Archivio mensile:Giugno 2009

Relazione tra Ap-index e macchie solari: ad ottobre 2009 niente più macchie?

1Fonte: www.wattsupwiththat.com

Questo grafico elaborato da D.Arhibald considera la media mensile di 5 mesi dell’Ap-Index ( per vedere cos’è l’Ap-index: http://daltonsminima.wordpress.com/2009/06/09/indici-dell%e2%80%99attivita-solare-terza-parte/).

Lo studioso australiano ha calcolato che suddetto indice è ormai in calo costante , e quando raggiungerà il valore smooted di 2, previsto per ottobre di quest’anno (in questi periodi di giugno siamo infatti già a 3.1), le macchie non vi saranno più, entrando così in quella che Archibald chiama la “No Sunspot Zone”.

Dire quanto questa previsione sia veritiera o meno è francamente impossibile, quello che posso dirvi è che Archibald già a gennaio di quest’anno aveva previsto che a giugno la media smooted dell’Ap sarebbe arrivata a 3 e in questo ci ha preso (infatti il valore è come già detto di 3.1), ma anche se la sua previsione dovesse continuare ad essere esatta, e cioè il prossimo ottobre tale indice dovesse giungere a 2, mi risulta un pò strano credere al fatto che si entrerebbe in un momento in cui il sole non produca più macchie solari.

Non si capisce infatti dall’articolo postato sul sito di A.Watts, per quale motivo una volta che si giunge al valore soglia di 2 le macchie devono sparire, o magari non sono stato abile io a cogliere le giuste motivazioni un pò perchè in sti giorni vado di fretta, un pò per via della lingua inglese.

Il link originale dal quale ho tratto l’articolo è il seguente: http://wattsupwiththat.com/2009/06/23/archibald-the-ap-index-says-there-will-be-no-sunspots/

Se qualcuno di voi gli dà un’occhiata, magari insieme ci si capisce meglio.

Simon

Svaalgard sul Solar Flux e sulla sua correlazione con il SN

Recentemente abbiamo visto che il conteggio delle macchie solari ha subito una pessima e speriamo non voluta alterazione. Secondo il dottor Svaalgard il conteggio dei minuscoli pori è il minore dei nostri problemi e il perché lo capirete leggendo. Per tutti quelli che sono convinti, che il solar flux sia un parametro completamente affidabile (anche lui ha qualche problemino) rimarrà in parte deluso da questo come dal successivo articolo. Non è salutare per la scienza diffidare di tutto e tutti, ma non preoccupatevi, rimarrà sempre il più neutrale indicatore dell’attività solare.

Confronto tra il Solar Flux e il flusso solare misurato ad altre frequenze radio

In un precedente articolo vi ho detto che il solar flux è la quantità di radiazione misurata a 2,8 Ghz (10,7 cm), ma non è l’unica misurazione nel campo delle microonde. Molti altri osservatori hanno delle lunghe serie di dati, ad altre frequenze come l’osservatorio di Toyokawa che ha registrato il flusso solare a 3,75 GHz (8 cm) a 2 GHz (15 cm) e a 1 GHz dal novembre 1951 all’aprile 1994. Dal maggio 1994 ad oggi le misure sono passate all’osservatorio di Nobeyama sempre in Giappone. La correlazione tra queste tre misurazione è tale da poter mediante un fattore di scala sovrapporre i tre andamenti di flusso nel tempo (come vedete nell’immagine, in rosso la media dei tre)

1fonte: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2009/05/svalgaard_radioflux_fig4.png

02fonte: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2009/05/svalgaard_radioflux_fig5.png

Se facciamo un rapporto tra il valore di flusso giapponese e quello del solar flux noterete meglio la cosa (ricordo che il solar flux fino al 1991 è stato misurato a Ottawa, per poi passare a Pentiction).

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fonte: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2009/05/svalgaard_radioflux_fig6.png

Svaalgard ha calcolato la differenza tra questi due valori e ha trovato un 3% (memorizzate tale valore, dopo capirete il perchè) di differenza, quindi, basterebbe innalzare il valore del solar flux dei dati di Ottawa di tale percentuale per uniformare il valore nel tempo. Ciò non altera sostanzialmente le conclusioni tratte dalle misurazioni svolte.

Correlazione fra l’SN e il solar flux

Esiste una relazione (matematica) tra il solar flux e il sunspot number: se si conosce uno dei due si può, di conseguenza, trovare l’altro. Nell’immagine trovate l’SN osservato e quello ricavato (fittato) dal solar flux. Si può evidenziare che fino al 1989 l’accordo è buono, dopo quello osservato è più basso di quello fittato.

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fonte: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2009/05/svalgaard_radioflux_fig10.png

La cosa può essere messa maggiormente in risalto calcolando il rapporto tra questi due (si sono utilizzati solo SN maggiore di 5).

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fonte: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2009/05/svalgaard_radioflux_fig11.png

La deriva che si osserva è ben superiore al 3% (il valore di cui doveva essere corretto il solar flux). La spiegazione è che la relazione tra il solar flux e il SN è cambiata in maniera significativa, come evidenzia il grafico seguente.

1Fonte: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2009/05/svalgaard_radioflux_fig12.png?w=510&h=256

Svaalgard propone tre spiegazioni per questo cambiamento avvenuto già a partire dal ciclo 23:

1) La procedura di conteggio delle macchie o gli osservatori sono cambiati apportando alterazioni nel conteggio rispetto al passato.

2) Cambiamenti nella corona o nella cromosfera hanno aumentato il valore del solar flux.

3) E’ vera la teoria di Livington e Penn secondo la quale le macchie durante gli ultimi anni sono sempre più calde e inosservabili perché è minimo il contrasto con il resto della fotosfera.

Svaalgard propone come eccitante spiegazione la terza ipotesi. E voi? Riguardo alle sunspeck ultimamente conteggiate, Svaalgard proponeva a metà maggio di non preoccuparsi troppo perché poco significativi rispetto alla deriva che si è messa in rilievo nella penultima immagine.

Fonte articolo: http://www.leif.org/research/Solar%20Radio%20Flux.pdf

ANGELO

Appare un'altra regione del ciclo 24 ben più organizzata di quella di ieri!

01Stamane la regione immaginaria 1022 (così ormai ho deciso di chiamare le regioni inventate ad arte dal Noaa) è già ion fase di notevole decadenza, anche se sono visibili ancora 2 specks…

ma alla sua sinistra, è apparsa velocemente un’altra regione (stavolta non immaginaria) sempre con polarità del ciclo 24 che appare ancora in fase di crescita.

Se il Noaa segue i suoi ultimi conteggi, l’SSN di oggi dovrebbe comprendere per la prima volta da quando è iniziato il ciclo 24 il conteggio di 2 regioni contemporaneamente, con SSN che inevitabilmente sarebbe maggiore di 20.

La cosa curiosa è che Catania stamane conta solo la regione più attiva come potete vedere qua: http://www.ct.astro.it/sun/draw.jpg.

Vedremo stasera cosa farà il Noaa

Intanto i valori del solar flux sempre costantemente sotto i 70, per la precisione a 67 negli ultimi giorni, sarà importante vedere oggi se aumenterà e di quanto visto la presenza delle 2 regioni.

Stay tuned, Simon

UPDATE: Il Noaa sempre più scandaloso conta 25 includendo così anche la regione immaginaria 1022 che già ieri non doveva essere contata ma oggi francamente è scandalosa!

SSN del mese ben sopra a 5 al momento, ma a fine mese ci sarà da ridere, e presto scoprirete il perchè…

Mamma Noaa conterà anche questa?

01Credo che la regione 1020 abbia già il suo amichetto immaginario, la 1021, ma forse meglio aggiungere anche la 1022…voi che ne pensate?

Stay tuned, Simon

Update: La situazione si fa sempre più ingarbugliata!

Scompare la macchia di stamattina delle ore 6.29, e ne compare ua ugualmente insignificante nell’emisfero nord:

01Cosa farà il Noaa?

1) conterà tutte e 2 le regioni

2)solo la prima

3)solo la seconda?

4)considerando che è domenica, nessuna delle 2?

Avanti su scommettete…

UPDATE2: Incredibile ma vero!

Mamma Noaa non conta (almeno per il momento)

Controordine: Il Noaa mette 12, mi stavo iniziando a preoccupare…finalmente la regione 1020 ha un altro amichetto immaginario, la 1022 (dopo la 1021)…Avanti così Noaa!

Bisogna ammettere però che la regioneconteggiat, cioè quella nell’emisfero meridionale, appare in fase di crescita…

ciò non toglie però che ultimamente il Noaa appena vede un puntino, conta, non c’è più niente da fare, hanno cambiato sistema di conteggio in corsa.

La circolazione termoalina: un modello da rivedere

I movimenti delle masse di acqua oceaniche hanno una notevole influenza sul clima e hanno avuto molta attenzione da parte di climatologi, oceanografici, etc. Ci sono due forze che determinano la circolazione oceanica:
a) la forza dei venti (interazioni oceano-atmosfera) che agisce sulla superficie marina e influenzano la circolazione nel primo chilometro di profondità;
b) la differenza di densità (termoalina) fra masse di acqua , che agisce a tutte le profondità;
La circolazione oceanica profonda, chiamata dagli scienziati circolazione termoalina e detta, popolarmente, il grande nastro trasportatore oceanico (è quella citata nel film “L’alba del giorno dopo”). E’ stata studiata in tempi relativamente recenti (circa 50 anni) .

1fonte: http://www.agu.org/books/plate/OSGM1734328_plate1.jpg

Abbiamo detto che l’origine di questi movimenti risiede nella differenza di densità fra le masse di acqua oceanica. Queste sono determinate dalle variazioni di temperatura e di salinità delle acque. Come sapete, la densità decresce con l’aumentare della temperatura e aumenta con l’aumentare dei sali disciolti (la temperatura varia con la latitudine, mentre la salinità dipende soprattutto dall’evaporazione). E’ facile capire come acque calde e salate tropicali si raffreddino muovendosi verso Nord (corrente del Golfo), il raffreddamento produce un aumento di densità, di conseguenza, un affondamento e un movimento in profondità (2-4 km) verso Sud che costituisce la NADW (North Atlantic Deep Water). Quest’ultima comprende la LSW (Labrador Sea Water), la corrente del mare del Labrador, che poi continua nella DWBC (Deep Western Boundary Current) ad una profondità tra i 1600 e i 2500 m, una corrente che segue le coste nord americane (vedi immagine sotto) e raggiunge i tropici per ridare vita alla corrente del Golfo .
Nell’Oceano Meridionale si forma la AABW (Antartic Botton Water), una corrente profonda fredda che influisce direttamente sulla banchisa antartica. Avrete capito che la circolazione termolitica è il principale meccanismo di trasferimento di calore dai tropici a latitudini più elevate, come anche verso i poli.

1fonte: http://news.duke.edu/2009/05/images/gulfstream_full.jpg

Un recente studio, apparso su Nature, sembra aver scosso la comunità scientifica perché ha messo in discussione questo modello circolatorio, in particolare la DWBC, universalmente accettato da 50 anni. I ricercatori, per seguire i movimenti delle masse di acqua oceaniche, hanno lasciato alla deriva a una profondità di 700-1500 metri delle boe, detti RAFOS , che hanno registrato, una volta al giorno dal 2003 al 2005, la posizione, la temperatura e la pressione delle acque.
Il 75% dei RAFOS non ha seguito la DWBC ed è andato alla deriva nel mare aperto. Solo l’8% dei RAFOS ha seguito la DWBC secondo il modello attuale. Questo comportamento inaspettato è stato confermato anche da un programma che simulava il percorso di 7000 boe virtuali.

L’impatto di questa notizia sugli attuali modelli di circolazione oceanica potrebbe essere drammatico, in quanto vengono utilizzati per prevedere i cambiamenti climatici sia a breve che a lungo tempo. La notizia interessa anche la quantità di anidride carbonica presente in atmosfera. Queste correnti, infatti, portano la CO2 dalla superficie alle profondità dell’oceano, dove, si deposita formando dei carbonati. E’ un modo molto efficace di eliminarla in maniera definitiva dall’atmosfera.

fonti: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/4/4c/Thermohaline_Circulation_2.png/800px-Thermohaline_Circulation_2.png
http://users.unimi.it/paleomag/ppt/3-Oceanography08.pdf
http://ginux.univpm.it/didattica/dispense/bavestrello/zoologia/pagine/1_2_1.htm

ANGELO