Archivio mensile:Aprile 2011

Le reazioni nucleari nel sole 2: La fusione nucleare e la finestra di Gamow

Il processo della fusione nucleare nelle stelle può essere suddiviso in una serie di step:

Due nuclei si avvicinano tra di loro. La repulsione elettrostatica li rallenta e li ferma quando la loro energia cinetica si è totalmente trasformata in energia potenziale nel reciproco campo elettrostatico.

Le energie termiche disponibili sia nel sole, sia sulla terra, sono insufficienti a portare due nuclei a contatto tra di loro. Si può calcolare fino a dove riescono ad avvicinarsi tra di loro. La loro energia termica, che va trasformata in energia potenziale, si calcola con la distribuzione di Maxwell – Boltzmann. Non si calcola con il fattore di Boltzmann, come viene indicato nella parte maggiore dei testi. E’ importante tenere conto del fatto che per l’avvicinamento tra due particelle non è determinante la velocità assoluta delle particelle ma la velocità relativa tra le due particelle, che è un’altra cosa.

Una particella che si è avvicinata fino a una certa distanza a un’altra particella e che è stata fermata dalla barriera elettrostatica ha una probabilità calcolabile di trovarsi dall’altra parte della barriera, cioè in contatto con l’altra particella. Questo perché il suo comportamento va descritto da un’onda. L’onda può mostrare un’ampiezza all’interno della barriera e dall’altra parte della barriera. La probabilità di passare dall’altra parte della barriera diminuisce con la distanza tra le due particelle. 

All’interno della barriera l’onda c’è. Ma il quadrato dell’ampiezza che dà la probabilità di trovare la particella lì, non fornisce un valore reale, ma un valore immaginario, una caratteristica del calcolo con numeri complessi. In altre parole, la particella può trovarsi di qua o di la della barriera, ma non nella barriera.

Il prodotto delle due funzioni, cioè la probabilità di trovare una particella con una certa energia e la probabilità che la particella passi la barriera mostra un massimo a una determinata energia. La zona intorno a questo massimo si chiama “finestra di Gamow”. Al di fuori della finestra di Gamow il prodotto delle due probabilità diventa piccolo. Due particelle si possono incontrare soltanto se la loro reciproca energia cinetica cade dentro la finestra di Gamow. A energie più basse nella distribuzione termica delle energie si trovano tante particelle, ma le loro energie sono insufficienti per avvicinarsi abbastanza per l’effetto tunnel, la barriera non è trasparente. Alle alte energie alte la barriera è notevolmente trasparente ma non ci sono particelle.

Quando due particelle si incontrano può verificarsi una fusione dei due –  eventualmente, non sempre. La fusione tra due protoni  è complessa. Tra due protoni non esiste nessuno stato legato. Due protoni si possono legare tra di loro soltanto se nel momento del contatto uno dei due si trasforma in un neutrone, con l’emissione di un positrone e un neutrino. Normalmente protoni non si trasformano in neutroni, manca l’energia per farlo. Nel caso della fusione di due protoni l’energia viene fornita dall’energia di legame del deuterone che si forma. Questa energia, 2,224 MeV, è abbondante. Per la formazione del positrone occorrono 0,511 MeV, restano quindi 1,713 MeV che vanno in energie cinetiche del positrone e del neutrino.

La trasformazione del protone in un neutrone è un decadimento beta. Il decadimento beta è governato dall’interazione debole.

La fusione tra due nuclei di solito è una questione di interazione forte, che governa l’adesione dei nucleoni (cioè protoni e neutroni) tra di loro. La fusione tra due protoni è l’unico caso di fusione nucleare conosciuto che coinvolge oltre all’interazione forte e anche quella debole, che al momento giusto deve trasformare un protone in un neutrone.

Quando si afferma che la fusione termonucleare, cioè la bomba all’idrogeno o la fusione allo scopo della generazione di energia elettrica, sia il processo del sole, si tratta di una non verità. La fusione eseguibile sulla terra, cioè tra deuterio e trizio, non coinvolge nessuna interazione debole.

La fusione tra due protoni, che formano un deuterone, sulla terra non è mai stata eseguita.

La distribuzione di Maxwell – Boltzmann

Le particelle in un gas o in un plasma si muovono. Se la densità del gas è sufficiente per far nascere interazioni tra di loro, nasce un equilibrio termico con una distribuzione delle energie tipica. La probabilità che una particella abbia una certa velocità o una certa energia cinetica viene descritta dalla distribuzione di Maxwell-Boltzmann.

Due diverse formulazioni della distribuzione di Maxwell – Boltzmann:

       distribuzione in funzione della velocità

      distribuzione in funzione dell’energia cinetica

Le funzioni f(v) e f(E) indicano ciascuna punti della curva. La probabilità di trovare una velocità precisa o un’energia precisa è zero. La probabilità diventa finita per un intervallo dv di velocità o un intervallo dE di energia. L’area intera sotto le curva diventa 1 (quest’è un controllo per la correttezza del calcolo).

La prima formula fornisce la probabilità f(v) di trovare la particella nell’intervallo di  velocità v – dv/2 a v+dv/2.

La seconda formula fornisce la probabilità fE di trovare la particella con l’energia nell’intervallo E- dE/2 a E+ dE/2.

Nella prima formulazione appare la massa m della particella, nella seconda formulazione la massa non appare.

La distribuzione di Maxwell – Boltzmann  è idonea per descrivere il comportamento nelle stelle al di fuori delle situazioni di altissima densità come si trova nelle nane bianche o nelle le stelle a neutroni.

La cinetica d’urto tra due particelle.

Esiste un “trucco” per il comportamento tra due particelle in movimento. Si possono usare le formule valide per una sola particella, sostituendo la massa della particella con la “massa ridotta”, che si calcola con la seguente formula:

mridotta  =  m1 * m 2 / (m 1   +   m2)

(derivazione dettagliata in Wikipedia)

Grafico per la distribuzione Maxwell – Boltzmann delle velocità di protoni in  m/s a 15 Milioni di gradi K (interno del sole).

La distribuzione in funzione dell’energia è una sola, è uguale per singoli protoni, per coppie di protoni, per nuclei di elio o qualsiasi altra particella. La massa della particella non appare nella formula. L’esempio è stato calcolato per la temperatura di 15 milioni di K, temperatura al centro del sole.

Il fatto che la distribuzione Maxwell – Boltzmann espressa per velocità delle particelle crea due curve diverse e che la distribuzione in termini di energia consiste in una sola curva, merita una spiegazione: La velocità è un vettore, l’energia uno scalare. Per l’energia cinetica tra due particelle non conta la lunghezza intera (modulo) del vettore, ma solo la sua componente lungo la linea che collega le due particelle.

La barriera elettrostatica

Il grafico mostra l’energia (non la forza) di repulsione elettrostatica tra un nucleo di deuterio e un nucleo di trizio.

Contatto tra i due nuclei. A questo punto l’interazione forte diventa dominante sulla la repulsione elettrostatica. Il grafico si riferisce alla repulsione tra un nucleo di deuterio e uno di trizio. E’uguale a quello tra due protoni, dato che le cariche elettriche sono uguali. Basta spostare la linea di contatto un po’ più a sinistra. L’energia elettrostatica al contatto tra due protoni è più alta, dato che sono più piccoli e si avvicinano un po’ di più.

L’effetto tunnel

L’energia cinetica necessaria tra due protoni per superare la repulsione elettrostatica tra di loro è di 545 keV. La probabilità di trovare quest’energia nella distribuzione termica a 15 milioni di gradi è dell’ordine di grandezza di 10-160. In tutto il sole non c’è neanche una coppia di protoni con questa energia.

Secondo la meccanica classica la barriere può essere superata soltanto da particelle con energia uguale o superiore all’altezza della barriera.

Secondo la meccanica a onde le particelle possono avere una probabilità di trovarsi dall’altra parte della barriera senza avere l’energia sufficiente per superarla. E come superare una montagna con un tunnel invece di passare sopra.

Le ampiezze dell’onda (prese al quadrato), che esprimono la probabilità di trovare la particella in un posto si ottengono come soluzione dell’equazione di Schroedinger.  Il potenziale da usare nell’equazione di Schroedinger è quello elettrostatico descritto qui sopra, a simmetria sferica. Questo problema matematico è stato risolto da Gamow.

Il rapporto delle probabilità fuori o dentro la barriera viene chiamato “trasparenza della barriera”.

Si ottiene come risultato per la trasparenza o la probabilità di passare la barriera:

probabilità =  exp (-EG/E)1/2

EG  =  energia di Gamow  =  (paZA  ZB)2 2mr c2   in J

E    =  energia della particella in J

mr   =  massa ridotta delle due particelle

c     = velocità della luce  =  299 792 458  m/s

a =  fine structure constant  .conversione J in eV:   1 eV=  1,6020E-19 J

Elmar Pfletschinger

La Distorsione dell’Informazione Scientifica – Parte 1

La Divulgazione scientifica dovrebbe essere qualcosa che chiunque potrebbe fare, ma pensateci bene, così non è.

Gli argomenti spesso sono molto più complicati di quanto ci sia fatto sembrare e tutti i discorsi vengono resi più soft per essere alla portata di tutti, tutti possono capirli, ma in pochi possono farveli capire.

Questa è la divulgazione scientifica che avviene dall’alto verso il basso, ma esiste anche la divulgazione tra le parti, che comprende ricerche e pubblicazioni su riviste specialistiche e che difficilmente finiranno mai in mano alla persona comune, perchè probabilmente non sarà in grado di capire il significato di tale ricerca.

Quindi capite bene che tali informazioni sono molto controllate, non sono libere come si possa credere, ed è molto facile bloccare ciò che sta scomodo, analizzeremo adesso 6 possibili fonti di distorsione che l’informazione scientifica potrebbe ricevere.

1) Vizio del risultato positivo

dice già tutto, ma per farmi capire meglio, non si intende che il risultato viene inteso positivo anche in situazioni ambigue o chiaramente negative ( ad esempio il famoso bicchiere mezzo-pieno mezzo-vuoto ) ma si intende la pubblicazione delle ricerche sulle maggiori fonti di divulgazione scientifica.

Ogni ricercatore può nel suo lungo lavoro può arrivare ad ottenere risultati positivi e negativi su determinati ambiti di studio, si è visto che più del 60% delle ricerche pubblicate avevano portato risultati positivi ( per positivi si intende attinenti all’obbiettivo del ricercatore ), c’è quindi una netta predominanza di un risultato sull’altro, senza però che ci sia una reale differenza nella qualità con cui la ricerca è stata svolta.

Perchè se entrambe le ricerche, una positiva e una negativa sono state svolte seguendo tutti i principi scientifici ed evitando distorsione nei dati hanno entrambe lo stesso diritti e lo stesso valore scientifico, e devono essere pubblicate.

Capita, e va detto, che il problema spesso non è la rivista che non pubblica il risultato negativo, ma è lo stesso ricercatore che interrompe a metà la ricerca oppure la conclude ma non la invia agli enti interessanti perchè il risultato non è conforme agli obbiettivi che esso voleva raggiungere.

L’esempio è presto fatto: provate ad immaginare un ricercatore che vuole ottenere delle prove a favore di una determinata teoria e che tale ricerca sia stata finanziata a questo scopo e che c’è una rivista molto importante che non vede l’ora di ricevere i tuoi risultati.

tale ricerca però porta a confutare o in parte o completamente tale teoria, che succede? il ricercatore blocca tutto perchè i fondi vengono a mancare in quanto l’obbiettivo non è più raggiungibile, oppure riesce a concludere tutto ma decide che i risultati non portano a niente e non invia la ricerca, alternativamente riesce a trovare una teoria alternativa grazie ai nuovi dati e la invia alla rivista, che però decide di non pubblicarla in quanto loro sono promotori della teoria originaria.

2) Il Revisore è in sintonia con i risultati e li pubblica

Questo punto è in parte l’espansione del primo, ma si riferisce a qualcosa di molto più pericoloso, perchè se prima avevamo dato per scontato che i risultati provenissero da una ricerca eseguita correttamente senza errori, ora non lo facciamo più.

Perchè questo errore va a colpire un ambito molto più grande, perchè se colui che deve pubblicare un risultato di una ricerca sulla propria rivista è in sintonia con il risultato, potrebbe succedere che anche ricerche che non dovrebbero essere pubblicate ( perchè contenenti errori di procedura ) finiscano per far parte dell’informazione scientifica.

Ed ecco che potremmo trovarci con tantissimi risultati di un certo tipo senza però sapere se tali risultati siano realmente significativi o no.

L’esempio più lampante nel nostro caso è quello riguardante il riscaldamento globale, è logico aspettarsi articoli a favore o contro in base al “credo” di colui che deve pubblicarli, senza andare a controllare se tale studio ha una validità.

(NB: non confondete però l’informazione scientifica vera e propria con blog come il nostro, noi riproponiamo solo ciò che è già stato pubblicato, non siamo ancora arrivati ad avere le ricerche in esclusiva)

3) Differenza tra Assoluto e Relativo

Il Significato di questo punto è abbastanza chiaro, Assoluto e Relativo sono 2 cose diverse ma possono tranquillamente riferirsi alla stessa cosa.

Per esempio, la variazione di un dato può essere espresso sia come differenza assoluta che differenza relativa, un esempio di questo noi lo vediamo ogni mese con i resoconti dei ghiacci artici, infatti i grafici sull’andamento dell’estensione nel corso del tempo non si basano sul valore assoluto, ma su quello relativo.

Capita così che quando l’estensione è molto alta la variazione sembra più piccola di quanto sia in realtà, mentre quando l’estensione è bassa tale variazione sembra enorme se confrontata con altri mesi, ovviamente se andiamo a vedere la differenza assoluta i valori potrebbero tranquillamente essere gli stessi.

Questo errore però non ha mai avuto vita facile perchè è stato spesso considerato non una possibile fonte di distorsione dei dati, ma un banale errore di lettura da parte di chi legge tale risultato.

Per smentire tale ipotesi furono invitati 100 medici tra i più illustri del proprio campo e gli fu presentato ( in 2 gruppi differenti ) il risultato della sperimentazione di un nuovo farmaco per inibire una determinata malattia, ad un gruppo il risultato fu dato in termini assoluti e all’altro in termini relativi.

all’uscita fu poi chiesto a questi medici un commento sul risultato e se fossero stati disposti a prescrivere tale farmaco per quella malattia, venne fuori che coloro che avevano ricevuto il risultato in termini relativi vedevano molto più positivamente il farmaco ed erano disposti a prescriverlo ai propri pazienti, mentre coloro che avevano ricevuto il risultato in termini assoluti erano molto più titubanti.

Altri studi poi confermarono che nell’ambito medico tale distorsione assume connotati molto più influenti che in altri ambiti scientifici.

Fine Prima Parte

NB: Non ho fonti per questo articolo, ma tutto si basa su una lezione a cui ho partecipato all’università di Bologna

FABIO

Le reazioni nucleari nel sole 1: L’energia prodotta dal Sole

Sulla superficie terrestre, fuori dall’atmosfera, arriva la radiazione solare con una potenza di 1355 W/m2 (costante solare). La distanza della terra dal sole in media è di 149,6 milioni di km. Dalla moltiplicazione della costante solare con la superficie di una sfera con il raggio uguale alla distanza media sole – terra si ottiene che la potenza totale delle radiazioni dal sole è di 3,805 x 1026 W (3.846×1026 W da http://en.wikipedia.org/wiki/Sun).

Nel sole idrogeno viene trasformato in elio.  Il primo passo è la reazione di due protoni che diventano un nucleo di idrogeno pesante o deuterio. L’energia totale liberata dalla fusione di 4 protoni in un nucleo di elio è di 26,12 MeV. Nelle reazioni nascono anche due neutrini che portano via un’energia che al massimo è di 471 keV ciascuno. L’energia portata via dai neutrini non riscalda il sole, i neutrini lasciano il sole senza interagire (in linea di massima). L’energia che riscalda il sole è di circa 25,65 MeV per ogni atomo di elio creato.

1 eV corrisponde a 1,609 x 10-19 J.  L’eV (electron Volt) è una misura di energia come il Joule. Dalla potenza totale del sole di 3,805 x 1026 W si calcola che il sole produce 6,15 x 1011 kg di elio al secondo. (6,2 x 1011 kg/s da  http://en.wikipedia.org/wiki/Sun).

Assumendo l’età del sole in 4,6 miliardi di anni  (= 1,45 x 1017 secondi) e assumendo una reazione costante nel tempo si calcola che il sole ha prodotto 8,93 x 1028kg di elio nel frattempo, il 4,6% della propria massa si è trasformato in elio.

La composizione della superficie del sole, determinata con mezzi spettroscopici è:

Elemento Percentuale numero di atomi Percentuale della massa
Idrogeno 91,2 71,0
Elio 8,7 27,1
Ossigeno 0,078 0,97
Carbonio 0,043 0,40
Azoto 0,0088 0,096
Silicio 0,0045 0,099
Magnesio 0,0038 0,076
Neon 0,0035 0,058
Ferro 0,0030 0,14
Zolfo 0,0015 0,040
    .
       

 Da: http://en.wikipedia.org/wiki/Sun

I dati usati per calcolare la quantità di elio creati nel sole:

massa solare 1,9891E+30 kg
Distanza terra sole 149 600 000 000 m
Costante solare 1353 W/m^2
Energia di fusione di 4 protoni in un nucleo di elio senza l’energia dei 2 neutrini 25,65 MeV
Equivalente eV/Joule 1,602E-19 eV/J
Massa nucleo di elio 4,0026026,646476E-27 AMUkg
Età del sole 4,6E91,45E17 Annisecondi

Risulta che il contenuto di elio nel sole non corrisponde alla quantità di elio prodotta nel sole. C’è ne molto di più. Il dilemma si risolve con l’assunzione di un contenuto elevato di elio prima dell’inizio della reazione termonucleare. Si presume che la composizione di giove corrisponda alla composizione del sole prima dell’accensione. Giove contiene il 25% di elio.

Elmar Pfletschinger

Anomalie Temperature e Precipitazione Italia – Dati CNR Marzo 2011

Questi sono i Dati del CNR, sono quindi le anomalie ufficiali Italiane e sono calcolate basandosi sulla rete AM/Enav integrando anche gli osservatori antichi sparsi per la penisola, la media di riferimento è la 71-00 utilizzata ufficialmente anche dell’Aeronautica e che dal 2011 è divenuta quella ufficiale anche per l’Organizzazione Meteorologica Mondiale ( OMM )

Anomalia Temperature:

 

Il mese chiude con una anomalia di +0.44°C ed è il 39° mese di Marzo più caldo dal 1800.

Il record spetta al Marzo 2001 con un’anomalia di +3.19°C

Anomalie Precipitazioni:

Il mese chiude con un surplus del 52% ed è il 39° mese di Marzo più piovoso dal 1800.

Il Record spetta al Marzo 1928 con un surplus del 119%

FABIO

Le reazioni nucleari nel sole: Introduzione

La serie di testi presentati qui si occupa delle reazioni nucleari nel sole. Con quale scopo? In tanti testi i problemi sono presentati come risolti. Si dà come risolta anche il problema classico dei neutrini solari mancanti. Anche se le prove sperimentali (dal CERN a Ginevra si mandano neutrini verso il laboratorio sotto il Gran Sasso per vedere se si sono trasformati) mancano ancora. Questi articoli  mettono in evidenza le mancanze di conoscenza (può darsi che siano solo quelle dell’autore, si spera sulla discussione). Forniscono qualche metodologia matematica allo scopo di evitare “calcoli virtuali”, cioè quei calcoli che fornirebbero  il risultato  desiderato se fossero eseguiti davvero. Poi sono sempre sbagliati. Nei testi sono inclusi formule e dati che servono a eseguire i calcoli davvero e a esporsi a qualche sorpresa. Le teorie presentate si avvalgono delle scoperte recenti di nuclei intermedi decisamente instabili, esempio: elio5.

Nell’astrofisica odierna non sono considerati alcuni principi della fisica nucleare, che riguardano  la cattura di elettroni e antineutrini da parte di nuclei. Sulla terra neutrini e antineutrini reagiscono quasi mai, la loro energia è sempre sbagliata. In ambienti stellari invece l’energia può essere idonea. Da qui derivano ipotesi di reazioni nucleari nelle sole non considerate normalmente.

Nel nucleo del sole la fusione nucleare produce elio 4 a partire da 4 protoni. La prima reazione: Due protoni si fondono e diventano un deuterone. Deuteroni si fondono con altri protoni e diventano nuclei di elio 3. I nuclei di elio 3 si fondono tra di loro a diventare elio 4 con l’emissione di due protoni che avanzano. Tutto questo merita un’analisi. Questi sono le reazioni principali. Vale la pena esaminare anche le reazioni meno frequenti.

Sulla terra si studiano le fusioni nucleari soprattutto usando acceleratori per portare uno dei due nuclei all’energia necessaria a superare la repulsione elettrostatica tra di loro.

C’è un problema: Nelle stelle, come nel sole, non ci sono acceleratori. La velocità dei nuclei è un movimento termico.  Alle temperature all’interno delle stelle queste velocità sono molto più basse di quelle usate negli acceleratori.  Nelle stelle della sequenza principale del diagramma Hertzsprung – Russell,  cioè nelle stelle che producono energia con la fusione dei nuclei dell’idrogeno, la velocità termica dei protoni è insufficiente per il superamento della repulsione elettrostatica tra i protoni.

Il problema della “fusione sotto la soglia” è stato affrontato da un fisico russo, emigrato negli Stati Uniti: George Gamow.

La teoria di Gamow dice che due nuclei possono fondersi anche se i due nuclei non si toccano.  I due nuclei possono superare la barriera tramite l’effetto tunnel, che è caratteristico della meccanica a onde. Non c’è nella fisica classica. Gamow ha risolto il problema matematico della trasparenza della barriera. 

Nel centro sole, a 15 milioni di gradi, protoni con l’energia termica media restano troppo distanti tra di loro per superare la barriera con l’effetto tunnel. Solo protoni nella coda delle energie alte ce la fanno. Quelli però sono pochissimi.

Moltiplicando la probabilità che una particella abbia una certa energia con la probabilità di passare dall’altra parte della barriera tramite l’effetto tunnel, si ottiene il “compromesso”, cioè quella parte di particelle che nella distribuzione termica delle energie è abbastanza veloce da poter superare la barriera. La zona di questo “compromesso” si chiama la “finestra di Gamow”.

Per il sole: la temperatura al centro del sole si assume che sia di 15 milioni di gradi. Secondo la distribuzione Maxwell – Boltzmann delle energie termiche il numero massimo delle particelle si trova a un energia termica di 625 eV. Il 4,7% in un campo di energie tra 560 e 685 eV. La trasparenza della barriera elettrostatica tra due protoni in questo campo di energie è di 2,3 x 10-9.  Un protone su 813 milioni si trova in contatto con un altro protone attraverso l’effetto tunnel. In pratica all’energia dove traviamo il numero massimo di particelle, la barriera elettrostatica non è trasparente. Il massimo della finestra di Gamow si trova a 5120 eV. A questa energia lo 0,41% dei protoni si trova in un campo di energie largo 125 eV, la trasparenza della barriera fa trovare circa una particella su mille dall’altra parte della barriera. Se non ci fosse l’effetto tunnel ci vorrebbero 545 000 eV per portare due protoni in contatto tra di loro. Nel sole nessun protone ha questa energia.

Le fusioni nucleari sotto la soglia energetica del contatto si chiamano fusioni nel “campo Gamow”. C’è un laboratorio capace a fare fusioni nel campo Gamow. L’esperimento si chiama “LUNA” (Laboratory Underground Nuclear Astrophysics) ed è di casa nel laboratorio sotto il Gran Sasso. Le fusioni nel campo Gamow succedono di raro ed è impossibile studiarle in presenza di radiazione di fondo normale. Questo è il motivo perché occorre andare sotto il Gran Sasso e usarlo come schermo contro la radiazione di fondo.

Con l’esperimento LUNA sono state studiate una serie di fusioni stellare. Ma la fusione tra due protoni è fuori portata anche per LUNA. E’ di gran lunga troppo rara.

Nell’esperimento LUNA sono state studiate le reazioni 4He(3He,gamma)7Be, d(p,g)3He, d(d,p)t, 3He(d,p)4He, 3He(3He,2p)4He, forse anche altre.

La fusione tra due protoni che porta al deuterio è diversa da tutte le altre fusioni. Di solito nelle fusioni nasce un “nucleo intermedio” (compound nucleus) che dopo decade. Il nucleo intermedio è composto dalla somma dei protoni e neutroni dei due nuclei fusi. Esempio: Nella fusione tra due atomi di elio 3 nasce un nucleo di berillio 6. Questo è poco stabile e con un tempo di dimezzamento di  10-21  secondi decade in un atomo di elio 4 e due protoni.  Nelle fusioni a bassa energia il nucleo intermedio c’è sempre, anche se non viene indicato. La reazione tra due nuclei di elio 3, secondo i modi di scriverla in uso attualmente, va direttamente il elio 4 e due protoni. In realtà non è così. La causa di questo errore sta nel fatto che il nucleo di berillio 6 era sconosciuto fino a poco fa. Sulla “chart of nuclides” di Karlsruhe, edizione 1995 non c’è. E’ apparso sull’edizione 2005. Le reazioni dirette, cioè senza il passaggio attraverso un nucleo intermedio sono tipiche per alte energie d’urto.  In questo caso un nucleo proiettile che colpisce un nucleo target gli stacca dei pezzi nell’urto. Alle energie altissime il nucleo target esplode in tanti pezzetti, cioè protoni e neutroni. Questo processo si chiama “spallazione”.

Nella fusione tra due protoni non c’è un nucleo intermedio composto da due protoni. Non esiste alcun stato legato tra due protoni. La fusione tra due protoni funziona solo se nel momento di contatto (attraverso l’effetto tunnel) uno dei due protoni si trasforma in un neutrone. Questa trasformazione, un decadimento beta, è governata dall’interazione debole. La fusione tra due protoni è l’unica fusione conosciuta che coinvolge l’interazione debole. A causa di questo coinvolgimento le fusioni tra due protoni sono così rare che probabilmente non potranno mai essere osservati in laboratori terrestri. La rarità di questa reazione è la causa della longevità del sole, che mette 10 miliardi di anni a bruciare l’idrogeno nel suo nucleo.

Il processo successivo alla formazione del deuterio è la fusione di un deuterone con un protone. Anche questa reazione è problematica: Il nucleo intermedio, cioè il elio 3 eccitato non esiste. La reazione deve portare direttamente allo stato fondamentale dell’elio 3. L’eccesso di energia va portato via con l’emissione di un quanto di raggi gamma.

C’è un metodo per studiare i processi di fusioni nel sole:

Si presume che il pianeta Giove sia un sole mancato. Troppo piccolo per arrivare a temperatura e densità sufficienti per la fusione con la compressione gravitazionale. La composizione di giove sarebbe uguale a quella del sole prima che siano iniziate le reazioni nucleari. Attualmente le composizioni di Giove e del Sole sono leggermente diverse e si può attribuire questo alle reazioni nucleari che nel sole sono avvenute e in Giove sono mancate.

Un altro esempio per l’omissione del nucleo intermedio nei testi si trova nel ciclo CNO o Bethe Weizsaecker. L’ultimo passaggio sarebbe che un nucleo di azoto 15 con un protone diventa un nucleo di carbonio 12 più una particella alfa, cioè un nucleo di elio 4. In realtà dalla fusione di un nucleo di azoto 15 con un protone nasce un nucleo di ossigeno 16. Si evitava la indicazione di questo nucleo perché non era credibile che il nucleo di ossigeno 16, uno dei più stabili, facesse un decadimento alfa esclusivo. Solo di recente si sa che dalla fusione dell’azoto 15 con un protone viene raggiunto un livello eccitato dell’ossigeno 16 che fa un decadimento alfa esclusivo. Il premio Nobel è stato assegnato 50 anni prima che si sapesse.

Elmar Pfletschinger