5000BP -15000BP sotto la lente d’ingrandimento — Prima parte —

Variazioni magnetiche – eruzioni vulcaniche – glaciazione – macchie solari –Tutto chiaramente collegato.

 In questi mesi di ricerche ho più volte posto l’accento sulle correlazioni esistenti fra le dinamiche solari e le varie fenomenologie terrestri ( geologico, climatiche). Di seguito ve ne elenco alcune che hanno fatto da carro trainante :

Il campo magnetico terrestre il grande regista del nostro clima

 http://daltonsminima.altervista.org/?p=11716

Il campo magnetico dell’eliosfera e gli eventi sismici sul nostro pianeta

http://daltonsminima.altervista.org/?p=11690

Correlazioni esistenti fra manifestazioni geologiche terrestri e dinamiche planetarie da Giugno ad Agosto 2010

 http://daltonsminima.altervista.org/?p=11023

Devo tuttavia specificare che la vera e propria molla, che mia ha spinto, ad indagare in questo settore della della scienza è stato il tremendo sconvolgimento climatico che si è verificato all’incirca 12800 anni fa, a cavallo fra il tardo Pleistocene e l’inizio dell’Olocene lo “Younger Dryas”.

http://it.wikipedia.org/wiki/Dryas_recente

Detto termine è stato più volte tirato in ballo qui sul Nia. Per dovere di cronaca, bisogna tuttavia riportare alcune informazioni. In maniera tale da gettare della conoscenza di base, da dedicare a tutta quella nuova utenza che si affaccia al blog. In sintesi, grazie alle ricerche condotte sulle carote di ghiaccio GISP2 prelevate nelle profondità dei ghiacciai della Groenlandia, i ricercatori sono stati in grado di ricostruire le temperature del periodo.

Temperature che nel suddetto luogo, erano di ben 15°C inferiori alle attuali. Inoltre, sappiamo per certo, attraverso ulteriori analisi effettuate in altrettante parti dell’europa che l’intero emisfero settentrionale fra gli 12900 – 11500 BP ( BP è una sigla che sta ad indicare prima del presente) si trovava immerso in una vera propria  ERA GLACIALE. La domanda a questo punto sorge spontanea …. ma quali furono le cause che portarono ad un tale sconvolgimento climatico ? Fra i ricercatori troviamo più teorie. C’è chi ipotizza che il Dryas recente sia stato causato da un blocco o da una riduzione significativa della circolazione termoalina del Nord Atlantico oppure c’è chi porta avanti teorie affascinati, ma quanto mai catastrofiche ( Si sente parlare di teorie d’impatti cosmici e quant’altro ). In definitiva troviamo tantissime ipotesi, ma fino ad oggi, nessuno è stato in grado di ricostruire l’intero “puzzle” o quadro “d’insieme”. La domanda che affascina numerosi ricercatori é : Quale è stato in vero “forcing” o “evento scatenante” che portò la Terra alla glaciazione ? Armato di tanta pazienza e ricerca scrupolosa mi sono chiesto, ma perchè non tentiamo di ricostruire  graficamente attraverso il supporto di maggior dati possibili ( ricostruiti dai ricercatori ) l’intero periodo sotto esame .

I dati utilizzati per generare i grafici sotto riportati sono in ordine stati ripresi dalle seguenti ricerche scientifiche :

1°) The Younger Dryas cold interval as viewed from central Greenland

La ricostruzione delle temperature in Groenlandia grazie al carotaggio dei ghiacci di Richard B.Alley.

http://www.ncdc.noaa.gov/paleo/pubs/alley2000/alley2000.html

File di testo con dati:

ftp://ftp.ncdc.noaa.gov/pub/data/paleo/icecore/greenland/summit/gisp2/isotopes/gisp2_temp_accum_alley2000.txt

2°) Unusual activity of the Sun during recent decades compared to the previous 11,000 years

La ricostruzione degli ultimi 11400 anni delle macchie solari usando le concentrazioni di carbonio radioattivo.

http://www.ncdc.noaa.gov/paleo/pubs/solanki2004/solanki2004.html

File di testo con dati :

ftp://ftp.ncdc.noaa.gov/pub/data/paleo/climate_forcing/solar_variability/solanki2004-ssn.txt

3°) GISP2 Volcanic Markers, 110,000 Years

Ricostruzione in “ppb” degli areosol solfati emessi dai vulcani, dai carotaggi di ghiacci.

http://gcmd.nasa.gov/KeywordSearch/Metadata.do?Portal=GCMD&KeywordPath=&NumericId=18461&MetadataView=Text&MetadataType=0&lbnode=mdlb3

File di testo con dati:

ftp://ftp.ncdc.noaa.gov/pub/data/paleo/climate_forcing/volcanic_aerosols/gisp2_volcanic_markers.txt

4°) GISP2 10Be Concentration, 40,000 Years, Finkel and Nishiizumi 1997                                                                                                                                              Ricostruzione della concentrazione di Berilio dai carotaggio di ghiaccio.

File di testo con dati :

ftp://ftp.ncdc.noaa.gov/pub/data/paleo/climate_forcing/solar_variability/gisp2_10be.txt

C’è da dire, prima di entrare nell’esame dei dati rilevati, che quest’ultimi rivestono un ruolo molto importante come mostrato in questa ricerca scientifica: Reduced solar activity as a trigger for the start of the Younger Dryas?

http://www.falw.vu/~renh/pdf/Renssen-etal-QI-2000.pdf

Si scrive che le variazioni dell’attività solare del passato remoto (su scale geologiche) possono essere dedotte dagli isotopi del carbonio-14 (14C) e berillio-10 (10Be). E che quest’ultimi sono prodotti dall’azione dei raggi cosmici. Sappiamo inoltre, che l’intensità di quest’ultimi raggiunta la Terra dipende dalla forza del campo magnetico interplanetario (eliosfera) che a sua volta è modulata dall’attività solare. Si specifica inoltre che la produzione degli isotopi è anche modellata da altre dinamiche della biosfera (precipitazioni, cambiamenti di circolazione atmosferica ect..) ma si ritiene che questi fattori rivestano un ruolo secondario in tale produzione.

Anzi si specifica che i cambiamenti registrati nello YD sono di origine solare e che questi si ripetono a cicli di 2500 anni. Proprio quest’ultimo numero mi ricordano una ricerca sviluppata da Charvàtovà.

Can origin of the 2400-year cycle of solar activity be caused by solar inertial motion?

http://hal-insu.archives-ouvertes.fr/docs/00/31/66/11/PDF/angeo-18-399-2000.pdf

Tornando a parlare del Berillio, ci sono ricercatori, come questo gruppo di Cinesi (vedi link riportato), che hanno sviluppato un modello per ricostruire l’intensità magnetica (paleomagnetismo) in base al tasso di produzione di quest’ultimo elemento :

A simple model for reconstructing geomagnetic field intensity with 10Be production rate and its application in Loess studies.

http://www.scichina.com:8080/sciDe/fileup/PDF/08yd0855.pdf

Dell’accostamento, correlazione intensità geomagnetica terrestre – berillio – clima parleremo in seguito adesso partiamo con l’analisi dei grafici sviluppati .        Il primo analizza l’intero intervallo di tempo che va dal 5000BP ad 15000BP.  Sull’asse “y” di sinistra è riportata la temperatura in gradi °C ricostruita grazie all’analisi dei carotaggi in Groenlandia ( Alley).  Sull’asse “y” di destra è stata invece riportata una scala “univoca” valida sia per il SSN (sunspots number) ricostruito da Solanski che per le percentuali di solfati emessi dai vulcani e le concentrazioni di berillio ricostruite sempre dai carotaggi di ghiaccio GISP2.

Per una migliore osservazione dei grafici consiglio l’apertura a schermo pieno.

Potete semplicemente scaricare l’immagini ai seguente indirizzi :

http://img257.imageshack.us/img257/9056/graficon1bis.jpg

http://img832.imageshack.us/img832/4817/graficon2bis.jpg

Osservazioni dedotte dal grafico :

1°) Osservazione

Aree di colore giallo n°2 (8105 – 8325 AC) – n°3 (9315 – 9615AC) caratterizzate da eruzioni esplosive di numerosi vulcani e un basso indice SSN ed un’alta concentrazione di Berillio. Molte delle eruzioni hanno un’ indice d’esplosione compreso fra VEI5 – VEI7. Questi due grandi minimi intervallati da grandi massimi vengono evidenziati anche nel seguente documento firmato Usoskin & Solanski & Kovaltsov :

Grand minima and maxima of solar activity: New observational constraints

http://cc.oulu.fi/~usoskin/personal/7704.pdf

Grandi minimi : 9365BP – 9665 BP / 10105BP – 10325 BP /11315BP – 11615BP

Grandi massimi : 10005BP – 10385BP / 11245BP – 11505BP

Eccovi adesso una breve lista con riportate l’eruzioni esplosive più significative all’inizio dell’Olocene :

Fonte : http://www.volcano.si.edu/world/largeeruptions.cfm

Fate attenzione alla quasi stretta contemporaneità di questi eventi ( occhio ai dati numerici ) ed ai rettangoli rossi posizionati nel grafico che stanno proprio ad evidenziare l’ eruzioni vulcaniche !

E molte ….molte altre che non ho riportato , mi viene proprio da dire si son messi tutti d’accordo ! Che le grosse eruzioni vulcaniche siano in stretta relazione con i processi di raffreddamento del pianeta nessuno può obbiettare . Ecco un’interessante ricerca:  

Bipolar correlation of volcanism with millennial climate change

http://www.pnas.org/content/101/17/6341.full

2°) Osservazione

Area di colore giallo n°1 (Younger dryas) straordinaria percentuale di aerosol emessa dai vulcani e contemporanea elevata concentrazione di berillio .

3°) Osservazione

Emerge una spiccata dinamica “Irregolare” dei cicli solari che vanno dalla fine dello YD 11500 BP al 7500 BP (linea di colore marrone n°4). Sembra che questo andamento per così dire “Nervoso” a partire dal 11500 BP si sia, col passare dei millenni “Scremato” ! Questa mia “ipotesi” mi fa pensare a dei cicli solari, sia a cavallo che nella fasi d’entrata che di uscita dello YD veramente ANOMALI !

Che la dinamo solare si sia letteralmente INCEPPATA , per poi ripartire con violente manifestazioni ( flare, CME e altro) ? Lasciamoci comunque questo interrogativo alle spalle e che verrà ripreso nella seconda parte della trattazione per analizzare adesso il periodo che va dal 8400 BP e 10000 BP :

Ci troviamo nel bel mezzo dell’Olocene ( preboreale -boreale ) qui i drammatici sconvolgimenti naturali registrati fra il Pleistocene-Olocene sembrano essersi placati. I rilevamenti della temperatura in Groenlandia, ricostruiti sempre grazie ai carotaggi nel ghiaccio ci forniscono un’oscillazione della temperatura molto più dolce dai -29,5 ai -31,5. C’è tuttavia da riportare (osservando attentamente il grafico) come l’andamento dei cicli solari ( SSN ) regoli le temperature in tale continente . Infatti l’aumento del SSN sembra essere in correlazione con l’aumento delle temperatura in tale aree del pianeta, viceversa il contrario. Il grafico non è il “massimo” dell’attendibilità anche se tuttavia sembra emergere una certa CORRELAZIONE nei secoli. Come ad esempio nel tratto che dal 8400 BP al 8900 BP, segna il periodo nel quale la temperatura in Groenlandia scende da -29,4 a -32 °C circa.

Ritornando invece al primo grafico esposto,una interessante analisi da riportare è il breve intervallo di tempo col quale entriamo e poi usciamo dallo Younger dryas. 10 anni ..100 anni ma chè ? Sentite questa …..

Un certo William Peterson (notizia a dir poco incredibile di poco tempo fa), ritiene che il grande congelamento si sia sviluppato in meno di un mese, rispetto ad una decina di anni, sulla base delle prove fornite dalle carote di ghiaccio della Groenlandia nei suoi rilevamenti.

http://www.newscientist.com/article/mg20427344.800-mini-ice-age-took-hold-of-europe-in-months.html

Il “Petterson” risulta essere un personaggio molto particolare, uno dei pochi che riesce ad unire passione ed interesse scientifico nella ricerca. Andate a dare un’occhiata al suo sito ed in particolare alle sue pubblicazioni di tutto rispetto. Questo personaggio non delega altri nelle misurazioni e nelle ricerche. Prende di proprio pugno i propri strumenti e va sul campo di battaglia ! Possiamo dire di tutto sui suoi studi, ma che non stia “sul campo da gioco” no di certo !

http://geochemistry.usask.ca/bill.html

Dopo questa breve ma doverosa parentesi di carattere personale concludiamo questa prima parte con un’interrogativo :

Quale può esser stata la dinamica scatenante di queste violenti variazioni sia climatiche che geologiche sul nostro pianeta ? Che il vero e proprio regista di queste “terribili” dinamiche apocalittiche sia da ricercarsi nel campo magnetico della terra, che come nelle precedenti ricerche ho riportato, sembra esser in stretta relazione con il campo magnetico interplanetario. I dati in nostro possesso sono pochi !

Comunque c’è un’altra “branca” della scienza che può darci una mano, è questa è la “Ricostruzione Paleomagnetica” .

Per il momento mi fermo….a presto per la seconda parte !

Michele

 

37 pensieri su “5000BP -15000BP sotto la lente d’ingrandimento — Prima parte —

  1. Che il vero e proprio regista di queste “terribili” dinamiche apocalittiche sia da ricercarsi nel campo magnetico della terra, che come nelle precedenti ricerche ho riportato, sembra esser in stretta relazione con il campo magnetico interplanetario
    Bravo Cara Michelle: Tutti i campi sono correlati. Non esistono compartimenti stagni nella natura. L’energia si muove da uno stato all’altro
    In un impianto di generazione elettrica la gravità se diventa elettricita e sulla casa e convertita in energia termica o, ancora, in movimieno (gravità). Tutto l’universo funziona con l’azione di due forze che operano come una corrente alternata, detta anche “Birkeland corrente”, seguendo l’equazione di Capo unificata:
    http://www.scribd.com/doc/43317424/Unified-Field-Explained-9

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  2. Caro Michele, ammiro il tuo lavoro ma dovresti scrivere un libro per mettere in luce e in relazione tutto quanto. Un articolo su NIA non é sufficiente per estrinsecare tutto. Ma meriti la “fiducia” e vai avanti… almeno tu la meriti!

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  3. Articolo veramente ben fatto! Complimenti! Finalmente un approccio globale a un problema per troppo tempo sezionato – e quindi necessariamente incompleto – dagli specialisti. Interessante l’aspetto connesso alla possibile velocità di accadimento del periodo glaciale (“un mese”), alla faccia dei “tranquillizzatori”… Ancora complimenti vivissimi!!

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  4. Caro Michele sono senza parole. Hai spiattellato davanti agli occhi una correlazione evidentissima tra cose estremamente diverse: sole, campo magnetico, vulcani, clima. Per me questa può definirsi una scoperta importante. Complimenti.

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  5. sand-rio :

    Caro Michele, ammiro il tuo lavoro ma dovresti scrivere un libro per mettere in luce e in relazione tutto quanto. Un articolo su NIA non é sufficiente per estrinsecare tutto. Ma meriti la “fiducia” e vai avanti… almeno tu la meriti!

    Caro sandr…
    di libri e libri che raccantano di queste vicende è piena la storia….
    ogni cultura in ogni tempo della civiltà umana è racchiusa di storie, poemi o altro..
    questa “meravigliosa” realtà delle cose..
    ossia che le dinamiche del cielo si muovon di pari passo a quelle in Terra..
    Qui non si tratta di ragionare in termini di causa-effetto..cari miei….
    E pensare che una dei tanti interrogativi che mi ha portato ad indagare in queste direzioni viene dall’egitto ed in particolare da un sassone a forma di Gatto..leone..fate voi!

    http://www.edicolaweb.net/news_069.htm

    Essa presenta due tipi di erosione sulla sua superficie e sulle pareti del recinto – dove è stata ubicata – composto dallo stesso tipo di roccia. Erosioni longitudinali prodotte dal vento e verticali causate da un’intensa e prolungata azione dell’acque.
    Solo un periodo alluvionale può provocare cicatrici simili e l’ultima alluvione verificatasi nella zona fu intorno al 10.500 a.C., ossia 8.000 anni prima della data attribuita alla costruzione del monumento.

    Ma qui noi facciamo scienza…e non fanta-archeologia…
    L’essere umano ha dimenticato quasi tutto delle proprie origini e delle leggi del creato.
    E’ giunto il momento di aprire lo scrigno dei segreti !
    😎

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  6. Riguardo il secondo grafico, mi viene da pensare che temperatura (linea rossa) e macchine solari (linea nera) non coincidono ma che… anzi…. ogni 930 anni circa si alternano a stare “avanti”
    cioe’… per un certo tempo l’andamento della temperatura SEGUE quello delle macchie. Poi inizia a precederlo e poi si inverte nuovamente. Questo 930 puo’ essere legato ad un qualche evento cosmico a noi ancora sconosciuto… ma reale… che influenza con la sua “ciclicita’” tutto il Sistema Solare. Qualcosa di Magnetico o Gravitazionale. O entrambe le cose insieme!

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  7. Beh mi sembra un bell aticolo composito e multi disciplinare. MI piace molto il tentativo di accostare vari e venti e clicli di eventi a scala geologico-planetaria per spiegare i cicli climatici. Sicuramente le eruzioni vulcaniche hanno un effetto geologicamente immediato sul clima immettendo gas areosol e polveri nell’atmosfera. E anche se alcuni scienziati dicono che questi effetti sono di breve durata (alcuni anni) mi sembra piu che plausibile che piu eruzioni continuate piuttosto che grandi eruzioni ( che noi non possiamo quantificare visto che non le possiamo vedere direttamente ma possiamo fare delle stime su evidenze e dati) possono in effetti causare cambiamenti sul clima ( insolazione precipitazioni ecc) anche più intensi e duraturi di quanto la “scienza ufficiale “non lo riconosca. Interesante anch eil fatto di considerare anche le variazioni dei cicli solari sia come intensità che come regolarità e frequenza ( l’effetto trifoglio). Insomma mi sembra un buon modo per esplorare nuove strade che conducano a conslusioni di ampie vedute e ch ecomprendano finalmente i fattori geoplanetari che possono effettivamente influenzare il clima.
    L’unica nota stonata è la predizione di quel tale Petter… che dice c’he l’arrrivo del periodo glaciale è avvenuto in meno di un mese… come dici tu michele
    Ma qui noi facciamo scienza…e non fanta-archeologia…o fantascienza…
    Infine un piccolo appunto i simboli delle eruzioni vulcaniche nel diagramma sono triangoli rossi e non rettangoli… 😉

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  8. ah dimenticavo quest’osservazione. Quando si trattano tali dati su epoche geoliche piu o meno remote e si fanno correlazioni tra isotopi e temperature e quant’altro, bisogna sempre fare molta attenzione al valore, alla quantificazione del dato. Infatti benchè l’ooservazione di questi dati ci diche in maniera equivocabile che ci sia stato un periodo gloaciale o caldo, o un’eruzione ( o piu) o delle variazioni di intesnità e diciclicità del slle emissioni solari non ci da in realtà nessuna indicazione sul valore quantitativo dell’evento. Il valore quantitativo è SEMPRE un’estrapolazione dell’uomo fatta con calcoli approsiimazioni similitudini, ma non è mai misurata effettivamente. Quindi ricordarsi sempre che i lavori assoluti e le quantificazioni che vengono date nei diagrammi sono reali nel loro trend ma possono essere falsate nei valori puntuali ed assoluti che mostrano.

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  9. @Michele
    Ciao Michele,
    questo è uno dei miei temi favoriti… era sicuramente un Leone ed a quei tempi (10000 ac) puntava la costellazione del Leone all’alba dell’equinozio, ossia verso l’est vero. Qualcuno voleva dirci che era stato lì in quei tempi lontani, ma questa è un’altra (affascinante) storia.

    Ciao
    Livio

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  10. @Alex
    Il vulcanismo sottomarino influenza le temperature dei mari e degli oceani comprese le calde correnti,tra di esse vi è il noto fenomeno di El Nino che si tratta di una corrente oceanica che periodicamente si forma nell’Oceano Pacifico contribuendo a generare piogge monsoniche in alcune aree del globo,e siccità in altre portando anche epidemie.
    Questo è già accaduto nel 1998, e adesso aspetiamo quello che segue avanti 🙂

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