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Gli inverni nella PEG (parte quinta)

C’eravamo lasciati con l’inverno 1708/09, continuiamo quindi con il resto del 1700 che vide finire la parte più cruenta della PEG ( insieme alla fine del minimo di Maunder ) e quindi con stagioni più miti ( verso la fine del secolo ci saranno alcuni tra gli inverni più miti degli ultimi 500 anni, battuti solo dal 2006/07 ).

Partiamo con l’inverno 1715/16, molto rigido, il Tamigi gela a fine Novembre per scongelarsi solo per i primi di Febbraio, si potè quindi organizzare di nuovo la Fiera dei Ghiacci. Nel continente è da segnalare il congelamento in due momenti della Senna a Parigi, in Italia invece si registrarono ben 37 nevicate in Piemonte ( da Novembre a Marzo ) con la vegetazione che fiorì solo per i primi di Aprile. A De Bilt in Olanda il mese del Gennaio 1716 risulta avere un valore di -5°C ( media mensile ), inferiore ai -4.8°C del Gennaio 1709 per esempio. Aggiungo anche il 1716/17 dove viene segnalata molta neve a Roma, ma nulla più, neanche l’entità dell’accumulo.

Il Tamigi gelò inoltre nel 1728/29 come anche la laguna veneta, ma l’episodio non fu severo, bisogna aspettare il 1739/40 prima di trovare un signor inverno, in Inghilterra il Tamigi gelò per Natale e dopo pochi giorni il ghiaccio permise di organizzarci sopra la Fiera, a Londra la temperatura infatti raggiunse il valore di -22°C e la maggior parte dei fiumi Inglesi gelarono, questo inverno è stato uno dei più freddi per le isole britanniche ( solo il 1962/63 come livelli di freddo è paragonabile a quell’inverno, infatti esso risulta essere il più freddo dal 1741 ).

Nel resto del continente l’inverno non fu da meno, il gelo duro più di 2 mesi e i fiumi rimasero gelati fino a metà Marzo ( a De Bilt il mese di Gennaio chiuse a -4.5°C, mentre a Berlino il bimestre Gennaio-Febbraio chiuse come uno dei più freddi di sempre, -8°C ), la laguna veneta gela nuovamente e a Roma la neve cade abbondante.

fabioFONTE immagine: http://www.meteogiornale.it/images/news/midi/17363a.gif

sottotitolo immagine: questa era la disposizione barica del Gennaio 1740

Curioso l’inverno successivo, il 1740/41 dove il mese di Novembre ( 1740 ) è stato il più freddo del semestre invernale ( quel Novembre è il più freddo della serie sia di De Bilt che di Berlino e probabilmente il più freddo per l’Europa ).

Segnaliamo anche il Gennaio 1744 dove a Palermo l’accumulo stagionale di neve raggiunse il mezzo-metro ( valore mai più neanche avvicinato ),fu però il Gennaio 1755 un mese veramente rigido per l’Italia, con la laguna veneta che ghiacciò per uno spessore di 43cm in profondità, il mese fu secchissimo, infatti non ci sono state precipitazioni nevose, solo l’adriatico grazie allo stau ricevette accumuli discreti, in Inghilterra invece l’inverno si concluse mite, infatti non vengono segnalati casi di congelamento dei fiumi. Molto freddo fu anche il 1762/63, a Parigi il mese è uno dei più freddi ( -2.4°C ) e a Londra il Tamigi gelò completamente, mentre a De Bilt Gennaio chiuse al 3° posto tra i mesi più freddi con -5.8°C ( primo il Gennaio 1823 con -7°C e secondo il Febbraio 56 con -6.7°C che ovviamente risulta il mese più anomalo )

Passiamo ora all’inverno 1766/67, il Tamigi gelò nuovamente e nella campagna inglese si raggiunsero temperature fino a -27°C, in Italia il mese di Gennaio per Milano risulta essere il più freddo dell’intera serie, -4.6°C ( ma non il più anomalo che è il Febbraio 56 ), anche se casualità vuole che nel complesso non risulti tra i più freddi, anzi, addirittura si concluse più mite dell’inverno precedente. Da segnalare il Gennaio 1779, in mezzo ad un inverno molto mite questo Gennaio è forse il simbolo delle inversioni termiche, infatti esso è il mese più freddo dell’archivio di Innsbruck ( dal 1777 in poi ) con -11.9°C, è incredibile se si pensa che non c’è stata alcuna irruzione fredda e che nel resto dell’Europa il mese si concluse con valori normalissimi per il periodo ( Milano per esempio chiuse il mese a -0.4°C )

Volevo concludere dicendo che come certamente avrete notato i dati a mia disposizione per questo periodo sono decisamente aumentati e la fatica a scrivere gli articoli ne risente parecchio, quindi potrei metterci più tempo a scrivere i prossimi, fortuna vuole che mi mancano meno di 100 anni al 1850. Non è facile riuscire ad ordinare tutto questo ammasso di dati.

FINE PARTE QUINTA

FABIO

Gli inverni nella PEG (parte quarta)

C’eravamo lasciati nuovamente con la siccità della Val Tellina, continuiamo la ricostruzione con due inverni, il 1651/52 e il 1652/53 dove il mar baltico rimase gelato anche durante la stagione primaverile costringendo molti porti a restare chiusi ad oltranza, torniamo però nella parte centrale del continente, in Inghilterra si segnalano il 1654/55, inverno molto rigido e il 1657/58 con una copertura nevosa da record, 3 mesi con la neve al suolo nella parte sud del paese. Molto freddo fu anche il 1662/63 dove sul Tamigi viene sperimentato per la prima volta il pattinaggio su ghiaccio, il fiume doveva essere quindi gelato parecchio in profondità, nel 1667/68 poi gelò di nuovo, come anche la quasi totalità dei fiumi europei, la Senna a Parigi per ben 35 giorni. Passiamo adesso all’inverno 1683/84, uno dei più gelidi per le isole britanniche, il ghiaccio invase il terreno a tal punto che esso arrivò fino ad un metro nel sotto-suolo mentre a Londra il Tamigi restò gelato per quasi 3 mesi e il ghiaccio permise di organizzarvici sopra la più grande “Fiera dei Ghiacci” di sempre, sopra al fiume si organizzarono manifestazioni sportive, vennero costruiti negozi e chioschi, addirittura venne istituita una via, chiamata “Freezland Street”. In Inghilterra infine viene segnalata per quasi tutta la stagione la presenza di ghiaccio lungo le coste, ma l’inverno fu estremamente rigido anche nel resto del continente, i fiumi e i laghi gelarono, in Italia la laguna veneta gelò nuovamente e il ghiaccio si formò anche lungo le coste del nord-Adriatico, la neve in Pianura Padana restò fino al periodo pasquale.

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Sottotitolo: Questa era la disposizione barica nel Gennaio 1684

Fonte: http://www.meteogiornale.it/images/news/midi/17319a.gif

Molto rigido fu anche l’inverno successivo, anche se in Inghilterra non fu minimamente paragonabile.

Passiamo all’ultimo scroscio di 600 con inverni molto rigidi, partiamo con il 1988/89 che fu nuovamente rigido nel Regno Unito, il Tamigi gelò e sopra venne organizzata di nuovo la Fiera, continuiamo poi con il 1693/94, inverno molto precoce che portò la neve a Parigi per fine Ottobre e il gelo dei ghiacci in svizzera per quasi tutto il trimestre, infine il 1694/95 con i laghi svizzeri di nuovo gelati come anche il Tamigi.

Il Settecento si porta con se l’invenzione del termometro e quindi iniziano le prime osservazioni, d’ora in avanti cercherò di mettere più dati possibili.

Passiamo subito al 1708/09, che viene catalogato come il secondo inverno più freddo del millennio per l’Europa, purtroppo gli osservatori non sono molti, gli unici disponibili in rete gratuitamente mostrano come a Berlino esso sia il più freddo della serie ( dal 1701 ) mentre a De Bilt in Olanda esso sia superato da altri anni e lo stesso mese di Gennaio ( per Berlino il più freddo della serie ) non sia il più freddo ( -4.8°C la media, contro per esempio -6.7°C del Feb-56 )

Passiamo però ai fatti, il freddo gelido arrivò nel continente per fine Dicembre, nel periodo natalizio, ma l’Inghilterra non venne colpita direttamente, per esempio non venne effettuata nessuna fiera sul Tamigi, probabilmente perché non ghiacciato abbastanza, mentre più a sud gelarono la totalità dei fiumi e dei laghi ( anche il Tago, nella penisola Iberica, e fino alla foce ), addirittura vennero chiusi molti porti, tra cui Marsiglia, Genova e Livorno. Nel continente morirono tutte le piantagioni e la gran parte degli animali da allevamento come raccontano la gran parte dei resoconti dell’epoca. Berlino sfiorò i -30 di minima, mentre a Parigi la temperatura toccò i -23°C. In Italia il freddo fu intensissimo soprattutto a Gennaio, a Venezia la temperatura raggiunse i -17.5°C, valore mai più raggiunto ( per esempio la 2° temperatura più fredda mai registrata è di -13.6°C del Gennaio 63 ) la laguna infatti restò ghiacciata per l’intero mese, a Firenze caddero 70cm di neve in 2 giorni, mentre dalle cronache del tempo si sa che il Po gelò per circa 70cm in profondità, che a Parma il giorno 8 c’erano 90cm di neve al suolo e che il lago di Garda gelò completamente ( non si sono più avute notizie in merito ad un altro evento del genere ).

Per concludere aggiungo che gira voce di una misurazione ( di dubbia veridicità ) fatta nel faentino, dove la temperatura minima toccò i -36°C, anche se fosse un dato errato, non sono da escludere valori inferiori a -30°C ( nel Gen-85 per esempio si toccarono i -28°C in Emilia ).

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Sottotitolo: Questa era la disposizione barica nel Gennaio 1709

Fonte: http://www.meteogiornale.it/images/news/midi/17328a.gif

FINE QUARTA PARTE

FABIO

Gli inverni nella PEG (parte terza)

hunters_in_the_snow

Fonte: http://www.artchive.com/artchive/b/bruegel/hunters_in_the_snow.jpg

Approfitto dell’inizio dell’articolo per scusarmi del ritardo accumulato rispetto all’uscita delle prime due parti, purtroppo gli impegni mi hanno sovrastato e non sono riuscito a scrivere niente, quel poco di tempo che avevo lo utilizzavo per leggere gli articoli su questo sito che sono sempre molto interessanti.

Ora continuiamo a parlare di questi bei inverni, c’eravamo lasciati con il seccume della Val Tellina e ricominciamo a parlare di vero inverno dal 1550 con la laguna veneta che gela nuovamente, stessa sorte gli capita nel 1561.

Ma passiamo subito all’inverno 1564/65, uno dei più freddi del secolo in Europa, il Gelo arriva nel continente il 21 Dicembre e il Tamigi gela molto velocemente, non viene detto in quanto tempo, ma già alla sera del 31 ci si poteva organizzare il capodanno sopra, quindi decisamente rapido, aggiungo poi una piccola chicca, durante il febbraio di questo inverno, decisamente rigido, il pittore olandese Pieter Brueghel dipinse il simbolo della PEG, un quadro intitolato i Cacciatori nella Neve, dove alcune persone cacciano in un paesaggio decisamente siberiano ( per i giorni nostri ).

Aggiungo infine su questo inverno, a parer mio inaugura una serie un po’ sfortunata ( poi dipende dai punti di vista ) per la Costa Azzurra, il Rodano infatti avrà episodi di congelamento nel suddetto inverno e a seguire nel: 1568/69 – 1570/71 – 1571/72 – 1572/73 ( dove gela anche il porto di Marsiglia ).

Nel periodo successivo le stagioni si fanno generalmente più fredde, a tal punto da permettere al pack invernale di resistere durante tutto l’anno nel braccio di mare tra la Groenlandia e l’Islanda ( per fortuna che era invernale ).

Per la fine del secolo segnalo anche l’inverno 1589/90 dove gela nuovamente il povero Rodano come anche nel 1594/95 insieme alla laguna veneta, si segnalano per quest’ultimo inverno intense nevicate per tutta la durata della stagione lungo l’adriatico a conferma di correnti prettamente orientali, grazie al già citato Orsetto.

Passiamo quindi al 1600 che fu il primo dei due secoli principali della PEG, durante questo periodo però mancano ancora le rilevazioni, è in questo secolo che inizia il famoso minimo di Maunder che dal 1650 circa fino al 1720 sarà accompagnato dagli inverni più freddi della PEG. Partiamo subito con l’inverno 1602/03 dove gelano sia la laguna veneta che il Rodano, interessante poi come la neve sia rimasta al suolo a Bologna per circa 2 mesi, da fine Dicembre a fine Febbraio, e continuiamo con il 1604/05 dove il gelo toccò l’Arno che permise ai fiorentini di farci passare sopra una sfilata in maschera trainata da carri, molto probabilmente nel periodo di Carnevale. Ed ecco che qui arriva un bello scherzo da parte della natura, dove prima fece arrivare un inverno tra i più miti del millennio, il 1606/07, dove in svizzera venne ricordato per non aver mai portato la neve in valle e dove gli alberi fiorirono ai primi di Febbraio, è o era ricordato come l’anno senza inverno ( era perché non ho idea di come sia andato il 2006/07 da quelle parti ), la natura però cosa fece? l’inverno successivo, il 1607/08 fu uno dei più gelidi che si siano mai visti, insieme al 1407/08 e al 1708/09 completa la famosa triade ( scusate per la citazione, ihih ) di inverni “super-gelidi”. Il 1607/08 fu molto lungo ed estremamente rigido, soprattutto in Francia; Bologna divenne impraticabile per la neve ghiacciata che ricoprì le strade, mentre in Inghilterra il Tamigi restò gelato un mese intero; nella fonte non viene detto, ma molto probabilmente la quasi totalità dei fiumi europei gelò in quell’inverno.

Si apre poi un periodo gelido per l’Inghilterra, il Tamigi per quasi tutti gli inverni almeno una volta avrà episodi di congelamento, curioso come nel Gennaio 1621 venne addirittura allestito un mercatino sopra il fiume. Giusto per segnalarla come notizia, nell’anno 1644 la Val Tellina fu colpita da un’altra ondata di siccità, le correnti prevalentemente orientali sfavorivano le precipitazioni nelle alpi, la siccità fu così forte che molti alberi morirono per il secco.

FINE terza parte

Concedetemi infine un piccolo spazio dove volevo dire una cosa: mi scuso in partenza se questa parte come qualità sia più scadente rispetto alle altre due, il tempo è poco e faccio quello che posso. Come ultima cosa volevo ringraziare chi mi ha fatto i complimenti per l’articolo, fa piacere, grazie.

FABIO

Gli inverni nella PEG (parte seconda)

Nel precedente articolo abbiamo fatto una premessa, anche se con nessuna spiegazione scientifica, non mi voliate male mica lo faccio apposta, diciamo che ufficialmente lo faccio per avere un approccio da appassionato ma realmente è che non saprei cosa dire. Detto questo continuiamo da dove ci eravamo lasciati, e si incomincia a parlare del 1400, partito subito alla grande. Si parte subito con l’inverno 1407/08, divenuto famoso per essere il più freddo del millennio ( peccato ci sia una assenza di dati delle temperature, in fondo il termometro venne inventato 300 anni dopo ), dove il Tamigi restò gelato per ben 14 settimane, circa 3 mesi e mezzo, la neve a Firenze superò i 60cm e in tutta Italia gli alberi “scoppiarono” per il freddo. Si hanno notizie che il ghiaccio arrivo fino alla scozia ed invase parte del mar nero. Un altro inverno fu il 1409/10 dove in Italia nevicò per circa 1 mese quasi tutti i giorni, lo si ricorda per il fatto che il vino congelò nelle botti. Passiamo poi al 1431/32 terribile anche lui, con gelo in Europa da Novembre a Marzo, periodo lungo il quale i fiumi Tedeschi rimasero ghiacciati, la laguna veneta ghiacciò fino in profondità tanto da permettere il passaggio dei carri, l’unico modo per approvvigionare la città, anche il Po gelò e rimase così per circa 2 mesi, da segnalare infine per quell’inverno l’assenza quasi totale della neve nelle alpi, probabilmente i mesi invernali furono segnati da continue correnti da est, proprio grazie al già citato Orso Russo. Segnalo il Tamigi gelato anche nel 1433/34. Si susseguì un periodo disastroso per l’agricoltura e la vegetazione, dal 1450 al 1480 in quasi tutti gli inverni i fiumi gelavano e i raccolti venivano distrutti dal freddo, in più occasioni gelò la laguna veneta e il Tamigi. Passiamo quindi alla fine del secolo dove una coppia di inverni mise a dura prova l’Europa in generale, il 1489/90 e il 1490/91. Nel primo si segnalano gare di corsa con i cavalli a Venezia sul Canal Grande e a Firenze sull’Arno, a Venezia inoltre nevicò per 12 giorni consecutivi e nella Pianura Padana la neve rimase al suolo fino a Marzo. Il secondo si fa sentire anche in Europa dove i fiumi Francesi rimasero gelati per 10 settimane, 2 mesi e mezzo, la laguna veneta ghiaccia ancora, ma quell’inverno resterà alla storia per aver portato la neve a Bologna il 1° Giugno, 32cm di accumulo, e a Ferrara il 4 con gelate successive. Da segnalare anche il 1492/93 dove a Firenze la neve supero i 60cm di accumulo e dalle testimonianze si pensa che la temperatura possa aver raggiunto valori inferiori a quelli del Gennaio 85. Da li seguì un periodo più mite per gli inverni, una parentesi di calma del clima che portò alla fioritura delle rose in Francia ad inizio 1500 nel mese di Gennaio. Poi arrivò l’inverno 1505/06, che rimise le cose a posto ( per l’epoca ), gelarono i fiumi europei ed italiani, la laguna veneta e addirittura il mare nel porto di Marsiglia, gela anche il Tamigi. Si passa poi al 1509/10 dove la neve raggiunse i 60cm a Firenze ( dove sapere che non è una coincidenza che siano sempre 60 i cm di accumulo di Firenze, all’epoca veniva usata una unità di misura, che valeva appunto 60cm e probabilmente il valore misurato veniva semplificato, oppure quello indica solo il valore massimo raggiunto dalla neve e non l’accumulo totale, cmq non c’è dato saperlo ), cmq tornando a Firenze, durante quell’inverno si organizzarono nuovamente delle gare di cavalli sull’Arno. Segnalo il Tamigi gelato nel 1514/15 e nel 1522/23, da qui in poi seguirà un’altra serie di inverni miti. Addirittura in Italia si arriva ad avere un periodo molto lungo di siccità, il cui culmine si raggiunge a cavallo del 1540 dove in Valtellina è segnalata l’assenza totale di pioggia per 5 mesi.

To be continued

Fabio sta facendo un lavoro biblico! Ottima ricerca ed ottimi articoli!

PS. Le fonti verranno fornite dallo scrittore nell’ultima parte della serie

Gli inverni nella PEG (prima parte)

Quando si analizza un periodo come la PEG un appassionato di meteo, che spesso sappiamo essere sinonimo di freddofilo e nevofilo come per’altro è il sottoscritto è difficile essere oggettivi, si può cadere in stadi di depressione al solo pensare allo schifo di inverni che siamo abituati ma può anche capitare di cadere in fasi di sovra-eccitazione che solo quella cosa bianca può dare………..cosa pensate???? Intendevo la Neve. Cmq prima cosa cerchiamo di parlare della PEG, diciamo subito che fu una parentesi climatica, che recentemente è stata individuata come fenomeno puramente dell’emisfero nord ( e specialmente del continente euro-asiatico ), dove le temperature si abbassarono notevolmente rispetto al periodo precedente, quello a cavallo dell’anno 1000, conosciuto come Medieval Warm.

La PEG iniziò circa nel 1300, anche se l’inizio è difficile da datare per mancanza di dati, e finì nel 1850 quando i ghiacciai europei incominciarono a ritirarsi. Naturalmente durante la PEG tutte le stagioni risultavano più fredde, anche se le eccezioni sono da sempre la prerogativa del clima, ma noi analizzeremo solo gli inverni, che per la maggioranza degli appassionati sono la parte più interessante ( citò solo il 1816 dove oltre alla fase di generale raffreddamento si associò pure l’eruzione del tambora, conosciuto appunto come l’anno senza estate che fa da contrappasso al 2007, conosciuto come l’anno senza inverno ).

Iniziamo parlando delle figure bariche presenti in Europa in quel periodo, i dati sono pochi e le mappe si trovano solo dal 1880 in poi e fino al 1948 mostrano solo la pressione al suolo, però sappiamo che l’anticilone delle Azzorre c’era come la depressione di Islanda, ma il vero padrone della stagione invernale di quel tempo in Europa era quello sconosciuto dell’anticlone termico russo-siberiano ( conosciuto ai più come Orso Russo ). Quest’ultimo che da sempre è l’univo vero portatore del gelo in Europa era presente in quasi tutti gli inverni e a lui è attribuito il motivo degli inverni così rigidi a quel tempo, ormai ai giorni nostri è diventata una figura molto rara e si forma difficilmente si spinge in europa restando più sulla Siberia, detto questo dobbiamo immaginarci una circolazione in inverno diversa dalla nostra il freddo veniva soventemente dal quadrante est e l’aria era spesso di tipo continentale o artico-continentale, le isoterme in quota molto più fredde di quelle consone a noi, peccato però che le carte non ci possano mostrare queste cose ( giusto una curiosità: si pensa che nel Gennaio 1709 arrivò in italia una -25/-26 in quota ).

Ora passiamo ad analizzare quei pochi dati che caratterizzano quel periodo, partiamo dal 1300 che prendiamo come inizio puramente semplificativo. Il primo di cui parliamo è quello del 1304/05 dove gelarono la quasi totalità dei fiumi dell’Italia settentrionale ( non si sa per quanto tempo ), un altro gelido fu il 1309/10 dove gelò il Tamigi ( venne organizzata una battuta di caccia sopra il fiume ) anche se ci sono notizie antecedenti a questo periodo dove il Tamigi gelò. Un altro inverno dove il Tamigi gelò fu il 1363/64 a tal punto da poterci organizzare una festività cittadina…

To be continued…

di FABIO (NINTENDO)