Archivi tag: terremoti

Il Giappone trema ancora: scossa di 6.7, allarme Tsunami pare revocato

GIAPPONE-0.57 ore italiane / Un a forte scossa di terremoto nella notte (ora italiana) ha fatto scattare un allarme tsunami, dopo che il nord est del Paese è stato colpito da un sisma di magnitudo 6,7. Lo ha annunciato l’Ente nipponico di meteorologia. L’intera nazione ha ben presente il dramma che oltre a causare migliaia di vittime si sta perpetuando con la tragedia dei reattori di Fukushima con la fuga radioattiva conseguente.
Le prime notizie sono state lanciate dalle agenzie poco dopo la mezzanotte , ora italiana. Nelle prossime ore si capitranno i reali pericoli ed i danni della scossa avvertita con forza da una vasta area giapponese. il primo rischio valutato per l’allarme tsunami è elevato.

TOKYO-ore 1.14 ore italiane / Fortissima scossa di terremoto in Giappone. Il sisma ha avuto magnitudo 6,7 secondo le prime indicazioni da parte dell’ente nipponico di meteorologia.
L’allarme tsunami precedentemente lanciato è stato revocato. Il sisma ha colpito alle 6.51 del mattino a 50 km est dalla costa della prefettura di Iwate.
Nel terremoto del marzo scorso erano morte 23mila persone.
In Giappone è già giovedì mattina. L’epicentro della scossa è localizzato ancora una volta nella parte nord-est del Paese, più o meno in una zona non molto distante da dove aveva colpito il catastrofico sisma dell’11 marzo scorso che aveva toccato magnitudo 9.
L’epicentro si trova a 86 km a sud-est da Hachinohe, a 99 da Morioka, a 161 km da Aomori, a 527 km da TOKYO. Le coordinate esatte del sisma sono 39.980°N, 142.247°E. L’ipocentro è stato localizzato a 32 km di profondità.
Normalmente con scosse di magnitudo sotto il 7 non ci sono significativi pericoli tsunami. In questo caso, evidentemente per precauzione, è stato comunque lanciato l’allarme. Paura e tensione nelle città dove è stata avvertita la scossa.

Fonte: http://www.cronacalive.it/

Terremoti e Centrali Nucleari in Italia

Rispondo all’invito di Simon e provo a scrivere qualcosa su un idea che mi frulla in testa da qualche settimana. E’ la prima volta che scrivo un articolo, quindi please, non linciatemi se scrivo castronerie.

Parto da due domande:

a)     E’ veramente impossibile che in Italia avvengano eventi catastrofici come quello avvenuto in Giappone?

b)     Se sul suolo italiano ci fossero centrali nucleari o depositi di scorie nucleari, la biosfera sarebbe al sicuro da contaminazioni radioattive?

La risposta alla prima domanda è: dipende dalla scala temporale che prendiamo come riferimento.

Sui media nelle ultime settimane ho letto dati discordanti, da 100 anni a un milione di anni. Sembra siano “un po’” di più gli anni che servono per neutralizzare le scorie.

Altro dato importante è sapere il quantitativo di scorie necessario per inquinare irreversibilente la biosfera, cioè tutto il pianeta Terra. Sempre dall’articolo di Elmar e relativi commenti: http://daltonsminima.altervista.org/?p=9946 mi sembra di capire che bastano circa 30 tonnellate di scorie altamente radioattive. Cioè la quantità di scorie prodotte in un anno da una centrale nucleare.

Mi sembrano poche, ma comunque la quantità di scorie presenti oggi nel mondo è vicina alle 200.000 tonnellate. E cresce di 15/20.000 tonnellate ogni anno.

Bene, ora vediamo cosa è successo in Italia negli ultimi dieci milioni di anni.

La risposta alla seconda domanda è: secondo me no.

Spiego perché.

Innanzi tutto dobbiamo stabilire la scala temporale che ci interessa. Da questo articolo di Elmar http://daltonsminima.altervista.org/?p=9946 vediamo che le scorie nucleari prodotte da una centrale atomica sono pericolose per più di dieci milioni di anni:

Movimenti tettonici

Cito da Wikipedia: http://it.wikiversity.org/wiki/Formazione_del_territorio_della_penisola_italica

Formazione del Mar Mediterraneo e del blocco Sardo-Corso

Una volta che l’Africa e l’Europa si furono ricongiunte la massa d’acqua che rimase all’interno del bacino formato dai due continenti prese il nome di Mar Mediterraneo, la morfologia del Mar Mediterraneo è dovuta a grandi avvenimenti geologici, il primo data tra i 15 e i 20 milioni di anni fa costituisce in una risalita di calore dal mantello terrestre, probabilmente prodotta dall’attrito della crosta oceanica della Tetide la quale si era immersa sotto a quella continentale, oppure ciò è stato prodotto dalle fratture formatesi nella zona compressa che si trova tra l’Africa e l’Europa, e tali fratture hanno prodotto l’inarcamento e la rottura della crosta terrestre facendo fuoriuscire il materiale dal mantello. Dal continente occidentale, a causa di questo fenomeno si stacca il blocco sardo-corso che viene spostato più o meno dove si trova attualmente, ed alle sue spalle si forma il bacino balearico. Il blocco sardo-corso termina in corrispondenza bordo occidentale irregolare nella zolla africana, qui il movimento di compressione ha iniziato a formare gli Appennini.

Formazione del Mar Tirreno

Un’altra frattura con andamento da Nord a Sud circa 8 milioni di anni fa separa la penisola italiana dalle terre che formano la Corsica e la Sardegna. Questa frattura allargandosi con il tempo darà forma al Mar Tirreno e spingerà la penisola italiana verso est. La rotazione antioraria della penisola, rotazione che è ancora in atto ai giorni nostri, spingendo provocherà un’ulteriore compressione deformando in due archi la catena Appenninica. I bordi continentali irregolari fanno si che il movimento di apertura del mar Tirreno da Nord a Sud non abbia una velocità uniforme. Con la maggiore distensione del Mar Tirreno meridionale si accentua la deformazione nell’arco appenninico meridionale e la Calabria si sposta progressivamente verso Sud-Est.

Evaporazione del Mar Mediterraneo

In contemporanea con l’apertura del Mar Tirreno comincia a manifestarsi un evento che muterà drasticamente la fisionomia dei territori che circondano il Mar Mediterraneo. Nel periodo che va da 5 a 7 milioni di anni fa, il bacino marino si trasforma in un basso lago salato con molte zone che via via affiorano alla superficie prosciugate. La causa dell’improvviso disseccamento è probabilmente legata a due fenomeni concomitanti: un aumento della temperatura globale con conseguente aumento dell’evaporazione delle acque e l’interruzione parziale, della comunicazione con l’Oceano Atlantico, al quale era legato il ricambio delle acque per cui vengono a trovarsi in questo luogo acque meno salate.

Circa 5 milioni di anni fa il bacino del Mar Mediterraneo parzialmente essiccatosi si apre sull’Oceano Atlantico il ritorno dell’acqua fu rapido ed isocrono in tutto il Mediterraneo, questo lo si rileva dall’osservazione di un brusco cambiamento nei sedimenti, con depositi di argille immediatamente sopra agli strati di evaporiti. La Zona di confine della placca africana è stata interessata in quell’epoca geologica da un movimento parallelo a quello della placca settentrionale, questo movimento ha determinato l’ampio sbocco verso l’oceano. 

Aspetti futuri e cambiamenti nella conformazione del territorio italiano 

La conformazione del territorio italiano è in continua evoluzione questo a causa degli eventi sopra descritti, affioreranno nuove terre a causa dell’aumento della salinità del Mar Mediterraneo e dell’evaporazione delle acque. Lo stesso territorio emerso è soggetto ancora alla spinta data dalla convergenza tra la zolla africana e quella europea che non è esaurita. La velocità del movimento di collisione è misurata in circa 3 cm all’anno e tende a chiudere il bacino del Mediterraneo. Inoltre gli sforzi che si accumulano nelle zone di contatto tra le due zolle si scaricano periodicamente in violenti terremoti che interessano continuamente il territorio del nostro paese.

Glaciazioni

Direi  che bastano gli ultimi due milioni di anni del Quaternario

Cito da: http://www.summagallicana.it/Volume1/A.I.8.0.htm (per non citare sempre Wikipedia)

Era Antropozoica – Quaternaria
inizio: 2 milioni di anni fa

Per cause non ancora ben definite si alternarono almeno 5 periodi freddi, glaciali, con 4 periodi caldi, interglaciali: si ebbero per conseguenza 5 vastissime espansioni glaciali separate da 4 lunghi intervalli durante i quali i ghiacci si ritirarono. I ghiacciai arrivarono a coprire un terzo dei continenti e si spinsero fin quasi al 39° parallelo nell’America settentrionale (all’altezza circa di New York) e al 52° in Europa (Berlino e Paesi Bassi), con segni evidenti nelle nostre Alpi e Prealpi. Per l’Europa, le glaciazioni del quaternario prendono il nome dal Danubio e dai suoi affluenti.

Le grandi glaciazioni del Quaternario
nome durata in anni fa
Donau 1.500.000 -> 1.000.000
Günz 650.000 -> 500.000
Mindel 400.000 -> 300.000
Riss 200.000 -> 120.000
Würm 75.000 -> 10.000

Come conseguenza delle glaciazioni si verificò più volte l’abbassamento del livello medio del mare toccando anche i 100 metri, mentre nelle fasi interglaciali si formarono potenti fiumane che coi materiali trasportati produssero estesi depositi alluvionali capaci di colmare golfi estesi come quello padano. La fusione dei ghiacciai del Pleistocene, sino a raggiungere le dimensioni attuali, ha causato l’innalzamento del livello del mare di circa 140 metri; dalla fine dell’ultima glaciazione la superficie marina è andata mediamente elevandosi di 1 cm per anno.

 Cito da: http://www.archeologia.com/~pantalica/glaciazioni.htm

Al culmine dell’ultima glaciazione l’abbassamento marino arrivò fino a 100 metri, tant’è che 20 000 anni fa laddove oggi troviamo lo stretto di Bering una continuità di terre collegava l’America settentrionale all’ Asia.

In Italia la pianura padana si estendeva per tutta la parte settentrionale dell’ Adriatico.

L’inversione climatica che dette l’avvio all’attuale periodo postglaciale, chiamato Olocene, iniziò secondo la maggior parte degli scienziati circa 15 000 anni fa. L’anno 8300 a. C. segna convenzionalmente per i climatologi la fine dell’ultima glaciazione. 

In conclusione, negli ultimi dieci milioni di anni abbiamo avuto la separazione della Sardegna e della Corsica dalla Francia, formazione e rotazione antioraria della catena appenninica. Espansione del Tirreno. Chiusura dello stretto di Gibilterra ed evaporazione del mar Mediterraneo. Nuovo allagamento del Mediterraneo. E’ “probabile” che mentre accadeva tutto questo, siano accaduti anche eventi catastrofici quali terremoti e tsunami, no?

Inoltre negli ultimi due milioni di anni abbiamo avuto quattro glaciazioni con avanzamento e arretramento dei ghiacciai, livello del mare che scende e poi sale, sedimenti che formano la pianura padana, etc. Anche qui qualche cataclisma sara accaduto no?

Ora, possiamo fornire una risposta alla domanda iniziale: se sul suolo italiano ci fossero centrali nucleari o depositi di scorie nucleari, la biosfera sarebbe al sicuro da contaminazioni radioattive? SI se centrali e depositi fossero costruiti in modo che da resistere per dieci milioni di anni a cataclismi di proporzioni cosmiche. Altrimenti no.

 Mistral-101

L’uomo che invento’ il sismografo

Zhang Heng nacque in Cina nel 78 d.C., e ivi mori’ nel 139 d.C..

Visse al tempo della dinastia Han Orientale, circa 300 anni dopo le gesta raccontate nel film Hero, di Zhang Yimou.

Durante la dominazione Han, Il Confucianesimo divenne la filosofia ufficiale di stato, l’agricoltura e il commercio prosperarono,e la popolazione raggiunse i 50 milioni di abitanti, di cui tre milioni abitavano la capitale Chang’an长安, di fatto la più grande metropoli del suo tempo (con buona pace di chi, come me, riteneva tale titolo spettasse a Roma 🙁 ).

Durante la dinastia Han si ebbero grandi progressi intellettuali, letterari, artistici e scientifici. Fu perfezionata la scoperta della Carta tanto da poterla utilizzare quale supporto per la Scrittura e soppiantare così il precedente sistema su Seta o su piccole liste di Bambù; si usavano orologi ad acqua; venne data grande importanza all’astronomia; e i funzionari statali dovevano essere persone molto colte (si lo so, vengono facili battute sull’Italia di oggi…) .

 

Figura 2 – L’impero Han nell’87 a.C.

All’incirca nel 90 d.C. Il prestigio e l’influenza della Cina in Asia raggiunsero il loro picco; Zhang Heng all’epoca aveva 12 anni. Essendo membro di una importante famiglia, fu educato alla filosofia politica e morale del confucianesimo. Per 10 anni studio’ letteratura e scrittura (la scrittura cinese richiede molti anni per essere padroneggiata; solo recentemente sono stati introdotti alfabeti semplificati, fonetici; ma convivono accanto alla scrittura tradizionale). Pubblico’ inoltre molti lavori letterari che gli guadagnarono una notevole fama. Ed era ormai 30nne quando i suoi interessi si orientarono verso le materie scientifiche, e si interesso’ particolarmente di astronomia.

Nel 116 d. C. venne assunto nella corte dell’Imperatore a Lo-Yang.

Cominciava in questo periodo la decadenza della dinastia Han, e il governo divenne meno efficiente: molti imperatori salivano al trono bambini, e il governo di fatto era esercitato dai loro parenti piu’ stretti e piu’ ambiziosi.

Ma Zhang Heng non era ambizioso: la sua biografia “La storia della dinastia Han Orientale” ci dice che non fece carriera come ufficiale di corte quanto avrebbe potuto proprio per mancanza di ambizione. Dovuta, almeno in parte, alla sua fede profonda nel confucianesimo. Rifiuto’ varie promozioni, rifiuto’ lavori migliori, e passo’ anche lunghi periodi lontano dalla capitale vivendo in isolamento a studiare la natura dell’universo e ad approfondire altri argomenti scientifici. La sua piu’ alta posizione a corte fu quando divenne capo degli astronomi e ministro durante il regno dell’Imperatore An-ti.

Ora, nell’antica Cina si riteneva che l’Imperatore ricevesse il suo mandato al governo dal cielo.

I cambiamenti del calendario erano percio’ visti come uno dei compiti dell’Imperatore, che sottolineavano il legame celeste dell’Imperatore stesso. Quindi, dopo un cambio di governo, e ancor di piu’ dopo un cambio di dinastia, il nuovo Imperatore della Cina cambiava il calendario per stabilire una nuova regola con nuove influenze celesti.

Percio’, essendo Zhang un esperto in astronomia, si occupo’ delle riforme dei calendari a partire dal 123 d.C. In quell’anno corresse il calendario per riallinearlo con le sue accurate osservazioni astronomiche.

Si ritiene che Zhang sia stato il primo in Cina a costruire un sfera equatoriale armillare (niente paura! E’ solo un astrolabio). Ma le informazioni su questo punto divergono. Secondo altri, astrolabi erano gia’ stati costruiti del 52 d.C., in Cina.

In grecia, i piu’ antichi risalgono al III sec. avanti Cristo.

Comunque quello di Zhang era azionato ad acqua, e sicuramente fu il primo ad avere questa caratteristica. 

Comunque, con il suo strumento Zhang fu in grado di realizzare mappe stellari piu’ accurate di quelle dei precedenti astronomi cinesi. Nel suo lavoro “Hun-i chu” descrive la sua idea dell’universo in questi termini:

“Il cielo e’ come un uovo di gallina, ed e’ rotondoe come la pallottola di una balestra; la terra e’ come il tuorlo dell’uovo, e giace al centro. Il cielo e’ grande e la terra e’ piccola.”

In un altro lavoro, “Ling Xian” (Leggi mistiche) parla delle stelle:

A Nord e a Sud dell’equatore ci sono 124 gruppi (oggi diremmo probabilmente costellazioni) che brillano sempre luminose. 320 stelle possono essere nominate. Ce ne sono in tutto 2500, senza contare quelle che osservano i marinai. Ci sono 11520 stelle molto molto piccole.

La sua stima delle stelle visibili e’ sorprendentemente accurata, per l’epoca.

Si occupo’ anche di matematica, e calcolo’ π come (radice di 10), circa 3.162.

Benche’ non particolarmente accurato come valore, questo tentativo e’ importante perche’ I precedenti tentativi (cinesi) di calcolare π erano basati su misure pratiche, mentre questo era basato su calcoli teorici. Cercava di ridurre il problema della misura di π a quello dell’iscrizione di una sfera in un cubo, per motivi religiosi legati al confucianesimo, e per inquadrarlo nella sua filosofia dello yin e dello yang.

Ma torniamo adesso ai terremoti, e al sismografo.

All’epoca I terremoti in Cina erano importanti non solo e non tanto per il potere distruttivo che liberavano, quanto perche’ erano visti come una punizione degli dei dovuta al malgoverno del paese (e anche qui su Nia qualche nostro frequentatore ogni tanto sembra condividere questa visione 🙂 ).

In quanto capo degli astronomi, era lui il responsabile di trovare i segni del malgoverno denunciati dai terremoti. E dunque nel 132 invento’ il primo sismografo per misurare i terremoti.

Signore e signori, eccovelo in una superba replica dei tempo moderni (ahime’, non funzionante):

 

Figura 3 – Hou Feng Di Dong Yi (traduzione -da verificare-: strumento per investigare sul  moto del  fluido e sul movimento della terra)

Il dispositivo di Zhang, che lui chiamo’ Hou Feng Di Dong Yi, era fatto di rame. Aveva la forma di un uovo, con 8 teste di drago tutte intorno equidistanziate (le otto case del feng-shui mi viene da chiedermi?), ognuna con una pallina di rame in bocca, e un pendolo al centro. Intorno al fondo del recipiente c’erano 8 rane (o rospi), ognuna posta direttamente sotto la testa di uno dei draghi. Quando si verificava un terremoto,la pallina cadeva dalla bocca del drago nella bocca della rana (o rospo che fosse) producendo un rumore. In effetti e’ riprotato sui testi dell’epoca che il sismografo rilevo’ un terremoto nel 138 e Zhang riporto’ il fatto all’Imperatore, benche nessuno nella capitale Lo-Yang si fosse accorto di nulla o avesse nessuna prova di questo terremoto.

Zheng fu anche in grado di dire che il terremoto si era prodotto ad Ovest della capitale. La sua fama crebbe quando finalmente, alcuni giorni dopo, nella capitale giunse la notizia di un terremoto che si era verificato piu’ di 1000 chilometri a nor-ovest.

Il Didong Yi e’ andato perduto per sempre nel tempo, come lacrime nella pioggia direbbe Rutger Hauer (se si scrive cosi’); comunque una replica e’ stata costruita da uno studioso giapponese nel 1875, in base alle descrizioni del dispositivo trovate nella biografia di Zhang. Il modello presentato nella fotografia precedente e’ stato ridisegnato dal noto ricercatore cinese Wang Zhenduo nel 1951. Comunque, nessuna delle repliche puo’ segnalare un terremoto.

Nel 2005 pero, archeologi, ingegneri meccanici e sismologi dell’Accademia delle Scienze cinesi hanno annunciato di aver creato una nuova replica del Didong Yi, un primo passo “storico2 verso una ricostruzione completa.

 “Stiamo mostrando uno strumento scientifico, non un giocattolo” ha detto Tian Kai, curatore del museo Henan.

Comunque c’e’ disaccordo tra gli studiosi riguardo gli esatti principi scientifici applicati al sismografo e su come effettivamente operasse lo strumento originale.

Alcuni sismologi stranieri hanno espresso una riserva sul fatto che se lo strumento di Zhang Heng lavorava sfruttando il principio di inerzia, allora due e non una sola perla sarebbero dovuto cadere nella bocca delle rane: in sostanza le due perle contrapposte.

Altri sostengono che tutte le repliche sono solo ricostruzioni basate su supposizioni e immaginazione piu’ che su conoscenze effettive su come fosse realmente lo strumento originale. Qualche studioso occidentale arriva persino a dire che il dispositivo di Zhang e’ andato perduto perche’ non e’ mai esistito.

Immagine 4 – Replica del Didong Ji

Personalmente, credo che lo strumento sia esistito.

Le balle, in ambito scientifico, le ritengo un’invenzione piuttosto recente. 🙂

E mi vien da ipotizzare che funzionasse ad acqua, visto che il nostro aveva gia’ costruito un astrolabio ad acqua, ed in quell’epoca in Cina orologi ad acqua erano di uso comune.

Inoltre wikipedia italia contesta il fatto che si possa parlare di sismografo, in quanto non rilevava l’intensita’ del sisma ma solo la direzione. Quest’ultima mi sembra piu’ che altro un questione di lana caprina.

C’e’ poi un’altra domanda: che genere di onde rivelava lo strumento? Onde P o onde S, per dirla in termini moderni?

Beh, se era ad acqua, allora non poteva rilevare le onde P. E dunque, piu’ che per determinare il “buongoverno” questo sismografo serviva per avvertire l’Imperatore di un terremoto in arrivo, e per proteggerlo. E se era ad acqua, allora posso supporre che le perle metalliche nella bocca del drago fossero in uno stato di equilibrio estremamente instabile: appena questo equilibrio veniva turbato, una perla cadeva, e a quel punto dalla bocca del drago che aveva “sputato” la perla usciva piu’ acqua che dalle altre bocche: il sismografo si svuotava velocemente, altre perle non cadevano, e dunque indicava la direzione (o la direzione opposta: come viaggiano queste onde P? ).

Comunque, la cosa piu’ affascinante di tutta questa storia, almeno per me, e’ la vita di Zhang Heng, uno dei piu’ grandi scienziati del suo periodo e dell’intera storia dell’umanita’,  che preferiva ritirarsi in solitudine a studiare la natura che brigare a corte per fare carriera.

Quanti scienziati (o sedicenti tali) dovrebbero imparare da questo antico maestro :-).

Quanti suonatori di piffero e battitori di grancassa delll’AGW, tanto per restare in tema col blog 😛

Pierluigi

Fonti:

 http://www.gap-system.org/~history/Biographies/Zhang_Heng.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Dinastia_Han

http://it.wikipedia.org/wiki/Sfera_armillare

http://kaleidoscope.cultural-china.com/en/137Kaleidoscope6712.html