Archivi giornalieri: 11 Novembre 2010

L’EFFETTO-SERRA NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE (Seconda Parte)

parte 2) ENTROPIA,
“CLOUDS FORCING” E COSTANTE DI BOLTZMANN

L’entropia

Ma non è finita, perché c’è un altro importantissimo concetto della
fisica e della termodinamica, che viene violato palesemente dalle
teoria dell’effetto-serra.
Si tratta del concetto di entropia, che misura la perdita di capacità
di conversione del calore in lavoro di un sistema, al variare della
temperatura della sorgente di calore, ed è espressa dalla relazione:
∆S = ∆Q/T, dove ∆S è la variazione di entropia del sistema, ∆Q è la
quantità di calore scambiato, e T la temperatura alla quale lo scambio
avviene.

L’entropia è una legge fisica universale, poiché si può considerare
l’intero universo come un sistema isolato.
Lasciate perdere le dicerie popolari da web, secondo cui “l’entropia è
in contrasto con l’evoluzione”.
In realtà tutti i sistemi, anche quelli biologici ed evolutivi
altamente organizzati, per organizzarsi producono lavoro, e quindi
cedono calore ed invecchiano, e dunque obbediscono alla legge
fondamentale, secondo cui l’entropia totale dell’universo è in
continuo aumento, poiché non è mai possibile convertire al 100% il
calore perduto da un corpo in lavoro meccanico (mentre il lavoro si
può convertire al 100% in calore)

Ma per tornare all’effetto-serra, è interessante notare che TUTTI gli
scambi termici che avvengono sulla Terra e nell’atmosfera obbediscono
rigorosamente al principio dell’entropia (che peraltro è un corollario
del 2° principio della termodinamica, di Clausius).

E infatti, se osserviamo i passaggi di calore dalla superficie
terrestre all’atmosfera, e viceversa, possiamo verificare che vale la
relazione entropica fondamentale:

∆Q/Tg>∆Q/Ts, dove Tg sono le temperature dei gas atmosferici, e Ts le
temperature della superficie terrestre.

Questo significa che nel momento in cui la superficie terrestre
riscaldata dal Sole cede una determinata quantità di calore (∆Q) ai
gas atmosferici, l’entropia acquistata dai gas è maggiore della
diminuzione di entropia della superficie

Ma è facile notare che la relazione di cui sopra è soddisfatta solo se
Ts>Tg, cioè se la temperatura della superficie (Ts) è maggiore di
quella dei gas atmosferici (Tg).

Ma la relazione entropica è confermata nell’atmosfera anche dai
fenomeni di c.d. “inversione termica”, ad esempio quando si verificano
eruzioni vulcaniche che scaldano l’alta troposfera ma schermano i
raggi solari in entrata, oppure al Polo, o nei luoghi molto innevati,
dove per l’effetto albedo i raggi solari vengono riflessi e non
riescono a scaldare le superfici innevate. Oppure là dove – esempio
centri urbani – vi è una cappa di smog, e il Sole non riesce a
riscaldare i terreni.
http://it.wikipedia.org/wiki/Inversione_termica

In queste situazioni si inverte il normale gradiente termico, e le
superfici dei suoli sono più fredde dei gas in quota, almeno fino a
quote comprese tra poche centinaia di metri e qualche km.
Ma in tal caso, dal punto di vista entropico, avremo un accrescimento
di entropia a livello del suolo, per la cessione di calore dagli
strati caldi più alti a beneficio dei suoli più freddi, sì che varrà
la relazione ∆Q/Ts>∆Q/Tg, relazione evidentemente soddisfatta solo se
Tg>Ts, cioè se le temperature dei gas atmosferici sono più alte di
quelle dei suoli.
Ma tutto ciò significa solo che in natura TUTTI gli scambi di calore
si organizzano sulla base del principio di entropia, mentre non si può
verificare mai – come affermato da chi sostiene l’effetto-serra – una
situazione in cui all’accrescimento dell’entropia dei gas atmosferici
si riscontri un contemporaneo aumento dell’entropia della superficie
terrestre.
In tal caso dovrebbe valere allora la relazione ∆Q/Ts=∆Q/Tg, relazione
che è soddisfatta solo, essendo uguali per definizione le quantità di
calore scambiate, per uguali temperature sia dei gas che dei suoli, ma
ciò sarebbe un assurdo logico e , poiché laddove esistono uguali
temperature tra due corpi NON si verificano passaggi di calore, e
quindi non vi sarebbe alcuna entropia, contraddicendo la definizione
fondamentale vista all’inizio.

Il rallentamento del raffreddamento ed il simultaneo “clouds forcing”

Qualcuno – qui su NIA – aveva osservato che su Wikipedia italiana
l’effetto-serra veniva definito come capacità dei gas atmosferici di
trattenere il calore, anche senza far aumentare le temperature della
superficie terrestre. Definizione condivisibile, come visto più volte.
Peccato che anche nell’articolo di Wikipedia non venga tenuto in alcun
conto il simultaneo “chilling forcing”, o “clouds forcing”, cioè
l’effetto raffreddante delle nubi e del vapore acqueo da cui sono
formate.

Questo è un errore madornale, da parte di coloro che sostengono
l’esistenza di un ipotetico effetto-serra, perché ovviamente non ha
senso sostenere che il vapore acqueo e la CO2 sono “gas-serra”, e
contribuiscono a trattenere il calore nell’atmosfera, senza però
esaminare cosa altro fanno nubi (vapore acqueo), umidità e CO2.

Anche qui è una questione di flussi: il flusso di radiazioni solari ad
alta frequenza in entrata che le nubi in parte bloccano, ed il flusso
di calore in uscita, sotto forma di raggi infrarossi, trattenuto dalla
presenza degli stessi elementi gassosi. Quante più nubi avete, tante
più radiazioni solari in entrata vengono bloccate.

Come già accennato nel precedente articolo (“Il mito
dell’effetto-serra va in frantumi”) in realtà l’atmosfera terrestre
raffredda più di quanto non scaldi, e fin dal 1994 ci sono numeri
precisi che lo dimostrano.
Come documentato da Hartmann http://www.climate4you.com/ReferencesCited.htm
le nubi (soprattutto quelle a bassa quota) da sole schermano circa il
30% della radiazione solare in entrata, con un potente effetto albedo.
Quindi è stato calcolato che se ipoteticamente venissero rimosse tutte
le nubi, la quantità di radiazioni solari ad onda corta in entrata
passerebbe da 239 W/m2 a 288 W/m2, mentre le radiazioni in uscita (ad
onda lunga IR) passerebbero da 234 W/m2 a 266 W/m2, quindi si avrebbe
un incremento di radiazione solare pari a 17 W/m2.
http://www.climate4you.com/ClimateAndClouds.htm#Cloud%20cover%20effects%20on%20climate

Ma siccome l’ipotesi di eliminare le nubi equivarrebbe ad eliminare
l’evaporazione di suoli ed oceani, e quindi ad eliminare praticamente
il 100% dei c.dd. “gas-serra” (vapore acqueo e CO2 che è contenuta
nelle nubi), abbiamo anche qui una conferma matematica del fatto che
l’atmosfera non crea alcun “effetto-serra”, perché il forcing
rinfrescante di nubi + CO2 prevale su quello di trattenimento del
calore.
Conferma matematica che peraltro – come già scritto nell’articolo
precedente – è suffragata dall’esperienza comune e dall’osservazione
dei fenomeni climatici naturali.
Infatti all’equatore e ai tropici – dove la copertura nuvolosa,
l’umidità, le piogge e la CO2 raggiungono i valori massimi sulla Terra
– le temperature massime estive hanno valori attorno a 27°-28° C in
media, e ben raramente salgono oltre i 32° C, mentre i valori minimi
(proprio per il fatto che le nubi e l’umidità trattengono il calore
anche di notte) non scendono quasi mai sotto i 15°C.
E per contro, nei deserti, dove non esistono “gas-serra”, se non per
quantità ridottissime, e dove non vi sono insediamenti umani o
industrie, le temperature max estive possono raggiungere facilmente i
50°C all’ombra ed oltre.

La costante di Boltzmann malamente applicata

Infine, c’è un’altra legge fisica che è stata malamente applicata, e
che ha portato a credere erroneamente che vi fosse un “effetto-serra”
dell’atmosfera, e che la presenza di quest’ultima aumentasse le
temperature della superficie terrestre di ben 33°C.

La legge fisica è quella di Kirchhoff, sul calore emesso dai corpi
irradiati, in base alla quale la radiazione emessa da una superficie
irradiata, in W/m2, è pari alla costante di Stephan Boltzmann (σ =
0,000000056704) moltiplicata per la temperatura di quella superficie
(in gradi Kelvin) elevata alla quarta potenza.
(W/m2 = σ T4)

Il fatto è che questa legge vale per le superficie piane in 2D che, in
base all’ipotesi del “corpo nero”, cioè all’ipotesi che la superficie
irradiata assorba tutte le frequenze dello spettro solare come un
corpo interamente scuro, restituiscono il 100% della radiazione
ricevuta.

Ma l’esperienza e la sperimentazione hanno dimostrato che questa
ipotesi NON vale per i corpi solidi reali in 3D ed in rotazione, come
i pianeti ed i satelliti, perché non è in grado di calcolare la
quantità di calore che un corpo solido è in grado di immagazzinare di
giorno, e di restituire di notte.

Applicando la costante di Boltzmann, infatti, si arriverebbe alla
conclusione erronea che al tramonto del Sole la temperatura di un
pianeta dovrebbe precipitare subito, poiché tutto il calore ricevuto
dal Sole dovrebbe essere restituito solo di giorno.

E invece non è così, poiché l’esame delle temperature lunari, nel
corso delle numerose missioni Apollo, e della strumentazione che da
oltre 40 anni è presente sulla Luna, ha permesso di determinare che di
giorno (e il giorno lunare dura circa 14 giorni terrestri!) il suolo
lunare si scalda 20°C meno del previsto, mentre di notte (e la notte
lunare dura circa 14 notti terrestri!) il suolo lunare è di ben 60°C
più caldo di quanto previsto dalla legge di Kirchhoff.

Questo perché i suoli lunari assorbono meno calore del previsto di
giorno, e ne restituiscono più del previsto di notte, come del resto
accade su qualsiasi pianeta, compresa la Terra.

E poiché la Luna non ha alcuna atmosfera, ecco dimostrato
sperimentalmente che la legge di Kirchhoff e la costante di Boltzmann
sono approssimazioni rozze e semplicistiche, inapplicabili ai corpi
solidi rotanti, poiché se la Luna nella realtà è di 40°C più calda del
modello teorico, allora se volessimo utilizzarlo dovremmo giungere
all’assurda conclusione che anche sulla Luna c’è “l’effetto-serra” e i
40°C di differenza sono dati dall’atmosfera che trattiene il calore.
Assurdo, appunto, perché la Luna NON ha atmosfera, ne gas.
http://www.ilovemycarbondioxide.com/pdf/Greenhouse_Effect_on_the_Moon.pdf

Eppure per la Terra si è applicato quel metodo, si è detto: “siccome
in base alla legge di Kirchhoff la Terra dovrebbe essere 33°C più
fredda, la differenza è data dall’atmosfera che trattiene il calore”.
Ma la sperimentazione lunare ha dimostrato che ciò è errato, e usare
la legge di Kirchhoff sui corpi solidi sferici in rotazione è un po’
come applicare le formule per calcolare le aree delle figure piane, al
calcolo dei volumi dei solidi.

Voi che direste se qualcuno volesse convincervi che il volume di un
cubo di 10 cm. di lato è pari alla somma delle aree delle sei facce
(600), anziché alla misura del lato elevata alla terza potenza (1000)?

Eppure è concettualmente quanto si è fatto per calcolare il calore
emesso dai pianeti irradiati dal Sole!

La prova ulteriore che la costante di Boltzmann e la legge di
Kirchhoff sono inapplicabili ai pianeti ed ai satelliti rotanti, è
fornita anche da un fatto che si è scoperto solo nel 1997, e cioè che
la stessa NASA (che pure ha usato spesso la costante di Boltzmann
nelle sue tavole per illustrare l’effetto-serra), fin dai primi anni
’60 aveva capito che non era possibile usare quel metodo per calcolare
con precisione le temperature lunari, e infatti NON lo usò quando si
trattò di mandare gli astronauti sulla Luna con le missioni Apollo!

Si è scoperto che la NASA utilizzò un algoritmo speciale con un
correttivo che teneva conto delle variazioni di radiazione solare
durante l’intera “giornata” lunare.

E ultimamente è stata proprio la scoperta di queste reticenze da parte
dei vertici della NASA, ad innescare il c.d. “NASA-gate”, cioè il
coinvolgimento della magistratura americana per costringere l’ente
spaziale ad aprire i cassetti, e a rendere noto ciò che per anni è
stato nascosto.
Ma di ciò si parlerà in un altro articolo.
Ma prima, e per riassumere:

L’effetto-serra non esiste, e non vi è alcuna legge fisica, né
osservazione di fenomeni che accadono sulla Terra e nell’atmosfera che
permetta di riscontrarlo.
Il riscaldamento del nostro pianeta è dovuto – come ha osservato il
prof. Nahle dell’università di Monterrey
http://biocab.org/Induced_Emission.html – al riscaldamento dei suoli
e degli oceani, e all’energia termica che questi accumulano e
rilasciano. I gas atmosferici possono solo rallentare lievemente il
raffreddamento notturno della superficie terrestre, ma questo loro
effetto notturno è peraltro controbilanciato e soverchiato dal “clouds
forcing”, dal simultaneo effetto “rinfrescante” che le nubi (che sono
formate al 100% da “gas-serra”: vapore acqueo e CO2) producono di
giorno, e che è stato ben quantificato (Hartmann, 1994).

Ma per riassumere, ecco le leggi fisiche fondamentali che la teoria
dell’effetto-serra infrange, o mal applicate:

– 1° principio della termodinamica (è impossibile creare nuova energia
con la “backradiation”, l’energia che un corpo restituisce non può mai
essere maggiore di quella ricevuta)
– 2° principio della termodinamica (i corpi più freddi come i gas
atmosferici non possono alzare la temperatura di quelli più caldi come
la superficie terrestre, e viceversa)
– Mancato uso dei vettori nel calcolo dei flussi di calore ( un flusso
di calore in entrata non può mai essere sommato ad uno in uscita, ma
va sottratto)
– Mancato uso del vettore di Poynting (due flussi di calore opposti
sono onde elettromagnetiche opposte, che hanno due direzioni di
propagazione opposte, e quindi vale la regola vettoriale di cui sopra)
– Entropia (tutti gli scambi di calore sulla Terra e nell’atmosfera si
organizzano seguendo la legge dell’entropia, che è incompatibile con
un ipotetico “effetto-serra”)
– Mancata considerazione del “clouds forcing” (non ha alcun senso
considerare solo l’effetto di trattenimento del calore di nubi,
umidità e CO2, quando questi “gas-serra” hanno nel contempo un
evidente effetto di schermatura delle radiazioni solari in entrata,
che prevale sempre sul primo)
– Costante di Boltzmann e legge di Kirchhoff malamente applicate (non
è possibile applicare la costante di Boltzmann a corpi solidi in
rotazione come i pianeti ed i satelliti, perché i dati sperimentali
dimostrano che in tal modo non si può calcolare correttamente la
radiazione trattenuta e restituita dai suoli riscaldati)

Ecco, come vedete vi sono ben 7 metodologie o leggi fisiche assolute
ed insuperabili, che vengono violate, o disapplicate, o applicate a
sproposito (costante di Boltzmann), da parte dei “climatologi” alla
moda, che sostengono la teoria dell’”effetto-serra”.

Magari qualcuno di voi è più bravo di me, e riesce a trovare altre
leggi fisiche violate.

Ma per quanto mi riguarda, quanto sopra è più che sufficiente per
ritenere mera spazzatura pseudo-scientifica quella teoria, e mi
indigna il fatto che una schifezza simile abbia finito per trovare
spazio ovunque solo per motivi ideologici e politici, che nulla hanno
a che vedere con la Scienza.

Continuare a parlarne – come fanno i media ignoranti – o fingere di
accettarla per convenienza (come fanno alcuni scienziati ignavi e
opportunisti) è gravissimo e vergognoso, ed è solo il segno della
corruzione profonda che pervade l’epoca attuale, in cui per denaro o
quieto vivere troppa gente è disposta ad accettare anche le menzogne
più spudorate.

FINE

IlikeCO2