Archivio mensile:Settembre 2011

Nowcasting Solare + NEWS in Diretta su possibili frammenti di un statellite che potrebbero cadere sul Nord Italia!|

Un saluto a tutti popolo di NIA!

Come già accennato pochi giorni  fa, Setteembre è diventato il nuovo mese del massimo relativo del ciclo solare 24…

ma attualmente la situazione sembra che si stia calmando nuovamente, anche se un’altra AR di discreta coallescenza ha appena girato il lato visibile del sole, mentre così appare lo Stereo Behind:

Vediamo un pò che accadrà nei prossimi 10 giorni, 2 sono le ipotesi o davvero stavolta il massimo slare si concretitezzerà e quindi l’attività crescerà costantemente, o si tornerà in una nuova fase di stanca, caratteristica questa che ha finora sempre contradistinto il ciclo solare 24!

I giochi si stanno facendo sempre più interessanti e determinanti!

Staui tuned, Simon

Un viaggio nell’artico

Questa volta lascio da parte la fisica perche voglio raccontarvi una storia.

Storia dei tempi passati, di quando gli uomini che avevano un’idea si impegnavano di persona per verificarla, anche a costo della  vita.  Uomini praticamente di ferro, d’altronde.

Volevo raccontarvi della strana storia di Fridtjof Nansen e del suo FRAM .nansen

Tempo : Fine Ottocento … L’epoca delle grandi esporazioni geografiche.  L’artico era la nuova frontiera.

Tutto ebbe origine da due osservazioni .

UNO :  il veliero Janette naufraga stritolato dai ghiaggi al largo delle Isole della Nuova Siberia.  Pochi anni dopo ( era il 1881) alcuni relitti vengono ritrovati lungo le coste della Groenlandia.

DUE : Durante una sua esporazione della Groenlandia lo stesso Nansen trova sulle coste del legname . Provenienza stimata: Siberia (in Groenlandia non crescono le betulle…)

A questo punto il Nostro fa UNO più DUE TRE : I ghiacci artici si muovono e nel loro moto si avvicinano al Polo Nord.

E a questo punto nasce l’idea. Folle. “Se riesco a sopravvivere alcuni anni trasportato dalla banchisa, sarò ad un certo punto  talmente vicino al Polo Nord che potrò raggiungerlo a piedi con poca fatica “.  Be, mica tanto folle… per tutto il tempo se ne sta al calduccio in barca… e poi zack, spedizione lampo e ritorno nella cuccia…

La teoria di Nansen trova intanto una conferma  da parte di uno studioso norvegese, Henrik Mohn, meteorologo, che suggerisce il punto migliore per andare all’incaglio volontario. Resta solo da trovare il finanziamento e…la nave. Il nostro doveva avere delle belle conoscenze perchè trova abbastanza presto aiuto economico presso il governo. E per la nave aveva in mente la persona giusta. Un altro Norvegese geniale, progettista nautico : Colin Archer

Chi mastica un pò di imbarcazioni d’epoca probabilmente sa a chi mi riferisco. Nella sua epoca progettò le imbarcazioni intrisecamente più sicure e “marine” che solcassero le acque. Famose erano le sue “navi da salvataggio”… e si consideri che erano imbarcazioni a vela… disegnate per portare aiuto ad altre navi che stavano naufragando per avverse condizioni meteo….

Bene, dalla collaborazione tra Nansen, Colin Archer ed Otto Sverdrup (che condividerà l’avventura tra i ghiacci) nasce il FRAM (dal norvegese “AVANTI”).

Eccolo fotografato tra i ghiacci, durante la spedizione. La nave stazza 800 tonnellate ed è lunga 25 metri. E’ un tre alberi, armato a nave-goletta, pesca 5 metri ed ha una chiglia “tonda” appositamente disegnata per sfuggire alla morsa del ghiaccio che si chiude “sgusciando” via verso l’alto. Tale forma rende la nave poco manovrabile e estremamente scomoda per via di un accentuato rollio ma… diciamo che è studiata non tanto per navgare quanto per sopravvivere  anni incagliata nella banchisa… Notate che uso il presente. Il Fram c’e’ ancora. Dopo un’onorata carriera è stato portato in secca e messo a riposo in un grande museo vicino ad Oslo. Se siete da quelle parti, posso consigliarvi sicuramente la visita (tra l’altro devono aver aggiunto anche altre navi polari, quando ci sono andato io c’era solo “lui”).

Ma torniamo al nostro esploratore. Fa provvista per sei anni , carburante in abbondanza (il Fram ha anche un piccolo motore a vapore , ed un generatore eolico per attivare l’illuminazione realizzata con lampade ad arco… ma soprattutto si pensa alle stufe…) , fucili e pallottole (non si sa mai) e partono. E’ l’estate del 1893.

Costeggiano la Norvegia, quindi passano tra la Nuova Zemlia e la costa, su per la Siberia fino alle isole della nuova Siberia (dove il Janette era stato stritolato . E’ la fine di Settembre e il FRAM viene preso dai ghiacci.

Passa il tempo , gli uomini smontano l’alberatura e la ripongono. L’inverno arriva, imperversa. Il ghiaccio si chiude e stringe ma l’idea del progettista (scafo tondo) funziona e il Fram scivola fuori dalla morsa come una saponetta… Torna la primavera, poi l’estate, ma il Fram si è mosso con i ghiacci e non torna libero… prosegue la sua marcia lentissima verso Nord . Passa un’altro anno.  Nansen si rende conto che la “rotta” non lo porterà molto più visicno al Polo… Ed e’ comunque lontano. Decidono di partire in due, kajak – slitta trainati da loro stessi e gambe. Non sono neanche a 84°N. E’ il Marzo 1895.

Il viaggio e’ terribile, per le condizioni meteo che subito incontrano. I due resistono fino al 9 Aprile e raggiungono i  86°14′ N … poi si danno per vinti e tornano indietro… Ma dove? Ritrovare il FRAM e’ impresa rischiosa… C’e’ il pericolo di continuare a girare a vuoto. Decidono di dirigersi a Sud, alle terre di Francesco Giuseppe.

Ci arrivano giusto in tempo per prepararsi ad un altro inverno. Una buca scavata sulla spiaggia di ciotoli, una copertura di pelle. La neve farà il resto. I viveri portati dal FRAM sono finiti … Per fortuna hanno due fucili e munizioni… Sarà la “Fiera dell’Orso Bianco”, che mangiano crudo, frollato nella neve (il grasso che riescono ad estrarre lo tengono per illuminare il rifugio).

Torna la primavera ed i due cominciano a pensare al ritorno. Si spostano verso le isolette più a sud del piccolo arcipelago finchè non incontrano una spedizione di caccia alle foche . L’incontro  e’ da immortalare . Dopo qualche battuta il capitano chiede “Ma lei non e’ per caso il capitano Nansen?” “Certamente, sono io”  “Me ne felicito, in patria cominciano ad essere preoccupati”  “Avete notizie del FRAM ? ”  “No, nessuna notizia”.

Il Fram era andato alla deriva nei ghiacci, raggiungendo longitudine 85°57’N. Quindi aveva puntato verso le Spitzbergen al largo delle quali alla fine si era liberato dai ghiacci. E quindi si era diretto verso la madrepatria che aveva raggiunto il 20 Agosto 1896. Nansen ed il suo compagno lo avevano preceduto di pochi giorni: toccarono il suolo Norvegese il 13 agosto… Che dire, neanche avessero un appuntamento .

Ecco infine la carta della traversata, desunta dagli appunti di viaggio di Nansen e di Sverdrup (che era rimasto a comandare il FRAM) .

Ogni tanto penso a questi uomini e quello che anno fatto. Tre inverni tra i ghiacci polari . Per mettere alla prova una bellissima idea.

Sono contento di appartenere alla medesima specie.

Luca Nitopi

Lo strano caso di brillamenti solari e di elementi radioattivi

Quando i ricercatori hanno scoperto un legame insolito tra brillamenti solari e la variazione della costante di decadimento  degli elementi radioattivi sulla Terra  é partita una ricerca scientifica  che potrebbe finire per  riscrivere alcune delle leggi della fisica.

Di DAN STÖBER

E’ un mistero che si è presentato inaspettatamente: Il decadimento radioattivo di alcuni elementi nei laboratori sulla Terra sembrava essere influenzato dall’attività  solare, a 150 milioni di chilometri.

Peter Sturrock, professor emeritus of applied physics
Peter Sturrock, professore emerito di fisica applicata

Com’é possibile?

I ricercatori dell’ Università di Stanford e di Purdue credono che sia davvero possibile. Ma la loro spiegazione di come ciò possa avvenire é un altro mistero.

C’ è la possibilità che questo effetto inaspettato sia causato da una particella sconosciuta emessa dal sole.  “Sarebbe davvero notevole”, ha detto il professore Peter Sturrock della Stanford, esperto di fisica solare.

La storia inizia, in un certo senso, nelle aule di tutto il mondo, dove si insegna agli studenti che il tasso di decadimento di uno specifico materiale radioattivo è  costante.  Questa proprietà degli isotopi radioattivi, è utilizzata  per esempio, dagli  antropologi per datare manufatti antichi con il  carbonio-14, oppure quando i medici devono calibrare la giusta dose di radioattività per curare i malati di cancro.

Numeri casuali

Ma il fatto che, “il tasso di dimezzamento sia costante”,  è stato contestato in modo inaspettato da un gruppo di ricercatori della Purdue University, che al tempo erano più interessati a trovare un buon generatore  numeri casuali che a studiare il decadimento nucleare degli isotopi radioattivi.(Gli scienziati usano lunghe sequenze di numeri casuali per una serie di calcoli, ma sono difficili da produrre, in quanto il processo utilizzato per produrre i numeri ha una influenza sul risultato).

Ephraim Fischbach, professore di fisica presso la Purdue, stava utilizzando il tasso di decadimento radioattivo di diversi isotopi,  come possibile fonte di numeri casuali generati in modo da non richiedere alcun intervento umano. (Per fare un esempio, un certo quantitativo di cesio radioattivo-137, decade con un tasso costante nel complesso, ma i singoli atomi all’interno della massa decadranno in modo imprevedibile, con un pattern casuale. In questo modo la differenze di tempo tra i “tick”  casuali di un contatore Geiger posto vicino al cesio potrebbe essere utilizzate per generare numeri casuali.)

In definitiva i ricercatori hanno trovato che i tassi di decadimento misurati, non sono in linea con dati pubblicati relativi agli isotopi specifici e questo é molto strano per presunte costanti fisiche.

Controllando i dati raccolti al Brookhaven National Laboratory di Long Island e al Federal Physical and Technical Institute in Germania, é venuto fuori qualcosa di ancora più sorprendente: l’ osservazione a lungo termine del tasso di decadimento di silicio-32 e radio-226 sembra mostrare una piccola variazione stagionale .

Il tasso di decadimento è  stato leggermente più veloce in inverno che in estate.

Questa é vera e propria fluttuazione?  Oppure é solo un problema tecnico negli equipaggiamenti utilizzati per misurare il decadimento radioattivo … forse causato dal cambiamento delle stagioni, con i cambiamenti che accompagnano di temperatura e umidità.

Sturrock ha commentato così l’ accaduto:  ” Eravamo tutti convinti che i tassi di decadimento fossero costanti e quindi  pensavamo  che fossero solo errori sperimentali “.

Il sole si fà sentire.

Il 13 dicembre 2006, il sole stesso ha fornito un indizio cruciale, quando un brillamento solare ha inviato un flusso di particelle e radiazioni verso la Terra.

Jere Jenkins ingegnere nucleare dell’ Università di Purdue durante la misurazione del tasso di decadimento di manganese-54, un isotopo con breve emivita, che viene utilizzato nella diagnostica medica, notò che il tasso di decadimento calò leggermente durante il flare, una diminuzione che è iniziata circa un giorno e mezzo prima del flare.

Se questa relazione apparente tra flares  e i tassi di decadimento é vera, si potrebbe utilizzare come  metodo di previsione dei brillamenti solari prima del loro verificarsi, che potrebbe aiutare a prevenire danni ai satelliti e reti elettriche, oltre a salvare la vita degli astronauti nello spazio.

L’ anomalia del tasso di  decadimento  registrata  in quella  notte in Indiana , provava che qualcosa prodotto dal sole, aveva viaggiato nello spazio e attraversato la Terra per raggiungere   i rivelatori di Jenkins .

Che cosa  può essere stato emesso dal flare per  avere un effetto del genere?

Jenkins e Fischbach hanno ipotizzato che che i colpevoli di questo  disturbo nel tasso di decadimento erano probabilmente i neutrini solari, le fantomatiche particelle quasi senza peso,  veloci  quasi quanto la luce e che possono  attraversare il mondo fisico, ovvero  gli esseri umani, rocce, oceani e pianeti  praticamente senza interazione.

In una serie di articoli pubblicati in Astroparticle Physics , Nuclear Instruments and Methods in Physics Research and Space Science Reviews, Jenkins, Fischbach e i loro colleghi hanno dimostrato che  difficilmente le variazioni osservate nei tassi di decadimento, potessero provenire  da influenze ambientali sul sistema di rilevazione.

Motivo di sospetto

Le loro scoperte rafforzano la tesi secondo cui le oscillazioni dei tassi di decadimento strano sono stati causati da neutrini dal sole. I tassi di decadimento altalenanti,  sembravano  essere in sintonia con l’orbita ellittica della Terra, e questi variano quando la Terra si avvicina al Sole  ( perché esposta a più neutrini ) e poi quando si allontana.

Quindi c’era una buona ragione per sospettare il sole, ma potrebbe essere dimostrata?

A questo punto  un  aiuto viene da Peter Sturrock della Stanford. Durante una visita alla National Solar Observatory, in Arizona, Sturrock viene informato della scoperta fatta dai ricercatori della Purdue.

Sturrock sapeva per lunga esperienza che l’intensità del bombardamento di neutrini verso la Terra, varia in maniera regolare seguendo la rotazione del  sole. Il suo consiglio ai ricercatori della Purdue: cercare le prove che la variazione nel decadimento radioattivo della Terra cambia con la rotazione del sole.”Questo è quello che ho suggerito. E questo è quello che abbiamo fatto.”

Una sorpresa

Controllando i dati sul decadimento radioattivo  dal laboratorio di Brookhaven, i ricercatori hanno trovato uno schema ricorrente di 33 giorni. E ‘stata una sorpresa, dato che la maggior parte delle osservazioni solari mostrano un modello di circa 28 giorni – il tasso di rotazione della superficie del sole.

La spiegazione? Il nucleo del sole  a quanto pare gira più lentamente della superficie che vediamo ed é qui che avvengono le reazioni nucleari che producono neutrini. “Può sembrare illogico, ma tutto fa pensare che il nucleo ruoti più lentamente rispetto al resto del sole”, ha detto Sturrock.

Tutte le evidenze indirizzano verso una conclusione che é il Sole a “comunicare” con isotopi radioattivi sulla Terra, ha detto Fischbach.

Ma c’è una domanda piuttosto grande rimasta senza risposta. Nessuno sa come i neutrini possano interagire con i materiali radioattivi e riuscire  cambiare la loro velocità di decadimento.

“Non ha senso in base alle idee convenzionali”, ha commentato  Fischbach.Jenkins  ha aggiunto: “Quello che stiamo suggerendo è che un qualcosa che in realtà non interagisce con nulla sta cambiando qualcosa che non può essere cambiata”.

Sturrock concorda: “E ‘un effetto ancora inspiegabile “. “I teorici stanno cominciando a dire: ‘Che cosa sta succedendo?’ Ma è quello che i dati indicano. E ‘una sfida per i fisici e una sfida anche per il popolo solare “.

Se la particella misteriosa  non è un neutrino, “Dovrebbe  essere qualcosa che non conosciamo, una particella sconosciuta  emessa dal sole che  ha questo effetto sugli isotopi radioattivi, e questo fatto  sarebbe ancora più notevole”, ha detto Sturrock.

Articolo scritto da Chantal Jolagh,  “science-writing intern at the Stanford News” .

Note :

L’articolo originale ha una vena vagamente poliziesca e si nota lo sforzo dell’autore di renderlo digeribile anche ai profani  …

http://news.stanford.edu/news/2010/august/sun-082310.html

P.S. Spero di aver fatto una traduzione decente …

Luci0 gabsan Gabriele Santanché

Dalla grande piramide di Cheope all’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci un solo comune denominatore

– Astronomia e geometria sacra –

Lasciamo un’ attimo da parte lo studio e le ricerche delle correlazioni astronomico-geologiche per spostarci a tutt’altro argomento ossia, l’analisi di due dei più importanti simboli e patrimoni della civiltà umana.

Il primo è sicuramente uno se non il più importante complesso archeologico della storia dell’umanità, la piramide di Cheope in Egitto. Per apprezzare a fondo il mistero e il fascino di questo sito archeologico basti citare un’ antico detto arabo che recita :

L’uomo teme il tempo, ma il tempo teme le piramidi

Una breve ma doverosa premessa, tema di questo articolo non sarà il trattare tutte quelle teorie o pseudo ipotesi di confine, che vedono la gigantesca struttura al centro di numerose e controversie teorie, circa il suo possibile utilizzo e la sua datazione, ma analizzare da un punto vista strettamente matematico le principali misure dell’intera struttura, dall’altezza alla base al perimetro etc..

Successivamente passeremo ad analizzare, sempre sotto un punto di vista strettamente geometrico- matematico, uno dei disegni più celebri di quel grande grande genio toscano di Leonardo che è l’uomo Vitruviano. Di quest’ultimo disegno “ripieno” , nel vero senso della parola di geometria sacra, analizzeremo solo ed esclusivamente una parte della matematica irrazionale-astronomica che il Da Vinci ha nascosto nel suo lavoro, per il semplice motivo, di non non appesantire enormemente di calcoli l’articolo.

Questo sarà il primo, di una serie di capitoli, che ho intenzione di scrivere, nel quale cercherò di discrivervi con l’ausilio della matematica, geometria e interessanti esami scientifici di laboratorio come l’intera realtà che circonda , dalle cose animate e quelle inanimate, siano forgiate su una duplice manifestazione, l’ovvia logica razionale e il mondo dell’irrazionale, passando attraverso la rotazione, la spirale, la sezione aurea, il pigreco. Il lato creativo della realtà che ci circonda.

Parlerò degli esperimenti di Viktor Schauberger per passare alla visone di Ighina passando dagli esperimenti di Masaru emoto sui cristalli dell’acqua, per finire alla Cimatica.

Procediamo con ordine e partiamo con la grande piramide, le misure :

1 cubito reale egizio = 52,3 cm. = 0,523 metri

a = 440 cubiti = 230,36 metri = 755,77 feet

c = 356 cubiti = 186,18 metri = 610,82 feet

h = 280 cubiti = 146.59 metri = 480,93 feet

g = 418 cubiti = 218,61 metri = 717,22 feet

d = 621 cubiti = 325,78 metri = 1068,82 feet

Abbiamo quindi che il perimetro è uguale, 440 cubiti * 4 = 1760 cubiti = 920,48 metri.

Fermiamoci un’ attimo su questo dato, per passare ad enunciare uno dei problemi geometrici più noti nell’antichità ossia, la quadratura del cerchio.

http://it.wikipedia.org/wiki/Quadratura_del_cerchio

La quadratura del cerchio, assieme al problema della trisezione dell’angolo e a quello della duplicazione del cubo, costituisce un problema classico della geometria greca. In sostanza quello della quadratura del cerchio non è altro che un classico problema di matematica (più precisamente di geometria) il cui scopo è costruire un quadrato che abbia la stessa area di un dato cerchio, con uso esclusivo di riga e compasso. Il problema risale alle origini della geometria, e ha tenuto occupati i matematici per secoli. Fu solo nel 1882 che l’impossibilità venne provata rigorosamente, anche se i geometri dell’antichità avevano afferrato molto bene, sia intuitivamente che in pratica, la sua intrattabilità.

Trovare una soluzione richiederebbe la costruzione del numero :

Quindi, procedendo nei calcoli, se dividiamo il perimetro della piramide per 2 volte Pi greco troviamo un numero molto prossimo all’altezza della piramide stessa ,essendo poi la circonferenza di un cerchio uguale a 2 * Pi greco * raggio.

Ponendo la circonferenza uguale al perimetro troviamo che il raggio è :

1760 cubiti / 2 * pigreco = 280,1 (vedi immagine sotto riportata)

All’interno della piramide oltre al ricercare la soluzione della quadratura del cerchio gli egiziani hanno inserito anche la sezione aurea,

http://it.wikipedia.org/wiki/Sezione_aurea

La sezione aurea, nell’ambito delle arti figurative e della matematica, indica il rapporto fra due lunghezze disuguali, delle quali la maggiore è medio proporzionale tra la minore e la somma delle due, mentre lo stesso rapporto esiste anche tra la lunghezza minore e la loro differenza. Il numero ricavato, che esprime la sezione aurea, è un numero irrazionale (cioè non rappresentabile sotto forma di frazione) e algebrico. Esso può essere approssimato, con crescente precisione, dai rapporti fra due termini successivi della successione di Fibonacci, a cui è strettamente collegato.”

Se adesso quindi dividiamo la lunghezza della pendenza del lato della piramide per la metà della lunghezza della base della piramide troviamo un numero molto prossimo alla sezione aurea :

356 cubiti / 220 cubiti = 1,618… (phi).

Un certo Christian Lange, ingegnere tedesco, ha scoperto che utilizzando la metà della base della piramide come unità fondamentale (220 cubiti = 1) le restati misure della piramide non sono altro che date da formule o proporzioni ben precise, vedi immagine sotto riportata.

http://www.sectioaurea.com/sectioaurea/the_golden_angle.htm

Passiamo adesso ad analizzare l’opera di leonardo, l’uomo vitruviano.

Prima operazione, partiamo con il realizzare un cerchio inserito all’interno del quadrato realizzato da leonardo di raggio “R”. E poniamo ad R un valore pari a 220 cubiti, metà della base di un lato della piramide di Cheope. Seconda operazione costruiamo un secondo cerchio, di raggio “r”, che parte dalla parte superiore della testa dell’uomo rappresentato da Leonardo e va a sovrapporsi al cerchio originale disegnato dal maestro.

A questo punto abbiamo che il cerchio originale disegnato da Leonardo ha un raggio pari alla somma dei due raggi “R+r”. Quindi per risolvere l’annoso problema della quadratura del cerchio, ossia rendere pari il perimetro del cerchio disegnato da Leonardo alla circonferenza disegnata da Leonardo, non dobbiamo altro che risolvere la seguente espressione :

Dove 8R e il perimetro del quadrato e naturalmente 2 * Pi greco * (R+r) e la circonferenza del cerchio.

8R = 2 * Pi greco * (R+r) —->

8R = 2 * Pi greco * R + 2 * Pi greco * r —->

8R – 2 * Pi greco * R = 2 * Pi greco * r —->

R*(8-2 * Pi greco) = 2 * Pi greco* r —->

Adesso se moltiplichiamo entrambi i membri * 1/(2 * Pi greco * R) troviamo che :

r/R = (8-2 * Pi greco)/2 * Pi greco =

= (4- Pi greco ) / * Pi greco =

= 0,2732……

Adesso assegnando per assurdo ad “r” il valore medio del raggio del nostro satellite la “Luna” e assegnando ad “R” il raggio equatoriale della “Terra” troviamo che….

R equatoriale = 6372,797 km.

r = 1738 km

r/R = 0,2727…..

Un valore molto prossimo al precedente valore calcolato !

Recentemente ho trovato un vecchio libro nel quale si affermava che la grande piramide di Cheope non sarebbe altro che un modello della Terra nell’emisfero nord con un’errore di solo 1%

Il perimetro moltiplicato per un fattore di 43200 rappresenterebbe la circonferenza della Terra nel nord emisfero, come per l’altezza della piramide utilizzata come ipotetico raggio della Terra (assumendo naturalmente la Terra nel nord emisfero come una sfera perfetta), moltiplicata sempre per un fattore di 43200 .

I calcoli :

Perimetro piramide in feet = 755,77 * 4 = 3023,08 * 43200 = 130597056 feet = 39806 km.

Utilizzando come raggio l’altezza della piramide abbiamo che la circonferenza risulterebbe pari a,

2 * 3.14..* 480,93 * 43200 = 130540563 feet = 39789 km.

Circonferenza Terra emisfero nord = 40070 km.

Abbiamo un’errore di circa solo 1 % ! Ci troviamo di fronte ad una nuova sbalorditiva coincidenza ?

Michele

Minimo Artico sopra il 2007 anche quest’anno

Nonostante l’AO a livelli record negativi sia a livello stagionale che mensile in Agosto quest’anno grazie allo spessore dei ghiacci notevolmente migliore siamo riusciti a stare sopra il 2007 come estensione minima.

Ancora una volta i catastrofisti che prevedevano il crollo artico non ci hanno preso, quante previsioni sbagliate ci vorranno per farli smettere???

e soprattutto perchè la gente comune paga sempre caro i propri errori che verranno ricordati sempre mentre questi qui c’hanno preso una volta (nel 2007) e vivono di rendita per aver preso solo quella???

Ecco il grafico dell’estensione dei ghiacci marini artici negli ultimi anni

FABIO