Archivio mensile:Maggio 2010

E… se l’estate non volesse partire? SSTA, piovosità primaverile e VP (parte 2)

Come nella prima parte, dove abbiamo analizzato il ciclo ENSO e l’ITCZ, ora andremo ad osservare meglio:

le SSTA atlantiche per vedere come influiranno sulle configurazioni;

la correlazione tra una estate fresca e la piovosità primaverile sul mediterraneo;

e la possibile evoluzione dell’indice AO.

Partiamo subito dal quadro attuale delle SSTA ed evidenziamo i probabili spostamenti:

L’anomalia negativa che risiede nell’Atlantico occidentale favorirà la formazione di basse pressioni che pomperanno aria più calda verso nord e modificheranno le SST sulla zona dell’Est atlantico permettendo un periodo perturbato con aria fredda nord atlantica (proveniente dalla zona cerchiata in blu).

L’anomalia positiva che si andrà ad instaurare ad W della penisola iberica favorirà rimonte anticicloniche che in parte potrebbero interessare l’Italia e in parte si sporgeranno in oceano favorendo fasi fresche e perturbate. Non sono da escludere però forti ed isolate rimonte calde sull’estremo sud est italico e Balcani a causa di una forzante imposta da el nino che provoca il rialzo dell’ITCZ sulla parte orientale.

Andiamo a vedere ora come le anomalie pluviometriche primaverili possano essere correlate alla successiva estate.

Mediamente ad una primavera molto piovosa corrispondono estati altrettanto fresche e perturbate, mentre a primavere secche in zona mediterranea occidentale corrispondono estati con inizio anticipato e con forti ondate di calore durature. Questa è la mappa del NOAA in cui vi è l’anomalia delle precipitazioni nel periodo gennaio-maggio degli anni con estate CALDA:

Ecco invece l’anomalia pluviometrica dei primi cinque mesi dell’anno che hanno preceduto estati FRESCHE:

Andiamo infine ad analizzare le anomalie di quest’anno:

Si può quindi dedurre che i prossimi 2 mesi, almeno, saranno freschi.

Passiamo infine all’analisi dell’indice AO che tanto farà patire i ghiacci artici e altrettanto farà patire noi…

L’Artic Oscillation rimarrà mediamente in campo negativo sia nel mese di giugno che probabilmente in quello di luglio permettendo un forte afflusso di calore sul polo e forti discese di aria fredda verso sud. Nonostante il Final Warming Late che dovrebbe promettere tutt’altra cosa, forse grazie al minimo solare, forse grazie alla QBO ancora negativa, si pensa a questo per la prima metà di questa stagione estiva. Altro indice a favore quindi di un’estate fresca per noi e… pericolosa per il polo. Ma attenzione perché la nina che già fra pochi giorni entrerà in gioco manderà rinforzi al VP nel mese di agosto portandoci diritti verso un mese prevalentemente anticiclonico e caldo, non quanto l’innominabile, ma comunque paragonabile all’incirca a quello dello scorso anno. Se così dovesse partire il mese di agosto, non sarebbe da escludere una successiva evoluzione calda e secca per le nostre zone anche nei mesi di settembre ed ottobre, ma con forte ripresa dell’artico.

Quest’ultima parte rimane però molto distante e oltre a queste affermazioni non penso di poter dire di più al momento.

Ecco infine gli ultimi aggiornamenti sul ciclo ENSO con il grafico in zona 3.4 e le previsioni della successiva evoluzione viste da due centri diversi:

(primo grafico autoaggiornante)

Le prossime parti della serie di articoli:

3° parte: proiezioni stagionali secondo i modelli.

4° ed ultima parte: Quest’estate pezzo per pezzo.

Ovviamente verranno inseriti anche gli ultimi aggiornamenti.

MIKI03 (RN)

Secondo il dottor Casey, ci aspetta un periodo di Global Cooling a causa del minimo solare!

Il dubbio è il sale della conoscenza scientifica e più aumentano le conoscenze e più vi è la possibilità di mettere in dubbio le teorie più accreditate. Pertanto, pensare ad una scienza monolitica è pura follia.
Molto spesso una teoria rimane valida solo per un breve periodo della storia umana, finché una migliore spiegazione di un fenomeno naturale la supera.

Ma occorre un certo tempo perché questo avvenga in tutta la comunità scientifica, perché spesso vi sono fenomeni spuri, come pressioni economiche o sociali, che spingono in questa o in quella direzione incoraggiando talora a barare sui risultati reali.
Questo avviene, purtroppo, in tutto l’ambito della scienza dalla medicina alle scienze della Terra.
E così sta accadendo per la scienza del clima nella quale una violenta contrapposizione surriscalda più gli animi che il clima stesso.

Una immagine di questo inverno in Trentino

Ma un nuovo dubbio sta serpeggiando tra gli scienziati, quello che le mutate condizioni di attività solare stiano rendendo superato il dibattito pro o contro l’importanza dei gas serra, in quanto sta per sopravvenire una Piccola Era Glaciale pronta a spazzare via ogni residuo desiderio di discutere ancora su questo tema.
I segni ci sono e non sono pochi nella comunità scientifica, ma soprattutto nel mondo economico.

Citiamo a questo proposito John L. Casey celebre scienziato statunitense con esperienza nell’industria spaziale da oltre trentacinque anni. È stato consigliere nazionale della politica spaziale della Casa Bianca e del Congresso, ingegnere dello Space Shuttle, consulente della direzione NASA, consulente del Presidente degli Stati Uniti per l’alta tecnologia. Insomma non uno sconosciuto ricercatore di qualche sperduta università.

Attualmente è presidente della VSM, oltre che direttore della sua società spaziale SSRC di Orlando, (Florida) che è anche il principale centro di ricerca statunitense sullo studio del cambiamento climatico globale e delle sue implicazioni economiche.
La VSM è una società multi-disciplinare e con uno staff di scienziati ed esperti di tecnologia che offre ai suoi clienti servizi specializzati nella gestione di programmi di sviluppo spaziale e ricerca scientifica solare connessa all’industria.
Quindi non un professore d’Accademia, ma qualcuno che della scienza fa un uso applicato e che spinge l’industria e la politica di un paese nella direzione più economicamente utile.

Il suo centro di ricerca SSRC (Space and Science Research Centre) ha sviluppato uno studio per i propri clienti a partire dal 2008 per difendere i loro investimenti dai gravi danni previsti per il sicuro determinarsi di un grave raffreddamento climatico globale. Quindi non un eventualità, ma una certezza per i maggiori enti economici privati che rappresentano i suoi clienti.

Il SSRC ha previsto che nel corso dei prossimi 30 mesi, le temperature globali affronteranno un drastico calo. In particolare vengono indicate due motivazioni: la dispersione della corrente del El Niño e il declino a lungo termine della temperatura causata dalla riduzione dell’attività solare.
I due fenomeni andrebbero a sommarsi in maniera sinergica in quanto El Niño provocando un aumento delle temperature induce un azione di riequilibrio del raffreddamento.

Tale situazione genererà un forte impatto negativo sull’agricoltura, conseguente alla fine del periodo di Riscaldamento Globale. L’analisi del SSRC dimostra che i profitti ottenuti con il cibo e il combustibile (etanolo utilizzato per autoveicoli) derivati dai raccolti saranno minacciati nei prossimi due anni e mezzo. Anche se non potrebbe stupire il vedere questi effetti negativi già quest’anno, ma molto più sicuramente nei prossimi 30 mesi.

L’SSRC aggiunge, inoltre, che la gravità di questa proiezione è un calo delle temperature globali dell’ordine da 0,9 °C a 1,1 °C rispetto ai livelli attuali.

Casey non ha mancato di sottolineare l’importanza e l’affidabilità di questa previsione nell’evoluzione verso un clima freddo nei confronti delle istituzioni statunitensi con una drammatica lettera al Segretario all’Agricoltura del suo paese, datata 10 maggio 2010, che potete trovare nella sua traduzione integrale in italiano qui (http://www.salviamoci2012.eu/forum/forum_forum.asp). La sua segnalazione è in relazione soprattutto al fatto che l’agricoltura degli stati del Nord degli Stati Uniti subirà un tracollo nei prossimi anni..

Questa lettera, se letta con attenzione tra le righe, appare però piuttosto scettica sull’eventualità che l’attuale amministrazione statunitense prenda seri provvedimenti in proposito per l’azione di disturbo operata da gruppi di pressione che sembrano remare in altra direzione per motivi di profitto.

Nei rapporti alla stampa non è mancata una stoccata anche al NOAA ed alla NASA, enti governativi, che hanno sbagliato totalmente le previsioni sulla mancata ripresa dell’attività solare, perfettamente azzeccata invece dal SSRC (n.d.r. Non per niente gli enti privati si fidano più del SSRC che del NOAA).

Casey ha soggiunto che, per quanto riguarda la produzione agricola locale se si continua il corso attuale, a breve termine l’impatto del freddo sui prodotti alimentari e sui carburante saranno certamente importanti, ma non vi sarà confronto con quelli che seguiranno dopo. Nella porzione più avanzata del ciclico periodo freddo che si prospetta (si prevedono almeno 20-30 anni), ossia tra il 2020 e il 2030, è possibile che vi siano effetti devastanti sull’agricoltura con la totale delle perdita del raccolto di grano nelle regioni settentrionali del Stati Uniti e del Canada.

Fonte: http://www.spaceandscience.net/id16.html

Pablito

I cicli di Milankovich, le conseguenze climatiche (2 parte)

Abbiamo visto nella prima parte come i cicli di Milankovich e cioé la precessione degli equinozi, la eccentricitá dell´orbita terrestre e l´inclinazione dell´asse terrestre sono in grado di modificare la irradiazione che la Terra riceve dal sole nel corso dei milleni.
In questo disegno possiamo vedere i 3 movimenti alla base dei cicli di Milankovich.

Vediamo allora quali sono le conseguenze sul clima terrestre che apportano tali variazioni.

Attualmente la Terra passa per il perielio quando é inverno nell´emisfero nord (gennaio), la minore distanza dal Sole ammortizza in parte il freddo invernale in questo emisfero; nella stessa maniera la Terra si trova in afelio quando é estate nell´emisfero Nord (luglio) e la maggiore distanza dal Sole ammorbidisce il calore estivo. Cioé, l´attuale configurazione dell´orbita terrestre attorno al Sole aiuta affinché le differenze stagionali di temperatura nell´emisfero Nord siano minori. Per contro peró le differenze stagionali nell´emisfero Sud si aggravano. Ora, per essere le estati boreali piú lunghe quando il Sole é piú lontano dalla Terra e gli inverni piú corti, le differenze dell’energia ricevuta non sono tanto grandi.
La teoría paleoclimática tradizionale indica che le glaciazioni e le deglaciazioni cominciano alle latitudine alte dell´emisfero Nord per poi diffondersi al resto del pianeta. Secondo Milankovitch, affinché ci sia accumulo di grandi mantelli di ghiaccio nel Nord America (mantello Laurentino) e nell´Eurasia (mantello Finnoscandinavo) occorre un periodo di estati fresche alle alte latitudini dell´emisfero Nord che consentano la diminuizione del peirodo estivo e permettano la persistenza della neve caduta nell´inverno anteriore.

http://it.wikipedia.org/wiki/Ablazione

Per produrre questo accumulo di ghiaccio e neve é necessario che l´insolazione estiva sia bassa e ció succede quando l´estate coincide con l´afelio. Questa circostanza si é verificata 22.000 anni fa quando si produsse il massimo di avanzo glaciale (anche adesso sta cominciando a prodursi ma succede che l´effetto era maggiore che oggi dovuto ad una maggiore eccentricitá dell´orbita). Al contrario la diminuzione del gelo continentale é favorita quando l´insolazione estiva nelle alte latitudini é elevata e l´insolazione invernale sia bassa, producendo estati piú calde (maggior disgelo) e inverni piú freddi, situazione che ha raggiunto la sua massima intensitá circa 11.000 anni fa. Questo cambiamento stagionale del perielio e dell´afelio modificó la distribuzione stagionale dell´energia solare e ha influito probabilmente in maniera piú importante nell´ultimo processo di deglaciazione.

Ma va tenuto presente che l´intensitá della radiazione in estate é inversamente relazionata con la durata dell´estate. È dovuto alla seconda legge di Keplero, per cui il movimento della Terra accelera quando passa per il perielio. Questo é il tallone di Achille della teoria che la precessione regola le glaciazioni. Quando si prende in considerazione l´integrazione della intensitá solare durante tutta l´estate (o meglio tutti i giorni in cui si verifica il disgelo dei mantelli di ghiaccio nell´emisfero Nord) l´inclinazione dell´asse terrestre risulta essere piú importante della precessione e delle eccentricitá.

Il ciclo della precessione degli equinozi é probabilmente piú determinante per il clima nelle zone tropicali rispetto alle zone polari dove sembra avere piú importanza l´inclinazione dell´asse terrestre.

Una delle caratteristiche che ci indicano che la precessione degli equinozi é piú importante nelle zone tropicali é l´alta correlazione esistente tra le sue fluttuazioni e la concentrazione di gas metano nell´atmosfera, come é provato dalle carote di ghiaccio estratte in Groenlandia e in Antartico. Questo si spiega perché la concentrazione di metano nell´atmosfera dipende in grande parte dalle emissioni di vapore acqueo dalle zone umide continentali dell´Africa e dell´Asia, e l´umiditá continentale dipende dalla forza dei monsoni estivi. I monsoni sono piú forti quanto maggiore é il riscaldamento estivo delle terre interne asiatiche e africane é questo succede quando il perielio cade nell´estate settentrionale. La maggior produzione di fitoplancton nel Mar Arabico, dovuto all´incremento dell´affioramento di acque fredde dal fondo succede quando i monsoni estivi sono intensi come hanno rilevato le sonde marine, e questo prova l´importanza della precessione degli equinozi. Anche il Sahara e il Sahel erano piú umidi nella prima metá dell´oleoceno dovuto a un monsone estivo piú potente, la cui causa era dovuta ad una insolazione nel Nord Africa durante l´estate piú forte rispetto a quella attuale. Ugualmente, lo spostamento della zona di convergenza intertropicale ITCZ nell´America tropicale determina mutamenti nelle precipitazioni sia nei Caraibi come in Brasile. Cosí il ciclo della precessione degli equinozi gioca un ruolo fondamentale nei Tropici.

Tutti questi cambiamenti si possono vedere nei periodi interglaciali come illustrati dagli studi Yin e Berger (qui un loro estratto):

http://translate.googleusercontent.com/translate_c?hl=en&langpair=auto%7Cit&u=http://www.nature.com/ngeo/journal/v3/n4/abs/ngeo771.html&rurl=translate.google.com&twu=1&usg=ALkJrhj6aQDenKZuiLefkFtATZYWh0OkDQ

da cui é tratto questo schema per gli ultimi 10 periodi interglaciali della Terra.

Marine d18O, precession and obliquity around the past 10 interglacial peaks. The black bars localize d18O minima, precession minima and obliquity maxima. The dates of d18O minima and corresponding MISs are indicated.

La lezione da trarre é che tutti i disastri climatic,i dai mari piú caldi allo scioglimento di tutti i ghiacci, dai livelli dei mari etc., potrebbe essere proprio quello che la natura ha in serbo per il nostro mondo. E se non arriva un´altra era glaciale di quelle serie e non una PEG, nei prossimi 30 – 40 mila anni, ecco che questo sarebbe effettivamente “una prima volta” nella storia planetaria. In effetti la maggior parte delle cose che gli allarmisti stanno vedendo e urlando non sono un indice di qualcosa fuori dal comune e che la Terra ha giá passato.
Quindi riassumendo: I lenti cambiamenti dei cicli di Milankovich hanno causato un maggior riscaldamento nell´emisfero meridionale durante i periodi interglaciali nel corso degli ultimi 400 mila anni.
Il clima é guidato dal SOLE, influenzato dai cicli orbitali provocando cambiamenti nella circolazione dei venti e delle acque. Ancora una volta la natura fa le cose che la scienza sconosceva e che sono ancora poco conosciute. Gli studi basati sui modelli hanno portato la Scienza fuori strada e non conoscono ció che la Natura conosce: I ciambiamenti naturali del clima basati sui cicli di Milankovich.

Io nel mio piccolo rimango scettico e mi godo il periodo interglaciale.

SAND-RIO

La natura supera il CERN?

Questo é un articolo che il Prof. Vincenzo Zappalà ha scritto su Astronomia.com
Per chi non conoscesse il Prof. Zappalà ecco un suo breve profilo da Wikipedia:

http://it.wikipedia.org/wiki/Vincenzo_Zappal%C3%A0

Su NIA abbiamo giá parlato della ricerca del CERN e dell´esperimento CLOUD

http://daltonsminima.wordpress.com/2009/12/22/al-cern-sono-soliti-sprecare-tempo-e-denaro/

“Tutto denaro sprecato? Sicuramente no. Tuttavia, una ricerca svolta nell’Università di Bath, storica città inglese, ha scoperto che durante i temporali si formano giganteschi acceleratori di particelle a circa 40 km d’altezza sopra la superficie terrestre. Più potenti e meno costosi del LHC …”
Durante la scarica di fulmini particolarmente intensi si creano le condizioni affinché le particelle ad alta energia provenienti dallo spazio (raggi cosmici) interagiscano con i campi elettrici temporaleschi, producendo un gigantesco (e a buon mercato) acceleratore di particelle simile a quello che è stato con gran fatica costruito al CERN di Ginevra. La Natura si sta prendendo una bella rivincita: ciò che l’uomo stenta a ottenere con anni di lavoro e milioni e milioni di euro, viene ottenuto semplicemente e completamente gratis.

Gli elettroni presenti nelle molecole d’aria vengono “strappati” dai raggi cosmici e subiscono una fortissima accelerazione causata dal campo elettrico creato dai fulmini. In altre parole, i raggi cosmici liberano elettroni che poi i campi elettrici accelerano naturalmente. Meraviglioso! Questi elettroni si riuniscono in stretti fasci che si propagano dai livelli più bassi dell’atmosfera (troposfera), attraversano la media atmosfera e giungono nello spazio dove vengono intrappolati dal campo magnetico nelle sue fasce di radiazioni (Van Allen) e possono causare seri problemi ai satelliti artificiali. Teniamo conto che questi eventi collisionali, rapidissimi, possono avere la potenza di una piccola centrale nucleare.

Fenomeni simili erano già stati ipotizzati nello studio degli “sprite” (folletti), fulmini che avvengono a grandi altezze sopra le nuvole temporalesche dando luogo a una varietà di fenomeni luminosi dalle forme più strane (Fig. 1). Si è ora visto che gli acceleratori naturali di particelle coincidono in qualche caso proprio con questi “sprite”.

Fig. 1 – La prima immagine a colori di uno “sprite”, ottenuta nel 1994 da un aereo da alta quota sopra l’Alaska. Il color rosso è dovuto a emissioni di azoto fluorescente eccitato da un fulmine avvenuto nel temporale sottostante. Un bellissimo UFO, non vi pare?

Per dovere d’informazione, già nel 1925 il Premio Nobel C.T. Rees Wison aveva ipotizzato queste condizioni particolari sopra le grandi nuvole temporalesche.

E’ veramente sconvolgente l’idea che mentre noi cerchiamo di far collidere le particelle sotto terra per evitare qualsiasi contaminazione, madre Natura lo faccia parecchi chilometri sopra la nostra testa. A parte gli scherzi (al CERN si possono dominare gli scontri, scegliere i proiettili e mille altre cose), è fantastico pensare che questi acceleratori naturali ci mostrino uno stupendo esempio di interazione tra il nostro piccolo pianeta e il ben più vasto Universo, da cui provengono appunto i raggi cosmici.

Fig. 2 – Uno splendido spettro o folletto luminoso (“sprite”), osservato sopra un temporale nel settembre del 2009 in Francia. Non vi sembra di vedere una specie di volto diabolico. Che ci stia avvisando del 2012? Sto scherzando, ovviamente!!

Ringrazio il Prof. Zappalá e lo staff di Astronomia.com per aver gentilmente concesso di pubblicare questo articolo.

SAND-RIO

NIA ci riprova, ecco il 1° conteggio alternativo al SIDC

Dopo averci provato ad Aprile eccoci qui pronti a ripartire con questo progetto.

Ci sono state delle incomprensioni con il creatore del Layman’s Count, che avrebbe voluto che usassimo il suo metodo solo nella determinazione dei giorni spotless, così abbiamo deciso di andare avanti con un nuovo metodo.

Luca Nitopi c’ha lavorato su e siamo arrivati a trovare questo sistema che prende molto più in considerazione il “colore” della macchia, cioè la sua visibilità sulla superficie solare.

Veniamo subito al dunque, visto che il resto non ci interessa.

Il conteggio si basa su 4 principali fasi:

1) Rilevazione

2) Verifica delle Macchie

3) Conteggio

4) Correzione del Numero di Wolf

Spieghiamo quindi un passo alla volta:

Rilevazione:

Data la mancanza di un telescopio ci dobbiamo basare su quello che la rete ci offre, prendiamo quindi le immagini della sonda spaziale SOHO delle Nasa come base del nostro conteggio.

Il nostro obiettivo è quello di rimanere il più fedele possibile ai dati rilevati nel 1800 e nei primi anni del 1900, anni nei quali i cicli solari erano più deboli e i minimi più profondi ( quindi cerchiamo di rifarci ai conteggi fatti nei periodi solari più simili a quelli odierni ) per fare questo ci avvaleremo di una singola rilevazione per giorno.

Gli osservatori come ben sapete fanno una singola rilevazione a giorno, e dato che nel 1800 il SIDC aveva contatti solo con i centri europei le varie rilevazioni si rifacevano praticamente tutte alla mattinata, non avendo più quindi la possibilità di cambiare un conteggio se la macchia si formava durante il tardo pomeriggio-sera ( per esempio ).

Noi però abbiamo scelto come orario indicativo quello delle 12.00UTC, orario centrale della giornata.

Ovviamente sappiamo che le immagini SOHO non è detto che aggiornino proprio alle 12.00, per cui si prende quella di orario più vicino.

Nel caso in cui non sia possibile reperire l’immagine SOHO il valore del giorno in questione non sarà considerato per calcolare l’SN mensile, come avveniva una volta in mancanza di dati

Verifica delle Macchie:

Questo passaggio è fondamentale, questa è una breve descrizione del programma scritta da Nitopi:

Il programma applica un filtro mediano bidimensionale all’immagine del sole .
Il filtro e’ tale da appiattire e da far scomparire le macchie con una dimensione inferiore a quanto impostato lavorando sul “rango”.
Successivamente viene applicata una sogliatura in modo da rendere bianche le aree individuate come “spot” e nere le aree individuate come “blank”.

ecco un’immagine dimostrativa:

(Link di riferimento dell’immagine: http://sohowww.nascom.nasa.gov//data/REPROCESSING/Completed/2010/mdiigr/20100208/20100208_1210_mdiigr_1024.jpg )

Il sistema lavora quindi su 2 diversi parametri, la grandezza, ma soprattutto la visibilità di una macchia.

esempio: una macchia con un dimensione tale da superare la soglia che si usava con il Layman’s Count se però non possiede la giusta visibilità non viene visualizzata dal sistema di Nitopi.

Quindi una volta che la macchia viene visualizzata si procede al conteggio vero e proprio

Attenzione: I giorni spotless calcolati con questo sistema non sono quelli realmente “ufficiali”, perchè diversamente dal metodo usato con il Layman’s Count non si considerano le 24h della giornata, quindi tali valori non hanno alcun tipo di valore statistico se non a comporre l’SN mensile.

Conteggio:

Il Conteggio è essenzialmente assegnare un Numero di Wolf con la formula che tutti conoscete.

Se qualcuno ha dei dubbi rimando alla pagina sulle conoscenze di base: http://daltonsminima.wordpress.com/conoscenze-base-sole/

Correzione del Numero di Wolf

Dato che il Numero di wolf da solo non sarebbe confrontabile con quello del SIDC che viene corretto con un fattore di correzione tutt’ora non completamente noto, anche noi abbiamo deciso di utilizzarne uno, il valore di K è 0.6, lo stesso che usa il centro di Locarno, quello principale del SIDC

D’ora in poi i dati saranno inseriti nella nuova pagina già dedicata a questo nuovo ed alternativo conteggio: http://daltonsminima.wordpress.com/nias-sunspot-number/

I dati del mese corrente verranno inseriti direttamente sul sito così da essere di facile lettura, ma come potete intuire dagli archivi già presenti, per ottimizzare lo spazio a mese concluso sarà tutto archiviato su file pdf.

Guida per leggere i File pdf:

SN: indica il numero di wolf così come viene calcolato attraverso la sua formula

SN Corr. : indica il numero di wolf dopo aver subito la correzione con il fattore K per poterlo confrontare con l’RI del SIDC

Ora Rilev. : indica l’orario dell’immagine SOHO su cui si basa il conteggio

Mens. : indica i 2 valori mensili di SN

(per problemi o chiarimenti è consigliabile scrivere direttamente nella pagina che mettiamo a disposizione)

Il Conteggio sarà interamente gestito da me, prometto nel limite delle mie possibilità di essere il più professionale possibile e di essere sempre presente per aggiornare la pagina.

Se dovesse succedere che non sarà più possibile per me continuare sceglierò io stesso il sostituto.

FABIO