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LA RINASCITA DELL’ARTICO

Se c’è una cosa che a noi amanti della natura ed appassionati di meteorologia sta più di tutte a cuore, quella è senza dubbio la salute dei ghiacci marini artici.
In questi anni ne ho sentite dire di tutti colori a propositi dell’artico, anche da voci autorevoli di scienziati di fama mondiale che si “auguravano” lo scioglimento completo dei ghiacci marini entro la fine del prossimo decennio. Ma queste cose sono risapute, come sono risaputi gli interessi socio-economici che si aggirano attorno a tale corrente scientifica.
Assodato infatti che i ghiacci artici non scompariranno entro un paio di anni, quello che mi interessa discutere sono le convinzioni attuali circa il loro stato di salute. Converrete con me che dalla maggior parte dei siti e delle riviste scientifiche e metereologhe emerge che l’artico, pur essendosi salvato dalla possibile catastrofe del 2007, è in una condizione di perenne agonia. Insomma i ghiacci pur scongiurato il pericolo della fusione completa ed immediata sono sempre lì sul filo del minimo storico e “ad un passo dalla morte”. Anche quì su NIA recentemente è stata proposta da qualcuno la possibilità che alla fine della prossima stagione calda i ghiacci artici possano segnare un nuovo minimo storico, quindi al di sotto anche dell’annus horribilis.
Il mio intento è quello di confutare questa tesi e di farvi osservare anzi che i ghiaccia artici,pur essendo in condizioni di deficit da alcuni anni, hanno intrapreso la via della guarigione. A tale scopo prenderò in considerazione il parametro che considero più importante nella valutazione del loro stato di salute e della loro capacità di ripresa:lo spessore della banchisa artica. Difatti, in seguito al veloce processo di fusione coinciso con i primi anni 2000 e culminato con la terribile estate del 2007, gran parte del ghiaccio vecchio con spessore elevato (quello buono per intenderci) è stato “disintegrato”. Ricordo che in quel periodo un mio caro amico, molto più esperto di me nel settore, mi disse: “È sconvolgente la rapidità con cui i ghiacci artici stanno regredendo. A causa dell’enorme buco che si è creato quest’estate (2007), se mai un giorno per qualche ragione assisteremo ad un procedimento inverso di espansione dei ghiacci il primo periodo sarà caratterizzato dal recupero delle zone perse con la formazione di nuovo ghiaccio spesso in quelle stesse zone che negli ultimi anni sono state coinvolte nella fusione estiva. Per questo anche nella migliore delle ipotesi in cui si verificasse un inversione di tendenza (un miraggio a quei tempi), dal punto di vista dell’estensione della banchina in estate saremo in condizioni di deficit prolungato ”.
In effetti è ovvio che nella fase iniziale di un processo di espansione si debba prima riconquistare e consolidare le zone precedentemente perse. Invero, solo dopo che si sarà concluso il processo di recupero, potremo avere l’espansione vera e propria (rispetto agli anni 80 e 90), e registrando così record dal punto di vista dell’estensione della banchisa.
Partendo dalla situazione registrata al termine della stagione estiva 2007, di seguito vi riporto le immagini che per ciascun anno mostrano lo spessore della banchisa artica durante la fase di massima estensione invernale e durante quella di massima contrazione estiva.

STAGIONI INVERNALI

20 marzo 2008

20 marzo 2009

20 marzo 2010

20 marzo 2011

STAGIONI ESTIVE

20 settembre 2007

20 settembre 2008

20 settembre 2009

20 settembre 2010

CONCLUSIONI

Concludo ribadendo la scarsa importanza che a mio avviso ha, in questa fase, il dato relativo all’estensione della banchisa, in raffronto a quello inerente allo spessore. Come già detto, nella fase immediatamente successiva al disgelo dei primi anni 2000 il processo di recupero che i ghiacci artici hanno intrapreso comporta dapprima la formazione di nuovo ghiaccio spesso in quelle zone in cui è scomparso. E questa cosa sta accadendo rapidamente come testimoniano le immagini. Personalmente ritengo dunque poco utile stare lì ogni giorno a misurare l’estensione della banchisa. La presenza o meno di ghiaccio sottile nelle zone periferiche in questa fase di guarigione è un dato contingente, dettato essenzialmente dalle condizioni bariche e meteorologiche temporanee. Per emettere una prognosi sullo stato di salute dei ghiacci artici, si deve far riferimento essenzialmente allo spessore della banchisa, o meglio alla percentuale di ghiaccio con spessore superiore a 2,5-3 metri che è il più tenace alle calure estive. Il dato estensivo comincia ad avere un ruolo fondamentale invece ad inizio luglio, quando risulta completamente sciolto il ghiaccio sottile periferico. L’estensione che si misura di lì in avanti è associata infatti alle zone in cui si dovrebbe avere ghiaccio spesso, che come detto costituisce la “struttura portante” della banchisa artica. Se il residuo della banchisa ad inizio luglio è formato da ghiaccio spesso allora si avrà un buon minimo, altrimenti (come accaduto nel 2007) si andrà in forte deficit.

Con la linea rosa è segnato il punto in cui il dato sull’estensione acquisisce importanza.

Infine volgendo lo sguardo all’anno in corso si può certamente confermare il buonissimo stato di forma dei ghiacci. L’attuale banchisa infatti, mostrando una percentuale di superficie ghiacciata con spessore superiore ai 3 metri davvero notevole (compresa tra il 60 e 70%), conferma il trend di ripresa ed espansione dell’artico. Dunque non allarmatevi se nei prossimi giorni a causa di un temporaneo indebolimento del VP (calo AO) si avrà un calo sostenuto della banchisa, poiché esso coinvolgerà essenzialmente il ghiaccio sottile destinato comunque a scomparire. Infatti anche dal punto di vista dell’assetto atmosferico, ovvero della disposizione delle figure bariche, sarà molto più decisiva la situazione che si registrerà da luglio in avanti. A tal proposito ritengo ancora che la fase meteorologica attuale, caratterizzata dall’indice AO costantemente negativo, sia del tutto transitoria, e che nei prossimi due mesi (luglio in primis) il VP risulterà abbastanza compatto. Quindi, senza entrare nel merito delle dinamiche atmosferiche future, il mio monito è quello di stare tranquilli e di avere fiducia. Insomma come si dice, “i conti si fanno alla fine”.


Con la linea rosa è segnato il punto in cui il dato sull’estensione acquisisce importanza.

Update: devo fare però alcune precisazioni in merito alla situazione attuale visto che l’articolo l’ho scritto circa un mesetto fà……per ciò che concerne lo spessore della banchisa, il sito dal quale ho preso le immagini, non fornisce più aggiornamenti dal 23 maggio….a quella data la situazione era ancora molto buona in raffronto agli anni precedenti, in quanto gran parte della banchisa mostrava ancora spessori notevoli….tanto per fare un esempio, il 23 maggio 2007 la banchisa, pur mostrando un estensione maggiore, si trovava già in condizioni pietose, in quanto buona parte di essa era formata da ghiaccio sottile……..
per quanto riguarda l’altro fattore chiave, ovvero le dinamiche atmosferiche che coinvolgono il polo, ho specificato che queste assumono maggiore importanza man mano che avanza la stagione estiva…..tuttavia è fuori discussione che già ad ora si sono manifestate delle situazioni poco felici per l’artico (una in particolare), e delle altre si manifesteranno nei prossimi giorni, che vedranno a ripetizione anticicloni caldi in sede polare….infine devo ammettere che il dato uscito ieri sera sull’andamento dell’ITCZ mi ha lasciato moilto perplesso……c’è da tener duro ragazzi, e sperare che a luglio le cose cambino………

Riccardo

Lasciamo da parte un attimo il Sidc e concentriamoci sul recupero dell’Artico!

AMSR-E Sea Ice Extent

Fonte: http://www.ijis.iarc.uaf.edu/seaice/extent/AMSRE_Sea_Ice_Extent.png

Ebbene, sta cotinuando anche oggi!

Si passa dai 5.329.375 del 31/8 ai 5.332.344 di ieri!

Il minimo finora si attesta il giorno 31 agosto con il dato di cui sopra.

Ecco gli altri minimi dei 2 anni che a noi interessano di più:

2005: 5.315.156 (raggiunto il 22/9)

2009: 5.249.844 (raggiunto il 13/9)

Questa è la situazione delle temperature:

Fonte: http://ocean.dmi.dk/arctic/meant80n.uk.php

Comunque vada, ricordo che per al-Gore e compagni, l’artico sarebbe dovuto scomparire del tutto entro una manciata d’anni…

Ora si aprano pure le scommesse su quando e su quale estensione minima raggiungeremo quest’anno.

Simon

Sondaggi nel ghiaccio (1 parte)

Abbiamo spesso sentito parlare che i climatologi utilizzano i carotaggi nel ghiaccio per determinare le variazioni climatiche che si sono susseguite nel corso dei millenni. Per soddisfare la mia curiositá e la mia insaziabile fame di conoscenza, ho voluto indagare su come vengono svolte queste ricerche.
Sono i sondaggi fatti in Antartide e Groenlandia che hanno dato i maggiori risultati sulle ricerche delle ultime glaciazioni.
Nelle nevi compattate e accumulate anno dopo anno per millenni si conservano le tracce della chimica atmosferica e del clima degli ultimi cicli glaciali.
L´estrazione in verticale di cilindri di ghiaccio (ice cores) permette di trovare bolle di aria imprigionate nel ghiaccio e che permettono di conoscere l´atmosfera in un determinato periodo. La datazione del mantello gelato per i primi centinaia di anni non presenta molte difficoltá data la diversa colorazione che assume la neve caduta in inverno e in estate e questa differenziazione di colori permette di visualizzare bene i diversi anni.

Per la datazione dei ghiacci di maggiore profonditá si utilizzano modelli matematici che tengono in conto la diversa proprietá di compressione del ghiaccio accumulato. Anche il fatto che esistono vari sondaggi sia in Antartide che in Groenlandia permette di correggere eventuali errori di datazione. Dato che le variazione di concentrazione di metano nell´atmosfera sono rapide ed omogenee nei due emisferi, si usano i dati di questo gas per aggiustare le serie dei due emisferi.
Una difficoltá importante in queste ricerche é dovuta alla porositá che la neve ha prima di compattarsi e che permette che l´aria penetri nella colonna di ghiaccio fino ad una profonditá di 50 mt. o piú. Per questo l´aria che incontriamo nel ghiaccio non appartiene a quello strato di ghiaccio me é possibile che sia piú giovane anche di alcuni centinaia di anni del ghiaccio che lo incorpora. Ció dipende dalla grossezza delle cappe di ghiaccio piú profonde, se queste sono spesse la differenza di etá é minore perché l´aria incontra piú difficoltá a penetrare in basso. E siccome le precipitazioni di neve sono differenti da un luogo all´altro ecco che le datazioni si complicano.

In Antartico vi é la vecchia stazione “sovietica” Vostok (78ºS-106ºE, altitudine 3.488 metri, temperatura media -55ºC) che nel 1998 nel suo sondaggio arrivó a 3623 metri di profonditá, cioé agli ultimi 4 cicli glaciali o se volete agli ultimi 420.000 anni. Un centinaio di metri piú basso si trova un grande lago subglaciale prodotto dalla fusione dei ghiacci a contatto con la base rocciosa.

Per paura di contaminare quell´acqua il sondaggio si é fermato e ricomincerá tra poco tempo perché é stato individuato un sistema per non contaminare quell´acqua che potrebbe essere vecchia di milioni di anni.
Un altro sondaggio il “DOME C” del progetto europeo EPICA é arrivato a 3000 mt di profonditá ed ha incontrato ghiacci ancora piú antichi di quelli del Vostok, arrivando alla datazione di 740.000 anni fa ovvero 8 cicli glaciali.
E il 23 gennaio 2006 il sondaggio giapponese FUJI DOME é arrivato ai 3.029 metri e ai 760.000 anni.
Dato che sia il Vostok che il Dome C si trovano lontano dalla costa e con temperature molto piú basse vi é poco accumulo di neve (non nevica quando la temperatura é bassissima!) e quindi é difficile separare gli anni, per questo sono piú utili i sondaggi fatti vicino la costa come il LAW DOME. Qui anche se il sondaggio é meno profondo permette bene di vedere i vari strati di neve accumulata.

Questa immagine mostra dove si trovano i principali sondaggi in Antartide.

In Groenlandia il primo sondaggio fu fatto nel 1966 a Camp Century. I sondaggi moderni appartengono al programma americano GISP 1 e 2 (Greenland Ice Sheet Project) e quello europeo GRIP (Greenland Ice-core Project) vicino a Summit (vedi figura) e che hanno raggiunto una profonditá di 3000 metri con neve depositata da 150.000 anni. Peró i dati delle cappe piú profonde sono di bassa qualitá a partire dai 105.000 anni per essersi verificati parziali fusioni che difficoltano la visione dei vari strati e quindi con risultati discordanti.

Recentemente si sono iniziati dei sondaggi a 350 Km a nord di Summit con risultati migliori trovando ghiacci vecchi di 123.000 anni.

Questa é la stazione americana di Summit 1.

Oltre ai sondaggi in Antartide e groenlandia ci sono dei sondaggi fatti nelle Ande (Huascarán, Quelccaya, Sajama), nel Tibet (Guliya, Dasuopu, Dunde), in Africa (Kilimanjaro), dove si sono realizzati sondaggi che sono arrivati a profonditá in grado di ottenere dati climatologici delle ere passate. La loro maggiore utilitá risiede poi nel fatto che alcuni si localizzano a latitudini tropicali.

Nel prossimo articolo vedremo come sono fatti gli studi sui cambiamenti climatici avuti nelle varie ere e che utilizzando gli isotopi di ossigeno, idrogeno e azoto.

SAND-RIO

CALDO ECCEZIONALE NELL`ARTICO!!!

L´Artico sembra si stia riscaldando. Le relazioni di pescatori, cacciatori e esploratori segnalano un cambiamento radicale delle condizioni climatiche e con temperature calde mai viste prima.
Le condizioni del ghiaccio sono eccezionali: mai si era visto tanto poco ghiaccio!
La spedizione del Dr. Hoel ha potuto navigare fino alla latitudine di 81° 29′ senza incontrare ghiaccio. È la massima latitudine nord in cui si´e potuto arrivare navigando liberamente solo con l´uso di equipaggiamento oceanografico moderno.
Vicino a questa latitudine, il Dr. Hoel ha incontrato la Corrente del Golfo molto calda, e ancora l´ha incontrata in quanto corrente di superficie sopra il parallelo 81.
È da segnalare il tempo incredibilmente caldo nell´artico norvegese. Il capitano Ingebrigtsen dice che la regione é molto cambiata da cinque anni ad ora.
Molti punti di riferimento sono cambiati al punto di essere diventati irriconoscibili. Molti ghiacciai che avanzavano sopra l´oceano sono completamente scomparsi.
Il cambiamento della temperatura sta portando anche cambiamenti nella flora e nella fauna. Molti banchi di pesci sono completamente scomparsi. Le foche sono in numero minore che l´abituale. Con la loro scomparsa, stanno apparendo altri tipi di banchi di pesci come aringhe e piccole trote.
Al suo rientro il Dr. Hoel ha riportato la localizzazione di mine di carbone fino adesso sconosciute perché fino ad adesso sempre coperte di ghiaggio.

SAND-RIO

N.B. L´articolo sopra é stato tratto da
Monthly Weather Review, del Novembre del 1922.
1922-Arctic-2

Ghiacci Marini Artici – Situazione Marzo 2010

Estensione:

Anomalia Concentrazione:

Area:

Trend Anomalia Estensione:

Curiosità:

Rispetto a 10 anni fa abbiamo 0.2milioni di kmq di estensione in meno e la stessa area.

Rispetto a 20 anni fa abbiamo 0.8milioni di kmq di estensione in meno e 0.3 in meno di area.

Rispetto a 30 anni fa abbiamo 1milione di kmq di estensione in meno e 0.2 in più di area.

L’AO molto negativo ha fatto si che la concentrazione dei ghiacci fosse elevata anche nelle zone più basse di latitudine, e tutto questo fa sperare in una buona prestazione estiva.

Aprile sarà fondamentale per capire la buona saluta dei ghiacci artici.

Intanto questa è la situazione aggiornata a ieri:

FABIO