Archivi giornalieri: 26 Giugno 2012

Indici meteo-climatici del mese di Maggio 2012

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

Gli indici: i valori del mese

ENSO (El Niño Southern Oscillation: Niña): +0,706 (indice MEI)

PDO (Pacific Decadal Oscillation): -1,26

AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): 0,200

QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): -22,06

QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): -1,04

MJO (Madden-Julian Oscillation): non più riportata per il semestre caldo, in quanto di dubbia interpretazione. A tale proposito, si rimanda a specifici articoli di approfondimento, di cui uno già pubblicato.

Commento indici Maggio

– La Nina (ENSO) a maggio, dopo una breve neutralità, ha decisamente cambiato segno anche in zona 3.4, mentre in zona 1+2 si assiste già ad un evento di intensità almeno moderata: http://www.osdpd.noaa.gov/data/sst/anomaly/2012/anomnight.6.25.2012.gif

– La PDO é tornata nettamente negativa, dopo una temporanea risalita. Di seguito è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

– L’AMO si conferma e si rafforza in territorio positivo, ad ulteriore conferma della conclusione dell’escursione in territorio negativo. Di seguito è riportato il grafico storico dell’AMO: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg

– La QBO30 è in ulteriore netto calo e fa segnare il nuovo minimo di questa fase negativa, avvicinandosi ai minimi storici (-25 /-26).

– La QBO50 è anch’essa calata nettamente e fa segnare il nuovo minimo di questa fase.

In base alle osservazioni ENSO NOAA è ormai presente un Nino moderato nel comparto est, come detto, mentre in quello ovest si sta affermando un Nino debole. Sussiste una certa discrepanza tra i due modelli di previsione NOAA: quello più recente (CFSv2) prospetta un evento di Nino di tutto rispetto, con anomalie persino superiori ad 1,5 gradi, in zona 3.4, nel corso del prossimo autunno; invece il modello “storico” prevede un Nino debole, con anomalie nettamente inferiori ad 1 grado. Il NOAA aveva previsto di dismettere quest’ultimo modello entro la primavera, ma per ora ha deciso di prolungarne l’utilizzo almeno fino ad ottobre. La ragione, presumibilmente risiede nella netta discrepanza con il CFSv2. Per quanto riguarda le anomaliesottosuperficiali di temperatura, il grafico al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif , da marzo a giugno le anomalie negative si sono indebolite fino quasi a scomparire, mentre le anomalie  positive permangono, sebbene indebolite ad ovest ma rafforzate ad est. Infine,  riguardo la progressione di questo evento di Nino, occorrerà verificare il  ruolo della PDO, come detto tornata nettamente negativa, che solitamente tende  ad esaltare le fasi dello stesso segno (Nina) ma a moderare quelle di segno opposto (Nino, in questo caso).

Per quanto riguarda, invece, le anomalie di temperatura superficiale nell’Oceano Atlantico, attualmente al largo delle coste spagnole e marocchine vi sono prevalenti anomalie positive. Tuttavia, la presenza di un’anomalia negativa in pieno oceano, in posizione non molto distante da quella occupata nel 2003 (sebbene ora estesa per tutta la larghezza dell’oceano), minaccia di ripetere i “fasti” di quell’estate memorabile, sia pure in tono minore e per un periodo di tempo più limitato (allora si cominciò già all’inizio di maggio). In ogni caso, come testimoniano le vicende degli ultimi due mesi, la situazione si sta tuttora evolvendo verso un nuovo assetto delle anomalie di temperatura. Nessuna meraviglia peraltro, poco dopo il cambio di segno dell’ENSO appena verificatosi, è fisiologico un generale molteplice avvicendamento tra anomalie di segno diverso.

Ad integrazione del comportamento delle anomalie oceaniche di temperatura, si segnala il decorso prima (Maggio) del tutto normale dell’ITCZ http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/fews/ITCZ/itcz.jpg, che ha visto una netta risalita sopra la media storica. Ciò, unito al comportamento delle anomalie oceaniche in Atlantico, per il momento non lascia molto spazio alle illusioni: nei prossimi giorni e nelle prossime settimane saranno favorite ripetute risalite di aria calda africana.

Infine, il Sole ha tentato una ripartenza ad aprile e nella prima metà di maggio, reiterata all’inizio di giugno, ma ora completamente abortita, fino ad una pressochè totale assenza di macchie (spotless), fatto davvero clamoroso in prossimità del culmine (almeno presunto) del ciclo, ben tre anni e mezzo dopo il suo minimo. Dunque ora più che mai la numerosità, l’attività delle macchie e gli altri parametri di attività solare continuano a non essere davvero consoni ad una fase di massimo o post-massimo.

Prospettive meteo-climatiche – estate

Il passaggio da Nina a Nino ha contribuito inizialmente (prima parte di giugno) a reiterare l’influenza delle perturbazioni atlantiche sull’Europa Occidentale e sull’Italia. Da una decina di giorni, però, lo scenario è cambiato: masse d’aria africana, decisamente calde, si sono fatte strada sul Mediterraneo, verso la Spagna ed anche verso l’Italia, specie al Centro-Sud. Si è trattato della prima vera avvezione africana, che ha segnato un ingresso in grande stile dell’estate tipica degli ultimi 10-15 anni, quando l’anticiclone africano ha spesso sostituito quello delle Azzorre.

Le indicazioni di massima dei principali modelli per le prossime settimane disegnano un quadro non certo rassicurante: ancora molto caldo, in una prima fase (7-10 giorni), anche a causa di un affondo depressionario atlantico verso sud, ad ovest della Spagna, che richiamerà correnti calde verso il Mediterraneo. Poi, forse, l’Anticiclone delle Azzorre prenderà l’iniziativa per ricacciare la depressione verso nord e l’avvezione calda verso sud, portando (forse) almeno qualche scampolo di estate mediterranea “classica”. Ma a questo punto, stando ai modelli, ci troveremmo tra la metà e la fine della prima decade di luglio. Infine, occorre notare una perdurante discrepanza tra GFS ed ECMWF riguardo l’intensità dell’ondata di caldo: il modello americano vede isoterme importanti ma non certo eccezionali; più severa la previsione del modello europeo, che disegna un avvio di luglio davvero rovente per tutta la nostra Penisola.

E dopo? Che cosa dovremmo attenderci? Un’annata del genere non sembra avere precedenti storici perfettamente “calzanti”, almeno negli ultimi 30 anni, in termini di indici teleconnettivi (ENSO, PDO, QBO, ecc.). Tuttavia, un precedente simile (estate 1982) lascia intravvedere la possibilità di un’estate piuttosto calda nella sua prima metà (fino a buona parte del mese di luglio), seguita da un lento e progressivo declino della stagione. Sarà così anche questa volta?

FabioDue