Archivio mensile:Novembre 2011

Collegamento fra Aurore alle medie latitudini e il ciclo della temperatura dei 60 anni di Nicola Scafetta. – 2°parte –

– Le affermazioni di Nicola agli attacchi di Leif –

 Dr. Leif Svalgaard

 La prima parte della ricerca è reperibile al seguente indirizzo web:

http://daltonsminima.altervista.org/?p=17176

Lo straordinario interesse per questa ricerca è testimoniato da più di 400 commenti presenti nella pagina web di Antony Watts che riporta l’articolo. Concludo quindi questa straordinaria ricerca con vari post di replica rilasciati da Scafetta, ad alcune critiche rivoltegli nello specifico da Leif Svalgaard. Commenti ripresi dalla pagina web che riporta l’articolo sul blog di Antony Watts, “Wattsupwiththat”.

Non ho intenzionalmente riportato i commenti di Svalgaard che comunque sono disponibili al seguente link,

http://wattsupwiththat.com/2011/11/10/aurora-borealis-and-surface-temperature-cycles-linked/

perchè anche in un recente passato ( e il nostro caro admin Simon ne è stato più volte testimone sul forum di Solarcycle24 ) tale personaggio mira, amio parere, ESCLUSIVAMENTE a mescolare/confondere le idee su una correlazione solare-climatica che oramai è sotto gli occhi di tutti. Passiamo quindi alle repliche del Dr. Scafetta.

 Partiamo co un Post da incorniciare e da passare ai posteri.

Nicola Scafetta dice :

November 10, 2011 alle 9:51 pm

Per prima cosa vorrei ringraziare Anthony per aver pubblicato il mio articolo e tutti i lettori che hanno trovato questa carta molto interessante. Solo un paio di riflessioni su alcuni dei numerosi commenti.

Vedo che alcune persone insistono con la convalida della tesi scientifica solo ed esclusivamente se tutto fosse già pienamente compreso e chiaro. Tuttavia, devo dire che nella ricerca scientifica non si parte con una conoscenza piena e completa su un problema. La conoscenza piena e completa di un problema è il passo conclusivo di una ricerca scientifica non il suo inizio. Nella ricerca scientifica la gente inizia con i dati e poi cerca di capire quello che i dati ci dicono. Poi cercano di modellare il fenomeno e/o proporre possibili meccanismi. Questo è ciò che rende una teoria. Una teoria specifica proposta può quindi essere ulteriormente supportata o rifiutata da ulteriori ricerche sul tema. Questo è il modo in cui la scienza, in ogni campo, progredisce. Quindi, non c’è nulla di male, se un solo articolo su una ricerca in corso non spiega nel dettaglio ogni possibile problema legato al fenomeno studiato, in particolare se, come è in questo caso, il fenomeno oggetto di studio è estremamente complesso. E non c’è niente di sbagliato se questo tipo di carta può contenere alcune congetture che si possono trovare sbagliate anche in futuro.
Circa i commenti rilasciati da Leif Svalgaard, lo invito nuovamente a leggere la mia ricerca, prima di criticare e di farlo con un po’ di mentalità aperta (ovviamente non ha bisogno di aprire troppo la mente perché non vogliamo che il suo cervello si perde da qualche parte).

Circa le maree Svalgaard in realtà non sembra comprendere il problema. Tempo fa, veniva sostenendo che nessuno in passato, prima di Newton, sapeva che le maree sono state indotte dalla luna. Avevo bisogno di dimostrare a lui che in passato, al contrario, tutti sapevano che le maree sono state indotte dalla luna, anche se la gente non sapeva di meccanica newtoniana.
Ora insiste che non capisco l’argomento di Kelvin circa le maree, perché secondo lui io ignoro il lavoro di Doodson, dal modo in cui ho fatto riferimento nel mio articolo insieme con il lavoro di Kelvin.

Svalgaard non capisce il fatto che non è possibile calcolare con precisione e prevedere le maree con la legge fondamentale della fisica a causa della enorme complessità fisica del problema, che non si limita a conoscere solo l’esistenza della gravità, ma richiede anche una dettagliata conoscenza di un sacco di altre cose tra cui la termodinamica, fluido-dinamica e le risonanze locali fondamentali. Per ovviare a questi problemi di ignoranza Kelvin ha proposto un modello armonico basato su cicli astronomici senza mettere alcun fisica in essa, ma utilizzando la geometria astronomica. Doodson ha semplicemente ampliato l’argomento di Kelvin.

Che il metodo di Kelvin non richiede alcun quantitativo di fisica moderna, ma solo una argomentazione qualitativa basata sull’astronomia empirica è dimostrato non solo nelle stesse opere di Kelvin sul tema, ma anche dal fatto che una metodologia equivalente è stato adottata sin dai tempi antichi per prevedere le maree. Un’opera medioevale che affronta la questione e spiega quantitativamente come le maree potrebbe essere previste sulla base di cicli astronomici è il De temporum ratione (il calcolo del tempo) da parte del monaco Beda Northumbria in AD 725: quasi 1000 anni prima di Newton.
http://en.wikipedia.org/wiki/De_temporum_ratione

Forse Svalgaard ha una comprensione molto limitata di ciò che costituisce la scienza, che non mi pare coincidere con ciò che gli scienziati coinvolti nella ricerca normalmente pensano.

Ed inoltre….

Nicola Scafetta dice:

November 11, 2011 alle 7:52 am

Probabilmente vi è un legame tra terremoti e il clima e le aurore e dei cicli astronomici e correnti oceaniche e LOD ecc e tutto è fisicamente accoppiato a tutto il resto.

Nicola Scafetta dice:

November 11, 2011 alle 8:41 am

Perché non si prova a essere un pò più umili e riconoscere che ci sono parecchie cose che non capisci?

Ed ancora….

Nicola Scafetta dice:

November 11, 2011 alle 9:03 am

E ‘chiaramente inutile discutere con Leif !
La temperatura su scala multi millenaria e le ricostruzioni del Berilio sono troppo povere  per riprodurre con precisione il ciclo dei 60 anni perché i dati sono molto scarsi: c’è un punto ogni diversi decenni. La mia carta è piena di riferimenti in cui si nota il ciclo dei 60 anni in numerosi cicli solari legati al clima. Purtroppo Leif non sente il bisogno di leggere con mente la aperta,  proprio come fanno tutti i sofisti.

http://it.wikipedia.org/wiki/Sofistica

La Sofistica è una corrente filosofica sviluppatasi in Grecia, e ad Atene in particolare, a partire dalla seconda metà del V secolo a.C., la quale, in polemica con la filosofia della scuola eleatica e avvalendosi del metodo dialettico di Zenone di Elea,[1] pone al centro della sua riflessione l’uomo e le problematiche relative alla morale e alla vita sociale e politica. Non si trattò di una scuola filosofica né di un movimento omogeneo, bensì fu estremamente variegata al suo interno: i suoi esponenti (detti appunto sofisti), seppur accomunati dalla professione di «maestro di virtù», si interessarono di vari ambiti del sapere, giungendo ognuno a conclusioni differenti e a volte tra loro contrastanti.[2] Tra questi emerse, distaccandosene, la figura di Socrate.

 I cecchi pavonizzanti dico io !!!

Nicola Scafetta dice:

November 11, 2011 alle 10:58 am

Quindi, vi invito Leif ai concentrarsi sul contenuto effettivo della carta, non sulle cose che la carta non avrebbe dovuto affrontare in ogni dettaglio come ad esempio quello che è successo in Inghilterra centrale o quello che è successo per le macchie solari che sono solo un piccolo sottoinsieme delle dinamiche solari e dell’eliosfera.

 Nicola Scafetta dice:

November 11, 2011 at 1:31 pm

 Leif, leggete il giornale ed i riferimenti!
Il tuo modo di analizzare i dati è solo ingenuo. Avete bisogno di pensare più profondamente.

Nicola Scafetta dice :

November 11, 2011 alle 5:26 pm

Una correlazione senza una causa nota è un mistero. La scienza è piena di misteri. In realtà la scienza è tutto un mistero! Se non ci fossero misteri non ci sarebbe più nulla da spiegare e nulla per la scienza da fare. Gli ingegneri potrebbero quindi assumere (come se non già dominano già la piazza già … : lol:) completamente “.

Ecco la vera differenza, tra quelli che capiscono che cosa è la scienza (ci sono correlazioni con i misteri inspiegabili che hanno bisogno di essere spiegati) e quelli che ingannano la scienza per l’ingegneria (la scienza è risolta, non c’è bisogno di guardare avanti).

Nella scienza del clima il problema principale è che molte persone non capiscono la differenza tra “scienza” e “ingegneria”.. Abbiamo modellisti del clima su computer, che propriamente parlando, non sono ingegneri e scienziati, che vanno in giro affermando di essere “scienziati” e che “la scienza è risolta”, e poi ogni volta un vero scienziato osserva che la scienza non è risolta perché i dati specifici sono mostrati dai modelli che i modelli climatici non spiegano, poi i modellisti del clima cominciano a negare i dati ed accusare lo scienziato di astrologia solo perché non forniscono una teoria completa che si può implementare nei loro modelli.

La scienza non inizia con una teoria completa di tutto. Questo è l’obiettivo ultimo della scienza, non il suo punto di partenza! Questo è un punto importante per chi vuole veramente capire la scienza.

 Nicola Scafetta dice :

November 12, 2011 alle 5:20 am

 Mi dispiace Leif, stai solo facendo confusione, in modo casuale utilizzando i dati delegati in modo inappropriato. I modelli di delega devono essere usati con intelligenza. Le registrazioni delle aurore che uso non è un modello di delega, ma l’osservazione diretta di ciò che stava accadendo in atmosfera. Quindi, è molto al di sopra di uno dei tuoi modelli proxy.

Per esempio, quando si utilizza un modello proxy per i raggi cosmici o altro, è necessario innanzitutto capire che si tratta di un modello di delega e non una misura diretta, allora avete bisogno di capire che quel tipo di modello delega avrebbe potuto avere enormi incertezze, quindi è necessario per capire che un modello di delega dato può non riferirsi a qualsiasi tipo di raggi cosmici, ma per specifiche fasce di raggi cosmici di energia, allora avete bisogno di capire che non si sa ancora che tipo di raggi cosmici possono influenzare di più il sistema nuvoloso, allora si devono capire che i raggi cosmici da soli non possono essere sufficienti, perché ci potrebbero essere altri effetti direttamente correlati alle proprietà elettriche dell’ambiente che può essere regolato da qualcosa di più dei raggi cosmici, ecc

Allora avete bisogno di guardare i dati che ho esplicitamente inserito nel rapporto e casualmente non guardare a ciò che vi piace. Allora avete bisogno di leggere i riferimenti utilizzati nel documento.

Per esempio :

Terra (Klyashtorin, 2001; Klyashtorin and Lyubushin, 2007; Klyashtorinetal, 2009;. Le Mou el et al, 2008;. Camuffoetal,2010; Agnihotri et al, 2002;. Agnihotri and Dutta, 2003; Sinha et al, 2005;. Goswami, 2006; Yadava andRamesh, 2007; Mazzarella and Scafetta, 2011; Jevrejeva et al, 2008.;
Yuetal, 1983;. Patterson et al, 2004;. Ogurtsovetal, 2002;. Roberts et al, 2007;. Komitov (2009)

Solo alcune carte che contraddicono le tue affermazioni:

Il “Sole – clima” relazione. Il berillio “cosmogenic” e le aurore alle medie latitudini. Boris Komitov
http://www.astro.bas.bg/~komitov/07_BKomitov.pdf

Vedi figura 7

Un’altra carta è Tardo Olocene risposta sedimentaria a raggi solari e cosmici l’attività influenza la variabilità del clima nel Pacifico NE Patterson et al.
http://fossil.earthsci.carleton.ca/~tpatters/pubs2/2004/patterson2004sedgeol172_67-84.pdf

Vedi le figure 11 e 12 con il loro picco enorme di circa 60 anni.

Un’altra carta è
LUNGHI PERIODI DEI CICLI DELL’ ATTIVITA ‘DEL SOLE, RIPORTATI NEI DATI SOLARI E DELEGHE
OGURTSOV et al.

 http://www.springerlink.com/content/q1740143246t005l/fulltext.pdf

Alcune figure mostrano picchi spettrali intorno ai 60 anni
Molte altre ricerche fanno lo stesso.

Così, come dice Lucy Skywalker (11 novembre 2011 alle 05:05) :

“Il tuo modalità di ragionamento è confusa ed è solo “Spazzatura. Scafetta ha già dimostrato sei diversi indici nel suo articolo da cui emerge con chiarezza la presenza straordinaria di formazione di un ciclo di 60 anni: PDO, AMO, aurore, monsoni, meteoriti, e le temperature globali. Le correlazioni sono altamente evocative, non so come quantificare statisticamente loro ma visivamente gridano.Quindi, per favore, fermatevi a ragionare in questa modalità da spazzatura e aprite la mente. Se vi avviate mostrando un po ‘di rispetto e di cercando di scusarvi non sarebbe una cattiva idea anche.

Nicola Scafetta dice :

November 12, 2011 alle 3:44 pm

 A tutti i lettori,

Mi dispiace ma Leif secondo me sta solo cercando di indurre in errore i lettori di questo blog.
A mio parere ha colpi di scena su ogni cosa, sopprime la logica, altera il contenuto del mio intervento,  interrompete gli argomenti,  mescola i dati, confonde i modelli e alla fine rimane l’unico convinto del proprio mondo immaginario. E ‘evidente che una discussione costruttiva con Leif non è possibile, non per colpa mia ma per la sua ostilità e i suoi pregiudizi su ogni carta e ogni concetto che scrivo.E purtroppo questa è una storia che continua da diversi anni. Quelli che di voi vogliono essere interessati alle mie ricerche,  si prega di leggere le mie carte.  Leggendo con attenzione la mia carta è l’unico modo per capire il mio ragionamento e quello che ho trovato. Spesso si può anche avere bisogno di leggere “le reference”  se si desidera comprendere il quadro generale. Se avete letto le mie carte, si prega di prendere in considerazione che questo documento così come gli altri non sono il fine della storia e mai avrebbe dovuto essere la fine della storia.  E ‘molto importante capire che il progresso della scienza è a piccoli passi nel tempo, la mia carta non dovrebbe risolvere ogni possibile problema nell’universo come si potrebbe pensare. Questo è vero per la mia ricerca così come per qualunque altro documento scientifico.
Come ho riferito precedentemente la scienza è piena di misteri. Quindi, è molto difficile per chi cerca di farlo e cerca di capire la natura.
Ringrazio Antony Watts per questa opportunità di discutere la mia carta qui. Ma io sono molto impegnato quindi ho bisogno ora di porre fine il mio contributo. Speriamo che in futuro possiamo continuare la discussione affrontando qualche altro aspetto del quadro generale. Grazie mille a tutti, compreso Leif,  naturalmente.

Nicola Scafetta dice:

November 12, 2011 alle 10:53 pm

Mi dispiace Leif, ma chiaramente non sei un esperto in questo campo ed i tuoi commenti impropri lo dimostrano ampiamente. Inoltre, il tuo modo di ragionare contraddice i concetti fondamentali della filosofia e sono pieni di numerose “fallacie logiche”, come l’affermazione che le informazioni fisiche contenute in una registrazione devono essere sbagliata per il semplice motivo che le informazioni fisiche contenute in un altra registrazione, relativa alla prima, possono essere diverse.

Uno dei numerosi errori che si adottano sistematicamente è il “Straw man” o “fallacia logica”. Ma ci sono molti errori più logici nel tuo ragionamento, come false analogie, aringhe, ignorare gli elenchi, e “hominem“ http://it.wikipedia.org/wiki/Argumentum_ad_hominem                                                                                                                                (e tutte le nuove insinuazioni arbitrarie verso la mia carta, che non si sà, ecc…

Da http://en.wikipedia.org/wiki/Straw_man

“L’uomo di paglia” o “Straw man” è un componente di un argomento, ed è una fallacia informale, basata su false dichiarazioni di posizione di un’avversario, distorcendo le sue parole o per mezzo di [false] assunzioni. Per attaccare “l’uomo di paglia” è quella di creare l’illusione di aver confutato una proposta da sostituire con una proposta apparentemente simili ma non equivalente e confutando, senza aver mai effettivamente confutato la posizione originale.  In generale, lo “straw man” è altamente esagerato [citazione necessaria] o versione semplificata della dichiarazione originaria dell’avversario, che è stata distorta al punto di assurdità. Questa affermazione esagerata o distorta è quindi facilmente argomentabile contro, ma è una falsa dichiarazione effettiva dell’avversario.

La “Straw man”avviene nel seguente schema di ragionamento:


1. La Persona A ha la posizione X.
2. La Persona B trascura alcuni punti chiave di X e invece la presenta superficialmente similmente alla  posizione Y. Quindi,Y è una versione distorta risultante di X e può essere configurata in diversi modi, tra cui:

1. Un travisamento della posizione dell’avversario.
2. Citando parole di un avversario fuori contesto -. Cioè citazioni scelta per travisare le intenzioni reali degli avversari (vedi fallacia della citazione fuori contesto) [2]

3. Presentando qualcuno che difende una posizione come il difensore, allora confutando gli argomenti di quella persona -. Dando così l’aspetto che ogni sostenitore di questa posizione (e quindi la stessa posizione) è stato sconfitto [1]
4. Inventando un personaggio fittizio con azioni e convinzioni che poi vengono criticati, il che implica che la posizione della persona che rappresenta il  gruppo è critica.
5. Semplificando l’argomento di un avversario, poi attaccando questa versione semplificata.
6. La Persona B attacca la posizione Y, concludendo che X è falsa / errata / difettosa.

Questo tipo di “ragionamento” è fallace, perché attaccare una versione distorta di una posizione non riesce a costituire un attacco alla posizione attuale.


In effetti, caro Leif, non hanno dimostrato che il problema affrontato nel mio lavoro (cioè delle registrazioni storiche delle aurore alle medie latitudini presentano le stesse frequenze maggiori della temperatura superficiale globale e le grandi oscillazioni astronomiche dell’eliosfera associate ai movimenti, frequenza di Giove e Saturno, con addizionate alcune frequenze Solari/lunari) è sbagliato.

 Si veda anche nello specifico questo link per una migliore comprensione:

http://www.linux.it/~della/fallacies/spaventapasseri.html

Naturalmente ci sarebbero molti altri commenti, rilasciati dal Dr.Scafetta da riportare, ripieni di citazioni scientifiche e frasi al peperoncino, ma credo che possa bastare.

Per noi…..ma per il Dr.Svalgaard sembrerebbe di no !?!?

Fonti:

http://www.fel.duke.edu/~scafetta/pdf/Scafetta-auroras.pdf

http://landscheidt.wordpress.com/2011/11/10/scafettas-new-paper-linking-mid-latitude-aurora-to-the-60-year-temperature-cycle/

http://wattsupwiththat.com/2011/11/10/aurora-borealis-and-surface-temperature-cycles-linked/

 

Michele

 

Collegamento fra Aurore alle medie latitudini e il ciclo della temperatura dei 60 anni di Nicola Scafetta. – 1°parte –

La ricerca –

 

Recentemente il Dr. Nicola Scafetta ha pubblicato una nuova ricerca. Innanzitutto facciamo una breve premessa presentando questo straordinario ricercatore italiano.

 http://www.ilgiornale.it/interni/se_terra_si_surriscalda_colpa_sole_luomo_non_centra/25-10-2009/articolo-id=393648-page=0-comments=1

Nicola Scafetta, è uno scienziato di 39 anni originario di Gaeta, che nel 1998, dopo essersi laureato in fisica a Pisa, se n’è andato a continuare i suoi studi in un’università del Texas e poi s’è trasferito a far ricerca e a insegnare al Free-electron laser laboratory della Duke University, uno dei più prestigiosi atenei degli Stati Uniti, fondato nel 1838 a Durham, nella Carolina del Nord. Scafetta è membro dell’Acrim (Active cavity radiometer irradiance monitor), centro mondiale di studio dell’irradianza solare associato alla Nasa, l’ente spaziale americano.

 Sito web del Dr.Scafetta  :

http://www.fel.duke.edu/~scafetta/

Questa carta ha l’intenzione di allargare il dibattito sul ruolo della variabilità naturale del clima e i cambiamenti nel lungo termine.

Nicola Scafetta 2011: A shared frequency set between the historical mid-latitude aurora records and the global surface temperature.

 Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics In Press doi:10.1016/j.jastp.2011.10.013

 

Abstract

 

Qui mostriamo che le memorie storiche alle medie latitudini delle aurore dal 1700 al 1966 presentano oscillazioni con periodi di circa 9, 10-11, 20-21, 30 e 60 anni. Le stesse frequenze si trovano nelle registrazioni strumentali della temperatura in superficie dal 1650 e 1850, rispettivamente, e in diverse registrazioni planetarie e solari. Noi sosteniamo che le registrazioni delle aurore rivelano un collegamento fisico tra i cambiamenti climatici e le oscillazioni astronomiche. Probabilmernte oltre ad un Solare-Lunare effetto delle maree, esiste una planetaria modulazione dell’ eliosfera e del flusso dei raggi cosmici che raggiungono la Terra e / o delle proprietà elettriche della ionosfera. Quest’ultima, a sua volta, alla fine, la potenzialità di modulare la copertura nuvolosa globale e le oscillazioni del clima attraverso l’ oscillazioni del albedo. In particolare, un quasi ciclo di 60 anni dalle grandi dimensioni è abbastanza evidente dal 1650, in tutte le registrazioni climatico-astronomico che io ho qui studiato, che comprendono anche una registrazione storica delle cadute di meteoriti in Cina 619-1943. Questi risultati supportano la tesi che le oscillazioni del clima hanno un’origine astronomica. Tutto questo mostra un armonico modello costituente basato sulle principali frequenze astronomiche rivelate nelle registrazioni delle aurore e si deduce che la naturale gravitazione oscillazioni del sistema solare è in grado di alterare con una ragionevole precisione le oscillazioni decennali della temperatura multi decade dal 1950 al 2010, utilizzando i dati di temperatura prima del 1950, e viceversa. L’esistenza di una naturale modulazione di 60 anni, ciclica della temperatura superficiale globale, indotta da meccanismi astronomici, da sola, vorrebbe dire che almeno 60-70% del riscaldamento osservato dal 1970 è stato indotto naturalmente. Inoltre, il clima potrebbe rimanere circa stabile nei prossimi decenni perché il ciclo di 60 anni è entrato nella sua fase di raffreddamento.

 

I punti principali ripresi da questa carta sono :

► Il documento mette in evidenza che il clima globale e le registrazioni delle aurore presentano una comune frequenza.

► Queste frequenze possono essere utilizzate per ricostruire le oscillazioni del clima all’interno di una scala di tempo che va da  9 a 100 anni.

► Sulla base di questo modello empirico (cicli) è possibile ricostruire e fare previsioni sulle oscillazioni del clima.

► Ciclicamente i fenomeni fisici astronomici regolano i cambiamenti climatici attraverso l’elettrificazione dell’alta atmosfera.

► I cicli climatici hanno un origine astronomica e sono regolati dalle oscillazioni della copertura nuvolosa.

 

Alcuni estratti dalla carta.

 

“Così, la declinazione manovra la direzione delle forze gravitazionali e magnetiche di Giove e Saturno
relativa alla media orientazione giornaliera della magnetosfera terrestre. Questo modello dà origine ad un quasi ciclo di 60 anni fisico di marea sul Sole e l’ eliosfera in prossimità dell’orbita terrestre. Questo schema periodico di 60 anni, sarebbe generato dai campi magnetici di Giove e Saturno che influenzano l’eliosfera. La Fig.9 riassume una serie di meccanismi che, secondo il ritrovamento di questo documento, collegano,  ragionevolmente  il moto dei pianeti e  il cambiamento climatico attraverso la modulazione solare dell’eliosfera/magnetosfera e ionosfera che regolano la percentuale della copertura nuvolosa. E ‘possibile che quando Giove e Saturno sono più vicini al Sole, potrebbe esserci un’ aumento dell’attività solare, a causa delle più forti maree planetarie e altri meccanismi (Wolff e Patrone, 2010), e di un forte campo magnetico nella regione interna del sistema solare, anche se i modelli possono essere più complicati a causa della presenza di altri cicli che saranno discussi in un’altra carta. Un forte campo magnetico solare o meglio dell’ eliosfera scherma i flussi dei raggi cosmici galattici. Un minor numero di raggi cosmici che raggiungono la Terra implica una ionizzazione più debole dell’alta atmosfera. Come effetto secondario abbiamo meno aurore alle medie latitudini, perché in Europa è più forte il campo magnetico e la ionosfera ionizzata meno e le aurore sono vincolate per lo più alle regioni polari. Inoltre, il livello di ionizzazione dell’atmosfera è stato proposto essere come un meccanismo importante che può modulare la formazione della bassa copertura nuvolosa (Tinsley, 2008; Kirkby, 2007; Svensmark et al, 2009). In sostanza, quando la ionizzazione è più debole, le nuvole si formano meno. In conclusione, le dinamiche solari e la modulazione del sistema nuvoloso sono le dinamiche che maggiormente concorrono a determinare il cambiamento del clima attraverso una modulazione dell’albedo (vedi Eq. (8).”

 Figura n°9

 

 Di seguito parte del testo e-mail del Dr. Scafetta che può servire a spiegare alcuni dei dettagli.

Testo ripreso dal blog di Antony Watts e Geoff Sharp.

Quello che questo documento vuol dimostrare è che le registrazioni delle aurore alle medie latitudini presentano le stesse oscillazioni del sistema climatico a ben individuati cicli astronomici. Così, l’origine delle oscillazioni climatiche è astronomica.
Nel documento io sostengo è le registrazioni delle aurore possono essere considerate una delega delle proprietà elettriche dell’atmosfera che poi influenzano la copertura nuvolosa e l’albedo e, di conseguenza, provocano cicli simili nella temperatura superficiale.

Vedi anche questa ricerca pubblicata sul nostro blog:

L’influenza del “sistema solare” e i cicli di 60 anni (uno studio del prof. Nicola Scafetta)

http://daltonsminima.altervista.org/?p=9533

Si noti che si possono avere aurore alle latitudini medie se la magnetosfera è debole, quindi non è in grado di deviare il vento solare in modo efficiente, o se le esplosioni solari (flare solari, ecc) sono particolarmente energetiche, in modo da irrompere con la forza.

Durante il ciclo, nei massimi solari la magnetosfera si rafforza così da pensare che l’aurora dovrebbe essere spinta verso i poli. Tuttavia, durante i massimi solari si verificano molti brillamenti solari e varie esplosioni solari altamente energetiche.Come conseguenza abbiamo un maggior numero di aurore alle medie latitudini, nonostante il fatto che la magnetosfera è più forte e dovrebbe spingerle verso i poli.

Al contrario, quando la magnetosfera si indebolisce su scale multidecadali, alle medie latitudini le aurore sono più probabili, e alcune si possono vedere anche alle medie latitudini durante i minimi solari, come la figura 2 ci mostra.

 Figura n°1

 Fig. 1. Anomalia della temperatura globale superficiale (Brohan et al., 2006). La figura mostra anche il trend in forma quadratico della temperatura (nero).

Figura n°2

 

 Fig. 2. (A) La modulazione ciclica dei  60 anni della temperatura superficiale globale ottenuta detraendo queste registrazioni dal trend di crescita mostrato in Fig.1. Il record di temperatura è stato filtrato con 8 anni di media mobile. Si noti che  è un trend lineare o parabolico e non deforma in modo significativo l’onda dei 60 anni sulle registrazioni nei 160-anni, che contiene circa i 2,5 di questi cicli, perché i polinomi di primo e secondo ordine sono sufficientemente ortogonali ad una registrazione contenente almeno i due cicli completi.  (B) Registrazioni delle Aurore dal ”Catalogue della Polar Aurora <55°N nel periodo 1000-1900 ” 1700-1900 (Krivsky ‘e Pejml, 1988). (B), descrive anche il catalogo riferendosi alle osservazioni aurora dalle Isole Faroe dal 1872 to1966. Sia la temperatura che le aurore mostrano una sincronizzato 60 anni di modulazione ciclica, come dimostrato dal fatto che la funzione periodica armonica dei 60 anni super-imposto in entrambi le registrazioni è presente. Questo  ciclo di 60 anni è in fase con il ciclo di 60-61 anni associato a Giove e Saturno: vedi Fig. 6 e 7.

Nel documento io sostengo che ciò che cambia il clima non è l’aurora di per sé, ma la forza della magnetosfera che regola il flusso dei raggi cosmici in arrivo e che regolano le nuvole.

La forza della magnetosfera è regolata dal Sole (la cui attività cambia in sincronia con i pianeti), ma forse la forza della magnetosfera terrestre è regolata direttamente dalle forze gravitazionali / magnetiche di Giove e Saturno e gli altri pianeti la cui gravità / maree magnetiche può allungare o comprimere la magnetosfera terrestre, in qualche modo da rendere più facile o più difficile per la magnetosfera della Terra deviare i raggi cosmici.

Così, quando Giove e Saturno si avvicinano al Sole, fanno le seguenti cose: 1) Possono rendere il sole più attivo; 2) Il sole rende più attiva e più forte magnetosfera, 3) Giove e Saturno contribuiscono con il loro mostro magnetismo a rendere più il campo magnetico nella parte interna del sistema solare; 4) La magnetosfera della Terra è più forte e più grande sia grazie alla maggiore attività solare e sia grazie all’allungamento gravitazionale e magnetico di esso causati da Giove e Saturno. I raggi cosmici di conseguenza arrivano meno sulla Terra e forma meno nuvole e vi è un riscaldamento del clima.

Tuttavia, spiegare in dettaglio i meccanismi citati in precedenza non è il tema di questa ricerca che si limita a dimostrare che questo tipo di meccanismi esistono perché lo rivela le aurore  il comportamento.

La buona notizia è che anche se non conosciamo la natura fisica di questi meccanismi, il clima può essere in parte previsto nello stesso modo come le maree sono attualmente previste utilizzando geometrie (Bendandi e i suoi parallelogrammi) e considerazioni astronomiche come ho illustrato nella Figura 11.

Il punto riportato in precedenza è molto importante. Quando si cerca di prevedere le maree, le persone hanno fino ad ora sostenuto che vi era la necessità di risolvere l’equazione newtoniana delle maree e le altre equazioni fisiche di fluidodinamica ecc… Naturalmente, nessuno era in grado di farlo a causa della enorme difficoltà numerica e teorica. Oggi nessuno sogna di usare la GCM e di prevedere con precisione le maree. Per superare il problema Lord Kelvin ha sostenuto che è inutile usare la meccanica newtoniana o qualsiasi altra legge fisica per risolvere il problema. Ciò che era importante era solo sapere che un legame in qualche modo esiste, anche se non compreso nei dettagli. Sulla base di questo, Lord Kelvin propose un modello armonico, costituente,  per la previsione delle maree sulla base di cicli astronomici. E il metodo di Kelvin è attualmente l’unico metodo che funziona per la previsione delle maree. Guardate qui:

http://en.wikipedia.org/wiki/Tide-predicting_machine

La macchina che prevedeva le maree è un fine particolare computer meccanico analogico della fine del 19esimo e 20esimo, costruito e creato per prevedere il flusso e riflusso delle maree del mare e le variazioni irregolari nelle loro altezze – che cambiano in miscele di ritmi, che mai (in totale) si ripetono esattamente. Il suo  scopo era quello di accorciare i calcoli laboriosi e soggetto a errori di previsioni sulle maree. Tali macchine di solito forniscono previsioni valide di ora in ora e giorno per giorno per un anno o più.

La figura sopra riporta, 10 componenti della macchina prevedi maree del 1872-3, ideata da Sir William Thomson (Lord Kelvin), e disegnato da Thomson e collaboratori, presso il Science Museum, South Kensington, Londra

La figura 11, sotto riportata è molto importante perché mostra per la prima volta che il clima può essere previsto sulla base di armoniche astronomiche, con una buona precisione. Io uso un metodo simile a quello di Kelvin con il modello calibrato dal 1850-1950.  Ed il modello mi ha mostrato delle corrette previsioni sulle oscillazioni del clima dal 1950-2010, e mi ha mostrano che anche il viceversa è possibile.

Naturalmente il modello proposto armonico può essere notevolmente migliorato con armoniche aggiuntive.  In confronto le maree sono previste con 35-40 armoniche.

Ma questo non cambia il risultato della carta:

 1) E’ una prova più chiara che un collegamento fisico tra le oscillazioni del sistema solare e il clima esiste, come rivelano il comportamento delle aurore.

 2) Questo dato giustifica la modellazione armonica e le previsioni del clima basati su cicli astronomici legati al Sole, la Luna e i Pianeti.

Interessante anche il valore di utilizzare il ciclo planetario dei quasi 60 anni per prevedere il futuro del clima globale. Di seguito vi propongo questi due grafici dalla carta che sviluppando proprio questa relazione.

 

Fig. 11. Modello armonico astronomico di ricostruzione costituente le previsioni della temperatura superficiale globale. (A) media mobile di quattro anni della temperatura superficiale del globo contro le ricostruzioni climatiche ottenute utilizzando la funzione F1(t)+P1(t) per il periodo 1850-2010 (linea solida nera) e il periodo 1950-2010 (trattino), e la funzione F2(t)+P2(t) per l’appropiato periodo 1850-1950 (punti). (B) Le funzioni P1(t)+P2(t) rappresentano la modulazione periodica della temperatura riprodotto dal modello celeste delle aurore, modello basato sulle cincque maggiori decadi di aurore e multidecade frequenze. Le frecce indicano i massimi nelle decadi  dove c’è un buon abbinamento tra i modelli dei dati e i modelli  osservati. Nota che in entrambe le figure il  modello a tre curve conincide quasi  per più di 200 anni e ricostruisce bene le  previsioni e le oscillazioni delle temperatura.

 Nella seconda parte, che pubblicherò nella giornata di domani, riporterò alcuni importanti e significativi commenti scritti dal Dr. Scafetta dopo che un certo Dr. Leif…

Ci sarà da dibattere e anche da sorridere,  non mancate.

Stay tuned with Nia.

 

Michele

 

Sole di nuovo calmo dopo 2 mesi e mezzo ?

E’ da settembre che il sole ha presentato una discreta fase di attività, soprattutto nell’emisfero settentrionale.

Negli ultimi giorni però, sembra che tale attività stia scemando, specie nel nord emisfero.

Attualmente infatti, sono presenti poche regioni attive e tutte appaiono di scarsa coalescenza magnetica, ne sono la riprova i 2 grafici qui sotto:

X-ray e K-index praticamente piatti. Ciò fa specie soprattutto se si pensa allo stadio ormai avanzato di massimo solare in cui il sole è in corso.

Nell’emisfero settentrionale quindi, sono attualmente presenti pochissime AR, mentre ultimamente quello sud è in una fase più attiva, anche se è poco cosa rispetto a ciò che eravamo abtuati coi cicli precedenti.

Ecco come si presenta lo Stereo Behind:

Clicca qui per vedere ingrandito: http://stereo.gsfc.nasa.gov/beacon/latest_256/behind_euvi_195_latest.jpg

Sud emisfero  praticamente pulito, si intravede un gruppo di regioni mal definito solo in quello settentrionale che appare tra l’altro di scarsa attività.

Il solar flux dopo aver toccato il record di questo ciclo 24 il giorno 8 novembre con un valore pari a 178, alle ore 20 di ieri era fermo a 141.

Il vento solare continua ad oscillare tra i 350 ed i 400 km/s…

Un massimo solare pertanto, che al di là delle fiammate degli ultimi 2 mesi, continua ad apparire in una relativa fase di stallo…

Ed ora, riandremo addirittra incontro ad un sole nuovamente più calmo?

Stay tuned, Simon

L’Eresia Scientifica di Matt Ridley – Parte 2

Riprendiamo con la seconda parte dell’articolo Tratto da Climate Monitor, trovate qui il link originale

 

http://www.climatemonitor.it/?p=20882

 

 

Il problema è il cambiamento climatico.

Ora, prima che tutti si precipitino per le uscite, e so che è tradizionale andarsene via quando un relatore non segue l’ortodossia sul clima alla RSA – l’ho visto accadere con Bjorn Lomborg l’anno scorso quando ha tenuto la Lettura Magistrale dedicata al Principe Filippo – voglio essere molto chiaro. Io non sono un “negazionista”.

Sono pienamente consapevole che l’anidride carbonica è un gas ad effetto serra, che il clima ha subito un riscaldamento e che l’uomo è molto probabile che ne sia almeno in parte responsabile. Quando uno studio è stato pubblicato di recente dicendo che il 98% degli scienziati “credono” nel riscaldamento globale, ho guardato le domande che erano state poste e ho realizzato che c’ero anch’io nel 98%, in base alla definizione usata, anche se non uso mai la parola “credere” riguardo il mio pensiero. Allo stesso modo il recente studio di Berkeley, che ha concluso che le terre emerse stiano effettivamente riscaldandosi a un tasso simile a quello precedentemente stimato, non ha cambiato niente.

Allora qual’è il problema? Il problema è che è possibile ritenere veri tutti i principi fondamentali della fisica dell’effetto serra e concludere allo stesso tempo che la minaccia di un riscaldamento pericolosamente grande sia così improbabile da essere trascurabile, mentre la minaccia di un danno reale dovuto alle politiche di mitigazione del clima è già così alta da essere preoccupante. È sempre più probabile che la cura si stia dimostrando di gran lunga peggiore della malattia. O, come ho detto una volta, [con queste politiche di mitigazione del clima] è come mettere un laccio emostatico intorno al collo per fermare una emorragia dal naso. Penso anche che il dibattito sul clima sia una distrazione di massa dai problemi ambientali più urgenti come le specie invasive e lo sfruttamento eccessivo.

Non sono stato sempre così “tiepido” sul clima. A metà degli anni 2000 una sola immagine, in particolare, ha giocato un ruolo importante nel farmi abbandonare i miei dubbi sulla pericolosità dei cambiamenti climatici di origine antropogenica: la “mazza da hockey” [la ricostruzione delle temperature globali negli ultimi secoli pubblicata da Michael Mann e collaboratori, che mostrava un deciso aumento delle temperature in tempi recenti dopo centinaia di anni di relativa stabilità]. Era chiaramente dimostrato che qualcosa stava succedendo, e senza precedenti. Mi ricordo dove ho visto quel grafico la prima volta, ad una conferenza e che ho pensato: ah, ora ci sono finalmente alcuni dati molto chiari che mostrano che le temperature di oggi siano senza precedenti sia in entità che in velocità di cambiamento – ed è stato pubblicato sulla rivista Nature.

Eppure [l’importanza scientifica di] quel grafico è stata poi assolutamente ridimensionata dal lavoro di Steve McIntyre e Ross McKitrick. Vi esorto a leggere al riguardo il libro di Andrew Montford “The Hockey Stick Illusion”, attento e altamente leggibile. Qui non è la sede per entrare nei dettagli, ma per farla breve il problema è sia matematico che empirico. Il grafico della mazza da hockey si basa pesantemente su alcuni dati di dubbia qualità – anelli di crescita nella corteccia rimossa di esemplari di Pinus Longaeva – e su un particolare metodo di analisi delle componenti principali, chiamato “short centering”, che aumenta moltissimo l’effetto di qualsiasi campione che abbia un andamento a mazza da hockey, a scapito di altri campioni. Quando dico moltissimo – voglio dire 390 volte.

Scoprire tutto ciò ha avuto un grande impatto su di me. Questo era come il momento in cui qualcuno mi aveva detto di aver fatto il crop circle la sera prima. Infatti, a parte la mazza da hockey, non ci sono prove che il clima stia cambiando pericolosamente o più velocemente rispetto al passato, quando è cambiato in modo naturale. Il clima è stato più caldo nel Medioevo e il cambiamento climatico medievale in Groenlandia era molto più veloce. Le stalagmiti, i confini nord di crescita degli alberi e le carote di ghiaccio confermano tutti che era molto più caldo 7000 anni fa. Evidenze dalla Groenlandia suggeriscono che l’Oceano Artico era probabilmente libero dai ghiacci per una parte della tarda estate, a quel tempo. il livello del mare sta salendo al ritmo di circa un metro ogni tre secoli, un ammontare non minaccioso, e quell’aumento è in decelerazione. La Groenlandia sta perdendo ghiaccio al ritmo di circa 150 miliardi di tonnellate all’anno, che vuol dire lo 0,6% per secolo. Non c’è stato alcun riscaldamento significativo in Antartide, con l’eccezione della Penisola Antartica. Il metano ha in gran parte smesso di aumentare. Le tempeste tropicali sono diminuite in intensità e frequenza, non aumentate, negli ultimi 20 anni. La probabilità di morire a causa di una siccità, un’alluvione o una tempesta è del 98% inferiore a livello globale di quanto non fosse nel 1920. La malaria è in ritirata non espansione nonostante il mondo si sia riscaldato.

E così via. Ho guardato e riguardato, ma ad oggi non riesco a trovare un set di dati – in contrapposizione ad un modello – che mostri che siano in corso cambiamenti senza precedenti oppure cambiamenti comunque vicini a causare un danno reale. Senza dubbio, ci saranno un sacco di persone che adesso pensano “che ne dici di X allora?” Beh, se avete una X che vi convince che ci aspetti un cambiamento climatico rapido e pericoloso, fatemelo sapere.

Quando ho posto questa domanda a uno scienziato governativo, mi ha risposto citando il Massimo Termico Paleocene-Eocene. Vale a dire, un episodio caldo poco conosciuto, accaduto 55 milioni di anni fa, di durata incerta, magnitudo incerta e causa incerta.

Nel frattempo, vedo pregiudizio/bias di conferma in tutto il dibattito sul clima. L’uragano Katrina, il Monte Kilimanjaro, l’estinzione dei rospi dorati – tutti erroneamente menzionati come prove del cambiamento climatico. Una nevicata a Dicembre, la BBC insegna, è “solo un fenomeno meteo”; una delle inondazioni in Pakistan o la siccità in Texas è “il tipo di fenomeno meteo che possiamo aspettarci capiti più spesso”. Una teoria così flessibile che può spiegare a posteriori qualsiasi risultato, è una teoria pseudoscientifica.

Per vedere in azione il pregiudizio di conferma, basta leggere le email del “Climategate”, i documenti che hanno minato la mia fiducia nelle istituzioni scientifiche di questo Paese [il Regno Unito]. È già abbastanza grave che le e-mail mostrino in modo inequivocabile scienziati mettersi d’accordo per selezionare dati [in maniera pregiudiziale], sovvertire i meccanismi della peer review, fare del bullismo contro i responsabili editoriali di riviste scientifiche ed evitare di ottemperare a richieste di informazioni presentate sulla base del Freedom of Information [il Diritto di ogni cittadino di accesso alla informazione posseduta da agenzie governative]. Quel che appare peggio, ad un appassionato di scienza come me, è che gran parte del resto della comunità scientifica è sembrata non trovare problemi in tutti quei comportamenti. Essenzialmente hanno fatto spallucce e detto, “mannò, che esagerazione, tutto normale”.

Né c’è alcun supporto teorico per la previsione di un futuro pericoloso. La questione centrale è la “sensibilità”: la quantità di riscaldamento che ci si può aspettare da un raddoppio dei livelli atmosferici di anidride carbonica. Su questo, a tutta prima c’è qualcosa di simile al consenso. La sensibilità [in prima analisi] è di 1.2 gradi centigradi. Ecco come l’IPCC ne ha parlato nel suo ultimo rapporto:

“Nella situazione idealizzata in cui la risposta del clima ad un raddoppio della CO2 atmosferica consistesse solo in una variazione uniforme della temperatura, senza che operassero effetti derivati (feedback) … il riscaldamento globale da GCM sarebbe di circa 1.2°C”. Paragrafo 8.6.2.3.

Ora il comma prosegue affermando che sia probabile che quel valore venga amplificato da feedback consistenti e al netto positivi, per lo più da vapore acqueo. Ma mentre esiste un deciso consenso sul valore di 1.2°C, non c’è assolutamente nessun consenso circa il feedback positivo netto, come ammette anche l’IPCC. Il vapore acqueo forma le nuvole e rimane in dubbio se le nuvole, in pratica, amplificheranno o smorzeranno quale che sia il riscaldamento a effetto serra. Quindi, dicendo che ci sia un consenso sul riscaldamento globale si dice il vero, dicendo che ci sia un consenso circa un riscaldamento globale pericoloso si dice il falso.

La sensibilità del clima potrebbe essere un innocuo 1.2°C, metà dei quali già accaduti, o potrebbe essere inferiore se i feedback sono negativi o potrebbe essere di più se i feedback sono positivi. Che cosa dice l’evidenza empirica? Dal 1960 abbiamo avuto circa un terzo di un raddoppio [dei livelli di CO2 nell’atmosfera], quindi dobbiamo avere avuto quasi la metà del riscaldamento a effetto serra che ci si aspetta da un raddoppio – è aritmetica elementare, dato che è accettato che la curva sia logaritmica. Eppure, secondo i termometri di superficie, abbiamo avuto circa 0.6° C di riscaldamento da allora ad oggi, al ritmo di meno di 0.13C per decennio – un po’ meno se si crede ai termometri da satellite. Quindi siamo sulla buona strada per 1.2C.

Ricordate invece, Jim Hansen della NASA ci ha detto nel 1988 di aspettarsi 2-4 gradi in 25 anni. Quello che stiamo osservando è circa un decimo. Siamo sotto anche dell’andamento previsto dall’IPCC nel 1990 in caso di emissioni zero. Ah, dice il consenso, l’inquinamento da zolfo ha ridotto il riscaldamento, ritardando l’impatto, oppure l’oceano ha assorbito il calore extra. Nessuna di queste razionalizzazioni a posteriori è compatibile con i dati: l’emisfero sud si è riscaldato con una velocità che è circa la metà dell’emisfero nord negli ultimi 30 anni, eppure la maggior parte delle emissioni di zolfo è avvenuta nell’emisfero settentrionale. E il contenuto di calore dell’oceano ha rallentato la sua crescita, se non è diminuito, negli ultimi dieci anni.

Molti argomenti eretici mi sembrano invece essere esempi di come la scienza dovrebbe essere fatta: trasparente, sempre in discussione e verificabile. Per esempio, all’inizio di quest’anno, un tenace matematico britannico chiamato Nic Lewis ha iniziato a studiare la questione della sensibilità ed ha trovato che l’unica stima del tutto empirica citata al riguardo dall’IPCC è basata su una procedura statistica sbagliata che di fatto ha “aumentato le code” e con quelle enormemente la probabilità apparente di riscaldamento elevato. Quando quell’errore viene corretto, la probabilità teorica [in caso di raddoppio dei livelli di CO2] di riscaldamento superiore a 2.3°C è molto bassa.

Come tutti gli altri errori nel rapporto IPCC, tra cui l’ormai famosamente sbagliata indicazione che tutti i ghiacciai dell’Himalaya sarebbero scomparsi entro il 2035 piuttosto che nel 2350, l’errore sulla sensibilità esagera il potenziale riscaldamento. Che tutti questi errori debbano essere nella stessa direzione, è ormai più di una coincidenza. La fonte per l’errore sui ghiacciai himalayani è stata un capitolo di un rapporto WWF non verificato da altri (senza peer-review). Inoltre l’errore è apparso in un capitolo del rapporto IPCC in cui due degli autori principali e uno degli incaricati a gestire le revisioni erano nel gruppo di scienziati organizzati dal WWF come “Testimoni del Clima”. Ricordate anche che l’errore sui ghiacciai è stato sottolineato dai revisori incaricati dall’IPCC, che sono stati però ignorati. E che Rajendra Pachauri, il capo dell’IPCC, ha respinto chi presentava obiezioni come esponenti di una “scienza voodoo”.

I giornalisti amano dire che il rapporto IPCC è basato esclusivamente su letteratura scientifica verificata da pari (peer-reviewed). Rajendra Pachauri ha fatto questa affermazione nel 2008, dicendo:

“Noi effettuiamo una valutazione dei cambiamenti climatici sulla base della letteratura peer-reviewed, così tutto ciò che consideriamo e di cui teniamo conto nelle nostre valutazioni ha [la] credibilità delle pubblicazioni peer-reviewed, non ci accontentiamo di niente di meno di quello.”

Questa è una pretesa voodoo.

L’affermazione sui ghiacciai non è stata peer-reviewed, né è stata l’alterazione della funzione di sensibilità scoperta da Lewis. La giornalista Donna Laframboise ha organizzato volontari in tutto il mondo che la aiutassero a contare le volte che l’IPCC ha utilizzato letteratura non peer-reviewed. La sua conclusione è che: “Dei 18’531 riferimenti nella Bibbia del Clima del 2007 ne abbiamo trovati 5’587 – ben il 30% – da letteratura non peer-reviewed”.

Ma anche il solo dire cose come questa è commettere eresia. Alzandosi per affermare, all’interno di una Università o della BBC, di non pensare che il riscaldamento globale sia pericoloso si ottiene il tipo di reazione che si otterebbe in Vaticano dicendo di non credere in un Dio benevolente. Credetemi, io l’ho sperimentato di persona.

Tutto ciò ha importanza? Supponiamo che io abbia ragione che molto di ciò che passa per climatologia ortodossa è ora infestato da pseudoscienza, rafforzata da un brutto caso di pregiudizio/bias di conferma, basato su un pio desiderio, lasciata scorrazzare impunemente da un mondo dei media pieno di pregiudizi e dogmaticamente intollerante del dissenso. E allora? Dopo tutto ci sono pregiudizi, pseudoscienza e bias di conferma tra gli eretici del clima. Ebbene ecco perché è importante. Gli allarmisti si sono allocati un potere sulla nostra vita, che gli eretici non hanno. Ricordiamoci che l’azione unilaterale contro il cambiamento climatico della Gran Bretagna dovrebbe ufficialmente costare alla (peraltro in piena crisi) economia del Regno Unito 18’300’000’000 di sterline ogni anno per i prossimi 39 anni e otterrà un cambiamento infinitesimale, non misurabile nei livelli atmosferici di anidride carbonica.

Almeno, gli scettici non coprono le colline della Scozia con inutili, costose turbine eoliche che sovvenzionano questo o quel nobiluomo, e la cui fabbricazione è causa di inquinamento nella Mongolia Interna e che uccidono rapaci rari come l’avvoltoio-grifone.

Almeno, i credenti nei cerchi del grano non possono quasi raddoppiare la vostra bolletta elettrica per sostenere il loro feticcio, spostando la manifattura in Asia e aumentando i casi di persone troppo povere per permettersi un adeguato riscaldamento nelle loro case durante l’inverno.

Almeno, i creazionisti non hanno convinto la BBC che non sia più necessario riportare le notizie in maniera equilibrata.

Almeno, gli omeopati non hanno reso obbligatorie costose caldaie a condensazione, che non funzionano nel freddo, come il vice Primo Ministro Britannico John Prescott ha fatto nel 2005.

Almeno, gli astrologi non hanno spinto milioni di persone alla fame, forse uccidendone 192’000 l’anno scorso secondo una stima prudenziale, avendo deviato il 5% del raccolto mondiale di grano in carburante.

Ecco perché quanto di cui vi ho parlato è importante. Ci hanno chiesto di prendere alcune cure molto dolorose. Quindi dobbiamo essere sicuri che il paziente abbia un tumore al cervello, piuttosto che una fuoruscita di sangue dal naso.

Consegnare le redini del potere a una pseudoscienza ha una storia triste. Ricordare l’eugenetica. Intorno al 1910 la stragrande maggioranza degli scienziati e degli altri intellettuali erano d’accordo che la nazionalizzazione delle decisioni di ordine riproduttivo, in modo da impedire alle persone povere, disabili e stupide di avere bambini, era un imperativo di grande urgenza non solo pratica, ma anche morale. Il commediografo George Bernard Shaw disse:

“Ormai non c’è ragionevole scusa per rifiutarsi di accettare il fatto che solamente una religione eugenica può salvare la nostra civiltà dal destino che ha travolto tutte le civiltà precedenti”. Sul filo del rasoio, e soprattutto grazie a un coraggioso parlamentare liberale chiamato Josiah Wedgwood, la Gran Bretagna non si è mai consegnata al movimento eugenetico. Lo ha fatto la Germania. O ricordate Trofim Lysenko, una ciarlatano pseudoscienziato con strane idee riguardo l’addestramento delle colture e che riteneva la genetica mendeliana una balla. Le sue idee divennero la religione ufficiale scientifica dell’Unione Sovietica e risultarono nella morte di milioni di persone, mentre i suoi critici, come il genetista Nikolai Vavilov, finirono morti in prigione.

Sto andando troppo in là nel fare questi confronti? Penso di no. James Hansen della NASA dice che i dirigenti delle compagnie petrolifere dovrebbero essere processati per crimini contro l’umanità. (Ricordate che egli è il responsabile per uno dei gruppi apparentemente imparziali che mantengono un archivio di dati sulle temperature globali.) John Beddington, principale consigliere scientifico della Gran Bretagna, ha detto quest’anno che, così come siamo “assolutamente intolleranti del razzismo”, dovremmo anche essere “assolutamente intolleranti della pseudoscienza”, in cui ha incluso tutte le forme di scetticismo del cambiamento climatico.

L’ironia, naturalmente, è che gran parte del movimento verde ha iniziato come dissenso eretico. Greenpeace è passata dal chiedere che la visione accettata riguardo le colture geneticamente modificate venisse messa in discussione, e dal dire che della Royal Society non c’era da fidarsi, a richiedere che l’eresia sul cambiamento climatico sia ignorata e che la Royal Society non possa essere in errore.

Parlando di Greenpeace, lo sapevate che il bilancio annuale collettivo di Greenpeace, WWF e Amici della Terra è stato più di un miliardo di dollari a livello mondiale l’anno scorso? A volte la gente mi chiede qual è l’incentivo per gli scienziati di esagerare i cambiamenti climatici. Ma guardate le somme di denaro a disposizione di chi lo fa, fornite da gruppi di pressione, governi e grandi aziende. Non sono stati gli scettici ad aver assunto per gestire le Public Relations un ex vicedirettore del quotidiano News of the World dopo il climategate: è stata la University of East Anglia ([al centro della fuga di email e altre informazioni conosciuta come lo scandalo Climategate]).

In contrasto, il consenso climatico è così dogmatico che scienziati e giornalisti mettono a rischio la loro carriera se dichiarano di seguire una linea scettica. Si è lasciato alla blogosfera il compito di mantenere viva la fiamma dell’eresia e di fare il giornalismo investigativo che i media tradizionali hanno dimenticato come fare. In America, ad Anthony Watts, che si è affidato al crowdsourcing per elencare gli errori nella localizzazione di termometri, e gestisce wattsupwiththat.com. In Canada, Steve McIntyre, il matematico che a poco a poco ha esposto la scioccante storia della mazza da hockey e gestisce climateaudit.org. Qui in Gran Bretagna, Andrew Montford, che ha esposto i vari pasticci dietro le finte indagini sul climategate e gestisce bishop-hill.net. In Australia, Joanne Nova, l’ex presentatore televisivo in campo scientifico che è riuscita a ricostruire l’entità delle enormi somme di denaro che vanno a sostenere interessi di parte dediti all’allarme, e gestisce joannenova.com.au.

La cosa notevole circa gli eretici che ho menzionato è che ognuno lo sta facendo nel suo tempo libero. Essi lavorano per se stessi, e guadagnano una miseria da questo sforzo. A disposizione degli scettici non c’è alcun grande fondo nascosto finanziato dai produttori di combustibili fossili.

In conclusione, ho dedicato un sacco di tempo al clima, ma avrei potuto parlare dei grassi nel cibo, o del dibattito fra nature e nurture, erediterietà e fattori esterni. La mia tesi è che la scienza come la religione, come istituzione è ed è sempre stata afflitta da tentazioni di pregiudizio/bias di conferma. Con facilità allarmante si trasforma in pseudoscienza anche – forse soprattutto – quando ad occuparsene sono esperti elitari e soprattutto quando questi si mettono a predire il futuro e ci sono in gioco sontuosi finanziamenti.

La scienza ha bisogno di eretici.

Vi ringrazio molto per l’attenzione.

 

Fine

L’Eresia Scientifica di Matt Ridley – Parte 1

Riporto qui un Articolo Apparso su Climate Monitor, che appeno ho incominciato a leggerlo ho subito pensato che doveva essere pubblicato anche qui, perchè veramente merita di essere divulgato.

 

http://www.climatemonitor.it/?p=20882

 

Il 31 ottobre scorso, su Bishop Hill è stato pubblicato il testo della Lectio Magistralis di Matt Ridley alla Royal Society of Arts a Edinburgo, in Scozia.

Maurizio Morabito ne ha curato la traduzione per CM.

Qui trovate l’originale, di seguito il testo in Italiano.

 

È un grande onore essere invitato come relatore per la Lettura Magistrale “Angus Millar”.

Non ho idea se Angus Millar si sia mai considerato un eretico, ma ho un debole per l’eresia. Uno dei miei antenati, Nicholas Ridley, il “martire di Oxford” [1500-1555], fu bruciato sul rogo per eresia.

Il mio tema di oggi è l’eresia scientifica. In quali circostanze hanno ragione gli eretici della scienza e in quali sono dei folli? Come si fa a capire la differenza tra scienza e pseudoscienza? Cerchiamo di vedere degli esempi, a cominciare da quelli facili.

L’astronomia è scienza, l’astrologia è pseudoscienza. L’evoluzione è scienza; il creazionismo è pseudoscienza. La biologia molecolare è scienza, l’omeopatia è pseudoscienza. La vaccinazione è scienza, la paura per il vaccino multiplo MMR è pseudoscienza. L’ossigeno è scienza, il flogisto era pseudoscienza. La chimica è scienza, l’alchimia è pseudoscienza.

Mi seguite? Altri esempi.

Che il Conte di Oxford abbia scritto le opere attribuite a Shakespeare è pseudoscienza. Così come credere che Elvis sia ancora vivo, che Lady Diana sia stata uccisa dal servizio segreto britannico MI5, che Kennedy sia stato ucciso dalla CIA, che l’11 Settembre sia stato un lavoro “interno” [fatto cioè da esponenti del Governo USA]. Così come lo sono i fantasmi, gli UFO, la telepatia, il mostro di Loch Ness e praticamente tutto quanto abbia a che fare con il paranormale. Mi dispiace dirlo il giorno di Halloween, ma questa è la mia opinione.

Tre altri esempi, più controversi.

A mio parere, la maggior parte di ciò che ha detto Freud era pseudoscienza. Stesso discorso riguardo la gran parte dei motivi addotti in favore dell’agricoltura biologica, anche se non tutti. Altrettanto, in un certo senso, e per definizione, è la fede religiosa. Essa afferma esplicitamente che ci siano verità che possono essere trovate in modi diversi dall’osservazione e dall’esperimento.

Ora arriva un esempio che mi ha aperto gli occhi come un’epifania: i Cerchi nel Grano (crop circles). Quando ho cominciato a indagare quel fenomeno, mi era parso davvero ovvio che i crop circles fossero stati probabilmente opera dell’uomo. Ne ho fatti alcuni io stesso per dimostrare quanto fossero facili da fare. Tutto ciò, molto tempo prima che Doug Bower e Dave Chorley confessassero di avere iniziato tutta la mania dei crop circles dopo una serata al pub. Ogni altra spiegazione – “linee temporanee” [supposti allineamenti tra monumenti], navi spaziali aliene, vortici di plasma, fulmini globulari – tutte sciocchezze. L’intero campo della “cereologia” è stato una pseudoscienza, come facilmente dimostrato da una minima interazione con i suoi bizzarri praticanti.

Immaginate la mia sorpresa quindi quando scoprii di essere io l’eretico e che giornalisti seri, non impiegati da giornali scandalistici, ma per la rivista Science e per una squadra documentarista del canale televisivo britannico Channel 4, si erano bevute le storie dei cereologi sulla alta improbabilità che i crop circles fossero tutti opera umana. Così ho imparato la Lezione Numero Uno: la credulità incredibile dei media. Metti una “-logia” nel nome della tua pseudoscienza e puoi fare in modo che giornalisti diventino tuoi propagandisti.

Una squadra di Channel 4 ha fatto la cosa più ovvia – hanno fatto in modo che un gruppo di studenti facessero alcuni cerchi nel grano e poi ha chiesto al cereologo se fossero “vere” o “fasulle” – vale a dire, di origine umana. Egli assicurò che i cerchi non avrebbero potuto essere stati fatti da esseri umani. Allora gli dissero che erano stati fatti la sera prima. L’uomo allibì. Fu un episodio di grande televisione. Eppure, il produttore, che in seguito divenne un sottosegretario del governo di Tony Blair, concluse il segmento del programma prendendo le parti del cereologo: “Certo, non tutti i cerchi nel grano sono fasulli”. Che cosa? Lo stesso è accaduto quando Doug e Dave hanno spiattellato tutto; chi credeva nei crop circles ha continuato a credere. E lo fa ancora.

Lezione Numero Due: debunking ([smontare le affermazioni pseudoscientifiche]) scivola via su una pseudoscienza come l’acqua sul dorso di un’anatra.

In medicina, ho iniziato a capire che la distinzione tra scienza e pseudoscienza non è sempre facile. Questo è splendidamente illustrato in uno straordinario romanzo di Rebecca Abrams, chiamato “Touching Distance”, basato sulla storia vera di un medico eretico del XVIII secolo, Alec Gordon di Aberdeen in Scozia. Gordon è stato un vero pioniere dell’idea che la febbre da parto fosse diffusa da personale medico come lui e che l’igiene ne sarebbe stata la soluzione. Arrivò a questa scoperta molto prima di Semelweiss e Lister. Ma fu ignorato. Eppure il romanzo di Abrams non lo dipinge puramente razionale, come un eroe, ma come un essere umano imperfetto, un marito negligente e un ciarlatano con alcune idee strane – come un’ossessione pericolosa per il dissanguamento dei suoi pazienti malati. È stato pseudoscienziato un minuto e scienziato il minuto successivo.

Lezione Numero Tre: tutti possiamo essere sia scienziati che pseudoscienziati. Finanche Newton era un alchimista.

Come l’antisepsi, molte verità scientifiche sono iniziate come eresie e lunghe battaglie sono state combattute prima che soppiantassero una “conoscenza” istituzionale radicata che ora appare irrazionale: la deriva dei continenti, per esempio. E Barry Marshall non era solo ignorato, ma insultato quando sosteneva che le ulcere allo stomaco siano causate da un particolare batterio. I farmaci antiacidi sono stati molto redditizi per l’industria farmaceutica. Alla fine Marshall ha vinto il premio Nobel. Proprio questo mese Daniel Shechtman ha vinto il premio Nobel per i quasicristalli, dopo aver trascorso gran parte della sua carriera ad essere diffamato ed esiliato come un ciarlatano. “Sono stato cacciato dal mio gruppo di ricerca. Hanno detto che li facevo vergognare con quello che stavo dicendo”.

Questa è Lezione Numero Quattro: l’eretico a volte è nel giusto.

Ciò che tiene in vita la pseudoscienza è il pregiudizio (bias) di conferma. Diamo il benvenuto alle prove a sostegno della nostra teoria preferita; e ignoriamo o manifestiamo dubbi sulle prove che la contraddicono. Tutti noi ci comportiamo continuamente così. Non è, come spesso assumiamo, un problema che affligge solo i nostri avversari. Io lo faccio, noi lo facciamo, ci vuole uno sforzo sovrumano per non farlo. Questo è ciò che mantiene in vita i miti, sostiene le teorie cospiratorie e blocca intere popolazioni alla mercé di strane superstizioni. Bertrand Russell ha fatto notare molti anni fa: “Se a un uomo viene offerto un fatto che va contro i suoi istinti, lui lo scruterà da vicino, e a meno che le prove non siano schiaccianti, egli si rifiuterà di credere. Se, invece, gli viene offerto qualcosa che offre una ragione per agire in accordo con il suo istinto, lui lo accetterà anche con la minima prova”.

Lezione Numero Cinque: tieni d’occhio il pregiudizio di conferma in te stesso e gli altri.

Ci sono stati alcuni ottimi libri su questo di recente: Michael Shermer “Il Cervello Che Crede”, Dan Gardner “Ciance Sul Futuro” e Tim Harford “Adattati” sono esplorazioni del potere del pregiudizio di conferma. E ciò che trovo più inquietante di tutto è la conclusione di Gardner che il sapere non sia una difesa contro di esso, anzi, più si sa, più si cade nel pregiudizio di conferma. Il sapere ti dà gli strumenti per cercare le conferme necessarie per sostenere le tue convinzioni. Gli esperti sono peggiori nel prevedere il futuro rispetto ai non esperti.

Philip Tetlock ha fatto l’esperimento definitivo. Ha raccolto un campione di 284 esperti – scienziati politici, economisti e giornalisti – e 27,450 previsioni differenti e specifiche fatte da loro sul futuro così come atteso, per vedere se si è avverato. I risultati sono stati terribili. Gli esperti non c’azzeccavano meglio di “uno scimpanzé con le freccette”.

Ecco ciò che il Club di Roma ha dichiarato sulla copertina posteriore del grande best-seller “I Limiti dello Sviluppo” nel 1972: “Sarà questo il mondo che i vostri nipoti vi ringrazieranno di aver loro lasciato? Un mondo dove la produzione industriale è scesa a zero. Dove la popolazione ha subito un declino catastrofico. Dove l’aria, mare e terra sono inquinate in modo irrecuperabile. Dove la civiltà è un lontano ricordo. Questo è il mondo secondo le previsioni al computer”.

“La scienza è il credere nell’ignoranza degli esperti”, ha detto Richard Feynman.

Lezione Numero Sei: mai contare sul consenso di esperti riguardo il futuro. Gli esperti sono degni di essere ascoltati sul passato, ma non sul futuro. La futurologia è pseudoscienza.

Sulla base di queste sei lezioni, ora mi accingo ad immergermi in un tema sul quale quasi tutti gli esperti non sono solo fiduciosi di poter predire il futuro, ma assolutamente certi che gli avversari siano pseudoscienziati. È una questione sulla quale in questo momento sono un eretico. Penso che l’opinione dell’Establishment in argomento sia infestata di pseudoscienza.

Il problema è il cambiamento climatico.

 

Fine Prima Parte

NB: Il pezzo da cui è stata tradotta la versione in Italia è un tutt’uno, ma ho preferito dividere in 2 parti, perchè come da sempre sostengo, inserire articoli troppo lunghi stanca i lettori che sono meno invogliati a leggerli.