Archivio mensile:Luglio 2010

IL CENTRO DI MASSA DEL SISTEMA SOLARE e IL SUO MOTO (Dal ciclo a trifoglio ad un ciclo irregolare: la via per comprendere i minimi solari)

Prima di addentrarsi nella trattazione volevo dare un breve consiglio a tutti lettori di NIA.

Quello di leggersi un precedente lavoro pubblicato dall’ottimo Andrea B dal titolo “Landscheidt Osservazioni sul Momento Angolare del Sistema Solare: Deep Minimum approach? “ per il semplice motivo che molti dei temi trattati in quest’ultimo mio articolo trovano degli importanti

riscontri nei lavori svolti dal Dr.Theodor Landscheidt.

http://daltonsminima.wordpress.com/2009/11/17/landscheidt_oss_sul_momento-_angolare/

Articolo nel quale troviamo importanti studi su l’interferenza dei tre giganti gassosi (Urano,Saturno e Giove) e sull’andamento del centro di massa del sistema solare.

Fatta questa  doverosa premessa partiamo con una importante definizione oggetto del seguente trattato.

Quando parliamo di baricentro del sistema solare (centro di massa)  non dobbiamo pensare ad un luogo posizionato all’interno del Sole fisso e ben preciso  bensì dobbiamo rifarci ad un luogo che cambia posizione in relazione al moto dei pianeti del sistema solare e alle loro masse che si accumulano da una parte o dall’altra.

Come mostrato nell’immagine sopra riportata, la rivoluzione dei pianeti attorno al Sole può portare il centro di massa (baricentro) del sistema solare da una posizione interna al Sole ad un punto fuori da esso. Inutile sottolineare che il moto di Giove, il pianeta più pesante provoca il più grande cambiamento. In particolare troviamo che quando i pianeti sono tutti disposti su un lato del Sole, il baricentro “B” si trova al di fuori. Mentre quando Giove si trova sul lato opposto, il baricentro sarà all’interno del Sole. Si ipotizza inoltre che le conseguenti modifiche della velocità angolare del Sole causino variazioni nella produzione delle macchie solari con conseguenti influenze sul clima terrestre. Inoltre è noto dai tempi di Newton che quando due pianeti si approcciano ad una

congiunzione le loro velocità angolari vengono a modificarsi.

Risulta quindi di fondamentale importanza nello studio delle dinamiche del sistema solare calcolare questi veri e propri allineamenti o “Battiti di frequenza”.

Questi risonanze orbitali che si ripetono ciclicamente nel sistema solare possono essere calcolate facilmente con l’uso della formula di Helmholtz :

BF = (Po*Pi)/(Po-Pi)             dove

Po= periodo orbitale del pianeta esterno più lento

Pi = periodo orbitale del pianeta interno più veloce

Quindi se prendiamo in considerazione, i principali due pianeti registi di questa stupenda danza planetaria (per la loro imponente massa) ossia Giove e Saturno (che rappresentano inoltre ben del 86% del momento angolare del sistema solare), troviamo che il loro BF corrisponde a 19,8593 anni (passaggio da una congiunzione eliocentrica alla successiva) , questa fondamentale nota del sistema solare è stata chiamata da Fairbridge nel 1987 “l’impulso del sistema solare” che per comodità chiameremo”SJL” o ciclo sinodico Giove Saturno. Tuttavia bisogna precisare che questo valore è approssimativo poiché le stesse orbite ellittiche dei pianeti del sistema solare cambiano nel tempo. Sempre lo stesso Fairbridge nel 1980 lavorando al Nasa/Jet propulsion laboratory generò delle effemeridi (otto modelli o Cicli a cuore) che descrivono l’orbita del baricentro del sistema solare intorno al Sole.

Lo stesso Fairbridge definì con il nome di ciclo triade “SILtriad” un ciclo completo dei due pianeti intorno al Sole.

Risulta infatti che SJLtriad=3*SJL=3*19,8593=59,578, il quale corrisponde ai cicli di 60 anni propostici dal prof. Nicola Scafetta, vedi recente articolo pubblicato qui su NIA :

http://daltonsminima.wordpress.com/2010/06/18/l%C2%B4influenza-del-%E2%80%9Csistema-solare%E2%80%9D-e-i-cicli-di-60-anni-uno-studio-del-prof-nicola%C2%A0scafetta/

Durante un SILtriand ciclo il centro di massa del sistema solare esegue una successione di tre cicli a cuore, da qui il nome di orbita o Ciclo a Trifoglio.

E’ stato osservato da Charvàtovà che al compimento di un ciclo a trifoglio si passa poi ad un ciclo IRREGOLARE o CAUTICO  per poi ritornare ad un ciclo a trifoglio regolare. E’ stato inoltre calcolato che la periodicità con la quale il sole entra in un ciclo a trifoglio corrisponde al ritorno nella stessa posizione celeste degli allineamenti Saturno-Giove.

Orbita che si compie all’incirca ogni 178,7337 anni e che Fairbridge e Sanders nel 1987 chiamarono “Progressione simmetrica orbitale” SOP. Questa ciclicità venne tuttavia scoperta per la prima volta da un certo Jose nel 1965, il primo ad associare ai quattro pianeti esterni (Giove,Saturno,Urano e Nettuno) un modello ricorrente del sistema solare di 179 anni.

Bisogna a questo punto osservare come il periodo sinodico di Nettuno e Urano NUL = 171,4 sia come numero molto prossimo alla progressione simmetrica orbitale di 178,7.

Una pura coincidenza o c’è dell’ altro ? Anche l’amico Geoff Sharp ne sui brevi interventi qui su NIA accenna sempre a quest’ultimi due pianeti definendoli come dei veri e propri artefici o modulatori dei grandi minimi solari.

“Are Uranus & Neptune responsible for Solar Grand Minima and Solar Cycle Modulation?”

http://arxiv.org/ftp/arxiv/papers/1005/1005.5303.pdf

Procedendo nella trattazione si scopre;

–         conoscendo che l’afelio/perielio di Giove “Ja/p”  risulta pari ad 9,885526.

–         che le macchie solari “SSC” in media hanno un periodo di 11,1212 anni.

Che l’importante periodicità “SOP=178,7337 anni” è comparabile anche con  i suddetti calcoli :

SOP  = 9*SJL   = 178,7337

         = 16*SSC =177,9392

         = 18*Ja/p  =177,9394  quest’ultimo viene anche chiamato “Ciclo di King-Hele

Lo stesso Fairbridge in “Orbital Commensurability and resonace” riporta ulteriori risonanze o battiti o fondamentali toni. Ad esempio nello studio degli ultimi 10000 anni troviamo un’armonica di 6672,7 =  336*SJL anni che corrisponde al riallineamento dell’axysim (un giro completo di 360°).

Invece per lunghi periodi abbiamo un fondamentale tono di 93418,2 anni.

93418,2 = 8400*SSC = 14*6672,2 = 47*SOP

che corrisponde al ciclo di Milankovitch ossia al ciclo dell’eccentricitá ellittica della terra.

Tornando ai cicli a trifoglio è facile notare dall’immagine sotto riportata come l’orbite irregolari coincidano con i minimi solari più conosciuti dal Wolf al Maunder per arrivare al Dalton.

Charvàtovà nel suo lavoro intitolato “Can origin of the 2400-year cycle of solar activity be caused by solar motion ?” ci parla dei nostri tempi riportando a chiare lettere che ci stiamo avviando verso dei cicli solari lunghi ed irregolari !

Charvàtovaà(1990b) wrote:

“The current cycle 22 is probably the last of the high ones. It should be followed by an epoch of about 40 years, in which the solar motion will be chaotic (disordered) and solar activity, therefore, should be low. The cycles will probably be longer and irregular.”

A detta dello stesso  Charvàtovà  solo dopo il 2085 l’attività solare tornerà regolare con il ripristinarsi di cicli a trifoglio regolari.

Qui sotto trovate rappresentate l’orbite del Sole intorno al centro di massa del sistema solare.

Abbiamo un’orbita ordinata o regolare  (quelle mostrate sopra) mentre invece abbiamo un’orbita disordinata, che si interpone fra due orbite regolari, (quelle mostrate sotto) .

Il Sole entra in un ciclo a trifoglio ordinato con una periodicità media di 178,7 anni .

In conclusione vogliate scusarmi per tutti quegli eventuali piccoli o grossi errori nell’enunciare questa poco conosciuta, ma allo stesso tempo, affascinante teoria planetaria.

Michele

Bibliografia

“Can origin of the 2400-year cycle of solar activity be caused by solar inertial motion?”  Charvàtovà

http://hal-insu.archives-ouvertes.fr/docs/00/31/66/11/PDF/angeo-18-399-2000.pdf

“Prolonged minima and the 179-yr cycle of the solar  inertial motion”  Rhodes W.Fairbridge

http://giurfa.com/james_shirley_minima.pdf

“Orbital Commensurability and resonance”  Rhodes W.Fairbridge

http://books.google.it/books?id=dw2GadaPkYcC&pg=PA564&lpg=PA564&dq=Orbital+commensurability&source=bl&ots=TqLcBN3b1k&sig=r1POvknXyBIFmmS9uRhFpHX88AM&hl=it&ei=JCE_TISDDtD5OdmNrZsH&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CBgQ6AEwAA#v=onepage&q=Orbital%20commensurability&f=false

“The “Solar Jerk”, The King-Hele Cycle, and the Challenge to Climate Science”  Rhodes W.Fairbridge

http://www.mitosyfraudes.org/Calen2/Rhodes.html

“Sun’s motion and sunspots “  Jose, P. D.

http://articles.adsabs.harvard.edu//full/1965AJ…..70..193J/0000193.000.html

Sondaggi nel ghiaccio (1 parte)

Abbiamo spesso sentito parlare che i climatologi utilizzano i carotaggi nel ghiaccio per determinare le variazioni climatiche che si sono susseguite nel corso dei millenni. Per soddisfare la mia curiositá e la mia insaziabile fame di conoscenza, ho voluto indagare su come vengono svolte queste ricerche.
Sono i sondaggi fatti in Antartide e Groenlandia che hanno dato i maggiori risultati sulle ricerche delle ultime glaciazioni.
Nelle nevi compattate e accumulate anno dopo anno per millenni si conservano le tracce della chimica atmosferica e del clima degli ultimi cicli glaciali.
L´estrazione in verticale di cilindri di ghiaccio (ice cores) permette di trovare bolle di aria imprigionate nel ghiaccio e che permettono di conoscere l´atmosfera in un determinato periodo. La datazione del mantello gelato per i primi centinaia di anni non presenta molte difficoltá data la diversa colorazione che assume la neve caduta in inverno e in estate e questa differenziazione di colori permette di visualizzare bene i diversi anni.

Per la datazione dei ghiacci di maggiore profonditá si utilizzano modelli matematici che tengono in conto la diversa proprietá di compressione del ghiaccio accumulato. Anche il fatto che esistono vari sondaggi sia in Antartide che in Groenlandia permette di correggere eventuali errori di datazione. Dato che le variazione di concentrazione di metano nell´atmosfera sono rapide ed omogenee nei due emisferi, si usano i dati di questo gas per aggiustare le serie dei due emisferi.
Una difficoltá importante in queste ricerche é dovuta alla porositá che la neve ha prima di compattarsi e che permette che l´aria penetri nella colonna di ghiaccio fino ad una profonditá di 50 mt. o piú. Per questo l´aria che incontriamo nel ghiaccio non appartiene a quello strato di ghiaccio me é possibile che sia piú giovane anche di alcuni centinaia di anni del ghiaccio che lo incorpora. Ció dipende dalla grossezza delle cappe di ghiaccio piú profonde, se queste sono spesse la differenza di etá é minore perché l´aria incontra piú difficoltá a penetrare in basso. E siccome le precipitazioni di neve sono differenti da un luogo all´altro ecco che le datazioni si complicano.

In Antartico vi é la vecchia stazione “sovietica” Vostok (78ºS-106ºE, altitudine 3.488 metri, temperatura media -55ºC) che nel 1998 nel suo sondaggio arrivó a 3623 metri di profonditá, cioé agli ultimi 4 cicli glaciali o se volete agli ultimi 420.000 anni. Un centinaio di metri piú basso si trova un grande lago subglaciale prodotto dalla fusione dei ghiacci a contatto con la base rocciosa.

Per paura di contaminare quell´acqua il sondaggio si é fermato e ricomincerá tra poco tempo perché é stato individuato un sistema per non contaminare quell´acqua che potrebbe essere vecchia di milioni di anni.
Un altro sondaggio il “DOME C” del progetto europeo EPICA é arrivato a 3000 mt di profonditá ed ha incontrato ghiacci ancora piú antichi di quelli del Vostok, arrivando alla datazione di 740.000 anni fa ovvero 8 cicli glaciali.
E il 23 gennaio 2006 il sondaggio giapponese FUJI DOME é arrivato ai 3.029 metri e ai 760.000 anni.
Dato che sia il Vostok che il Dome C si trovano lontano dalla costa e con temperature molto piú basse vi é poco accumulo di neve (non nevica quando la temperatura é bassissima!) e quindi é difficile separare gli anni, per questo sono piú utili i sondaggi fatti vicino la costa come il LAW DOME. Qui anche se il sondaggio é meno profondo permette bene di vedere i vari strati di neve accumulata.

Questa immagine mostra dove si trovano i principali sondaggi in Antartide.

In Groenlandia il primo sondaggio fu fatto nel 1966 a Camp Century. I sondaggi moderni appartengono al programma americano GISP 1 e 2 (Greenland Ice Sheet Project) e quello europeo GRIP (Greenland Ice-core Project) vicino a Summit (vedi figura) e che hanno raggiunto una profonditá di 3000 metri con neve depositata da 150.000 anni. Peró i dati delle cappe piú profonde sono di bassa qualitá a partire dai 105.000 anni per essersi verificati parziali fusioni che difficoltano la visione dei vari strati e quindi con risultati discordanti.

Recentemente si sono iniziati dei sondaggi a 350 Km a nord di Summit con risultati migliori trovando ghiacci vecchi di 123.000 anni.

Questa é la stazione americana di Summit 1.

Oltre ai sondaggi in Antartide e groenlandia ci sono dei sondaggi fatti nelle Ande (Huascarán, Quelccaya, Sajama), nel Tibet (Guliya, Dasuopu, Dunde), in Africa (Kilimanjaro), dove si sono realizzati sondaggi che sono arrivati a profonditá in grado di ottenere dati climatologici delle ere passate. La loro maggiore utilitá risiede poi nel fatto che alcuni si localizzano a latitudini tropicali.

Nel prossimo articolo vedremo come sono fatti gli studi sui cambiamenti climatici avuti nelle varie ere e che utilizzando gli isotopi di ossigeno, idrogeno e azoto.

SAND-RIO

Nowcasting domenicale: il flusso solare è in aumento!

Il mese di luglio sta volgendo al termine, e proprio nel mese dell’allineamento, il sole ha dato un’accelerata!

Ci sono state 2 regioni attive molto importanti, la prima (AR 1087) nel nord emisfero che come area magnetica non aveva niente a che invidiare ad alcune super regioni del ciclo 23, l’altra (AR 1089) che è già al suo terzo giro di stella, e che quando apparve per la prima volta aveva una chiara polarità da ciclo dispari:

http://daltonsminima.wordpress.com/the-laymannias-count/

Entrambe le AR, sono segnali inequivocabili che il sole è vivo e forse molto più vicino al suo massimo di quanto gli attuali forecast Noaa e Nasa prevedono (3 giri di stella infatti non sono assolutamente comuni ad un ciclo che si trova solo ad un anno e mezzo dal minimo, ma bensì ad un ciclo in una fase molto più avanzata del suo percorso).

Poi ci sono state altre macchiette che solo definire tali, fa sorridere assai, ma tant’è, Catania e Company infatti contano ogni minimo pulviscolo che appare nel sole ed il Sidc ovviamente non può far altro che adeguarsi, sbagliando così 2 volte! (il Noaa manco lo cito più…)

Cionostante, l’RI mensile del Sidc è molto difficile che superi il valore di febbraio di 18.6, e forse alla fine anche quello di marzo di 15.4.

Mentre la presenza delle AR sopracitate, hanno portato ad un aumento della media del solar flux che nella giornata di ieri registrava 81.29, a differenza di febbraio e marzo che chiusero rispettivamente a 82.70 e 82.18.

Un’ultima curiosità da segnalare riguarda la nuova regione che ha voltato ieri il lato visibile del sole nel sud emisfero, che sembra momentaneamente avere polarità da ciclo dispari, anche se ancora non sono presenti macchie:

Stay tuned, Simon

La Rubrica di NIA: Il Freddo Luglio 2000

In questa “puntata” parleremo dell’ultimo luglio freddo che l’Italia abbia assaporato, e come tradizione vuole, l’addio deve essere speciale, la seconda decade del mese è infatti una delle più fredde di sempre per gran parte della penisola e rappresenta un limite anche come irruzione in se.

Anche se, infatti, dalle mappe di reanalisi non risulta, la 552dam che tanto era stata decantata nella scorsa irruzione di Giugno ha fatto capolino nel radiosondaggio di Milano a metà del Luglio 2000.

È probabilmente la più tardiva dal dopoguerra.

Guardiamo un po’ di carte della situazione di quel Luglio.

Il mese inizia con una bella rimonta cammellifera sull’Italia, la +25 è in Sardegna e la +20 prende gran parte del paese

Le termiche in quota il 4 e il 5 sono così:

Quasi tutta la 1° decade subisce gli effetti di questa onda di calore, ma il 9 la situazione cambia, le correnti diventano settentrionali e in Italia arriva il fresco

La depressione che si trova sopra l’Inghilterra il 10 del mese “scava” lungo l’anticiclone e irrompe nel mediterraneo il giorno 11

L’irruzione continua scivolando spinta dall’anticiclone verso i Balcani, il giorno 15 però viene rinvigorita da una nuova azione depressionaria che scende spinta dall’azzorre

Nei giorni successivi ovviamente l’irruzione perde potenza e viene ripescata a nord dal VP

Il sistema della circolazione depressionaria euopea intanto è andato, le depressioni sono molto basse e il nord si ritrova per tutto il resto del mese sotto correnti fresche oceaniche, per forza di cosa il Sud a fine mese si ritrova sotto una piccola ondata di calore, ma il mese è ormai sotto-media.

Queste le anomalie su base 1968-96, prese dalle reanalisi NOAA

1° Decade:

2° Decade:

3° Decade:

Passiamo ora a mostrare qualche dato, partiamo dalla sempre onnipresente Bologna

Dopo aver toccato i +36.3°C il giorno 7, Bologna infila una serie di ben 13 massime sotto i +30, dal 9 al 21 Luglio

La 2° decade si chiude con una media delle massime addirittura di +26.2°C, con una massima di +24.6°C il 16 Luglio, le minime poi fanno altrettanto, arrivando a toccare i +13.4°C il giorno 13, con una media della decade di +15.6°C

Per Bologna queste sono le medie della 2° decade di Giugno, una situazione quindi di un mese prima.

In Emilia e in Romagna il mese chiude sotto-media circa di 1-1.5°C e le minime in alcune zone arrivano a scendere sotto i +10°C anche in pianura, inoltre lungo la costa le temperature massime sono all’incirca intorno ai +24/+25 per tutta la decade, questi i dati della stazione AM di Cervia

Dopo essere arrivata addirittura a +37.0°C il giorno 4, dal 9 al 22 Luglio le massime sono sempre sotto i +30°C, la media minime della 2° decade si ferma a +13.7°C e la media massime a +25.0°C

Facciamo una carrellata di dati dalle stazioni AM e non, prendendo in considerazione solo la 2° decade (media Min e Media Max):

Non possiamo guardare ai dati di Linate in quanto sovrastimati, partiamo quindi da Malpensa:

la minima il giorno 16 tocca i +9.0°C e la media minime della 2° decade chiude a +11.8 e le massime a +25.3°C

Brescia, Min: +13.4 Max: +26.5

Bergamo, Min: +13.5 Max: +25.1

Torino, Min: +11.9 Max: +22.6

Venezia, Min: +13.5 Max: +24.7

Verona, Min: +12.6 Max: +25.3

Treviso, Min: +13.7 Max: +25.2

Piacenza, Min: +11.5 Max: +23.0

Rimini, Min: +14.3 Max: +24.7

Bolzano, Min: +10.8 Max: +23.5

Firenze, Min: +14.8 Max: +26.2

Pisa, Min: +12.9 Max: +25.1

Pesaro, Min: +16.2 Max: +26.1

Urbino, Min: +14.6 Max: +23.9

Roma, Min: +15.4 Max: +24.8

Latina, Min: +15.7 Max: +26.6

Rieti, Min: +15.3 Max: +24.0

Perugia, Min: +13.3 Max: +25.0

Pescara, Min: +14.6 Max: +25.7

Non vado più a sud, in quanto le medie tendendo a salire e le anomalie tendendo a diminuire non sarebbe più interessante mostrare questi dati, mi scuso quindi per ci si trovi al sud, sarei lieto se qualcuno postatsse qualche dato suo o da altre fonti.

Concludiamo l’articolo su quello da cui eravamo partiti, ecco il radiosondaggio:

Data e ora     ZT       850hPa       700hPa       500hPa
 (UTC)        H(m)   H(m)  T(°C)  H(m)  T(°C)  H(m)  T(°C)
11/07/00 h18   2448   1339   8.4   2911  -1.7   5500 -20.1

FABIO

La geotermia in California il problema acqua.

Una delle forme più interessanti di energia verde rinnovabile è quella geotermica che sfrutta il calore naturale all’interno della Terra per fornire calore ed elettricità. Purtroppo, l´energia geotermica è praticabile solo in aree limitate in tutto il mondo, a causa dello spessore della crosta terrestre e del tipo strati. Uno di questi luoghi fortunati è il sud-ovest americano, la parte orientale della California e gli stati del Nevada, Arizona, New Mexico e Colorado. Giá sedici impianti geotermici sono presenti in California nella Imperial Valley e sono tra i primi segni di quello che la California spera diventere con un boom delle energie rinnovabili. Ma senza acqua questi impianti non possono generare energia e la loro acqua viene da lontano dal fiume Colorado.

Risorse geotermali nelle valli di Napa e Sonoma in california

Ci sono 24 paesi in tutto il mondo che producono 10.000 MW cioé abbastanza energia elettrica affidabile per soddisfare le esigenze di 60 milioni di persone. La Repubblica delle Filippine genera il 23% della sua elettricità da energia geotermica ed è il secondo produttore mondiale dopo gli USA. L’energia geotermica può preservare l’ambiente nei paesi in via di sviluppo e possono fornire energia stabile per le case, l’industria e per l’indipendenza energetica nazionale. La geotermia ha aiutato i paesi in via di sviluppo come l’Indonesia, Messico, Guatemala, Costa Rica e Filippine.

In altri paesi, le prospettive di sfruttamento dell’energia geotermica sono molteplici. L’Australia ha scoperto nei territori interni un enorme deposito di rocce calde che potrebbero fornire energia verde in futuro. In Africa, alcuni esperti pensano che la Rift Valley, che si estende dalla parte nord del Mar Rosso fino al Mozambico, è ideale per la produzione di energia geotermica. L’United Nations Environment Programme, con sede a Nairobi, pensa che il potenziale geotermico della Rift Valley è 14.000 MW, ma fino ad oggi solo 200 MW in realtà viene catturata. Gli appassionati di potenza geotermica dicono che potrebbe fornire il 10-25% di energia della regione entro il 2030.

Gli Stati Uniti continuano a produrre energia elettrica geotermica più di ogni altro paese, circa il 30% del totale mondiale. La disponibilità di energia geotermica negli Stati Uniti è essenzialmente limitata al sud-ovest e Rocky Mountain e poche altre parti del paese, come si può vedere dalla mappa qui sotto.

Nella figura la temperatura delle rocce a 6 Km. di profonditá.

Nel 2007, la energia geotermica è stata la terza maggiore fonte di energia rinnovabile negli Stati Uniti. Oggi gli Stati Uniti hanno circa 3.000 MW di energia geotermica collegato alla rete. L’energia geotermica prodotta é di 14.885 gigawattora di elettricità nel 2007, che rappresentavano il 4% del consumo di energia elettrica rinnovabile di energia negli Stati Uniti.

In California, lo stato con la più grande quantità di energia geotermica on-line, l´energia elettrica da risorse geotermiche rappresentava il 5% della produzione di elettricità dello Stato nel 2003.

I ricercatori del US Department of Energy’s stimano che sfruttando una linea di faglia al di sotto della Imperial Valley iavrebbe fornito circa 2.300 MW di potenza, l’equivalente di un grande impianto di energia nucleare. Per una serie di ragioni, gli impiantinon possono utilizzare l’acqua dal mare ma devono sfruttare la stessa fonte di acqua che rende la Imperial Valley una delle zone agricole più produttive nel mondo.
Gli impianti geotermici della Imperial velley utilizzano pozzi profondi per arrivare a migliaia di metri sotto terra fino alle rocce surriscaldate. Alcuni degli impianti usano un processo chiamato lampeggiante, in cui la calda salamoia che è già presente nella roccia viene estratta a pressione. Una volta portato in superficie, la variazione di pressione fa sì che la salamoia calda diventa vapore che fa girare poi le turbine per generare elettricità.

Un impianto geotermico lampeggiante

Gli impianti lampeggianti hanno relativamente poco bisogno di acqua per il raffreddamento, ma funzionano solo se li impianto si trova direttamente sopra la parte più calda del campo geotermico, che in questo caso è proprio sulle rive del Mar Salton.Per sfruttare appieno il potenziale geotermico della regione deve essere utilizzato un diverso tipo di impianto chiamato un impianto a ciclo binario.
In un impianto a ciclo binario, il calore dell´acqua geotermica è utilizzata per la vaporizzazione di un “fluido di lavoro.” Il vapore poi alimenta un generatore a turbina. Siccome gli impianti a ciclo binario sono in grado di produrre energia a temperature più basse, possono essere costruiti quasi ovunque nella valle.

Per un funzionamento efficiente si richiede che l´acqua venga iniettata in profonditá (2-5 km) fino alle rocce calde con temperature tipicamente di circa 200 ° C. Al fine di consentire il flusso di acqua in piccole fratture sono costruiti degli scambiatori di calore sotterranei. Quando l’acqua passa attraverso lo scambiatore di calore, viene rapidamente riscaldata ad alta temperatura per contatto con la roccia calda. L’acqua surriscaldata viene quindi mandata verso la superficie dove l’energia termica viene convertita in energia elettrica.

Per oltre 100 anni la California  dipendeva dall´acqua esistente dall’altra parte delle Montagne Rocciose. Per il funzionamento, i nuovi stabilimenti geotermici richiedono della stessa acqua che irriga le colture nella Imperial valley e che fornisce anche l’acqua agli abitanti assetati di Los Angeles: il fiume Colorado.
Il problema ora é che la stessa acqua deve far fronte ad una enorme domanda con poca offerta.

Nel sud-ovest americano, il problema energetico è l’acqua e le richieste per la fornitura di acqua raggiungerà un punto critico nel 2021. Sembra cosí che la rivoluzione energetica verde stia per morire di sete prima ancora di crescere.
Il Colorado è anche una grande fonte di energia idroelettrica che alimenta la Southwest, con gran parte della sua energia. Al di là dell’energia che proviene direttamente sotto forma di energia idroelettrica, le acque del fiume sono inoltre essenziali per il funzionamento di centrali termoelettriche, che si basano su di esso per il raffreddamento.
Quando l´Hoover Dam è stato terminato nel 1936, è stata la più grande diga del mondo e una meraviglia moderna. Un´altra diga è nel National Historic Landmark ed è stata considerata come una delle sette meraviglie della ingegneria moderna e non si limita a fornire acqua per i generatori di Hoover Dam, il suo serbatoio fornisce il 90% dell’acqua di Las Vegas.

Dal 1999, il lago Mead è sceso dell’1% circa all’anno. Oggi la linea d’acqua che si ritira ha esposto un’ampia striscia bianca di calcite che è stato ribattezzato “anello vasca” dalla gente del posto. Esso serve ad evidenziare la difficile situazione di contrazione del lago di contrazione. Entro il 2012, la superficie del lago potrebbe scendere al di sotto della condotta esistente che fornisce acqua a Las Vegas.

Le 17 turbine di Hooper Dam hanno una capacità di generazione combinata di 2080 MW, quando il serbatoio è pieno al suo livello normale. A febbraio, il declino del lago ha ridotto la capacità della diga di un quinto. Quando il livello del lago diminuisce. la pressione dell’acqua, che guida le turbine del generatore, scende anche e ad un certo punto che si formano delle bolle di aria tra le pale delle turbine che fanno tremare le eliche e fanno tremare l´intero edificio.
Le vibrazioni possono danneggiare le turbine per cui gli ingegneri devono fermare i generatori. Gli stati interessati dalla diga stanno investendo milioni di dollari in nuove turbine per ridurre la minaccia di formazioni di bolle di aria e farle funzionare con altezze inferiori del livello del lago.

Sul lato Arizona del lago, una stazione di pompaggio tira l’acqua da un brand sotto la superficie del lago per raffreddare il Navajo Generating Station, un impianto da 2,25 gigawatt a carbone situato nella riserva Navajo Nation. E ‘stato costruito per fornire elettricità per le città da Tucson a Los Angeles. L’impianto Navajo dipende dall’acqua del fiume Colorado per raffreddare il vapore dalle sue turbine, per l’acqua di condensazione nelle caldaie e per il riutilizzo dello stabilimento.

I Navajo Generating Station.

Il Sud-ovest americano ha vissuto anni di siccità nel passato, la siccità che ha ucciso la cultura Anasazi. L’insorgenza di tali periodi di siccità non ha nulla a che fare con il riscaldamento globale, ma una nuova siccità prolungata potrebbe sicuramente provocare gravi interruzioni nello sviluppo delle energie rinnovabili. La generazione di energia idroelettrica sarebbe ovviamente colpita, ma sarebbe colpita anche la nuova energia geotermica verde e pure gli mpianti solari a concentrazione.
La Nazione Navajo si è unita ad altri leader nativi americani assalendo gli ambientalisti che hanno cercato di bloccare o spegnere le centrali a carbone che offrono posti di lavoro vitali e delle entrate per le tribù del nord Arizona. Il risultato è un conflitto che contrappone ambientalismo contro i diritti dei nativi.

Coltivazioni nella Imperial Valley e gli impianti geotermici che competono per l´acqua

I nativi americani e il presidente della Navajo Nation, Joe Shirley Jr., hanno espresso un forte sostegno per una risoluzione della tribù Hopi che dichiarano i gruppi ambientalisti sgraditi sui loro territori. Ed hanno dichiarato che gli attivisti ambientalisti e le loro organizzazioni sono tra le più grandi minacce alla sovranità tribale, alla auto-determinazione tribale e alla loro ricerca per l’indipendenza.

C’è una tempestiva soluzione a tutti questi problemi:  la Hyperion Power Generation ha sviluppato un reattore nucleare in miniatura in grado di alimentare 25.000 abitazioni.
http://en.wikipedia.org/wiki/Hyperion_Power_Generation

http://www.hyperionpowergeneration.com/

(Vorrei segnalare all´amico Elmar questi siti per sapere cosa ne pensa lui che di questi argomenti é certamente piú dotto di me e se questa tecnologia merita un articolo da parte sua )

Non ha bisogno di acqua e non produce emissioni.  Purtroppo, burocrati miopi del DOE statunitense e l’amministrazione Obama hanno preferito concentrarsi sul “carbone pulito” ,  tecnologia che richiede più acqua dolce e piú fonti di energia di quanto riesca a produrne.

SAND-RIO