Archivio mensile:Marzo 2012

Ap Index, neutroni e clima di David Archibald

Figura 1: Indice Ap dal 1932-2012

L’indice Ap è attualmente il più debole indicatore dell’ attività solare ed è tornato al di sotto del piano (linea verde del grafico mostrato sopra) registrato nei precedenti minimi solari (ultimi 80 anni)

Figura 2: Cicli solari 20 e 24 Indice Ap e conteggio dei neutroni

L’ultima volta che c’è stato un grosso evento di raffreddamento è stato durante il ciclo Solare SC20. Le tracce allineate sul mese dei minimi, (figura 2) mostrano che mentre l’indice Ap e il conteggio di neutroni sono coincidenti alla data del ciclo solare SC24, questi sono viceversa molto divergenti, oltre i due terzi del ciclo solare SC20.

 Figura 3: Conteggio dei neutroni per i cicli solari SC: 20,21,22,23,24

Una grande differenza tra il ciclo solare SC20 e gli altri cicli solari, è che poco più a metà del ciclo, il conteggio dei neutroni è tornato su dei livelli di minima energia solare e vi rimasto per l’equilibrio del ciclo. Questo è mostrato nella figura 3, sopra riportata, che mostra il numero di neutroni del ciclo Solare SC24,  che è ancora  ai livelli associati al precedente minimo, a tre anni della sua partenza.
A seguito del post su Solar Cycle 24, che tratta della lunghezza del ciclo sulla base dello schema verde della corona, all’indirizzo: http://wattsupwiththat.com/2012/01/08/solar-cycle-24-length-and-its-consequences/ , Altrock aveva rilevato la lentezza del Ciclo Solare 24 a metà del 2011. Da Altrock, RC, 2010, “ Il Progresso del 24 ° ciclo solare alle alte latitudini “:

“il Ciclo 24 ha iniziato la sua migrazione ad un tasso del 40% più lento rispetto ai precedenti due cicli solari, indicando così la possibilità di un ciclo particolare. Tuttavia, l’inizio della corsa verso i poli di protuberanze coronali polari e la loro emissioni associate, sono i precursori del massimo solare, nei recenti cicli (cfr. Altrock 2003), è questa dinamica è stata appena identificata nell’emisfero settentrionale. Stranamente, questa “corsa” è eseguita senza fretta, ad un tasso del 50% rispetto agli ultimi due cicli. “

Il diagramma verde della corona di Altrock è disponibile qui: http://www.boulder.swri.edu/ ~ deforest/SPD-sunspot-release/6_altrock_rttp.pdf

Se il ciclo solare SC24 sta procedendo ad un 60%, del tasso dei precedenti due cicli. I base ai cicli precedenti che erano lunghi in media dieci anni, allora è probabile che questo ciclo sia lungo 16,6 anni. Utilizzando la cifra di 16,6 anni per il ciclo Solare SC24, questo equivarrebbe a dire che l’attuale sarebbe di ben sette anni più lungo del ciclo Solare SC22.
Utilizzando la lunghezza del ciclo solare e la relazione fra la temperatura registrata negli Stati Uniti e la temperatura al confine canadese, di 0,7 ° C, per ogni anno di durata del ciclo solare. Un calo della temperatura totale di 4,9 ° C è previsto per un periodo di circa vent’anni.
Ma un calo di tale portata, in quale lasso di tempo è accaduto in passato ? Un buon posto dove cercare sono le registrazione delle temperature “Dye 3” in Groenlandia, disponibili qui: ftp://ftp.ncdc.noaa.gov/pub/data/paleo/icecore/greenland/gisp/dye3/dye3-1yr.txt

                             Figura 4: Registrazioni delle tempearture Dye3 dagli isotopici di ossigeno
All’interno di questi dati troviamo un sacco di rumore e salti rapidi della temperatura, per esempio abbiamo la caduta di 5,2 ° C tra il 526-531, all’inizio del Medioevo.

Figura 5: “Dye 3” Registrazioni della temperatura, periodo media: 22 anni

La media delle registrazioni della temperatura “Dye 3” con i 22 anni (durata del ciclo di Hale) produce un sacco di dettagli. Ciò che è evidente è che c’è stata una diminuzione della temperatura molto disciplinata negli ultimi 4000 anni. La registrazione della temperatura è delimitata dalle due linee parallele con una discendente di 0,3 ° C per mille anni. Il fatto che nessun evento di raffreddamento preso dalle registrazioni della temperatura “Dye 3” non scenda mai al di sotto della linea inferiore di delimitazione verde nel corso di quasi 4000 anni è davvero un dato notevole. Ciò implica che gli eventi solari non superano una particolare combinazione di frequenza e ampiezza. Da questa particolare combinazione di frequenza e ampiezza, possiamo dedurre che gli eventi di raffreddamento accadranno altrettanto frequentemente come hanno fatto durante le registrazioni “Dye 3”.

 

Figura 6: Declino della temperatura in alcune località dove si coltiva il grano


La relazione tra la temperatura e le condizioni necessarie alle coltivazioni  alle latitudini del confine fra gli Stati Uniti e il Canada è di 1°C e questo cambiamento sposterà le condizioni di crescita di circa 140 km. Con un calo della temperatura di 4,9 ° C, il che significa uno spostamento di circa 700 km.
La figura 6 mostra il risultato di questo declino della temperatura. Witchita finirà con il clima di Sioux Falls, che a sua volta sarà come Saskatoon ora. La stagione di crescita perde un mese ad ogni estremità.

Fonte : http://wattsupwiththat.com/2012/01/21/ap-index-neutrons-and-climate/

Michele

Ghiacci Marini Artici – Situazione Febbraio 2012

Estensione:

 

 

Anomalia Concentrazione:

 

 

Area:

 

 

Trend Anomalia Estensione:

 

 

Curiosità:

Rispetto a 10 anni fa abbiamo 0.8milioni di kmq di estensione in meno e 1.1 in meno di area.

Rispetto a 20 anni fa abbiamo 0.9milioni di kmq di estensione in meno e 1.2 in meno di area.

Rispetto a 30 anni fa abbiamo 1.5milioni di kmq di estensione in meno e 0.5 in meno di area.

 

 

Fabio Nintendo

 

Indici meteo-climatici del mese di Febbraio 2012

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

 

Gli indici: i valori del mese

–                 ENSO (El Niño Southern Oscillation: Niña): -0,702 (indice MEI)

–                 PDO (Pacific Decadal Oscillation): -1,3

–                 AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): 0,037

–                 QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): -15,26

–                 QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): -0,56

–                 MJO (Madden-Julian Oscillation): come da figura seguente

 

Commento indici Febbraio

–                La Nina (ENSO) si conferma ancora, anzi è in lieve rafforzamento rispetto ai valori del bimestre precedente (di poco superiori a -1). Di seguito è riportato il grafico della zona principale dell’ENSO: http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/people/wwang/cfs_fcst/images3/nino34SSTMon.gif

–                La PDO, dopo un’escursione al di sotto di -2, è tornata a valori simili a quelli di ottobre. Di seguito è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

–                L’AMO è tornata positiva, a probabile conferma della conclusione dell’escursione in territorio negativo. Di seguito è riportato il grafico storico dell’AMO: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg

–                La QBO30 è in lieve risalita per il secondo mese consecutivo, dopo il minimo di due mesi fa.

–                La QBO50 diviene finalmente negativa, anche se di poco, come peraltro era nelle attese già dalla fine del 2011.

–                La MJO è entrata in fase 1 il giorno 13, dopo essere passata attraverso le fasi 5 e 6 nell’ultima decade di gennaio, le fasi 7 ed 8 (quelle più favorevoli per gli eventi freddi in Europa) nei primi 12 giorni di febbraio, con una notevole ampiezza, come testimoniato dal grafico.

In base alle previsioni ENSO NOAA  http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/CFSv2/images3/nino34Mon.gif è ormai imminente l’inizio di un periodo di neutralità e poi, forse, l’avvio di un evento di Nino debole, al più moderato.

E’ anche ragionevole attendersi un ulteriore calo della QBO, perlomeno quella a 50mb, fino a raggiungere una netta negatività nel corso della primavera. La QBO a 30mb, invece, potrebbe già essere in fase di risalita.

Intanto, il Vortice Polare Stratosferico ha assunto una configurazione simile a quella della prima metà di febbraio, tranne il lobo sull’Europa orientale. Nei giorni successivi è però previsto un suo progressivo ricompattamento a tutte le quote comprese tra 10 e 100Hpa. Secondo le attuali previsioni, il cedimento finale primaverile del Vortice potrebbe avvenire entro la terza decade di marzo, in seguito al consueto “final warming” stagionale.

Infine, il Sole accenna ad una ripresa, dopo un mese di febbraio decisamente sottotono, pur mantenendosi ancora distante dai valori raggiunti lo scorso mese di novembre.

 

Prospettive meteo-climatiche – marzo

La combinazione Nina debole/moderata, QBO negativa a tutte le quote, unita al probabile prossimo cedimento stagionale del Vortice Polare Stratosferico ed alla condizione di perdurante relativa debolezza del ciclo solare, sono condizioni di fondo favorevoli a discese fredde tardive in Europa e sull’Italia, non inconsuete nella prima parte della primavera, sebbene il passaggio della MJO almeno in fase 6 (più favorevole dell’attuale fase 4 ad eventi freddi) avverrà solo attorno alla terza decade di marzo. Pertanto, ci si debbono attendere condizioni di tempo complessivamente buono, salvo brevi episodi, su buona parte dell’Europa centro-occidentale e sull’Italia, fin verso la fine della seconda decade di marzo. Dalla terza decade, invece, si aprirà una “finestra” potenzialmente favorevole alle suddette irruzioni fredde tardive; se il Vortice Polare Stratosferico dovesse venire destabilizzato nello stesso periodo, come alcune proiezioni a lungo termine indicano, le quotazioni per eventi del genere salirebbero nettamente.

Infine, si nota il rafforzamento, negli ultimi due mesi, di un’anomalia negativa oceanica tra Spagna e coste marocchine, tale da favorire la formazione di una depressione semipermanente (falla barica). Questa potrebbe attirare le perturbazioni atlantiche, quando l’alta pressione delle Azzorre si sarà ritirata nella sua sede naturale, al termine della Nina. Pertanto, non è escluso che tra aprile e maggio, nel contesto di una ritrovata dinamicità stagionale, possano verificarsi invasioni dell’anticlone africano, con le prime ondate di caldo stagionale.

FabioDue

Una potenziale relazione fra il Clima i Terremoti e la ciclicità solare a nord ovest degli Appennini – 2° parte –

 Presentato alla conferenza di Kanyakumari  EDPD 2011

 21-25 Settembre 2011

 Valentino STRASER

 94, Località Casarola – 43040 Terenzo PR, Italy

 [email protected]

La prima parte di questa ricerca è disponibile al seguente indirizzo:  http://daltonsminima.altervista.org/?p=19228

FRANOSITÀ

Le frane storiche, nell’area di studio, si riattivano con periodi più o meno lunghi di quiescenza. I dissesti a grande scala, in provincia di Parma, sono almeno una decina. (FIGURA n° 6). E, a titolo di esempio si riporta il caso della frana di Corniglio, lunga più di 3 km e larga oltre 1100 metri.

Principali parametri morfometrici della frana:

Altezza della cima 1160m; 550 piedi; Dislivello: 600m; Pendenza media in area svuotamento: 23 °; Pendenza media della zona di accumulo: 8 °; Lunghezza: 3150m; Larghezza: 600.

Figura 6. Grandi frane storiche vicino a Parma. Corniglio (1), Signatico (2), Rovere (3), Valmozzola (4), Borgotaro (5), Tosca (6), Monte Cervellino (7), Pessola (8), Monte Gallo (9), Casaselvatica (10).

 

Di seguito, invece, sono riportati gli anni di riattivazione di alcuni fra i principali dissesti storici, dal XVI secolo a oggi: 1547, 1612, 1740, 1836, 1879, 1896, 1902, 1906, 1945, 1957, 1960, 1978, 1994, 2000, 2010. Le frane si sono riattivate periodicamente, da due a sette alla volta, e mai in modo consecutivo, rispettando, cioè, intervalli di tempo più o meni lunghi di quiescenza. Se si confrontano gli anni delle riattivazioni delle frane con la ciclicità solare  nell’ultimo secolo, si può notare, una certa sincronicità fra i periodi di massimo e di minimo solare.  Analogamente, anche i terremoti di massima energia, rapportati all’area di indagine, seguono intervalli di tempo ricorrenti e non si manifestano, perciò, con la stessa frequenza, di anno in anno. Sia la franosità che la sismicità, quindi,  potrebbero avere una causa comune.

Si può ipotizzare, ad esempio, che i flares che si producono nei periodi di massimo solare possano interagire con il campo magnetico terrestre, causare una variazione del momento angolare (inerzia?) della Terra che a sua volta può trasferire energia in particolari zone sottoposte a stress tettonico, fare avvenire terremoti o, più superficialmente, in zone suscettibili al dissesto idrogeologico, all’attivazione di frane. Tuttavia, questo meccanismo non è sempre rispettato. Infatti, sia le eruzioni solari che le tempeste magnetiche non sembrano avere un effetto immediato sulla Terra.

Ci sono alcuni dati che lo confermano, come il caso della tempesta magnetica del 5 e 6 agosto 2011 e il flares del 9 marzo 2011 che ha preceduto, di due giorni, il violento sisma giapponese.

La tempesta magnetica del 5 e 6 agosto è stata registrata da varie stazioni di rilevamento dislocate sulla terra, evidenziata nei grafici da evidenti anomalie, fra loro correlabili temporalmente. www.usgs.gov/earthquakes/

Il 5 e il 6 agosto (Tabella n°2) , però, nonostante la tempesta magnetica, la sismicità sulla Terra invece di aumentare è sembrata attenuarsi, come si evidenzia dal numero di terremoti di magnitudo superiore a 5 avvenuti in quei giorni: 3 terremoti il 5 agosto e 4 il 6 agosto (Tabella n°3).

Tabella 2. Elenco di M5 + terremoti su scala mondiale il 5 e il 6 agosto 2011 (www.usgs.gov/earthquakes).

 

E, anche i giorni che hanno preceduto e seguito la tempesta magnetica, la sismicità globale sulla Terra non sembra averne risentito, come si evidenzia dai 2 terremoti avvenuti il 4 agosto e i 5 il 7 agosto 2011(www.usgs.gov/earthquakes).

Tabella 3. Elenco di M5 + terremoti su scala mondiale il 4 e il 7 agosto 2011 (www.usgs.gov/earthquakes).

Anche il flares del 9 marzo 2011 (www.space.com), non pare strettamente collegato al forte sisma giapponese. Infatti, la situazione di stress nella futura zona epicentrale è stata rilevata due settimane prima da Shou (2011), con una foto scattata da satellite che indica la geoeruzione in prossimità della zona epicentrale e dalla comparsa di Vapour clouds.

Se fosse dipeso dal flares, i segnali premonitori del violento sisma non si sarebbero manifestati, già diversi giorni prima del suo accadimento. L’eruzione solare, invece, potrebbe aver agito da trigger per il terremoto. Il flares, quindi, potrebbe aver aggiunto energia a sufficienza per fare innescare in anticipo il terremoto che, comunque, sarebbe avvenuto.

Quindi, viste queste incoerenze, ci si può chiedere, quali altri fenomeni possono essere associati alla ciclicità solare, che non risentano direttamente del flusso delle particelle elementari provenienti dallo spazio.

A questo riguardo si può considerare l’interazione fra corpi celesti e la variazione del Centro di massa del Sistema Solare. Per la maggior parte del tempo il centro di massa (CM), infatti, si trova fuori dal corpo del sole. Ampie oscillazioni con distanze superiori ai 2.2 raggi solari fra i due centri (del sole e delle masse del sistema solare) sono seguite da strette orbite che possono dare origine, talvolta, a incontri ravvicinati dei due centri. (Figura n° 7). La variazione del centro di massa del sole potrebbe, in un contesto di equilibrio globale, condizionare anche i movimenti della Terra.

La possibilità che il momento Angolare del Sole possa condizionare i movimenti della Terra, è un’ipotesi conosciuta da tempo (Bendandi, 1931; Landsheidt 1998, 1999). Perturbazioni solari e la ciclicità delle macchie, a sua volta, secondo Bendandi, sono dovute alla combinata azione ciclica delle posizioni assunte dal pianeti Giove, Venere e la Terra nella loro orbita intorno al sole. Giove è il corpo celeste che più perturba il sole, con una massa 300 volte maggiore di quella del Terra. Venendo al secondo posto è Venere, la cui massa è inferiore a quella della Terra, ma maggiore la cui vicinanza al Sole crea grandi perturbazioni. L’azione di questi due pianeti è seguita da quelle di Mercurio e la Terra, la cui influenza e tutt’altro che trascurabile e secondaria, nella creazione di maree solari, come si può vedere nei calcoli Bendandi, basata sulla massa del rispettivo corpo celeste del Sistema Solare (Tabella n°4).

 

 Tabella 4. Coefficienti di marea dei pianeti, come calcolati da Raffaele Bendandi (1931).

 

Giove e Venere, secondo i calcoli di Bendandi, hanno i coefficienti di marea planetaria più alti rispetto agli altri corpi celesti, e il loro effetto combinato esercita una maggiore influenza sull’attività solare.

“Le durate medie delle rivoluzioni sinodiche di Venere di 583,92 giorni e di Giove di 389,98 giorni, si perviene ad una media del ciclo undecennale uguale ad anni 11,070 ”.

 Dal rapporto numerico esistente fra le diverse rivoluzioni dei tre corpi, Venere, Terra, Giove, scaturiscono le differenti intensità dei vari massimi sia undecennali che di più lungo periodo come quelli più esatti di 77,442 e 885 anni”.

Le cicliche posizioni dei due pianeti e le forze esercitate sul Sole, determinerebbero, secondo Bendandi (1931), il ciclo delle macchie solari.  Un secondo elemento di discussione è costituito dalla variazione del Momento orbitale del Sole. Secondo Landscheidt, infatti, il contributo al momento angolare orbitale del sole rispetto al suo momento angolare totale non è trascurabile e può raggiungere il 25% del momento di rotazione. Il momento orbitale angolare varia da 0.1 1047 a 4.3 1047 g cm2 sec-1, che rappresenta un aumento o una diminuzione maggiore di 40 volte (Landscheidt 1988).

Figura 7. Variazione al centro del sistema solare di massa (www.landscheidt.info).La figura mostra la discrepanza tra il baricentro (o centro di massa) del Sistema Solare, e il Centro del Sole di Massa, causata dalla disposizione dei pianeti del Sistema Solare.

Fra i maggiori candidati che possono determinare queste variazioni, Landscheidt aveva considerato l’influenza dei due maggiori pianeti sul Sole, Giove e Saturno e la loro influenza quando si trovano in congiunzione, oppure in opposizione.

Di Giove, Sharp nel 2009 (www.landscheidt.wordpress.com) ne ha calcolato il Momento Angolare rispetto alle posizioni di Saturno (congiunzione in afelio e in perielio; semi-congiunzione, quadratura e opposizione). Il risultato è sorprendente. L’andamento del grafico, infatti, ricalca per andamento e durata, la ciclicità media delle macchie solari. I minimi corrispondono sempre a una quadratura fra Giove e Saturno, mentre i massimi a congiunzioni e opposizioni fra i due massimi pianeti del Sistema solare. (Figura n°8).

Anche la variazione del momento Angolare del sole è ciclica, con intervalli fra i valori massimi e minimi di circa 80 anni, che esprime il valore medio del ciclo di Wolf-Gleissberg, che mette in relazione i cambiamenti climatici in dipendenza dell’andamento di questo ciclo. Ci sono, infatti, forti indicazioni nella relazione fra minimi e massimi nel ciclo di Wolf-Glessiberg e periodi freddi e caldi nel clima (www.landscheidt.info) .

 

 ATTIVITA ‘VULCANICA

Riguardo alla trasmissione di energia e gli stress del Sole sulla Terra, messi in relazione con il ciclo delle macchie solari, si può citare lo studio di Richard B. Stothers (1989). Stothers, invece, ha preso in considerazione i dati storici delle grandi eruzioni vulcaniche tra il 1500 e il 1980. Con un’accurata analisi retrospettiva, molto dettagliata, dei dati storici ha scoperto due periodicità statisticamente significative nell’andamento delle eruzioni vulcaniche, correlabili rispettivamente sia al ciclo solare di 11 anni, sia al ciclo solare più lungo di 80 anni di Wolf-Gleissberg. In queste periodicità di particolare attività vulcanica ha osservato che vi era una notevole corrispondenza tra aumento dell’attività vulcanica e minimi solari, mentre vi era una cospicua riduzione dell’attività vulcanica durante i massimi solari. I modelli storici sono stati confermati andando a cercare gli acidi presenti nell’aria, prodotti durante le eruzioni vulcaniche, e rimasti intrappolati nelle precipitazioni nevose, poi trasformatesi in ghiacci in Groenlandia. (Figura n° 9).

Figura 8. Momento angolare di Giove 1901 – 2040 (www.landscheidt.info).

 

 Figure 9. Sunspots Vs. Greenland acidity from 1640 to 1960 (Stothers, 1989).

 

 A parere dell’autore di questo studio i flares solari presenti nei massimi solari possono cambiare i modelli di circolazione atmosferica, influenzando anche i movimenti di rotazione terrestre. Questa scossa nella dinamica dei movimenti della crosta terrestre, secondo Stothers, è in grado di provocare dei micro terremoti che limitano il vulcanismo perché diminuiscono la pressione sulle faglie.

 

 Conclusioni

Le dinamiche della Terra risultano fortemente influenzate dall’attività solare e dalle configurazioni dei maggiori pianeti gassosi del Sistema Solare. L’area di indagine del presente studio ha mostrato che esistono corrispondenze fra la ciclicità solare, la circolazione atmosferica, l’accadimento dei terremoti e la riattivazione periodica di imponenti movimenti gravitativi. L’analisi dei dati, analizzati negli ultimi due secoli, ha permesso di pervenire alle seguenti conclusioni.

Conclusione 1

La ciclicità solare mostra relazioni con l’intensità delle precipitazioni, la riattivazione delle frane storiche e l’accadimento di forti terremoti, riferiti, naturalmente, all’area di studio.  L’interpretazione del meccanismo potrebbe essere la seguente: la circolazione atmosferica, che causa il tempo meteorologico e i processi di evaporazione, è condizionata dall’energia solare. La variazione di evaporazione induce le precipitazioni che, a loro volta, fanno riattivare i movimenti franosi.

Flusso solare > Circolazione atmosferica > Evaporazione > Precipitazione > Riattivazione della storica instabilità

Conclusione 2

La comparsa ciclica delle macchie solari è sincrona con il momento Angolare di Giove. Le posizioni ritmiche dei grandi pianeti gassosi, inoltre, possono influenzare l’assetto del geoide e incidere sia sulla ciclicità sismica che sull’evoluzione tettonica della Terra.

 Cicli solari > Deformazione del geoide> Ciclica sismicità globale> Tettonica evoluzione

Infine, solo attraverso studi interdisciplinari si potrà pervenire alla soluzione di questo interessante problema, che potrà fornire in futuro importanti indicazioni sul clima, la ciclicità sismica e i tempi di riattivazione di imponenti dissesti gravitativi, per mitigare indiscutibili ripercussioni sull’attività umana.

 

Ringraziamenti: Esprimo sincera gratitudine al Prof.Leo Maslov per i commenti costruttivi e l’Azienda AB GLOBAL per aver sponsorizzato questa ricerca.

 

Riferimenti citati :

Aligfraco, G. (editor), 2008. L‟acqua che sarà –Costruzione del Piano di tutela delle acque, Provincia di Parma, Assessorato Ambiente e Tutela del territorio. Pitagora Editrice Bologna, p. 236.

Bendandi, R., 1931. Un Principio fondamentale dell’Universo. Osservatorio Bendandi – Faenza, Società Tipografica Editrice in Bagnacavallo, v. 1, p. 322.

Choi, D. and Maslov, L. 2010. Earthquakes and Solar Activity Cycles. New Concepts in Global Tectonics Newsletter, no. 57, pp. 84-97.

Gousheva, M.N., Georgieva, K.Y., Kirov, B.B. and Atanasov, D., 2003. On the relation between solar activity and seismicity. RAST: Proceedings of the International Conference on Recent. Advances in Space Technologies, held November 20-22, 2003, Istanbul, Turkey.

Landscheidt, T., 1988. Solar rotation, impulses of the torque in the Sun’s motion, and climatic variation. Clim.Change, v. 12, p. 265-295.

Landscheidt, T., 1990. Relationship between rainfall in the northern hemisphere and impulses of the torque in the Sun’s motion. In: K. H. Schatten and A. Arking, eds.: Climate impact of solar variability. Greenbelt, NASA, p. 259-266.

Landscheidt, T., 1999. Extrema in sunspot cycle linked to Sun’s motion. Solar Physics, v. 189, p. 413-424. Petrucci, F., Careggio, M. and Conti, A., 1996. Dinamica dei versanti e della pianura della Provincia di Parma. Ateneo Parmense, Acta Nauralia, v. 32, p. 1-39.

Shou, Z., 2011. A precursory geoeruption before the disastrous Japanese earthquake. New Concepts in Global Tectonics Newsletter, no. 58, p. 78.

Stager, J., Cryves, D.B., Cumming, F., Meeker, L.D. and Beer, J., 2005. Solar variability and the levels of Lake Victoria, East Africa, during the last millennium. Jour. Paleolimnol., v. 33, p. 243– 251.

Stager, J.C, Ruzmaikin, A., Conway, D., Verburg, P. and Mason, P.J., 2007. Sunspots, El Nino, and the levels of Lake Victoria, East Africa. Jour. Geophys., v. 112, D15106, doi:10.1029/2006JD008362.

Stothers, R., 1989. Volcanic Eruptions and Solar Activity. Jour. Geophysical Research, v. 94, no. B12, p. 17,371-17,381.

 

Fine seconda parte

Michele

Come i “verdi” fanatici stanno distruggendo il pianeta

Immaginate un mondo in cui non hai mai dovuto preoccuparti del riscaldamento globale, dove le calotte polari, le Maldive e gli orsi polari stanno tutti andando molto bene.

Immaginate un mondo in cui la CO2 è  nostro amico, i combustibili fossili sono un miracolo, e la crescita economica ha reso il pianeta più pulito, più sano, più felice e con più spazi aperti.

In realtà, non c’è bisogno di immaginarlo: esiste già. Perché allora così tante persone credono ancora il contrario?
Perché i media continuano a pompare fuori il messaggio che il ‘cambiamento climatico’ è una grave minaccia?

Perché, quando i dati non mostrano il riscaldamento globale dal 1997, stiamo ancora sprecando miliardi di denaro cercando di evitarlo?

Di fusione: 'climategate' Lo scandalo ha dimostrato base instabile della ricerca scientifica dall'uomo riscaldamento globale

Gli ultimi dati rilasciati dal Met Office, sulla base di letture di 30.000 stazioni climatiche, conferma non c’è stato riscaldamento globale da 15 anni.

Ora, con l’attività delle macchie solari (flares solari causate da attività magnetica) che sono al loro livello più basso dai tempi delle fiere del 17 ° secolo sul Tamigi congelato, sembra sempre più probabile che stiamo per entrare in una nuova  mini era fredda. Dovremmo essere disturbati da questo? Naturalmente dovremmo. Non solo questo significa che per il resto della nostra vita saremo probabilmente condannati a vivere inverni più freddi ed estati più fresche, ma questo ci rende  vittime della truffa forse più costosa della storia.
Ice New Age? Brillamenti solari (nella foto) sono al loro livello più basso dal XVII secolo

Nel corso degli ultimi 20 anni in tutto il mondo occidentale, miliardi di dollari e di euro sono stati sprecati da parte dei governi su strampalati schemi per “combattere il cambiamento climatico”.

Le imposte sono state aumentate, le normative sono sempre  esigenti, i voli più costosi, sono state vietate le lampade a incandescenza, i paesaggi sono diventati piú brutti, e abbiamo una bassa crescita economica,  il tutto per diminuire  ciò che si è scoperto essere stato un problema inesistente: CO2. antropica

Ma se il riscaldamento antropogenico non è una minaccia come gli ambientalisti vorrebbero farci credere, perché tante persone ci credeno? E quanti gruppi diversi  dagli ecologisti snob  agli anti capitalisti attivisti di Greenpeace e Friends of the Earth, ai dirigenti delle grandi aziende, ai politici di tutte le tonalità,  gli scienziati della NASA e USa e EU, tutti  stanno lavorando insieme per promuovere questo mito pernicioso?

La risposta è breve  “seguite il denaro.”

A Phil Jones, direttore del Climatic Research Unit alla UEA, che era al centro dello scandalo ‘Climategate’, per esempio, gli è stato graziosamente dato 13.700.000 di sterline in sovvenzioni per il lavoro del suo dipartimento di ricerca, e naturalmente le ONG´s  ambientali e Greenpeace sono salite a bordo, perché l´allarmismo aiuta ad aumentare le entrate dei soldini.

Emotionalising la domanda: risorse per il benessere degli orsi polari, per esempio, aiuta raccogliere il sostegno per l'agenda 'verde' Il benessere degli orsi polari, per esempio, contribuisce ad aumentare le risorse per supportare  i programmi “verdi”

Nessuno  darà i soldi per il progetto Thin Ice se si pensa che l’orso polare sta bene e stará benissimo per altri 10.000 anni, ma si può donare se ti dicono ossessivamente che la specie  è seriamente minacciata.

I politici sono attratti perché per loro, sempre alla ricerca di visibilitá, era un buon modo per essere presente ad affrontare una questione di interesse popolare, e un comodo pretesto per mettere e aumentare le tasse.

Le grandi aziende si sono unite nella frode perché essere “verdi” ha contribuito per diversi anni a pubblicizzare  la propria immagine attraverso campagne appositamente costruite da pubblicitari, e ha fatto sì che tutte le norme ambientali  sarebbero state  un modo pratico per aumentare i prezzi dei propri prodotti (essendo “verdi é normale che i prezzi siano piú alti…. ci hanno bombardato per decenni con questa favola) e mettere fuori le aziende concorrenti più piccole.

Ma il denaro non è l’unica ragione. Se si leggono le e-mail private degli scienziati delClimategate, quello che si scopre  è che la maggior parte di loro credono veramente al pericolo dei cambiamenti climatici.

Ecco perché hanno mentito nascondendo l’evidenza ecco perché  hanno cercato di distruggere le carriere di scienziati  in disaccordo con loro, ecco perché volevano spaventare i politici  prima che il tempo fosse scaduto. Quante volte ci hanno detto che non si puó tornare piú indietro, che il mare ci avrebbe tutti inghiottiti, che le isole coralline sarebbero sparite entro pochissimi anni (sono ancora lá…) quante volte ci hanno detto che il pianeta non poteva sfamare tutti etc etc….

Questa non è scienza, ma in altre parole, attivismo politico puro.

Una simile mentalità ‘il fine giustifica i mezzi “sembra prevalere tra tutti i gruppi di pressione ambientalisti. Essi esagerano o travisano, perché non sono persone cattive. Lo fanno perché vogliono fare che il resto del mondo si preoccupi di questi problemi, proprio come fanno loro.

Controllato: E 'possibile che le fattorie eoliche causare danni ambientali maggiori al fine di evitare E ‘possibile che le fattorie eoliche causano piú  danni ambientali di quelli che si volgliono evitare.

Sentimenti potenti, tuttavia, non sono certo la base per una più sensibile politica globale. Soprattutto quando, come si vede, si basano su un’interpretazione errata dei fatti.

Una delle ironie più ridicole del moderno movimento ambientalista è:  quanto danno è stato fatto al pianeta in nome della sua ‘salvezza’?. I biocarburanti verdi (colture come l’olio di palma coltivato per il carburante) non solo ha portato alla distruzione di milioni di acri di foresta pluviale in Asia, Africa e Sud America, ma ora é stato riconosciuto che  per la loro produzione si inquina e si produce quattro volte più di CO2 rispetto al combustibili fossili.

I parchi eolici, oltre al fatto che  affliggono la vista, distruggendo il suolo e causando un massiccio inquinamento acustico, uccidono circa 400.000 volatili all’anno e questo solo negli Stati Uniti. Gli ambientalisti, infatti, hanno una storia sfortunata quando si tratta di previsioni e di raccomandazioni politiche. Rachel Carson nel suo bestseller del 1962 ha promosso una campagna contro i pesticidi e la loro  possibile  responsabilitá di favorire il cancro.  Questa campagna ha portato al divieto su quasi tutto il mondo del pesticida DDT, condannando milioni di persone nel Terzo mondo a morire di malaria. Se 1000 persone sarebbero FORSE morte di cancro, sicuramente milioni sono morte di malaria…. ma tanto si tratta di morti di malaria in paesi poveri e non di 1 morto di cancro in un paese ricco.

Paul Ehrlich nel 1968 con la propaganda del Population Bomb, a sua volta, ha cercato un altro tema preferito del movimento verde: la sovrappopolazione. Negli anni Settanta e Ottanta, ha avvertito, centinaia di milioni di noi sarebbe morta come le mosche perché non ci sarebbe abbastanza cibo.

Perché  la previsione di Ehrlich non si é avverata? Perché, come la maggior parte degli scenari  “verdi” loro disprezzano  un fattore essenziale: il progresso.

Perché il movimento verde per anni è stato impegnato ideologicamente con l’idea che l’umanità è una maledizione ecologica (“La Terra ha il cancro. Il cancro è l’uomo ‘), e non riescono a capire il ruolo dell´ ingegno umano, la tecnologia e l’adattamento alla sopravvivenza della nostra specie.
Il disastro  della carestia per i popoli è stato scongiurato grazie ad un brillante scienziato americano di nome Norman Borlaug che ha inventato nuovi ceppi mutanti di frumento che hanno triplicato la produzione di cereali nel subcontinente indiano.

Progress: La crescita della popolazione nel subcontinente indiano ha chiesto l'introduzione di ceppi di colture geneticamente modificate La crescita della popolazione nel subcontinente indiano ha richiesto l’introduzione di ceppi di colture geneticamente modificate

Naturalmente, è ancora diffusa la preoccupazione circa l’uso di colture geneticamente modificate, ma gli scienziati sostengono che, con le adeguate garanzie in atto si può effettivamente essere più rispettosi dell’ambiente rispetto alle coltivazioni tradizionali, usando meno acqua e meno pesticidi.

Simili progressi tecnologici si hanno anche nel campo dell’energia. Per decenni gli ambientalisti ci hanno promesso e minacciato che da un anno all´altro  le risorse erano terminate. Questo é accaduto giá con il carbone che sarebbe terminato riportandoci al medio evo, e cosí  è arrivata la rivoluzione del petrolio, e anche se abbiamo ancora un sacco di petrolio giá ora abbiamo il miracolo del gas shale che si trova in abbondanza ovunque e viene rilasciato attraverso esplosioni di fluido ad alta pressione per aprire sacche di gas nelle rocce.

Quando, tra molti decenni, prima che tutto questo si esaurisca inizieremo a raccogliere i clatrati (depositi di metano solidi) sepolti nelle profondità dell’oceano.

Il progresso economico non è il nostro nemico ma il nostro amico. E ‘un fatto storico che le nazioni più ricche, hanno investito adesso più soldi  per garantirsi un ambiente più pulito: confrontate l´ aria relativamente pulita a Londra con lo smog soffocante che avvolge Pechino e New Delhi, guardate dove i peggiori disastri ecologici sono accaduti nel secolo scorso,  da Chernobyl al lago di Aral.

Ma i Verdi si rifiutano di accettarla, perché, secondo la loro dottrina quasi religiosa, la civiltà industriale è una maledizione e  la crescita economica una malattia che può essere curata solo col sacrificio e il razionamento, con un aumento delle tasse e un maggiore controllo statale.

Sono dei fanatici  di colore verde all’esterno, ma in termini politici (marxisti-leninisti-maoisti) nella parte interna, con enormi differenze tra loro e i movimenti e partiti operai della sinistra mondiale che sono  più che altro riformisti e non rivoluzionari come loro. Se solo le loro opinioni non fossero così influenti nelle scuole, nelle università, nei media, nei corridoi del potere, l’economia globale non sarebbe quasi nel caos che è oggi.

Io che avevo abbracciato il movimento ambientalista originario, oggi sono disgustato del modo in cui vengono trattati quelli  che non sono d’accordo con le loro tesi. Noi ambientalisti della prima ora siamo trattati dalle “nuove generazioni di ultra-verdi” come un “negazionista” un egoista, inquinante e anti-scienza.

I negazionisti veri sono quelli dell’ideologia verde fanatica che si rifiutano di cercare le prove  e non accettano che le loro buone intenzioni, i loro programmi per rendere il nostro mondo un posto migliore, attualmente, lo hannoreso  più brutto, più povero e meno libero.

SAND-RIO

 

Tratto da James Delingpole : Come gli ambientalisti stanno uccidendo il pianeta, distruggendo l’economia e rubando il futuro dei loro figli  pubblicato da Biteback.