Archivio mensile:Gennaio 2009

Direi che questo esauriente messaggio di un altro lettore di N.I.A. mette la parola fine alle diatribe sui conteggi delle macchie solari!

Ottimo post che ho deciso di mettere in rilievo nella sezione principale del Blog. Un grazie di cuore all’utente Massimiliano.

Il “Numero di Wolf” pubblicato dal N.O.A.A. deriva dalle osservazioni effettuate da una rete di Osservatori. Viene anche chiamato Numero Relativo di Boulder (Colorado), dal fatto che i dati prodotti dai vari Osservatori vengono inviati giornalmente al Centro del S.E.C. (Space Environment Center), e da questo elaborati. Il S.E.C., facente sempre parte del N.O.A.A., si occupa dello studio delle condizioni dell’ambiente spaziale, in special modo delle previsioni di tempeste geo-magnetiche attraverso il monitoraggio delle AR sul Sole.
Pertanto, il Numero Relativo, per un dato giorno, pubblicato dall’ Ente americano deve essere considerato come valore medio, non raffrontabile direttamente alla situazione rappresentata dalla ripresa, sempre per quel dato giorno, della sonda S.O.H.O.
Anche i dati S.I.D.C. (Uccle-Bruxelles) sono prodotti da una rete di Osservatori (anche amatori), ma presentano la caratteristica di essere più “bassi” rispetto a quelli del N.O.A.A. Il valore dei dati di quest’ ultimo risulta circa il 25% più alto rispetto a quello del centro di Bruxelles. Questo perché, avendo il S.I.D.C. raccolto l’ “eredità” dell’ Osservatorio di Zurigo, quindi dello stesso Wolf, nella determinazione del Numero Relativo, ha dovuto mantenerne il fattore scala, fattore scala che deriva dal metodo di conteggio particolare utilizzato dall’ astronomo svizzero. Naturalmente la formula era quella da lui ideata ma, utilizzando un telescopio rifrattore di 80 mm di apertura, egli non includeva nel conteggio le macchie più piccole (visibili solo nelle migliori condizioni di visibilità), pur osservandole. Questo, al fine di evitare eccessivi sbalzi di valore al variare delle condizioni di osservabilità.
Il Numero Relativo del S.I.D.C. è chiamato Ri, ossia Numero Relativo Internazionale ed è uno dei due Indici di Sunspot ufficiali. L’altro, come già detto, è quello di Boulder (S.E.C.-N.O.A.A.).
Un’ ultima precisazione sulle tabelle relative ai coefficienti K, S1 ed S2. Tali valori si riferiscono alla metodologia di stima del Numero di Wolf, adottata dalla sezione Sole dell’ U.A.I. (Unione Astrofili Italiani). In ambito professionale (e non solo) i suddetti coefficienti non vengono utilizzati. Pertanto, non vanno considerati in senso assoluto, ma solo come un metodo particolare, sviluppato dalla Sezione Sole-U.A.I., per poter raffrontare ed uniformare i dati prodotti dai diversi osservatori, con strumenti e sotto condizioni di visibilità differenti. Ma, ripeto, possono interessare esclusivamente gli osservatori della sezione Sole-U.A.I.
Il risultato di quanto sopra esposto è che anche il Numero di Wolf dell’ U.A.I., presenta un valore medio che differisce dai due Numeri Relativi ufficiali.

Questo messaggio di un lettore di N.I.A. mi ha colpito… un inno al SOLE!

Stamane ho trovato questo messaggio in quelli in attesa di moderazione, che ovviamente è stato approvato, ma ho pensato che meritasse lo spazio di un nuovo post, spero non me ne voglia l’autore Amedeo, che ringrazio vivamente e a cui faccio i miei più sentiti complimenti!

Vorrei condividere con i lettori di questo blog gli elementi,
le considerazioni, i concetti che, diciamo da qualche anno fa in poi,
mi hanno fatto cambiare rotta rispetto al paradigma dominante del riscaldamento globale e delle sue cause. Il fatto più eclatante, quello che per così dire mi ha aperto gli occhi, riguarda le dimensioni relative del sistema solare in generale, ed in particolare la distanza terra-sole. Invito chi legge questo post a fare ben mente locale a questo fatto: se ad ogni distanza del sistema solare togliamo nove zeri, il modello che rimane, ridotto in scala, fa pensare: il sole è una palla di un metro e mezzo di diametro,la terra è grande quanto una nocciola e gira intorno al sole ad una distanza di circa 150 metri (una volta e mezza la lunghezza di un campo da calcio, e a Giove, per dire, non va molto meglio: è grande quanto un pompelmo e se ne sta a circa
750 metri).
Si tenga poi presente che la legge fisica che presiede allo scambio di calore tra corpi nel vuoto è funzione della quarta potenza della temperatura delle superfici di scambio!
E’ evidente che le più piccole variazioni di temperatura della superficie del sole
(nel tempo ma anche nello spazio, cioè la presenza o meno sulla superficie solare delle macchie, dei flares, delle regioni attive) devono avere effetto sulla termodinamica terrestre, molto più di quanto nella percezione comune si sia orientati a pensare…
Chiedersi che tempo farà (non nel brevissimo termine, per quello c’è il meteo in tv…) senza interrogare la superficie del sole è assurdo, solo che questa cosa, all’apparenza assai banale, non entra nel senso comune e nessuno o pochi le danno la giusta importanza: mentre si è passati da un sistema geocentrico ad uno eliocentrico in astronomia almeno 400 anni fa, pare che nella climatologia e nella meteorologia questo salto concettuale non lo si sia ancora fatto. Spaccarsi la testa su poche decine di parti per milione di CO2
in confronto a quello che una nocciola ha a 150 metri di distanza (una palla di fuoco nucleare con una temperatura media di 6000 gradi…) sa tanto di sistema tolemaico, sfere orbitali, terra piatta e colonne d’Ercole.

Usciti i dati Giss… 2008 il secondo anno più freddo degli anni 2000!

Year Jan Feb Mar Apr May Jun Jul Aug Sep Oct Nov Dec J-D
2001 38 41 54 40 51 47 50 45 49 44 67 51 48
2002 71 70 84 58 56 46 56 45 49 49 51 36 56
2003 64 51 51 49 51 39 49 63 60 66 49 68 55
2004 52 67 58 52 37 32 21 43 46 58 63 51 48
2005 69 56 70 63 55 59 55 57 68 71 64 59 62
2006 48 60 56 45 43 53 43 59 55 60 65 70 55
2007 86 63 60 65 55 53 53 55 50 55 48 40 57
2008 15 25 64 42 41 34 52 38 52 58 59 45 44

Ci sono modi e modi di stilare un giudizio finale sull’anno appena trascorso… Quelli pro-AVG lo giudicano come il 9° più caldo dal 1880 ad oggi, facendolo passare quindi senza tanti sfronzoli come un tipico anno da GW imperante… ma la realtà non è neanche stavolta questa! Tolto l’anno 2000 che concluse con un +0.33, questo è stato l’anno più freddo o fresco fate voi degli anni 2000 con 0.44 appunto. Nessuno qui nega che siamo in tempi di riscaldamento globale, ma se anlazziamo attentamente gli ultimi 4 anni, ovvero dal 2005 ad oggi, notiamo come il 2008 si discosti e non poco dall’andazzo di codesti anni appunto, si passa dall’anno record 2005 con un anomalia di +0.62 a continuare col 2006 e 2007 con rispettivamente un + 0.55 e 0.57. Non c’è che dire, un sostanziale dietro-front rispetto i 4 anni precedenti, e chissà perchè proprio in occasione di questo straordinario minimo solare, gli effetti del quale, relativamente all’anno 2008 si faranno poi sentire secondo me maggiormente negli anni a venire, a partire poprio dal 2009! E se il minimo dovesse perduare ancora ed essere seguito da una lenta e debole crescita del ciclo 24, allora i valori Giss non potranno che diminuire ancora nei prossimi anni… e tutto questo tra l’altro rallentato ulteriormente non solo dall’inerzia solare, ma soprattutto dal riscaldamento globale che ha interessato il pianeta negli ultimi decenni. Se noi mettiamo una pentola con acqua a temperatura ambiente in un frigorifero infatti ci bada sicuramente di meno di un’altrettanta piena di acqua calda per raffreddarsi! Lo stesso vale per il nostro clima. Chi si aspetta tutto e subito è fuori strada, si parte con gli antipasti e si procede gradualmente fino ad arrivare al dolce… Finora, con questo 2008, siamo ancora agli antipasti, e chissà quanto dureranno prima di passare ai primi piatti, sempre che lo cheff (il sole) non si stufi di cucinare e allora tutti a casa con la pancia vuota o quasi…

Simon

Facciamo un pò di chiarezza sul Numero di Wolf: i coefficienti K e C

Sono stato bollato come cospiratore, anti-scientifico, creatore di un sito da 4 soldi, ect ect…

Allora per fare chiarezza sulla metodologia di conta delle macchie solari, in questo link ho trovato le risposte alla diatriba…

http://sole.uai.it/Calcolo_Wolf.htm

Andiamo con ordine:

Nell’ambito della sezione Sole il numero di Wolf R si calcola secondo la seguente formula:

R = Kc * (10*G + M)

dove KC: fattore di correzione (strumentale e di condizioni atmosferiche)

G: numero di gruppi osservati

M: numero di macchie complessive osservate

E fino a qui tutti d’accordo… procediamo con l’analisi di k e c:

1. strumento impiegato (K): nel caso dello strumento di riferimento, il rifrattore da 80mm, il suo valore è pari ad 1. Strumenti con apertura maggiore sono caratterizzati da migliore risoluzione, e quindi consentono di individuare un maggiore numero di macchie minute. Al di sopra di 80mm di apertura, non si hanno però ulteriori vantaggi connessi al miglioramento della risoluzione, vista la dimensione tipica della granulazione se osservata da Terra (circa 1″). Strumenti di minore apertura, al contrario, portano a una stima inferiore del numero di macchie. Di seguito la tabella usata nella sezione con i valori di K in funzione all’apertura del telescopio usato:

Apertura (mm) K
40 1.5
45 1.38
50 1.28
60 1.14
70 1.10
77 1.01
80 1.00
90 0.97
100 e oltre 0.95

2. trasparenza dell’atmosfera (S1): la presenza di foschia rende meno evidenti i particolari minuti e le piccole macchie e porta a sottostimare il numero di macchie. Di seguito la tabella usata nella sezione sole con i valori si S1 in funzione dell’umidità:

Sereno 1 0.00
Sereno, poca foschia 2 0.01
Sereno, foschia 3 0.02
Sereno, molta foschia 4 0.03
Sereno con nebbia 5 0.04
Velato, spariscono le macchie minute nella penombra 6 0.05
Velato, spariscono le macchie minute fuori della penombra 7 0.15
Velato, si distinguono solo le macchie medie e grandi 8 0.35
Velato, si distinduono solo le macchie grandi 9 0.45

3. seeing (S2) : la turbolenza dell’atmosfera ha effetto sulla risoluzione. In condizioni di alta turbolenza la risoluzione è minore, quindi sono individuate meno macchie minute. Di seguito la tabella usata nella sezione sole con i valori si S2 in funzione dell’umidità:

Immagine stabile, senza oscillazioni ne sul disco ne al lembo 1 0.01
Immagine con moti contenuti entro 2″, oscillazioni solo al lembo e non sul disco 2 0.03
Immagine con moti contenuti entro 4″, oscillazioni visibili sul disco ed al lembo, lembo pulsante o ondulante 3 0.05
Immagine con moti entro 8″, impossibile distinguere bene tra ombra e penombra, lembo che oscilla notevolmente 4 0.07
Immagine con moti superiori di 8″, comparabili alle macchie solari, lembo che oscilla pesantemente 5 0.09
Immagine instabile, impossibile definire la posizione delle caratteristiche osservate 6 0.11

Riassumendo si ha che k è ugluale ad 1 per il Noaa anzi anche 0.95, quindi ininfluente nel calcolo finale, passiamo ora ai fattori S1 e S2:

S1 può variare da 0 a 0.45, mentre S2 da 0,01 a 0.11… il tutto ovviamente sommato ad 1 (valore di k).

Ma c’è un però, un grande però:

  • Osservazioni condotte in condizioni tali per cui s1 sia maggiore o uguale a 6 e s2 sia maggiore di 5 non vengono considerate attendibili ai fini statistici nel calcolo del numero di Wolf, ma possono comunque costituire un riferimento per l’astrofilo che intenda accertarsi dell’evoluzione di un dato fenomeno.

Cosa c’è scritto sopra? O meglio come lo vogliamo interpretare?

Ebbene io lo interpreto così: S1 maggiore o uguale a 6 corrispondente a 0.05 e S2 maggiore di 5 corrispondente a 0.09, la cui somma mi dà 0.14, sarebbe il massimo consentito dalla scienza affinchè vengano considerati attendibili ai fini statistici per il calcolo del numero di Wolf!

In poche parole se ho solo una macchia visibile ad essa devo moltiplicare per 1.14 = 12.54 invece che 11!

Praticamente un numero di Wolf amplificato di pochissimo (1.50), di sicuro nn tanto da giustificare i 5 punti in più dell’altro ieri!

Ma ora, avendo spiegato tutto questo e sapendo che per condizioni di S1 e S2 nei limiti giusti affinchè appunto siano statisticamente affidabili per dare un numero di Wolf corretto, e sapendo anche che valori di S1 e S2 maggiori a tali limiti sono tuttalpiù un riferimento per l’astrofilo, e sottolineo astrofilo, che ce li abbiamo mandati a fare i vari satelliti solari, per far le luci a Cesenatico (diceva una volta il mitico benzinaio romagnolo), perchè le luci Cesenatico ce le ha già!

E’ chiaro per concludere, proprio perchè sono uomini di scienza e non possono basarsi di certo solo su calcoli e calcolini di un cielo più o meno velato, che in condizioni di incertezza atmosferica, usino anche i satelliti che eliminano certe variabili umane e danno responsi chiari ed univoci! Di certo, questo bisogna ammetterlo, le immagini sat a loro disposizione sono più sofisticate e quindi di maggiore risoluzione di quelle del web, ma se una macchia c’è o non c’è credo che ne siamo in grado di capirlo anche noi a grandi linee, possono avere immagini più chiare, che mostrino maggiori dettagli delle macchiette in questione,ma non di certo immagini che possono inventarsi delle macchie quando non esistono!

Spero di aver fatto chiarezza una volta per tutte, e che le polemiche finiscano qui. Io posso anche sbagliarmi, di certo finora i fatti mi stanno dando ragione. Chiunque può intervenire e dire la sua in questo Blog, affinchè lo si faccia in modo costruttivo ed educato, ulteriori interventi provocatori ed offensivi nei riguardi del Blog e del sottoscritto che per pura passione sta portando avanti questo progetto amatoriale, non saranno più tollerati e per tanto non verranno pubblicati.

Simon

Ed ecco il dietro-front del Noaa: da 17 correggono a 12!

Questa è la prova che avevo ragione… Non aggiungo altro perchè ho già detto quello che dovevo dire nel post sotto… Non so cosa sia successo, ma francamente 17 era un numero tirato al lotto…bastava vedere il Soho, non bisogna avere lauree in astronomia fisica per capire certe cose che sono davanti gli occhi di tutti… basta semplicemente usare la vista e saper contare almeno fino a 10…

Saluti…Simon