Il campo magnetico terrestre il grande regista del nostro clima


Studi scientifici che avvalorano le correlazioni

Delle correlazioni esistenti fra il campo magnetico terrestre e le dinamiche geologiche del pianeta mi sono più volte espresso attraverso varie analisi grafico-statistiche del corrente anno, oltre che riportare innumerevoli ricerche scientifiche. Adesso occorre però, aprire un nuovo capito degli studi , quello dei possibili legami fra i suddetti aspetti magnetici e le dinamiche climatiche del pianeta.In questi mesi di ricerche mi sono imbattuto in due interessanti pagine web che riportano numerosi articoli e/o documenti scientifici che dimostrano, a chiare lettere, che il vero e proprio regista delle principali dinamiche climatiche terrestri è il campo magnetico.

http://www.appinsys.com/GlobalWarming/EarthMagneticField.htm

http://www.vukcevic.talktalk.net/LFC-CETfiles.htm

Mi sono quindi dedicato, in queste settimane, alla traduzione delle più interessanti ricerche riportate nelle pagine web sopra riportate. Ad esempio, in questo recente studio danese del 2009 si evidenzia uno stretto legame fra la forza del campo magnetico terrestre e la quantità di precipitazioni ai tropici.

http://www.physorg.com/news151003157.html

In quest’altro studio pubblicato nel 2005 si specifica invece che relazionare il clima al solo numero delle macchie solari (SSN) è errato o incompleto. Infatti secondo quest’ultima ricerca bisognerebbe prendere in considerazione un’ indice che tenga conto dell’attività geomagnetica della nostra stella (ad esempio l’indice “ak” come riportato nell’immagine) che risulta essere in maggior correlazione con le variazioni della temperatura globale terrestre.

http://sait.oat.ts.astro.it/MSAIt760405/PDF/2005MmSAI..76..969G.pdf



Un’altra interessante analisi è quella propostaci da Vukcevic, nella quale è facile riscontrare una stretta corrispondenza fra i cambiamenti del campo magnetico rilevati in due zone distinte dell’artico e le temperature dell’artico.

Nello specifico abbiamo la curva “blu” con i campionamenti (magnetici) rilevati nella Baia di Hudson (una vasta insenatura dell’Oceano atlantico in corrispondenza della costa nord-orientale del Canada) e la curva “verde”, con i rilevamenti effettuati in Siberia ! La curva “rossa” rappresenta invece la media di quest’ultimi due rilevamenti. La curva “marrone” viceversa è l’andamento medio dell’anomalie delle temperature nell’artico !

http://www.vukcevic.talktalk.net/AT-GMF.gif

Andando ulteriormente più nel profondo delle ricerche troviamo un certo Daniel Johnston che nel Maggio del 2008 ha sviluppato un modello previsionale per prevedere l’andamento delle anomalie delle temperature in funzione del campo magnetico. Nell’immagine sotto riportata le curve di colore “nero” e “viola” rappresentano i campionamenti del campo magnetico in due stazioni a delle determinate latitudini.

La curva “rossa” è l’andamento delle anomalie di temperature fra le due bande (latitudini).

La curva “celeste” e “blu” e la temperatura prevista nelle due stazioni a partire dai dati magnetici.

http://www.appinsys.com/GlobalWarming/Johnston_MagneticGW.pdf

Altro studio interessante è quello propostoci da un certo Adrian Kerton dal titolo :

Climate Change and the Earth’s Magnetic Poles, A Possible Connection”, Energy & Environment, Vol 20, 2009. Ricerca nella quale si dimostra che il movimento del polo magnetico negli ultimi 105 anni mostra una forte correlazioni con le temperature globali. Il Kerton conclude però lo studio affermando che non è ancora chiaro come lo spostamento dei poli magnetici influenzi il clima !

La figura riportata di seguito mostra la posizione in termini di latitudine e longitudine del polo nord magnetico in funzione delle anomalie di temperatura dell’emisfero nord.

Comunque una possibile “via” o “strada” alla comprensione di quest’ultimo interrogativo lasciatoci da Kerton, sul come il magnetismo influenzi il clima, la possiamo trovare in questo studio fresco, fresco redatto da l’Ingegnere serbo precedentemente citato Milivoje A. Vukcecic :

http://www.vukcevic.talktalk.net/LFC20.htm

Siamo nel 2009 e nel sito della Nasa uscì un’interessante ricerca scientifica che pose delle basi fondamentali sul possibile collegamento fra le forti attività temporalesche che si verificano sopra le foreste pluviali (Vedi il Sud america, l’Africa -Congo- e il sud-est asiatico -Indonesia- ) con gli strati superiori dell’atmosfera elettricamente carichi (Ionosfera)

http://www.nasa.gov/centers/goddard/news/topstory/2006/space_weather_link.html

Nel 2002 l’immagini elaborate dallo staff della Nasa, dopo trenta giorni d’osservazioni con il satellite IMAGE, mostrarono quattro coppie o “bande di plasmacon del gas elettricamente carico ( regioni di colore bianco ). Tre delle quattro zone elettricamente cariche coincidevano proprio con tre regioni della foresta pluviale. Viceversa una quarta coppia, di cui parleremo in seguito, si posiziona sopra l’oceano pacifico.

Nell’immagine sotto riportata si evidenzia inoltre come le correnti a getto tropicali diffondano il plasma (linee di colore celeste).

In un primo momento i ricercatori della Nasa rimasero sorpresi da queste correlazioni, perchè non riuscivano a capacitarsi sul come queste aree temporalesche riuscissero ad incidere sulla ionosfera.

Infatti le bande di plasma e la stessa ionosfera sono troppo sensibili (rarefatte) per poter entrare in contatto con la bassa atmosfera ( troposfera ). Tuttavia il personale della Nasa ha successivamente scoperto che le correnti o maree subtropicali potrebbero modificare indirettamente le bande alterando lo strato atmosferico al disotto delle stesse bande chiamato “E”, modificandone poi le caratteristiche del campo elettrico. Lasciamoci comunque alle spalle questa breve ma doverosa analisi dell’ente americano per passare invece alle interessanti osservazioni riportate da Vukcecic in merito alle dinamiche delle suddette bande:

1°) Le tracce delle bande di plasma seguono l’equatore Geomagnetico (la linea verde rappresenta l’equatore geomagnetico tracciato nel 2005).

2°) L’incrocio dell’equatore geografico e l’equatore magnetico (componente Z) identifica l’area centrale dove si verificano gli eventi di El Niño. Da notare come l’unica area non associata ad attività temporalesca (uniche coppie di plasma) si trovi proprio in questa posizione nell’oceano pacifico.

Sappiamo benissimo poi come l’intensità e la posizione dell’equatore magnetico cambi con il tempo .

Qui sotto è riportata l’immagine che mostra come l’equatore (l’incrocio fra le due linee) si sia mosso verso est in questi ultimi quattro secoli.

Andando a ritroso nel tempo troviamo poi ricercatori come il prof. Mukul Sharma il quale nel 2002, effettuando un’approfondita analisi geofisica degli ultimi 100.000 anni, riscontrò che quando il Sole è magneticamente molto attivo sulla Terra abbiamo dei periodi contraddistinti da un clima caldo, viceversa quando il Sole attraversa dei periodi con scarsa attività magnetica abbiamo dei periodi di glaciazione.

http://www.sciencedaily.com/releases/2002/06/020607073439.htm

A conclusione di questa trattazione mi sorge spontanea una domanda in riferimento ad una notizia uscita a fine del 2009 :

http://news.nationalgeographic.com/news/2009/12/091224-north-pole-magnetic-russia-earth-core.html

The magnetic north pole had moved little from the time scientists first located it in 1831. Then in 1904, the pole began shifting northeastward at a steady pace of about 9 miles (15 kilometers) a year.
In 1989 it sped up again, and in 2007 scientists confirmed that the pole is now galloping toward Siberia at 34 to 37 miles (55 to 60 kilometers) a year. “

E’ possibile che questa importante accelerazione dello spostamento del polo nord magnetico non sia da correlare a tutti quegli “anomali” comportamenti che in questi ultimi due anni hanno subito indici climatici come l’Artic Oscillation (AO) e InterTropical Convergence Zone (ITCZ) ?

Un ringraziamento speciale a Fabiodue per l’aiuto nella traduzione del documento di Vukcecic.

Michele

52 pensieri su “Il campo magnetico terrestre il grande regista del nostro clima

  1. Scusate se ogni tanto mi permetto di scroccare qualche informazione.
    purtroppo non ho proprio voglia di studiarmi tutta sta roba sul sole anche se la ritengo piuttosto interessante.
    Deve essere l’effetto devastante di liceo classico + medicina….
    Volevo solo chiedere cosa significa quando le macchie solari (in questo caso poche epiccole) sono disposte prevalentemente a metà strada tra i poli e l’equatore come vedo accade dalla foto di oggi.
    Ricordo che è specifico di qualcosa, ma non mi ricordo più di cosa….

    grazie per una gradita risposta.

    ciao, ruggero.

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  2. le due bande di plasma mi sanno di interferenza tra il campo magnetico terrestre ed una energia esistente nel campo in cui la terra si muove. questa energia pero’ non la conosciamo ancora.

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  3. Ogni volta che leggo articoli come questo, ci si rende conto di come sia complicato il clima del nostro pianeta e come ogni volta che si studia un qualche fenomeno accuratamente vengono fuori altre variabili che si collegano in chissà in quale modo ad altre già conosciute … il risultato é che invece di chiarire le idee queste diventano più confuse.
    Poi quando sento stra-parlare il giornalista di turno che tenta di indottrinare le masse con le panzane di riscaldamento globale di gas serra e cavolate di altro genere … ^?@ì*é[][*?=$£%$3ç

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  4. Adolfo Giurfa :

    @Michelle:
    l’ultima spiegazione dettagliata del campo unificato:

    http://www.scribd.com/doc/40514613/Unified-Field-Explained-8

    Sei stato fortunato !
    🙂
    Adolfo i commenti dei vecchi articoli vengono difficilmente letti !
    Adesso scarico il documento e lo leggo !
    Quando hai qualcosa da comunicare scrivi il messagio pure nell’articolo pubblicato nella giornata.
    Grazie

    P.S.
    A breve pubblico una mia nuova ricerca .
    Ricerca divisa in due parti.
    Il titolo :
    5000 BP – 15000BP sotto la lente d’ingrandimento
    Variazioni magnetiche – eruzioni vulcaniche – glaciazione – macchie solari
    Tutto chiaramente collegato.
    Quando esce ti mando un messaggio !
    Ciao

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  5. È vero che il clima del nostro pianeta è un argomento complesso e, ogni volta che viene approfondito, emergono nuove variabili che si relazionano in modo inaspettato a quelle già note. Questo può portare a più confusione invece di chiarire le idee. Inoltre, alcuni media presentano informazioni errate o esagerate sul riscaldamento globale e altre questioni correlate, che possono portare alla disinformazione della popolazione. È importante che come società siamo ben informati e consapevoli della complessità del clima e della necessità di agire per proteggere il nostro pianeta.

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