– Sunspots in crescita, breve aggiornamento solare infrasettimanale –

Ar 1504, 1505 e 1507 in rapida crescita.

Nell’attesa, per la giornata di domani, dell’uscita del punto della situazione meteo del nostro Riccardo, trascorriamo questo mercoledì pomeriggio, con queste tre macchie solari che sembrano indicarci una nuova ripresa dell’attività solare. Entra in gioco adesso l’emisfero sud ?
Ieri sera il SF segnava 146.
http://www.spaceweather.gc.ca/sx-4-fra.php
Su che valori si attestare stadsera e nei prossimi giorni ?
Riuscirà questo gruppo a generare qualche flare di categoria M ? Tutti interrogativi che nelle prossime ore, giornate  troveranno una risposta.
Sinceramente ci sta proprio bene, questa ripresa in questo periodo.  Speriamo che queste Ar si mettano il prima possibile al lavoro, caricando l’eliosfera, tenendoci lontano dai temuti eventi geologici che con un vento solare così basso potrebbero verificarsi in entrata fase lunare nuova e con con quella femme fatal di Venere in zona.

Mi piacerebe avere anche qualche parere dal nostro Giorgio , eletto ufficialmente il nostro “polar field’s man”  🙂

Animazione crescita Ar, su gentile concessione della Nasa – SDO-

Allego pagina pagina di studio probabilistico flare dell’università di Bradford.
http://spaceweather.inf.brad.ac.uk/monitor.html

Buona giornata,

Michele

36 pensieri su “– Sunspots in crescita, breve aggiornamento solare infrasettimanale –

  1. a me sembra sempre bassa come attività….poi sto notando una cosa, negli articoli quando fate riferimento al collegamento sole-geologia terrestre, mi sembrate troppo sicuri come se fosse una cosa certa e comprovata, il che potrebbe trarre in inganno un lettore alle prime armi, ricordiamo che è solo una teoria per ora…come molte ce ne sono…;)

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  2. Donato :

    mi sembrate troppo sicuri come se fosse una cosa certa e comprovata, il che potrebbe trarre in inganno un lettore alle prime armi, ricordiamo che è solo una teoria per ora…come molte ce ne sono…;)

    Sto preparando una opportuna pagina a livello didattico. Scritta in maniera tale che sia di facile lettura per tutte quelle persone che si domandono se questo collegamento è frutto della fantasia e se ci possono essere delle basi scientifiche su cui lavorare.
    Giustamente parli di teoria.
    Era teoria ai tempi di Rudolf falb, era teoria ai tempi di Michele Stefano De Rossi, era teoria ai tempi Bendandi. E la storia si ripete.
    Il problema è sempre il solito se non ci sappiamo spiegare una correlazione limpida e disarmante che in ogni minuto emerge fra le dinamiche interne al sistema solare e la geologia terrestre allora non deve esistere.
    Può la scienza affermare che esiste correlazione ma non ce la sappiamo spiegare oggi che le classiche teorie EM o gravitazionali. La risposta è no.
    Ego-geocentrico a pieni giri.
    Il lavoro che a breve verrà pubblicato su Nia (pagina specifica) e su altre piattaforme ( piattaforme che mi hanno chiesto di collaborare con loro), dovra essere anche strattamente scientifico. E’ stata fatta tanta mal informazione.
    Ci sono poi altri gruppi che si stanno adoperando per altre strade, ma con l’identico obiettivo..l’Osservatorio Bendandi, il gruppo NCGT etc…
    Non sono solo …ed ahimeee …questo minimo solare darà una grossa mano in questa direzione…
    Per uscira da questa cortina di ferro c’è solo un metodo parlarne e divulgare il più possibile.

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  3. Da come si vede dal Behind, temo che se queste AR non lavoreranno a dovere ben presto avremo un solarflux in caduta libera, ciao Michele

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  4. Michele ma perche continui ad insistere che la tua teoria non sia spiegabile in termini di teorie e fenomenologie gia accettate?
    Sei tu tamente tanto istruito in termini di fisica accademica da conoscere tutti i fenomeni ivi presenti e poter escludere che la correlazione da te riportata sia estrana alla fisica accademica?

    Sono interessato a leggere il tuo nuovo arricolo in merito

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  5. Guarda valerio in questi anni di ricerca, dal mio punto di vista non c’è stata miglior risposta a questa tua domanda e spunto di riflessione …che questo commento di Nicola Scafetta …a chi criticava la sua teoria. Risposta che ora che mi fai pensare…posso allegarla alla pagina.

    P.S. Non sarà un articolo, ma un pagina di Nia, sempre visibile.

    http://wattsupwiththat.com/2011/11/10/aurora-borealis-and-surface-temperature-cycles-linked/#comment-793830

    Traduzione:

    Vedo che alcune persone insistono con la convalida della tesi scientifica solo ed esclusivamente se tutto fosse già pienamente compreso e chiaro. Tuttavia, devo dire che nella ricerca scientifica non si parte con una conoscenza piena e completa su un problema. La conoscenza piena e completa di un problema è il passo conclusivo di una ricerca scientifica non il suo inizio. Nella ricerca scientifica la gente inizia con i dati e poi cerca di capire quello che i dati ci dicono. Poi cercano di modellare il fenomeno e/o proporre possibili meccanismi. Questo è ciò che rende una teoria. Una teoria specifica proposta può quindi essere ulteriormente supportata o rifiutata da ulteriori ricerche sul tema. Questo è il modo in cui la scienza, in ogni campo, progredisce. Quindi, non c’è nulla di male, se un solo articolo su una ricerca in corso non spiega nel dettaglio ogni possibile problema legato al fenomeno studiato, in particolare se, come è in questo caso, il fenomeno oggetto di studio è estremamente complesso. E non c’è niente di sbagliato se questo tipo di carta può contenere alcune congetture che si possono trovare sbagliate anche in futuro.
    Circa i commenti rilasciati da Leif Svalgaard, lo invito nuovamente a leggere la mia ricerca, prima di criticare e di farlo con un po’ di mentalità aperta (ovviamente non ha bisogno di aprire troppo la mente perché non vogliamo che il suo cervello si perde da qualche parte).
    Circa le maree Svalgaard in realtà non sembra comprendere il problema. Tempo fa, veniva sostenendo che nessuno in passato, prima di Newton, sapeva che le maree sono state indotte dalla luna. Avevo bisogno di dimostrare a lui che in passato, al contrario, tutti sapevano che le maree sono state indotte dalla luna, anche se la gente non sapeva di meccanica newtoniana.
    Ora insiste che non capisco l’argomento di Kelvin circa le maree, perché secondo lui io ignoro il lavoro di Doodson, dal modo in cui ho fatto riferimento nel mio articolo insieme con il lavoro di Kelvin.

    Svalgaard non capisce il fatto che non è possibile calcolare con precisione e prevedere le maree con la legge fondamentale della fisica a causa della enorme complessità fisica del problema, che non si limita a conoscere solo l’esistenza della gravità, ma richiede anche una dettagliata conoscenza di un sacco di altre cose tra cui la termodinamica, fluido-dinamica e le risonanze locali fondamentali. Per ovviare a questi problemi di ignoranza Kelvin ha proposto un modello armonico basato su cicli astronomici senza mettere alcun fisica in essa, ma utilizzando la geometria astronomica. Doodson ha semplicemente ampliato l’argomento di Kelvin.

    Che il metodo di Kelvin non richiede alcun quantitativo di fisica moderna, ma solo una argomentazione qualitativa basata sull’astronomia empirica è dimostrato non solo nelle stesse opere di Kelvin sul tema, ma anche dal fatto che una metodologia equivalente è stato adottata sin dai tempi antichi per prevedere le maree. Un’opera medioevale che affronta la questione e spiega quantitativamente come le maree potrebbe essere previste sulla base di cicli astronomici è il De temporum ratione (il calcolo del tempo) da parte del monaco Beda Northumbria in AD 725: quasi 1000 anni prima di Newton.
    http://en.wikipedia.org/wiki/De_temporum_ratione

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  6. Michele non rispondi minimamente alla mia domanda con tale citazione, per altro pienamente condivisibile e scientifica ma che purtroppo non è inerente a quanto chiesto che riformulo cosi:

    Tu hai osservato una correlazione presente fra dinamiche del sistema solare e geologiche e sei subito andato a cercare una spiegazione fuori dagli standard come se quello che è gia conosciuto e scientificamente accettato non possa spiegarla altrettanto bene.
    Hai quindi escluso tutto quello che è gia stato studiato perche lo conosci al livello tale da poter escludere che sia implicato?

    Credo che le risposte alle domande vadano prima cercate in quello che si conosce e solo dopo se non troviamo risposte adatte andare a cercare nuovi fenomeni che non si conoscono.

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  7. @Valerio

    E sei subito andato a cercare una spiegazione fuori dagli standard

    Non ricordo di aver affermato o riportato una spiegazione fuori dagli standard da tre anni a questa parte. Mi sono sempre espresso con termini generici come una affermazione che parla di un mix di forze EM & gravitazionali. Invece te ti ricordi la frase o la citazione precisa dove mi sono espresso viceversa nella maniera che riporti te ?

    Hai quindi escluso tutto quello che è gia stato studiato perche lo conosci al livello tale da poter escludere che sia implicato?

    Non sto dicendo questo, vedi la risposta precedente.

    Credo che le risposte alle domande vadano prima cercate in quello che si conosce e solo dopo se non troviamo risposte adatte andare a cercare nuovi fenomeni che non si conoscono.

    Cosa che io ho fatto con l’evento di Tunguska.

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  8. Michele :

    Può la scienza affermare che esiste correlazione ma non ce la sappiamo spiegare oggi che le classiche teorie EM o gravitazionali. La risposta è no.
    Ego-geocentrico a pieni giri.

    la frase che ho lascito sopra, spero di aver quotato senza cancellare altro che rovini il quote.

    ecco li: non ce la sappiamo spiegare con le teorie gravitazionali ed EM classiche.
    è proprio quello che intendevo, tu conosci queste teorie abbastanza bene per poter affermare una cosa del genere? hai provato ad applicarle cosi come sono a livello matematico per vedere se possono aiutare nella spiegazione delle correlazioni da te individuate?

    Michele sia chiaro che la tua ricerca mi interessa molto e la trovo molto interessante ma mi piacerebbe vederla trattata più scientificamente prima di andare a tirare fuori fenomeni non accertati, anche perche credo che queste correlazioni siano tranquillamente spiegabili con quello che già c’è di classico.

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  9. valerio :

    Michele :

    Può la scienza affermare che esiste correlazione ma non ce la sappiamo spiegare oggi che le classiche teorie EM o gravitazionali. La risposta è no.
    Ego-geocentrico a pieni giri.

    la frase che ho lascito sopra, spero di aver quotato senza cancellare altro che rovini il quote.

    ecco li: non ce la sappiamo spiegare con le teorie gravitazionali ed EM classiche.
    è proprio quello che intendevo, tu conosci queste teorie abbastanza bene per poter affermare una cosa del genere? hai provato ad applicarle cosi come sono a livello matematico per vedere se possono aiutare nella spiegazione delle correlazioni da te individuate?

    Non ce la possiamo spiegare con la classica teorica gravitazioneale e elettromagnetica, perchè sono coinvolte altre come la fisica dei plasmi, la fluido dinamica nella litosfera la termodinamica etc…
    E’ tremendamete complesso Valerio. Mi viene da ridere.
    🙂
    Ma come fai a matematicizzare tutte queste fenomenologie per poi riportarele in un’unica visione. Poi c’è un grosso problema…
    Ma come faccio o come possiamo applicare delle formule a delle faglie, placche o zone di subduzione delle quali non conosciamo poco o nulla ? La geologia parla di movimenti, pressioni e altro. Conosci un libro di geologia dove sono riportate delle formule ce ci permettono di fare dei calcoli ?
    Per questo ritorna Scafetta quando scrive :
    Svalgaard non capisce il fatto che non è possibile calcolare con precisione e prevedere le maree con la legge fondamentale della fisica a causa della enorme complessità fisica del problema, che non si limita a conoscere solo l’esistenza della gravità, ma richiede anche una dettagliata conoscenza di un sacco di altre cose tra cui la termodinamica, fluido-dinamica e le risonanze locali fondamentali. Per ovviare a questi problemi di ignoranza Kelvin ha proposto un modello armonico basato su cicli astronomici senza mettere alcun fisica in essa, ma utilizzando la geometria astronomica.

    Empiico/posizionale/geometrico/mareale/correlare con dati grafici numeri.
    Io qui mi fermo, quello che volevo dire l’ho scritto e continuerò a scriverlo anche in futuro, adesso torniamo a parlare di Sole.
    grazie

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  10. Il problema piu’ grande non e’ la bassa attivita’,bensi il Vettote (Trailing Loco).Vettore che non puo’ e non riesce a portare i flussi magnetici contemporaneamente verso l’equatore solare.Peranto ad ogni avanzata di un singolo emisfero corrisponde una regressione uguale e contraria dell’altro e viceversa.In questo gioco di alti e bassi,i flussi magnetici dell’emisfero nord hanno ancora la meglio.Pero’ ora si gioca la partita piu’ importante,poiche’ l’emisfero nord tentera’ l’invesione.Probabilmente passeremo un breve periodo con una stella monopolare.Questo fino a quando l’attivita’ dell’emisfero nord non andra’ per forza di cose in stallo.Quindi e’ ipotizzabile nei prossimi mesi un progressivo aumento dell’attivita’ magnetica dell’emisfero sud ed un altrttanto progressivo decremento dell’attivita’ magnetica dell’emisfero nord.Non posso dare dei tempi precisi pero’ e’ probabile che l’emisfero nord nei prossimi mesi andra in spotless,mentre proseguira’ l’avanzata dell’emisfero sud.

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  11. @Michele

    sono pienamente a conoscenza di tutti i fenomeni che possono essere associati a tale problematica ma è abbastanza evidente che tu non conosci tutti gli strumenti matematici in nostro possesso;)
    un problema per quanto difficile è sempre formulabile in termini di formule, ma non sempre è possibile trovare una soluzione esatta e per questo esistono le varie teorie di approssimazione del problema.
    certo è vero non conosciamo quasi nulla delle varie faglie e condizioni delle stesse ma queste variabili ricadono nelle condizioni iniziali del problema differenziale che si viene a creare e come la matematica ci insegna queste non sono sempre necessarie per risolvere il problema nei termini che ci interessano in quanto si possono anche ricavare a posteriori una volta scritta la matematica del problema e conoscendo parte dell’evoluzione.

    quindi si sono d’accordo con te che vi sono un enorme quantità di variabili per questo problema ma partire dal presupposto che non sia risolvibile è errato.

    ritengo che quanto fatto fino ad ora da te sia veramente molto utile ed interessante ma che tu stia cercando ultimamente di prendere il problema nel modo meno studiabile possibile, in pratica stai dimenticando il fenomeno per studiare solo dei casi particolari non ripetibili, e quindi perdendo tutta la parte previsionale che è quella più utile.

    detto questo le correlazioni vi sono ma come in ogni studio multidisciplinare si deve andare a studiare ogni processo coinvolto per poi mettere assieme una struttura funzionante.

    attendo l’articolo di ricapitolazione delle tue idee michele, che leggero con molta attenzione.

    @adolfo
    torna sul tuo sito o impara a leggere che puntualmente spari a caso, sopratutto la vostra di chi?
    l’unica strada è lo studio ne dogmi ne inquisizioni ma semplice conoscenza.

    IT solare:
    flare fronte terra? ci piglia?

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  12. @valerio
    Valerio, se hai scritto quello che hai scritto, ovvero che Michele non conosce bene gli argomenti su cui scrive gli articoli (può darsi, non so valutare), perchè non lo aiuti? O meglio, perchè non scrivi tu stesso un articolo qui su NIA per argomentare quello che affermi a proposito dell’utilizzo della fisica già nota per spiegare i fenomeni di cui Michele scrive ed è appassionato?

    Attendo con interesse un tuo articolo sull’argomento…….ormai hai lanciato il sasso, non puoi più nasconderti 🙂

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  13. Fabio mi piacerebbe, per altro avevo scritto a michele tempo fa che avrei scritto qualcosa su i neutrini ma era prima del flop dell’esperimento, ma ho svariati problemi a farlo:
    -devo finire questi maledetti esami, mi mancano 4 orali a concludere, tutti in questa sessione.
    -ho decine di altri impicci personali da chiudere che mi portano via parecchio tempo.
    -per scrivere qualcosa di sensato sull’argomento dovrei andare prima a ristudiarmi per bene tutte le fenomenologie implicate, il che mi richiederebbe un lavoro immane, che anche spostato a dopo gli esami mi risulterebbe improbabile a causa del lavoro per la tesi.
    -scrivere qualcosa su questo argomento a livello matematico\scientifico importante creerebbe non pochi problemi di lettura a chi non ha le conoscenze matematiche necessarie e sarebbe fuori dal target medio del sito.
    -scrivere qualcosa di divulgativo invece non avrebbe senso compiuto in quanto fare divulgazione su qualcosa che non è ancora accertato e studiato va contro l’etica scientifica.
    -una ricerca del genere se scritta in modo rigoroso andrebbe prima sottoposta su riviste del settore, e purtroppo senza la laurea in mano non lo posso fare;) ma dopo la laurea se ne riparla.

    non ho scritto che Michele non conosce gli argomenti su i quali scrive articoli, ho messo in dubbio che conosca approfonditamente la fisica coinvolta in quello del quale scrive in quanto spesso mi sembra che vada a trattare gli argomenti come se la fisica accademica non potesse spiegarli.

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  14. Questo ciclo, non credo possa mostrare più di quello già mostrato fino a questo momento.
    Lo si vede bene dal poco magnetismo e dall’area delle AR che produce.
    Lo si vede dalla percentuale data di possibilità di eventi di classe M, quando in questo momento dovremmo osservare flare di potenza ben superiori.
    Lo si vede dal solar flux che fino a questo momento non ha ancora superato i 190.
    Lo si vede dalla dinamo che non produce il magnetismo necessario per produrre sunspot degne di un presunto max.
    Lo si vede dai 2 emisferi che vanno per conto loro, quando produce uno l’altro rimane a guardare e lo si vede dalla poca propensione dell’emisfero sud a portarsi a livelli dell’equatore per l’inversione. 😉

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  15. ho messo in dubbio che conosca approfonditamente la fisica coinvolta in quello del quale scrive..
    Ma almeno non credo che si rifiuta di illuminare. In caso contrario, e dalle tue espressioni, ma sembra una posizione emotiva e non razionale, in una parola, non scientifica. John Langdon Davies ha detto tempo fa che la scienza dovrebbe essere al di là di una “volontà di credere” o una “volontà di non credere” non si tratta di credenze, ma proprio come dice Cartesio in dubbio come metodo.

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