Archivi giornalieri: 11 Agosto 2009

Gli Inverni Nella PEG – parte 3

Ora continuiamo a parlare di questi bei inverni, c’eravamo lasciati con il seccume della Val Tellina e ricominciamo a parlare di vero inverno dal 1550 con la laguna veneta che gela nuovamente, stessa sorte gli capita nel 1561.
Ma passiamo subito all’inverno 1564/65, uno dei più freddi del secolo in Europa, il Gelo arriva nel continente il 21 Dicembre e il Tamigi gela molto velocemente, non viene detto in quanto tempo, ma già alla sera del 31 ci si poteva organizzare il capodanno sopra, quindi decisamente rapido, aggiungo poi una piccola chicca, durante il febbraio di questo inverno, decisamente rigido, il pittore olandese Pieter Brueghel dipinse il simbolo della PEG, un quadro intitolato i Cacciatori nella Neve, dove alcune persone cacciano in un paesaggio decisamente siberiano ( per i giorni nostri ).
Aggiungo infine su questo inverno, a parer mio inaugura una serie un po’ sfortunata ( poi dipende dai punti di vista ) per la Costa Azzurra, il Rodano infatti avrà episodi di congelamento nel suddetto inverno e a seguire nel: 1568/69 – 1570/71 – 1571/72 – 1572/73 ( dove gela anche il porto di Marsiglia ).
Nel periodo successivo le stagioni si fanno generalmente più fredde, a tal punto da permettere al pack invernale di resistere durante tutto l’anno nel braccio di mare tra la Groenlandia e l’Islanda ( per fortuna che era invernale ).
Per la fine del secolo segnalo anche l’inverno 1589/90 dove gela nuovamente il povero Rodano come anche nel 1594/95 insieme alla laguna veneta, si segnalano per quest’ultimo inverno intense nevicate per tutta la durata della stagione lungo l’adriatico a conferma di correnti prettamente orientali, grazie al già citato Orsetto.

I Cacciatori Nella Neve di Pieter Brueghel
I Cacciatori Nella Neve di Pieter Brueghel

Passiamo quindi al 1600 che fu il primo dei due secoli principali della PEG, durante questo periodo però mancano ancora le rilevazioni, è in questo secolo che inizia il famoso minimo di Maunder che dal 1650 circa fino al 1720 sarà accompagnato dagli inverni più freddi della PEG.
Partiamo subito con l’inverno 1602/03 dove gelano sia la laguna veneta che il Rodano, interessante poi come la neve sia rimasta al suolo a Bologna per circa 2 mesi, da fine Dicembre a fine Febbraio, e continuiamo con il 1604/05 dove il gelo toccò l’Arno che permise ai fiorentini di farci passare sopra una sfilata in maschera trainata da carri, molto probabilmente nel periodo di Carnevale.
Ed ecco che qui arriva un bello scherzo da parte della natura, dove prima fece arrivare un inverno tra i più miti del millennio, il 1606/07, dove in svizzera venne ricordato per non aver mai portato la neve in valle e dove gli alberi fiorirono ai primi di Febbraio, è o era ricordato come l’anno senza inverno ( era perché non ho idea di come sia andato il 2006/07 da quelle parti ), la natura però cosa fece? l’inverno successivo, il 1607/08 fu uno dei più gelidi che si siano mai visti, insieme al 1407/08 e al 1708/09 completa la famosa triade ( scusate per la citazione, ihih ) di inverni “super-gelidi”.
Il 1607/08 fu molto lungo ed estremamente rigido, soprattutto in Francia; Bologna divenne impraticabile per la neve ghiacciata che ricoprì le strade, mentre in Inghilterra il Tamigi restò gelato un mese intero; nella fonte non viene detto, ma molto probabilmente la quasi totalità dei fiumi europei gelò in quell’inverno.
Si apre poi un periodo gelido per l’Inghilterra, il Tamigi per quasi tutti gli inverni almeno una volta avrà episodi di congelamento, curioso come nel Gennaio 1621 venne addirittura allestito un mercatino sopra il fiume.
Giusto per segnalarla come notizia, nell’anno 1644 la Val Tellina fu colpita da un’altra ondata di siccità, le correnti prevalentemente orientali sfavorivano le precipitazioni nelle alpi, la siccità fu così forte che molti alberi morirono per il secco.

Fine parte 3

FABIO

Gli Inverni Nella PEG – parte 2

Parte 1: http://daltonsminima.wordpress.com/2009/08/09/gli-inverni-nella-peg-parte-1/

Nel precedente articolo abbiamo fatto una premessa, anche se con nessuna spiegazione scientifica, non mi voliate male mica lo faccio apposta, diciamo che ufficialmente lo faccio per avere un approccio da appassionato ma realmente è che non saprei cosa dire.

Detto questo continuiamo da dove ci eravamo lasciati, e si incomincia a parlare del 1400, partito subito alla grande.

Si parte subito con l’inverno 1407/08, divenuto famoso per essere il più freddo del millennio ( peccato ci sia una assenza di dati delle temperature, in fondo il termometro venne inventato solo 300 anni dopo ), il Tamigi rimase gelato per ben 14 settimane, circa 3 mesi e mezzo, la neve a Firenze superò i 60cm e in tutta Italia gli alberi “scoppiarono” per il freddo.

Si hanno notizie che il ghiaccio arrivò fino alla scozia ed invase parte del Mare del Nord.

Un altro inverno rigido fu il 1409/10 dove in Italia nevicò per circa 1 mese quasi tutti i giorni, lo si ricorda per il fatto che il vino congelò nelle botti.

Passiamo poi al 1431/32 terribile anche lui, con gelo in Europa da Novembre a Marzo, periodo lungo il quale i fiumi Tedeschi rimasero ghiacciati, la laguna veneta ghiacciò fino in profondità tanto da permettere il passaggio dei carri, l’unico modo per approvvigionare la città era proprio quello, anche il Po gelò e rimase così per circa 2 mesi, da segnalare infine per quell’inverno l’assenza quasi totale della neve nelle alpi, probabilmente i mesi invernali furono segnati da continue correnti da est, proprio grazie al già citato Orso Russo.

Segnalo il Tamigi gelato anche nel 1433/34.

Si susseguì un periodo disastroso per l’agricoltura e la vegetazione, dal 1450 al 1480 in quasi tutti gli inverni i fiumi gelavano e i raccolti venivano distrutti dal freddo, in più occasioni gelò la laguna veneta e il Tamigi.

Passiamo quindi alla fine del secolo dove una coppia di inverni mise a dura prova l’Europa in generale, il 1489/90 e il 1490/91.

Nel primo si segnalano gare di corsa con i cavalli a Venezia sul Canal Grande e a Firenze sull’Arno, a Venezia inoltre nevicò per 12 giorni consecutivi e nella Pianura Padana la neve rimase al suolo fino a Marzo.

Il secondo si fa sentire anche in Europa dove i fiumi Francesi rimasero gelati per 10 settimane, circa 2 mesi e mezzo, la laguna veneta ghiacciò ancora, ma quell’inverno resterà alla storia per aver portato la neve a Bologna il 1° Giugno del 1491, 32cm di accumulo, e a Ferrara il 4 con gelate successive.

Da segnalare anche il 1492/93 dove a Firenze la neve supero i 60cm di accumulo e dalle testimonianze si pensa che la temperatura possa aver raggiunto valori inferiori a quelli del Gennaio 85.

Da li seguì un periodo più mite per gli inverni, una parentesi di calma del clima che portò alla fioritura delle rose in Francia ad inizio 1500 nel mese di Gennaio.

Poi arrivò l’inverno 1505/06, che rimise le cose a posto ( per l’epoca ), gelarono i fiumi europei ed italiani, la laguna veneta e addirittura il mare nel porto di Marsiglia, gelò anche il Tamigi.

Si passa poi al 1509/10 dove la neve raggiunse i 60cm a Firenze ( dove sapere che non è una coincidenza che siano sempre 60 i cm di accumulo di Firenze, all’epoca infatti veniva usata una unità di misura, che valeva appunto 60cm e probabilmente il valore misurato veniva semplificato, oppure quello indicato è solo il valore massimo raggiunto dalla neve e non l’accumulo totale, comunque non c’è dato saperlo ), tornando a Firenze, durante quell’inverno si organizzarono nuovamente delle gare di cavalli sull’Arno.

Segnalo il Tamigi gelato nel 1514/15 e nel 1522/23, da qui in poi seguirà un’altra serie di inverni miti.

Addirittura in Italia si arriva ad avere un periodo molto lungo di siccità, il cui culmine si raggiunse a cavallo del 1540 dove in Valtellina è segnalata l’assenza totale di pioggia per 5 mesi.

Fine 2° parte.

FABIO