Archivi giornalieri: 18 Luglio 2011

La Rubrica di NIA: La Doppia Faccia della Demagogia

Negli ultimi tempi sempre più gente è passata dal credere cecamente alla scienza climatica mondiale ad una posizione più critica nei confronti di qualcosa che ancora oggi non conosciamo quasi per niente.

Avvenimenti come il Climategate o come gli innumerevoli errori trovati nei report dell’IPCC (comprensivi anche di alterazioni di dati e misure rispetto alle ricerche realmente eseguite), possiamo citare poi il triste fallimento del convegno di Copenaghen (chiuso tra l’altro sotto temperature siberiane).

Non scrivo questo articolo però per citare queste cose, ne abbiamo già discusso a lungo e tante altre informazioni si trovano in siti come il nostro, voglio parlare di chi si è preso la colpa di tutto questo.

Eh si, perché i “papi” dell’AGW hanno dato la colpa di questa diminuzione di consenso (ma badate nessuno nega l’esistenza del problema, ma sono la causa e la sua reale entità che fanno discutere) verso il catastrofismo climatico causato dall’uomo ai Media, perché secondo loro non hanno saputo schierarsi nel modo giusto verso la loro tesi, anzi spesso opzionando per l’altra.

Ora, il pezzo che seguirà è una libera interpretazione di una parte di un articolo che è stato pubblicato sul sito Climalteranti, potete trovare l’articolo originale a questo link: http://www.climalteranti.it/2011/07/08/psicologia-e-cambiamenti-climatici/

NB: Questo articolo non è una critica al sito in questione ne alle persone fisiche che gestiscono e scrivono in quel blog e tantomeno non è una critica verso chi fa ricerche sul campo climatico.

Si cerca invece di far notare come un certo atteggiamento, molto simile alla demagogia politica, possa essere un’arma a doppio taglio, e che pari pari può essere rigirata ed usata contro.

Qualsiasi altra interpretazione dell’articolo è una mera forzatura ed è a mio parare a solo scopo polemico, cosa che noi invece vogliamo evitare apertamente

Chi si occupa della scienza del clima a volte si stupisce delle difficoltà che si incontrano nel far capire la realtà del problema, e la sua vera gravità: nonostante le complessità e le incertezze presenti, alcuni dati di base, alcune tendenze sono però indiscutibili (aumento dei gas climalteranti in atmosfera, aumento delle temperature, riduzione dei ghiacci, ecc ecc) anche se ancora mancano prove della mano antropica in tutto questo.

Come  sanno i lettori di questo blog, oggi molto più che in passato ci sono voci che cercano di capire la reale connessione e  quantificare concretamente questi problemi, ricostruendo un clima che è sempre cambiato, la cui colpa può essere data al sole o che stiamo andando vero l’era glaciale.

Sorge quindi spontanea la domanda: Come Mai? Come mai ancora oggi è diffusa la convinzione che questa dei cambiamenti climatici sia un problema catastrofico ed irrisolvibile messo in giro da scienziati infingardi o avidi di fondi di ricerca?

Parte della responsabilità potrebbe essere del mondo scientifico, che non ha saputo comunicare adeguatamente all’esterno, far capire i dati e le elaborazioni che portano a ritenere il riscaldamento del pianeta come un fenomeno quasi completamente naturale e “molto probabile” la responsabilità del sole in tutto questo. Troppo spesso gli studiosi dimenticano che “i dati non parlano da soli”.

Altri “perché” si potrebbero trovare dall’azione delle lobby della disinformazione; ma mentre in altri contesti, per esempio negli Stati Uniti, le pressioni delle lobby dell’industria ecologista e ambientalista sono pesanti e documentate (http://daltonsminima.altervista.org/?p=1528), nel territorio italiano i conflitti di interesse sembrano essere stati un fattore poco rilevante. Hanno contato di più l’esibizionismo, il narcisismo, la ricerca di visibilità che può arrivare dal sparare catastrofiche previsioni per i prossimi anni.

Il problema climatico per altri è stato uno dei fronti di una battaglia ideologica, volta a difendere a tutti i costi l’attuale concezione dello sviluppo e della produzione, o una visione religiosa dell’uomo e della natura.

Il motivo della popolarità di queste posizioni va cercato anche nel loro essere comode visto che ancora adesso gran parte dell’informazione è controllata da chi crede nell’AGW. Non voler riconoscere la situazione climatica come naturale è legato al non riconoscere la insignificanza che siamo noi rispetto al nostro pianeta o rispetto al sole, un’insensatezza di cui si avvertono i segnali, e che coinvolge un livello profondo della nostra vita, in quanto si tratta di ridefinire le nostre aspettative.

Per rispondere al Come mai, è necessario quindi indagare anche il campo della psicologia. Parte del credo AGW può essere ricondotto a quanto viene studiato in ambito psicanalitico e in sociologia, in cui questa megalomania o questo ego smisurato che fa credere alle persone di avere in mano il destino di tutti  indica un meccanismo di difesa inconscio utilizzato dagli esseri umani per poter affrontare colpe, ansie e altre inquietudini. E il futuro che ci prospetta un clima che non possiamo controllare o modificare a nostro piacimento è per molti versi inaccettabile e fonte di ansia.

Chiedo a tutti i nostro lettori di scrivere commenti che rispettino il volere dell’articolo, mi raccomando, la parte in grassetto deve essere rispettata.

Siamo persone civili e non voglio neanche la minima critica nei confronti del sito da cui ho preso parte di questo articolo (l’ultima cosa che vogliamo è passare per quelli che attaccano siti concorrenti)

FABIO