La neve dell’ Alaska, lo stretto di Bering e le glaciazioni.

Premessa : In questi giorni di caldo opprimente … il cervello può sragionare e probabilmente é cosi 🙂

In Alaska la neve in montagna non si é sciolta (ndr.: per i pignoli : fusa o sublimata oppure semplicemente ha cambiato stato fisico aeriforme liquido o qualcos' altro es. plasma! Insomma é rimasta lì !)

Proprio l’ altro giorno il mitico Sandr-rio commentando un post ha fornito questo link  dove viene evidenziato come nelle montagne dell’ Alaska la neve non si é sciolta del tutto. Questo insieme al caldo mi ha fatto venire in mente una possibile relazione  che possa legare la neve dell’ Alaska, raffreddamento regionale,  lo stretto di Bering e le glaciazioni ed il riscaldamento globale.

Recentemente avevo notato che le anomalie termiche del mare di Bering fossero negative …

Anomalie termica del 17 giugno 2012 mostra una forte anomalia termica nel mare di Bering
Anomalie termica del 17 giugno 2012

Ma cosa c’ entra tutto questo con le glaciazioni … adesso vi spiego.

Dai dati di Vostok http://www.climate4you.com/images/VostokTemp0-420000%20BP.gif

Anomalie delle temperature globali rilevate dalla trivellazione dei ghiacci Antartici (Vostok)

si nota chiaramente che l’anomalia termica durante le glaciazioni é di circa -10°C. Questo é spiegabile nei soli termini di una mutata concentrazione dei cosiddetti gas serra? Se fosse così durante le glaciazioni é variato il contenuto dei gas serra la domanda che faccio é questa cos’ é che l’ha fatto cambiare. Gli studi di Milankovitch non sono sufficienti a spiegare una tale anomalia in termini radiativi. Ipotizzando un effetto serra non molto dissimile dall’ attuale o identico .. la temperatura media radiativa deve necessariamente passare da -18°C a -28°C o un valore leggermente superiore ma comunque minore di -18°C . Perché questo accada o varia l’ energia solare o varia l’ albedo non si scappa. Ma alla luce di studi fatti non sembra che che l’energia solare possa esser sufficiente ad innescare il fenomeno delle glaciazioni. Può accadere che restando ferma o riducendosi lievemente la temperatura media radiativa, possa cambiare qualcosa di non previsto, che muti l’ albedo?

Il vulcanismo potrebbe essere l’ imputato, ma perché questo avviene con una sequenza ricorrente … La mia idea é che la conformazione geografica e batimetrica degli oceani influisca pesantemente sul clima. Esistono mari a Nord che sono poco profondi che in caso di raffreddamento (solare o astronomico Milankovitch) possono rispondere più rapidamente degli oceani e andare in anomalia negativa, provocando un raffreddamento localizzato regionale. Questo fatto non modifica sostanzialmente le temperature globali ma può favorire la formazione di aree gelate in grado sempre localmente di generare fenomeni atti ad aumentare ulteriormente il raffreddamento . Io avrei individuato un punto cardine … il mare e lo stretto di Bering .
La mia idea é che l’ innesco della glaciazione parta proprio dal blocco dello stretto di Bering, in pratica i ghiacciai riescono a bloccare gli scambi di acqua oceanica con l’ Artico.

Questo fatto é  già stato  ipotizzato darebbe luogo ad un territorio ponte tra Asia e Nord America … noto anche come Beringia.

La Beringia era una regione che collegava l' Asia al Nord America al termime della glaciazione con l' aumento del livello degli oceani si é allagata é formato il mare di Bering.

Si verifica quindi una “Groenlandizzazione” delle zone meno aride con la crescita dei ghiacciai e successiva riduzione del livello dei mari, che riducono ulteriormente il flusso delle correnti verso l’oceano Artico.

Le condizioni di blocco dello stretto di Bering con una riduzione del livello dei mari di circa 50m

Bloccata ogni possibilità di scambio termico tramite le correnti marine, del Nord Pacifico, la distruzione del “sea-ice” durante l’ estate in questa zona rallenterebbe in modo significativo.

L’ Oceano Artico a questo punto potrebbe esser riscaldato solo attraverso la corrente del golfo,e questo ultimo potrebbe continuare fino a che il livello dei mari non scende troppo, studiando la batimetria nelle zone intorno alla Gran Bretagna e Islanda si nota come la “luce” verso l’Artico si possa chiudere in caso di riduzione significativa del livello degli oceani.

Probabilmente durante i periodi glaciali le zone colorate di celeste erano terre emerse, in queste condizioni la corrente del golfo aveva grosse difficoltà a raggiungere l’ artico.

Ad un certo punto si interrompe il flusso verso il bacino Artico, che rimane un mare quasi del tutto isolato. Durante le grandi glaciazione i mari si ritirano di 300-400 metri isolando definitivamente l’Oceano Artico che potrebbe congelare quasi del tutto .

Blocco della corrente del golfo con una riduzione del livello dei mari di circa 400 metri

Spero che questa spiegazione fantaclimatica vi piaccia … :-)

In questo modo il climalterante principale della terra sarebbe lo stretto di Bering … Saluti :-)

Luci0 gabsan … Gabriele Santanché

P.S. Non credeteci é solo il caldo !! Attenzione sono solo ipotesi strampalate e senza nessuno studio dietro solo qualche ora di lavoro in rete ma potrebbe essere anche un idea giusta.

link:  Software Topographie http://merkel.zoneo.net/Topo/Applet/index.php?lang=en

http://it.wikipedia.org/wiki/Beringia

Ringraziamenti a :

Sand-rio e per il link … al Prof. Sébastien Merkel per il software, Wikipedia

e naturalmente allo staff e al popolo di NIA che mi sopporta !! 🙂

 

34 pensieri su “La neve dell’ Alaska, lo stretto di Bering e le glaciazioni.

  1. Ciao Lucio,
    mi dispiace ma parti dal presupposto sbagliato :”Gli studi di Milankovitch non sono sufficienti a spiegare una tale anomalia in termini radiativi”
    Questo ad oggi è stato assodato, sia attraverso proprio i dati della Vostok (14 su 16 digressioni marine in accordo col ciclo di Milutin) prima ed EPICA poi, ma anche dallo studio (Peter Webb – Anno 2000) stratigrafico del fondale del Mare di Ross, dal quale emerge l’ottima sincronia della contrazione ed espansione della coltra glaciale in sincornia con la teoria di Milutn.

    Frd Hoyle nel 1981 scrisse, nel suo libro ICE, si spese in sfavore della teoria di Milutin, asserendo, con sarcasmo, che si trattava di una semplificazione che non poteva spiegare le ere glacilali.

    La sua affermazione ha un fondamento, poiché se prendiamo lo studio di questo fenomeno, per qual che se ne sa, attraverso le centinai di milioni di anni nel passato, effettivamente la teoria di Milutin diviene insufficiente.

    Ma se parliamo (diciamo) dell’ultima decina di milioni di anni, ossia se consideriamo l’attuale assetto continentale come sostanzialmente stabile, la ricerca ci porta a dire che la forzante chiave è di carattere astronomico e si può ben ricondurre alla teoria di Milutin.

    Se perdiamo di vista i fondamentali, siamo spacciati…

      (Quote)  (Reply)

  2. @Zambo io intendevo dire in termini prettamente radiativi nel senso di bilancio termico terrestre. Ovvero mancano ben 10°C, una forzante astronomica da sola non riesce a spiegare una simile anomalia se non cambia qualcosa in termini di albedo. Perché cambi l’ albedo debbono intervenire altre variabili o sistemi di amplificazione della forzante. Nel mio articolo cerco un amplificatore del raffreddamento. Ho semplicemente pensato che la possibilità di blocco delle correnti oceaniche nello stretto di Bering se il ritiro degli oceani é intorno ai 40-50 metri. Inoltre una parziale riduzione al passaggio delle correnti potrebbe esser sufficiente a provocare un amplificazione del raffreddamento. La stessa cosa può accadere nel’ nord Atlantico se il ritiro é maggiore …

      (Quote)  (Reply)

  3. Ciao Lucio, grazie per il “mitico” assolutamente immeritato.
    Innesco per una piccola era di ghiaccio???
    Preferisco guardare ai JET STREAM nella zona artica che possono cambiare il clima in tutto l´emisfero nord. E sembra che qualcosa di molto raro si sia affettivamente verificato con una rara tempesta e uno spostamento dei flussi dei jet stream previsti.
    Che poi questo possa anche provocare la chiusura dello stretto de Bering come si é verificato in passato tante volte…. non lo so.

    http://www.weatheronline.co.uk/cgi-bin/expertcharts?LANG=en&MENU=0000000000&CONT=ukuk&MODELL=ecmwf&MODELLTYP=1&BASE=-&VAR=pslv&HH=120&LOOP=1&ZOOM=0&ARCHIV=0&RES=0&WMO=

    http://nextgrandminimum.wordpress.com/2012/08/11/solar-climate-change-rare-arctic-summer-storm-heralds-major-jet-stream-shift-forecast-by-weatheraction/

      (Quote)  (Reply)

  4. Notizie assolutamente false. Le stazioni in quota dell’ Alaska non segnano neve al suolo e in TUTTE esse la fusione e’ avvenuta quest’ anno molto piu’ prematuramente che in qualsiasi altro anno. Certo che se parlate del Monte Mc Kinley la fusione non c’e’ mai stata e mai ci sara’ dato che in 80 anni non e’ mai salita sopra i -10C.

      (Quote)  (Reply)

  5. Signor Lucio chi sragione e’ Lei: il passaggio dallo stato solido a quello liquido e’ FUSIONE non scioglimento, non stiamo mettendo dello zucchero nell acqua.
    Ha fatto un po’ di chimica nel bienno delle superiori ?

      (Quote)  (Reply)

  6. Jerry Drake :
    Signor Lucio la rimando alla prima elementare ,la neve FONDE con la temperatura , non si SCIOGLIE in un liquido, chimicamente sono due cose completamente diverse.
    Avete la licenza elementare voialtri ? Se l’avete e’ perche l’avete comprata.
    La neve scioglie ahaha ma neanche piu’ i bambini dell’asilo dicono queste scemenze.

    Wov che sottolineatura didattica !
    Meno male che ci sei tu a ricordarci questi concetti di base !
    Poveri noi altrimenti…

    Ma non sarà un tantino pretestuoso ed arrogante questo tuo modo di porti ?
    Dai Drake, fammi sapere… Altrimenti come faccio a dormire stanotte !

      (Quote)  (Reply)

  7. si parlava della zona di Anchorage
    queste le medie:
    Jan Feb Mar Apr May Jun Jul Aug Sep Oct Nov Dec Annual
    Average 17.1 20.3 26.8 37.1 47.9 55.4 58.9 56.8 48.4 34.7 22.1 18.9 37.0

    Year Jan Feb Mar Apr May Jun Jul Aug Sep Oct Nov Dec Annual
    2012 2.5 25.1 21.4 38.7 45.5 54.3 – –

    chiaramente i dati sono in °F e manca Luglio il che è strano.

      (Quote)  (Reply)

  8. @tom & @jerry correggo subito … l’ ho detto nella premessa detto il caldo mi ha dato alla testa fors’ anche la vokda che tengo nel freezer 🙂
    P.S. didascalia corretta … va bene !! 🙂

      (Quote)  (Reply)

  9. @sand-rio
    Non credo che attualmente possa verificarsi la chiusura dello stretto di Bering e nemmeno che siamo in fase preglaciale, ma questo evento mi ha fatto pensare che durante una fase di raffreddamento intenso questo possa accadere.

      (Quote)  (Reply)

  10. Interessante teoria, Lucio…se non altro, hai provato a dare una spiegazione, riportando alcuni studi, senza trascendere in teorie fantascientifiche… 😉 Io vorrei capire, però, il perché di questo attacco da parte di qualcuno; è solo una teoria…non mi sembra che Lucio abbia scritto che gli asini volano!

      (Quote)  (Reply)

  11. OT Solare:
    Ragazzi stavolta me la bullo di brutto: ben 10 giorni fa avevo pronosticato un SF sotto i 100, ed eccoci qua! 98!
    Quanta ne so! Se volete cospargermi di alloro fate pure, non mi dà fastidio.
    😉

    Ciao
    Fano

      (Quote)  (Reply)

  12. @fano

    Piuttosto dell’alloro, stavo pensando ad oro, incenso, e…..BIRRA! 😀

    Il behind mostra, comunque, che tra qualche giorno sorgeranno aree attive nell’emisfero sud; mi sembra che la loro latitudine sia in diminuzione, o sbaglio? Va a finire che nel 2013 anche l’emisfero sud raggiunga l’inversione di polarità?

      (Quote)  (Reply)

  13. @Luke73
    … birraaaaaa!! 😛
    Le macchie a nord che arriveranno sembrano tra i 5° e i 15°, mentre quelle sud sono ancora sopra i 15°.
    Secondo me andremo avanti con sto tira e molla ancora un pò fintanto che non cominceranno ad apparire macchie invertite nell’emisfero Sud.
    Purtroppo non ne ho la più pallida idea di quando questo possa accadere. Si potrebbe anche arrivare a una condizione di stallo.
    Per ora c’è una faccia più attiva dell’altra, ed è quella che presenta loop magnetici transequatoriali e CH Sud.
    L’altra faccia invece ha solo CH Nord e bassa attività (quella attualmente fronte terra).

    @Francobelgio
    http://wso.stanford.edu/
    So che ci sono altri osservatori oltre al Wilcox, tipo in Giappone e in Europa, ma ora non mi ritrovo il link.

    Ciao
    Fano

      (Quote)  (Reply)

  14. 2012:07:31_21h:07m:13s -9N 16S -13Avg 20nhz filt: 3Nf 44Sf -21Avgf
    il valore di aggiornamento è uguale al precedente

      (Quote)  (Reply)

  15. Praticamente in qualsiasi caso sembra ci stiamo avviando verso un raffreddamento, parlo dell’italia almeno.. E’ vero quando (non mi ricordo chi fosse) un tizio disse che l’italia in questo momento ha il clima più favorevole (quello di questi giorni però lo avrei evitato volentieri eheh) possibile, e che in caso di mutamento anche di una piccola forzante, andremo incontro ad un peggioramento climatico, vuoi in senso più fresco, vuoi in senso più perturbato..

    Se il polo si sciogliesse ancora per molto, c’è il rischio concreto di blocco della CDG con conseguenze difficilmente pronosticabili ad ora per l’europa (non intendo disastrose, ma che di preciso non si sa di che entità potrebbe essere il raffreddamento), mentre in caso di GC, tra qualche decennio, per forza di cose la temp scenderebbe ugualmente, e più sensibilmente nell’emisfero boreale più ricco di terre emerse, quindi meno incline al mitigamento degli oceani.

    CONCLUSIONE: si potrebbero profilare ancora pochi anni (o lustri, dipende da quante variabili e forzanti entrano in gioco, compreso il sole) di clima come quello attuale, dopodichè sembrerebbe che in un caso o nell’altro si potrebbe tornare a respirare finalmente un tempo come i vecchi anni 60-70, ma come minimo!

      (Quote)  (Reply)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Immagine CAPTCHA

*

Aggiungi una immagine

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.