IL CICLO UNDECENNALE DEL SOLE SECONDO BENDANDI

Avevo già parlato di Raffaele Bendandi (1893-1979) facendo una biografia dello studioso faentino (Link al post). Egli è rimasto famoso come “l’uomo che prevedeva i terremoti”(Link ad archivio del corriere.it). Oggi cercherò di sintetizzare le ricerche esposte dal Bendandi nella sua opera “Un principio fondamentale dell’Universo'” pubblicato nel 1933.

Spiegazione del ciclo undecennale del Sole

secondo il Bendandi

Innanzitutto faccio una piccola premessa sulla differenza fra rivoluzione siderale e rivoluzione sinodica. La prima  è il tempo che impiega l’oggetto per compiere un’intera orbita intorno al Sole comunemente detto rivoluzione. La seconda è invece il periodo orbitale apparente (visto dalla Terra) dell’oggetto. In altre parole è il tempo che impiega un oggetto per ritornare nella stessa posizione nel cielo, rispetto al Sole e osservato dalla Terra (link a Wikipedia).

Mi sono concentrato su questo concetto perchè tutti i calcoli riportati nelle tabelle tengono conto del moto semi-rivolutivo sinodico dei pianeti Venere e Giove.

Secondo il Bendandi l’attività solare dipende soprattutto dall’interagire di Venere, Terra e Giove. L’autore riteneva che nel momento delle congiunzioni fra questi pianeti  si generasse una forza marreale, un battimento tale da innescare il ciclo undecennale del sole.

Ragionando con metodo galileano il Bendandi sviluppò una ipotesi basata  sulla differenza in giorni fra le congiunzioni superiori/inferiori di venere e le opposizioni/congiunzioni  di Giove (link a schema) ricavate considerando il moto semi rivolutivo sinodico di questi pianeti.

  Periodo siderale Periodo sinodico Periodo semi-sinodico
Venere 0,615 anni 1,599 anni 583,92 giorni 291,96 giorni
Giove 11,87 anni 1,092 anni 398,9 giorni 199,44 giorni

Il periodo sinodico di venere e giove è considerato come un valore medio può variare anche di parecchi giorni (link a dettagli Venere)(Link a dettagli Giove)

Secondo il Bendandi tanto minore era la differenza in giorni fra le congiunzioni/opposizioni  di Giove e Venere con la Terra e il Sole  maggiore era l’azione che esercitavano sul sole. L’azione mareale  che questi pianeti produccono è maggiore se questa si sviluppa all’equatore solare pertanto Bendandi sviluppa una correzione ai suoi calcoli secondo il periodo dell’anno in cui avvengono le congiunzioni secondo lo schema riportato (da pag 312 Un principio fondamentale dell’Universo Raffaele Bendandi 1933) .

Tenuto conto di queste correzioni e avvalendosi di un almanacco astronomico  che riportasse le date esatte sulle congiunzioni dei vari pianeti sviluppò una tabella alla fine del testo in cui riporta un valore corretto della differenza dei giorni con fra Venere (in congiunzione inferiore e superiore ) e le congiunzioni/opposizioni di Giove dal 1600 al 2003. Osservando i valori ho potuto sviluppare un grafico di confronto con  i valori di sunspot annuo (link ad archivio NOAA) osservati dal 1700 ad oggi.

I valori sono stati trattati come un logaritmo inverso in base 10 moltiplicato per 100 (al fine grafico i valori essendo al denominatore devono sempre essere diversi da 0 e inoltre li ho aumentati portandoli almeno a due per non schiacciare troppo la curva nei dati sviluppati dall’almanacco astronomico di Catania, ultimo grafico sviluppato linea verde in quanto non corretti con la Latitudine Solari come invece aveva fatto il Bendandi)

Ho segnalato con l’azzurro i cicli dal due al quattro per segnalare un netto sfasamento fra quanto predetto dall’ipotesi fatta dal Bendandi e quello che invece abbiamo osservato.

Anche in questo caso ho segnalato in azzurro gli ultimi cicli solari in quanto si nota un aumento della differenza fra ipotesi e osservato.

Probabilmente quello che è accaduto all’inizio del 1800 si sta riproponendo oggi. Da cosa è dovuto questo sfasamento fra Ipotesi e osservazione? Dagli altri pianeti del sistema Solare? Da un rallentamento interno del sole?

Lascio queste domande a tutti voi, nella speranza che qualcuno possa  trovare alla fine una risposta esaustiva sul ciclo undecennale del sole.

Infine lavorando con l’almanacco dell’osservatorio di Catania (link al sito) ho voluto creare un grafico delle successive congiunzioni fra Venere Giove. Secondo l’ipotesi del Bendandi il prossimo massimo dovrebbe esserci  attorno all’anno 2015.

Attualmente esistono molte predizioni sul possibile andamento del prossimo ciclo ne ho voluta creare una ulteriore usando la teoria del Bendandi.

Per ulteriori informazioni vi consiglio di contattare l’Oservatorio Bendandi http://osservatoriobendandi.xoom.it/

Andrea B

44 pensieri su “IL CICLO UNDECENNALE DEL SOLE SECONDO BENDANDI

  1. bEL PEZZO ANDREA…certo che la matassa è ben lungi dall’essere districata!

    chissà quale sarà il “mistero” alla base dei cicli solari…forzanti esterne o interne al sole?

    o entrambe insieme?

    o perchè no, visto che centra ovunque, la CO2?

    intanto ecco come si presenta il behind:

    http://stereo.gsfc.nasa.gov/beacon/latest_256/behind_euvi_195_latest.jpg

    e la media del solar flux è già scesa a 85.33…e stasera scenderà ancora…

    simon

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  2. Pingback: Anonimo
  3. Il monitoraggio dei cicli di avanzamento e ritiro dei fronte di alcuni ghiacciai alpini, sembra confermare una sincronia con i cicli solari, nel senso che il fronte avanza durante i periodi di minimo e arretrano durante i periodi di massimo. Eppure non sembra possibile che la variazione della costante solare possa provocare tali variazioni, che vengono comunque osservate.

    Il moto dei pianeti sembra modulare l’ attività solare e il meccanismo se esiste é ignoto.

    Alla fine si arriva ad un risultato, il moto dei pianeti influisce sul clima della terra. Sembra che l’ astronomia posizionale si sia presa una rivincita. Uno sconcertante ritorno … all’ astrologia, ma su basi scientifiche.

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  4. @Arthur McPaul

    potresti postare qualcosa a proposito dei tuoi commenti un pò in controtendenza con l’articolo o bisogna andare nel tuo blog?

    Ciao
    fano

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  5. @ Luci0
    Concordo sullo sconcertante ritorno “scientifico” dell’astrologia. Non credo che sia un caso che i primissimi astronomi – di cui abbiamo notizia – cioè le popolazioni della Mesopotamia, abbiano fortemente impostato le loro osservazioni astronomiche in un contesto astrologico.
    Ma la cosa che più mi stupisce, da perfetto profano, è che adesso – in questi ultimi anni o addirittura mesi – ci sia stato un improvviso “diffondersi” di conoscenze che solo pochi anni fa avrebbero messo all’indice chi si fosse azzardato a scriverle in contesti diversi da quelli offerti dai libri di fantascienza. Persino su questo sito, quando qualche mese fa mi chiedevo quale modo si poteva avere per “prevedere” i terremoti, si era sollevata una polemica sulla non scientificità di un simile approccio. Ed invece adesso guardiamo le stelle ed i pianeti consapevoli che ci potrebbe essere un nesso… Tutto ciò non può non destare stupore!

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  6. @peritas

    i dati evidenziati dall’articolo sono osservazioni, non ipotesi o conclusioni. Il metodo scientifico viene rispettato.
    L’astrologia non è scienza (IMHO).

    CIAO!
    fano

      (Quote)  (Reply)

  7. fano :

    @peritas

    i dati evidenziati dall’articolo sono osservazioni, non ipotesi o conclusioni. Il metodo scientifico viene rispettato.
    L’astrologia non è scienza (IMHO).

    CIAO!
    fano

    Astrologia … nel senso antico e positivo del termine ovvero quella che permetteva agli “scienziati” dell’ antichità di misurare gli anni le stagioni e i mesi … una scienza molto utile perché permetteva di prevedere stagioni le piene del Nilo etc. etc . poi che fosse legata con la religione, superstizioni e tutto il resto é un altra storia

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  8. @Andrea b.
    STANDING OVATION per il tuo pezzo.
    Un bellissimo tributo al Genio venuto dal nulla che per certi aspetti mi ricorda l’approccio “artigianale” e pionieristico di Tesla.
    E poi, chissà, magari un giorno le sue intuizioni si riveleranno vere…..ricordiamoci nemo profeta in patria per noi malati di modernismo e presuntuosamente e settorialmente scientifici.
    Marcello

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  9. Michele :

    sand-rio :
    Lo studio di Bendandi vorrebbe solo capire se i pianeti hanno delle implicazioni sui cicli.

    E’ interessante notare come l’uomo di scienza nel passato ..e nel presente si ponga sempre le stesse domande ?
    E ipotizzi le stesse risposte…
    Può essere un Bendandi….con le maree solari..
    come un “Wolf” in questa lettera :
    http://tallbloke.wordpress.com/2011/01/10/rudolf-wolf-solar-planetary-theorist-who-knew/
    Per arrivare agli ottimi studi del dott. Vuckevic con la sua formula legata sempre ai pianeti..
    http://www.vukcevic.talktalk.net/NFC7.htm
    E se invece alla fine dei giochi ….la vera risposta si trovasse dentro di noi….
    ciò che in alto sta anche in basso..ciò che sta in basso si muove come quello che sta in alto…
    come dire…
    cio’ che regola il MICRO regola anche il MACRO…
    Ricordate l’esperimento dell’osservatore che modifica l’osservato:
    http://en.wikipedia.org/wiki/Double-slit_experiment
    Non sarà mica la nostra acquisizione di “Coscienza” a plasmare il tutto….
    Non è mica poi così tanto OT la mia uscita di stampo Olistico…

    interessante il tuo ragionamento che sembrerebbe sfociare nell’idealismo hegeliano…
    dalla filosofia è nata la scienza, ma dai dubbi che la scienza non riesce a sciogliere si torna alla filosofia…

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  10. Riguardo alle possibili cause dei cicli stellari (e pertanto solare), quella della presenza di materia oscura nel nucleo è una ipotesi esotica e suggestiva ma priva di certezza sperimentale. Non era mia intenzione proporla come soluzione o poporre altre teorie alternative come Nemesis.
    Il mio intervento puntualizzava la mancaza di scientificità dell’imflusso dei pianeti, dimostrato direttamente osservando oltre stelle che con o senza binaria, con o senza pianeti noti, presenta cicli tipo-quello-undecennale-del-Sole.
    Pertanto, i motivi del “pulsare” delle stelle dipende da altri fattori ma non di ceeto da fantomatiche influenze elettromagnetiche o di marea da parte dei pianeti, altrimenti, si avrebbero cicli stellari solo in concomitanza di sistemi planetari o binari.

    La causa prima non ci è dato saperlo e potrebbe benissimo riguardare la fisica quantistica piuttosto che quella celeste.
    Se in passato posso aver accennato ad ipotesi differenti era pura speculazione fine a sé stessa.

    Appena posso citeró delle fonti per coloro che ne avessero bisogno.

    Un saluto

      (Quote)  (Reply)

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