Archivio mensile:Febbraio 2010

La NASA é come la mamma: ha sempre ragione!

La NASA merita sicuramente un premio per i loro impressionanti e sensazionali (sbagliati) comunicati stampa sulla attività solare:

12 novembre 2003: – Il massimo solare è passato, ma il sole è stato particolarmente attivo negli ultimi tempi. È forse il ciclo delle macchie solari che non funziona? ”

http://science.nasa.gov/headlines/y2003/12nov_haywire.htm

18 ottobre 2004: “Qualcosa di strano è successo al sole, la scorsa settimana: tutte le macchie solari sono scomparse. Questo è un segno, dicono gli scienziati, che il minimo solare sta arrivando prima del previsto “.

http://science.nasa.gov/headlines/y2004/18oct_solarminimum.htm

5 maggio 2005: ” Anche se il minimo solare é vicino, il sole continua ad essere sorprendentemente attivo.”

http://science.nasa.gov/headlines/y2005/05may_solarmyth.htm

15 settembre 2005: ” Il minimo solare é stranamente simile ad un massimo solare”.

http://science.nasa.gov/headlines/y2005/15sep_solarminexplodes.htm

15 agosto 2006: ” Le macchie solari sono un poco strane e possono preannunciare l’arrivo di uno dei cicli solari più vivaci degli ultimi decenni”.

http://science.nasa.gov/headlines/y2006/15aug_backwards.htm

21 dicembre 2006 “, gli scienziati prevedono un Big Solar Cycle – iI prossimo ciclo solare sta per essere un grande ciclo.”

http://science.nasa.gov/headlines/y2006/21dec_cycle24.htm

14 dicembre 2007 “È l´inizio di un nuovo ciclo solare? – La comunità della fisica solare è in fermento questa settimana. ” ”

http://science.nasa.gov/headlines/y2007/14dec_excitement.htm

10 gennaio 2008: “Solar Cycle 24 -un nuovo ciclo solare è appena iniziato.

http://science.nasa.gov/headlines/y2008/10jan_solarcycle24.htm

28 marzo 2008: ” Il ritorno del vecchio ciclo solare – appena tre mesi dopo che i previsori hanno annunciato l’inizio del nuovo ciclo solare 24, il vecchio ciclo solare 23 è tornato”.

http://science.nasa.gov/headlines/y2008/28mar_oldcycle.htm

11 luglio 2008: ” C´è qualcosa di strano nel Sole? (Nulla!) Basta con la stampa! Il Sole si sta comportando normalmente “.

http://science.nasa.gov/headlines/y2008/11jul_solarcycleupdate.htm

23 settembre 2008:Questo è il più debole stato del vento solare da quando abbiamo iniziato il monitoraggio quasi 50 anni fa.”

http://science.nasa.gov/headlines/y2008/23sep_solarwind.htm

30 settembre 2008: “Spotless del Sole : Questo é un anno del Sole piú pulito dell’era spaziale
Il numero delle macchie solari sono al piú basso livello da 50 anni. Stiamo vivendo un profondo minimo del ciclo solare. ”

http://science.nasa.gov/headlines/y2008/30sep_blankyear.htm

7 novembre 2008: Il Sole mostra segni di vita – crediamo che il minimo solare è dietro di noi

http://science.nasa.gov/headlines/y2008/07nov_signsoflife.htm

1 aprile 2009: Deep solare minimum – Stiamo vivendo un profondo minimo solare – Questo è il sole più tranquillo che abbiamo visto in quasi un secolo ”

http://science.nasa.gov/headlines/y2009/01apr_deepsolarminimum.htm

29 maggio 2009: “Se la nostra previsione è corretta, il ciclo solare 24 avrà un numero di macchie solari di picco di 90, il più basso di qualsiasi ciclo dal 1928, quando il ciclo solare 16 ha avuto un numero di macchie solari di 78,”

http://science.nasa.gov/headlines/y2009/29may_noaaprediction.htm

17 giugno 2009: “Il mistero della macchie solari scomparse, é risolto? Il sole si trova dentro un minimo piú profondo da un secolo e le macchie solari sono stati incomprensibilmente scarse per più di due anni. ”

http://science.nasa.gov/headlines/y2009/17jun_jetstream.htm

3 settembre 2009: ” Sono scomparse le macchie solari? Il sole è nel pozzo più profondo del minimo solare in quasi un secolo.
Intere settimane e mesi a volte passano senza nemmeno una macchia solare anche piccola. La quiete si é trascinata per più di due anni, inducendo alcuni osservatori a domandarsi, stanno scomparendo le macchie solari?

http://science.nasa.gov/headlines/y2009/03sep_sunspots.htm

29 settembre 2009 “Nel 2009, l’intensità dei raggi cosmici sono aumentati del 19% al di là di qualsiasi cosa che abbiamo visto negli ultimi 50 anni”, dice Richard Mewaldt del Caltech. “L’aumento è notevole, e si potrebbe dire che dobbiamo ripensare quanta schermatura contro le radiazioni gli astronauti dovranno portarsi dietro nelle prossime missioni nello spazio.”

http://science.nasa.gov/headlines/y2009/29sep_cosmicrays.htm

SANDRIO

Confronto "ai raggi x" tra la ripartenza del Ciclo Solare 24 e 23

Dovendo confrontare la ripartenza del ciclo 24 ho pensato di analizzare tutti gli aspetti possibili ed immaginabili della ripartenza del ciclo 23 con il ciclo 24. Ho fatto combaciare i due mesi del minimo che per il ciclo 23 fu maggio 1996 con dicembre 2008 (ciclo 24) e ho fatto una serie di grafici che analizzano i cinque mesi precedenti (Dicembre 95 Ciclo 22-23 e Luglio 2008 Ciclo 23-24) e i 13 mesi successivi(Giugno 1997 Ciclo 22-23 e Gennaio 2010 ciclo 23-24). Per ogni parametro analizzato ho elaborato due grafici uno con i dati grezzi ed uno utilizzando una media mobile a 15 giorni per meglio comprendere l’andamento del parametro analizzato. I dati grezzi analizzati provengono da NOAA, SIDC, SWPC.

Analisi Svolta:

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Il primo aspetto che ho analizzato è stato il conteggio delle macchie (Ri). i dati analizzati provengono dall’archivio NOAA e dall’archivio SIDC .

Osservando i grafici si evince che già dopo sei mesi dal mese del minimo fra i Cicli 22 e 23 il Ciclo Solare 23 era in forte ripresa mentre se osserviamo il ciclo 24 ha cominciato una ripresa seppur stentata con due – tre mesi di ritardo (dicembre 2008 mese del minimo fra ciclo 23- e 24 una ripresa è cominciata a settembre 2009).

Ora a mio giudizio in un ciclo solare la cui durata media è di circa 10,5 anni un ritardo di 2 – 3 mesi non ha molta importanza. Quello importante è che il minimo 22-23 chiuse con una media smoothed (ssn) di 8,0 (passando 25 mesi con ssn inferiore a 20) . Il minimo attuale invece ha invece chiuso il mese del minimo con un valore di ssn pari a 1,7 ( passando per ora 41 mesi con valori ssn inferiori a 20 è da specificare che i valori di ssn sono fermi a giugno 2009).

Il secondo aspetto analizzato è stata la scomposizione delle macchie per i due emisferi l’insieme delle macchie (Ri) e dato da quelle prodotte dall’emisfero solare Nord (Rn) e da quello Sud (Rs) (Ri=Rn+Rs).

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Scomponendoli possiamo fare alcune considerazioni su quale emisfero è stato più produttivo nella fase di ripresa.

In un precedente Post avevo scomposto i conteggi delle macchie per il ciclo 23 per analizzare come questo si era comportato. In sintesi fino a circa metà del 2008 l’emisfero sud era più attivo del Nord Link al post

Se osserviamo la ripartenza del ciclo 22-23 notiamo che sia l’emisfero Solare Nord che l’emisfero Solare Sud hanno prodotto macchie. (immagine a sinistra)

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Mentre se osserviamo con attenzione la ripartenza del ciclo 23-24 notiamo che sia precedentemente al mese del minimo che successivamente l’emisfero Nord ha prodotto più macchie solari rispetto all’emisfero Sud (immagine a destra).

Volendo sbilanciarsi e fare una ipotesi forse (e dico forse) questo è un segnale di un cambiamento nella velocità della dinamo Solare, che sarebbe maggiormente veloce a Nord rispetto all’emisfero Sud.

La successiva caratteristica che voglio analizzare è la Sunspot Area che avevo utilizzato per studiare graficamente il ciclo 23 (link al post).

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Se osserviamo l’immagine a destra notiamo che già dopo soli sei mesi dalla ripartenza del ciclo 23 questo aveva prodotto macchie la cui superficie superava abbondantemente 1000 (10e-6 Hemis).

Durante la ripartenza attuale invece le macchie stentano a superare una superficie complessiva di 400 (10e-6Hemis).

Da qui a segnalarvi la serie di articoli di Ale sulla differenza fra tigri e micetti (link al post1 , link al post2).

La Sunspot Area nell’attuale ripresa stenta a superare i fatidici 500 (10e-6 Hemis) che potremmo definire come limite fra micetti e tigri. Quindi potremmo definire le macchie che la nostra stella ha prodotto durante la ripartenza del ciclo 24 come dei micetti.

Il prossimo parametro che ho analizzato è un parametro derivato dal rapporto fra Sunspot area e il conteggio delle macchie Ri (SWPC-NOAA) rappresenta la dimensione media delle macchie. Avevo parlato in un precedente post per cercare di capire se durante il ciclo 23 c’erano state delle anomalie nelle dimensioni medie delle macchie (Link al post).

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Osservando l’immagine a destra è possibile osservare come il ciclo attuale (24) abbia iniziato a produrre alcune macchie con superficie maggiore rispetto alla ripartenza del ciclo precedente.

Ritengo sia necessario ancora qualche mese per poter confrontare meglio questo parametro. Normalmente se osserviamo l’andamento del ciclo 23 macchie della dimensione di 10-15 erano la norma nella fase di ripartenza. (Link all’immagine)

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Il prossimo parametro analizzato è stato il Solar Flux.

Possiamo osservare come la media a 15 giorni del solar Flux mostri un andamento in forte ripresa dell’attuale ciclo (24) da novembre – dicembre 2008 (mese del minimo) ad oggi (Gemmaio 2010) è comunque da segnalare che proprio fra Novembre e Dicembre è stato infranto il record di valore più basso mai registrato 63,8 (Link al post).

L’andamento della curva dovrebbe seguire l’attività delle macchie.
Resta da capire se il problema osservato dal Dott Svaalgard si sia risolto o permanga.
Nello studio fatto dal dott Svaalgard si mette in evidenza come i conteggi delle machie rispetto al Solar Flux presentino delle discrepanze .
In sintesi si sono osservati dei valori maggiori di Solar flux rispetto ai conteggi di macchie osservati(link al post). In sintesi le possibili cause sono tre 1 cambiamento nei conteggi, 2 cambiamento nella corona solare o nella cromosfera,3 La teoria di Livinstong e Penn è vera e le macchie stanno diventando meno visibili perché più calde.

L’ultimo aspetto di cui vorrei accennare è indice Ap. Per sviluppare i grafici ho utilizzato i dati nel sito swpc. Vorrei segnalare il lavoro svolto da David Archibald riguardo proprio indice (link al post).

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La predizione di Archibald di gennaio 2009 diceva che Ottobre 2009 i valori dell’Ap index avrebbero toccato i valori minimi storici. Questa ipotesi non si è realizzata lo scorso ottobre, ma sbagliando di circa due mesi è toccato a Dicembre 2009 sbaragliare i precedenti record al ribasso.
Se comunque David Archibald aveva visto giusto mi chiedo se la sua predizione del futuro ciclo 24 (ciclo debole con massimo a circa 50 SSn nella fase di massimo) non sia la predizione più azzeccata (link al post).

Credo sia stata una analisi abbastanza dettagliata e spero di aver chiarito come si siano comportati i due cicli nella fase di ripartenza. Ripartenza del ciclo attuale lungi dall’essere terminata con un sole che ci regala ogni giorni uno spettacolo grandioso.

ANDREA-B

E' rimasta la 1049, attività solare che torna a livelli davvero bassi!

L’immagine del Gong Continum ci mostra come al momento e ormai da alcuni giorni siano presenti solo le sterili macchiette dell’AR 1049, tra l’altro già in netta fase di decadenza.

Gli X-Ray sono ripiombati ai valori minimi (Classe A):

Il Planetary K-index pure:

Il vento solare oggi ha dato una leggera impennata a valori prossimi ai 500 km/s, direi niente di eclatante, anzi….

E pure dal behind si nota come anche la formazione di nuve regioni solari si sia momentaneamente interrotta, anche se va detto che in questa nuova fase bastano poce ora a formare una nuova AR:

Stay tuned, Simon

Lo scetticismo sui GCM – parte II

Ho esposto nella prima parte alcuni problemi di ordine, per così dire, epistemologico che affliggono i modelli GCM. Essi si traducono sostanzialmente in dubbi circa:

– la correttezza dei parametri usati (problema del tuning dei parametri)

– la completezza dei fenomeni fisici/atmosferici considerati

Tuning dei parametri

E’ evidente che il parametro più importante è la sensibilità del clima rispetto all’aumento di concentrazione della Co2 (climate sensitivity), cioè il parametro che stabilisce di quanto aumentano le temperature se se la concentrazione della Co2 nell’atmosfera dovesse raddoppiare. Questo parametro, cruciale per tutta la teoria dell’AGW, è stato stimato in molti modi, a partire dai dati paleo climatici, ma i risultati sono molto differenti. A seconda degli studi, abbiamo valori che vanno da 0.01° a 7° o poco più. L’IPCC fornisce per questo parametro un range di valori probabile che va da 2° a 4.5°. Al di là delle questioni ideologiche, io credo che una delle maggiori difficoltà nello stabilire il valore corretto sia connaturata nel meccanismo stesso con cui la teoria AGW prova a descrivere il fenomeno: l’aumento delle T globali provoca un aumento della concentrazione della Co2 e viceversa. A questo punto, per quanto si provi a stabilire un’elevata correlazione tra T globali e concentrazione di Co2, diventa difficile stabilire fino a che punto è la temperatura che induce l’aumento di Co2, e fino a che punto la Co2 induce l’aumento delle T globali. Ricordo che è dai dati paleoclimatici emerge che prima aumenta la temperatura del pianeta e poi la concentrazione di Co2.

Completezza dei fenomeni

Ovviamente, i fenomeni non considerati potrebbero essere innanzi tutto quelli di origine solare. Da parte mia tendo a sottolineare l’importanza dell’indice geomagnetico Ap. A tal proposito, Nicola Scafetta, noto scienziato piuttosto critico in merito alla teoria AGW, ha proposto un’ipotesi di modello che tenga in considerazione gli effetti della variabilità dei parametri solari.

I due temi, in realtà si potrebbero fondere per generare un’unica domanda (magari un po’ lunga…), del tipo:

“Chi ci assicura che il valore assunto nel modello dalla climate sensitivity non sia più elevato del valore reale perché in tal modo si riesce a mascherare l’assenza di un fenomeno fisico-atmosferico non implementato dal modello?”

Per evitare malintesi, preciso che il quesito non è rivolto alla buona fede del ricercatore, ma alle modalità di costruzione del modello.

Dopo aver descritto problemi intrinseci alla definizione di un GCM, vorrei completare il discorso affrontando problemi più specificatamente tecnici, relativi allo stato dell’arte di questo tipo di strumenti.

Mancanza di feedback da parte degli RCM

Gli RCM, Regional Climate Model, sono quei modelli che vengono impiegati per previsioni meteorologiche a breve su scale regionale. In genere, contengono ancora più “fisica” di quanto sia implementata nei GCM. In alcuni casi, la simulazione globale prevede di includere gli RCM, ma solo per verificare gli effetti su una determinata zona dell’output prodotto dalla simulazione del GCM. Tuttavia, da quanto mi risulta, non viene simulato, per problemi di complessità computazionale, il feed-back inverso. Cioè, nella simulazione non si tiene conto di come i cambiamenti a livello regionale possano influenzare il clima. Con questo non voglio dire che le variazione climatiche siano sovrastimate dai modelli. Potrebbero essere anche sottostimate. Semplicemente le simulazioni prodotte, per come sono state costruite, non tengono conto di una serie di controreazioni del sistema.

Provo a spiegarmi con un esempio che, per sgombrare il campo da equivoci, va nel senso di una sottostima. L’esempio è a scopo puramente esplicativo, non tratto dalla realtà.

Immaginiamo che il GCM preveda un aumento di temperatura tale per cui l’RCM relativo alla penisola antartica ne preveda il completo scioglimento dei ghiacci relativi. Tale situazione diminuirebbe l’albedo che a sua volta ha influenza sul clima. Ecco, questo tipo di situazione non è implementata.

Limitatezza del numero delle variabili prognostiche oggetto di evoluzione.

Da quanto ho avuto modo di apprendere, i GCM, sempre per problemi di complessità computazionale, in genere prevedono l’evoluzione di un numero limitato di variabili climatiche, diciamo all’incirca quattro o cinque (temperatura, umidità, velocità del vento, ecc.). A mio parere, questa è una diviene una restrizione grave soprattutto nel momento in cui ci si ponga l’obiettivo di una previsione a lungo termine. In pratica, mi sembra difficile prevedere come sarà il clima nella seconda metà del secolo se non riesco ad ottenere una rappresentazione globale di come si evolve il pianeta, dal punto di vista climatico, nella varie decadi.

In conclusione, benché i modelli GCM abbiano raggiunto un notevole grado di complessità, credo che sia ragionevole nutrire dei dubbi sull’affidabilità dei risultati prodotti, specie quelli a lungo termine.

Agrimensore g

Anomalie Temperature e Precipitazione Italia – Dati CNR Gennaio 2010

Prima di postare le immagini dico subito che queste mappe non godono di una buona precisione, quindi non lamentatevi se nelle vostre zone le anomalie sono diverse da quelle reali.

Il CNR fa uso delle stesse stazioni di rilevamento dal 1800, questo per creare una serie temporale abbastanza lunga da poter aver dei confronti con il passato.

Le stazioni ovviamente non coprono tutto il territorio italiano, ma anche nel 1800 era così, quindi aumentare il numero di stazioni sarebbe sbagliato ( giusto per dire, la NASA e il NOAA le hanno invece diminuite ).

Anomalia Temperature:

Il mese chiude con una anomalia di -0.30°C ed è l’89° mese di Gennaio più caldo dal 1800.

Il record spetta al Gennaio 1804 con un’anomalia di +3.09°C

Anomalie Precipitazioni:

Il mese chiude con un surplus del 36% ed è il 48° mese di Gennaio più piovoso dal 1800.

Il Record spetta al Gennaio 1800 con un surplus del 170%

Molto interessante è il dato delle temperature, questo Gennaio definito da tutti freddo, a volte definito anche gelido e qualcuno ha avuto pure il coraggio di definirlo storico quando invece si ritrova dentro al 3° quartile, poco sotto la media e abbondantemente sopra alla mediana.

FABIO