Archivi giornalieri: 19 Gennaio 2012

Global Warming? No, cambiamenti climatici naturali e prevedibili di Nicola Scafetta

Uno studio esteso, pubblicato lo scorso dicembre nella Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics indica che i cambiamenti climatici osservati dal 1850 ad oggi sono legati a cicliche, prevedibili e naturali eventi presenti nel sistema solare della Terra con l’aiuto di un piccolo e limitato contributo da parte nostra. La ricerca è stata condotta da Nicola Scafetta, uno scienziato della Duke University presso l’Active Cavity Radiometer Solar Monitor Lab (ACRIM), associato con il Jet Propulsion Laboratory della NASA in California. In questa ricerca si contestano le metodologie applicate dal Gruppo intergovernativo di esperti delle Nazioni Unite per i Cambiamenti Climatici (IPCC) e  l’utilizzo di un “modello generale climatico di circolazione” (GCM) che,  ignorando queste influenze importanti, si trovano a non riprodurre l’osservato ciclo climatico decennale e multi-decennale.

Come sottolineato nel documento, i modelli IPCC non riescono ad incorporare gli effetti di modulazione dei cambiamenti del clima, come le nuvole. Nuvole che si formano sotto l’influenza dei raggi cosmici durante i periodi di ridotta attività delle macchie solari. Infatti e risaputo che più nubi tendono a rendere le condizioni più fresche. Situazione testimoniata dal “minimo di Maunder” del 17° secolo scorso. Mentre meno nuvole, spesso causano il riscaldamento. Almeno il 50-70% del riscaldamento osservato del 20 ° secolo potrebbe essere associato ad un aumento dell’attività solare. Nel suo studio il Dr. Scafetta ha applicato un modello astronomico di base, che ricostruisce e mette in relazione il riscaldamento, note le fasi di raffreddamento, con i decennali e multi-decennali cicli, influenze dei moti planetari e più in particolare con quelli di Giove e Saturno.

Questo “modello astronomico di armoniche” è stato usato per affrontare vari cicli e lunghi periodi della durata di 9,1 ; 10-10,5 ; 20-21 e 60-62. Il ciclo di 9,1 anni ha dimostrato essere probabilmente dovuto alla solare/lunare oscillazioni di marea nella decade, mentre quelli di dieci anni e di più lunga durata si riferisce ai movimenti planetari sul Sole che possono avere influenze solari che modulano le proprietà elettromagnetiche dell’ alta atmosfera terrestre, che può regolare il sistema delle nubi.

La scoperta del Dr.Scafetta contraddice il modello dell’IPCC. Modello che sostiene che tutto il riscaldamento osservato dal 1970-2000 è stato di origine umana “man-made” (“antropiche induzioni”) basato su modelli che escludono il ciclico e naturale  contributo climatico dei 20 e 60 anni. Questi cicli sono stati chiaramente individuati in tutte le registrazioni della temperatura globale della superficie di entrambi gli emisferi, dal 1850 e sono evidenti anche in numerose registrazioni astronomiche. Il ciclo di 60 anni è particolarmente facile da osservare nei massimi significativi della temperatura superficiale, che si è verificata nel 1880-1881, 1940-1941 e 2000-2001. Questi periodi più caldi sono momentaneamente coincisi  con i momenti in cui le posizioni orbitali di Giove e Saturno erano relativamente vicino al Sole e la Terra.

Il ciclo di modulazione di 60 anni corrisponde anche al riscaldamento / raffreddamento indotto sulla superficie dell’oceano che sembra essere correlato con la frequenza degli uragani atlantici più importanti, ed è visto anche nell’ aumento del livello del mare dal 1700 così come non solo nel mare ma anche in numerose registrazioni terrestri risalenti a quei  secoli.Ad ulteriore prova del ciclo di 60 anni, si fa riferimento negli antichi testi sanscriti e nei cicli osservati delle piogge monsoniche. Scafetta ritiene che un naturale ciclo climatico di 60 anni è associabile e può anche spiegare i calendari adottati nel tradizionale nella civiltà cinese, tamil e tibetana, dal momento che tutte le maggiori civiltà antiche erano a conoscenza dei cicli di 20 anni e 60 anni di Giove e Saturno. Infatti, Scafetta mi ha fatto notare che nella tradizione indù, il ciclo di 60 anni è conosciuto come il ciclo di Brihaspati, il nome di Giove, e che speciali cerimonie  sono celebrate da alcune popolazioni ogni 60 anni, come la cerimonia Sigui tra la popolazione africana dei Dogon.

Appropriate e corrette ricostruzioni naturali sui cicli di 20 anni e 60 anni, insieme ad altri studi indipendenti, indicano che l’IPCC ha seriamente sopravvalutato il contributo umano sul clima. Per esempio,  secondo tutte le simulazioni GCM, l’aumento della concentrazione di CO2 avrebbero dovuto produrre una tendenza maggiore al riscaldamento tropicale con l’altitudine, dinamica che viceversa è il contrario di quanto i palloni sonda e le osservazioni satellitari effettivamente ci mostrano.

 

L’interpretazioni del modello GCM inoltre affermano che l’attività dei vulcani può avere contribuito con una compensazione con un’influenza di 0,1-0,2 gradi nel raffreddamento tra 1970-2000. Tuttavia, tale conclusione appare sopravvalutare notevolmente il segnale vulcano perché i modelli prevedono picchi di raffreddamento profondi e legati con l’eruzioni che sono osservate essere molto più piccole nelle registrazioni della temperatura globale della superficie. Di conseguenza, questo suggerisce anche che l’effetto del  riscaldamento tra il 1970-2000 attribuito alle influenze antropiche deve essere ridotto.  Inoltre, alcuni degli 0,5 gradi osservati nel riscaldamento e registrati dalle stazioni di rilevamento sulla superficie, durante il periodo 1970-2000 e  che i modelli dell’IPCC associano alle emissioni umane di gas a effetto serra, possono essere spiegati come l’effetto urbano correttamente denominato “isola di calore”  e le altre influenze o cambiamenti di uso del suolo.

Infine le tre grandi sorgenti di registrazioni disponibili sulla temperatura globale superficiale segnalano un costante evoluzione al raffreddamento dal 2001. Queste misurazioni contraddicono il forte riscaldamento previsto da tutti i modelli dell’IPCC durante lo stesso periodo che sono attribuiti principalmente ad un continuo aumento delle emissioni di CO2. Infatti, solo una registrazione della temperatura superficie globale mostra un leggero aumento della temperatura dal 2001.  Ciò è avvenuto perché mancano i dati della temperatura che dovevano essere regolati o compilati per completare le registrazioni.

L’Università di Duke e gli studi condotti dalla JPL della NASA stimano che,  fino a 0,3 gradi di riscaldamento registrati tra il 1970-2000 potrebbero essere stati indotti naturalmente da i 60 anni di modulazione durante la fase di riscaldamento, pari ad almeno il 43-60% dei 0,5-0,7 gradi, presumibilmente causati da emissioni di gas serra umani.  L’Ulteriore riscaldamento naturale può essere spiegato con un aumento dell’attività solare nel corso degli ultimi quattro secoli,  così come semplicemente far parte di una ripresa del riscaldamento naturale e persistente dalla fine della Piccola Era Glaciale dal 1300 al 1900.

Nicola Scaletta conclude che il metodo scientifico richiede che un modello fisico soddisfi due condizioni … deve essere in grado di ricostruire e prevedere (o previsione) dalle dirette osservazioni fisiche. Qui, egli sostiene che tutti i modelli climatici usati dall’IPCC non possono fare nessuna delle due. ” Non riescono a ricostruire correttamente anche le grandi multi-decennali oscillazioni che ricostruiscono la temperatura superficiale globale e che hanno apportato un significativo cambiamento climatico. Di conseguenza delle proiezioni IPCC per il 21 ° secolo non ci si può fidare. Infatti, egli sostiene che nel ricostruire adeguatamente i cicli di 20 anni e 60 anni del cambiamento naturale, abbiamo scoperto che il GCM IPCC hanno seriamente sovrastimato anche l’entità antropica, contributo al riscaldamento recente. “

A differenza delle attuali modelli dell’IPCC, il modello astronomico armonico può avere un reale valore di previsione del clima. Combinando le informazioni attuali e le tendenze con il modello ciclico naturale, Scafetta è convinto che la temperatura globale “non può aumentare significativamente durante i prossimi 30 anni, soprattutto a causa della fase negativa del ciclo di 60 anni.” Egli continua dicendo: “Se  i plurisecolari cicli naturali (che secondo alcuni autori hanno contribuito sensibilmente al riscaldamento osservato dal 1700-2010 e possono contribuire ad un ulteriore raffreddamento naturale entro il 2100) venissero ignorati, le stesse emissioni causate, implicherebbe un riscaldamento globale di circa 0,3-1,2 ° C entro 2100, in contrasto con la proiezione al riscaldamento di 1,0-3,6 ° C IPCC  ”

Hulum et al. (2011), http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0921818111001457

Il progetto-modello adottato da Scafetta ci riferisce che il clima globale potrebbe rimanere stabile fino a circa 2030-2040 (come è stato osservato dal 1940 al 1970) perché il ciclo di 60 anni è entrato nella sua fase attuale di raffreddamento intorno al 2000-2003. In realtà l’attuale periodo caldo potrebbe essere la cima di un ciclo naturale millenario come già avvenuto in epoca romana e medievale.

Quando ho chiesto a Nicola quanta fiducia egli avesse nella sua prognosi, mi ha risposto: ” Ovviamente c’è la necessità di aspettare e vedere, e come ho detto nel documento, cicli addizionali possono essere necessari per una migliore previsione. Dopo tutto, le maree oceaniche sono attualmente previste su 30-40 costituenti astronomiche armoniche, mentre nel modello proposto ho usato solo quattro armoniche. Tuttavia, nel documento che ho realizzato, si dimostra che una volta che il modello proposto è stato calibrato tra il 1850-1950, questo è stato in grado di riprodurre la modulazione decennale e multi-decennale della temperatura osservata tra 1950-2011, e viceversa. Dal 2000 il modello ha ben catturato il trend costante al raffreddamento mostrato dai dati della temperatura, mentre tutti i GCM dell’IPCC hanno fallito la prognosi, prevedendo un riscaldamento costante. “
Così, come la vecchia espressione cita … il tempo lo dirà..

E assumendo che il suo modello di previsione si rivelerà corretto, godiamoci il crogiolarsi al tepore finché dura.

Fonti :

http://www.forbes.com/sites/larrybell/2012/01/10/global-warming-no-natural-predictable-climate-change/

http://wattsupwiththat.com/2012/01/09/scaffeta-on-his-latest-paper-harmonic-climate-model-versus-the-ipcc-general-circulation-climate-models/

 

 

michele