MINIMO SOLARE RAFFREDDAMENTO GLOBALE E GHIACCI POLARI

Come molti sapranno, la nostra stella ha notevolmente ridotto la sua attività magnetica, dando vita ad un vero e proprio minimo solare. La bassa attività solare ha così determinato una riduzione dell’irraggiamento e una contrazione dell’eliosfera dovuta ad una consistente riduzione del vento solare. Questi fattori determineranno nei prossimi anni/decenni un generale abbassamento delle temperature globali. Sulla correlazione tra bassa attività solare e raffreddamento planetario abbiamo prove storiche (min di Maunder, min di Dalton, min di damon, ecc.), ovvero periodi nei quali si ebbero inverni mediamente più freddi, estati mediamente più fresche e banchise polari molto estese. Come mai allora nonostante il minimo solare le estensioni delle banchise, in particolare quella artica, sono ridotte ai minimi? Ebbene dopo mesi di ricerche sterili e a volte anche un po’ deprimenti, penso di aver trovato la risposta (o una delle risposte).
IL VENTO SOLARE
A partire dalla seconda metà degli anni 90 il SW ha ridotto mediamente la sua velocità di un 20%, generando una contrazione dell’eliosfera, riduzione accentuatasi poi ancor di più con l’entrata in pieno nel minimo de EddY (minimo attuale).
A questo puntovi chiederete: ma cosa c’entra il vento solare con le banchise polari?
Il Prof F.Califano ha pubblicato uno studio molto interessante, studio associato ad una tesi di Laurea in fisica dei plasmi. Il risultato della ricerca dimostra, con tanto di prove di laboratorio, l’interazione tra vento solare e magnetosfera, in particolare riconnessione ed effetti cinetici in campi di velocità disomogenei.

http://www.df.unipi.it/~califano/Francesco/Vortex.html

Da questo studio si evince con chiarezza come l’impatto del SW crea e amplifica
vortici atmosferici.
Ora il punto della questione è che anche i vortici polari sono vortici atmosferici.
I vortici polari dipendono in primis dalla forza di Coriolis, ma stante agli studi, anche dal vento solare. Un SW basso rende complessivamente il VP più debole. Il VP più debole tende a dilatarsi ed espandersi invadendo così le latitudini più basse e dando vita a maggiori scambi meridiani. Le conseguenze che ne derivano sono una diminuzione delle temperature alle medie latitudini ed un aumento delle temperature sulle alte latitudini, con conseguente perdite di superficie delle banchise.
Il processo di raffreddamento delle medie latitudini a sua volta riduce il divario con quelle più alte e di conseguenza progressivamente riduce lo stress da calore oltre i circoli, dando così la possibilità in una seconda fase alle calotte polari di recuperare rapidamente prima le superfici perdute negli anni del disgelo e poi di ampliare ulteriormente la loro estensioni.
Ora il problema è capire se le banchise (artica in primis) hanno toccato il loro punto minimo o se perderanno ancora superficie nei prossimi anni fino al raggiungimento di un nuovo equilibrio.

Stante al grafico trentennale artico possiamo notare come, fin verso la fine degli anni 90, l’estensione era più o meno costante. Poi dalla fine degli anni 90, in concomitanza con la riduzione del vento solare, l’artico ha iniziato a perdere consistenza, per poi crollare dal 2005 in poi (anni del minimo solare), toccando un minimo assoluto nel 2007. Da ciò che io posso dedurre: e’ stato raggiunto un punto di equilibrio dal 2007 in poi con un generale assestamento. Speriamo che sia di buon auspicio per rimonte negli anni a venire. Ma solo il tempo dirà la verità.

Giorgio Malavolta

71 pensieri su “MINIMO SOLARE RAFFREDDAMENTO GLOBALE E GHIACCI POLARI

  1. Ragazzi e amici di NIA,l’aver trovato la prova dell’esistenza di una correlazione tra vento solare e vortici polari e’ il nocciolo,l’essenza dell’articolo.Ora abbiamo un elemento in piu’ su cui poter lavorare.Tante volte negli anni passati (sopratutto nell’inverno 2009-2010) ci siamo domandati:”ma come mai il VP e’ cosi spappolato?”Adesso almeno una risposta o una delle risposte ce l’abbiamo.

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  2. Diciamo che ora il discoeìrso va approfondito, ovvero si deve entrare nel dettaglio rispondendo alla domanda:perchè durante gli anni minimo solare si anno stagioni con VP sgretolato (vedi 2009-2010) ed altre invece in cui il VP si presenta più compatto…??Domande alle quali avrete prossimamente molte risposte……………….

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  3. Alessandro PEG :

    Inverno1709 :Scusate l’ignoranza, ma se durante i grandi minimi solari della PEG un SW più basso ha causato un indebolimento del VP e, di conseguenza, una perdita di superficie della banchisa, a rigor di logica nel ’700-’800 con il sole più debole i ghiacci erano meno estesi del ’900…….e ciò contrasta con i fatti, che vedono invece un’estensione maggiore durante la PEGA me pare una contraddizione

    Buon giorno a tutti mi presento son Alessandro , e’ molto che vi seguo , ed ho deciso di iniziare a partecipare alle discussioni molto didattiche di questo forumInverno 1709 , io prenderei in considerazione un fattore molto importante per fare raffronti col passato remoto come lo considero io , ossia prima dell 1800 , all’epoca le informazioni sono molto frastagliate , e prese ad esame come campione di un lasso di tempo particolarmente lungo , al contrario di oggi , dove i campioni vengono presi anche mese per mese se non giorno per giorno , il comportamento dei ghiacci durante le passate PEG , vengono fuori per lo piu da proiezioni e non da dati certi , percio’ ad inizio PEG ci puo’ benissimo stare che abbiano avuto un comportamento simile , come quello di oggi , chi puo’ dire il contrario , ed e’ altrettanto vero che ogni PEG ha un comportamento a se , diverse cause , diversi percorsi .Inoltre non e’ ancora assodato che siamo entrati in un vero e propio inizio PEG , io non sono assolutamente AGW , mi pare ormai assodato che sia un’emerita stupidaggine , almeno per il mio insulso parere , ma da qui a dire che siamo in procinto di un’altra era glaciale ne passa parecchia di acqua sotto i ponti , ma dai dati raccolti negli ultimi anni , propenderei per un fisiologico raffreddamento globale .Fermo restando che la tua domanda , Inverno, e’ piu’ che legittimaUn saluto Ale

    Concordo.
    Non mi stancherò mai di ripeterlo, la PEG verificatasi tra il 1550 ed il 1850 è stata preceduta ed accompagnata da ben tre periodi di scarsa attività solare: Wolf (1280-1340), durante il quale si sono manifestati i primi effetti del raffreddamento, Spoerer (1430-1540) e infine Maunder (1645-1715).

    Dunque, per quanto ne sappiamo oggi, dalla fine del periodo caldo medioevale all’inizio della PEG sono trascorsi perlomeno 2 secoli di raffreddamento, alternato a pause durate anche molti anni.

    Certo, nulla vieta di pensare che un prolungato minimo solare ancora più profondo di quelli precedenti possa accelerare il processo. Però ora credo non ci siano elementi per affermarlo.

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  4. L’ipotesi avanzata da Giorgio, che peraltro prende spunto da uno studio scientifico, è molto interessante e merita senz’altro una verifica “sul campo” (cioè, magari senza andare nell’Artico, ma limitandoci a leggere le mappe! 🙂 ) nei prossimi anni.

    Tuttavia, come hanno fatto notare giustamente altri forumisti, per diventare più di una ipotesi richiede di spiegare anche il comportamento dei ghiacci antartici, con la stessa precisione e chiarezza che Giorgio ha riservato ai ghiacci artici.

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  5. E’ vero, la spiegazione del differente comportamento dei ghiacci antartici è comlessa e non può essere fornita in poche righe….in poche righe ti posso dire però che l’assenza dei fenomeni di stratwarming nell’emisfero australe comporta nei periodi di elevata attività solare un VP super compatto, che è la causa della grande stabilità dei ghiacci antartici in raffronto a quelli artici….in altre parole, nel polo sud, a differenza di quello nord (che come detto è coinvolto in fenomeni di stratwarming anche nelle fasi di solar-max), l’unica fonte di riscaldamento stratosferico può derivare dalla bassa attività solare….la presenza di una stratosfera congelata inibisce qualsiasi tipo di espansione del VP australe che rimane ben ancorato nelle sedi naturali….di quì l’ottimo stato dei ghiacci antartici nel periodo a cavallo tra anni 90 e 2000……………….

    FabioDue :
    L’ipotesi avanzata da Giorgio, che peraltro prende spunto da uno studio scientifico, è molto interessante e merita senz’altro una verifica “sul campo” (cioè, magari senza andare nell’Artico, ma limitandoci a leggere le mappe! ) nei prossimi anni.
    Tuttavia, come hanno fatto notare giustamente altri forumisti, per diventare più di una ipotesi richiede di spiegare anche il comportamento dei ghiacci antartici, con la stessa precisione e chiarezza che Giorgio ha riservato ai ghiacci artici.

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  6. Sto pensando di collegare il numero e la struttura dei nei alle macchie solari durante il periodo prenatale di una persona.
    Mi sapete dire dove posso trovare tutti i dati delle sunspot almeno degli ultimi 50-70 anni?
    Grazie e scusate l’OT

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  7. @Riccardo
    Dunque, se tra dieci anni (ora forse è troppo presto) potessimo fare un conto delle ondate di freddo nell’emisfero australe, negli ultimi 50-60 anni (un po come Giovanni ha fatto per quelle di caldo qui da noi) e scoprissimo che nei 10 anni precedenti fossero aumentate rispetto al passato, avremmo la quadratura del cerchio, in sostanza: pur con le differenze che hai citato, entrambi i vortici polari si destabilizzerebbero in condizioni di bassa attività solare.

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  8. @ Fabio Due
    Esattamente….ovviamente l’atmosfera terrestre è molto complessa e ci sono una serie di forzanti che amplificano o inibiscono l’azione del minimo solare sui vortici polari….però in grandi linee è così, entrambi i poli risentono dell’azione del minimo solare….nell’emisfero boreale questo fenomeno viene poi amplificato all’ennesima potenza per la presenza dei fenomeni di stratwarming ed per questo che si dice che la PEG fù un fenomeno che interessò in modo prevalente il nostro emisfero….se il minimo solare andrà avanti nei prossimi anni avremo sicuramente un aumento delle ondate di gelo anche nel sud emisfero ed i ghiaccia antartici diverrano più istabili, con aumento del gap tra massima estensione invernale e quella minima estiva……comunque se qualcuno disponesse dei dati circa l’andamento degli inverni australi negli ultimi 10-15 anni già si potrebbe fare qualche ricerca………

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  9. Fabio Nintendo :

    guardate qua, evidentemente i diversamente encefalizzati non possono neanche godere della libertà di espressione

    http://wattsupwiththat.com/2011/07/22/further-down-the-bore-hole/

    Praticamente Real Climate (il nostro Climalteranti per intenderci), nn fa passare moltissimi commenti da parte di utenti diversamente encefalizzati…

    W il dialogo ed il confronto…daltronde le loro frottole oramai sn talmente assurde che manco loro ci credono veramente!

    E’ veramente una religione, a cui bisogna solo credere senza se e senza ma!

    Simon

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  10. ecco un altro che ha paura di perdere il posto di lavoro

    http://www.meteoweb.eu/2011/07/ferrara-commenta-lo-straordinario-evento-nevoso-del-cile-fenomeno-determinato-dalla-cessazione-della-nina/68444

    L’eccezionale nevicata che ha colpito il Cile, la più forte degli ultimi trent’anni, ”rientra tra i fenomeni estremi legati ai cambiamenti climatici” secondo il parere del climatologo dell’Enea Vincenzo Ferrara, direttore della rivista Eai, che ha commentato l’evento sud Americano in una dichiarazione all’Ansa, spiegando che ”questi eventi estremi sono visibili essendo il Pianeta in una fase di transizione a livello meteorologico, dopo la cessazione del fenomeno della Niña”. Infatti, precisa Ferrara, ”la Niña ha portato con sè da una parte il raffreddamento dell’Oceano Pacifico intertropicale, dal lato del Sud America, con la formazione di una zona di alta pressione e relativa siccità, dall’altro il riscaldamento dell’Oceano in Australia e nel sud est asiatico, con la creazione di instabilità connettiva e la formazione di perturbazioni”.
    Questo fenomeno, sottolinea il climatologo, ”bloccava gli eventi meteorologici estremi provocati dai cambiamenti climatici, e ora che si e’ in una fase di transizione, con condizioni di normalità in Sud America,

    🙁 i fenomeni provocati dal riscaldamento globale tornano ad essere evidenti”. 🙁

    Quanto all’Europa, Ferrara osserva che sarà un agosto più fresco del normale per una costante spinta Atlantica. Ma il vecchio continente si spaccherà in due: continuerà a fare più fresco in Europa occidentale, più caldo in Europa orientale, sulla falsariga degli ultimi due mesi.

    ma bastava omettere la frase assicuratrice di stipendio e la dignità dello studioso del clima si sarebbe salvata.. kamarezza 🙁

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  11. OT
    In settimana o al più all’inizio della prossima scrivo un’articolo su questa cosa :


    Hiii..hiii..ci sarà da discutere….
    Poi vado in ferie…con gli articoli !

    OT
    @ CharlieNonFasurf
    Sei riuscito a portare avanti quella cosetta ?
    ciao,
    mic

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  12. ogni 1000 anni circa abbiamo un periodo per cosi definirlo “optimum”Si e’ avuto nel periodo miceneo,il quello romano,e pure in quello medioevale.Lo abbiamo avuto pure noi nel xx secolo.Ma il tempo e’ scaduto.Il xxi secolo segna l’inizio della fase raffreddande e probabilmente anche la civilta’ moderna ne risentira’ pesantemente,proprio come e’ accaduto ciclicamente ogni 1000 circa.

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  13. @Michele
    Purtroppo più leggo i vostri articoli e più mi sembra inutile portare avanti questa cosa per uno non di scienza e impreparato come me.
    Devo ancora tradurre quel materiale che mi hai dato, ma lo farò…
    Intanto continuo a seguire quotidianamente l’andamento delle macchie e del SF e dopo il picco di inizio settimana a cui ha seguito un repentino rimbalzo (come molti impropriamente amano etichettare) delle borse, e di buone notizie…(se avete seguito la commissione europea ha rimandato a data da destinarsi il collasso debitorio della Grecia, nostro, e di altri paesi)….
    …e poi il nuovo improvviso calo…le prossime settimane saranno bollenti sul fronte macroeconomico..
    Intanto ecco un primo tentativo di collegare la base matematica di Fibonacci un po’ a tutto e non solo alle borse:
    http://imageshack.us/photo/my-images/193/glaciazioniefibonacci.jpg/
    – questo invece nelle scadenze temporali http://imageshack.us/photo/my-images/823/glaciazionifibonaccinel.jpg/
    – qui i neutroni e le borse, ma forse te l’ho già mandato http://imageshack.us/photo/my-images/585/neutronidowjones.jpg/

    Qui invece ho trovato un database delle Sunspot, se volete vedere in che periodo solare siete nati…e contribuire a questa ricerca casereccia…io per esempio sono pieno di nei (nevi) e sono nato durante il massimo solare dell’inizio anni ’80 🙂 http://spaceweather.com/java/archive.html

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  14. giorgio :ogni 1000 anni circa abbiamo un periodo per cosi definirlo “optimum”Si e’ avuto nel periodo miceneo,il quello romano,e pure in quello medioevale.Lo abbiamo avuto pure noi nel xx secolo.Ma il tempo e’ scaduto.Il xxi secolo segna l’inizio della fase raffreddande e probabilmente anche la civilta’ moderna ne risentira’ pesantemente,proprio come e’ accaduto ciclicamente ogni 1000 circa.

    Però il nostro è un po corto rispetto ai precedenti. Chissà se significa qualcosa……ad esempio che abbiamo iniziato la marcia verso la prossima era glaciale, che dovrebbe verificarsi tra alcune migliaia di anni, se non erro.

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  15. alessandro :

    ecco un altro che ha paura di perdere il posto di lavoro

    http://www.meteoweb.eu/2011/07/ferrara-commenta-lo-straordinario-evento-nevoso-del-cile-fenomeno-determinato-dalla-cessazione-della-nina/68444

    L’eccezionale nevicata che ha colpito il Cile, la più forte degli ultimi trent’anni, ”rientra tra i fenomeni estremi legati ai cambiamenti climatici” secondo il parere del climatologo dell’Enea Vincenzo Ferrara, direttore della rivista Eai, che ha commentato l’evento sud Americano in una dichiarazione all’Ansa, spiegando che ”questi eventi estremi sono visibili essendo il Pianeta in una fase di transizione a livello meteorologico, dopo la cessazione del fenomeno della Niña”. Infatti, precisa Ferrara, ”la Niña ha portato con sè da una parte il raffreddamento dell’Oceano Pacifico intertropicale, dal lato del Sud America, con la formazione di una zona di alta pressione e relativa siccità, dall’altro il riscaldamento dell’Oceano in Australia e nel sud est asiatico, con la creazione di instabilità connettiva e la formazione di perturbazioni”.
    Questo fenomeno, sottolinea il climatologo, ”bloccava gli eventi meteorologici estremi provocati dai cambiamenti climatici, e ora che si e’ in una fase di transizione, con condizioni di normalità in Sud America,

    :( i fenomeni provocati dal riscaldamento globale tornano ad essere evidenti”. :(

    Quanto all’Europa, Ferrara osserva che sarà un agosto più fresco del normale per una costante spinta Atlantica. Ma il vecchio continente si spaccherà in due: continuerà a fare più fresco in Europa occidentale, più caldo in Europa orientale, sulla falsariga degli ultimi due mesi.

    ma bastava omettere la frase assicuratrice di stipendio e la dignità dello studioso del clima si sarebbe salvata.. kamarezza :(

    è una novità recente, è un fenomeno particolare che ultimamente ha fatto breccia in chi crede nella religione AGW
    cioè, se fa caldo è colpa dell’AGW, se fa molto caldo è colpa dell’AGW, se fa Freddo è Normale perchè l’ha sempre fatto e se fa Molto Freddo è colpa dell’AGW

    vagli te a spiegare che il ragionamento non ha logica, loro non ci arrivano

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  16. Ma quanti soldi gli danno per crederci così fermamente? … il problema é che oramai la convinzione di tipo religioso all’ AGW ha compromesso in modo irreversibile il cervello e i neuroni sono stati tutti “AGW normalizzat”i. Non basta fare le previsioni senza fare commenti più o meno farlocchi sull’ AGW.

    Comunque nel post precedente scherzavo .. speriamo che i ghiaccia artici resistano senno sai che figura di m***a.

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