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Relazioni tra il Berillio 10 ed il clima

Il Berillio-10 è un isotopo che funge da proxy per l’attività del sole. Questo è prodotto in atmosfera dalla collisione dei raggi cosmici con gli atomi di ossigeno e azoto. La concentrazione del Berillio è legata alla intensità dei raggi cosmici che sono un segnale della forza del sole. Un modo per contare gli atomi di Be10 sulla terra è l’analisi delle carote profonde di ghiaccio. E la Groenlandia, proprio perchè ha un ghiaccio esteso, profondo e stabile, rappresenta il sito ideale per la perforazione di queste carote. Le analisi delle bolle d’aria contenute nel ghiaccio sono in grado di rivelare la paleo-composizione dell’ atmosfera, in particolare le variazioni delle emissioni di CO2, ma anche la presenza dell ceneri in seguito alle eruzioni vulcaniche ed altri gas ed isotopi, quali appunto il BE10.

Dice il dr. Archibald: “I dati del Be10 nel sito di carotaggio Dye 3 in Groelandia (vedi figura sopra) dimostrano la forte relazione tra attività solare e clima. Invece di guardare le centinaia di documenti per la prova che il sole influenzi il clima terrestre, tutto ciò che dovete fare è guardare il grafico qui sotto!”

be10-climate

“Il grafico mostra la relazione tra concentrazone del Be10 ed i principali minimi solari. Tutti i principali record di concentrazione di Be10 corrispondono ai più importanti minimi solari ed anche al periodo freddo alla fine del 19° secolo.Questo grafico da solo dimostra quindi che il riscaldamento del 20° secolo è stato provocato dal sole. Quando il sole ha forte attività gli isotopi di Be10 diminuiscono perchè aumenta il campo magnetico del sole, mentre al contrario durante i periodi in cui il sole ha attraversato dei minimi importanti l’isotopo cresce, ed il mondo era sotto gli effetti della Piccola Era Glaciale! La fine della Piccola Era Glaciale infatti corrispondeva ad un drastico calo del tasso di produzione di Be 10, a causa di un minor numero di raggi cosmici galattici che raggungevano il nostro pianeta a causa dell’aumento dell’attività solare e quindi del vento solare.”

Si tratta quindi di un altra prova a fondamento della teoria: Diminuzione attività solare-aumento raggi cosmici-diminuzione della temperatura terrestre.

SIMON

Fonte grafici: www.wattsupwiththat.com

Un'altra prova che il minimo non è stato superato: la misurazione dei Neutroni terrestri

I raggi cosmici provenienti dallo spazio profondo e dal sole, una volta venuti a contatto con la nostra atmosfera collidono con delle particelle ivi presenti trasformandosi in pioni, muoni e simili, che possono essere poi misurati sulla superficie della Terra mediante dei “neutron monitors”.

La rete mondiale di neutron monitors che raccolgono i dati di queste particelle elettricamente cariche derivate dalla collisione dei ragg cosmici, hanno dimostrato che esiste una stretta correlazione tra attività solare e conteggio di questi neutroni terrestri. Ad esempio:

Climax corrected neutron monitor values

Fonte grafico: http://www.ngdc.noaa.gov/stp/SOLAR/COSMIC_RAYS/image/cr_ssn.gif

come si può vedere dal grafico sopra, che mostra i dati dalla Climax, (Colorado neutron monitors gestito dall’Università di Chicago), i raggi cosmici mostrano una correlazione inversa ai ciclo di macchie solari, in quanto durante i massimi solari il campo magnetico è più forte facendo da scudo alla Terra per i raggi cosmici.

Al momento siamo in fase di Minimo solare, ma la conta dei neutroni sta ancora salendo! Le conoscenze scientifiche suggeriscono che se avessimo superato il minimo solare, la conta dei neutroni dovrebbe diminuire! E ciò appunto non sta accadendo come afferma oggi Michael Roynane del Bartol Research Institute della Università of Delaware, che gestisce in tempo reale la conta dei neutroni in varie località mondiali:

“Negli ultimi 6 mesi i raggi cosmici sono in aumento. Ciò non sostiene l’ipotesi che abbiamo sorpassato il minimo solare ma che anzi questo non è ancora stato raggiunto in tutta la sua profondità.”

SIMON

La teoria di Svensmark…

Molti di noi avranno sentito parlare dello studioso danese e delle sue ricerche riguardo l’interazione dei raggi cosmici nell’atmosfera terrestre. Ad oggi questa interessantissima teoria non ha il consenso unanime della comunità scientifica mondiale, anzi sono più i dissensi che i consensi. Tuttavia, resta al momento una delle teorie più plausibili che mettono in evidenza la correlazione tra attività solare ed andamento delle temperature terrestri. Qui sopra un interessantissimo grafico prodotto dallo stesso Svensmark e CO. che esplicita tale relazione. Nella prima parte del grafico, sono considerati i rapporti tra temperatura troposferica e raggi cosmici annettendo anche altre variabili che possono interferire con l’andamento climatico del nostro pianeta (eruzioni vulcaniche, fasi di Nino e Nina, ect), mentre nella seconda parte tali variabili sono omesse. C’è da dire che questo grafico che riassume lo Svensmark pensiero è stato messo sotto critica perchè secondo alcuni non mostrerebbe alcuna correlazione tra raggi cosmici ed anomalie di temperature, al contrario secondo me, la correlazione si vede e come, se il grafico lo si legge come dovrebbe essere letto, cioè ammettendo un lasso temporale tra gli aumenti ed i cali dei raggi cosmici e le anomalie di temperature registrate.

Cosa ne pensate?