Archivi giornalieri: 26 Agosto 2011

Ancora 12800BP – 12900BP … non solo CME ma anche impatto extraterrestre — seconda parte –

Le prove dalle registrazioni geologiche


C’eravamo lasciati nella prima parte con lo strato di sedimenti rinvenuto a Lommel in Belgio.

http://daltonsminima.altervista.org/?p=15643

Torniamo adesso in America, fra i siti campione, troviamo 15 baie della Carolina. Un gruppo di 500.000 depressioni o laghi dalla forma ellittica. Alcune di queste formazioni raggiungono la lunghezza di 10 km.e si trovano sulla costiera atlantica. Questi siti sono stati inseriti in questa ricerca, perchè alcuni ricercatori (vedi Melton,Schriever) sostengono che queste baie hanno assunto questa conformazione in seguito ad un’ impatto di più oggetti ET.

Foto area dell’ US Geological Survey.

Le baie sono state oscurate per una maggiore chiarezza.

Un’interessante articolo correlato da altre particolari immagini è disponibile al seguente indirizzo:

http://cometstorm.wordpress.com/2011/04/27/a-different-kind-of-climate-catastrophe-2/

Passiamo adesso ad analizzare, alcuni dati significativi che suffrugano l’ipotesi dell’impatto di più oggetti ET.

Nei sedimenti i livelli magnetici di fondo superano le 117 ppb.

E’ bene ricordare che questo livello è il 25% superiore al livello di fondo presente in un meteorite di condrite. Ed inoltre, nello YDB è presente un’alta concentrazione di Torio (Th) e Uranio (U), che è ben 25 volte superiore a quella presente sulla crosta terrestre. I quindici siti analizzati in Carolina contengono gli stessi picchi (marcatori) trovati nei dieci siti Clovis (vedi tabella precedente). Nell’immagine sotto riportata potete osservare quattro microsferule magnetiche, rinvenute rispettivamente in Canada, New Mexico, Michigan e nord carolina. Microsferule che sono più abbondanti nel nord-america e che hanno una dimensione che oscilla fra i 10-250um.

La loro concentrazione raggiunge il picco in corrispondenza sempre dello YDB, in nove dei nove siti della civiltà Clovis e in cinque dei cinque siti analizzati nelle baie della carolina. Ricerche condotte da Gainey a Morley drumlin e Blackwater draw rilevano che le microsferule sono arricchite da titanio-magnetite.

Nei siti sono stati rinvenuti anche grani magnetici dalla forma irregolare, di colore marrone scuro o nero, di una dimensione compresa fra 1-500um. Quest’ultimi sono più abbondanti delle microsferule e i loro picchi di concentrazione variano molto da sito a sito. Come per le microsferule anche i grani magnetici sono più abbondanti nei siti del nord-america (Gainey, Chobot e Drumlin morley) con una concentrazione media pari a 3,4gr./Kg.

Inoltre, in tredici delle quindici baie della carolina e in sei siti della civiltà Clovis, sono stati ritrovati in concentrazione superiore alla 1500parti per Kg. sferule di carbonio di una dimensione compresa fra gli 0,15-2,5mm altamente vescicolari. Le analisi mostrano essere composte al 75% da carbonio senza alcuna evidenza o morfologia cellulare o vegetale. Confrontate con le sferule recuperate nei moderni incendi boschivi le analisi, sembrano confermare essere state prodotte da un’intenso calore sprigionato durante un’incendio. Recentemente un certo Ròsler ha riportato di aver trovato traccia delle identiche sferule di carbonio, da sedimenti YDB, in tutta l’europa.

Come non parlare poi dei vetri di carbonio o glass-like carbon che presentano elio ET” 84 volte superiore a quello in aria. Considerate, ad esempio, che il meteorite ritrovato nel lago di Tagish presenta un rapporto di “elio ET” 90 volte superiore. Frammenti di una lunghezza di vari cm. sono stati ritrovati nei confini dello YDB e la loro consistenza, suggerisce la fusione ed esposizione ad altissime temperature durante la formazione.

I ricercatori hanno studiato i vari marcatori (grani,sferule etc..) per stabilire se la loro formazione fosse da attribuire a processi di natura terrestre. In primis, c’è da dire, che i siti esaminati presentano una vasta gamma di ambienti (dal fluviale al lacustre, eolico, alluvionale, colluviale e glaciale), varie condizioni del suolo (aerobico, anaerobico e saturo ), varie condizioni dei sedimenti e vari regimi climatici.

La presenza degli identici marcatori sotto una vasta gamma di condizioni ambientali spinge i ricercatori a bocciare l’ipotesi di una formazione dovuta a processi terrestri viceversa è più coerente con un impatto di origine ET.

E’ stata esaminata anche la possibilità che lo strato di sedimenti dello YDB possa aver avuto origine grazie a tempeste di polvere interplanetaria arricchite con altri marcatori ET come Ir e Ni, ma l’intervallo di deposizione, che è durato meno di un decennio, suggerisce che tale periodo di tempo non è sufficiente a produrre quel grosso picco di Iridio che è ben 100 volte superiore a quello presente sulla crosta terrestre.

Inoltre l’abbondanza di marcatori magnetici diminuisce con l’aumentare della distanza dai grandi laghi del nord america. Questa dinamica non è coerente con l’ipotesi dell’arricchimento sopra esposta, ma è coerente con espolsioni /impatti nel nord america. Alte concentrazioni di microsferule sono state accettate come prova scientifica in undici impatti ET nel passato remoto (vedi Simonson B, Glass B 2004 Annu Rev earth planet science 32:329-361). In certe occasioni le microsferule vengono associate al vulcanismo. Ma in questa situazione, dopo analisi SEM e fluorescenza a raggi X e dopo esser state confrontate con le note microsferule di origine cosmica, esse sembrano essere non di origine vulcanica.

Riporto immagine riepilogativa del profilo dei sedimenti per sette siti con le concentrazioni in relazione alla profondità in centimetri al di sopra e al di sotto dello YDB. Sono riportate concentrazioni di grani magnetici, microsferule, carbone, fuliggine, Ir, Cr etc..

Concludiamo con l’Iridio.

In ben quattordici siti sono state effettuate 169 misurazioni e nei rilevamenti l’Iridio è stato rilevato solo nello YDB. Non è mai stato ritrovato ne al di sopra ne la di sotto di questi livello, riducendo quindi la preoccupazione circa le incertezze nei campionamenti. C’è chi ipotizza che questi picchi di concentrazione di Iridio possano essere ricondotti, come per le microsferule ad un elevato vulcanismo. Ma riferisce Koeberl : Primo non è noto alcun episodio vulcanico 12900BP nel nord america.

Secondo le concentrazioni di Iridio di origine vulcanica non sono così abbondanti come nello YDB.

Conclusioni

In un mio precedente articolo ho riferito che secondo il ricercatore “La Violette”, questa enigmatica e sconvolgente dinamica sia da ricondursi a una o più straordinarie esplosioni di massa coronale CME da parte della nostra stella. Viceversa, in quest’ultima ricerca, redatta da Firestone, West, Kennet e molti altri ricercatori che hanno collaborato alla stesura di questo lavoro, si avvalora l’ipotesi di uno o più impatti di quel che resta di una cometa o sciame.

Una mia personale ipotesi…

E se invece la verità si trovasse nel mezzo.

1°) E’ plausibile che entrambi l’ipotesi siano veritiere ?

2°) E’ plausibile ipotizzare l’ingresso nel nostro sistema solare di una più comete o sciame che nel loro pellegrinare all’interno dell’ eliosfera abbiano in un primo momento destabilizzato l’assetto elettromagnetico della dinamo solare successivamente abbiano impattato sul nostro pianeta.

La seconda un’ipotesi è sicuramente provocatoria e con dei forti accenti fantascientifici, ma non del tutto da gettare nel cestino, in relazione alla teoria di confine dell’universo elettrico che attribuisce a questi microscopici corpi ( paragonati ai pianeti e alle stelle), gelidi e freddi , provenienti dai più remoti angoli della galassia, un ruolo cardine se non fondamentale nell’evoluzione delle dinamiche all’interno del nostro sistema solare.

Michele


Fonte : http://www.pnas.org/content/104/41/16016.abstract