EL NINO: Monitoraggio e influenza sul clima nei prossimi mesi

Partiamo dal modo nel quale è possibile definire la forza del nino. Gli indici che servono principalmente sono l’ONI e il MEI. L’ONI serve a valutare gli eventi convalidati dal NOAA, il MEI a vedere l’intensità del fenomeno. Un nino si può definire like (debole) quanto ha un MEI >1.5, quando supera tale valore viene considerato strong (forte).

Per vedere la situazione mensile MEI: http://www.cdc.noaa.gov/people/klaus.wolter/MEI/table.html

Analizzando gli autunni con eventi di nino strong ne derivano le seguenti anomalie di geopotenziali:

Le anomalie di geopotenziali negli autunni che precedono nino like sono invece la seguenti:

Come possiamo notare quindi gli autunni che precedono un nino sono in generale piovosi nell’europa occidentale e secchi in quella orientale con l’Italia in bilico, quindi siamo in una situazione un po’ complicata da prevedere. Andando ad analizzare invece le anomalie invernali si ricaveranno le seguenti mappe:

Anomalia geopotenziali inverno durante nino strong:

Anomalia di geopotenziali durante nino like:

Da queste mappe si può ben notare come durante i nino strong vi siano inverni molto miti in europa mentre durante i nino like vi siano inverni con pressione molto bassa e quindi maggior quantità di precipitazioni.

Ora che abbiamo capito come reagisce il clima a questi eventi possiamo parlare del monitoraggio di questo evento. Un link molto utile è questo (http://www.bom.gov.au/climate/enso/indices.html) dove si possono osservare i grafici delle anomalie delle varie zone. Una zona per noi molto interessante è la 3.4 che risulta in calo, infatti in NOAA è stato costretto a ritrattare il picco a +1.7, ovvero un nino strong, ma di poco e non è da escludere che visto che il SOI ha ripreso ad aumentare da ieri (speriamo non sia solo una cosa momentanea) il picco del nino non debba essere ulteriormente abbassato nella prossima previsione.

Qui le previsioni della zona 3.4:

http://www.cpc.noaa.gov/products/analysis_monitoring/lanina/images/PDFcr_nino34SSTSea.gif

Vedremo come evolve la situazione…

MICHELE (RN)

15 pensieri su “EL NINO: Monitoraggio e influenza sul clima nei prossimi mesi

  1. Situazione quindi al limite…

    questo Nino fatica a decollare…

    molte cose stanno bollendo in pentola con questo minimo solare…

    staremo a vedere…

    Complimenti a Michele per questoa rticolo di una chiarezza esemplare

    Simon

      (Quote)  (Reply)

  2. Gran bell’ articolo…allora seguiamo l’evoluzione El Nino,
    soprtattutto per l’inverno, dove sembra aver per noi i maggiori effetti sul nostro clima…e speriamo sia like al massimo moderato

    Ciao

      (Quote)  (Reply)

  3. Complimenti davvero grandi Michele!!!!
    Sei un grande, dall’alto dei tuoi 13 anni!!!
    Un analisi e dei commenti tanto “tosti”, che dall’alto della mia ignoranza, faccio fatica addirittura a sviscerarli fino in fondo!
    Grazie Michele!
    ciao,
    Giorgio

      (Quote)  (Reply)

  4. Un dubbio: ma nel passato quanto erano attendibili le previsioni di agosto sulla forza del Nino nell’inverno successivo ?
    Ricordo che in passato, in questo forum, qualcuno aveva detto che erano molto attendibili, ma leggendo questo interessante articolo mi viene da dubitare.

      (Quote)  (Reply)

  5. Ciao Giorgio, che onore averti qui!

    Sai, io faccio ancora fatica a credere che Michele abbia 13 anni, ma è proprio così…

    alle volte mi viene da pensare che facevo o cosa pensavo io a 13 anni…

    questo “baby” avrà un futuro roseo, di certo può solo migliorare!

    Simon

      (Quote)  (Reply)

  6. se posso dire la mia io sono sempre scettico negli indici meteo, gli unici su cui sono sicuro degli effetti sono PDO, AMO ed ENSO.
    per il resto preferisco analizzare a tutto concluso.

      (Quote)  (Reply)

  7. infatti Nintendo stiamo parlando dell’ENSO..
    le previsioni sul NINO e cosi’ rispondo a Fabio2 sono abbastanza attendibili..infatti era previsto mesi fa e puntualmente e’ arrivato..
    piu’ difficile invece prevedere l’intensita’ di questo fenomeno..

      (Quote)  (Reply)

  8. per quanto riguarda il discorso del sole e la sua influenza sul clima..ecco un bellissimo articolo..

    Le cause primarie della piccola glaciazione che avvenne a cavallo tra il 1300 e il 1850 non fu probabilmente data solo e unicamente dalla scarsa attività solare, ma bensì da una concomitanza di più fattori, oltre alla scarsa attività solare che influi certamente sull’abbassamento delle temperature, si assistette ad un aumento dell’attività vulcanica (che si manifestò con eruzioni di tipo esplosive), basti osservare l’anno 1816 considerato l’anno senza estate che seguì la grossa eruzione del Tobora in Indonesia.
    http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e7/Gletch_und_Rhonegletscher_um_1900.jpeg
    http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/41/Furka_54.JPG

    (Il ghiacciaio del Rodano come si presentava un secolo fa e come si presenta oggi).

    Tuttavia recenti osservazioni suggeriscono che anche un rallentamento prolungato della corrente del golfo diede i suoi effeti più diretti nel Nord America e in Europa con inverni particolarmente rigidi dando un forte contributo al processo di raffreddamento climatico.
    Infatti se inizialmente si pensò che la piccola glaciazione ottocentesca riguardò tutto il globo, oggi si tende piuttosto a pensare che fu solo l’emisfero Nord a vedere un sensibile raffreddamento climatico a partire dal 1300 circa, in particolar modo il Nord America e l’Europa.

    Questa invece è la cronologia delle grandi glaciazioni del Pleistocene (attuale era glaciale in corso):
    http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/d2/Atmospheric_CO2_with_glaciers_cycles.gif

    Possiamo intuire in che modo i fattori astronomici possano influire fortemente, benchè in secondo luogo, sul susseguirsi di glaciazioni a periodi interglaciali all’interno dell’attuale era del Pleistocene, se da 3 a 1 milione di anni or sono si aveva una glaciazione ogni 41000 anni (coincidente con la variazione ciclica dell’inclinazione assiale), da 1 milione di anni a questa parte si ha una glaciazione ogni 100000 anni (coincidente con le variazioni cicliche dell’eccentricità dell’orbita terrestre attorno al sole).
    Tuttavia come dicevo nei post sovrastanti, questi fattori non possono essere la causa scatenente di una variazione climatica (glaciazione o periodo interglaciale), considerando che queste ultime tendono a divenire in maniera quasi improvvisa e talvolta troppo radicale, le osservazioni geologiche o i racconti del passato ne sono una testimonianza.
    Tutt’oggi non si sa con assoluta certezza quale fattore abbia scatenato l’ultima glaciazione, tuttavia prima dell’ultima glaciazione vi fù un sensibile aumento delle temperature, un pò come avviane in questi ultimi decenni, la Groenlandia a quei tempi era interamente sommersa da una spessa coltre gelata, tuttavia lo scioglimento dei ghiacci in superficie produsse delle grosse pozze di acqua stagnante che a sua volta contribuirono al maggior intrettenimento di calore.
    In un precesso dalla durata di alcuni centenni, si formarono enormi bacini di acqua stagnante dolce, fino a diventare una sorta di immenso lago che non appena ruppe gli argini naturali riversò in breve tempo grandissime quantità di acque dolci nell’oceano Atlantico, interessando principalmente proprio quella zona strategica dove la corrente del golfo inverte il proprio corso.
    Questo provocò un interuzzione della corrente oceanica del golfo su larga scala per un lungo periodo contribuendo fortemente a far precipitare le temperature su valori glaciali lungo tutto l’emisfero Boreale.
    L’ultima grande glaciazione (quella di Würm) terminò circa 10700 anni fa, quando prese inizio un’intenso periodo di disgelo, il fatto che il riscaldamento del clima fosse così precoce in quei tempi, può essere indotto certamente dal fatto che la ritirata dei ghiacci favorì una forte diminuzione dell’effetto albedo, un processo opposto a quanto avviene in presenza di un raffreddamento climatico con conseguente aumento della coltre gelata alle alte latitudini o sulle catene montuose (Fedbeeck positivo).
    Quale fattore abbia innescato il processo di desgelo ancora non è certo, tuttavia interessanti teorie suggeriscono la possibilità che in quel periodo vi fù uno o più importanti impatti cometali, una teoria che viene avanzata anche alla base di testimonienze del passato che si riscontrano in diverse regioni del mondo.
    In poche parole in presenza di condizioni favorevoli, l’innesco di una variazione climatica può essere data almeno in parte anche dalla casualità di eventi sia locali, sia di vaste proporzioni e in grado di rompere l’equilibrio climatico in maniera piuttosto radicale.
    Flavio Scolari meteogelo

      (Quote)  (Reply)

  9. Fabio 2 ti ha risposto bora…

    nn è tanto difficile poter prevedere un possibile nino…

    ma la sua intensità…

    ed è anche quello che c’è scritto nell’articolo…infati con nino strong gli inverni italiani hanno fatto sempre schifo, con nino debole gli inverni possono anche essere buoni…

    l’ideale si sa, sarebbe magari un enso neutra—

    vediamo come evolve…

      (Quote)  (Reply)

  10. Ciao Ice, vorrei ringraziare Nitopi per il programma di simulazione del Sistema Solare, l’ho scaricato, e te per la disponibilità. Non è di facile utilizzo, cmq lo sto studiando e sto relaizzando l’articolo sul Planet X. Appena pronto invio tutto. Sarà di attualità per il ragionamento scientifico che ho postulato, che richiama direttamente il fenomeno solare in corso e sarà privo di ogni mistificazione non scientifica.
    Un saluto a tutti, e vorrei anticipare che sto traendo delle interessanti conclusioni sulle cause esterne delle Peg e delle Ger.
    A presto

      (Quote)  (Reply)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Immagine CAPTCHA

*

Aggiungi una immagine

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.