Indici meteo-climatici del mese di Marzo 2012

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

Gli indici: i valori del mese

–           ENSO (El Niño Southern Oscillation: Niña): -0,410 (indice MEI)

–           PDO (Pacific Decadal Oscillation): -1,4 (da confermare)

–           AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): 0,058

–           QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): -16,75

–           QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): -0,83

–           MJO (Madden-Julian Oscillation): come da figura seguente

 

 

Commento indici Marzo

–           La Nina (ENSO) ha tentato una resistenza, ma già a marzo ha mostrato un ulteriore chiaro declino e mentre leggete siamo ormai in fase di neutralità, anzi una lieve anomalia positiva si sta sviluppando nella porzione orientale dell’Oceano Pacifico equatoriale: http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/people/wwang/cfs_fcst/images3/nino34SSTMon.gif

–           La PDO, dopo un’escursione al di sotto di -2, è tornata a valori compresi tra 0 e -1,5. Di seguito è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

–           L’AMO si conferma positiva, ad ulteriore conferma della conclusione dell’escursione in territorio negativo. Di seguito è riportato il grafico storico dell’AMO: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg

–           La QBO30 è in calo, dopo una lieve risalita e fa segnare il nuovo minimo di questa fase negativa.

–           La QBO50 diminuisce ancora lievemente, ma si mantiene comunque appena sotto la neutralità.

–           La MJO è entrata in fase 1 il giorno 3 aprile, dopo aver attraversato le fasi 6, 7 e 8 a partire da metà marzo, bisogna dire che, a parte una breve escursione fredda artica a cavallo di Pasqua, nelle fasi 7 ed 8 (quelle in teoria più favorevoli per gli eventi freddi in Europa) si è visto poco o nulla.

In base alle previsioni ENSO NOAA  http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/CFSv2/images3/nino34Mon.gif è ormai avviato un Nino debole nel comparto est, come detto, mentre in quello ovest pare permanere una sostanziale neutralità; ciò è peraltro confermato dalle anomalie sottosuperficiali di temperatura, moderatamente positive ad oriente e neutrali ad occidente (qui le anomalie positive sono ben presenti in realtà, ma a profondità notevoli).

Desta invece qualche dubbio il comportamento della QBO, sia a 30 che a 50mb; nel primo caso la discesa potrebbe essere già terminata o essere prossima alla conclusione, mentre nel secondo caso il comportamento dell’indice, in relazione ad andamenti passati lascia per ora aperta la questione della durata della fase negativa, di solito non inferiore a 12 mesi ma occasionalmente molto più breve.

Intanto, il Vortice Polare Stratosferico ha subito pesantemente le conseguenze del “Final Warming”, citato nella rubrica precedente, a tutte le quote e risulta molto indebolito e di estensione assai più ridotta rispetto a quella invernale. Peraltro si tratta di un fenomeno fisiologico nel corso della primavera, dovuto all’effetto dei crescenti raggi solari che cominciano ad insistere sull’area artica dopo l’equinozio di primavera.

Infine, il Sole, dopo un effimero sussulto nella prima metà di marzo, risulta in una fase di “stanca”, con poche macchie davvero significative ed i parametri di attività poco consoni ad una fase di massimo o post-massimo.

 

Prospettive meteo-climatiche – aprile e maggio

Il cedimento definitivo della Nina ha contribuito grandemente ad aprire nuovamente alle perturbazioni atlantiche la strada dell’Europa Occidentale e dell’Italia. Dopo un marzo mite ed asciutto, aprile sta mostrando il vero volto primaverile, variabile, a tratti gradevole ma spesso fresco e piovoso, nonché nevoso sulle Alpi e talvolta anche sull’Appennino centro-settentrionale.

Le indicazioni di massima dei principali modelli per le prossime settimane disegnano un quadro altalenante: prima perturbazioni atlantiche ad intermittenza, poi un intermezzo asciutto e caldo (quasi un anticipo d’estate, almeno per il Centro-Sud) che pare comunque destinato a concludersi abbastanza presto, lasciando forse nuovamente spazio alle perturbazioni atlantiche.

Riguardo maggio, tuttavia, a differenza di quanto rilevato nella precedente rubrica, in seguito alla conclusione dell’evento di Nina, risulta pressoché scomparsa l’anomalia negativa tra le coste della Spagna e del Marocco, con una rapidità sorprendente. La persistenza di tale anomalia avrebbe potuto favorire la formazione di una lacuna barica, un polo di attrazione per le perturbazioni atlantiche, il che avrebbe causato ripetute risposte calde africane sul Mediterraneo e sull’Italia, ad aprile, maggio e forse anche oltre. Invece, complice anche la posizione normale dell’ITCZ alla prima rilevazione primaverile, l’ipotesi di ripetute e durature rimonte anticicloniche calde africane sul nostro Paese, almeno per il momento, si prospetta decisamente meno probabile.

Insomma, maggio potrebbe trascorrere all’insegna di una sostanziale normalità climatica, al massimo un poco più piovoso del normale, in attesa della futura progressione del Nino e del comportamento degli altri indici climatici.

FabioDue

15 pensieri su “Indici meteo-climatici del mese di Marzo 2012

  1. Come sempre ottima la tua rubrica meteo caro Fabio….
    ti contesto solo una frase:

    “La MJO è entrata in fase 1 il giorno 3 aprile, dopo aver attraversato le fasi 6, 7 e 8 a partire da metà marzo, bisogna dire che, a parte una breve escursione fredda artica a cavallo di Pasqua, nelle fasi 7 ed 8 (quelle in teoria più favorevoli per gli eventi freddi in Europa) si è visto poco o nulla.”

    Non è che l’attività convettiva sostenuta nel pacifico, ovvero MJO 7/8, vuol dire per forza che in Europa arrivi il freddo…..è vero invece che la MJO nelle sopradette zone garantisce un maggior disturbo in sede polare, grazie ad un rafforzamento dell’azione delle onde planetarie (wave 1 e wave 2)…quindi, in pieno inverno, il passaggio della MJO in queste zone potrebbe (e quì toglierei il condizionale) portare allo sviluppo di stratwarming che nelle dinamiche successive potrebbero essere causa discese polari/siberiane sull’Europa (vedi quanto accaduto in gennaio-febbraio 2012)….
    in generale dunque si può dire che, nell’ambito dei una circolazione invernale governata dalle mosse del VPS, lo sviluppo di attività convettiva nel cuore del Pacifico vuol dire maggiore debolezza del Vortice Polare (ed è per questo che negli anni di NINA crescente-QBO + l’inverno trascorre con AO ++ ed anticiclone fisso sull’Europa)…..il cedimento del Vortice Polare è poi elemento essenziale per avere qualcosa quì da noi, ma poi le varianti sono infinite in quanto entrano in gioco molti fattori, sia a carattere emisferico sia a carattere locale….
    soprattutto poi all’inizio della stagione primaverile, il cedimento del polo (causato dalla MJO in 7 e 8), non è detto che si traduca per forza in ondate gelide da est (meno male), ma più facilmente in discese artiche/ nord atlantiche, che è quello che si è avuto in questo mese di aprile…..
    quindi è del tutto errato dire che l’andamento della MJO in questo ultimo mese non ha prodotto niente, perchè il cambio circolatorio che abbiamo avuto e che ha regalato tanta pioggia e tanta neve sulle alpi, è figlio proprio dello strawarming di fine marzo causato a sua volta dal passaggio della MJO in zone 7 ed 8….

    P.S.
    Come già osservato, quanto appena detto vale solo nell’ambito della circolazione invernale…..quella primaverile-estiva (da metà aprile circa fino ad inizio ottobre) è governata da tutt’altri fattori…..

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  2. @Riccardo

    D’accordo 🙂 , la mia osservazione in effetti risentiva di una descrizione di dinamiche invernali, ormai agli sgoccioli. Infatti ero tentato di togliere già stavolta il grafico della MJO dalla rubrica, in quanto nel semestre caldo faccio davvero fatica a dargli un significato in relazione al tempo delle nostre latitudin.
    Terrò comunque conto della tua osservazione, grazie Riccardo 🙂

    P.S.: il valore della PDO di marzo è ancora provvisorio, ufficialmente non è ancora stato pubblicato. Boh….

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  3. Luci0 :O.T. Sea-iceArctic ROOS pubblica i dati aggiornati dopo due settimane di blackout … la banchisa resiste bene. http://arctic-roos.org/observations/satellite-data/sea-ice/ice-area-and-extent-in-arcticArtico -103.000 kmq Antartico +583.000 da notare ché artico ha incrementato l’area in assoluto e non solo rispetto alla media.. ovvero i ghiacci hanno ripreso a crescere leggermente almeno secondo cryosphere…:-)

    Boh, la discesa verso il minimo di settembre è cominciata bene. Per ora non credo si possa dire molto altro.
    Mi limito ad osservare che, dal 2007 ad oggi, il passaggio da Nina a Nino in primavera è avvenuto solo nel 2009, l’anno con il migliore minimo di settembre tra gli ultimi cinque. E’ un’indicazione significativa, oppure solo un caso?

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  4. Ritornando alla situazione meteo attuale, vi sarete sicuramente accorti come i modelli siano ancora incerti sulla previsione di fine maggio…..ad esempio, se stamattina GFS ed ECMWF avevano del tutto eliminato la rimonta calda di fine mese, qeusta sera la ripropogono….
    dal mio canto, posso assicurarvi che la configurazione delle SSTA atlantiche che si sta configurando, è tutto tranne che favorevole ad un forte anticiclone africano….vale a dire che per il mese di maggio mi aspetto un ITCZ occidentale abbastanza basso….è vero però, come sottolineato più volte da Fabio Nintendo, che l’ITCZ non è un indice predittivo molto forte, in quanto non è detto che quando esso risulti basso siano del tutto escluse rimonte africane (anche se è sicuramente molto meglio averlo basso che alto)…..
    in definitiva dunque, la rimonta africana di fine mese, ammesso che ci sarà, dovrebbe risultare di breve durata (tipico prefrontale)….quindi opto ancora per un prosieguo della stagione primaverile fresco ed instabile, intervallato da breve e fugaci rimonte……

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  5. Fabio Nintendo :
    io invece per gli ultimi 3-4 giorni di Aprile mi aspetto una botta calda con i controcazzi

    Non ho parlato di intensità della rimonta di fine mese, ma di trend a lungo termine….vale a dire che non ho escluso la possibilità di una rimonta africana intensa, in quanto ho semplicemente detto che lo ritengo un episodio isolato e che non costituirà un assetto barico dominante per il prosieguo della stagione primaverile (mese di maggio), come ad esempio accaduto in altri anni……
    infatti, come già detto, l’assetto base depone a favore di un ITCZ sottomedia per i tempi a venire e questo, anche se non esclude rimonte africane di breve durata, a livello di trend assicura un normale decorso della stagione primaverile……

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  6. Almeno a livello di estensione, siamo al valore più alto degli ultimi 5 anni e perfettamente rientrato in media. Direi ottimo, speriamo prosegua in tal modo.

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  7. Il grande serbatoio di calore della terra, cioè gli oceani, lentamente stanno perdendo le riserve di calore accumulato negli anni passati. Nei prossimi anni ne perderanno sempre più. Ora è chiaro, che se il calore fatica ad arrivare alle alte latitudini, perchè c’è poco rifornimento, i ghiacci artici tenderanno ad un’estensione e ad un inspessimento maggiore.
    Di quanto, questo solo il tempo ce lo dirà 😉

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  8. enzor :Il grande serbatoio di calore della terra, cioè gli oceani, lentamente stanno perdendo le riserve di calore accumulato negli anni passati. Nei prossimi anni ne perderanno sempre più. Ora è chiaro, che se il calore fatica ad arrivare alle alte latitudini, perchè c’è poco rifornimento, i ghiacci artici tenderanno ad un’estensione e ad un inspessimento maggiore.Di quanto, questo solo il tempo ce lo dirà

    Difficile dire per ora se la crescita dei ghiacci sia favorita più da un minor apporto di calore (da dimostrare) o maggiormente da modifiche alla circolazione atmosferica, tali da favorire una estensione dei ghiacci.
    Come mi è già capitato di osservare, dal minimo del 2007 sono trascorsi solo 5 anni. Si tratta, a mio modesto avviso, di un lasso di tempo troppo breve (troppo influenzato dalla variabilità annua) per trarre qualsiasi conclusione significativa riguardo il trend (finora calante) di estensione ed area dei ghiacci ed un suo eventuale cambio. Credo si potrà dire qualcosa di sensato solo dopo almeno 10 anni.

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  9. FabioDue :

    enzor :Il grande serbatoio di calore della terra, cioè gli oceani, lentamente stanno perdendo le riserve di calore accumulato negli anni passati. Nei prossimi anni ne perderanno sempre più. Ora è chiaro, che se il calore fatica ad arrivare alle alte latitudini, perchè c’è poco rifornimento, i ghiacci artici tenderanno ad un’estensione e ad un inspessimento maggiore.Di quanto, questo solo il tempo ce lo dirà

    Difficile dire per ora se la crescita dei ghiacci sia favorita più da un minor apporto di calore (da dimostrare) o maggiormente da modifiche alla circolazione atmosferica, tali da favorire una estensione dei ghiacci.Come mi è già capitato di osservare, dal minimo del 2007 sono trascorsi solo 5 anni. Si tratta, a mio modesto avviso, di un lasso di tempo troppo breve (troppo influenzato dalla variabilità annua) per trarre qualsiasi conclusione significativa riguardo il trend (finora calante) di estensione ed area dei ghiacci ed un suo eventuale cambio. Credo si potrà dire qualcosa di sensato solo dopo almeno 10 anni.

    Fabio, è chiaro che solo il tempo ci potrà chiarire molte cose. Allo stato attuale ci sono molte probabilità che il clima sia indirizzato verso un raffreddamento.
    Io credo che per l’insorgere di un forte feedback negativo degli oceani “ghiaccio-temperatura” e conseguente effetto albedo, aumenta la probabilità di un futuro raffreddamento rapido in Artico e di un aumento del ghiaccio marino.
    Inoltre secondo me la circolazione atmosferica potrebbe cambiare sempre per i motivi espressi sopra, cioè per conseguenza.

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  10. Io invece credo che lo spostamento verso aprile l’ estate del picco massimo voglia dire una sola cosa: “raffreddamento globale” … il sole per qualche motivo non riesce a far sciogliere i ghiacci !
    Ogni giorno in più di permanenza dei ghiacci nell’ estensione massima e durante la fase di buona insolazione aumenteranno temporaneamente l’ albedo complessivo del nostro pianeta. Tra qualche giorno vedremo se tutto tornerà nella norma deficitaria del ultimi anni … o se il ghiacci riusciranno per qualche giorno a tornare sopramedia. L’ Antartico invece ci sorprende ogni giorno la crescita procede ad un ritmo serrato …
    Io non credo che l’ atmosfera possa fare qualcosa per raffreddare o riscaldare in queste condizioni di massimo albedo. Solo l’acqua dell’ artico può decidere se far iniziare il disgelo anche perché l’ inclinazione dei raggi solari é ancora molto bassa. Ovviamente quando il sole si alzerà sul polo per i ghiacci polari la fine sarà segnata, ma ogni giorno in più di permanenza sono quantitativi immensi di energia che vengono rispediti al mittente o meglio dispersi nel vuoto cosmico … e il deficit termico aumenta … 🙂

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  11. @Luci0
    Sul ritardo del massimo invernale negli ultimi anni, concordo, basta vedere il grafico riportato ieri da Fabio Nintendo:
    http://arctic-roos.org/observations/satellite-data/sea-ice/observation_images/ssmi1_ice_ext.png
    Fino al 2008 questo ritardo non si nota, ma dal 2009 in poi si osserva un evidente aumento dei ghiacci tra marzo ed aprile, rispetto ai mesi precedenti e successivi. Si tratta di una sorta di “gobba” o “plateau” che si è accentuata in questi ultimi anni. Tuttavia, anche questo fenomeno va verificato nei prossimi anni. Verso la fine di questo decennio, tra 5-6 anni le cose saranno chiare, a mio modesto avviso.

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