L’attività solare segue normalmente un ciclo di 11 anni, durante il quale passa da un periodo di alta attività (massimo numero di macchie) a un periodo di bassa attività (minimo numero di macchie). La quantità di radiazione che colpisce la Terra diminuisce in questo intervallo di un valore pari allo 0,1%, che raggiunge lo 0,2 % nel caso di un minimo come quello di Maunder. Questa variazione può sembrare insignificante, ma non lo è specialmente se persiste per un lungo periodo di tempo. Durante un minimo prolungato, inoltre, la radiazione ultravioletta e i raggi cosmici subiscono una variazione ben superiore e tutto ciò può avere una notevole influenza sul clima terrestre.
Il Sole sta attraversando una fase di minimo molto rilevante tanto che molti scienziati pensano già ad un nuovo minimo di Dalton. Nel 2008 si sono avute in media 2,9 macchie per giorno e per trovare un valore più basso bisogna andare indietro fino al 1913. Il 2009 è cominciato ancora meglio con una media di 1,2 macchie solari per giorno.
Per capire l’influenza dell’attività solare sul clima terrestre passiamo a considerare uno studio fatto da un centro di ricerca americano sull’influenza del clima sull’agricoltura (Stormx). L’analisi è stata fatta sulla seconda metà del XX secolo confrontando le temperature superficiali terrestri durante i periodi di alta attività solare come con quelli di bassa. Nel periodo che va dal 1948 al 2000 si sono verificati cinque cicli solari completi e il numero di sunspot è stato generalmente elevato rendendo cosi difficile quantificare con precisione l’impatto dei minimi solari sul clima. Il regolare ripetersi del ciclo di 11 anni, tuttavia, rende possibile accertare l’impatto a breve termine di minimi e massimi. Presumibilmente, se a breve termine, il clima è influenzato ogni 11 anni, allora i periodi di minimo profondo causerebbero grandi cambiamenti nel clima. Gli studiosi, per differenziare la bassa o l’alta attività solare hanno considerato rispettivamente la decima e la novantesima percentile del numero medio mensile di macchie solari. Sono state osservate le anomalie di temperatura solo quando o la media mensile di macchie solari ha superato 160 (la 90 percentile) oppure è rimasta sotto il valore di 10 (la decima percentile).
Questi studiosi hanno trovato che la temperatura media globale, durante i periodi di bassa attività solare, subisce una diminuzione di circa 0,35 F (0,2 ºC) rispetto al valore osservato durante un periodo di elevata attività solare.
L’immagine che vedete vi dà un po’ l’idea della variazione regionale di temperatura in corrispondenza ad una bassa ed alta attività solare come definita sopra. Possiamo evidenziare in particolar modo la diminuzione di temperatura per l’area del Pacifico tropicale orientale, pari a 1 F (0,55 ºC) (La Nina è favorita da una bassa attività solare) e l’ancor più notevole calo termico nelle regioni polari che dovrebbe portare ad un incremento delle calotte glaciali. Questo studio evidenzia una risposta abbastanza “immediata” del sistema climatico terrestre alla variabilità dell’attività solare. Per quantificare l’effetto di un minimo prolungato come quello attuale non resta che aspettare.
Visto che lei conosce più degli scienziati della Noaa o della Nasa, allora credo che abbia fatto dierse pubblicazioni su riviste scientifiche. Ma credo che lei sia meno di un dilettante astrofilo per come giudica la Noaa e la Nasa.
Chiuso discorso aspetti prima di riscrivere!
martino(Quote) (Reply)
Bene…allora richiedo ancora una volta dato che alla prima non ha risposto.
Ma lei chi è? E’ forse lei allora uno scienziato?
Davide M.(Quote) (Reply)
Non sono uno scienziato ma seguo le orme dei migliori ricercatori scientifici e non delle persone con principi di Onnipotenza come si raffigura il suo modo di dire e di fare.
Io so di non sapere…..
Lei crede di sapere ma in effetti non sa nulla
martino(Quote) (Reply)
Dopo una pausa molto lunga, più di 200 giorni, il satellite della NASA Stereo-B ha registrato una ricomparsa delle attività di eruzione nella corona solare, sul bordo nord orientale.
A detta degli esperti della NASA si è trattato di una violenta eruzione nella corona, accompagnata dall’emissione di radiosegnali, e l’attivita’ e’ andata avanti per alcuni giorni, aumentando progressivamente. Sicuramente lo si può definire l’evento più importante degli ultimi 12 mesi, il che fa ben sperare per il prossimo futuro. Il condizionale è comunque d’obbligo perchè l’attività solare ha spesso dimostrato di essere imprevedibile. Difficile dire se questa eruzione possa sancire la fine dell’attuale fase di minima attività.
martino(Quote) (Reply)
e infatti non ha sancito proprio un bel piffero mio caro seguitore delle orme dei migliori scienziati. Guardati il solar flux che ha fatto……ha pompato fino a 74 e poi? E poi bye bye!! Di nuovo giù a 69. I suoi amici scienziati cosa ne pensano?
Davide M.(Quote) (Reply)
Credo che lei con questa ondata solare abbia preso un colpo di sole. Si riposi un poco e attendi prima di parlare
martino(Quote) (Reply)
ahhahahahahahahhahah
Davide M.(Quote) (Reply)