Archivi giornalieri: 21 Marzo 2012

ARRIVA LA STAGIONE DELLE PIOGGE ?

Un saluto a voi, popolo di NIA.
Con questo pezzo voglio analizzare con voi la situazione meteorologica futura, cercando di capire se esistono delle possibilità di uscita da questo “dramma meteo” che da tempo sta affliggendo diversi paesi europei, nonché molte delle nostre riserve idriche.

Procediamo con ordine nell’analizzare la situazione futura. Anzi tutto è da notare come nei prossimi giorni, il VPS sarà soggetto ad una maggiore azione forzante indotta dalle due maggiori onde planetarie. Quest’ultime infatti, come si vede dal seguente grafico ECMWF, riusciranno ad acquisire una maggiore forza:

Tale azione forzante indurrà nuovamente il VPS ad una configurazione leggermente ellittica, come si vede chiaramente dalla seguente immagine a 10 hpa:

Come da copione, detta configurazione favorirà alle basse quote stratosferiche una bipolazione del Vortice Polare, con tentativo di split:

Il suddetto tentativo di split è peraltro testimoniato dalla seguente carte ECMWF in cui si riporta l’andamento dei venti zonali stratosferici:

Notate come, dai 70 gradi nord in su, la colonna verrà quasi interamente interessata da un’inversione dei venti, segno evidente di un tentativo di split ad opera del forcing indotto contemporaneamente dalla wave 1 e dalla wave 2.
Come nella scorsa occasione, anche questo tentativo di split sembra dover andare in fumo. Pertanto, a livello meteo è da attendersi una breve spinta meridiana delle azzorre con fugace discesa artica che nella migliore delle ipotesi prenderà di “striscio” l’Adriatico.
Tuttavia voglio concentrare la vostra attenzione sull’evoluzione successiva. Difatti, subito di seguito, sembra dover partire un nuovo stratwarming, quasi certamente più incisivo. L’incipit di detto riscaldamento stratosferico è ben visibile alle alte quote, come testimonia la seguente carta GFS:

Stando alle previsioni odierne, tale stratwarming potrebbe risultare abbastanza forte nonché in grado di porre fine al VPS invernale della stagione appena conclusa.
Ribadisco che l’importanza di questo stratwarming, non risiede molto nella possibilità di un tardivo episodio invernale (il quale non è da escludersi), ma nell’evoluzione dell’intera prima metà della prossima stagione primaverile. Difatti, se il riscaldamento risultasse bello tosto, potrebbe arrivare la tanto agognata svolta stagionale, con l’arrivo delle prime vere pioggie che in alcune aree del paese sarebbero accolte come manna dal cielo.

Cercherò brevemente di spiegare in che cosa risiede l’importanza di un forte stratwarming alla fine della stagione invernale.
Iniziamo con il dire, che un potente stratwarming è in grado di condizionere la circolazione troposferica per un lungo periodo di tempo. Infatti, quando un forte stratwarming si propaga alle basse quote, determina un cedimento dell’intera struttura del Vortice Polare (crollo dell’indice AO), il quale risulta interamente soggiogato dai movimenti troposferici (vedi prima metà febbraio 2012) anche per un lungo periodo di tempo (talvolta più di un mese).
Con l’arrivo della primavera, la prima radiazione solare arriva nel cuore del polo nord. La radiazione solare, a causa anche la presenza di ozono stratosferico, comporta un inesorabile declino del Vortice Polare Stratosferico (VPS). In sostanza, la consueta e spesso forte circolazione zonale che contraddistingue il Vortice Polare in inverno, viene sostituita da una circolazione antizonale (esterly).
Tuttavia, per definizione, le onde planetarie non possono propagarsi verticalmente quando la circolazione è antizonale, anche in un sottile strato atmosferico. Pertanto, quando la circolazione sul polo si inverte, ha termine la stagione degli stratwarming.
Capirete bene quindi che, se nel cuore di gennaio fa cilecca un potenziale forte stratwarming, l’atmosfera ha altri colpi in canna da sparare fino al termine dell’inverno. Se questa situazione si verifica invece in questo periodo, non ci sono più occasioni per rimediare.
Tutto questo discorso serve per sottolineare un concetto molto importante: l’andamento meteo della prima fase della primavera, soprattutto in Europa, è strettamente correlato a ciò che accade al termine della precedente stagione invernale.
Nel caso in cui il trapasso avvenga senza un discreto riscaldamento finale, c’è il rischio di una stasi atmosferica sino a maggio inoltrato. Quando invece si chiude con il botto, allora è alta la probabilità di assistere ad una prima fase primaverile dinamica e talvolta fredda.
Per farvi capire al meglio questo concetto mi affido come al solito alle carte. Vi mostro di seguito due carte che ritraggono l’indice NAM, che ricordo essere come una sorta di indice AO riferito a tutte le quote:

NAM 2010:

NAM 2011:

Notate come nei due anni si sia avuto un andamento praticamente opposto: mentre nel 2010 la stagione invernale si chiuse con un ingente riscaldamento ai piani alti (cerchio nero), nel 2011 la stagione invernale concluse con una pesante anomalia negativa. Viceversa alle basse quote, nel 2010 il successivo mese di aprile il VP si presento estremamente disturbato (cerchio verde) con conseguente spiccato dinamismo troposferico, mentre nel 2011 la pesante anomalia negativa si trasferì, nel primo mese primaverile, ai piani bassi (ancora cerchio verde). Le conseguenze furono quelle di un mese di aprile estremamente caldo, statico e siccitoso.

Tornando a parlare della situazione attuale, come ben sanno gli appassionati meteo di NIA, sto monitorando attentamente questo possibile stratwarming di fine mese. Anche se a più riprese posticipato, c’è da dire che il prestigioso modello americano GFS lo ha inquadrato da parecchio tempo. Nell’ultimo aggiornamento la situazione proposta è la seguente:

Da questa carta si vede chiaramente come il riscaldamento prenda decisamente piede alla quota di 10 hpa, andando rapidamente a distruggere lo stanco VPS. Ribadisco che se tale carta trovasse conferma, per i giorni a venire si riscontrerebbe un deciso mutamento barico a livello Europeo, con le pioggie che farebbero finalmente una bella comparsa andando ad attutire il deficit idrico che colpisce da svariato tempo molti paesi. Tuttavia è da precisare che si tratta di una previsione a lunghissimo termine, pertanto sono ancora molte le incertezze e gli ostacoli da superare. Quindi, anche se siamo al cospetto di un discreto potenziale segnale di cambiamento, tale previsione potrà subire consistenti cambiamenti. Inoltre non è da escludere che detto mutamento, dettato dal repentino riscaldamento in stratosfera, porti, soprattutto in una prima fase, ad un periodo contraddistinto da un clima particolarmente freddo per il periodo ma più asciutto. Di certo, se la manovra scaldante in stratosfera dovesse andare in porto, si aprirebbe un periodo maggiormente dinamico, sia in un senso che nell’altro, andando a sbloccare una situazione da tempo “cristallizzata”. Per le previsioni dettagliate a scala europea ci sarà comunque tempo. Ora quello che è da monitorare, è il manifestarsi dello sblocco a scala emisferica sin qui descritto.
In conclusione, per spendere due parole sulle cause di detto fenomeno, come più volte ha ribadito l’utente Fabio Due, il passaggio della MJO in zona favorevole (zona 7) avrà sicuramente un ruolo fondamentale. Ancora una volta, dopo lo storico avvio di febbraio, la storia ci insegna come l’attività convettiva in sede Pacifica sia la vera protagonista delle sorti meteo a scala europea. A tal proposito, il graduale passaggio dell’ENSO verso valori neutrali/positivi (NINO moderato) potrà dare avvio ad una stagione meteo completamente diversa, che probabilmente culminerà nella prossima stagione invernale. Forse l’incubo sta per finire.

Riccardo