CHI COSTRUISCE DEVE CONOSCERE IL “CLIMA”

Dal nostro gruppo su facebook….

Buona serata,questa nota è indirizzata a tutte quelle grandi società che investono nel campo immobiliare,ai costruttori in generale:

Spesso ingenuamente si va a costruire vicino ad antichi torrenti se non addirittura nel loro letto(alluvione recente insegna)solo perchè magari la loro memoria umana non concepisce la gravità dell’errore,basterebbe studiare un pò di climatologia per arrivare a capire che tutto prima o poi ritorna,ovvero 30-50 o anche più di 100 anni con clima molto umido e piovoso ed un altro(quello appena concluso) molto secco,caldo e siccitoso.

Corsi d’acqua inattivi per più di 50 o 100 anni ritornano a prendersi il loro posto a forza,ma non è perchè la natura si è incattività,è l’uomo che ha costruito dove non deve,se si ha poca memoria storica basterebbe consultare una mappa di dove sono ubicati i vari corsi d’acqua,anche quelli che sono considerati erroneamente asciutti,un pò come il discorso dei vulcani,che sonnecchiano per millenni e poi devastano intere regioni.

In soldoni spero che la lezione venga recepita da chi di dovere perchè altrimenti saranno dolori,il riscaldamento degli ultimi 30 anni ha subito uno stop,il sole con il suo ciclo 24 sta approcciando un massimo tra i più bassi dal 1700,non è utopia dichiarare che si sta manifestando una chiara inversione di tendenza,anche l’attività vulcanica è in aumento,inoltre l’aumento di entrata dei raggi cosmici con un solarwind tra i più bassi di sempre incentiva nubi e precipitazioni più copiose.

 

Ettore Roesler Franz - Inondazione a Roma fine 800 -

 

Dico un altra cosa,io sono di Roma e conosco il mio Tevere come le mie tasche,quanti ingegneri ne hanno studiato le antiche piene? Io essendo esperto meteo e appassionato di climatologia mi sono ripassato le piene del biondo fiume,e casisticamente ho scoperto che fa una superpiena ogni secolo,qualche anno fa siamo stati vicini ad un altra Firenze per 2 metri soltanto…il fiume sarebbe esondato a prima porta,magliana,ponte milvio,bastava solo una giornata di pioggia in più…pochi sanno che molte abitazioni sulla via flaminia(tantissime)stanno a rischio innondazione ogni volta che il tevere va sopra il livello di guardia di Ripetta,inoltre le dighe a monte che ne controllano il livello per proteggere la capitale nell’ultima piena erano al limite,se le aprivano sarebbe stata la tragedia,per quanto tempo ancora avremo questa fortuna?

Non basterebbero nemmeno i giganteschi muraglioni per proteggere la città se fa una piena come quella di 100 anni fa,anche quì costruendo si è persa la memoria storica del fiume,il Tevere non farebbe paura se solo si rispettasse,e il rispetto sarebbe stato quello di costruire con criterio e non in aree potenzialmente alluvionali,ho avuto come cliente tempo fa l’autorità di bacino del fiume Tevere e i miei timori non sono infondati, speriamo non arrivi mai la Big One piena.

Cordialmente

STEFANO BARTOZZI

 

32 pensieri su “CHI COSTRUISCE DEVE CONOSCERE IL “CLIMA”

  1. Daccordo in linea di massima… l’Italia essendo un paese a rischio idrogeologico dovrebbe essere in parte disabitato, se pensiamo solo alle aree urbanizzate vicino al Po così come moltre altre sempre in pianura padana. La Liguria in media ha su 100 comuni 98 a rischio idrogeologico, eppure i paesi ci sono da secoli e secoli…l’evento di martedì scorso è stato talmente estremo che per non aver nessun tipo di problema e danno bisognerebbe che le Cinque Terre fossero solo parco e basta…. eventi del genere sono così eccezzionali quanto catastrofici

    Ci sono situazioni e circostanze a sè, non tutte le situazioni sono uguali e molte volte l’incuria dell’uomo aiuta molte catastrofi annunciate…quelle sarebbero da evitare facendo un piano regolatore adeguato e prendendo le precauzioni dovute prima di costruire…ma se andiamo a costruire edifici nuovi sui pendii dei vulcani, è tutto presto detto…

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  2. Concordo sul fatto che il nostro paese è a rischio idrogeologico,ma qualche precauzione sarebbe necessaria,specie in prossimità di fiumi e corsi d’acqua pericolosi,inoltre da come stiamo vedendo,negli ultimi anni sono in aumento le precipitazioni e gli eventi alluvionali,ma non solo in Italia,ma nel mondo,e la colpa non è del riscaldamento globale come vogliono forzarci di credere…

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  3. Concordo in parte
    le aree urbane sono cambiate , molto piu asfalto e cemento …
    e quando piovono due gogge finiscono subito nei fiumi … creando onde di piena
    una volta venivano assorbite in parte dal terreno.
    Costruito troppo e nei punti sbagliati … le aree urbane dei centri attuali non sono quelle di 100 anni fa.
    Il controllo sul territoio … affidato a enti e non piu a chi ci vive… abbandono della montagna e della collina ha fatto il resto.
    In questa situazione di devastazione del tessuto urbano e agricolo
    ci presentiamo all’appuntamento con il prossimo cambio climaticoverso il freddo ….

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  4. Luigi Lucato :

    Concordo in parte
    In questa situazione di devastazione del tessuto urbano e agricolo

    Stiamo pagando 50 anni di cementizzazione folle questo è sicuro ed inoltre….
    oggi il fiume sotto il mio paese non esiste più….se riesco in serata vi passo alcune foto in bianco e nero di una 50 anni fa…
    Parchi ? Prima la natura era un parco che si autososteneva senza alcun intervento dell’uomo. Il fiume sembrava un giardino tutti a farci il bagno.

    E poi c’era il piccolo contributo casa..per casa…che partiva dalla cura del piccolo fosso ai fiumiciattoli più grandi. Le Ruspe non sono altro che dei volgari e brutali macchinari tecnologici di questa società-scollegata ….che devastano e basta.

    1°) Distruggono i fiumi scavando e togliendo la ghiaia dove nascono.

    2°) Puliscono gli argini in due ore (tre costa troppo per il comune) con le ruspe, distruggendo, piante, radici, alberi ..e tutto dentro il fiume.

    La memoria dei come si cura l’ambiente seguendo…fasi lunari, stagioni, bio.ritmi sta per essere dimenticata per sempre..i nonni muoiono…ed i giovani giocano a farmville e non sanno manco cosa sia o come si usa una falce.

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  5. C’e’ da sperare che il Vesuvio se ne stia zitto,perche’ se scoppia quello con tutte le case costruite per lo piu’ abusivamente ai piedi del vulcano sara’ una strage.Solo dopo i morti diranno che si poteva evitare,intanto si va avanti col lo stesso sistema all’italiana aspettando la prossima tragedia.

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  6. x michele e ice2020 o per qualcuno che abbia voglia di scrivere 2 risposte
    posso fare una paio di domande ot?
    1 c’e’ un forum dove fare domande ??
    2 questo e’ un grafico che tutti voi conoscete bene …

    http://screensnapr.com/v/CQKnwS.jpg

    il sole dopo un improvviso stallo a 280 km\h il 23 ottobre esplode in una piccola tempesta il 24 ottobre …..

    adesso mi chiedo questi eventi sono preventivabili ? se si di quanto di 24 ore ???

    lo chiedo perche il sole dalle 8.00 si e’ rimesso in stallo a 290 km\h da come dicono i grafici … stesso stallo di variazione velocita’ http://screensnapr.com/v/r0X5CD.jpg

    quindi e ovvia una tempesta? a 24 ore di distanza ?

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  7. Per le Cinque Terre e la Lunigiana concordo pienamente con IVAN. Li l’ambiente non è molto diverso da 100 anni fa, ci sono si cambiamenti ma non tali da cambiare le sorti di una catastrofe. Bisognava “almeno” evitare i morti, visto che le previsioni annunciavano già la tragedia il giorno prima: avvisare la gente dove e come mettersi al sicuro e per quanto tempo.
    Per quanto riguarda il territorio io dico la mia esperienza. Fino a 20 anni fa bastava poca pioggia perchè nella città dove abito ci fossero una buona parte delle cantine allagate, un anno si e due no. C’erano dei ruscelli che provenivano dalle campagne a monte della città e poi si infilavano nei meandri fognari sotto la stessa. Poi per fortuna sono state fatte delle opere di drenaggio sono stati costruiti dei canaloni in parte intubati a cintura tutto intorno. Da allora fine degli allagamenti.
    E questo è un caso positivo.
    L’altro esempio è negativo e riguarda la campagna, quasi isolata, intorno alla casa di mio padre.
    Tanti anni fa la motorizzazione agraria non era così “pesante” ed era nell’interesse di tutti i vicini mantenere in ordine le stradette vicinali. Ora ci sono solo trattori e mezzi giganteschi che devastano ad ogni passaggio queste stradette che, specialmente quando piove, non reggono il loro passaggio. Poichè questi mezzi non hanno problemi di viabilità, non interessa più a nessuno la manutenzione delle stradine, se non a mio papà che per poter arrivare sulla statale deve attraversare 500 metri di stradina. Avendo solo una macchina normale spende circa 800 euro all’anno della sua pensione e molto malanimo per poter accedere appena appena a casa sua. Risultato è che oggi ad ogni pioggia appena appena più abbondante, la strada è un fiume ed i campi attorno dei laghi.
    Ricordo bene che da fanciullo dopo i violenti temporali andavo a vedere i fossi pieni d’acqua che defluiva tranquilla, su questa stessa stradina che non costava quasi niente a mantenerla. Oggi è impossibile.

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  8. da esperienza personale so che a volte basta veramente poco per risolvere i problemi delle alluvioni.
    sorvoliamo sul rischio geologico dell’appennino Italiano, che li neanche ci dovono costruire ma lo fanno lo stesso.

    a Ravenna negli anni 90 gli allagamenti dovuti a precipitazioni intense erano la norma, nella mia zona praticamente tutti gli anni almeno 2 episodi te li dovevi subire, tranne casi eccezionali non erano niente di che, ma è bastato mettere a posto il sistema fognario (a Ravenna si paga una tassa per ogni mm di pioggia che le stazioni AM rilevano) e migliorare la viabilità dei canali che non intasano più la falda acquifera (che da noi si trova in alcune zone anche a 2m sotto il terreno, se non meno) ed ecco che gli allagamenti ci sono solo in condizioni super eccezionali.
    quando il 31 Agosto 2007 caddero 108mm di acqua in circa 5h non successe nulla in città.

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  9. Michele
    come nota generale i mezzi meccanici moderni
    sono troppo potenti e devastano sempre lo strato coltivabile … Hummus
    rendendo il terreno piu dilavabile e soggetto ad erosioni …
    poi l’urbanistica fa il resto…

    le campagne devono essere abbandonate
    provate a tornarci senza essere coltivatori diretti o imprenditori agricoli
    pur con le piu buone intenzioni … non vi lasciano fare nulla

    100 anni fa l’uomo era nei campi adesso manca
    i danni si accumulano
    frutto di 50 100 anni di clima ottimale ed energia facile

    adesso il clima cambia e l’energia comincia a mancare
    difficile ripristinare una situazione anche solo simile al 1930

    ma allora la densita di popolazione era la meta circa e rurale
    e con un impatto sul territorio ben minore

    Adesso si costruisce con piani regolatori
    dove la voce clima se esiste è costante
    oppure riscaldamento in corso ….

    SE ci va Bene come minimo siamo inpreparati …
    e i continui dissesti idrogeologici lo dimostrano.

    Ma studiare un po di storia anche Climatica …
    almeno qualche secolo
    non gli ultimi 50 anni ….NO

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  10. @Luigi Lucato

    Si condivido luigi in sintesi la società ideale dovrebbe essere sempre composta da persone/governi dalla metalità “flessibile ed aperta” e pronta ai continui cambiamenti che la natura ci propone e altro…non si sà mai..
    Come l’effetto serra.
    Il mio moto recita ….usa la zappa e leggiti la sera un libro di astrofisica.
    🙂

    Insomma ….rimbocchiamoci le maniche….
    😉

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  11. @Michele
    in sintesi la società ideale dovrebbe essere sempre composta da persone governi dalla metalità “flessibili e aperta” e pronta ai continui cambiamenti che la natura ci propone e altro…

    non siamo in una società ideale … prossimi al collasso … serve un buon medico.

    Si deve usare muscoli e cervello e guardare all’ambiente e alla sua storia ( no TV … tutto virtuale)

      (Quote)  (Reply)

  12. piero :

    x michele e ice2020 o per qualcuno che abbia voglia di scrivere 2 risposte
    posso fare una paio di domande ot?
    1 c’e’ un forum dove fare domande ??
    2 questo e’ un grafico che tutti voi conoscete bene …

    http://screensnapr.com/v/CQKnwS.jpg

    il sole dopo un improvviso stallo a 280 km\h il 23 ottobre esplode in una piccola tempesta il 24 ottobre …..

    adesso mi chiedo questi eventi sono preventivabili ? se si di quanto di 24 ore ???

    lo chiedo perche il sole dalle 8.00 si e’ rimesso in stallo a 290 km\h da come dicono i grafici … stesso stallo di variazione velocita’ http://screensnapr.com/v/r0X5CD.jpg

    quindi e ovvia una tempesta? a 24 ore di distanza ?

    Nulla di strano, dev’esserci stato un buco coronale che ha fatto alzare temporaneamente il solar wind e l’l’ap index, e si è subito risolto….

    il forum NIA è a questo indirizzo, ma per le domande sul sole vanno bene anche gli interventi in home come hai fatto te:

    http://daltonsminima.altervista.org/?page_id=3504

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  13. Io credo che bisognerebbe riconoscere conoscere cosa é evento eccezionale e cosa non lo é la prevenzione é importante ma non bisogna poi sprecare i denari in opere inutili.
    Se dovessimo mettere in sicurezza tutti i paesini della Liguria e dell’ Alta Toscana dovremmo spianarli e ricostruirli da zero … oppure spostarli … ma dove in pianura Padana ?
    Certo fare le zone industriali nell’alveo dei fiumi o nelle bonifiche é diventata un “must” … poi non regge un argine e ti saluto …

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  14. @Luci0
    Se ti cadono piu’ di 300 litri d’acqua per metro quadro in poche ore a valle di zone cosi’ ripide poche sono le speranze che non succeda nulla.Sono paesi a rischio perenne,condivido Lucio.

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  15. Il sindaco di Brugnato intervistato dal TG1non c’ ha pensato due volte … la colpa é di quei 530mm d’ acqua in 4 ore … detto così non fa tanto effetto ma 530 litri per metro quadro é tanto … troppo !!

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  16. Luci0 :Il sindaco di Brugnato intervistato dal TG1non c’ ha pensato due volte … la colpa é di quei 530mm d’ acqua in 4 ore … detto così non fa tanto effetto ma 530 litri per metro quadro é tanto … troppo !!

    Primi effetti del Global Cooling? Oppure solo corsi e ricorsi della storia meteo del nostro Paese?

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  17. @giorgio
    Non per nulla la val di vara e’ tipica per i “paesi di cornice”… costruiti , appunto, attorno ai cocuzzoli delle collinette… chissà perchè.
    L’unico centro storicamente attivo (da epoche alto-medioevali- forse romane, non ricordo…) e’ brugnato, che però sfruttava l’unica sona “pianeggiante” della valle, troppo preziosa per lasciarla inutilizzata….

    Ciao
    Luca

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  18. @lucio
    daccordissimo con te..tra l’altro ricordo che all’incirca nelle stessa zona leggermente più veso GE lo scorso 5 sett scesero ma in un arco temporale molto più lungo(circa 24 ore) 400 MM ma non ci furono gravi danni come invece purtroppo stavolta. L’Italia è un paese bellissimo, ci sono luoghi incantevoli immersi nella natura ogniuno con le sue caratteristiche e forse per questo più a rischio perenne di altri…e in questi casi la natura predomina su tutto.

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  19. FabioDue :

    Luci0 :Il sindaco di Brugnato intervistato dal TG1non c’ ha pensato due volte … la colpa é di quei 530mm d’ acqua in 4 ore … detto così non fa tanto effetto ma 530 litri per metro quadro é tanto … troppo !!

    Primi effetti del Global Cooling? Oppure solo corsi e ricorsi della storia meteo del nostro Paese?

    Comunque penso che l’uomo difficilmente impari dai suoi errori. Per citare degli esempi, purtroppo famosi: ottobre 1963, diga del Vajont,( 1910 morti) luglio 1985, Stava (Trentino- 268 morti) e più recentemente Sarno (maggio 1998- 160 morti); e ce ne saranno senz’altro altri che adesso non ricordo. Poi ci saranno sicuramente casi estremi in cui non ci sono colpevoli se non la “pazza” natura, ma rimangono eventi isolati. Comunque nella serata del 26 ottobre nella puntata di Matrix il geologo del CNR Mario Tozzi e altri, vedi Andrea Giuliacci, Giovanni Soldini (velista) , per spiegare la grande quantità d’acqua caduta in Liguria e Toscana, hanno detto che la spiegazione sta anche (oltre agli errori umani) nei cambiamenti climatici,…. G.Warming però e non G.Cooling ! Ovviamente!
    Se volete gustarvi la puntata la trovate qui
    http://www.video.mediaset.it/video/matrix/full/255617/il-diluvio-universale.html#tf-s1-c1-o1-p1

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