Archivi giornalieri: 29 Settembre 2012

Indici meteo-climatici del mese di Agosto 2012 e prospettive meteo-climatiche

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3,  peraltro già riportato nel forum Meteo.

 

Gli indici: i valori del mese

ENSO (El Niño Southern Oscillation, ad oggi Niño): +0,579 (indice MEI)

PDO (Pacific Decadal Oscillation): -1,93

AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): 0,474

QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): -27,94

QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): -9,76

MJO (Madden-Julian Oscillation): non riportata per il semestre caldo, in quanto di dubbia interpretazione. A tale proposito, si rimanda a specifici articoli di approfondimento.

 

Commento indici Agosto

– il Nino (ENSO) ad agosto (ma anche a settembre) ha mostrato un brusco stop ed anzi un arretramento anche in zona 3.4, mentre in zona 1+2 risulta pressoché assente, dunque prossimo alla neutralità.

– La PDO permane nettamente negativa, come da comportamento ciclico (è divenuta negativa qualche anno addietro e resterà tale per diversi anni); attualmente è in fase di rafforzamento e sta confermando il suo ruolo “moderatore” nei confronti dell’evento di Nino in corso. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

– L’AMO si conferma e si rafforza in territorio positivo, ad ulteriore conferma della conclusione dell’escursione in territorio negativo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) a fronte di un suo cambio di segno.

– La QBO30 è in ulteriore calo e fa segnare il nuovo minimo di questa fase negativa, avvicinandosi ai propri minimi storici.

– La QBO50 è anch’essa calata ulteriormente e fa segnare il nuovo minimo di questa fase, anche se non ancora vicino ai minimi storici (ben al di sotto di -10); pertanto è possibile diminuisca nuovamente a settembre.

In base alle osservazioni ENSO NOAA è presente un Nino debole o assente nel comparto est, come detto, e dal mese di agosto anche in quello centro/ovest. Le previsioni NOAA confermano la debolezza del presente evento di Nino, prospettando anzi che sia ormai giunto al suo massimo e sia destinato a declinare gradualmente nei prossimi mesi.

Per quanto riguarda le anomalie sottosuperficiali di temperatura, il grafico al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif,

 

da giugno ad oggi si è verificato un netto indebolimento delle anomalie positive in tutto il comparto oceanico. Inoltre, a settembre è comparsa, per la prima volta dopo il passaggio da Nina a Nino, una consistente anomalia negativa nel settore centrale. Sembra proprio l’annuncio del prossimo declino del Nino e del possibile avvio di una nuova Nina.

Per quanto riguarda, invece, le anomalie di temperatura superficiale nell’Oceano Atlantico, attualmente al largo delle coste occidentali europee e nordafricane vi sono prevalenti anomalie positive. Permane ancora una debole anomalia negativa nel settore centrale dell’oceano, pur se nettamente indebolita rispetto all’estate. La sua persistenza ha favorito affondi depressionari atlantici e quindi risposte calde sul Mediterraneo. Il suo indebolimento sembra ora aprire la strada definitivamente alle perturbazioni atlantiche verso l’Europa Occidentale e mediterranea. Per dovere di cronaca, tuttavia, un recentissimo aggiornamento la rileva nuovamente rafforzata.

http://www.osdpd.noaa.gov/data/sst/anomaly/2012/anomnight.9.20.2012.gif

 

 

Ad integrazione del comportamento delle anomalie oceaniche di temperatura, si segnala un netto sopramedia dell’ITCZ nel settore
centrale africano http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/fews/ITCZ/itcz.jpg, nella seconda decade di settembre. Ciò può ancora favorire qualche incursione di aria calda africana, specie nella porzione meridionale del Mediterraneo e specie sotto forma di prefrontali, dunque richiami che precedono una perturbazione atlantica.

 

Infine il Sole, dopo aver raggiunto un nuovo massimo all’inizio di luglio, ha manifestato un’altalena di attività non degna di particolare nota. C’è da chiedersi se e come questi ripetuti “stop and go” abbiano effetti sul clima anche a breve termine (settimane, mesi).

 

 

Considerazioni sull’autunno-inverno 2012/2013: Nino, QBO e ciclo solare

La prima considerazione riguarda la stagione autunnale: la presenza di un Nino davvero debole, dunque non in grado di interferire in modo significativo con il clima europeo, depone a favore di una stagione autunnale “classica” almeno in termini di piovosità, Naturalmente, la distribuzione delle precipitazioni dipende anche da altri fattori (es. blocchi anticiclonici, anche temporanei, in grado di frenare l’avanzata delle perturbazioni o di deviarle). Dunque, non tragga in inganno l’avvio tardo-estivo del trimestre autunnale, ancora condizionato dalle dinamiche della stagione appena conclusa.

Per quanto concerne le prospettive invernali, in abbinamento alla debolezza del ciclo solare, è sempre più interessante il comportamento della QBO a 50mb, riprendendo un tema già accennato in discussioni precedenti. Anche se ci troviamo ancora all’inizio dell’autunno, si ricorda che l’accoppiata QBO / ciclo solare ha storicamente segnato il carattere delle stagioni invernali, come da studi ben riportati in un articolo presente nell’archivio di NIA (http://daltonsminima.altervista.org/?p=13547 ): QBO negativa e ciclo solare debole (es. nei pressi del minimo), oppure QBO positiva e ciclo solare forte (es. nei pressi del massimo) hanno storicamente favorito inverni freddi. Attualmente la QBO, come detto, è negativa e, in base alla sua serie storica, non sembra aver ancora raggiunto il suo valore minimo.
Inoltre, storicamente, ha impiegato di solito 4-5 mesi prima di tornare in territorio positivo. Dunque, è molto probabile che resti negativa almeno fino a dicembre-gennaio. Anzi, tutte le volte in cui l’avvio della fase negativa della QBO è stato graduale come in questo caso, il periodo negativo si è protratto per oltre 12 mesi. Poiché la QBO a 50mb è divenuta negativa a febbraio 2012, è ragionevole supporre che essa possa permanere negativa almeno fino all’avvio della prossima primavera. Come noto, QBO50 negativa e ciclo solare decisamente sottotono potrebbero rendere quantomeno “movimentata” l’ultima parte dell’autunno ed il prossimo inverno, con frequenti incursioni fredde. L’ultimo inverno con un’accoppiata QBO negativa e ciclo solare debole è il 2005-2006. Invece, qualora il Sole mostrasse invece un’accelerazione della propria attività, il risultato sarebbe probabilmente opposto, ovvero assisteremmo ad un “non inverno”. Data la distanza temporale dall’avvio della stagione fredda, questa non si può nemmeno considerare una prospettiva meteo di lungo periodo, quanto piuttosto una constatazione di carattere storico/statistico. Ma la correlazione assai elevata tra ben precise combinazioni QBO/ciclo solare ed il carattere degli inverni corrispondenti, la rende comunque degna di nota.

aaaaa

Prospettive meteo-climatiche – autunno

Attualmente, come si diceva, il tempo europeo è ancora in parte influenzato da dinamiche tardo-estive, sebbene si intravveda chiaramente l’avvento della nuova stagione. E’ presente un anticiclone continentale sull’Europa orientale e soprattutto sul Mediterraneo centro-orientale, supportato da una componente calda africana. Contemporaneamente, ad ovest, il cedimento dell’alta pressione azzorriana ora consente un deciso ingresso sull’Europa Occidentale da parte delle perturbazioni atlantiche, anche se non ancora in modo franco sul Mediterraneo.

Le indicazioni di massima dei principali modelli per le prossime 2-3 settimane disegnano un quadro ormai improntato ad una maggiore dinamicità rispetto al trimestre estivo. Le perturbazioni atlantiche si impossesseranno delle coste occidentali europee ma, almeno in una prima fase, faticheranno ad avanzare verso sud ed anche verso est. In questo periodo, l’Italia si troverà al confine tra le depressioni atlantiche ed una fascia anticiclonica con perno sul succitato anticiclone continentale. Dunque le regioni settentrionali vedranno più precipitazioni, localmente anche abbondanti ad ovest (non si possono purtroppo escludere locali nubifragi), mentre al Sud prevarrà il bel tempo, con temperature ancora estive o quasi. In seguito, è probabile una graduale traslazione delle depressioni verso est e verso sud, con interessamento anche delle regioni meridionali. Nel lungo termine, è possibile che qualche nuova spinta meridiana (verso nord) ci porti un assaggio di autunno inoltrato; i principali modelli in effetti intravvedono qualcosa, anche se non in modo chiaro. Ma questo dipenderà molto dal comportamento dell’Anticiclone delle Azzorre, al momento poco propenso a spingersi verso nord.

Insomma, il passaggio all’autunno “vero” per la nostra Penisola sarà progressivo e graduale, sebbene non necessariamente “indolore”, specie dal punto di vista precipitativo. Come si diceva, nel lungo termine, non si può escludere però qualche “sberla” fredda tardo-autunnale

FabioDue