Archivio mensile:Agosto 2010

Perché si segnala falsamente un riscaldamento quando il mondo ha iniziato un periodo di raffreddamento?

Infine finalmente una persona del meteo ha menzionato la parola “blocco” quando si parla del caldo e degli incendi a Mosca.  E ‘un evento naturale come i cambiamenti globali dalla tendenza al riscaldamento degli anni 1990 a un trend di raffreddamento a partire dal 2000. La distorsione della realtà delle temperature a livello mondiale continua dando credito al riscaldamento, mentre il Nord America occidentale, la maggior parte dell’Eurasia e vaste aree dell’emisfero meridionale sono sotto le temperature normali. E ‘stata la più fredda estate  a nord del 80 ° parallelo di latitudine Nord  e la velocità di fusione del ghiaccio marino continua a diminuire.

Recentemente il governo peruviano ha dichiarato lo stato di emergenza perché  centinaia di persone sono morte per le temperature più fredde registratasi  in 50 anni. Cinquanta anni fa ci fu un trend di raffreddamento e le  temperature globali erano diminuite dal 1940 al 1980.  Durante questo  periodo di raffreddamento, la CO2 da attività umana é aumentata per  la maggior parte del tempo. Hanno cercato di risolvere il problema inserendo nei loro modellini delle variabili  fino a quando i risultati sono stati pari a quello che volevano che fosse  accaduto.  Questo non ha nulla a che fare con la realtà, ma permette loro di rivendicare che i loro modelli di lavoro riescono forse a ricreare le condizioni del passato. Cosí dovendo cercare sempre una causa umana per qualunque cambiamento climatico,  per spiegare il raffreddamento tra il  1940-1980 hanno aggiunto, nei loro modelli, i solfati.  Il problema è che con  le aggiunte costanti  di solfato la temperatura globale ha cominciato a salire anziché a scendere. I solfati sono dei raffreddanti nella atmosfera e i solfati si stanno continuando ad immettere in atmosfera ma anziché continuare a diminuire la temperatura come previsto dai loro modellini questa ha cominciato a salire. La mancata inclusione di meccanismi naturali è complicato dalla mancanza di conoscenza o comprensione del tempo e del clima dei meccanismi mediamente più coinvolti nella politica della scienza del clima. I piloti in volo con i bombardieri durante la seconda guerra mondiale sopra le isole del Pacifico, furono sorpresi di trovare forti venti ad alte quote.  Avevano scoperto la corrente a getto, un fiume enorme di vento che fa parte della circolazione noto come il vortice circumpolare. La figura sotto mostra la corrente a getto in tre dimensioni per cui é visibile  il suo rapporto con il fronte polare che separa l’aria calda e fredda. Una delle caratteristiche principali della circolazione atmosferica  fredda è il modello di vento forte in entrambi gli emisferi noto come il vortice circumpolare.  È  creato dalla differenza di temperatura in tutto il fronte polare che separa aria fredda polare e calda aria tropicale.

La figura in basso è un’altra rappresentazione del vortice che mostrano i diversi modelli di onde di pressione su una mappa. Nel 1946, Carl Gustav Rossby ha  individuate le onde più importanti nel vortice ora chiamato Rossby Wave. Esse interagiscono con le principali catene montuose come le Montagne Rocciose e le Ande.

La causa più probabile della sequenza Wave è la sinuosità o il tipo di onda sinusoidale che si sviluppa quando c’è un flusso attraverso un mezzo uniforme. Per esempio, essi si verificano nella Corrente del Golfo  mentre attraversa l’Atlantico nella parte nord. In questo caso la corrente marina é come un  fiume ed é più veloce dell` aria del Vortice che scorre sopra nell’atmosfera. Ci sono due modelli: uno Zonale con qualche onda a bassa ampiezza e l´altro Meridionale con onde di ampiezza elevata. Il numero delle  onde  varia di piú nella parte del flusso Meridionale dove l’ampiezza determina l´estensione a  nord a sud dell’onda. Questo è il modello che crea il meteo.

Il numero e la struttura delle onde è importante per determinare il tipo di condizioni meteorologiche nelle medie latitudini (35 ° a 65 °). L’aria fredda è più densa dell’aria calda, il che significa che determina ciò che accade a queste latitudini. L’aria fredda avanza spingendo l’aria calda fuori  e l´aria calda si muove con i ritiri di aria fredda. Il flusso zonale prevede meno variabilitá del tempo, ci sono meno venti di nord e sud, e in genere sono più prevedibili i venti dominanti e quindi le previsioni meteo.  Il  flusso Meridionale ha molto  più variabilitá del tempo, i venti da nord e da sud sono generalmente meno prevedibili e tutto il sistema meteo é di piú difficile previsione.  Sembra che il modello cambia quando il mondo si sta raffreddando. Sappiamo che le  Rossby Waves si spostano  da ovest verso est in genere ad una velocità relativamente costante. Come mostrano i risultati  in una qualsiasi stazione a queste latitudini, in genere  il cambiamento del clima  é associato con l´avere aria tiepida o fredda per circa ogni 4-6 settimane. Sappiamo che quando le onde hanno una  grande ampiezza di blocco si verifica che le condizioni meteorologiche anziché della durata di 4-6 settimane possono avere una durata doppia per 8-12 settimane. La gente diventa molto “nervosa” quando le condizioni  come la siccità, pioggia, caldo o freddo  persistono per molto tempo.  Questo è stato il modello per tutto il 2010.  Questi sistemi di blocco  sono chiamati Omega Blocks perché sembra che formino il disegno Ω della lettera greca omega sulla mappa meteo.

Vedere  il modello delle regioni calde e fredde nella Figura, che era la situazione in tutta l’Eurasia dal 20-27 luglio, con la figura della mappa in basso a destra nella seconda figura (1978). Si vede che c´é  un modello estremo Meridionale, ma la maggior parte della superficie appare  “fresca”. Il modello di blocco ha provocato che aria più calda e persistentea sia rimasta per piú tempo  nel Nord America orientale, in Europa occidentale e poi ultimamente in Europa centrale e  Russia. Questo modello di blocco è fondamentale per l’affermazione costante che DOBBIAMO avere un  caldo record nel 2010. La figura sotto mostra la distribuzione delle stazioni meteorologiche utilizzate per stabilire la media della temperatura globale. La concentrazione di stazioni nelle medie latitudini dell’emisfero settentrionale è del 69% del totale. Le stazioni che vengono scelte sottolineano la distorsione. Per esempio, utilizzare una stazione meteo in una  isola di calore urbana in una cittá del NEPAL compromette tutta la misurazione delle temperature in quel paese. Sovrapporre un modello Meridionale di onde di Rossby in modo che le zone calde comprendano le aree  dell´America nord orientale e dell’ Europa occidentale fa evidenziare  la distorsione della temperatura media globale.

Siccome l’aria fredda spinge verso l’equatore quando viene a contatto con l’aria caldo umida tropicale questo attiva il maltempo e anche temporali, trombe d’aria e pioggia molto pesante. Il modello comincia  a cambiare se si cambia  il modello Wave. Noi continueremo a sentir parlare di estremi climatici  come prova del riscaldamento.  In realtà esistono anche le prove di raffreddamento globale  e tutti li abbiamo cominciato a vedere da qualche anno,   ma noi sosteniamo che il tutto ha una  causalità naturale e non andiamo dietro alla causa umana.  Quando si affronteranno i fatti e non le fantasie di certi pseudoscienziati climatologi?

L´ossessione per trovare cause umane nei cambiamenti climatici,  significa ignorare ciò che sappiamo circa i meccanismi naturali e l´influenza del Sole sul clima terrestre.

SAND-RIO

Risposta del SIDC alla lettera pubblicata ieri, 23 agosto

Primo, grazie per il vostro profondo interesse riguardo il “sunspot index” (sunspot number, SN)).
Permettetemi di fornirvi risposte sintetiche alle vostre domande.
Trovate informazioni aggiuntive nell’articolo allegato che ho pubblicato molto di recente.

Proprio per questo, le scriviamo per esprimere tutta la nostra sorpresa ed i nostri dubbi riguardo i criteri di calcolo dei SN e riguardo i valori che leggiamo ogni giorno, confrontati con quanto possiamo vedere dal Continuum SOHO: ad esempio, il SN=4 attribuito, il 20 agosto, ad un Sole che sinceramente ci è apparso senza macchie, oppure il SN=33 del giorno 16 agosto, con un Sole che presentava poche micromacchie.

Prego notate che lo strumento MDI ha una risoluzione spaziale relativamente limitata (1Kx1K CCD), e perde molte piccole macchie che sono facilmente rilevate tramite l’osservazione visuale con un piccolo telescopio amatoriale. Così, sebbene operi nello spazio, MDI non è un buon riferimento per il conteggio delle macchie.

Qui a Bruxelles, per le nostre attività quotidiane, utilizziamo principalmente le immagini rilevate da terra delle nostre stazioni (USET, Uccle) o di Kanzelhöhe o Catania, invece delle immagini SoHO e MDI images. Ricordate anche che le osservazioni visuali catturano le macchie in un modo differente rispetto alle immagini CCD (Charge Coupled Device – rivelatore di luce elettronico).
Fino a poco tempo fa, le osservazioni visuali era migliori delle immagini CCD.
Solo con i CCD recenti, con risoluzione maggiore di 4 Mpixel e tecniche in tempo reale di selezione delle immagini, è diventato possibile uguagliare e talvolta superare le osservazioni visuali.

Nello spazio, le immagini dalle nuove missioni SDO e PICARD, lanciate molto di recente, saranno tra le migliori disponibili negli anni a venire.
“Crediamo sarebbe molto utile, per noi e per tutti gli appassionati della materia, se lei potesse fornirci qualche informazione riguardo

1) i criteri di calcolo del sunspot number, in particolare il fattore di correzione (K) utilizzato;”

Sebbene io non comprenda che cosa intendete per criteri, consentitemi di spiegare schematicamente l’intero processo: l’indice Ri è basato su statistiche globali su una rete di circa 80 stazioni, distribuite in tutto il mondo.
L’indice è generalmente la media semplice di tutti i numeri di Wolf giornalieri, provenienti da tutte le stazioni.

La dispersione di tali valori è tracciata (deviazione standard) e gli “outlier” (valori molto lontani dalla media) isolati (errori, cattive condizioni di osservazione) sono rilevati e scartati efficientemente, poichè possiamo contare su una base tipicamente di 40 valori indipendenti ogni giorno.

Ciascuna stazione viene tracciata nel tempo individualmente, e il rapporto medio tra la stazione e l’intera rete di stazioni viene computato ogni mese, fornendo il coefficiente K di scala della stazione. Questo coefficiente tiene conto dei differenti strumenti e condizioni di osservazione degli osservatori, così come effetti stagionali (valori di K mensili). Qualunque deviazione di una stazione può essere prontamente identificato, così la deviazione non influenza molte o tutte le stazioni della rete.

Una ulteriore protezione contro deviazioni secolari è quella di utilizzare una stazione pilota, attualmente Locarno (stazione base della rete originale di Zurigo).

L’Ri di rete è paragonato con il valore di Locarno, che beneficia di una costanza di lungo termine (stesso strumento, stesso sito ed anche stesso osservatore negli ultimi 50 anni). Anche in questo caso, ogni deviazione che influenzi la rete o la stazione di Locarno non sarà la stessa per entrambe e condurrà ad una discrepanza. Ciò comunque non è stato mai rilevato.
Infine, notate che il valore Ri risultante è moltiplicato di un fattore costante 0,6. Questo valore fu applicato a Zurigo per i valori recenti di Ri, per ricondurli alla medesima scala rispetto ai valori precedenti, da parte di Rudolph Wolf. Si tratta di una convenzione che ha evitato il completo ricalcolo dei valori precedenti (un’attività lunga e noiosa a ritroso nel 19° secolo).

Così. Quando osservate una singola macchia (Wolf=11), non siate sorpresi di vedere che Ri sia invece pari a 7.
2) i nomi degli osservatori i cui dati sono utilizzati per calcolare i sunspot number, oltre a Catania e Locarno;

In questo momento non ho con me la lista degli osservatori, ma ricordate che all’incirca sono 80 (1/3 professionali e 2/3 amatoriali) sparsi nel mondo.

Dunque, ogni stazione individuale non può costituire in se’ una grande differenza e deviare Ri in caso di errore. In più, le stazioni di osservazione devono qualificarsi prima di essere inserite nella computazione di Ri. Per prima cosa, richiediamo che ci forniscano valori per più del 30% dei giorni e sistematicamente ogni mese (non sono accettati osservatori occasionali non addestrati). Valutiamo anche la stabilità della stazione rispetto all’intera rete per un anno intero prima che la stazione sia incorporata nel calcolo del Ri.
3) i criteri di calcolo del sunspot number in presenza di “pore”, ovvero se siano o meno gli stessi utilizzati per le macchie solari;
Le definizioni di “pore” variano persino tra i diversi studiosi. Per il conteggio di Ri, dobbiamo essere coerenti con le osservazioni fatte nel lontano passato e così, il criterio “pore-sunspot” è considerato puramente empirico e dipendente dalla acutezza e percezione di ciascun osservatore

Questo confine variabile, legato primariamente alla risoluzione dell’immagine, è così tradotto nel coefficiente K di ciascuna stazione (scala) e nella dispersione giornaliera tra tutte le stazioni (rumore).

Notate che molti altri fattori giocano un ruolo in questa dispersione. Per esempio, piccole macchie o pore hanno sempre una breve durata, pari a poche ore. Non appena ciascuna stazione effettua le proprie osservazioni in un momento differente nell’intervallo di 24 ore (Ri è così una media temporale sulle 24 ore), alcune stazioni vedranno una macchia mentre altre non la vedranno e così sono entrambe corrette!

4) infine, in che modo sia possibile paragonare i sunspot number calcolati dal SIDC di recente (durante l’ultimo minimo e durante l’attuale ciclo 24) con i SN calcolati 50, 100, 200 anni fa e se il SIDC intenda procedere con tali paragoni nel prossimo futuro: è infatti ben noto il problema della continuità del calcolo dei SN moderni rispetto a quello del passato, dovuto alla maggiore risoluzione degli strumenti utilizzati per l’osservazione delle macchie solari.

Veramente, quando si considerano osservazioni prima del 19° secolo, la scala è meno accurata (strumenti meno avanzati ma anche osservazioni più rade da parte di meno osservatori), D’altra parte, negli ultimi 125 anni, l’indice delle macchie è abbastanza ben validato (varie altre serie di osservazioni solari consentono di controllare ogni deviazione, molti osservatori simultanei)

La ricerca continua in quel campo e i dati storici sono ripristinati ed aiutano a migliorare le ricostruzioni passate (forse qui si riferisce alla ricostruzione del sunspot number prima del 1849)
Un buon esempio è il sunspot number di gruppo (Group sunspot number) stabilito da Hoyt e Schatten, che consentiva di verificare una buona stabilità, pari al 5% di Ri sugli ultimi 125 anni,
che cresce fino al massimo al 25% andando ancora più indietro nel tempo.
Ciò accade in quanto, per i secoli passati, accanto al Ri, molti studiosi utilizzano ora il numero di Gruppo, più rozzo ma più stabile, integrato dal (più indiretto) indice aa, indice di attività geomagnetica.

Noi crediamo che una risposta ufficiale da parte sua possa incrementare ulteriormente il prestigio del SIDC. Per questo, la ringraziamo in anticipo per la risposta che vorrà fornire a noi ed a tutti gli altri appassionati di questa bella scienza.

Bene! Questa è la nostra risposta
Il documento allegato, che risulta da un invito ad un incontro internazionale, fornisce già una discreta e completa visione dell’eredità e dei metodi riguardanti l’Ri, ma lo spazio nella pagina era limitato. Così, molte di queste informazioni troveranno posto nelle nostre pagine web in futuro.

(NB: potete utilizzare il materiale dell’articolo, ma non dimenticato di includere una citazione delle fonte)
Restate sintonizzati! E congratulazioni per il vostro forte interesse nelle osservazioni solari
Frédéric Clette

SIDC – Brussels

Lettera al Direttore del SIDC – Letter to SIDC Director

Conosciamo il SIDC come un’istituzione ben nota e prestigiosa a livello mondiale, per la determinazione ufficiale dei sunspot number (SN), giornalieri e mensili.

Proprio per questo, le scriviamo per esprimere tutta la nostra sorpresa ed i nostri dubbi riguardo i criteri di calcolo dei SN e riguardo i valori che leggiamo ogni giorno, confrontati con quanto possiamo vedere dal Continuum SOHO: ad esempio, il SN=4 attribuito, il 20 agosto, ad un Sole che sinceramente ci è apparso senza macchie, oppure il SN=33 del giorno 16 agosto, con un Sole che presentava poche micromacchie.

Crediamo sarebbe molto utile, per noi e per tutti gli appassionati della materia, se lei potesse fornirci qualche informazione riguardo

1) i criteri di calcolo del sunspot number, in particolare il fattore di correzione (K) utilizzato;

2) i nomi degli osservatori i cui dati sono utilizzati per calcolare i sunspot number, oltre a Catania e Locarno;

3) i criteri di calcolo del sunspot number in presenza di “pore”, ovvero se siano o meno gli stessi utilizzati per le macchie solari;

4) infine, in che modo sia possibile paragonare i sunspot number calcolati dal SIDC di recente (durante l’ultimo minimo e durante l’attuale ciclo 24) con i SN calcolati 50, 100, 200 anni fa e se il SIDC intenda procedere con tali paragoni nel prossimo futuro: è infatti ben noto il problema della continuità del calcolo dei SN moderni rispetto a quello del passato, dovuto alla maggiore risoluzione degli strumenti utilizzati per l’osservazione delle macchie solari.

Noi crediamo che una risposta ufficiale da parte sua possa incrementare ulteriormente il prestigio del SIDC. Per questo, la ringraziamo in anticipo per la risposta che vorrà fornire a noi ed a tutti gli altri appassionati di questa bella scienza.

Cordiali saluti

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SIDC is a worldwide well known and prestigious organisation, for official daily and monthly sunspot number (SN) calculation.

For this reason we wish to express our surprise and doubts about SN calculation criteria and about SN values we can read every day, compared with SOHO Continuum observation: e.g. on 20th August SN=4 but the Sun seemed to be absolutely spotless; or 16th August, SN=33 but the visible solar surface had just few microsunspots.

We believe it would be very useful, for us and for many other amateurs, if you could give some information about

1) SN calculation criteria, including the correction factor (K) used;

2) the names of the observatories whose data are used to calculate SNs, together with those coming from Catania and Locarno;

3) SN calculation criteria when “pores” are visible, i.e. if they are the same as those used for sunspots;

4) last but not least, how to compare SIDC recent SNs (during the last minimum and during the current cycle 24) with SNs calculated 50, 100, 200 years ago and, furthermore, if the SIDC is going to proceed with such a comparison in the future: in fact, it is well known the problem of continuity of modern SNs calculations compared to past ones, due to higher resolution of the instruments used for sunspot observation.

We believe that an official answer from you could increase SIDC high reputation. For this reason, we wish to thank you in advance for the answer you will be going to give us and to all the other amateurs of this fascinating science.

Best Regards

Subscriber:

1 -Daniele Chierico (Altamura-BA)
2 -Paolo Russo (Torino)
3 -Alessio Gerace (CN)
4 -Giandomenico Lorenzi
5 -Luigino Gallo (Bari)
6 -André Roveyaz
7 -Icaro Masseroli (Bergamo)
8 -Francesco Riccetti (spoleto, PG)
9 -Francesco Carraro
10-Andrea Ghironi (Sardegna)
11-Paolo Gadotti (Trento)
12-Laila Zanni (Castelfranco Emilia, MO)
13-Giovanni Micalizzi (Messina)
14-Marco Gagliardi (VB)
15-Alessandro Ribaudo (Roma)
16-Domenico Alberga (Bari)
17-Antonio Faiella (Napoli)
18-Gianmarco Zo (BI)
19-Luca Gallina (Carbonate, CO)
20-Enzo Mosca (Dresda)
21-Antonio Giuffreda (Vieste, FG)
22-Renso Roberto (Bovolone, VR)
23-Alessandro Di Bella (Niteroi, Rio de Janeiro, Brasil)
24-Dr. Elmar Pfletschinger (Verona) Presidente del Circolo Astrofili Veronesi
25-Dr. Luca Nitopi (Genova)
26-Dario Cambiaghi (Bussero, MI)
27-Riccardo Mussi (Parma)
28-Gianluca Alicino (Arconate, MI)
29-Michele Baccaro (Rimini)
30-Conti Luca Massimo
31-Sara Mahmutaj (Rimini)
32-Luca Marini (Cremona)
33-Riccardo Vitali Pontoglio (BS)
34-Antonello Damiani (Roma)
35-Stefano Riccio (Firenze)
36-Pollini Mauro (Udine)
37-Andrea Battistini (Cesena)
38-Gabriele Santanché
39-Alessandro De Rosi
40-Roberto Bellini (Verona)
41-Denis Rigoni (Vicenza)
42-Alfredo Mazzei (Isola d’Elba)
43-Donato Volpicella (Bari)
44-Giglio Ratti (La Spezia)
45-Quartino Marco (Voltri, GE)
46-Bernardo Mattiucci (Broccostella, FR)
47-Livio Bissanti (Bari)
48-Tiziano Caliandro (Roma)
49-Maurizio Pozzi (Como)
50-Fabio Nervegna (Milano)
51-Riccardo Rosellini (Viareggio, LU)
52-Francesco Di Carlo (Teramo)
53-Michele Casati (Lucca)
54-Fabio Vieste
55-Marco Ciminari (Civitanova Marche)
56-Vincenzo Giacchina (Palermo)
57-Juan Llanos (Barcelona, Spain)
58-Mattia Poletti (Parma)
59-Ivan Ramondo (Imperia)
60-Andrea Bisoglio (Vercelli)
61-Piergiorgio Cappelli (Rimini)
62-Luca Di Giacinto (Giulianova, TE)
63-Daniele Santini (Ascoli Piceno)
64-Andrea Bontempi (Milano)
65-Giorgio Calcara (Palermo)
66-Botturi Cristian (Mantova)
67-Bruno Pierotti (Camaiore, LU)
68-Stefano Bergonzi (Piacenza)
69-Enrico Cosimi (Anguillara Sabazia, RM)
70-Lollini Diego (Pescia, PT)
71-Roberto Liverani (Forlì)
72-Paolo Marenzi (Cremona)
73-Francesco Sartini (Pisa)
74-Rocco Marra (Reggio Calabria)
75-Dr.Simone Sinapi (Pesaro)
76)-Daniela Valentini (Roma)
77)-Bruno Salvatore (Bologna)
78)-Stefano Ronconi (Faenza-RA)
79)-Paolo Mottadelli ( Verano Brianza-MB)
80)-Alessandro Dall’Aglio (Torino)
81)-Alessandro Bertini ( Palaia – Pisa )
82)-Luigi Lucato (Pozzolo Formigaro AL)
83)-Valeria Cupo (Paomonte, SA)
84)-Lorenzo Da Rio – Mannheim (Germania)

Il SOLE è SPOTLESS! MA NON PER GLI ENTI INTERNAZIONALI! FIRMA ANCHE TU QUI!

Cari amici, dopo 2 anni di osservazioni del sole, arrabbiature per macchie inventate e SN gonfiati a dovere, è giunta l’ora di farci sentire!

Come già alcuni di voi sapranno dal precedente articolo, in accordo con Fabio2 ed altri senatori di NIA, abbiamo deciso di scrivere un’email al SIDC per chiedere delle spiegazioni a riguardo di certi conteggi che non hanno più alcun filo conduttore con quelli di un tempo, e dato che il minimo solare in corso è di quelli che capitano una volta nella vita, cercheremo di far di tutto affinchè vi sia più continuità con i conteggi del passato, in modo da poter paragonare come si conviene, il ciclo 24 con i super minimi stile Dalton o perchè no, stile Maunder.

Quasi sicuramente, se a presentare quest’e-mail fosse solo l’autore, farebbe la fine di quelle che l’hanno preceduta, e cioè le solite spiegazioni generiche che non rispondono a tono ai vari quesiti. E poi il tutto scorrerebbe come se nulla fosse accaduto!

Da qui l’idea che se fossimo in tanti a consentire che vengano lasciati i nostri nomi, cognomi e provenienza a firma della medesima e-mail, magari qualcosa di più potremmo ottenere, perchè questi signori devono sapere che il loro lavoro non passa innosservato!

Io personalmente vorrei domandare al Sidc 2 cose:

1) qual’è il fattore di correzione K che usano nel loro calcolo del SN?

2) Quali sono oltre a Catania e Locarno, gli altri centri osservatori della rete Sidc? (almeno 10 nomi sarebbero graditi)

A fine lettera scriverei una bella cosa: di risparmiarsi la solita risposta che nel definire i giorni spotless conta più l’eventuale maggioranza di osservatori che han messo 0 macchie, quando sappiamo ormai tutti che Locarno e soprattutto Catania la fanno da padrona (basta vedere il famoso agosto 2008 quando solo Catania in tutto il mondo vide la macchia (macchia, va beh…) e poi per magia a fine mese da 0 rettificarono con un bel 0.5!)

Nei commenti lasciate i vostri nomi e cognomi, e non vi preoccupate, l’email ve la faremo vedere, sarà scritta da Fabio2 e super controllota dal sottoscritto, quindi sarà una lettera pacata e tranquilla, dove non mancherà comunque la nostra disapprovazione e soprattutto le nostre domande.

A proposito di domande, io ne ho segnalate 2, lasciate pure qui sotto le vostre se ne avete qualcuna, cercheremo di accontentarvi un pò tutti…

E mi raccomando lasciate le vostre generalità che come già detto saranno messe sotto l’email che sarà mandata al sidc!

Facciamoci sentire, più siamo e più avremo qualche speranza di essere ascoltati!

Simon

CONOSCENZA BASE DEL SOLE 8) IL VENTO SOLARE.

Il vento solare consiste nella emissione di particelle (atomi neutri, elettroni e ioni) che partono dalla corona solare, dove sono accelerati fino ad arrivare a velocitá di alcune centinaia di chilometri al secondo. Intimamente legato alla attivitá solare, il vento solare attraversa tutto il Sistema Solare, interagendo con i differenti corpi che lo compongono.

Il vento solare consiste nella emissione di particelle a partire da corona.

Costituito fondamentalmente da elettroni e ioni, principalmente dell´idrogeno e elio, questa miscela molto diluita contiene meno di una decina di particelle per cm. cubico al livello della orbita della Terra e la sua velocitá media é di circa 400km/s. Anche se il Sole perde con questo processo circa 1 milione di tonnellate di idrogeno al secondo, questo valore é lontano dall´essere significativo. Il vento solare impiegherebbe 1014 anni per disperdere tutta la massa del Sole nello spazio interplanetario, tempo molto superiore alla durata prevista della vita del Sole (circa 5 x 109 anni). Allo stesso modo l´energia dispersa dal vento solare rappresenta un milionesimo di tutta l´energia fornita dal Sole.

Immagine in ultravioletto delle piume a 1 milione di gradi. Piume di gas caldo fluendo fuori l´atmosfera del Sole possono essere una fonte del vento solare.

L´espansione del vento solare a velocitá di vari centinaia di Km/s. deriva dal fatto che a multe migliaia di gradi, gli elettroni del plasma coronale hanno una velocitá di agitazione termica molto elevata, superiore a 5.000 Km./s. Attraverso la separazione delle cariche si crea un campo elettrico che accompagna i movimenti degli elettroni e degli ioni. Il campo gravitazionale del Sole li forza a mantenersi nella corona sotto una forte pressione, mentre in compensazione, nello spazio regna una pressione residuale molto debole. A partire da una certa altitudine nella corona la sua velocitá di agitazione termica diventa uguale alla velocitá di fuga; sopra questo limite critico si liberano uscendo a velocitá supersonica in una direzione radiale.

Le particelle costituenti il vento solare escono dalla corona a velocitá supersoniche seguendo una direzione radiale.

Le caratteristiche del vento solare sono fortemente variabili nel tempo e nello spazio. Cosí la sua velocitá di espansione puó variare dai 300 ai 1000 Km/s e la sua densitá puó fluttuare tra 0,1 e 30 partícelle/cm3. Queste variazioni riflettono il livello di attivitá del Sole e la non omogeneitá nella struttura della corona: le emissioni di maggior flusso di particelle si trovano normalmente associate a zone di grande attivitá, dove strutture magnetiche si formano fino che eventualmente diventino instabili, lanciando il materiale che lo costituiscono in violente eruzioni; d´altra parte i flussi piú rapidi del vento solare sono risultanti di buchi coronali dove il campo magnetico si apre verso lo spazio interplanetario, favorendo l´uscita delle particelle lungo le linee di campo.

Questo buco coronale che praticamente divide il Sole fu detettato ai raggi X dalla nave spaziale Yohkoh, il 6 dicembre 2000.

Oltre alla alta velocitá radiale con cui le particelle che compongono il vento solare sono emesse, queste si trovano anche animate da una velocitá tangenziale, conseguenza del movimento di rotazione del Sole. È questo tipo di velocitá delle particelle che definisce la struttura a spirale del campo magnetico. Il fatto che nel Sole il polo magnetico non coincide con il polo di rotazione, provoca un disallineamento tra equatore magnetico ed equatore di rotazione, il cui effetto diventa visibile nell´aspetto corrugato del foglio della corrente del vento, che corrisponde alla separazione del vento tra emisfero Nord ed emisfero Sud. Cosí data l´irregolaritá del foglio di corrente, a volte la terra puó attraversare zone di polaritá opposte dipendendo dell´emisfero a cui corrisponde. Le transizioni tra polaritá distinte sono responsabili per vari fenomeni osservati nella Terra, come per esempio la formazione di aurore e le alterazioni della geometria del campo magnetico terrestre.

Struttura del campo magnetico coronale in un piano meridionale. Il campo magnetico dipolare del Sole definisce vicino al piano equatoriale una nuvola neutra (foglia di corrente) da una parte e dell´altra il quale il campo magnetico si inverte. Le cariche elettriche del plasma si avvolgono attorno alle linee di forza.

In realtá gli effetti del vento solare si fanno sentire in tutti i corpi del Sistema Solare, sia dovuto al flusso di particelle, sia alla presenza del campo magnetico solare. Nei pianeti in particolare, l’interazione tra i propri campi magnetici e il vento solare dá origine alla magnetosfera. Questo effetto puó assumere una maggiore o minore dimensione, dipendendo dalla intensitá dei suoi campi magnetici che funzionano come uno scudo protettivo del pianeta, impedendo che le particelle del vento solare e il campo magnetico solare arrivino a colpirci direttamente. Oltre la Terra, nei pianeti interni, e Giove nei pianeti esterni presentano magnetosfere di dimensioni apprezzabili multo superiore a propri raggi.

Struttura a spirale del campo magnetico. Considerando la rotazione del Sole, le linee di forza del campo magnetico si sviluppano in forma di Spirale di Archimede attorno al Sole.

Nel caso speciale della terra, il vento solare che lo colpisce é catturato dal campo magnetico del pianeta, formando ile fasce di VAN ALLEN, nella magnetosfera terrestre. Queste fasce permettono appena che le particelle caricate entrino nella atmosfera per i poli, dando origine ai fenomeni luminosi di eccitazione e diseccitazione degli atomi di ossigeno: Le aurore boreali.

Magnetosfera terrestre (immagine artistica) L´interazione tra il campo magnetico terrestre e il vento solare dà origine alla magnetosfera.

La prima evidenza osservazionale della esistenza del vento solare sono state le code delle comete. Quando un nucleo cometario si avvicina sufficientemente al Sole, l´intensitá della radiazione e del vento diventano capaci di togliere materia da questo corpo creando le code cometarie, essendo una radiale come risultato diretto del vento solare sopra le particelle ionizzate liberate dalla cometa, mentre un´altra coda corrisponde alla polvere emessa dal nucleo che data la sua massa soffre un effetto piú forte della gravitá e della pressione di radiazione. Una volta che, qualunque sia la traiettoria della cometa, la coda ionizzata é espulsa in una direzione anti-solare, significa che questa emissione corpuscolare (il vento solare) é costantemente soffiata dal Sole in tutte le direzioni. In realtá questa puó intensificarsi quando il Sole diventa particolarmente attivo, peró é sempre presente sia che ci siano macchie o eruzioni sul Sole.

Fasce di Van Allen (Immagine artística). Il vento solare che arriva sulla Terra é catturato dal campo magnetico del pianetaa formando le fasce di Van Allen.

Nella stesa maniera in cui i pianeti e in particolare la Terra sviluppano una magnetosfera, anche il Sole lo fa, dovuto alla presenza di un campo magnetico galattico originando l´eliosfera. Ad una grande distanza dal Sole quando la pressione del vento solare diventa della stessa ordine di grandezza della pressione interstellare, diventa impossibile per il fluido coronale respingere il mezzo interstellare.

Aurora osservata in Austrália (Fonte: Craig Richardson)
Code cometarie. Quando un nucleo cometario si avvicina al Sole, l´intensitá della radiazione e del vento diventa capace di togliere materia a questo corpo creando le sue code.
Eliosfera e eliopausa, L´eliosfera é la regione dello spazio dove il vento solare interagisce con le particelle interstellari. Questo vento é costituito da un flusso di particelle caricate (plasma) che emana dal Sole e viaggia attraverso lo spazio, arrivando ad una distanza 100 volte maggiore che la distanza Terra-Sole. (100 U.A.).Il vento solare avvolge tutti i pianeti formando l´eliosfera. L´eliopausa costituisce il limite massimo piú esterno della eliosfera.

Troviamo quindi nel limite della eliosfera l´eliopausa, dove si ha il reincontro tra vento solare e il mezzo interstellare, si ignora se i due mezzi si interpenetrano in forma diffusa o se il vento solare é fermato con uno schock.

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