Archivio mensile:Gennaio 2012

Ciclo 24: situazione a tre anni dal minimo.

Nel mio precedente articolo,  http://daltonsminima.altervista.org/?p=16334  avevo parlato della possibilità che l’attuale ciclo solare 24 potesse ancora incorrere nella mancata inversione dei poli magnetici, con specifico riferimento al fatto che alcuni indicatori (o supposti tali) dello stato di avanzamento del ciclo non avessero ancora raggiunto un livello che potesse teoricamente dar seguito alla suddetta inversione.

In particolare il mancato raggiungimento di un SN emisferico superiore a 20 nel sud emisfero lasciava presupporre che, effettivamente, l’enorme differenza tra i due emisferi potesse giocare un brutto tiro a questo ciclo, provocando una sorta di “ingolfamento” (mi si passi il termine poco scientifico) che avrebbe condotto il sole ad un minimo profondo in perfetto stile Maunder.
A tre mesi di distanza posso affermare che, secondo me, alcune cose sono cambiate, altre no.

E’ cambiato:

•    Il livello di attività solare in generale:  c’è stato un sensibile passo in avanti di questo ciclo 24 anche se occorre precisare che il livello generale continua a rimanere decisamente molto più basso dei cicli che si sono susseguiti nel corso dell’ultimo secolo;

Rif.: http://www.solen.info/solar/cyclcomp.html

•    Il livello di attività solare nell’emisfero sud:  si potrebbe tranquillamente dire “…le ultime parole famose…” 😉  non appena accennato al fatto che questo emisfero era in palese ritardo e che se non avesse superato la soglia dei 20 SN, il ciclo avrebbe avuto serissime possibilità di non effettuare l’inversione, ecco che di colpo l’attività di questo emisfero comincia a farsi sempre più sostenuta, tanto da far sfumare l’ipotesi appena formulata; ricordo però che i conteggi moderni non sono nemmeno lontani parenti di quelli effettuati fino a pochi anni fa e che quindi sarebbe opportuno rivedere il “valore limite” per avere un dato più attinente alla realtà;
•     Il livello di attività solare nell’emisfero nord:  un costante incremento di attività, anche se con la presenza di regioni attive a volte poco coalescenti, ha caratterizzato gli ultimi mesi; tale affermazione trova riscontro nella crescita del Solar Flux e dell’SN, sia quello ufficiale del SIDC che il nostro amatoriale (ma non per questo meno attendibile) NIA. Tra l’altro la latitudine delle spot si è abbassata notevolmente e a più riprese siamo scesi sotto i 10°N, a conferma delle ipotesi che vogliono questo ciclo in prossimità del massimo, se non altro per l’emisfero nord;
•     Comparsa di AR (con macchie) a polarità invertita nell’emisfero sud:  come  evidenziato qui http://www.solen.info/solar/old_reports/2011/december/20111218.html  , la regione 11379 e la 11389 risultano con polarità invertita, chiaro segnale di avanzamento del ciclo anche in questo emisfero (se mai ce ne fosse stato bisogno!);

Recent activity

The geomagnetic field was quiet on January 6. Solar wind speed ranged between 417 and 479 km/s, weakly under the influence of a high speed coronal hole stream.
Solar flux measured at 20h UTC on 2.8 GHz was 135.5 (decreasing 4.5 over the last solar rotation). The planetary A index was 4 (STAR Ap – based on the mean of three hour interval ap indices: 4.5). Three hour interval K indices: 11011222 (planetary), 11021322 (Boulder).
The background x-ray flux is at the class B6 level.
At midnight UTC the visible solar disk had 10 spotted regions (in 2K resolution SDO images).
Region 11388 [S24W60] was quiet and stable.
Region 11389 [S18W48] became a reversed polarity region again with negative polarity spots appearing ahead of the large penumbra. Note that SWPC includes region S1401 in this region. Flare: C1.4 at 06:08 UTC.
Region 11391 [N13E27] developed slowly and was mostly quiet. A weak magnetic delta structure could be forming to the north of the leader spot.
Region 11392 [N20W33] added several spots and could produce further C class flares. Flares: C2.2 at 11:25, C2.6 at 00:09 (on Jan.7) UTC.
Region 11393 [N17W15] developed significantly and could produce C flares.
New region 11394 [N18E43] emerged in the northeast quadrant on January 5 and got an SWPC number the next day.
Spotted regions not reported (or interpreted differently) by NOAA/SWPC:
[S1401] rotated into view at the southeast limb on December 28 and developed significantly in the central and trailing spot sections on Dec.29-31. The leading spot section decayed on January 1. Quick decay was observed on January 2-4. Location at midnight: S24W43.
[S1411] emerged in the southeast quadrant on January 6. Location at midnight: S17E63
[S1412] emerged in the southwest quadrant on January 6. Location at midnight: S18W61
[S1413] emerged in the northeast quadrant on January 6. Location at midnight: N33E20

Rif.: http://www.solen.info/solar/

•    A dicembre colpo di scena: l’SN dell’emisfero sud sorpassa quello dell’emisfero nord:  a fronte di una discreta crescita dell’emisfero sud, si è avuta una forte contrazione dell’attività dell’emisfero nord con SN che si è praticamente dimezzato; se questa brusca frenata non dovesse essere solo una casualità ma fosse l’inizio di un trend discendente dell’attività dell’emisfero in questione la situazione si farebbe ancor più interessante;

Non è cambiato:

•    Il livello di alcuni indicatori dell’attività solare in generale:  pur facendo segnare oscillazioni più o meno consistenti, A index e Solar wind si mantengono su valori assolutamente paragonabili  a quelli di un minimo pieno; la cosa è piuttosto “strana” se si pensa che, ad ormai 3 anni dal minimo, il sole “dovrebbe”, e sottolineo “dovrebbe”, essere ormai in prossimità del suo massimo, così come a più riprese previsto dai più famosi fisici solari;

Rif.: http://www.solen.info/solar/

•    Ancora nessuna avvisaglia della prevista inversione dei poli : anzi, piuttosto sembrerebbe esserci un allontanamento rispetto alle condizioni di qualche mese fa: http://wso.stanford.edu/Polar.html#latest

Rif:  http://wso.stanford.edu/gifs/Polar.gif
Da notare la differenza, evidente anche in termini visivi, tra questo ciclo e i due immediatamente precedenti in relazione alle tempistiche dell’inversione.
Tutto questo mi porta a sospettare quanto già detto in passato riguardo ad una possibile situazione di blocco del meccanismo che dovrebbe portare il nostro astro verso il massimo di questo ciclo 24; tra l’altro, a voler confermare questa suggestiva ipotesi non sono ancora comparsi i Giant Plasma Loop che secondo alcuni scienziati sarebbero una delle cause (o effetto? aggiungo io) dell’inversione dei poli magnetici del sole:   http://daltonsminima.altervista.org/?p=3688
In definitiva mi sento di aggiungere che alla fine non è cambiata ancora la mia impressione che questo ciclo possa andare incontro ad un blocco a livello magnetico, così come accadde (sembra) nel Maunder;  gli attuali conteggi dell’SN non potranno mai avallare la mia sensazione ma lo può fare un tipo di conteggio che si ponga l’obbiettivo di rimanere coerente con quelli effettuati 100 o 200 anni or sono.

Questo grafico vale più di mille parole!

Bruno – Apuano70

MISURE LOCALI DI RADIAZIONE SOLARE: A Urbino il 2011 si rivela come l’anno più “soleggiato” del nuovo secolo.

Saluti a tutti gli amici di NIA, è la prima volta che intervengo su questo forum, che peraltro frequento da molto tempo. Pertanto ritengo doveroso presentare me e l’Osservatorio Meteorologico in cui svolgo parte della mia attività lavorativa.

Mi chiamo Silvio Cecchini, ho 48 anni, sono un funzionario tecnico informatico dell’Università degli studi “Carlo Bo” di Urbino e svolgo oltre al ruolo di responsabile della sicurezza informatica dell’Ateneo, anche il ruolo di referente tecnico-informatico dell’Osservatorio Meteorologico “Alessandro Serpieri”.

L’Osservatorio ha una lunga storia, nasce nel 1850, non ha mai cessato l’attività neanche in tempo di guerra. Si e’ spostato di poche decine di metri in distanza e di pochi metri in altitudine nel corso di tutto questo tempo. Urbino non ha industrie, è cresciuta negli anni del maggiore sviluppo edilizio in modo satellitare in quanto i beni architettonici presenti nel centro storico non hanno mai permesso una edificazione massiva nelle vicinanze.

Pertanto l’effetto “isola di calore” non e’ significativo, anzi forse facevano più isola di

calore le stufe a legna e carbone che c’erano ancora 30 anni fa in centro storico.

Nei primi anni 90 è iniziata l’introduzione delle nuove tecnologie digitali, che ad oggi ci portano ad avere una rete di bacino di 6 stazioni professionali, oltre alle webcam meteorologiche.

 

Ma il tesoro più grande dell’Osservatorio è l’adeguamento alle nuove tecnologie senza abbandonare le vecchie metodiche di rilevamento e osservazione.

Abbiamo ancora efficienti ed in funzione quasi tutte le vecchie strumentazioni meccaniche, a parte gli anemometri ed in particolare il povero storico anemometro ad aeroplano che si e’ rotto l’anno scorso e che non riusciamo per il momento a riparare. Al Serpieri c’è ancora la figura dell’osservatore. Mi chiedo in quante realtà ci sia più. Ma, d’altronde, per condurre le doppie misurazioni e’ indispensabile. Chi resetta i termometri a massima e minima, due volte al giorno alle ore previste dal sinottico 365 giorni all’anno? Chi cambia tutte le mattine la striscia di carta che viene bruciata dai raggi del sole che attraversano la sfera dell’eliofanografo? Nel frattempo valuta nuvole, visibilità, neve al suolo ecc.

Stiamo comunque cominciando ad utilizzare le webcam prevalentemente su nuvole e visibilità, con l’obiettivo di procedere “in doppio” anche su queste rilevazioni.

Altra nota caratteristica, che da alcuni potrebbe essere interpretata come nepotismo, e’ il

 

fatto che il ruolo dell’osservatore è tramandato da 3 generazioni da padre a figlio. Per la credibilità dei dati questo si è dimostrato un valore aggiunto. Le metodiche non sono cambiate, in quanto tramandate da padre a figlio. Io sono un caso particolare, frequento il Serpieri dall’età di 8 anni per la passione innata e per la coincidenza che all’epoca il Direttore dell’Osservatorio era il marito della mia maestra alle scuole elementari.

Finite le presentazioni vengo all’oggetto del contributo.

Il tutto e’ nato a fine aprile 2011, quando mi sono accorto che il mio impianto fotovoltaico sul tetto aveva prodotto molto di più rispetto allo stesso periodo del 2010. Avendo accesso ai dati mi sono procurato l’archivio storico del radiometro del Serpieri, un C110R della Lastem (LSI), dal primo gennaio 2000. Ho cominciato a seguire l’andamento con sempre maggiore curiosità.

Il grafico seguente rappresenta la radiazione solare globale cumulata durante l’anno in MJ/Mq nei vari anni a partire dal 2000.

E’ palese che la radiazione solare che raggiunge il suolo è influenzata primariamente dalla copertura nuvolosa, pertanto dalle condizioni meteorologiche.  Di conseguenza,

condizioni meteorologiche. Di conseguenza, avendo disponibili i dati digitalizzati dell’eliofanografo dal 1953, allo staff del Serpieri è venuto in mente un gioco assurdo e perverso, cioè quello del confronto dei dati dell’eliofanografo con i dati del radiometro, confrontare 2 misure totalmente diverse, una qualitativa (eliofanografo) e una quantitativa (radiometro).

Dopo lo stupore per la grande sovrapponibilità tendenziale tra le due serie di dati nella maggior parte dei periodi esaminati, è arrivata la curiosità per i periodi con maggiore disallineamento. Questi sono attualmente in corso di studio, le cause del disallineamento stanno già trovando motivazioni concrete e saranno oggetto di ulteriori analisi prendendo in considerazione anche altri fattori come la temperatura, le precipitazioni e le medie di provenienza dei venti.

E ciò se NIA ci ospiterà, sarà oggetto di successivi interventi.

 

Silvio Cecchini

Una relazione tra i raggi cosmici galattici e gli anelli degli alberi di Sigrid Dengel, Dominik Aeby and John Grace

 “Il rapporto degli anelli al ciclo solare è molto più forte di tutti i fattori climatologici”

     Sigrid Dengel Università di Edimburgo

Ecco una sorpresa. La crescita degli alberi in Gran Bretagna sembra essere correlata all’intensità dei raggi cosmici. Ricercatori dell’Università di Edimburgo hanno scoperto che gli alberi  crescono più velocemente quando i livelli elevati di raggi cosmici arrivano dallo spazio. Questo si può anche correlare al campo magnetico interplanetario che tende a modulare i raggi cosmici galattici. La scoperta porta a credere nel lavoro del Dr. Svensmark. I ricercatori hanno fatto la scoperta studiando come gli anelli di accrescimento degli alberi di abete cambiato negli ultimi cinquant’anni.

La variazione dei raggi cosmici influenza la crescita degli alberi più della variazioni della temperatura e le precipitazioni. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica New Phytologist.

* In questa ricerca abbiamo studiato la variazione interannuale nella crescita degli anelli degli albeti rossi  (Picea sitchensis) nel nord della Gran Bretagna (55 ° N, 3 ° W) nel periodo che va dal 1961-2005,  nel tentativo di inquadrare  come le variabili atmosferiche agiscono nei diversi periodi dell’anno.

* I ricercatori hanno congelato le fette di tronco, per evitare il restringimento del legno, poi scansionato a un computer e usando un opportuno software hanno contato il numero e la larghezza degli anelli di crescita.  Le correlazioni sono basate sui coefficienti di correlazione di Pearson, tra l’anomalia di crescita annuale e questi fattori climatici e atmosferici.

 

* Una correlazione piuttosto debole tra queste variabili e la crescita è stata trovata. Tuttavia c’è un rapporto coerente e statisticamente significativo tra la crescita degli alberi e la densità del flusso di raggi cosmici galattici.  Inoltre,  c’è una periodica crescita e una correlazione statisticamente significativa  con i quattro minimi dal 1961, che ricordano il periodico ciclo della radiazione galattica cosmica.

Tuttavia, durante un certo numero di anni, la crescita degli alberi è particolarmente rallentata. Questi anni vanno correlati con i periodi in cui abbiamo un livello relativamente basso dei raggi cosmici, che raggiunge la superficie terrestre.

Quando l’intensità dei raggi cosmici raggiunge la superficie della Terra in maniera più elevata, il tasso di crescita degli alberi è più veloce.

* Qui discutiamo le ipotesi che potrebbero spiegare questa correlazione:  la tendenza della radiazione cosmica galattica nel produrre nuclei di condensazione, nubi, che a sua volta aumentano la componente diffusa della radiazione solare  e quindi aumentano la fotosintesi degli alberi della foresta.

Flusso dei raggi cosmici (linea in grassetto) e l’anomalia di crescita (linea sottile) dell’abete rosso di Sitka. Una periodicità distinta è visibile con quattro distintivi massimi nel periodo 1961-2005.

E ‘importante capire in che modo le foreste rispondono ai cambiamenti climatici e su quale scala temporale.  Le foreste appartengono agli ecosistemi più estesi del pianeta e sono una parte sostanziale della biosfera, che sono quattro grandi piscine collegate,  insieme con il carbonio fossile,  gli oceani e l’atmosfera,  che comprende il ciclo globale del carbonio (Schimel, 1995; Byrne & Green, 2004; Grace, 2004).

Questi cambiamenti climatici includono quelli che sono tanto discussi come la temperatura, ma anche quelli che sono meno conosciuti, compresi i cambiamenti della copertura nuvolosa e torbidità atmosferica.

Nuvolosità e torbidità, sia il cambiamento nei brevi periodi di tempo,  ma anche nei lunghi periodi a causa dell’inquinamento di origine antropica e aerosol naturali, come il polline, la polvere o materiali risultanti dalle eruzioni vulcaniche.  Studiando come le condizioni atmosferiche,  le radiazioni  diffusa influenza la crescita delle foreste, potremmo capire in che modo le foreste rispondono ai cambiamenti a breve termine della copertura nuvolosa e nei fenomeni del lungo periodo di ‘oscuramento globale‘ (Roderick et al, 2001;. Stanhill & Cohen , 2001, Roderick, 2006;. Mercado et al, 2009) associato con l’inquinamento industriale.

Fonti :

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1469-8137.2009.03026.x/full

http://wattsupwiththat.com/2009/10/19/cosmic-rays-and-tree-growth-patterns-linked/

 

michele

 



Breaking news : Nave Italiana si incaglia

Mi giunge notizia che un tragico incidente è occorso ad una delle più belle navi della nostra flotta navale, la Costa Concordia.

In breve i fatti :

…………ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) – E’ di tre morti e 13 feriti il bilancio, al momento, dell’incidente che ha coinvolto ieri sera la nave Costa Concordia, secondo quanto rende noto il prefetto di Grosseto Giuseppe Linardi. Non c’e’ certezza che tutte le persone a bordo siano state recuperate: ”Deve essere ispezionata – spiega Linardi – la parte della nave che e’ sott’acqua. Si procedera’ con i sommozzatori”.

Uno squarcio lungo almeno 70 mt. sulla fiancata di sinistra e un’inclinazione di 80 gradi dalla parte opposta: si presenta cosi’ la Costa Concordia, la nave naufragata ieri al Giglio. A bordo della nave sono in corso le operazioni di soccorso con i vigili del fuoco alla ricerca di eventuali dispersi. La nave e’ a ridosso degli scogli…………

Proprio questa estate ho avuto l’occasione di effettuare un bellissimo viaggio nel mediterraneo con una delle splendide navi della compagnia italiana.
Visitando Santorini, Rodi ed altre splendide località del mediterraneo.
E posso dirlo a testa alta sono orgoglioso che l’Italia abbia una compagnia così di valore, eccellente e conosciuta in tutto il mondo .

La storia e origini  di questa compagnia italiana,

…….La storia di Costa Crociere comincia nel 1854, quando Giacomo Costa fonda la “Giacomo Costa fu Andrea“, società commerciale impegnata nell’acquisto e vendita di olio di oliva e tessuti tra la Liguria (Genova) e la Sardegna.
In breve tempo l’attività si sviluppa anche oltre oceano e la società inizia a produrre ed esportare olio di oliva negli Stati Uniti ed in altri mercati grazie anche al contributo dei figli Eugenio, Federico ed Enrico.

Ed è grazie a questa espansione che l’Azienda fa il suo esordio in campo navale, nei primi anni ’20. La crescita esponenziale dell’attività porta poi la “Giacomo Costa fu Andrea”, negli anni ’30, a dotarsi di una vera e propria flotta da carico: Federico C.,  Eugenio C., Enrico C., Antonietta C., Beatrice C., Giacomo C.
Flotta che però, di lì a breve, verrà irrimediabilmente compromessa dagli effetti devastanti della seconda guerra mondiale.

Ma negli ultimi anni ’40 Angelo Costa, audace nuovo Presidente della Società, rinforza la flotta acquistando nuove unità anche grazie agli Stati Uniti, per il tramite del piano Marshall: rinascono in questo modo la Eugenio C. e la Enrico C.   Ed è ancora Angelo Costa ad intuire la grande potenzialità, in quel periodo, del settore passeggeri, ancora mai preso in considerazione fino a quel momento.

La situazione creatasi nel dopoguerra in termini di flotta mercantile (quasi completamente distrutta) e di domanda di traffico transatlantico (forte flusso migratorio) spinge l’Azienda ad inaugurare nel 1947 la divisione passeggeri, dapprima con la Maria C. e successivamente con la Anna C., il primo vero transatlantico della flotta Costa.
Entrato in servizio nel 1948 e diretto nel suo primo viaggio a Rio de Janeiro e Buenos Aires, poteva trasportare 164 passeggeri in prima classe e 604 in seconda. E’ stata tra l’altro la primissima nave italiana ad essere dotata di aria condizionata in tutti i locali di prima classe e nelle aree comuni della seconda classe.

Nata in quegli anni, la divisione trasporto passeggeri si espande nei decenni successivi. La “Giacomo Costa fu Andrea” assume un nuovo nome: “Linea “C”“.

……

Questo 2012 non è iniziato nel migliore dei modi sotto vari punti di vista per la mia persona,per l’italia intera e per Nia.  Non facciamo prenderci dai timori e dalla paure. Le difficoltà sono i trampoli di lancio come ho scritto ieri.

A nome di tutto il popolo di Nia esprimo il mio più profondo cordoglio a parenti, amici ed altre persone vicine alle vittime.

Forza Costa rialzati !

Andrea Costa
Andrea Costa

 

Aggiornamento delle ore 11:00

La nave è sempre più inclinata, non concosco la profondità delle acque in quel punto.

Ma sembra che si stia per inabissare.

 

Il mio errore e l’assenza di Simon.

– Il tempo delle riflessioni –

 

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
ma non avessi l’amore,
sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia
e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza,
e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne,
ma non avessi l’amore,
non sarei nulla.

Ho commesso un grosso errore ieri pomeriggio.

Errore figlio della mia presunzione e della mia cattiva amministrazione. In breve  sono andato a commentare sprovvedutamente e con toni e prese di posizione non particolarmente civili e corrette, alcuni commenti scritti da vari utenti, nell’ultimo articolo pubblicato da Alex.

Il mio errato comportamento è stata una la logica conseguenza di un’amore sprovveduto e ossessivo nei confronti di alcune teorie di confine sull’universo elettrico giuste o sbagliate che siano.

Vogliano in particolare, Lorenzo e il nostro buon vecchio Luca Nitopi e altri utenti accettare le mie più sinceri scuse, di fronte a tutto il popolo di Nia.

Michele non è un’amministratore è un ricercatore che naviga sulla linea di confine, tra il conosciuto e il non-conosciuto e questo credo che si sia compreso in questi anni.  Il mio modo d’essere è il seguente e alla soglia dei 40 anni penso che sia veramente difficile cambiare la mia indole fatta di istinto, passione e spirito ….chiamateli come vi pare.

Che cosa devo fare ?

Non devo pubblicare più gli articoli di Alex ? Devo accettare solo ed esclusivamente i contributi seri e scientificamente provati dalla scienza ufficiale ? Nia è stato questo per circa due anni.

Ho riflettuto molto in questa giornata sul ciò che è stato qui su Nia e ciò che potrà essere dalla mia iscrizione al mio attuale ruolo di vice , come già riportato in questo messaggio :

http://daltonsminima.altervista.org/?p=17777#comment-79013

Quando sono entrato in questo blog sono stato messo al rogo perchè parlavo di Terremoti,Sole e pianeti.Sono passati 3 anni, sto lavorando Roger Tallbloke, il professore Nicola Scafetta uno scenziato indiano e sono in collaborazione con l’osservatorio geofisico la Bendandiana ed ho portato sempre in osservatorio il nostro caro utente “ab 2010″ che sta sviluppando un software che riprende gli studi di raffaele bendandi.Vi ho sempre predetto con successo le 48h. prima che si verificassero eventi geofisici importanti sulla Terra, salvo limitati casi. Adesso, ab2010 è arrivato “quasi” ad un punto di indicare le 24h.

Nia è in difficolta e questo è sotto gli occhi di tutti.  Del grande ALE non abbiamo avuto più notizia , elmar è venuto a mancare e l’attenzione e la collaborazione attiva nei confronti di questo blog è venuta piano piano a mancare.

Altri editor e collaboratori si sono persi per strada. Simon ha più volte dichiarato di non avere più tempo a disposizione per scrive articoli e fare ricerche.

In personalmente mi sento in parte colpevole di questa situazione.  Sicuramente l’apertura della sezione Vulcani&Terremoti, il calandeario maya e altre crisi ed eventi naturali eccezionali hanno fatto da vero e proprio carro trainante, su questa piattaforma,  per tutte quelle persone che poggiano la loro vita sul catastrofismo.

Mi preoccupa molto l’assenza di Simon. Come riporta il nostro utente Apuano 70 , il nostro amministratore  Simon manca oramai dal 7 Gennaio. Mi ha inviato una breve  mail proprio in tale giorno. Mail nella quale mi ha chiesto di portare avanti il blog per un breve periodo, visto che non si sentiva tanto bene. Altro non mi è dato sapere e sinceramente per gli ovvi motivi di privacy non sarebbe nemmeno corretto divulgare.

Gli ho inviato una mail nella passata giornata ed un SMS oggi. Messaggi ai quali però non ho avuto risposta. Aspettiamo fiduciosi sperando che questa situazione di empasse si risolva il prima possibile.

Non interpretate questo mio post come una prossima chiusura del blog ci mancherebbe.

Anzi, ho sempre creduto che le difficoltà siano il sapore della vita, veri e propri trampoli di lancio verso nuove sfide e nuove esperienze. Naturalmente per portare avanti questo progetto c’è bisogno dei vostri articoli come più volte riportato e di una amministrazione che deve sicuramente partire dal “buon senso” di tutti noi.

Di giornate “no” da parte del suddetto o altri ne capiteranno nuovamente ne sono certo.

Io sono alle prime armi, prego quindi Luci0, Fabio Luca ed altri di riprendermi in qualsiasi situazione futura.

E mi raccomando se domani non doveste più trovare aperta questa pagina web, non ricordate NIA per quelle poche cattive e disgustose cose che avete letto in questi ultimi mesi, ma per l’ottima astronomia, climatologia e geologia che abbiamo imparato insieme in questi anni e che è stata il contributo di TUTTO IL POPOLO DI NIA !

Questo è quello che mi sentivo di scrivere stasera.

Nia è questo !!


michele