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Dubbi sull’efficacia di mitigazione climatica (Approfondimento a Prima parte)

Prendo lo spunto da un recente articolo di R. Reitano su CA http://www.climalteranti.it/2010/10/31/il-primo-scettico-del-riscaldamento-globale/

Che cito:

“l’equilibrio convettivo è mantenuto nella parte bassa della troposfera fino a circa 10 km, mentre più in alto si mantiene l’equilibrio radiativo. L’importante conseguenza è che i dettagli dell’assorbimento nella bassa troposfera non hanno importanza poiché il calore “viene diffuso e trasferito verso l’alto dalla convezione”. In altre parole, chi governa il bilancio energetico della terra è il bilancio radiativo nell’alta troposfera e lì la concentrazione di CO2 ha un peso.”

Trovo queste affermazioni incomprensibili, perché nel caso in cui tutte le radiazioni di infrarosso nelle bande di assorbimento del CO2, fossero captate in bassa troposfera dal CO2 o dal vapore acqueo, mai giungerebbero in alta troposfera se ci fosse una trasmissione per convezione. Inoltre nel caso in cui l’energia arrivi in alta troposfera, per convezione, ed una molecola di CO2 fosse colpita, al superamento del proprio punto di equilibrio questa potrebbe emettere radiazioni infrarosse, molte delle quali sarebbero rivolte verso la terra. Ma se ci fosse saturazione in bassa troposfera queste radiazioni sarebbero captate anche in discesa e mai giungerebbero in superficie.

Lindzen invece dice che il sistema è misto e quindi una parte di energia assorbita in bassa troposfera è trasmessa sempre con radiazione, in questo caso potrebbe giungere fino alla alta troposfera, ma anche tornare verso la terra. C’è da chiedersi allora quanta della CO2 emessa ha effettivamente un effetto di riscaldamento sicuramente non il 100%

Sempre il Reitano dice:

La regione in cui avviene l’assorbimento si allarga progressivamente, indicando un aumento dell’assorbimento anche oltre la saturazione nella parte centrale. Per una riga non troppo assorbita l’effetto di queste code è minimo, ma per una molecola fortemente saturata come quella del CO2 si ha un assorbimento significativo anche per le parti più esterne della riga, e in queste zone l’assorbimento dipende dalla concentrazione”

Questa capacità di assorbire di più conta però solo in alta troposfera perché nella bassa, comunque poi l’energia si dovrebbe trasmettere prevalentemente per moto convettivo, e poi ci sarebbe il vapore a captare quello che sfugge al CO2.

Il Reitano conclude segnalando un articolo del prof Bardi che cito: 

Vi spiego una volta per tutte come funziona l’ “effetto serra” e perché sarebbe meglio chiamarlo “effetto coperta”.

L’effetto coperta: perché i gas serra scaldano la terra Di Ugo Bardi”

“In particolare, dobbiamo considerare la CO2 che è il gas più importante nell’effetto di riscaldamento globale causato dall’attività umana. E’ vero che la bassa atmosfera è “satura” di CO2 in termini di assorbimento ottico nella sua finestra. Quello che cambia è negli strati dell’alta atmosfera, la zona “non satura”, dove la CO2 può irradiare verso lo spazio esterno. Aumentando la concentrazione di CO2, la zona non satura si sposta verso l’alto. Ovvero, aumentando la concentrazione della CO2 è come aggiungere delle coperte alla terra. E’ sempre l’ultimo strato, come l’ultima coperta, che fa il possibile per equilibrarsi con la bassa temperatura dell’universo. Ma dal punto di vista della superficie terrestre, l’effetto è un maggior riscaldamento per via del maggior spessore di “coperte”.

La coperta come la serra blocca i moti convettivi, invece l’atmosfera è un sistema aperto dove la convezione in presenza di vapore acqueo è solo rallentata ( le temperature notturne nei deserti calano rapidamente proprio per la mancanza di vapore acqueo) Ma anche in presenza di vapore acqueo in atmosfera  avviene uno scambio di energia con l’esterno in quanto il calore viene portato in alto.

Io lo chiamerei effetto atmosfera.

A questo proposito sarebbe interessante analizzare l’andamento delle temperature notturne e diurne degli ultimi 40 anni in ambienti con scarsa umidità come i deserti in particolare il Gobi che è a latitudini alte. Il rateo di riscaldamento delle temperature notturne nel Gobi dovrebbe indicare l’effetto dei gas climalteranti in particolare il CO2 senza il feedback del vapore acqueo. Ma non le trovo.

La relazione fra la concentrazione di CO2 e l’effetto riscaldante non è lineare, è logaritmica. Ma, sulla Terra, siamo ancora ben lontani dalla saturazione dell’effetto della CO2; ovvero una condizione in cui aggiungere altra CO2 non cambia le cose. Se ci fossimo arrivati, saremmo nella condizione di Venere, con qualche centinaio di gradi di temperatura alla superficie del pianeta.”

Però potrebbe essere che il raffreddamento della superficie di  Venere sia molto rallentato da un’atmosfera costituita prevalentemente da CO2 che è un molecola più grossa e più pesante dell’ossigeno e dell’azoto che costituiscono l’atmosfera terrestre. Il rallentamento del raffreddamento determina un accumulo dell’energia solare  ( che viene continuamente ricevuta da venere) e quindi un riscaldamento della superficie. Se l’atmosfera terrestre avesse la concentrazione di CO2 di Venere e il fenomeno anziché essere convettivo fosse radiativo come sostiene il Bardi la terra in base ai valori di forzante indicati da Hansen sarebbe una palla di fuoco.

Dopo queste riflessioni mi chiedo che efficacia possa avere la riduzione delle emissioni sulla mitigazione climatica.

Skeptical science ci dice:

La quantità di CO2 che la natura emette (da oceani e vegetazione) è bilanciata dal naturale assorbimento (ancora da oceani e vegetazione). Lo sconvolgimento delle emissioni da parte dell’Uomo ha dato luogo a concentrazioni di CO2 mai viste negli ultimi 800000 anni. L’azione dell’Uomo genera emissioni nell’atmosfera per 26 Gt (miliardi di tonnellate) di CO2 all’anno e l’aumento di concentrazione della CO2 in atmosfera equivale a 15 Gt per anno, ciò significa che buona parte delle emissioni sono assorbite dai pozzi sopra citati.

Solo 15 Gt CO2 su 26 di perturbazione aggiuntiva annua rimangono in atmosfera che è circa il 57% quindi abbassando del 20% le 26 Gt di CO2 emesse cioè emettendo 21 Gt anziché 26 a riduzione in atmosfera non sarebbe di 5 Gt di CO2 ma solo del suo 57% cioè di 2,8 Gt.

Non solo come già ci ha spiegato Scafetta anche se qualcuno non lo ha capito, il 20 % di aumento delle concentrazione di CO2 osservato nell’ultimo secolo ci sarebbe stato comunque perché è naturale ed è legato al riscaldamento. Quindi anche riducendo a zero le emissioni antropiche ci sarebbe comunque la CO2 ( e il metano di origine naturale).

Quindi abbiamo ridotto di 5 Gt CO2 annuo le emissioni antropiche, ma l’effetto in atmosfera è solo di 2,8 Gt CO2 senza contare il tempo di equilibrio secolare, però ci spiegano che tutto il CO2 in bassa atmosfera conta poco, o meglio ha un’azione solo per quella % di CO2 che una volta assorbiti gli ir trasmette energia per radiazione.

Nessuno mi sa dire quant’è questa % mettiamo sia il 25% che quindi vanno stornati alle tonnellate di emissioni risparmiate cioè 2,8 Gt CO2 quindi l’azione di riduzione delle emissioni sul clima sarebbe 2,1 Gt CO2 meno della metà delle emissioni ridotte, dubito che serva a qualcosa. Mettiamo invece sia il 75% la riduzione sarebbe solo su 0.7 Gt CO2 praticamente inconsistente.

Claudio Costa

L’EFFETTO-SERRA NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE (Seconda Parte)

parte 2) ENTROPIA,
“CLOUDS FORCING” E COSTANTE DI BOLTZMANN

L’entropia

Ma non è finita, perché c’è un altro importantissimo concetto della
fisica e della termodinamica, che viene violato palesemente dalle
teoria dell’effetto-serra.
Si tratta del concetto di entropia, che misura la perdita di capacità
di conversione del calore in lavoro di un sistema, al variare della
temperatura della sorgente di calore, ed è espressa dalla relazione:
∆S = ∆Q/T, dove ∆S è la variazione di entropia del sistema, ∆Q è la
quantità di calore scambiato, e T la temperatura alla quale lo scambio
avviene.

L’entropia è una legge fisica universale, poiché si può considerare
l’intero universo come un sistema isolato.
Lasciate perdere le dicerie popolari da web, secondo cui “l’entropia è
in contrasto con l’evoluzione”.
In realtà tutti i sistemi, anche quelli biologici ed evolutivi
altamente organizzati, per organizzarsi producono lavoro, e quindi
cedono calore ed invecchiano, e dunque obbediscono alla legge
fondamentale, secondo cui l’entropia totale dell’universo è in
continuo aumento, poiché non è mai possibile convertire al 100% il
calore perduto da un corpo in lavoro meccanico (mentre il lavoro si
può convertire al 100% in calore)

Ma per tornare all’effetto-serra, è interessante notare che TUTTI gli
scambi termici che avvengono sulla Terra e nell’atmosfera obbediscono
rigorosamente al principio dell’entropia (che peraltro è un corollario
del 2° principio della termodinamica, di Clausius).

E infatti, se osserviamo i passaggi di calore dalla superficie
terrestre all’atmosfera, e viceversa, possiamo verificare che vale la
relazione entropica fondamentale:

∆Q/Tg>∆Q/Ts, dove Tg sono le temperature dei gas atmosferici, e Ts le
temperature della superficie terrestre.

Questo significa che nel momento in cui la superficie terrestre
riscaldata dal Sole cede una determinata quantità di calore (∆Q) ai
gas atmosferici, l’entropia acquistata dai gas è maggiore della
diminuzione di entropia della superficie

Ma è facile notare che la relazione di cui sopra è soddisfatta solo se
Ts>Tg, cioè se la temperatura della superficie (Ts) è maggiore di
quella dei gas atmosferici (Tg).

Ma la relazione entropica è confermata nell’atmosfera anche dai
fenomeni di c.d. “inversione termica”, ad esempio quando si verificano
eruzioni vulcaniche che scaldano l’alta troposfera ma schermano i
raggi solari in entrata, oppure al Polo, o nei luoghi molto innevati,
dove per l’effetto albedo i raggi solari vengono riflessi e non
riescono a scaldare le superfici innevate. Oppure là dove – esempio
centri urbani – vi è una cappa di smog, e il Sole non riesce a
riscaldare i terreni.
http://it.wikipedia.org/wiki/Inversione_termica

In queste situazioni si inverte il normale gradiente termico, e le
superfici dei suoli sono più fredde dei gas in quota, almeno fino a
quote comprese tra poche centinaia di metri e qualche km.
Ma in tal caso, dal punto di vista entropico, avremo un accrescimento
di entropia a livello del suolo, per la cessione di calore dagli
strati caldi più alti a beneficio dei suoli più freddi, sì che varrà
la relazione ∆Q/Ts>∆Q/Tg, relazione evidentemente soddisfatta solo se
Tg>Ts, cioè se le temperature dei gas atmosferici sono più alte di
quelle dei suoli.
Ma tutto ciò significa solo che in natura TUTTI gli scambi di calore
si organizzano sulla base del principio di entropia, mentre non si può
verificare mai – come affermato da chi sostiene l’effetto-serra – una
situazione in cui all’accrescimento dell’entropia dei gas atmosferici
si riscontri un contemporaneo aumento dell’entropia della superficie
terrestre.
In tal caso dovrebbe valere allora la relazione ∆Q/Ts=∆Q/Tg, relazione
che è soddisfatta solo, essendo uguali per definizione le quantità di
calore scambiate, per uguali temperature sia dei gas che dei suoli, ma
ciò sarebbe un assurdo logico e , poiché laddove esistono uguali
temperature tra due corpi NON si verificano passaggi di calore, e
quindi non vi sarebbe alcuna entropia, contraddicendo la definizione
fondamentale vista all’inizio.

Il rallentamento del raffreddamento ed il simultaneo “clouds forcing”

Qualcuno – qui su NIA – aveva osservato che su Wikipedia italiana
l’effetto-serra veniva definito come capacità dei gas atmosferici di
trattenere il calore, anche senza far aumentare le temperature della
superficie terrestre. Definizione condivisibile, come visto più volte.
Peccato che anche nell’articolo di Wikipedia non venga tenuto in alcun
conto il simultaneo “chilling forcing”, o “clouds forcing”, cioè
l’effetto raffreddante delle nubi e del vapore acqueo da cui sono
formate.

Questo è un errore madornale, da parte di coloro che sostengono
l’esistenza di un ipotetico effetto-serra, perché ovviamente non ha
senso sostenere che il vapore acqueo e la CO2 sono “gas-serra”, e
contribuiscono a trattenere il calore nell’atmosfera, senza però
esaminare cosa altro fanno nubi (vapore acqueo), umidità e CO2.

Anche qui è una questione di flussi: il flusso di radiazioni solari ad
alta frequenza in entrata che le nubi in parte bloccano, ed il flusso
di calore in uscita, sotto forma di raggi infrarossi, trattenuto dalla
presenza degli stessi elementi gassosi. Quante più nubi avete, tante
più radiazioni solari in entrata vengono bloccate.

Come già accennato nel precedente articolo (“Il mito
dell’effetto-serra va in frantumi”) in realtà l’atmosfera terrestre
raffredda più di quanto non scaldi, e fin dal 1994 ci sono numeri
precisi che lo dimostrano.
Come documentato da Hartmann http://www.climate4you.com/ReferencesCited.htm
le nubi (soprattutto quelle a bassa quota) da sole schermano circa il
30% della radiazione solare in entrata, con un potente effetto albedo.
Quindi è stato calcolato che se ipoteticamente venissero rimosse tutte
le nubi, la quantità di radiazioni solari ad onda corta in entrata
passerebbe da 239 W/m2 a 288 W/m2, mentre le radiazioni in uscita (ad
onda lunga IR) passerebbero da 234 W/m2 a 266 W/m2, quindi si avrebbe
un incremento di radiazione solare pari a 17 W/m2.
http://www.climate4you.com/ClimateAndClouds.htm#Cloud%20cover%20effects%20on%20climate

Ma siccome l’ipotesi di eliminare le nubi equivarrebbe ad eliminare
l’evaporazione di suoli ed oceani, e quindi ad eliminare praticamente
il 100% dei c.dd. “gas-serra” (vapore acqueo e CO2 che è contenuta
nelle nubi), abbiamo anche qui una conferma matematica del fatto che
l’atmosfera non crea alcun “effetto-serra”, perché il forcing
rinfrescante di nubi + CO2 prevale su quello di trattenimento del
calore.
Conferma matematica che peraltro – come già scritto nell’articolo
precedente – è suffragata dall’esperienza comune e dall’osservazione
dei fenomeni climatici naturali.
Infatti all’equatore e ai tropici – dove la copertura nuvolosa,
l’umidità, le piogge e la CO2 raggiungono i valori massimi sulla Terra
– le temperature massime estive hanno valori attorno a 27°-28° C in
media, e ben raramente salgono oltre i 32° C, mentre i valori minimi
(proprio per il fatto che le nubi e l’umidità trattengono il calore
anche di notte) non scendono quasi mai sotto i 15°C.
E per contro, nei deserti, dove non esistono “gas-serra”, se non per
quantità ridottissime, e dove non vi sono insediamenti umani o
industrie, le temperature max estive possono raggiungere facilmente i
50°C all’ombra ed oltre.

La costante di Boltzmann malamente applicata

Infine, c’è un’altra legge fisica che è stata malamente applicata, e
che ha portato a credere erroneamente che vi fosse un “effetto-serra”
dell’atmosfera, e che la presenza di quest’ultima aumentasse le
temperature della superficie terrestre di ben 33°C.

La legge fisica è quella di Kirchhoff, sul calore emesso dai corpi
irradiati, in base alla quale la radiazione emessa da una superficie
irradiata, in W/m2, è pari alla costante di Stephan Boltzmann (σ =
0,000000056704) moltiplicata per la temperatura di quella superficie
(in gradi Kelvin) elevata alla quarta potenza.
(W/m2 = σ T4)

Il fatto è che questa legge vale per le superficie piane in 2D che, in
base all’ipotesi del “corpo nero”, cioè all’ipotesi che la superficie
irradiata assorba tutte le frequenze dello spettro solare come un
corpo interamente scuro, restituiscono il 100% della radiazione
ricevuta.

Ma l’esperienza e la sperimentazione hanno dimostrato che questa
ipotesi NON vale per i corpi solidi reali in 3D ed in rotazione, come
i pianeti ed i satelliti, perché non è in grado di calcolare la
quantità di calore che un corpo solido è in grado di immagazzinare di
giorno, e di restituire di notte.

Applicando la costante di Boltzmann, infatti, si arriverebbe alla
conclusione erronea che al tramonto del Sole la temperatura di un
pianeta dovrebbe precipitare subito, poiché tutto il calore ricevuto
dal Sole dovrebbe essere restituito solo di giorno.

E invece non è così, poiché l’esame delle temperature lunari, nel
corso delle numerose missioni Apollo, e della strumentazione che da
oltre 40 anni è presente sulla Luna, ha permesso di determinare che di
giorno (e il giorno lunare dura circa 14 giorni terrestri!) il suolo
lunare si scalda 20°C meno del previsto, mentre di notte (e la notte
lunare dura circa 14 notti terrestri!) il suolo lunare è di ben 60°C
più caldo di quanto previsto dalla legge di Kirchhoff.

Questo perché i suoli lunari assorbono meno calore del previsto di
giorno, e ne restituiscono più del previsto di notte, come del resto
accade su qualsiasi pianeta, compresa la Terra.

E poiché la Luna non ha alcuna atmosfera, ecco dimostrato
sperimentalmente che la legge di Kirchhoff e la costante di Boltzmann
sono approssimazioni rozze e semplicistiche, inapplicabili ai corpi
solidi rotanti, poiché se la Luna nella realtà è di 40°C più calda del
modello teorico, allora se volessimo utilizzarlo dovremmo giungere
all’assurda conclusione che anche sulla Luna c’è “l’effetto-serra” e i
40°C di differenza sono dati dall’atmosfera che trattiene il calore.
Assurdo, appunto, perché la Luna NON ha atmosfera, ne gas.
http://www.ilovemycarbondioxide.com/pdf/Greenhouse_Effect_on_the_Moon.pdf

Eppure per la Terra si è applicato quel metodo, si è detto: “siccome
in base alla legge di Kirchhoff la Terra dovrebbe essere 33°C più
fredda, la differenza è data dall’atmosfera che trattiene il calore”.
Ma la sperimentazione lunare ha dimostrato che ciò è errato, e usare
la legge di Kirchhoff sui corpi solidi sferici in rotazione è un po’
come applicare le formule per calcolare le aree delle figure piane, al
calcolo dei volumi dei solidi.

Voi che direste se qualcuno volesse convincervi che il volume di un
cubo di 10 cm. di lato è pari alla somma delle aree delle sei facce
(600), anziché alla misura del lato elevata alla terza potenza (1000)?

Eppure è concettualmente quanto si è fatto per calcolare il calore
emesso dai pianeti irradiati dal Sole!

La prova ulteriore che la costante di Boltzmann e la legge di
Kirchhoff sono inapplicabili ai pianeti ed ai satelliti rotanti, è
fornita anche da un fatto che si è scoperto solo nel 1997, e cioè che
la stessa NASA (che pure ha usato spesso la costante di Boltzmann
nelle sue tavole per illustrare l’effetto-serra), fin dai primi anni
’60 aveva capito che non era possibile usare quel metodo per calcolare
con precisione le temperature lunari, e infatti NON lo usò quando si
trattò di mandare gli astronauti sulla Luna con le missioni Apollo!

Si è scoperto che la NASA utilizzò un algoritmo speciale con un
correttivo che teneva conto delle variazioni di radiazione solare
durante l’intera “giornata” lunare.

E ultimamente è stata proprio la scoperta di queste reticenze da parte
dei vertici della NASA, ad innescare il c.d. “NASA-gate”, cioè il
coinvolgimento della magistratura americana per costringere l’ente
spaziale ad aprire i cassetti, e a rendere noto ciò che per anni è
stato nascosto.
Ma di ciò si parlerà in un altro articolo.
Ma prima, e per riassumere:

L’effetto-serra non esiste, e non vi è alcuna legge fisica, né
osservazione di fenomeni che accadono sulla Terra e nell’atmosfera che
permetta di riscontrarlo.
Il riscaldamento del nostro pianeta è dovuto – come ha osservato il
prof. Nahle dell’università di Monterrey
http://biocab.org/Induced_Emission.html – al riscaldamento dei suoli
e degli oceani, e all’energia termica che questi accumulano e
rilasciano. I gas atmosferici possono solo rallentare lievemente il
raffreddamento notturno della superficie terrestre, ma questo loro
effetto notturno è peraltro controbilanciato e soverchiato dal “clouds
forcing”, dal simultaneo effetto “rinfrescante” che le nubi (che sono
formate al 100% da “gas-serra”: vapore acqueo e CO2) producono di
giorno, e che è stato ben quantificato (Hartmann, 1994).

Ma per riassumere, ecco le leggi fisiche fondamentali che la teoria
dell’effetto-serra infrange, o mal applicate:

– 1° principio della termodinamica (è impossibile creare nuova energia
con la “backradiation”, l’energia che un corpo restituisce non può mai
essere maggiore di quella ricevuta)
– 2° principio della termodinamica (i corpi più freddi come i gas
atmosferici non possono alzare la temperatura di quelli più caldi come
la superficie terrestre, e viceversa)
– Mancato uso dei vettori nel calcolo dei flussi di calore ( un flusso
di calore in entrata non può mai essere sommato ad uno in uscita, ma
va sottratto)
– Mancato uso del vettore di Poynting (due flussi di calore opposti
sono onde elettromagnetiche opposte, che hanno due direzioni di
propagazione opposte, e quindi vale la regola vettoriale di cui sopra)
– Entropia (tutti gli scambi di calore sulla Terra e nell’atmosfera si
organizzano seguendo la legge dell’entropia, che è incompatibile con
un ipotetico “effetto-serra”)
– Mancata considerazione del “clouds forcing” (non ha alcun senso
considerare solo l’effetto di trattenimento del calore di nubi,
umidità e CO2, quando questi “gas-serra” hanno nel contempo un
evidente effetto di schermatura delle radiazioni solari in entrata,
che prevale sempre sul primo)
– Costante di Boltzmann e legge di Kirchhoff malamente applicate (non
è possibile applicare la costante di Boltzmann a corpi solidi in
rotazione come i pianeti ed i satelliti, perché i dati sperimentali
dimostrano che in tal modo non si può calcolare correttamente la
radiazione trattenuta e restituita dai suoli riscaldati)

Ecco, come vedete vi sono ben 7 metodologie o leggi fisiche assolute
ed insuperabili, che vengono violate, o disapplicate, o applicate a
sproposito (costante di Boltzmann), da parte dei “climatologi” alla
moda, che sostengono la teoria dell’”effetto-serra”.

Magari qualcuno di voi è più bravo di me, e riesce a trovare altre
leggi fisiche violate.

Ma per quanto mi riguarda, quanto sopra è più che sufficiente per
ritenere mera spazzatura pseudo-scientifica quella teoria, e mi
indigna il fatto che una schifezza simile abbia finito per trovare
spazio ovunque solo per motivi ideologici e politici, che nulla hanno
a che vedere con la Scienza.

Continuare a parlarne – come fanno i media ignoranti – o fingere di
accettarla per convenienza (come fanno alcuni scienziati ignavi e
opportunisti) è gravissimo e vergognoso, ed è solo il segno della
corruzione profonda che pervade l’epoca attuale, in cui per denaro o
quieto vivere troppa gente è disposta ad accettare anche le menzogne
più spudorate.

FINE

IlikeCO2

L’EFFETTO-SERRA NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE (Prima Parte)

parte 1) PERCHE’ LE SCOPERTE DI PLANCK, POYNTING, EINSTEIN,
ECC. SMENTISCONO LA TEORIA DELL’“EFFETTO-SERRA”

Uno degli aspetti più affascinanti della fisica, è il fatto che non di
rado un medesimo fenomeno (es. trasmissione di calore, gravitazione,
ecc.), può essere studiato partendo da approcci e leggi fisiche
differenti, giungendo però a risultati molto simili o uguali, e che
dimostrano l’intima coerenza e validità reciproca delle leggi fisiche
applicate.

Ne ho avuto ancora una volta la conferma, proprio riflettendo qualche
tempo fa – anche grazie alle osservazioni stimolanti di alcuni lettori
di NIA – sul tema dell’”effetto-serra”, teoria sempre più contestata,
e sulla quale da diverso tempo sto esponendo qui le argomentazioni che
la rendono scientificamente improponibile.

Vi ricordate il romanzo “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis
Carroll (pseudonimo di Charles Dodgson)? O l’omonimo cartoon di Walt
Disney?

Si narra di una bambina che, casualmente, finisce in uno strano luogo
in cui tutte le leggi fisiche (gravitazione, riflessione,
impenetrabilità dei corpi, creazione “ex nihilo” di materia ed
energia) sono sovvertite.
Qualcosa di simile è accaduto per la famosa teoria
dell’”effetto-serra”: nonostante sovverta molte leggi fisiche, molte
persone la credono vera.

Qualcuno qui – e non solo qui – ha contestato la validità
dell’applicazione del 1° e del 2° principio della termodinamica
all’effetto-serra, per falsificarlo, cioè per dimostrarne l’erroneità.

E tuttavia, come dicevo, proprio riflettendoci mi sono accorto che la
teoria dell’effetto-serra è sbagliata non solo perché viola i due
principi della termodinamica, ma anche perché altre leggi fisiche –
del tutto coerenti con i principi della termodinamica – sono
incompatibili con l’effetto-serra.

In altre parole, se la teoria dell’effetto serra fosse vera, dovremmo
buttare a mare non solo i principi della termodinamica, ma anche le
scoperte di Maxwell e Planck sull’elettromagnetismo, le metodologie di
calcolo dei flussi energetici e radiativi di Poynting, i principi del
calcolo vettoriale delle forze, i principi della meccanica quantistica
ed ondulatoria di Bohr ed Einstein, il concetto di entropia,ecc. ecc.

Un po’ troppo, direte voi….

Eppure è proprio così, ed è per questo che – come molti altri – mi
batto con forza contro questa teoria che, da circa 30 anni, ha
inquinato la fisica seria con considerazioni pseudo-scientifiche che
hanno divulgato una “junk-science”, una scienza-spazzatura, tra molte
persone – anche di buon livello d’istruzione – confondendo le loro
idee e radicando in loro convinzioni totalmente errate.
Una “junk-science” che ha inoltre la gravissima responsabilità di aver
portato allo sperpero di somme enormi, che avrebbero potuto essere
impiegate per risolvere altri e più gravi problemi.
E la lettera clamorosa di dimissioni dello scienziato Harold Lewis,
pubblicata qui su NIA nei giorni scorsi, è solo l’ultimo dei tanti
episodi di denuncia, da parte di molti scienziati seri e non
corruttibili.

Perché l’effetto-serra è solo “scienza-spazzatura”, e non ha alcuna
validità dal punto di vista fisico-matematico? Qui di seguito verranno
esposte sinteticamente – ma rigorosamente – le applicazioni delle
leggi e dei concetti fisici e matematici che contraddicono
l’effetto-serra. Chiunque voglia contestarli è libero di farlo, ma
deve essere (almeno) altrettanto rigoroso, e mostrare numeri, leggi
fisiche, calcoli, altrimenti perdiamo tempo, perché checché ne dicano,
la matematica e la fisica non sono un’opinione.

Per capirlo analizziamo ancora una volta l’affermazione-chiave di
coloro che (come l’IPCC) sostengono questa teoria.

“I gas serra assorbono radiazioni IR (infrarosse) provenienti dalla
superficie terrestre, e ne rimandano una parte verso la superficie
terrestre, accrescendone le temperature.”

Tutto ciò è pura fantascienza, dal punto di vista fisico, e se fosse
vero significherebbe che 150 anni di fisica dovrebbero finire nel
cestino, da Maxwell a Bohr, da Planck ad Einstein, e dovremmo
studiare le favole di Alice.

Il concetto fondamentale è che le radiazioni IR (come tutte le
radiazioni) sono onde elettromagnetiche, e cioè sono onde (e quindi
entità fisiche immateriali), che – come hanno scoperto Bohr ed
Einstein – possiedono una duplice natura sia corpuscolare che
ondulatoria.
http://it.wikipedia.org/wiki/Onde_elettromagnetiche#Natura_quantistica_della_radiazione_elettromagnetica

E dunque sono al tempo stesso onde e particelle – fotoni, granellini
privi di massa – che muovendosi nello spazio spostano energia, e non
materia.
Ma le onde elettromagnetiche sono anche forze, come sono forze la
gravità, l’attrito, ecc.

I vettori

Tutte le forze vengono descritte, in fisica, da un ente geometrico che
è denominato vettore, tramite il quale è altresì possibile effettuare
calcoli su di esse. Insomma: senza i vettori in fisica non si lavora e
non si riesce a fare i calcoli.
http://www.crema.unimi.it/didattica/matedisc/Vettori1_2.html

In pratica il vettore è una freccia, un segmento tramite il quale
possiamo dire che una determinata forza fisica ha una direzione (nord,
sud, ecc.) un verso (avanti, indietro) e un modulo (quantità: 1, 3,
25…ecc.), che corrisponde all’intensità di quella forza..

Quindi, anche le radiazioni IR, propagandosi nello spazio e
nell’atmosfera, trasportano energia, ed essendo forze possono essere
descritte matematicamente da onde e vettori.

Quando la superficie terrestre – riscaldata – emette energia termica,
cioè radiazioni IR, in proporzione alla temperatura (e sappiamo che
più un corpo è caldo, più radiazioni IR emette, per lo meno entro il
limite del c.d “calor bianco” circa 1200° C.) questa energia viene
solitamente quantificata attraverso un’unità di misura che è il W/m2,
cioè watt per metro quadrato.
Queste radiazioni IR, in forma di onda elettromagnetica, si
dirigeranno spontaneamente verso il corpo più freddo, cioè l’atmosfera
(il calore si muove sempre spontaneamente dal corpo più caldo a quello
più freddo per il secondo principio della termodinamica, e quindi
secondo il c.d “gradiente termico”), quindi possiamo utilizzare un
vettore che ha direzione atmosfera, verso in avanti , e modulo, ad
esempio, di 240 (W/m2) che indica l’intensità della radiazione
emessa.

Ora, noi sappiamo che le molecole dei gas dell’atmosfera a loro volta
assorbiranno solo una parte di questa radiazione, e poi ne
rimanderanno il resto in tutte le direzioni, quindi anche verso la
superficie terrestre.
Questa è un’altra legge fisica invalicabile, che stabilisce che una
radiazione, andando ad incidere su di un corpo (es. molecole di CO2),
si scompone in tre coefficienti: a) riflettività (che determina quanta
parte di quella radiazione viene riflessa) b) assorbimento (che
stabilisce quanta radiazione viene assorbita da quel corpo) c)
trasmittanza (che determina quanta parte di radiazione fuoriesce da
quel corpo e viene dispersa).
http://it.wikipedia.org/wiki/Irraggiamento#Grandezze_dell.27energia_raggiante

La somma di quei coefficienti DEVE dare 1 (= 100%), sempre per
un’altra legge fisica insuperabile che è il principio di conservazione
dell’energia, cioè sempre il famoso 1° principio della termodinamica,
che stabilisce che in un sistema isolato (ed il sistema Terra –
atmosfera – Sole è isolato, come in generale si considera isolato il
sistema universo) l’energia rimane costante, quindi non si crea, né si
distrugge, ma si trasforma.
Quindi, anche se – per ipotesi – avessimo la possibilità di riflettere
al 100% una radiazione incidente su un corpo (e peraltro non succede
mai, perché anche uno specchio assorbe mediamente lo 0.01% di
radiazione incidente, quindi ne rimanda il 99.99%, non il 100%), NON
avremmo mai una radiazione riflessa che possa essere più grande per
intensità di quella incidente.

Ammettiamo che il 50% di queste radiazioni (onde) IR venga rimandato
dai gas atmosferici verso Terra, come sostiene l’IPCC.

I flussi termici

Dal punto di vista fisico avremo allora un nuovo vettore, che ha
direzione superficie terrestre, verso indietro, modulo/intensità =
120 (50% di 240 W/m2 = radiazioni ricevute da terra), cioè in pratica
avremo un’onda elettromagnetica descritta da un vettore opposto al
primo.

Quindi, in sostanza avremo due frecce in direzione opposte: una
verso l’alto (energia radiante in uscita dalla superficie terrestre
verso l’atmosfera) con un modulo pari a 240, e l’altra verso il basso
(energia radiante rimandata al suolo dai gas atmosferici), con un
modulo di 120.

Per le regole matematiche del calcolo vettoriale, per calcolare
l’effetto di queste due onde che si incontrano e sovrappongono
provenendo da direzioni opposte, è sufficiente sommare algebricamente
il vettore 240 con quello 120, che però – essendo un vettore opposto
nel verso – avrà segno meno (-) davanti, quindi avremo 240 – 120 = 120
(W/m2)

Ciò significa che l’incontro e la sovrapposizione di queste due onde
non crea affatto energia addizionale, perché due onde
elettromagnetiche che si incontrano provenendo da direzioni opposte
non possono essere sommate, per calcolare l’effetto energetico di una
loro sovrapposizione, ma vettorialmente vanno sottratte.
L’equazione del flusso termico è pertanto la seguente:
http://en.wikipedia.org/wiki/Heat_flux

∂ E entrante – ∂ E uscente = ∂ E accumulata
∂t ∂t ∂t
che si legge semplicemente come: l’energia termica accumulata da una
superficie in un tempo t è uguale alla differenza tra la variazione
del flusso termico in entrata (lasciando costante il flusso in uscita)
e la variazione flusso termico in uscita (lasciando costante il flusso
in entrata).

Il vettore di Poynting

Un grande fisico, Robert Poynting, ha utilizzato questo concetto per
elaborare una importante legge fisica che viene utilizzata
abitualmente per calcolare la potenza del flusso di energia che
attraversa una superficie, e tale legge prende appunto il nome di
“vettore di Poynting”, e viene normalmente usata in fisica ed
ingegneria per il calcolo dei flussi radianti ( termici ed elettrici).

Il vettore di Poynting, e quindi la potenza di un flusso radiante
attraverso una superficie.è dato dalla seg. formula:
http://en.wikipedia.org/wiki/Poynting_vector

S = E . H

Dove S è il vettore di Poynting, E è il campo elettrico ed H quello magnetico.
Quindi il flusso di energia radiante attraverso una superficie è pari
al flusso del vettore di Poynting attraverso di essa, ed il modulo
(intensità) di quel vettore è dato semplicemente dal prodotto della
intensità (modulo) dei due campi (elettrico e magnetico), mentre la
sua direzione coincide con quella di propagazione.

Ma ciò significa che due flussi di energia radiante – dal suolo e
dall’atmosfera – potranno essere individuati da due vettori di
Poynting, con verso opposto.
Quindi in definitiva anche la scoperta di Poynting conferma – dal
punto di vista elettromagnetico – la relazione vettoriale sui flussi
termici nelle superfici.

In pratica è semplicemente un flusso di energie radianti attraverso
una superficie, se in superficie avete 240 di energia in uscita, e
solo 120 in entrata, ovviamente non riuscirete mai ad avere 1 W/m2 in
più sulla superficie, quindi non riuscirete mai ad innalzare la
temperatura della superficie (sappiamo che un incremento di energia
radiante IR accresce la temperatura della superficie su cui incide).
Per farlo dovreste avere almeno 241 W/m2 in entrata a contrastare i
240 W/m2 in uscita, e allora avreste come risultante un vettore di
modulo/intensità 1 W/m2 e verso rivolto alla superficie terrestre,
quindi in quel caso avreste un incremento di 1 W/m2 dell’energia
radiante in superficie, e dunque un aumento di temperature.
Ad ogni istante – anzi secondo – avete 240 W/m2 che escono dalla
superficie terrestre, e quindi TOLGONO energia, mentre nello stesso
istante avete 120 W/m2 che entrano dall’alto (dai gas atmosferici), e
quindi IMMETTONO energia.
Dopo un certo periodo la superficie si raffredderà, perché comunque
avete un flusso costante di energia radiante di modulo (intensità) 120
in uscita dalla superficie terrestre.

Oppure, pensate ad un recipiente bucato, dal quale fuoriescano 240
litri di acqua in un’ora, mentre un rubinetto aperto
contemporaneamente ne fa entrare solo 120 in un’ora.
Ovviamente non riuscirete mai a far salire il livello dell’acqua,
perché anche se il flusso in uscita si dimezza, dopo che avete aperto
il rubinetto, avrete comunque ogni ora 120 litri che si perdono, e
alla fine il recipiente si svuoterà.
I flussi termici seguono lo stesso principio.

Ecco quindi dimostrato matematicamente e fisicamente (meccanica
ondulatoria) che l’ipotesi divulgata dall’IPCC, e cioè che la
“backradiation” dei gas atmosferici possa accrescere le temperature al
suolo, è FALSA.

Ripetiamo ancora: la semplice restituzione di radiazioni infrarosse da
parte dei gas atmosferici (più freddi, e quindi incapaci di rimandare
radiazioni IR più intense) NON può fare salire le temperature alla
superficie terrestre (che sono più alte e quindi inviano più
radiazioni IR verso l’atmosfera), e chi lo dice non sa nulla di fisica
(oppure se sa mente, sapendo di mentire, il che è molto peggio), e
divulga “junk-science” cioè spazzatura pseudoscientifica.

Fine Prima Parte

I LikeCO2

IL “MITO” DELL’EFFETTO SERRA VA IN FRANTUMI (Seconda Parte)

5)      L’atmosfera non è né una coperta, né una serra.

Il punto fondamentale è che il concetto di “effetto-serra” o “effetto-coperta”, nel caso dell’atmosfera terrestre, è fuorviante ed errato, semplicemente perché è totalmente scorretto paragonare degli oggetti passivi ed inerti come la coperta, o il soffitto in plastica o vetro e le chiusure delle serre, ad un luogo enormemente complesso, attivo e dinamico qual è l’atmosfera terrestre.

Sarebbe un po’ come equiparare una lavagna di ardesia ad un PC ultra-moderno, per il fatto che entrambi gli oggetti possono essere usati per scriverci sopra e hanno uno schermo nero!

Tutti i modelli dell’IPCC sono errati perché offrono sempre un’immagine piatta, rozza, semplicistica e bi-dimensionale dell’atmosfera terrestre, come uno spazio statico in cui avvengono solo movimenti in entrata ed in uscita: entrano x radiazioni, ne fuoriescono y.

Ma l’atmosfera terrestre è talmente dinamica e complessa, che noi riusciamo a malapena a prevedere per 4-5 giorni, o al più una settimana, le reazioni meteoclimatiche degli elementi che la compongono!

Ecco quindi che – come vedremo subito – è errato credere che una variazione in aumento dei “gas-serra” determini tout court – se non un aumento delle temperature (e abbiamo visto che non è possibile per le leggi fisiche) – un “rallentamento” crescente dei tempi quotidiani e stagionali di raffreddamento, nel passaggio dal giorno alla notte, e dall’estate all’inverno.

Il concetto fondamentale è che se da un lato i gas atmosferici rallentano i tempi di raffreddamento, nel contempo essi possiedono anche una vigorosa azione rinfrescante, che per intensità supera sempre la prima.

Quindi, se aumentano i gas atmosferici, in particolare la CO2 e l’umidità (H2O), questi gas in primo luogo “schermano” le radiazioni solari in entrata, inoltre un loro aumento si traduce anche in una crescita di nuvolosità, e dunque di pioggia e neve (in inverno e a determinate latitudini), e questa azione è SEMPRE prevalente e più intensa dell’azione  di “rallentamento” dei tempi di raffreddamento delle temperature.

Una prova di ciò l’abbiamo proprio osservando che i luoghi della Terra in cui si raggiungono le temperature più alte che altrove, sono proprio i luoghi aridi e i deserti (Sahara, Penisola arabica, Valle della Morte, ecc.) nei quali non vi è alcuna umidità e non piove quasi mai. Lì vi è anche una grande escursione termica, voi potete passare da +50°C all’ombra nelle ore di massima insolazione, a 0°C o sotto lo zero di notte, proprio perché non esiste alcuna umidità né gas che rallentino il raffreddamento delle temperature, ma d’altra parte non avete neppure nubi che schermino i raggi solari in entrata, impedendo loro di raggiungere la massima intensità.

Per contro, nei luoghi tropicali, equatoriali, o monsonici (Filippine, Vietnam, Brasile, ecc.) caratterizzati da elevate umidità ed ampia vegetazione pluviale, le temperature non scendono mai sotto i 15°C, mediamente, e addirittura voi avete molte località in cui tra giorno e notte avete un’escursione termica minima, e a volte nulla, potete trovare 27° C di giorno e 24°-25°C di notte.

Ma d’altra parte l’elevata umidità atmosferica impedisce anche che si raggiungano temperature massime troppo elevate, come nei deserti citati.

Ecco perché ha poco senso – come capita di leggere spesso – calcolare teoricamente cosa succederebbe se raddoppiasse la CO2 attuale, o se triplicasse o decuplicasse, ecc.

Il prof. Heinz Hug, ad esempio http://www.john-daly.com/artifact.htm  ha calcolato, in laboratorio, che se l’attuale CO2 atmosferica, che è più o meno lo 0.0357% di tutti i gas, raddoppiasse e arrivasse allo  0.0714, le temperature salirebbero solo di 0.017°C.

Il geofisico  Timothy Casey http://greenhouse.geologist-1011.net/ ha calcolato (cfr. al punto 3.1 in fondo) invece che se anche si aumentasse a 10.000 ppm (= parti x milione) la quantità di CO2 presente nell’atmosfera (cioè la si aumentasse di oltre 25 volte!)  la crescita delle temperature sarebbe solo di 0.04°C, cioè nulla.

Ma lo stesso Casey si affretta ad aggiungere che tale crescita delle temperature nell’atmosfera (teorica) verrebbe però compensata da un meccanismo di riequilibrio che vedrebbe diminuire le temperature a bassa quota, mentre salirebbero quelle degli alti strati della Troposfera, a 11 km. di altitudine ed oltre.

Le stesse considerazioni che faceva il noto fisico Miskolczi, analizzando l’azione di riequilibrio termico dell’atmosfera, rispetto ai fenomeni di “riscaldamento” che vi avvengono.

Ora, lasciamo perdere il fatto che – come abbiamo visto – anziché parlare di modestissima crescita delle temperature sarebbe corretto invece parlare di modestissimo rallentamento teorico dei tempi di raffreddamento, poiché i gas atmosferici (più freddi) non possono mai accrescere le temperature dei suoli (più caldi).

Ma il punto è che tutti questi calcoli teorici con la CO2 presa isolatamente e in laboratorio, o con la CO2 + umidità (che peraltro costituisce  il 95% e più dei c.dd. “gas serra”) non tengono conto del fatto che nella realtà l’azione “rallentante-del-raffreddamento” dei gas atmosferici è modesta, ed è soverchiata dalla loro capacità di schermare nel contempo le radiazioni solari, o innescare fenomeni rinfrescanti quali la condensazione dei gas caldi in nubi (espandendosi e salendo di quota), e poi la formazione di piogge o nevi, o di venti impetuosi (raffreddanti) per differenze di pressioni tra i vari strati d’aria.

6)      Inquinamento e temperature

Una delle falsità e manipolazioni peggiori e più irresponsabili operate dai propagandisti dell’IPCC e dai politici e media loro sodali, è quella di avere fatto passare nella testa delle persone concetti totalmente errati e fuorvianti, quali ad esempio: + “gas-serra” = + caldo nell’atmosfera e + caldo in superficie, oppure: + inquinamento atmosferico = + caldo.

Nella realtà chiunque conosca il clima e l’ambiente, oltre che le leggi fisiche, sa che non esiste alcun rapporto tra la crescita dell’inquinamento atmosferico e la crescita delle temperature, anzi semmai è vero il contrario: + inquinamento atmosferico = calo delle temperature terrestri!

Ed ecco perché il c.d. “effetto-serra”, oltre ad essere una bufala pseudoscientifica, non ha nulla a che fare con l’inquinamento dell’atmosfera, che crea semmai un effetto contrario a quello sostenuto dai ciarlatani dell’IPCC.

Lo possiamo dimostrare subito, sulla base dell’osservazione di TUTTI i fenomeni atmosferici e climatici che troviamo in natura.

E’ ben noto che quando si verificano eruzioni vulcaniche di grande portata, come fu quella del Pinatubo negli anni ’90 http://en.wikipedia.org/wiki/Mount_Pinatubo , o come fu nel 1815 quella del vulcano Tambora, in Indonesia http://it.wikipedia.org/wiki/Anno_senza_estate  si assiste a fenomeni di CALO delle temperature, o addirittura all’abolizione delle estati, come avvenne nel 1816 anche in Europa, quando vi fu un’estate freddissima, con nevi a giugno (!), quale diretta conseguenza dell’eruzione del vulcano indonesiano l’anno precedente e di alcuni altri vulcani.

Ciò perché l’enorme quantità di particelle di silicati, solfuri, polveri, ecc. che le grandi eruzioni vulcaniche sprigionano nell’atmosfera, crea una schermatura durevole delle radiazioni solari in entrata, e ciò si ripercuote sulle temperature, che scendono al suolo.

Ma lo stesso avviene – anche se su scala minore – nelle località urbane dove è – o era – più alto l’inquinamento atmosferico, lì si verifica IL CONTRARIO di un ipotetico effetto-serra, perché lì si verificano fenomeni di INVERSIONE TERMICA, quindi avete più caldo in quota, fino ad 1-2 km, e PIU’ FREDDO AL SUOLO!

http://it.wikipedia.org/wiki/Inversione_termica

Ciò accade perché lo smog e le polveri sottili creano cappe o nubi di smog nei bassi strati atmosferici, che determinano un’inversione dei gradienti termici, quindi al suolo avete temperature inferiori rispetto a quelle che trovate ad 1-2 km di quota, dove lo smog cessa, e circola aria più calda.

E’ quanto avviene anche ai Poli e nelle località dove c’è molta neve: il Sole non riesce a riscaldare (anche per la riflessione dei raggi per il fenomeno dell’albedo) la superficie terrestre gelata, dove l’aria solitamente è più fredda che alle altitudini più elevate, e anche lì c’è un’inversione del normale gradiente termico, (che fa sì che di solito salendo in quota le temperature si abbassino, fino ai –55°C dell’alta Troposfera, sopra gli 11 km. di altitudine al Polo e ai 20 km. all’Equatore).

Ma quello che conta è che in realtà “l’effetto-serra” non si è mai visto in natura, neppure là dove c’è il maggiore inquinamento atmosferico, e le città diventavano vere “camere a gas” invivibili.

Perfino lì, perfino a Londra quando vi fu nel 1952 la più pestilenziale nube di smog che uccise in pochi giorni moltissime persone, non accadde che vi fossero al suolo temperature più alte di quelle in quota, come ci vogliono fare credere i fanatici del serrismo.

Si verificò proprio l’opposto! Al suolo era fresco ed umido, e in quota, sopra la coltre di smog, le temperature erano più elevate, un classico caso di  inversione termica, L’OPPOSTO di un ipotetico e fantasioso “effetto-serra” che riscalderebbe il suolo per opera dei gas in alto nell’atmosfera.

Quindi non vi è alcun rapporto tra la lotta all’inquinamento atmosferico – che ovviamente è giusta e sacrosanta per la nostra stessa salute e vita – ed un ipotetico calo delle temperature e lotta al “riscaldamento globale”. Si tratta di fenomeni totalmente diversi, e che non hanno alcun rapporto tra loro, come i media ed i politici ignoranti vogliono farci credere.

Paradossalmente più inquinamento atmosferico (vulcani, smog, ecc.) significa anche temperature più basse al suolo, NON più alte!

Anche perché l’inquinamento atmosferico è determinato non già dai c.dd “gas serra”, che sono gas del tutto naturali e necessari alla vita, come la CO2 (che la natura produce da milioni di anni in quantità 1000 volte superiori a quelle umane ed è fondamentale nel metabolismo delle piante!) o il vapore acqueo delle nubi (che è 100 volte maggiore della CO2 e viene prodotto dall’evaporazione delle acque oceaniche), bensì dalla combustione industriale di sostanze tossiche come i benzeni, i solfuri, i cloruri, i fenoli,  dal pm10 e le polveri sottili, ecc. ecc.

Ancora una volta si può constatare come l’ignoranza scientifica e la manipolazione delle credenze popolari da parte dei media e dei politici che li sostengono, crei poi convinzioni – come il fantomatico “effetto-serra” – che non hanno alcuna base né scientifica, né sperimentale, né riscontro alcuno nei fenomeni naturali osservabili.

7)      L’atmosfera è un “radiatore”, non una coperta!

Vorrei quindi concludere con un’osservazione che mi sembra importante. Un’attenta osservazione dei fenomeni atmosferici, porta semmai a paragonare l’atmosfera ed i suoi complessi effetti ad un “radiatore” piuttosto che ad una serra o una coperta, quindi ci porta a ritenere che l’atmosfera raffreddi la superficie terrestre, e non la riscaldi affatto!

C’è poi un fenomeno/concetto – oltre quelli già esaminati sopra – che lo dimostra ampiamente, ed in modo visivamente chiaro.

E’ il concetto della “ CIRCOLAZIONE GENERALE ATMOSFERICA” che avviene nella Tropopausa, tra la Troposfera e la Stratosfera, sopra gli 11 km. di quota. http://www.meteorologia.it/didattica/avanzato/circolazione%20generale.htm

Perché negli ultimi decenni la circolazione atmosferica generale ha richiamato sempre più l’attenzione dei meteorologi, onde poter formulare previsioni sempre più precise?

Perché lì si sviluppano venti freddissimi di grande intensità,  tra i 200-300 km/h (Jet Stream o Corrente a Getto http://it.wikipedia.org/wiki/Corrente_a_getto ), di origine polare (e a –55°C), che ruotano attorno alla Terra secondo direzioni a volte vorticose e molto complesse (es. moto di Coriolis), e sono all’origine di moltissimi fenomeni atmosferici, tra cui le “supercelle” (nelle quali si sviluppano le grandi perturbazioni), e molti altri fenomeni atmosferici convettivi (es. onde di Rossby, tornado, monsoni, piogge tropicali, ecc.).

Ora, la grande circolazione atmosferica – se ci fate caso – funziona proprio come una sorta di gigantesco “radiatore” che avvolge la superficie terrestre, a somiglianza della ventola che la vostra auto aziona automaticamente per raffreddare il motore, e per evitare che fonda quando è troppo caldo.

Ecco perché ha poco – o nessun – senso pensare alla CO2 e ai presunti “gas-serra”, quando poi dobbiamo ammettere che i fenomeni atmosferici ci portano a vedere l’atmosfera come un “radiatore” attivo, e non come una coperta passiva ed inerte, e dunque ci portano a considerare i fenomeni termodinamici e termoconvettivi, e NON la valutazione “statica” e teorica delle proprietà dei gas.

In altre parole, e per ricorrere ad un esempio concreto: a voi importa se il motore della vostra auto è raffreddato da aria con più o meno CO2, o più o meno azoto e ossigeno?

Ovviamente no, perché quello che prevale e conta è il fatto che il meccanismo convettivo del radiatore faccia sì che lo spostamento dell’aria sia il fattore dominante nel raffreddamento del motore, NON la composizione dei gas che la ventola spinge verso il motore caldo.

Allo stesso modo, i meccanismi termoconvettivi “rinfrescanti” che portano alla formazione di nubi, venti, piogge e nevi nell’atmosfera terrestre, prevalgono sulla composizione e la percentuale dei singoli gas, e sui loro presunti effetti “riscaldanti” o “rallentanti-del-raffreddamento”, nella dinamica del raffreddamento di quel “motore” della Terra che sono i suoli terrestri, o le superfici oceaniche.

Quindi saranno i Cicli Solari, i movimenti astronomici di Sole e Terra, le grandi correnti oceaniche, la Circolazione Generale Atmosferica, e tutti i fenomeni termoconvettivi a loro connessi (venti, piogge, nevi, nuvolosità e perturbazioni) a dettare i ritmi dei cambiamenti climatici, non già un fantomatico ed inesistente “effetto-serra” da variazioni percentuali dei gas atmosferici.

8)      Il “luminare” non è infallibile

Per concludere, se permettete, un piccolo consiglio, che ho sempre applicato a me stesso.

Questi sono argomenti sui quali è facile rimanere confusi, o fuorviati, perché il clima è un argomento complesso, che implica la conoscenza di molti concetti fisici, chimici, termodinamici, matematici, meteorologici, ecc., su cui non si troveranno mai due persone che la pensano proprio allo stesso modo.

Inoltre è facile rimanere perplessi, leggendo – come capita spesso – articoli sul clima nei quali si mostrano calcoli matematici molto complessi (e non comprensibili ai più), con integrali, funzioni implicite, hamiltoniane, laplaciane, ecc., tali da lasciare l’impressione che chi ha scritto quegli articoli sia un “luminare” dal quale possiamo solo imparare.

Ebbene, non è affatto così!

Mi sono reso conto che – non di rado – coloro che possiedono una grande preparazione specifica e tecnica, poi magari sviluppano ragionamenti e conclusioni finali errati perché partono da concetti più semplici, ma viziati da errori in partenza.

In questo articolo, come noterete, mi sono limitato ad illustrare i concetti fondamentali (senza calcoli o spiegazioni troppo complesse) che dimostrano –  e non solo a mio parere, è ovvio – la totale infondatezza scientifica e sperimentale dell’effetto-serra, a cui – fino a 4-5 anni fa – anch’io avevo dato credito, semplicemente perché lo davo per scontato, sentendolo citare ovunque da anni da tantissime persone, e non riflettevo sull’inconsistenza delle sue basi scientifiche.

Ebbene, di recente ho avuto modo di parlare con un docente universitario abbastanza noto (di cui taccio il nome) che invece crede ancora che il concetto di “effetto-serra” sia valido.

Sono rimasto colpito dal fatto che – quando cercavo di illustrargli i concetti e i dati sperimentali che demoliscono tale falsa teoria (1° e 2° principio, serre di Wood, temperature lunari, inversione termica, grande circolazione atmosferica, coperta, thermos, ecc.), gli stessi che ho esposto qui, lui eludeva il discorso, si capiva che gli dava fastidio ragionarci su, si rifugiava in considerazioni marginali (essendo un chimico) e molto teoriche e tecniche sulle proprietà  della CO2, ecc.

Beh, non ci crederete, ma perfino questo docente universitario ha dato prova di una lacuna madornale, e proprio nel campo in cui dovrebbe essere più preparato, la chimica (su cui in generale ne sa molto più di me, lo ammetto).

Ad un certo punto se ne è uscito dicendo che le molecole della CO2 che si era sviluppata nell’atmosfera di Roma, dopo l’incendio del 64 d.C. (attribuito all’imperatore Nerone), dovrebbero ancora essere in circolazione oggi, dopo quasi 2000 anni!

Sono rimasto sbalordito, perché avevo proprio letto poco tempo prima (abbastanza casualmente) un articolo (che allego) che dimostra che TUTTI i sondaggi effettuati utilizzando il carbonio 14 per stabilirne la datazione, portano a ritenere che le molecole di CO2 non possano permanere nell’atmosfera più di 5-15 anni, in media!

Solo i ciarlatani propagandisti dell’IPCC avevano avuto la spudoratezza di scrivere che la CO2 può stazionare nell’atmosfera fino a 200 anni, ma senza mai portare alcuna prova che lo dimostrasse.

http://www.c3headlines.com/2009/09/the-liberal-attack-on-science-acorn-style-the-ipcc-fabrication-of-atmospheric-co2-residency-time.html

Ma neppure l’IPCC era arrivata a dire l’assurdità che ci possa essere ancora in circolazione la CO2 dell’incendio di Roma del 64 d.C.!

Eppure questo docente universitario non conosceva un concetto basilare: credeva che la CO2 potesse “vivere” fino a 2000 anni e oltre, anziché fino a 15, un po’ come se uno zoologo vi dicesse che un cane potrebbe vivere 2000 anni!

Ecco perché sono convinto che su questi argomenti sia importante informarsi, e considerare i concetti più importanti, andando al nocciolo delle questioni, e ragionando con la propria testa.

Ma mai fidarsi “ a scatola chiusa” di presunti “luminari”, potrebbero avere preso dei colossali abbagli.

IlikeCO2

IL “MITO” DELL’EFFETTO SERRA VA IN FRANTUMI (Prima Parte)

L’effetto-serra è un argomento che solleva reazioni emotive, a volte impulsive e irrazionali, perché molti anni di propaganda martellante dei media lo hanno radicato nella mente di molte persone, e dunque non tutti accettano di mettere in discussione quanto per anni hanno considerato vero.

Al di là del fatto che il problema dell’effetto-serra, insieme a quello del GW, sia stato sciaguratamente “tirato per la giacca” dai politici di ogni orientamento, e pertanto ogni discussione su di esso rischia di vedere non di rado strumentalizzate  argomentazioni pseudo-scientifiche per scopi puramente politici.

Ma il problema è che per molte persone, e più in generale per la mente umana, è sempre difficile liberarsi da convinzioni che per lungo tempo erano state ritenute valide.

Quando queste convinzioni radicate – o luoghi comuni – vengono messe in discussione, in molte persone scatta una reazione di fastidio, o un rifiuto istintivo – dettato da prevenzione – di voler esaminare con attenzione ed equilibrio i nuovi argomenti, nel timore più o meno inconscio di dover ammettere di avere creduto per lungo tempo a concetti falsi.

Inoltre, poiché è un concetto semplice da imparare (atmosfera = serra, o = coperta), molti si sentono a disagio nel sostituire quel concetto con altri scientificamente validi, ma più complessi.

Come già detto, questa teoria ha trovato larga diffusione nelle pubblicazioni dei “climatologi” degli ultimi 20 anni, ma è del tutto assente nei testi più autorevoli di fisica e termodinamica, proprio perché non soltanto è in flagrante contraddizione con principi basilari della fisica, ma anche perché di conseguenza nessun esperimento, né fenomeno naturale osservabile e riproducibile è mai riuscito a confermarla.

Semplicemente l’”effetto-serra” è una colossale bufala pseudo-scientifica, benchè di gran successo popolare.

E’ una sorta di “Cacao Meravigliao” pseudo-scientifico, una cosa inesistente che però è stata ritenuta reale da molti grazie all’efficacia della comunicazione imbonitrice dei media.

E non a caso fisici autorevoli, ed esperti quali Claes Johnson, Nahle, Siddons, Gaerlich, Tscheuschner, Thieme, Miskolczi, Casey, ecc., ecc, negli ultimi tempi hanno pubblicato importanti lavori per ribadire l’infondatezza della teoria.

Ciò non deve stupire, dal momento che fin dal lontano 1909 il fisico Robert Wood (l’inventore della famosa “lampada”, al quale uno dei padri della fisica moderna, il grande Niels Bohr, aveva dedicato un lavoro) aveva demolito con l’esperimento delle due serre http://www.tech-know.eu/uploads/DeathGH.pdf  la teoria di Arrhenius, secondo cui il vetro del soffitto delle serre avrebbe innalzato la temperatura interna di ulteriori 15°C, trattenendo il 20% in più di radiazione IR. Wood dimostrò che anche una serra col soffitto di alite (salgemma, abbastanza neutro ai raggi IR) raggiungeva la stessa identica temperatura dell’altra (55°C), quindi tutto dipendeva dal calore accumulato dal suolo delle serre, non dai soffitti e dal loro materiale, o dalla fantasiosa ipotesi che il vetro potesse “intrappolare” più raggi infrarossi, e riscaldare di più.

Ma il genere di risposte avute dalla pubblicazione dell’articolo, mi inducono a chiarire ed approfondire alcuni concetti, onde evitare malintesi su questo importante argomento.

1)      Cosa si intende per effetto-serra.

Credo che molti non abbiano un’idea chiara di cosa sia l’effetto-serra, secondo quando vanno divulgando personaggi di enti quali l’IPCC e la NASA. Non a caso si tratta di due enti pubblici con bilanci faraonici, sempre a caccia di fondi tramite politici compiacenti che introducano nuove tasse, e quindi molto allettati dall’idea che le teorie sull’effetto-serra conducano a nuove imposte sulle “emissioni da gas-serra”.

Per effetto-serra, o effetto-atmosfera, o effetto-coperta (chiamatelo come volete) si deve intendere l’idea secondo cui l’atmosfera e i gas che contiene possano “riscaldare” o aggiungere ulteriore energia termica, rispetto a quella prodotta dal Sole riscaldando la superficie terrestre.

Come già detto nell’articolo precedente, uno dei concetti falsi più diffusi è proprio l’idea secondo cui l’atmosfera aggiungerebbe 33°C di calore alla superficie terrestre.

Attenzione! Per effetto- serra NON si intende semplicemente la differenza di temperatura tra i suoli o la superficie degli oceani rispetto alle temperature dell’atmosfera terrestre, perché è evidente che la superficie terrestre e l’atmosfera hanno temperature diverse, e anzi l’atmosfera (in particolare la Troposfera a media-alta quota, dai 4 km. in su) è sempre più fredda rispetto alla temperatura media della superficie terrestre.

Ma il concetto-chiave (falso) che viene costantemente ripetuto da IPCC & friends è quello secondo cui: “…il Sole riscalda la superficie terrestre, e poi i gas-serra intrappolano la radiazione IR (infrarossa) in uscita verso lo spazio, e ne rimandano una parte a Terra, accrescendo le temperature della superficie”. (Greenhouse gases absorb heat that radiates from Earth’s surface and release some of it back towards the Earth, increasing the surface temperature …)

http://www.americanthinker.com/2010/02/the_hidden_flaw_in_greenhouse.html

Questa bislacca teoria ha poi fornito all’IPCC il trampolino concettuale per rilanciare la nota litania che la crescita dei gas-serra, in particolare quelli di origine umana, porterebbe in futuro alla crescita delle temperature fino a 5°-6° C in media, di qui alla fine di questo secolo.

2)      Perché l’effetto-serra viola le principali leggi della Fisica.

Il concetto esposto sopra è palesemente falso, poiché viola le 2 leggi principali della termodinamica, cioè il 1° principio (conservazione dell’energia) che afferma l’impossibilità di creare in un sistema termodinamico nuova energia dal nulla (senza lavoro esterno) , ed il 2°, nella formulazione di Clausius, che stabilisce l’impossibilità che un corpo più freddo (atmosfera) possa aggiungere calore ad un corpo più caldo (superficie terrestre) innalzandone la temperatura.

E si noti bene che i principi della termodinamica valgono sia per i sistemi chiusi (es. motore ideale) che non scambiano calore con l’esterno, che per quelli aperti, ( es. atmosfera), che scambiano calore e materia con l’esterno del sistema.

Nella realtà, la trasmissione di calore sulla Terra avviene nel seguente modo.

I raggi solari dapprima riscaldano la superficie terrestre (suoli e oceani) per conduzione e convezione.

Conduzione significa che le radiazioni solari producono energia cinetica e vibrazioni molecolari in corpi della medesima sostanza (es.: terreni e acque oceaniche).

A loro volta i corpi della superficie terrestre (suoli e oceani), riscaldati dal Sole, trasmettono energia termica alle masse d’aria sovrastanti, causandone il movimento, e poi la trasmissione di calore per spostamento, poiché queste masse d’aria riscaldate da suoli e oceani si espandono, e trasmettono a loro volta calore ad altre masse d’aria a diversa temperatura con cui vengono a contatto ( e così abbiamo venti, perturbazioni, nubi, ecc.)

E questa è la convezione, cioè la trasmissione di calore per movimento dei fluidi (gas, liquidi) per contatto con corpi a diversa temperatura.

E’ importantissimo notare che la trasmissione del calore per conduzione e convezione termica costituisce ben il 99% della modalità con cui si trasmette il calore ricevuto dal Sole sulla Terra. (cfr. Siddons http://www.americanthinker.com/2010/02/the_hidden_flaw_in_greenhouse.html )

L’ultima modalità – che  costituisce appena l’1% della trasmissione di calore sulla Terra – è l’irraggiamento, ovvero la trasmissione di calore attraverso radiazioni ed onde elettromagnetiche tra corpi anche molto distanti, in particolare le radiazioni  dei raggi infra-rossi (IR), la cui intensità è direttamente proporzionale alla crescita delle temperature (quanto più si innalzano le temperature dei corpi riscaldati, tanta più radiazione IR emettono).

Il punto fondamentale è che nè i gas cosiddetti “serra”, né  alcun altro gas, hanno la capacità di “rimandare” verso Terra le radiazioni IR ricevute dalla superficie terrestre, proprio perché i gas dell’atmosfera ( che circolano a temperature  inferiori rispetto alla superficie terrestre) non possono riscaldare dei corpi più caldi di loro, sempre per il 2° principio della termodinamica.

3)      Alcuni esempi.

E’ abbastanza semplice dimostrare quanto sopra, sia con alcuni esempi di immediata comprensione, che con qualche esperimento pratico (oltre quello delle serre di Wood già visto).

Ad esempio, c’è chi contesta l’applicazione del 2° principio, dicendo che dopo tutto l’atmosfera agisce come una coperta, o come un cappotto, e dunque senza l’atmosfera e i suoi gas la Terra sarebbe più fredda, allo stesso modo in cui il nostro corpo rimane più caldo perché aggiungiamo una coperta, oppure un cappotto, ai nostri abiti invernali.

Attenzione, c’è un grosso equivoco concettuale!

Quando noi aggiungiamo una coperta, o un cappotto, ai nostri abiti, NON innalziamo la temperatura del nostro corpo, che rimane sempre di 36°-37° C. Semplicemente tratteniamo più a lungo il calore che già il nostro corpo produce, ed impediamo che venga dissipato facilmente (come accade d’estate, quando indossiamo abiti leggeri).

Ma la temperatura del nostro corpo non sale certo a 38°C o a 40°C perché mettiamo il cappotto, o la coperta sul letto, il cappotto e la coperta non “aggiungono” nuovo calore!

Allo stesso modo, i gas dell’atmosfera NON innalzano la temperatura che i terreni o le acque degli oceani raggiungono, dopo essere stati riscaldati a lungo dai raggi solari. E’ il Sole – e basta! – che fa salire la temperatura dell’asfalto sotto casa vostra fino ed oltre 70°C nelle giornate estive più calde, nessun gas atmosferico può aggiungere nemmeno un miliardesimo di °C a quelle temperature!

I terreni riscaldati dal Sole salgono a 40°C, o a 50°C, (o a 60°-70° C nel caso di asfalto o simili) ecc., ma la loro temperatura NON viene ulteriormente incrementata dalla presenza dei gas nell’atmosfera (anzi, come vedremo, i gas dell’atmosfera possono solo ABBASSARE la temperatura dei suoli, o delle acque marine).

E ancora, se versiamo un the caldo a 80°C in un thermos, le sue pareti isolanti ed ermetiche (mille volte più efficaci ed isolanti di qualsiasi gas!) NON fanno alzare la temperatura del liquido nemmeno di 1 milionesimo di °C!

Quando versiamo il liquido nel thermos, la temperatura massima è sempre quella che registriamo nel momento in cui l’abbiamo versato, se era 60°C resterà a 60°C, se era 75°C rimarrà a 75°C, e poi potrà solo diminuire lentamente.

La differenza è che nel thermos (così come sotto il cappotto, o sotto la coperta), la temperatura scende più lentamente, e potremo tenere il liquido al caldo diverse ore, e non 1-2 decine di minuti come accade quando versiamo il the in una normale tazza di ceramica.

E viceversa, secondo l’IPCC e i tanti “serristi”, l’atmosfera e i gas che contiene “aggiungono” ulteriore calore, e fanno alzare le temperature terrestri, rispetto a quelle massime prodotte dal riscaldamento del Sole sulla superficie terrestre.

Ora, è evidente che ciò è impossibile, allo stesso modo in cui il cappotto non aumenta la temperatura del nostro corpo, non ci fa venire la febbre, o il thermos non fa salire a 100°C la temperatura del the caldo a 60°C che vi abbiamo versato, e non lo fa bollire!

Quindi un corpo più freddo non può da solo (e senza lavoro dall’esterno) innalzare la temperatura di un corpo più caldo.

Il nostro corpo intirizzito,  e riscaldato da una stufa a 200°C in una fredda giornata invernale, poi una volta riscaldato non “rimanda” ulteriore calore alla stufa, e non può assolutamente far salire la temperatura massima di 200°C della stufa medesima, perché ciò violerebbe il 2° principio della termodinamica, creando nuova energia dal nulla, senza lavoro esterno.

Eppure l’IPCC afferma il contrario nel caso delle temperature terrestri, secondo loro i gas dell’atmosfera (sempre più freddi dei suoli terrestri) avrebbero il miracoloso potere di rimandare verso Terra (= “backradiation”) la radiazione infrarossa ricevuta dal basso, in una sorta di incontro di tennis spaziale, facendo salire ulteriormente la temperatura delle superfici terrestri.

Quindi secondo loro l’asfalto delle strade, riscaldato dal Sole fino a 70°C, od oltre, in una calda giornata estiva, poi verrebbe ulteriormente scaldato dalla radiazione proveniente dai gas atmosferici in quota (ed in particolare dalla CO2).

Come ciò possa avvenire è una magia esoterica che travalica. le ordinarie leggi della fisica ed il comune buon senso.

4)      I gas atmosferici “rallentano” il raffreddamento della superficie terrestre?

Ma conosco già l’obiezione di alcuni “serristi”:

“Eh no, è vero quello che dici, e cioè che i gas serra non fanno aumentare le temperature della superficie terrestre. Però è anche vero che i gas serra rallentano molto i tempi di raffreddamento (come il thermos o la coperta), quindi vuol dire che in futuro avremo sì uguale caldo, ma per tempi più lunghi. E ciò è del tutto conforme al 2° principio della termodinamica”.

Ora, a parte il fatto che l’IPCC e la maggioranza dei “serristi” non dicono questo, ma hanno sempre sostenuto che in futuro avremo temperature PIU’ ALTE DI 5°-6° C (a parità di intensità dell’attività solare), non le medesime temperature di adesso per tempi più lunghi.

In altre parole, secondo loro non avremo a giugno – che so – temperature di 28°C, come abbiamo oggi, ma per più tempo.

Secondo loro tra 30-40 anni, a causa della CO2 crescente,  dovremmo avere 33°-34° C a giugno, rispetto ai 28°C di max. che abbiamo oggi, a parità di intensità dei cicli solari!

Quindi ciò che sostengono i “serristi” più moderati è ben diverso da quello che sostiene la propaganda dell’IPCC & soci.

Ma il punto è stabilire se ciò che accade con la coperta, o col cappotto, o col thermos, e cioè un “rallentamento” dei tempi di raffreddamento naturali dei corpi più caldi, grazie alla loro funzione isolante e di coibentazione, possa essere esteso meccanicamente all’atmosfera terrestre e ai gas che contiene.

La risposta anche qui è negativa, anche se è vero che – in teoria – è giusto affermare che i gas atmosferici pur non contribuendo ad innalzare le temperature, sicuramente rallentano i tempi di raffreddamento, e che ciò è del tutto conforme alle leggi della fisica.

Ma qui di seguito vorrei spiegare perché anche il c.d. “rallentamento” dei tempi di raffreddamento delle temperature della superficie terrestre, che potrebbe essere causato dall’aumento dei c.dd. “gas-serra” e dalla CO2 in particolare, in realtà NON ha affatto conseguenze di durevole mantenimento del calore, ma si inserisce in un processo di “raffreddamento” atmosferico più ampio.

-FINE PRIMA PARTE-

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