LA LEZIONE CECA – COME L’ATTIVITA’ GEOMAGNETICA DEL SOLE INFLUENZA IL CLIMA

Il nostro ALE ci parla spesso della scuola astrofisica russa rivelandoci studi interessantissimi e colgo l’occasione per ringraziarlo ancora una volta.

Da parte mia, invece, vorrei segnalare i progressi della scuola ceca. Mi sembrano siano andati molto avanti su parecchi temi inerenti la relazione tra attività geomagnetica solare ed il clima terrestre

Vi riporto due studi provenienti da Università di Praga.

Nel primo, i ricercatori H. Davidkovova, J. Bochnicek, (Istituto di Geofisica),P. Hejda, R. Huth (Istituto di fisica dell’atmosfera) nell’articolo “The Possible Effect of Geomagnetic Activity on Stratospheric Major Mid-Winter Warmings: a Case Study” descrivono il processo che lega l’incremento dell’attività geomagnetica alla stabilità e intensità del vortice polare (VP). Tanto per fare un esempio , per noi europei un vortice polare stabile e forte (indice AO positivo) produce inverni meno rigidi (mi scuso con i meteorologi per l’eccessiva semplificazione). Riassumendo:

aumento dell’attività geomagnetica –> VP stabile (AO+) –> inverno mite

diminuzione dell’attività geomagnetica –> VP instabile (AO-) –>inverno rigido

Naturalmente la relazione non è così stretta, nel senso che insiame all’indice AO (Artic Oscillation), vanno considerati gli altri vari indici tele connettivi a partire dal NAO (North Atlantic Oscillation). Però un indice AO molto basso, da solo è già sintomo di un probabile split del vortice polare, con conseguenza discesa del freddo artico .

Lo studio continua mostrando come il cosiddetto strat-warming (fenomeno attraverso il quale il centro del vortice polare si spinge a sud fino a 6O° gradi N) sia legato all’attività geomagnetica solare.

Questo lavoro è stato presentato a marzo 2009. Ebbene, anche chi non è meteorologo, può andare in giro per la rete alla ricerca di siti meteo che propongono editoriali (il NIA stesso riporta dei link) e verificare come quasi tutti mettano in risalto come questo inverno sia segnato da split polari, centro del vortice che si spinge a sud, e strat-warming ripetuti, fino ad un prossimo probabile major strat-warming. E, a volte, ipotizzano, proprio che questa peculiarità sia indotta dal minimo solare.

Nel secondo (Common oscillatory modes in solar/geomagnetic activity and climate

variability and their relations) i ricercatori M. Palus (Istituto di Scienze del computer), D. Novotna (Istituto di Fisica del’Atmosfera) mostrano come l’oscillazione mensile dell’attività geomagnetica solare sia statisticamente legata con l’oscillazione dell’indice NAO. Ricordo che l’indice NAO è assai importante per il clima in Europa. Ad esempio, in teoria, un NAO positivo in estate apre le porte all’alta africana. Ma, di nuovo, i meteorologi saranno certo più precisi di me.

Di nuovo, abbiamo evidenza di come l’attività geomagnetica del sole influenzi il nostro clima, anche se, sottolineo, parliamo di oscillazioni, non di intensità.

Rispetto alla TSI, che è quasi una costante, l’attività geomagnetica del sole è variabile ed è considerevolmente aumentata, in media, negli ultimi cento anni. Viceversa, anche grazie a NIA, osserviamo come a partire da questo profondo minimo sia considerevolmente diminuita.

Provo ad indovinare una domanda dei lettori NIA: quanto dobbiamo aspettare prima che tale diminuzione provochi delle modifiche a livello di temperatura? Anche qui, c’è uno studio (On the response of the European climate to the solar/geomagnetic long-term activity) di un’Università dell’Est che ci aiuta a rispondere. I ricercatori V. Dobrica, C. Demetrescu, G. Maris (Istituto geofisica di Bucarest) hanno stimato che il lag temporale tra variazione attività geomagnetica e temperature (almeno in Europa) varia dai 5 ai 9 anni.

Rispetto ai modelli sul clima, che effettuano la loro attività predittiva su un periodo multidecadale, mi sembra che questo tipo di lavori abbia almeno un vantaggio: non è necessario aspettare venti trent’anni per verificarne la correttezza. Insomma, per controllare se le ipotesi riportate sono vere, non dobbiamo attendere la pensione (semmai ne avremo una): possiamo osservare gli strat-warming, la copertura di nubi basse (teoria di Svensmark sui GCR, galactic cosmic rays) e, tra qualche anno, l’eventuale diminuzione delle temperature.

Sì, viviamo proprio in tempi interessanti…

Nota: tutti gli articoli summenzionati sono stati presentati al “Third International Symposium on Space Climate”

Agrimensore g

29 pensieri su “LA LEZIONE CECA – COME L’ATTIVITA’ GEOMAGNETICA DEL SOLE INFLUENZA IL CLIMA

  1. intanto è uscito il bollettino mensile del sidc…

    e ci trviamo ancora un valore più alto rispetto a quello che conto io usando i loro stessi dati giornalmente!

    13.1 invece che 12.2!

    Infatti contano anche il giorno 30 gennaio che avevano messo spotless!

    Va beh, andiamo avanti così

    PS.Prego qualcuno dei collaboratori (Andrea-B, Fabio) di aggiornare anche il dato dello Sunspot smooted.

      (Quote)  (Reply)

  2. lo farò nei prossimi giorni quando ci sarà anche il dato del solar flux
    riguardo ai conteggi, ormai lo sappiamo come fanno.

      (Quote)  (Reply)

  3. vorrei farvi notare che ieri pomeriggio al tg di canale 5 dell 13:00 hanno intervistato giugliacci padre che ha detto che a causa della bassa attività solare prevede per i prossimi 30 anni , indipendentemente dall’inquinamento atmosferico, una diminuzione della temperatura planetaria e quindi inverni più freddi, a conferna di quanto state ipotizzando da tempo da tempo

      (Quote)  (Reply)

  4. Mi é piaciuto molto l´articolo. Qualsiasi studio serio merita rispetto a prescindere della divulgazione sulle riviste scientifiche che sono controllate dai soliti centri di ricerca.(come ha dimostrato lo scandalo del CRU)

      (Quote)  (Reply)

  5. Solo una correzione per il titolo GEO si indica per la Terra in tal caso si dovrebbe dire Eliomagnetica.
    Ottimo articolo.
    Nel frattempo volevo chiedervi se avevate qualche riscontro tra l’attività solare e l’ondata di tempeste tropicali del 2005?
    Grazie in anticipo.
    Alex

      (Quote)  (Reply)

  6. Ottimo articolo, complimenti davvero Agrimensore!
    Se mai ce ne fosse bisogno, questi studi non fanno che riaffermare un fatto: non basta una forzante sola come la concentrazione di CO2 (ammesso che sia la causa e non la conseguenza!) a giustificare la totalità del GW dell’ultimo secolo!
    Troppe e troppo poco conosciute variabili influiscono nel bilancio del clima sul nostro Pianeta!
    Bruno

      (Quote)  (Reply)

  7. Alex, se sei interessato, c’è un altro scienziato ceco, Radan Huth, che sta studiando, e direi verificando, l’influenza dell’attività geomagnetica solare sui cicloni del nord Atlantico. Non ho molta roba, per cui non l’ho nemmeno citato nell’articolo, magari ti può servire per una ricerca in rete. Se vuoi, provo a rimediare l’e-mail.
    Ciao.
    P.S. in genere, ho trovato che col termine “geomagnetic” in ambito solare si intende l’attività magnetica solare che riguarda la Terra, però se pensi sia più corretto tradurlo con eliomagnetica… beh, chiederemo ad ALE 🙂

      (Quote)  (Reply)

  8. speriamo che il sole si sbrighi a raffreddare il clima..

    2009 al secondo posto: si chiude un decennio bollente

    Il 2009 è il secondo anno più caldo della storia dal 1880, cioè da quando sono iniziate le misurazioni strumentali dell’era moderna: questa la conclusione a cui è arrivato lo studio della NASA sulle temperature superficiali globali, condotto dal Goddard Istitute of Space Studies (GISS). Per quanto riguarda l’emisfero australe, il 2009 è addirittura il più caldo di sempre. Di conseguenza la prima decade del nuovo millennio 2000-2009 non può che risultare la più calda in assoluto, con un andamento verso il riscaldamento di circa 0.2°C per decade durante gli ultimi 30 anni.
    http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-9732.htm

      (Quote)  (Reply)

  9. ahahhahhahhahahhhiihihiiiiiiiiii

    bubuauaahaahaaaaaaaaaa

    hihihhhhhhhhhhhhhhhhhahahaha

    ahahhahhahahah…la nasa giss…buaahahhahahhhhhh
    ora mi fermo…ahhahaha…si si giuro che mi fermo…ahahha

    😆 😆 😆

      (Quote)  (Reply)

  10. se lo dicono le GISS allora siamo a posto, peccato che il NOAA la pensi diversamente e in quanto a barare loro sono maestri.
    per il NOAA e per le Hadley il 2009 è il 6° anno più caldo, mentre per le rilevazioni satellitari è il 7°
    però se lo dicono le GISS vuol dire che tutti gli altri sono in torto.

    cmq questo serve anche a far capire che nel 2009 non abbiamo la più pallida idea di quale sia la temperatura media terrestre.

      (Quote)  (Reply)

  11. In questo momento esiste una polemica furiosa che investe il GISS. Le temperature globali sono state calcolate riducendo le centraline meteo dalle oltre 16000 del 1980 alle 6000 nel 1990 e nel 2007 sono state ancora ridotte a poco piú di 1000!!!! Sono state tenute le centraline nelle cittá e negli aeroporti facendo sparire ormai la quasi totalitá delle centraline rurali.
    Non avendo piú centraline oceaniche hanno stimato l´aumento di tutti i mari del mondo dall´artico all´antartico, senza eccezioni, con una anomalia di 5°C. rispetto la media. Neanche il GISS ha accettato di divulgare al mondo scientifico i programmi di come calcola questi aumenti di temperature!!
    Il trucco del GISS:
    Con le poco piú di 1000 stazioni ha allargato le temperature rilevate ad un raggio di 250 KM:
    http://www.metsul.com/__editor/imagemanager/images/janeiro2010/post2301b.JPG
    Non avendo trovato ancora un riscaldamento accettabile ha allargato il raggio di ogni centralina a 1200 KM!!!!
    È come se misurassero le temperature della Trentino con la centralina in Sicilia!!
    http://www.metsul.com/__editor/imagemanager/images/janeiro2010/post2301e.JPG
    E queste le temperature degli oceani per il GISS
    http://icecap.us/images/uploads/EMS1_thumb.gif

    Leggi Bora, leggi!
    http://www.icecap.us/index.php/go/joes-blog

      (Quote)  (Reply)

  12. Ah, si, dimenticavo, l’ho scritto come commento all’articolo precedente… l’ultimo scandalo dei dati barati: la nasa non voleva essere da meno XD

      (Quote)  (Reply)

  13. Bell’articolo, forse un pò troppo teatrale e poco professionale, ma in genere le ipotesi che manda sono da tenere conto, molto di più di quelle dei centri “politicizzati”

    Il minimo solare c’è, con buona probabilità, staremo a vedere.

      (Quote)  (Reply)

  14. queste sono le reanalisi del NOAA per Dicembre 2009 rispetto alla media 1951-80, come si può vedere sono completamente diverse dalle GISS.
    la scala va da -5 a 5 con gradoni di 1 grado ciascuno, la mappa GISS una una scala che non sono riuscito a riprodurre:

    http://i48.tinypic.com/6pqirq.png

      (Quote)  (Reply)

  15. Vedremo se il giorno 14 gennaio 2010 rappresentera il picco massimo del ciclo 24.Se ci becco e solo c…pero quacuno mi paghera da bere.( spero )

      (Quote)  (Reply)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Immagine CAPTCHA

*

Aggiungi una immagine

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.