Archivi giornalieri: 25 Febbraio 2009

Intanto anche il Noaa sposta ancora la ripartenza del ciclo 24…

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Questo è stato addirittura modificato ieri, mentre ecco cosa prevedevano a dicembre 2008

swpc_sunspot_010309-520

Fonte grafici: www.wattsupwiththat.com

Le differenze tra i 2 grafici sono le seguenti…(secondo me non sanno più che pesci pigliare…)

  • SSN at Solar Maximum for the High Prediction was changed from 140 to 139.
  • SSN at Solar Maximum for the Low Prediction was unchanged at 90.
  • Solar Maximum for the High Prediction was moved back 5 months from Sep.-Oct. 2011 to Feb. 2012.
  • Solar Maximum for the Low Prediction was moved back 5 months from Jul.-Aug. 2012 to Dec. 2012.
  • The near-term predictions were made to dovetail with current activity levels.

Stay tuned, Simon

Compare un mini-sunspot del ciclo 24 dopo più di un mese, e qualcuno già si preoccupa…

La regione 1013 apparsa ieri al massimo durerà fino a domani. Non sembra proprio avere le caratteristiche di una macchia in via di crescita, anzi è già in fase di leggera decadenza… mentre per quanto concerne la macchia posta nella parte invisibile del sole, ebbene essa a mio modesto parere non farà in tempo ad emergere nell’altra superficie solare ed essere contata, posto che lo sia già al momento in quanto anch’essa mi sembra più un mini-sunspot che altro. Ergo la possibilità a causa delle 2 macchie sopramenzionate di avere per la prima volta 2 regioni attive del ciclo 24 contemporaneamente presenti, la reputo alquanto improbabile. Per il resto il solar flux si mantiene sempre a livelli molto bassi, finchè non si muove questo ed in maniera tangibile intendo, the minimum must go on per buona pace di Hathaway e Co.

Anche oggi molto presumibilmente ci sarà un SSN di 12, domani di 11.( almeno che la regione 1013 non abbia un sussulto improvviso che ancora non vedo dagli ultimi aggiornamenti satellitari). Se le cose dov’essero terminare così, febbraio chiuderebbe con un SSN di 2.42 inferiore a quello di gennaio. Tenete presente inoltre che il Noaa ha contato un giorno in più la precedente regione 1012 rispetto al Sidc, quindi attendiamoci per il centro belga un valore ancora più basso.

Stay tuned, simon

UPDATE: SSN di 13 per il Noaa, 3 micro spots che in tempi di massimo solare o solo fino a 30 anni fa non sarebbero mai state contate.Ma nella sostanza non cambia nulla rispetto a quanto scritto sopra.

UPDATE atto 2°: il noaa toglie 13 che già era molto dura vederle 3 macchiette e mette 14(mi astengo da ogni commento)

L’aumento di temperatura porta ad un aumento della CO2?

La presenza di notizie riguardanti l’aumento delle temperature globali, in seguito all’emissione da parte dell’uomo di CO2, il cosiddetto riscaldamento antropico, è divenuta oramai costante e insopportabile. Ambientalisti, politici e molti scienziati ci hanno convinto che l’aumento dell’anidride carbonica, emessa dalle attività umane, implica necessariamente un aumento delle temperature globali. E se questa idea non fosse vera? Se fosse il contrario? Potrebbe l’innalzamento della temperatura comportare l’aumento di CO2?

Quando si parla di riscaldamento globale dovuto all’emissione di anidride carbonica, si dimentica spesso che quella dovuta alle attività umane è solo una parte di quella presente in atmosfera. Altri fattori entrano in gioco, fra questi in particolar modo gli oceani. Gli oceani della Terra contengono quantità enormi di CO2, fino al 78% di quella naturale, più di quanta ce ne sia nell’atmosfera. Essi possono rilasciarla come assorbirla in quanto è solubile in acqua. L’incremento di temperatura dell’acqua diminuisce la solubilità del biossido di carbonio, pertanto l’aumento della temperatura degli oceani sposta CO2 dal mare all’atmosfera, mentre una diminuzione fa avvenire il contrario. Come si può vedere nel grafico qui di seguito, uno spostamento 10 ºC di temperatura provoca circa il 30% di riduzione delle emissioni di CO2 disciolta.

figura 1: andamento temperatura- solubilità CO2

http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2008/04/co2_solubility_h2o.jpg?w=516&h=386

La variazione di temperatura degli oceani determina l’evoluzione atmosferica di CO2.

Gli scienziati della base russa Vostok, nell’Antartide orientale, analizzando dei campioni di ghiaccio, sono riusciti a ricostruire la temperatura e la concentrazione di CO2 della Terra degli ultimi 420.000.

Vostok Ice Core Graphfigura 2 : andamento della temperatura e della concentrazione di CO2 negli ultimi 420.000 anni

Analizziamo i due grafici:

Consideriamo la Terra 20.000 anni fa. Le temperature sono molto basse, circa 8 ºC al di sotto dei livelli attuali. Le basse temperature degli oceani determinano livelli altrettanto bassi di vapore acqueo in atmosfera, come di anidride carbonica la quale raggiunge livelli che sono la metà di quelli attuali. L’albedo della Terra è elevata a causa della presenza di una vasta copertura di ghiaccio in Europa e Nord America. Tutti questi fattori avrebbero portato ad una ulteriore diminuzione delle temperature terrestri, (facendo queste diminuire ulteriormente la concentrazione di CO2) fino a un’era glaciale permanente. Le temperature, invece, cominciano ad aumentare rapidamente, senza che la CO2 sia il motore di questo processo essendo, in realtà, diminuita.

Consideriamo altri due periodi. La Terra 14.000 anni fa presenta concentrazioni di CO2 di circa 200 ppm (parti per milione) e temperature al di sotto dei 6 ºC in rapida crescita. Se osserviamo 30.000 anni fa, le temperature e i livelli di CO2 sono gli stessi del periodo 14.000 anni fa , ma c’è una trend di temperatura opposto. Si possono trovare nel grafico situazioni analoghe, basta fissare un valore di temperatura e di CO2 e trovare periodi in cui il trend di temperatura è positivo e altri in cui è negativo.

Consideriamo ora 120.000 anni fa. Le temperature sono superiori a quelle attuali e i livelli di CO2 sono stati relativamente elevati a 290 ppm. L’H20 atmosferica è alta, e l’albedo terrestre è scarsa. Secondo gli scienziati attuali, la Terra avrebbe dovuto riscaldarsi rapidamente. Ma al contrario, subisce una rapida diminuzione delle temperature.

Se la CO2 fosse la principale causa delle variazioni climatiche, allora il clima sarebbe instabile e dovremmo aspettarci o una Terra completamente ghiacciata o un pianeta come Venere.

Appare strano come la Terra, a volte, si riscaldi rapidamente a 180 ppm di CO2, e altre volte si raffreddi a 280 ppm.

Se provassimo a sovrapporre i due grafici in figura 2, come si vede in figura 3, troveremmo che la temperatura e la CO2, hanno lo stesso andamento, avvalorando l’ipotesi che è la seconda a seguire la prima e non viceversa.

figura 3: Sovrapposizione temperatura (linea blu) e concentrazione CO2 (linea rossa)

Da quest’analisi appare chiaro che l’anidride carbonica non è la causa principale che spiega i periodi glaciali ed interglaciali, sicuramente entrano in gioco altri fattori, che gli scienziati non hanno chiarito ancora del tutto.

Fonti:

http://it.wikipedia.org/wiki/Gas_serra

http://it.wikipedia.org/wiki/Anidride_carbonica

http://wattsupwiththat.com/2009/02/21/co2-does-not-drive-glacial-cycles/

http://wattsupwiththat.com/2009/02/20/basic-geology-part-2-co2-in-the-atmosphere-and-ocean/

http://rubyelephant.wordpress.com/2007/12/04/you-dont-have-to-be-a-scientist-part-1/

Articolo inviatomi dall’utente Angelo che ringrazio…davvero ben fatto!

Simon