria viene convertita in un atomo di carbonio organico (Corg) che passa a formare parte di uno zucchero, e una molecola residua di ossigeno (O2) che passa nel serbatoio dell´atmosfera. Per questo anche se in forma piú schematica, la reazione della fotosintesi puó scriversi cosí:

CO2 + acqua + luce solare = Corg + O2

Ossidazione

La fotosíntesi ha la sua contropartita nella respirazione metabolica della maggior parte dei batteri, delle piante e degli animali. La respirazione consiste chimicamente nella ossidazione del carbonio organico, reazione in cui rilascia CO2 e calore:
Corg + O2 = CO2 + acqua + calore

Concretamente la reazione completa di ossidazione di una parte di glucosio é:
C6H12O6 + 6O2 = 6 CO2 + 6 H2O + 2874 kJ .

In questo modo la maggior parte del Corg creato dalla fotosintesi si consuma velocemente e si ossida tornando a formare Co2, sia nella respirazione metabolica degli stessi organismi fotosintetici autotrofi che lo hanno creato (batteri, alghe, piante) o per la respirazione degli animali eterotrofi che si alimentano di questi. L´animale uomo ogni giorno per una persona che segua una dieta media di 2.800 kcal/giorno produce piú di 1 Kg. di CO2. Un´altra piccola parte, il carbonio contenuto nei resti e cadaveri di batteri, piante e animali, é anche ossidato, in una reazione di decomposizione simile alla respirazione.
Se queste due reazioni biochimiche opposte, fotosintesi e ossidazione, fossero state sempre con la stessa intensitá, non ci sarebbero in questo ciclo ne perdite ne guadagni di CO2 atmosferico. Né si sarebbe accumulato ossigeno nell´atmosfera. Il carbonio contenuto nella materia organica, creata nella fotosintesi, vegetale e trasmessa dalla catena alimentare alla vita animale, sarebbe restituito all´atmosfera in forma di CO2 con la ossidazione derivata dalla respirazione metabolica e dalla putrefazione della materia morta. Ma non tutto il carbonio formato nella fotosintesi é consumato perché una certa quantitá contenuta nei resti fossili di piante e animali, resta interrato nelle rocce senza possibilitá di essere ossidato e convertito di nuovo in CO2.

Interramento del carbonio organico.

Nei continenti, questa discomposizione tra ossidazione e fotosintesi avviene quando la vegetazione morta é interrata nei fondi di laghi di paludi e pianure deltaiche. Cosí il carbonio organico viene isolato dall´ossigeno atmosferico e non si ossida e quindi fossilizza. Il carbonio resta lí senza potersi ossidare completamente ed essere restituito all´aria. In parte si trasforma in idrati di carbonio e idrocarburi.
L´interramento del carbonio organico é molto efficiente, solo lo 0,05 PgC/anno di un totale di 140 PgC/anno prodotto con la fotosintesi nei mari e continenti finisce nelle rocce sedimentarie. La produzione netta di ossigeno dovuta a questo processo e anche molto poca. Per ogni atomo di carbonio interrato, con peso atomico 12, é rilasciata una molecola di O2, con peso atomico 32, la fonte di ossigeno è 0,05 x (32/12) = 0,13 PgO2/anno, quantitá piccola se la compariamo con l´ossigeno esistente nell´atmosfera che é di: 1.100.000 PgO2.
Nelle epoche passate i ritmi di interramento possono essere stati superiori, il che si spiega perché alcuni giacimenti di carbone superano a volte i 5.000 Mt. di spessore. Le condizioni topografiche ideali per la formazione di questi depositi sono, oltre la vegetazione abbondante e di ciclo rapido, la esistenza di conche collettrici e di inondamento lento e progressivo, dove potevano accatastarsi grandi quantitá di materiale vegetale e dove penetra poco materiale erosivo che non sia organico. Cosí in un lungo e complesso processo biochimico di trasformazione, in cui intervengono anche i batteri, si forma acidi organici e carbone. Nel corso della carbonizzazione si rilasciano per via chimico-fisica, acqua, metano e gruppi idrossilici, e si formano dalla torba iniziale, un carbone via via sempre piú puro.

Pompe marine biologiche

Gran parte della fotosíntesi nella biosfera é effettuata dal fitoplancton marino: circa 40 PgC annui. Il fitoplancton vive nelle prime decine di metri della superficie oceanica, nella zona eufotica, lí dove arriva la luce del SOLE. Questi microscopici organismi trasformano i nutrienti in materia organica vegetale che continuamente sono raccolti e ingoiati dallo zooplancton. Lo zooplancton metabolizza l´alimento, respira e restituisce all´acqua parte della CO2, producendo peró anche residui organici che cadono nel fondo marino in forma di espulsioni fecali.
La massa dei residui fecali, della materia organica morta e degli scheletri e carapaci del plancton morto e che non é stata ossidata, rappresenta qualcosa come il 25% della biomassa prodotta. Questo fa che diminuisca la pressione del diossido di carbonio (pCO2) dell´acqua superficiale e che per pareggiarlo gli oceani assorbino la CO2 dell´aria, per cui la concentrazione di CO2 atmosferica diminuisce quando aumenta la produttivitá biologica marina.
Durante la caduta verso le profonditá, quasi tutta la materia organica che si calcola in circa 16 PgC annui é inghiottita e ossidata dai batteri e microbi eterotrofici che anche respirano ed esalano CO2 (Azam, 2001; Giorgio & Duarte, 2002). La concentrazione di CO2 all´interno degli oceani si moltiplica per 3 rispetto la superficie. Cosí dopo, l´esportazione del carbonio organico dalla zona eufotica verso le profonditá marine, che si suole chiamare “pompa biologica” seguita dalla remineralizzazione del carbonio organico (riconversione della Corg disciolto in forma di CO2) fa che esista nella verticale un gradiente nella concentrazione di CO2 disciolto nell´acqua (DIC dissolved inorganic carbon), che aumenta con la profonditá.
In ogni caso una piccola quantitá di materia organica riesce ad arrivare sul fondo e rimane interrata. è dell´ordine di circa 0,05 PgC/anno e passa a formare parte delle rocce sedimentarie. In stati concentrati puó formare depositi di idrocarburi gassosi (metano) o liquidi (petrolio) che riempiono i pori delle rocce spugnose come l´arenaria o possono impregnare di carbonio organico altri sedimenti minerali come le argille. Si chiama kerógeno questo carbonio organico che non sedimenta in forma compatta fino a che impregna di carbonio gli altri sedimenti. Il Kerogeno delle rocce nel suo complesso contiene piú carbonio che tutti i giacimenti di carbone e petrolio, peró si trova molto sparso, impregnando diverse tipi di rocce  ma il cui sfruttamento come combustibile é molto piú difficile.
Il “pompaggio biologico” dipende prima dalla attivitá del fitoplancton, e questa a sua volta, dipende dalla maggiore o minore abbondanza di nutrienti in superficie, specialmente di nitrati, fosfati e ferro. Si pensa che proprio il ferro sia il piú importante elemento per lo sviluppo del fitoplancton. Ció significa che con piú ferro anche le zone che ne contengono poco, come il centro-sud del pacifico, e che quindi producono poco fitoplancton, con la fertilizzazione di ferro un giorno anche queste zone e altre, potrebbero accelerare l´attivitá fitoplanctonica e sequestrare enormi quantitá di CO2 dall`atmosfera riducendo cosí “l´inquinamento da CO2”. Sono stati effettuati degli esperimenti in tal senso ma i risultati non sono stati cosí positivi come la teoria diceva in principio (Boyd, 2000; Dalton, 2002; Zeebe, 2005).

Evoluzione della concentrazione di ossigeno

Si pensava che l´ossigeno era arrivato in relativamente poco tempo ai livelli che si mantengono anche attualmente: 21% della miscela di gas che compongono l´aria. (Sleep, 2001) ma adesso con le ultime ricerche si pensa che é stato un processo molto lento e che non arrivó a livelli importanti fino a 600 milioni di anni fa, alla fine del precambrico, come é provato dalla comparsa in quel periodo di essere viventi piú complessi che necessitano di piú ossigeno e che poterono svilupparsi solo grazie ad un volume adeguato di ossigeno. (Lenton, 2004).
Quando abbonda l´interramento di materia organica, la reazione CO2 + H2O = CH2O + O2 si sviluppa producendo ossigeno.
Ma l´ossigeno atmosferico non solo é controllato dal ciclo biochimico del carbonio ma anche dallo zolfo.
Succede che la materia organica del suolo aiuta la riduzione batterica dei solfati, la produzione di acido solfidrico e infine alla precipitazione della pirite (FeS2) e formazione di ossigeno con reazioni che possono scriversi semplificando molto, cosí:
2Fe2O3 + 8SO4 + 16H = 15O2 + 4FeS2 + 8H2O
Dalle analisi risulta che negli ultimi 540 milioni di anni il contenuto di ossigeno nella atmosfera é oscillato tra il 15% e il 35%. E il massimo si raggiunse durante il periodo detto Carbonifero finale all´inizio del periodo Permiano, circa 300 milioni di anni fa, poi scese bruscamente a 15% durante la transizione tra il Permiano e il Triassico circa 250 milioni di anni fa.
La ragione della forte salita nel finale del Carbonifero sembra essere legata ad un intenso e continuo interramento di materiale organico dovuto allo sviluppo intenso di piante legnose nei continenti (Berner, 1999; 2003).
La successiva diminuzione di concentrazione di O2 che arrivò anche ad un solo 10% all´inizio del Giurassico, (circa 200 milioni di anni) puó essere dovuta ad un raffreddamento e ad un aumento della siccità che diminuì lo sviluppo delle piante e quindi gli interramenti. Poi l´ossigeno aumentó fino alla concentrazione attuale aiutando lo sviluppo dei grandi mammiferi (Falkowski, 2005).
Oltre alle reazione dette, esistono vari meccanismi che tendono a stabilizzare la concentrazione di O2 nell´atmosfera e che da milioni di anni si mantiene intorno al 21%. Quando appare un processo che rompe l´equilibrio, ne appare un altro che lo ristabilisce. Per esempio se l´atmosfera guadagna ossigeno per una intensificazione della fotosintesi puó succedere: a) che si intensifichi anche l´ossidazione delle rocce con conseguente perdita di ossigeno, b) che avendo piú ossigeno prolificano nel suolo microorganismi eterotrofi che mangiano e ossidano la materia organica interrata e che fa diminuire anche l´ossigeno dell´aria, c) che con piú ossigeno aumenta la probabilitá di incendi giganteschi (come avvenne 400 milioni di anni fa) e con la combustione si riduce di nuovo l´ossigeno ristabilendo l´equilibrio. I processi contrari e altri avverrebbero se l´ossigeno diminuisse.

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