Archivio mensile:Agosto 2009

Dopo una lunga vacanza, è tornato Ale…e guardate che mi ha scritto in e-mail! Si preannuncia un autunno caldo su NIA!!!

Ciao Simon!!!

Sono tornato nel’umidissima bassa padana, in queste vacanze ho comunque tenuto d’occhio la situazione che sembra sempre più favorevole all’instaurazione di un minimo profondo stile Maunder!!!! Anche se continuo a pensare che il Maunder si è verificato mentre l’Eddy si deve ancora esprimere a fondo!Solo tra 50-60 anni potremo trarre le conclusioni!

In più ti dirò che ieri ho potuto parlare con un Prof. di Fisica delle Particelle (che è nel Gruppo del mio amico Marco) e mi ha confermato l’eccezionalità del minimo in corso (se nn ce ne fosse bisogno!!!)! Mi ha detto che SE PER CASO nn si avrà reversione magnetica dei poli solari, totale o parziale, come prospettato dal Prof. Hathaway stesso, la legge di Hale verrà violata con il che si verificherà uno sbilanciamento profondo dell’assetto elettromagnetico solare. Dunque la stella inciampando sfornerà una serie di cicli ultradeboli!!!!

Sto già pensando al prossimo POST che sciverò, basato sul quel file PDF che ti avevo inviato con le previsioni dei periodi più attivi del ciclo24!!!! Ora ti lascio, ho un bel pò di POST di NIA da leggere!!!!

ALE

Stiamo andando per il 48° giorno spotless, ma OCCHIO alla regione in basso a destra!

1Siamo al 27 agosto, ogni giorno ormai pesa come un mattone, la storia è lì a portata di mano, ma le variabili sono ancora tante!

Occhio quindi alle regioni magnetiche cerchiate, magari domani non ci saranno più, ma stasera evocano almen un senso di “rispetto”…

Stay tuned,,,Simon

UPDATE del 27/8:

La regione cheieri notte appariva più in forma, ovvero quella con polarità del ciclo 23, stamane si è affievolita parecchio, mentre al contrario l’atra con polarità del nuovo ciclo, appare in fase di crescita, sebbene al suo interno non vi siano ancora macchie solari, a dimotrazione di ciò, stamattina siamo già spotless sia per Catania sia per l’osservatorio del Sidc.

Cionostante, dovendo aspettare anche il resoconto Noaa, dobbiamo buttare un occhio a suddetta regione, anche perchè magari oggi resta priva di macchie ma se cresce ancora nel corso della giornata, domani potremmo veder interrompere la serie spotless.

(IMMAGINI AUTOAGGIORNANTI)

T. Landsheidt e l'imminente Super Minimum…

A post by Fiorentino Marco Lubelli

Una ancor più difficile questione è se il futuro minimo di Gleissberg sarà di tipo regolare con una moderata diminuzione dell’ attività solare come avvenne intorno al 1895, oppure del tipo contraddistinto da debole attività solare come quello del minimo di Dalton occorso attorno al 1810, oppure un tipico grande minimo con attività solare vicina all’estinzione come all’apice dei minimi di Maunder attorno al 1670, di Spoerer attorno al 1490, di Wolf attorno al 1320 e di Norman attorno al 1010 (Stuiver e Quay, 1981).

La fig.11 offre un’ euristica soluzione. Essa mostra la serie storica dei dati riferiti agli estremi (della funzione riferita alla derivata del momento torcente orbitale solare rispetto al tempo n.d.r.) dT/dt nell’intervallo 1000-2250. Attira l’attenzione una consistente regolarità. Ogni volta che l’ampiezza di un estremo negativo va sotto una soglia minima, indicata da una linea orizzontale continua, questo momento coincide con un periodo di attività solare eccezionalmente bassa.

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Fig.11 Serie storica degli estremi (minimi e massimi relativi della funzione matematica del momento di rotazione orbitale solare n.d.r) relativi alle zone di cambio nel valore del momento torcente orbitale solare dT/dt per gli anni fra gli anni 1000 e 2250. Ogni volta che l’ampiezza di un minimo negativo va sotto una soglia minima, indicata da una linea continua orizzontale, è osservato un periodo di attività solare eccezionalmente bassa . Due consecutivi minimi negativi che oltrepassano la soglia indicano grandi minimi come quello di Maunder (attorno al 1670), quello di Spoerer (attorno al 1490), di Wolf (attorno al 1320), e il minimo di Norman (attorno al 1010), mentre un singolo minimo negativo sotto la soglia è correlato a eventi del tipo del minimo di Dalton (attorno al 1810 e 1170) non così severi come quelli tipici dei grandi minimi. Quindi i minimi di Gleissberg attorno al 2030 e 2200 dovrebbero essere del tipo del minimo di Maunder. Siccome il clima è strettamente legato alla’attività solare, le condizioni intorno al 2030 e al 2200 dovrebbero avvicinarsi a quelle relative all’apice della piccola era glaciale attorno al 1670. Come esposto in questo testo, le ipotesi di un global warming antropico dell’ IPCC, non costituiscono la strada intrapresa da questa previsione esclusivamente basata sulla attività eruttiva solare. Notevoli massimi positivi hanno una funzione simile nell’accompagnare periodi eccezionalmente caldi come l’ Optimum medioevale e il riscaldamento globale attuale.

Due minimi negativi consecutivi che oltrepassino la soglia indicano grandi minimi del tipo di quelli di Maunder, mentre un solo minimo sotto la soglia si accompagna a un evento del tipo dei minimi assimilabili a quello di Dalton. I grandi minimi nella Fig.11 sono indicati dai loro nomi. Il singolo minimo negativo (oltrepassante la soglia n.d.r.) attorno al 1170 e del tipo di quello Dalton. In questo periodo l’attività solare crollò, ma questa pausa non fu duratura. In accordo con Lamb, che osservò nei dati dell’ isotopo dell’ossigeno provenienti dal nord Groenlandia forniti da Dansgaard, un periodo di improvviso raffreddamento occorso alla fine del dodicesimo secolo. Quindi io chiamo questo profondo minimo di Gleissberg con il suo nome.

La fig. 11 mostra che attività solari di notevole intensità e corrispondenti periodi caldi sulla Terra, sono anch’essi correlati agli estremi (questa volta massimi relativi n.d.r.) della funzione Dt/dt. Per esempio, l’optimum climatico medioevale è segnalato da una freccia. Si noterà che la notevole ampiezza positiva (della funzione Dt/dt) attorno al 1120 è maggiore di quella attorno agli anni fra il 1952 e il 1984 indicanti il massimo di Gleissberg moderno legato ad un riscaldamento non così forte come quello del 1120 (Schinwiese, 1979). Più dettagli di questa relazione saranno presentati altrove. Senza eccezioni, i minimi negativi notevoli coincidono con periodi di attività solare eccezionalmente bassa e viceversa.

Quindi ci sono buone ragioni per aspettarsi che l’arrivo del minimo di Gleissberg attorno al 2030 sia uno di quelli profondi. Siccome ci sono tre minimi consecutivi sotto la soglia quantitativa, c’è un’alta probabilità che l’evento sia assimilabile a un minimo come quello di Maunder. Ciò sarà vero anche per il minimo del 2201, mentre il minimo attorno al 2122, sarà di tipo regolare, come si può vedere nella figura 11. E’ stato mostrato che c’è una stretta correlazione fra i minimi di Gleissberg profondi e i periodi di raffreddamento climatico. Quindi c’è un’alta probabilità che il notevole minimo di Gleissberg attorno al 2030 e al 2201 si accompagni con un periodo di raffreddamento climatico comparabile con quello all’apice della piccola era glaciale.

Per quanto riguarda il minimo attorno al 2030, ci sono delle indicazioni ulteriori che ci si debba aspettare un raffreddamento globale invece che un riscaldamento. La Oscillazione Decadale Pacifica (PDO Pacific Decadal Oscillation n.d.r.) mostrerà valori negativi fino almeno al 2016 (Landscheidt 2001), e la Nina sarà più frequente e forte del nino fino al 2018 (Landscheidt 2000). I risultati euiristici derivati dal ciclo dei 166 anni non sono ancora corroborati da una dettagliata catena di causa ed effetto. Progressi su questo piano saranno difficili poiché le teorie sull’attività solare e i cambiamenti climatici sono ancora in un rudimentale stato di sviluppo, sebbene ci siano progressi per quanto riguarda la spiegazione fisica delle speciali relazioni terra-sole (Haigh, 1996; Tinsley and Yu, 2002). A tutt’oggi le dinamiche del sistema solare, la lunghezza dei dati che coprono millenni e le previsioni dell’ attività solare e degli eventi climatici fondati su queste basi non fanno altro che parlare dell’ affidabilità della previsione dell’avvento del minimo di Gleissberg e dei suoi impatti climatici.

Tratto da: New Little Ice Age di Theodor Landscheidt

Fonte: http://www.meteoscienze.it/index.php?option=com_content&view=article&id=179:previsione-di-un-profondo-minimo-di-gleissberg-e-raffreddamento-climatico-attorno-al-2030-e-2200&catid=45:little-ice-age&Itemid=63

Ringrazio ancora una volta l’amico Marco di avermi proposto e concesso la pubblicazione di questo importantissimo articolo sulle teorie di T.Landsheidtm, teorie che più passa il tempo e più sembrano incredibilmente azzecate e confutate dalla realtà presente!

Nuovo grattacapo per l’IPCC

Diciamolo: in questi ultimi mesi, l’IPCC è chiamata ad affrontare nuove e stringenti questioni praticamente su ogni fronte. Dalle temperature, al rateo di innalzamento del livello marino, alla fusione dei ghiacci. Oggi si aggiunge un nuovo tassello a questa corsa alla revisione (al ribasso), che procede a ritmi sempre più incalzanti.

Gilberto Camara, direttore dell’Istituto nazionale brasiliano per le ricerche spaziali (INRS), sostiene che le stime relative ai ratei di disboscamento (ovviamente parliamo di foresta pluviale) siano errate.

Camara definisce “poor science” la pratica tecnica utilizzata dall’ONU per stabilire a che ritmo stia scomparendo la foresta amazzonica. Le stime ufficiali parlano di circa 31 mila kmq annui (nel periodo 2000-2005), Camara sostiene che attraverso i satelliti, la stima brasiliana si attesti intorno ai 21 mila kmq annui. Di conseguenza anche il tasso di emissioni di anidride carbonica va rivisto. In ultima analisi l’apporto di CO2 della foresta Amazzonica a livello globale scenderebbe dal 20% calcolato dalla FAO, al 10% calcolato dall’INRS. Tuttavia secondo Camara, questi dati vengono ignorati dai paesi sviluppati.

Perchè?

Questo è l’aspetto più interessante dell’intervento1 dello studioso brasiliano: il dato fornito dall’INRS viene sistematicamente ignorato perchè fa comodo ai paesi ricchi e agli ambientalisti.

“But I should only state that the two people who like these figures are developed nations, who would like to overstress the contribution of developing nations to global carbon, and of course environmentalists.”

In altre parole, con gli accordi di Copenhagen ormai alle porte, un rateo elevato di deforestazione è una delle tante armi che verranno utilizzate nei confronti dei paesi in via di sviluppo (in questo caso il blocco BRIC, Brasile-Russia-India-Cina) per spingerli a intraprendere politiche costosissime di riduzione delle emissioni di CO2. La partita qui è tutta politica.

Nonostante sia stato dimostrato che complessivamente le foreste non stanno così male (soprattutto nel nord del mondo), nelle zone tropicali-equatoriali lo scenario è più complesso. E come sempre succede in questi casi, è difficile chiarire quali dati siano affidabili ed esenti da bias. Ad onor del vero, Camara sostiene che, pur essendo le loro stime inferiori a quelle dell’ONU, i tassi di deforestazione rimangono tristemente elevati. Se i dati brasiliani venissero confermati, si tratterebbe dell’ennesimo ridimensionamento della catastrofe annunciata e propugnata quotidianamente.

A post by Claudio Gravina, climate-monitor

Fonte: http://www.climatemonitor.it/?p=3650